ISSN 1126 2737
Bimestrale - Anno LIV - N° 3 - Maggio 2014 - Poste Italiane SpA - Sped. in abbonamento postale
D. L. 353/2003 (con. in L. 27/02/04 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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MANUTENZIONE
■ EDITORIALE
Il sistema informativo
della manutenzione
Paolo Stefanini
L’
Ente Italiano di Unificazione, ha da tempo realizzato una norma dedicata al sistema informativo della manutenzione
(UNI 10584), che recita: “Il sistema informativo di manutenzione (SIM) contribuisce alla
efficienza/efficacia del sistema manutenzione, fornendo le informazioni necessarie per
l’impostazione, la gestione ed il controllo
dell’attività manutentiva (…..)”. In teoria, in
base a questa definizione, un sistema informativo potrebbe essere manuale e cartaceo;
ovviamente, grazie alla diffusione dell’informatica, è realizzato attraverso l’uso di software più o meno complessi, partendo dal semplice
foglio dati (MS Excel ed Access), per arrivare ai più evoluti programmi oggi in commercio, identificati dalla sigla internazionale CMMS
(Computerized Maintenance Management System). Il SIM/CMMS è
caratterizzato da tre parti fondamentali: anagrafica degli impianti,
gestione attività manutentive e supporto al miglioramento. L’analisi
degli indicatori prestazionali del processo di manutenzione (kpi),
di cui in queste pagine iniziamo l’approfondimento del più noto
(MTBF), e la costruzione di report statistici sintetici, permette di avere
una visione chiara dei fenomeni e quindi fare le scelte tecniche ed
operative più opportune. Il miglioramento si realizza e consolida
usando questi strumenti evoluti, abbinati alle moderne metodologie
tecnico-gestionali (TPM Total Productive Maintenance). In questo
numero racconteremo della interessante visita nella sede belga di
una importante società che costruisce dispositivi per l’aviazione
civile e militare, proprio nella fase di implementazione del nuovo
sistema informativo per la gestione tecnica degli impianti.
LIVELLO
N
Il monitoraggio
della manutenzione
el fascicolo precedente (marzo),
nella premessa, abbiamo trattato Il “Progetto Manutenzione”,
riprendiamone per comodità i
contenuti essenziali: “In estrema sintesi,
essenza del Progetto Manutenzione è
dimensionare e ritarare periodicamente
il mix ottimale nella distribuzione delle
risorse a disponibili tra le attività di riparazione (non programmate) e le attività di
prevenzione (programmate), puntando a
privilegiare le ultime”. Scendendo maggiormente in dettaglio: manutenzione
correttiva (a guasto avvenuto); manutenzione preventiva ciclica – statistica (in
funzione del tempo o del numero di cicli);
manutenzione preventiva su condizione
– predittiva (in funzione dell’esito di rilevazioni periodiche di opportuni parametri
correlati all’affidabilità dell’oggetto di manutenzione); manutenzione migliorativa
(modifiche e migliorie che aumentano
l’affidabilità e la disponibilità senza incrementare le prestazioni di targa).
Il primo passo consiste quindi nel puntare l’attenzione sugli eventi non voluti,
i guasti, e cominciare a misurarne i parametri più semplici da rilevare, disponibili (magari su carta) anche in realtà
non informatizzate. Focalizziamo quindi
l’attenzione sulla frequenza dei guasti e
sulla durata dei medesimi. Diciamo subito che frequenza e durata non bastano
per descrivere completamente tutto; gli
effetti sul ciclo produttivo (fermate, rallentamenti, difetti qualitativi…) richiedono
1
data base specifici e sofisticati, come pure
li richiedono l’imputazione delle cause
dei guasti. Lo scopo dell’indicatore noto
come MTBF (Mean Time Between Failures
o tempo medio tra due guasti successivi)
è quello di misurare l’impatto del ricorso
alla Manutenzione Correttiva sul ciclo produttivo. Conseguenze, cause, eventuali
contromisure e molto altro ancora saranno oggetto dell’analisi dei guasti, che
è una fase strategica dell’attivazione del
progetto manutenzione stesso.. Pag. 52
Dialoghi sensoriali
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Il monitoraggio della manutenzione