UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA
“LA SAPIENZA”
POLO PONTINO
DIPLOMA UNIVERSITARIO IN
SCIENZE INFERMIERISTICHE
Corso di Tecniche Diagnostiche,
Interventistiche e di Radioprotezione
Anno Accademico 2012/2013
Docente: Dott.Eugenio L. Faiola
Resp:ATTIVITA'RX Ospedale”A.Fiorini”
Terracina
PROGRAMMA DEL CORSO IN
TECNICHE DIAGNOSTICHE E INTERVENTISTICHE
Anno Accademico
2011/2012
-Diagnostica per immagini
Cenni Storici
-Ruolo dell’Infermiere Professionale
Funzione Organizzativa
Funzione Assistenziale
-Diagnostica per Immagini con Raggi Roentgen
Cenni sui Raggi X
Esami Radiologici Tradizionali
Radioscopia
Radiografia
Tomografia
Schermografia
Seriografia
-Tipologia degli esami radiologici tradizionali
Esami senza mezzo di contrasto
Esami con mezzo di contrasto
-Ruolo dell’Infermiere Professionale nella Diagnostica per Immagini Tradizionale
-Le reazioni da mezzo di contrasto iodato
-Diagnostica per Immagini
Ecografia
Risonanza Magnetica
TAC
-Ruolo dell’Infermiere Professionale nella Diagnostica per Immagini con Macchine Pesanti
-Compiti Infermieristici a rischio di esposizione
Effetti biologici da esposizione a radiazioni ionizzanti
Prevenzione Primaria e Secondaria per le radiazioni ionizzanti
-Radiologia Interventistica
-Attrezzature in Radiologia Vascolare(Cenni)
Attrezzature Tradizionali in Radiologia Vascolare
Attrezzature Radiologiche digitali in Radiologia Vascolare
-Tecniche e materiali (Cenni)
Tecniche di Rivascolarizzazione delle stenostruzioni artero-venose
Trombosi Venosa Profonda,Tromboembolia polmonare,Filtri cavali
-Assistenza Infermieristica in Radiologia Vascolare
-Interventistica Biliare (Cenni)
-Chemioterapia dei Tumori (Cenni)
-Recupero Corpi Estranei (Cenni)
-Attrezzature e Tecniche di Interventistica non vascolare ECO/TAC
guidata(Cenni)
Biopsia per cutanea
Drenaggio per cutaneo
-Assistenza Infermieristica in Interventistica non Vascolare
INTRODUZIONE
La Radiologia Interventistica negli ultimi
15 anni ha avuto un naturale sviluppo in
concomitanza con il naturale sviluppo
tecnologico che ha permesso lo svilupparsi
di procedure endovascolari molto sofisticate
e nel contempo alquanto efficaci per il
trattamento di patologie molto delicate
come gli Aneurismi Aortici per via
percutanea.
In relazione alla estrema
delicatezza di tutte le tecniche
interventistiche il lavoro in tale
campo necessita di personale
specificatamente preparato e
qualificato sia per quanto attiene
ai Radiologi,ai Tecnici di
radiologia che agli Infermieri
Professionali.
La R.I.non è solo una metodica
avanzata che consente una esplorazione
all’interno del corpo umano ma è
soprattutto uno strumento posto nelle
mani degli operatori che abilita ad una
precisa e concreta diagnosi e a una
terapia mirata finalizzate alla cura del
paziente.
I Radiologi,i tecnici di radiologia
e gli Infermieri Professionali
tutti insieme concorrono a
realizzare un prodotto che nasce
dalla stessa esperienza di lavoro
dove ognuno con la propria
specificità e la propria diversità
contribuisce a realizzare un
“prodotto finito” capace di
soddisfare bisogni complessi.
LA
RADIOLOGIA
VASCOLARE
Le Attrezzature in Radiologia
Vascolare
Attrezzature Tradizionali in
Radiologia Vascolare
Seriografia
Tale tecnica consente di ottenere una ripresa successiva di
una serie di immagini di un organo in movimento
superando l’ostacolo della immagine fissa radiografica che
non documenta la funzionalità della regione corporea
sottoposta all’esame.
Seriografia
Lo scopo della tecnica Serigrafica è quindi
quello di ottenere mediante una serie di
immagini ,intervallate fra loro da pause di
diversa lunghezza ,una documentazione
radiologica delle variazioni di un organo cavo
attraversato da un mdc ovvero delle
variazioni di forma dell’organo medesimo in
tutti i suoi movimenti.
L’intera operazione viene realizzata mediante
riprese radiografiche su una o più pellicole.
Seriografia
L’apparecchio radiologico che consente tale ripresa
radiografica si chiama Seriografo a cassetto.
Esso consente sia esami ad organi lenti nei
movimenti che rapidi(fino ad una serie di centinaia
di fotogrammi al sec.).
La Seriografia rapida si distingue in diretta ed
indiretta.Quest’ultima utilizza non la pellicola
radiografica bensì una telecamera che riprende da
un intensificatore di brillanza(Seriografia rapida
ad altissima frequenza).
Seriografia
La Seriografia rapida ha reso necessario però la
costruzione di apparecchiature complesse che
fossero in grado di supportare tutte le esigenze
della moderna diagnostica:Tubo radiogeno ad alta
potenza, adeguato sistema di dissipazione del
calore del tubo radiogeno stesso,fuochi
piccoli,radiogrammi brevi e precisi e la possibilità
di avere immagini nitide.
Seriografia
Nel campo della R.V. si aveva la necessità anche
di ottenere la documentazione della sede
anatomica oggetto di studio in entrambi le
proiezioni ortogonali(Serigrafia Biplana a riprese
alternate e a riprese simultanee).
L’accessorio fondamentale dell’impianto
Angiografico era
l’Angioseriografo rapido diretto
Attrezzature Radiologiche digitalizzate
in Radiologia Vascolare
La tecnica tradizionale è stata
oramai superata dall’attuale
tecnica digitale.
Prima di illustrare la tecnica digitale
dobbiamo definire due concetti
fondamentali:
-Concetto di Immagine Diagnostica
-Concetto di Immagine Digitale
-Concetto di Immagine Diagnostica
Essa è la rappresentazione bidimensionale di un
segnale proveniente da un paziente
spontaneamente(termografia) o in risposta ad
uno stimolo specifico (rx,u.s.,radiofrequenza).
Per la formazione di una I.D. occorrono:
1. Sorgente Stimolo;
2. Paziente;
3. Rivelatore(Pellicola,Detettori TAC,Sonda
ecografica,Bobina r.f.);
4. Sistema di visualizzazione o display(pellicole,monitor).
-Concetto di Immagine Digitale
L’immagine digitale può essere definita come una
tabella bidimensionale di numeri interi non
negativi,ciascuno dei quali può essere
rappresentato all’interno di una casella definita
“pixel”(picture element) facente parte di un
reticolo di quadratini,in ognuno dei quali è
allocato il numero che esprime il valore del
parametro considerato in quel punto(es.intensità
del fascio di radiazione emergente dal paziente).
IMMAGINE DIGITALE
L’insieme dei pixel viene definita matrice.
Le dimensioni della matrice definiscono il
numero dei pixel per ognuno degli assi
cartesiani(es. in medicina nucleare la
matrice è 256x256;nella Tac 512x512;nella
Radilogia Vascolare 1024x1024)
IMMAGINE DIGITALE
Le caratteristiche delle I.D. sono le seguenti:
1. Il Pixel(unità di ricostruzione spaziale
maggiore rispetto al granulo di bromuro
d’argento della Radiologia tradizionale);
2.La matrice e il FOV(questi condizionano la
grandezza del pixel e la risoluzione
spaziale cioè la possibilità di distinguere
due punti nello spazio come singole unità).
IMMAGINE DIGITALE
Le fasi del sistema digitale sono le seguenti:
1. Acquisizione del segnale(detettori-conversione
dei fotoni emergenti dal pz. in segnale elettrico);
2. Trasformazione del segnale elettrico in forma
digitale(Convertitore A/D);
3. Elaborazione della matrice mediante operazioni
matematiche ottenendo le più svariate
modificazioni;
4. Conversione Digitale/Analogica mediante la
quale vengono assegnati livelli di grigio ai
numeri binari di ciascun pixel(monitor o
pellicola).
ATTREZZATURE RADIOLOGICHE
DIGITALIZZATE
Queste si differenziano da quelle
analogiche per essere più complesse
affinchè consentano una vasta gamma di
applicazioni mediante le quali è possibile
personalizzare l’intero sistema secondo le
esigenze del caso e cioè Angiografia
periferica,Addominale,Diagnostica ed
Interventistica,etc..
ATTREZZATURE RADIOLOGICHE
DIGITALIZZATE
L’apparecchiatura digitale è
costituita da diversi componenti
parte dei quali sono allocati nella sala
angiografica e parte in ambiente
vicino(sala consolle di elaborazione
immagini).
ATTREZZATURE RADIOLOGICHE
DIGITALIZZATE
Le attrezzature sono date dallo stativo con
braccio pensile a C,tubo radiogeno,
dall’iniettore automatico di mdc,dal tavolo
radiologico,monitors.
Sono poi presenti nella sala angiografica
braccioli,morsetti,materassino,asta per
flebo,cinghie di fissaggio,filtri di
compensazione,fasce contensive,accessori di
posizionamento della testa,etc..
ATTREZZATURE RADIOLOGICHE
DIGITALIZZATE
Nella sala consolle vi è naturalmente tutto il
sistema di visualizzazione e acquisizione
supportato da un computer ad alto potenziale
di efficienza allocato in ambiente diverso e in
cui vengono memorizzati centinaia di
pazienti con le relative sequenze acquisite.
Il PC è così potente da elaborare velocemente
i dati e dare l’immagine sul video.
ATTREZZATURE RADIOLOGICHE
DIGITALIZZATE
Le tecniche di acquisizione programmate sono
diverse e ricordiamo :la cerebrale,la toracica,la
addominale,la periferica e più recentemente la
bolus chase e la rotazionale.
La bolus chase è una tecnica di acquisizione
digitale dinamica che consente di seguire
esattamente il flusso del mdc in continuo
movimento attraverso gli arti periferici inferiori
con una sola iniezione di mdc.
ATTREZZATURE RADIOLOGICHE
DIGITALIZZATE
La tecnica rotazionale è invece una
procedura di acquisizione che fornisce
informazioni sulla struttura
tridimensionale dei vasi sanguigni
attraverso la rotazione del braccio C
durante l’acquisizione dell’immagine.
Si deve ricordare infine anche la
FLUOROSCOPIA la cui caratteristica
è quella di limitare al minimo
l’esposizione alle radiazioni sia sel
paziente che dell’operatore senza che si
pregiudichi la definizione
dell’immagine.
Essa è ottenuta grazie ad un
intensificatore di brillanza a fibre
ottiche-CCD.
IL POST - PROCESSING
Dopo aver acquisito l’esame si
procede all’elaborazione delle
immagini sempre grazie a
programmi che il computer del
sistema offre e successivamente si
selezionano le immagini da stampare
su una pellicola e il numero di copie.
DIAGNOSTICA VASCOLARE
TECNICHE E MATERIALI
La diagnostica vascolare si avvale di
numerose metodiche di Imaging:Eco-colordoppler,TC,Angiografia,RM.
Il ruolo dell’Angiografia è principalmente
rivolto alla valutazione pre-chirurgica del
paziente e in modo sempre maggiore
all’effettuazione dell’Interventistica.
DIAGNOSTICA VASCOLARE
Le diagnosi che più
frequentemente si effettuano
sono:Stenosi,Aneurismi,Traumi,T
rombosi,Ischemie,Insufficienze
cardiache e patologie tumorali
benigne e maligne.
DIAGNOSTICA VASCOLARE
Materiali
I materiali che sono utilizzati per
gli esami di Diagnostica Vascolare
sono di diversi tipi:
Aghi,Introduttori,Guide,Cateteri.
DIAGNOSTICA VASCOLARE
GLI AGHI
La funzione dell’ago è di pungere il vaso
ed esistono tre tipi d’ago:PottsCournand, Seldinger e Agocannula(Angio-cath).
Il calibro è espresso in Gauche,mentre il
diametro interno è misurato in inches
che corrisponde alla guida che può essere
inserita.
DIAGNOSTICA VASCOLARE
GLI AGHI
Tutti gli aghi hanno delle caratteristiche
comuni come una flangia in plastica
che permette l’impugnatura dell’ago e
una struttura costituita da due o tre
pezzi coassiali con l’estrema affilatura
della punta allo scopo di penetrare
facilmente anche attraverso la parete di
arterie ateromasiche ispessite.
DIAGNOSTICA VASCOLARE
GLI AGHI
L’ago più utilizzato è quello di
Seldinger.
Esso è composto da una cannula
metallica esterna ad estremità
tronca e da uno stiletto interno con
affilatura particolarmente
tagliente.
GLI INTRODUTTORI
Questi sono costituiti da una cannula(camicia) di
materiale plastico(teflon) con punta
rastremata,con valvola a diaframma(che
consente l’introduzione dei cateteri e non
permette la fuoriuscita di sangue),quest’ultima
collegata ad un piccolo tubicino di raccordo
comunicante con l’interno della cannula
attraverso la quale può essere eseguito lavaggio
con la soluzione eparinata; da un dilatatore
vascolare dello stesso diametro interno della
cannula.
GLI INTRODUTTORI
L’Introduttore consente la
sostituzione dei cateteri senza
arrecare danno al vaso;esso
possiede calibri in grado di
accogliere cateteri da 2 a 10 F.
Le Guide Angiografiche
Queste hanno il compito di precedere in modo
atraumatico il catetere all’interno di un vaso o
di un organo e servire poi di supporto al suo
posizionamento.
Il loro calibro è espresso in inches(pollici;1
pollice=25,4 mm.).
Il diametro dei tipi più comuni va da 0,014 a
0,048 inches,con una lunghezza che varia da 80
a 260 cm.
Le Guide Angiografiche
Esse sono costituite da una struttura
esterna metallica avvolta a spirale
ricoperta da materiale plastico(teflon) o
idrofilico(maggiore scorrevolezza e minore
trombogenicità) e da un’anima interna di
acciaio per renderla più o meno flessibile.
La punta può essere dritta o curva a J a
seconda il tipo e del suo impiego.La
curvatura ha lo scopo di ridurre il rischio
di dissezione intimale.
Le Guide Angiografiche
Le guide Angiografiche si differenziano in alcuni
tipi in base alla loro rigidità;il grado di rigidità
della guida è importante poiché quest’ultima deve
essere sufficientemente flessibile per procedere
all’interno dei vasi,ma allo stesso tempo
sufficientemente rigida per consentire la
progressione del catetere.
La loro lunghezza in genere non è inferiore a 150
cm e raggiunge 260 cm in caso di procedure
interventistiche.
I CATETERI
Il catetere è un tubo di piccole dimensioni,di
lunghezza variabile che permette l’introduzione
del mdc nei vasi in esame.L’unità di misura è il
French corrispondente ad un terzo di mm,quindi
un 3 F =1 mm.
La scelta del catetere è determinata oltre che dal
diametro esterno,anche dal diametro del lume
interno ,ciò per consentire il passaggio scorrevole
della guida e d’alti flussi di mdc,diminuendo
l’attrito interno che si crea fra di loro.
I CATETERI
Il diametro interno è costante per tutta la
lunghezza del catetere ad eccezione della punta
che va diminuendo rapidamente per ridursi ai
valori prescelti finalizzati al tipo di guida
consigliata per l’introduzione.
I materiali di cui sono fatti sono il Polietilene,il
Poliuretano,il Teflon ed il Naylon.
Il più usato è il Polietilene soprattutto per il
migliore adattamento alle arterie.
I CATETERI
Il Poliuretano ha una bassa trombogenicità,
ilNaylon e il teflon sono impiegati per i cateteri d’uso
selettivo;questi materiali hanno una maggiore rigidità e
resistenza e offrono un migliore controllo di torsione.
Il calibro va da 3 a 8 F con una lunghezza che va da 80 a
110 cm.
La loro superficie deve essere molto levigata
(minore attrito nel punto di ingresso e per limitare la
formazione di trombi intorno ad esso).
I fori laterali sono indispensabili per le angiografie non
selettive mentre per le selettive hanno un solo foro alla
punta.
I CATETERI
Esistono vari tipi di cateteri:Cerebrali,Viscerali,Cardiaci.
I cateteri cerebrali sono di diversi tipi,i più utilizzati sono i
Simmons, l’Headhunter,e il vertebrale.Hanno diversi calibri e
lunghezza.
I Pig-tail(coda di porco) hanno anch’essi diversi calibri e
lunghezza e fori laterali e sono così conformati per evitare il
colpo di frusta durante l’iniezione di mdc e per avere una
omogenea opacizzazione del vaso in esame.
I Cobra sono cateteri usati generalmente per i visceri addominali
con gradi di curvatura alla punta (C1-C3) e con foro unico alla
punta o multipli laterali.
I Multipourpose idonei per vari usi, di lunghezza 70-100 cm.,con
vari fori di cui quello unico alla punta oppure fori laterali .
I CATETERI
I Grollman usati per studi selettivi delle arterie polmonari
tramite accesso vena femorale.
I Tracker,SP sono cateteri coassiali utilizzati per uso
superselettivo.
Poi vi sono altri tipi di cateteri per uso viscerale e quelli per lo
studio delle vene spermatiche dx e sx(a curva stretta e larga).
APPROCCIO ANATOMICO
Il cateterismo arterioso può essere
eseguito attraverso l’arteria
femorale,ascellare o brachiale.
L’arteria femorale è quella con il
calibro maggiore,è facilmente
palpabile e comprimibile a fine
procedura.
Le tecniche che sono usate per gli
esami angiografici sono tre.
APPROCCIO ANATOMICO
TECNICA DELLA PUNTURA E
DELLA INIEZIONE DIRETTA
Essa consiste nella puntura del vaso con
gli aghi di vario calibro e nell’iniezione
attraverso di loro del mdc,permettendo lo
studio dei vasi che seguono il flusso
circolatorio.
APPROCCIO ANATOMICO
TECNICA DEL CATETERISMO
PREVIA INCISIONE E
INCANNULAZIONE
Essa prevede l’introduzione diretta del
catetere in un vaso dove si è prodotto
l’incisione e la progressione sotto controllo
scopico dell’estremità al livello
desiderato(puro interesse storico).
APPROCCIO ANATOMICO
TECNICA DI SELDINGER
Tale tecnica di cateterismo è la metodica
più usata e prevede la puntura con aghi di
diverso calibro muniti di mandrino e
l’introduzione di guide metalliche
attraverso l’ago ed il successivo
inserimento dell’introduttore sulla guida
metallica del calibro corrispondente.
APPROCCIO ANATOMICO
TECNICA DI SELDINGER
La via di accesso è quella attraverso
l’arteria femorale.
Il paziente è in decubito supino sul
lettino angiografico e dopo accurata
tricotomia ed ampia disinfezione
dell’area inguinale si copre l’addome e
gli arti con un telo monouso sterile
lasciando l’area inguinale scoperta.
APPROCCIO ANATOMICO
TECNICA DI SELDINGER
L’operatore con guanti sterili esegue
dapprima una anestesia una anestesia
locale sottocute e profonda e dopo pochi
secondi punge l’arteria femorale ove
meglio si apprezza.
APPROCCIO ANATOMICO
TECNICA DI SELDINGER
La penetrazione dell’ago è eseguita
lentamente,con una direzione obliqua verso il
basso e un po’ medialmente,tenendo conto del
decorso del vaso.
Dopo l’introduzione dell’ago in arteria si
retrae il mandrino e con la comparsa del getto
ritmico di sangue viene inserita la guida
metallica che progredisce attraverso l’arteria
iliaca esterna e comune.
APPROCCIO ANATOMICO
TECNICA DI SELDINGER
Facendo una modesta pressione sull’inguine si
retrae l’ago senza che si sfili la guida e si inserirà
l’introduttore del calibro richiesto attraverso cui si
faranno procedere le varie guide e cateteri per il
raggiungimento dei vasi da esaminare sotto il
continuo controllo scopico.
L’iniezione di piccole quantità di mdc
manualmente assicureranno l’operatore della
giusta posizione dell’estremità del catetere quando
si ha l’impressione dell’agganciamento del vaso da
esaminare.
APPROCCIO ANATOMICO
TECNICA DI SELDINGER
Tutte le procedure angiografiche vanno eseguite
in regime di ricovero e vanno eseguiti gli esami
preliminari,strumentali e di laboratorio.
La preparazione prevede che il paziente sia
digiuno da almeno 12 ore e gli sia praticata una
tricotomia a livello inguinale.
Le procedure Angiografiche possono essere
divise in quelle che riguardano l’addome e
quelle che riguardano i vasi periferici
comprendenti i tronchi epiaortici.
Gli esami Angiografici eseguibili sono:
•Tronchi Epiaortici;
•AortografiaToracica(aneurismi,coartazione
aortica,lesioni arteriosclerotiche,follow-up
post-operatori);
•Angiopneumografia(Tromboembolia
polmonare);
•Aortografia Addominale(Aneurismi,Lesioni
arteriosclerotiche,Follow-up post-operatoria);
•Arteriografia tripode celiaco;
•Mesenterica Superiore;
•Mesenterica Inferiore;
•Arteriografia
Renale(Ectopie,Agenesie,Ipoplasie,Rene a ferro di
cavallo,Anomalie nell’origine e distribuzione
vasale,Traumi,etc.);
•Arteriografia Pelvica(Arterie iliache ed
ipogastriche);
•Vasi Periferici(Art. sup.e inf.) per
traumi,Stenosi,MAV,Aneurismi,etc.)
FLEBOGRAFIA DEGLI ARTI
•ARTI SUPERIORI:Si esegue per lo studio del
circolo venoso superficiale e profondo.Si ottiene
mediante l’iniezione di mdc attraverso la vena
basilica al braccio o all’avambraccio.
•ARTI INFERIORI:Si esegue per lo studio del
circolo venoso superficiale e profondo.
•Si ottiene iniettando mdc attraverso una vena del
dorso del piede o incannulando la vena piccola
safena esterna dietro il malleolo.
CAVOGRAFIA SUP.E INF.
Lo studio della vena cava superiore si ottiene
tramite la vena omerale o cateterismo della vena
giugulare esterna.
Essa è applicata nella ricerca di varie alterazioni
morfologiche quali
compressioni,dislocazioni,infiltrazioni,trombosi,etc.
Lo studio della vena cava inferiore si ottiene
mediante cateterismo retrogrado trans-femorale
posizionando il catetere in vicinanza della
confluenza iliaco-cavale.
Le indicazioni sono come per la cava superiore.
INTERVENTISTICA VASCOLARE
TECNICHE E MATERIALI
Per Radiologia Interventistica si intende
una disciplina che utilizza la guida delle
immagini per attuare trattamenti
terapeutici con tecniche
percutanee,svolgendo un ruolo non solo
diagnostico ma prevalentemente
terapeutico.
INTERVENTISTICA VASCOLARE
TECNICHE E MATERIALI
Le prime applicazioni di queste tecniche
risalgono agli anni 70 ed iniziarono come
trattamento delle emorragie digestive.
L’evoluzione delle attrezzature e soprattutto
dei materiali ha portato ad un incremento
notevole dell’Interventistica.
INTERVENTISTICA VASCOLARE
TECNICHE E MATERIALI
Il campo di applicazione della RVI è
estremamente vasto e la corretta
applicazione di una procedura
interventistica implica il procedere per fasi.
Semplificando vi sono almeno sei fasi da
superare.
1. FASE DI PREPARAZIONE:Preparazione
della sala angiografica,delle
attrezzature,dell’iniettore,dei materiali di
routine,del paziente.
INTERVENTISTICA VASCOLARE
TECNICHE E MATERIALI
2.FASE DIAGNOSTICA:Accesso vascolare e
non,guida scopica,eventuali angiografia
panoramica,selettiva,superselettiva,proiezioni
radiografiche integrative.
3.FASE DI VALUTAZIONE:Analisi degli esami
effettuati,mappa della
lesione,ubicazione,estensione,afferenze,tipo di
lesione ed eventuali complicanze,scelta del
trattamento,scelta dei materiali da utilizzare.
INTERVENTISTICA VASCOLARE
TECNICHE E MATERIALI
4.FASE TERAPEUTICA:Messa in opera dei
materiali scelti per attuare il piano terapeutico.
5.FASE DI CONTROLLO:Acquisizioni di
immagini atte a dimostrare l’efficacia del
trattamento,a preparare un eventuale ripetizione
dello stesso oppure ad attuarne altri a correzione o
integrazione del precedente.
6.FASE DI DOCUMENTAZIONE:Report di esame
e della dose,riproduzione di tutte le fasi salienti
della procedura.
CAMPI DI APPLICAZIONE DELLA
ANGIOGRAFIA INTERVENTISTICA
RIDUZIONE O INTERRUZIONE DEL FLUSSO
EMATICO
La riduzione o l’interruzione del flusso ematico è richiesta
in caso di sanguinamento di varia
natura(Traumi,Neoplasie,Angiodisplasie
Mav,Aneurismi,Emorragie digestive,Varicocele).
Utile ottenere prima una buona mappa vascolare del sito
anatomico su cui intervenire.
Le sostanze embolizzanti sono molteplici e devono essere
non tossiche e biocompatibili.
Sono suddivise in funzione della possibilità di essere
eliminate nel tempo(microsfere di un alcol polivinilico,in
plastica ,in silicone, in metallo).
RIDUZIONE O INTERRUZIONE DEL
FLUSSO EMATICO
Possono essere altresì distinte in base alla loro
consistenza:liquide,solide(spirali o palloncini
staccabili);
Alla loro durata(temporanee o definitive),
Alla sede dell’occlusione(prossimale,distale).
CATETERE CON MICROCATETERE (<1 mm.)
GUIDA PER SPINTA SPIRALINE
CAMPI DI APPLICAZIONE DELLA
ANGIOGRAFIA INTERVENTISTICA
INCREMENTO,RIPRISTINO E
DERIVAZIONE DEL FLUSSO EMATICO
Il trattamento delle vasculopatie obliteranti
consiste in una dilatazione o ricanalizzazione
del vaso stenotico od ostruito ottenuto mediante
PTA(Angioplastica percutanea endovasale) e
stenting ed ablatori in caso di patologia
consolidata oppure con trombolisi chimica o
meccanica in caso di patologie acute.
LA PTA
Essa si attua mediante cateteri a palloncino che
vengono posizionati sulla stenosi con l’ausilio di
guide idrofile.
Il catetere è a due vie,una centrale e l’altra
laterale.Nella centrale passa la guida di
posizionamento,nella laterale c’e’ il palloncino
che viene gonfiato con un miscuglio al 50% di
mdc e soluzione fisiologica.
Si controlla il procedimento con la scopia e si
effettua una radiografia di documentazione.
LA PTA
Questa viene usata preferibilmente in
caso di stenosi localizzate e non molto
serrate in genere a carico delle iliache o
femorali comuni;
Buoni i successi nelle stenosi dell’ arteria
renale principale che danno ipertensione
nefro-vascolare.
LO STENTING
Gli Stents sono delle strutture a maglie
tubulari in acciaio o in leghe metalliche che
hanno dimensioni diverse.
Devono essere non collassabili e non causare
depositi e quindi restringimenti.
Essi sono impiegati per il mantenimento della
pervietà vasale o per la ricostruzione della
continuità vasale in caso di rottura in
presenza di aneurismi.
LO STENTING
Gli Stents vengono posizionati con l’ausilio di
guide metalliche e possono essere
autoespandibili e non autoespandibili.
Non sempre è possibile
attraversare la stenosi con la
guida metallica e quindi eseguire
una PTA o uno Stenting per cui si
ricorre alla ricanalizzazione
meccanica tramite cateteri con
l’anima rotante o al laser.
AMPLATZ THROMBECTOMY DEVICE
ROTABLATOR
LA TIPS(Transjugular intrahepatic porto-systemic shunt)
La TIPS è l’emblema della radiologia vascolare
interventistica.
Si ricorre ad essa in corso di ipertensione portale
per evitare le complicanze a cui si si può
incorrere(Emorragie digestive non facilmente
controllabili).
Si crea artificialmente uno shunt porto-cavale di
scarico pressorio tramite il posizionamento di
uno stent generalmente autoespandibile.
La procedura è alquanto complessa.
GUIDE RIGIDE PER TIPS
LE TROMBOEMBOLIE
L’embolia è un evento sempre acuto,spesso a
partenza cardiaca.
La trombolisi può essere
farmacologica(streptochinasi,urochinasi) e
meccanica.
TROMBOLISI FARMACOLOGICA
La Trombolisi farmacologica è eseguita con l’uso di
cateteri che possono essere posizionati a monte del tratto
trombizzato o parzialmente o totalmente immerso nel
trombo.Il catetere può anche venire posizionato nel ramo
principale afferente alla trombosi.Controlli radiologici
giornalieri ed ematochimici a distanza di ore per
controllare i processi coagulativi.
TROMBOLISI FARMACOLOGICA
TECNICA SPRAY-PULSE
FILTRI CAVALI
Il Trattamento delle trombo-embolie polmonari
recidivanti a partenza dagli arti inferiori può essere
trattata con il posizionamento di filtri cavali
inferiore al di sotto dell’emergenza delle vene
renali.
Il posizionamento di filtri viene effettuato anche
preventivamente in caso di interventi a carico degli
organi pelvici,come l’utero,che potrebbero portare
alla formazione di trombi che a loro volta
potrebbero migrare nelle vene polmonari con
conseguenze gravissime.
Si dividono in temporanei,definitivi e rimovibili.
FILTRO CAVALE
TRATTAMENTO DEGLI ANEURISMI
DELL’AORTA TORACICA ED
ADDOMINALE CON ENDOPROTESI
Attualmente i pazienti sottoposti al trattamento sono
soggetti con grossi rischi operatori ma che comunque
presentano aneurismi non eccessivamente grandi con
colletto sottorenale sufficiente e con modico
interessamento delle iliache.
Il posizionamento di protesi avviene con accesso
chirurgico femorale bilaterale e si esegue l’accesso
chirurgico poichè i Kit di posizionamento sono ancora
eccessivamente grandi(12-18 Fr.) ed è impensabile
l’accesso mediante la sola puntura femorale.
Le Protesi addominali sono in due pezzi,il più grande
forma la protesi aortica vera e propria più la porzione che
si posiziona in iliaca,l’altro pezzo costituisce l’iliaca
controlaterale che viene posizionata dopo.
Le protesi sono dimensionate sul paziente per cui sono
fondamentali uno studio angiografico mediante catetere
centimetrato per poter fare le dovute misurazioni:
Distanza emergenza delle aa. Renali-limite sup.
dell’aneurisma,Distanza limite sup. aneurismabiforcazione iliaca,Distanza biforcazione-emergenza iliaca
interna e Diametro art. iliaca bilateralmente,lunghezza e
diametro trasv. dell’aneurisma.
Il controllo angiografico deve essere poi accurato per le
eventuali infiltrazioni che potrebbero alimentare
l’aneurisma.
RIPRISTINO,DERIVAZIONE DEL
FLUSSO BILIARE
Per intervenire sulle vie biliari bisogna prima
visualizzarle con mdc con aghi metallici oppure
incannularle con aghi cannula di 20 cm di
lunghezza.
Si accede per puntura diretta per via transcutanea,intercostale sulla linea ascellare
mediana,controllando scopicamente di essere
fuori dall’escursione respiratoria del seno costofrenico dx ed attraversando quindi tutto il
parenchima epatico fino all’ilo.
L’iniezione di mdc e la scopia
consentono di controllare la posizione
dell’ago e la sede di iniezione,se la
posizione è buona si può procedere con
inserzione di una guida rigida e poi dei
cateteri di drenaggio.
Il drenaggio detende le vie biliari e
consente la diminuzione progressiva
dello stato tossico derivante dagli alti
valori di bilirubina dovuti all’ittero
ostruttivo.
Il drenaggio biliare inizialmente fù
proposto come tecnica di
decompressione preoperatoria in
paziente con ittero ostruttivo su base
neoplastica,poi è diventato il
trattamento palliativo per eccellenza
sostituendo complessi interventi di
derivazione bilio-digestiva.
I drenaggi biliari possono essere:
-ESTERNI:Se non si raggiunge il duodeno ; i
cateteri hanno un diametro minimo di 8 Fr con
parte distale curva a pig-tail con grossi fori da
collocare all’ilo biliare.
-ESTERNI-INTERNI:Cateteri maggiori di 8 Fr
con punta a pig-tail con fori sia sulla curva che
sulla parte distale.
Questi possono convogliare la bile nel duodeno ma
anche all’esterno a seconda delle necessità e
possono essere utili anche per lavaggi per
conservare la pervietà del catetere stesso.
Protesi interne ,dilatanti la stenosi , scendono sino
in duodeno,sono in plastica,multiforate e sono
tenute in sede da fili agganciati alla cute.
Una tecnica di ripristino del flusso è poi anche la
cosiddetta bilioplastica di stenosi benigne,essa
viene effettuata posizionando un catetere a
palloncino ,di diametro leggermente superiore al
dotto biliare da dilatare,nella stenosi e
gonfiandolo.
Alla bilioplastica solitamente si associa lo stenting
affinchè non collassi e resti pervia il più possibile.
RIMOZIONE DI CALCOLI BILIARI
La rimozione di calcoli biliari si può ottenere con
due tecniche:
1. Per via percutanea si posiziona nelle vie biliari
un introduttore di grosso calibro e si
introducono cateteri provvisti di cestelli o
pinze adatte ad afferrare calcoli e tirarli
nell’introduttore;
2. Per via percutanea,attraverso le vie biliari, si
posiziona una guida in duodeno;sulla guida si
posiziona un palloncino e si dilata la papilla di
Vater.
CHEMIOTERAPIA DEI TUMORI
Anche questo è un altro campo della radiologia
interventistica,in particolare si attua la
cosiddetta chemioembolizzzione degli
epatocarcinomi e delle metastasi epatiche
vascolarizzate.
Tale tecnica si realizza attraverso una
superselettiva dell’arteria epatica e si iniettano
antiblastici miscelati a mdc
liposolubile(Lipiodol).
CHEMIOTERAPIA DEI TUMORI
Poiché il 90% dell’afflusso ematico delle
neoplasie primitive o secondarie è dovuto
all’alimentazione diretta dell’arteria epatica è
possibile iniettare grosse concentrazioni di
antiblastici limitando gli effetti collaterali al
tessuto sano che è invece irrorato in gran parte
dalla vena porta(70%).
L’iniezione immediata o a seguire di
embolizzanti fa sì che gli antiblastici restino in
loco il più a lungo possibile bloccando la
possibilità di essere lavati dal flusso ematico.
RECUPERO CORPI ESTRANEI
In casi rari bisogna intervenire per recuperare
frammenti di cateteri per infusione,dispositivi
angiografici tipo spiraline e stents che si
vengono a spostare e migrare creando
problemi di tipo embolico.
I presidi per il recupero funzionano tutti allo
stesso modo,l’unica cosa che varia è la forma
della punta con la quale catturare,afferrare il
corpo estraneo.
RECUPERO CORPI ESTRANEI
Essi sono costituiti da un catetere guaina nel
quale scorre un filo metallico alla cui punta è
saldato l’elemento catturatore che solitamente ha
la forma di un cestello,un cappio,una pinza.
Una volta agganciato il corpo estraneo si fa
avanzare il catetere guaina nell’elemento
catturatore e si sfila tutto tramite l’introduttore
inizialmente posizionato.Sé il corpo estraneo non
passa nell’introduttore si deve ricorrere
all’asportazione chirurgica comunque ora
facilitata.
ATTREZZATURE E TECNICHE DI
RADIOLOGIA INTERVENTISTICA
NON VASCOLARE
BIOPSIA TC GUIDATA
E’ una delle tecniche di R.I. più
praticate.
Essa viene eseguita per confermare o
smentire eventuali sospetti di malignità a
carico di lesioni focali.
BIOPSIA TC GUIDATA
Il primo passo è di scegliere il tipo di ago.
Questi infatti possono differenziarsi per il
calibro,lunghezza e conformazione della punta.
La scelta dipende dal quesito clinico,quantità di
materiale tissutale necessario per la diagnosi e
preferenza personale dell’operatore.
Altro fattore importante è riconducibile alle
caratteristiche della lesione da bioptizzare come la
dimensione,il tipo di vascolarizzazione e la
localizzazione.
BIOPSIA TC GUIDATA
Sostanzialmente gli aghi si dividono in
due categorie:
1. AGHI NON TRANCIANTI per il
prelievo di campioni citologici;
2. AGHI TRANCIANTI per il prelievo di
campioni di tessuto destinati all’analisi
istologica.
BIOPSIA TC GUIDATA
AGHI NON TRANCIANTI
Sono semplici aghi con punta smussa,sottili e di
piccolo calibro(20-22G)e sono usati per citologia.
Il più conosciuto e usato è l’ago di CHIBA.
Sono usati per attraversare polmone,anse
intestinali,strutture molto vascolarizzate(per il
minor rischio di emorragie).
Tuttavia l’impiego non è molto semplice poiché
sono flessibili e quindi si curvano e deviano di
decorso in pz. obesi o se incontrano ossa.
BIOPSIA TC GUIDATA
AGHI TRANCIANTI
Aghi di ampio calibro,con diverse
conformazioni della punta e una apertura
su un lato.
Permettono esami istologici.
BIOPSIA TC GUIDATA
TECNICA D’ESECUZIONE 1
Dopo aver eseguito le preliminari valutazioni
cliniche e gli esami ematochimici si informa il pz.
della procedura per ottenere il consenso informato.
Si esamina una TAC eseguita preliminarmente per
una valutazione generale e per valutare la
contiguità di vasi o anse intestinali alla lesione da
esaminare.Generalmente non vanno attraversati
così come i muscoli e i nervi a causa del dolore che
possono determinare.
BIOPSIA TC GUIDATA
TECNICA D’ESECUZIONE 2
Bisogna inoltre stabilire il corretto
posizionamento del pz. sul lettino
TAC(supino,prono,decubito laterale) in
relazione all’entrata dell’ago.
Si esegue quindi un topogramma di
riferimento ed alcune scansioni sulla lesione
da bioptizzare.
BIOPSIA TC GUIDATA
TECNICA D’ESECUZIONE 3
Quindi scelta l’immagine giusta si posiziona
un marker radiopaco sulla cute del pz. e si
ripete la scansione.
Grazie a quest’ultima scansione si misura la
distanza tra il marker e il punto di entrata e
poi tra il punto di entrata e la lesione nonché
l’angolo di inclinazione dell’ago più corretto.
La distanza cute-lesione viene regolata
sull’ago dotato di distanziatore.In genere si
sceglie la via più breve.
BIOPSIA TC GUIDATA
TECNICA D’ESECUZIONE 4
Si sterilizza la cute con Betadine,si inietta lidocaina
all’1% nel sottocute e poi più profondamente e
quindi si esegue la biposia previa una scansione di
verifica per valutare la direzione e l’angolazione.
Se si procede per una valutazione citologica all’ago
viene impressa una leggera rotazione mentre si
aspira(5-10 ml) tramite una siringa o con tubicino
di raccordo.L’aspirazione va mantenuta anche
durante la rimozione dell’ago per aspirare il
materiale cellulare vicino la punta dell’ago.
BIOPSIA TC GUIDATA
TECNICA D’ESECUZIONE 5
Il materiale va raccolto sui
vetrini,fissato,colorato e inviato all’anatomopatologo.
Il pz.viene tenuto sotto osservazione almeno
per 2-3 ore.
DRENAGGIO PERCUTANEO
Il posizionamento di un catetere di drenaggio
sotto guida TAC nella prima fase è simile a
quella descritta per la biopsia percutanea.
La tecnica si rivolge generalmente al
drenaggio di ascessi,raccolte
fluide,cisti,pseudocisti,biliomi,urinomi.
Il processo di posizionamento del catetere di
drenaggio dopo aver posizionato un
angiocath 14 G può avvenire in due modi:
1. Tecnica di Seldinger;2.Tecnica del Trocar.
TECNICA DI SELDINGER
Questa tecnica consiste nel far passare attraverso
l’ago usato per l’esplorazione
diagnostica(Angiocath) una guida metallica.Dopo
aver verificato la corretta posizione della guida
con una scansione TAC si estrae l’ago e sulla guida
si fa scivolare un catetere dilatatore e infine un
catetere Pig-Tail del calibro tra i 10 e i 14 F.Si
conferma il tutto con altra scansione TAC e si sfila
la guida e si procede ad una prima aspirazione di
materiale purulento.Il catetere viene assicurato
alla cute con punti di sutura e collegato ad una
busta.
TECNICA DI TROCAR
Qualora la raccolta è estesa e
superficiale si usa questa tecnica che
consiste nell’usare un catetere tipo
trocar che viene inserito direttamente
nella raccolta.Raggiunta la raccolta si
estrae lo stiletto metallico e si lascia il
drenaggio nella raccolta.
ECOGRAFIA INTERVENTISTICA
L’indagine ecografica non è solo metodica
di studio morfologico ma è diventata
anche importante nella fase diagnostica e
terapeutica soprattutto in campo
oncologico.
Essa infatti offre una serie di vantaggi
rappresentati dalla contemporanea
visualizzazione in tempo reale della lesione
e dell’ago con possibilità di orientamento
corretto della traiettoria negli agoaspirati
e nelle biopsie eco-guidate.
ECOGRAFIA INTERVENTISTICA
Anche nel caso della bipsia eco-guidata
abbiamo agi Trancianti e non Trancianti
rispettivamente per esami istologici e
citologici.
Le tecniche adottabili per manovre
percutanee eco-guidate possono essere sia a
mano libera che quella con guida ove
dispositivi particolari solidarizzano la sonda
ecografica con l’ago.
Una tipica indicazione alla biposia ecoguidata
è costituita dalle lesioni epatiche.
ECOGRAFIA INTERVENTISTICA
Si ricordano poi le possibilità ago-aspirative su
organi superficiali(mammella,tiroide,linfonodi).
La possibilità delle stesse di aversi anche con
esami endocavitari(Trans-rettale e Transvaginale).
Si ricorda anche il ruolo dell’Ecografia I. svolto
anche nel caso di drenaggio di
raccolte,ascessi,cisti.
Il ruolo nelle procedure terapeutiche come nel
caso di patologie oncologiche di alcuni organi,si
pensi alla termoablazione e alla alcolizzazione.
ECOGRAFIA INTERVENTISTICA
Infine si ricordi il ruolo dell’Ecografia
Intraoperatoria in campo diagnostico e
terapeutico (riconoscimento di piccole
lesioni o di reperi anatomici).
Assistenza Infermieristica in
Radiologia Vascolare
L’Assistenza Infermieristica in R.V. non è
rivolta solo al pz. ma è una assistenza
continua rivolta anche all’Anestesista e al
Radiologo.
L’I.P. è una figura determinante sia per le
prestazioni più semplici che per quelle
complesse nei casi più gravi che esigono
una preparazione specifica.
Assistenza Infermieristica in
Radiologia Vascolare
L’Esame angiografico è un esame di un
certo impegno per il pz. motivo per il quale
nel corso dell’esame va mantenuto un clima
che tenga sereno il pz. stesso anche ai fini di
una sua migliore collaborazione.
Si dovrà fare in modo di non avere tempi
morti legati a non accurata
organizzazione,preparando i materiali
necessari a portata di mano.
Assistenza Infermieristica in
Radiologia Vascolare
Generalmente per l’approccio arterioso o
venoso la parte preferita è l’inguine,quindi è
indispensabile un’accurata tricotomia
bilaterale.
All’inizio si applica al pz. un ago-cannula in
vena con soluzione fisiologica a goccia lenta
e con farmaci a seconda delle indicazioni
dell’Anestesista.Durante l’indagine si
mantiene il monitoraggio fisiologico che
evidenzia la F.C.,la P.A. e l’Ossimetria.
Assistenza Infermieristica in
Radiologia Vascolare
Bisogna aver cura di controllare che le
attrezzature anestesiologiche siano
funzionanti e che l’apparecchio d’anestesia
sia dotato di tutto il necessario per una
eventuale intubazione;che il carrello porta
farmaci sia fornito dei presidi necessari ad un
primo intervento in caso di crisi ipotensive o
piccoli collassi cardio-circolatori.
Assistenza Infermieristica in
Radiologia Vascolare
L’assistenza al Radiologo consiste
nell’aiutarlo nella vestizione con guanti sterili
e camice operatorio sterile da indossare sopra
il camice di piombo.
Il Tavolo servente è coperto da un lenzuolo
sterile e su di esso sono aperti i presidi
necessari:coppette,garzine,siringhe,introdutto
re,catetere,guide,lenzuola o teli femorali
sterili,telini,traverse.
Assistenza Infermieristica in
Radiologia Vascolare
In caso di posizionamento di Stent o PTA
essi sono resi disponibili al momento.
In conclusione l’Assistenza Infermieristica
è un’assistenza continua,con la
preparazione del materiale sterile,controllo
delle pulizie delle apparecchiature e della
sala,rifornimento continuo di tutto il
materiale usato.
Assistenza Infermieristica in
Radiologia Vascolare
L’Infermiere Professionale controlla che
anche gli altri operatori dell’equipe adottino
tutti i mezzi di protezione e sicurezza(camice
di piombo,mascherine protettive ecc.).
Anche il controllo delle persone presenti in
sala e limitare l’entrata a solo gli addetti è un
completamento di un’assistenza di qualità di
cui beneficiamo tutti,ma soprattutto il pz.
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
IN INTERVENTISTICA NON
VASCOLARE
Materiale per FNAB polmonare TAC guidato
•Aghi per biopsia millimetrati
•Ago per biopsia ossea
•Raccordo fra siringa e ago
•Mandrino radiopaco da usare come punto di
repere
•Siringhe da 5cc e da 20cc
•Anestetico per uso locale
•Garze sterili
•Disinfettante per la cute
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
IN INTERVENTISTICA NON
VASCOLARE
•Cerotto-vetrini-citofix-alcool
•Bacinella reniforme
•Guanti sterili e monouso
•Microscopio per valutazione estemporanea del
prelievo bioptico
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
IN INTERVENTISTICA NON
VASCOLARE
Materiale per drenaggio Addominale
•Carrello attrezzato con materiale d’emergenza
•Raccordo fra siringa e ago
•Mandrino radiopaco da usare come punto di
repere
•Siringhe da 5,20,e 50cc.
•Anestetico per uso locale
•Garze sterili
•Disinfettante per la cute
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
IN INTERVENTISTICA NON
VASCOLARE
•Cerotto
•Bacinella reniforme
•Guanti sterili monouso
•Lame da bisturi
•Filo di sutura con ago montato
•Kit per drenaggio addominale comprendente:(Ago con
mandrino guida deflonata,divaricatori fasciali di varie misure,catetere di drenaggio Pig-Tail,rubinetto
e busta di raccolta)
•Porta Aghi
•Telini sterili per campo sterile
•Camice sterile
•Klemmer
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
IN INTERVENTISTICA NON
VASCOLARE
(FNAB POLMONARE E DRENAGGIO
ADDOMINALE)
• Preparazione del materiale occorrente per il
campo sterile,per l’anestesia locale,per il prelievo
• Preparazione del paziente:
1. Identificazione del pz.
2. Consenso informato
3. Supervisione degli esami di laboratorio
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
IN INTERVENTISTICA NON
VASCOLARE
(FNAB POLMONARE E DRENAGGIO
ADDOMINALE)
•Informazione adeguata sullo scopo e sulla tecnica
del prelievo o del drenaggio(se è necessario,
tricotomia).
•Disinfezione dell’area interessata
•Aiutare il medico e collaborare con lui durante le
varie fasi del prelievo bioptico o del drenaggio
fornendogli in modo sterile il materiale occorrente
(siringa per anestesia,ago per biopsia,siringa per prelievo ecc.)
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
IN INTERVENTISTICA NON
VASCOLARE
(FNAB POLMONARE E DRENAGGIO
ADDOMINALE)
•Posizione e sorveglianza del pz.
La posizione del pz. varia a seconda della sede
del prelievo:essa può essere,supina,prona o in
decubito laterale sx o dx,con le braccia portate
sopra la testa.E’importante ricordare al pz. che
l’assoluta immobilità è fondamentale per la
buona riuscita del prelievo o del drenaggio.
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
IN INTERVENTISTICA NON
VASCOLARE
(FNAB POLMONARE E DRENAGGIO
ADDOMINALE)
• Stato Clinico:
Poiché il pz. sottoposto a tale prelievo può avere
varie patologie è opportuno sorvegliare i
seguenti dati clinici:
1. Respiratorio(FR,Dispnea,Ampiezza del
respiro)
2. Circolatoria(FC,Colorito,Sudorazione
Cutanea).
ASSISTENZA DOPO IL FNAB
Dopo l’esecuzione del prelievo e dopo aver
verificato che non sia sopaggiunta nessuna
complicanza,mediante un controllo TAC si
raccomanda al pz. di osservare l’assoluto
riposo nelle successive 24 ore.
In caso di complicanza,quale possa essere un
PNX si contatta il medico del reparto,il
quale,in collaborazione col radiologo,valuta se
necessario far praticare un drenaggio toracico
o se basta,osservare l’assoluto riposo,facendo
assumere al pz. la posizione supina.
ASSISTENZA DOPO IL DRENAGGIO
Dopo aver posizionato il contenitore per
drenaggio addominale,bisogna istruire il pz.
sull’importanza del funzionamento del
drenaggio,per cui deve fare attenzione a non
assumere posizioni tali da provocare
strozzature del tubo di drenaggio,e deve evitare
movimenti inconsulti che provochino
l’involontaria fuoriuscita del drenaggio.
FINE
GRAZIE
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0_Corso di Radiodiagnostica 2.