Sopralluogo
Siamo andati
a pedalare
quella che
sarà la prova
jolly del Prestigio
La Grande Mela
ci aspetta con un
evento... mondiale
Si corre il 19 maggio
e le emozioni
sono assicurate
Maglia in regalo
e percorso da
177 chilometri
(per passisti)
Beato chi ci sarà...
di Daniele Simonetti
1
Tracciato
suggestivo
(con stile
italiano)
2
L’Expo?
All’ombra
del Madison
Sq. Garden
3
E ora le (6)
proposte
per entrare
nel mito...
28
NEW YORK... Chi viene con noi?
1
Un unico
tracciato
agonistico
Lo start
“sospesi” sul ponte
George Washington
poi tanti saliscendi
(dislivello insidioso)
prima di rivedere
New York dalle
rive dell’Hudson
Partecipare costa
circa 190 euro
Un po’ tanto
ma ne vale
la pena...
Tracciato
suggestivo
(con stile
italiano)
N
EW YORK - Magari in testa te lo
sei immaginato più di una volta, ma trovarsi in mezzo a questo tourbillon di luci, colori e gente
chiassosa che si muove frenetica ma
ordinata, rigorosamente con il bicchiere di caffè in mano, fa tutto un altro effetto. Sarà stata la nebbia e le nuvole
basse al nostro arrivo, che hanno nascosto allo sguardo i grattacieli imponenti di Manhattan fino all’ultimo istante. Non si vedeva nulla
all’orizzonte, poi tutto d’un
tratto sono apparsi come
ovattati. Successivamente si
sono mostrati in tutta la loro
lucentezza. E’ stato come entrare di
colpo nel cast di un film e anche se il
jet lag è traditore e tenta di chiuderti gli
occhi, d’un tratto hai energie a sufficienza per lasciare il bagaglio in albergo e catapultarti fuori, attirato dal richiamo della gente in fila per entrare
nei teatri di Broadway. Lo sguardo?
Quello di un bambino che non crede ai
propri occhi e che rimane come esterrefatto dalla bellezza e dalla diversità di
quello che vede.
Cosa ci facciamo noi di Cicloturismo
nella Grande Mela. Presto detto: siamo
venuti a scoprire i segreti della prossima edizione della Gran Fondo New
York, perché saranno in tanti quelli
che hanno in mente il Prestigio e vorranno impreziosirlo con questa “perla”
particolare. Non una Gran Fondo come
le altre, qui non si viene per caso. E’
una gara giovane, ma sarà una delle
prove internazionali più importanti
dell’anno, una delle più belle. Il fascino, la storia, le tragedie dell’11 settembre, l’orgoglio americano, si mischieranno alle due ruote di chi avrà
il coraggio e la possibilità di attraversare l’Altantico e raccogliere questa
sfida affascinante.
La notte passa veloce e la mattina
seguente si parte alla scoperta. Una
veloce pedalata intorno a Central
Park, con il suo giro di 10 chilometri utile per scaldare le gambe,
poi prima tappa al George Washington Bridge, il ponte più at-
Le colline della gara
(ora imbiancate)
non superano
i 465 metri di quota
ponte,
infatti,
giriamo a
destra per costeggiarlo e dirigerci verso Nord.
C’è ancora un po’ di
neve sulla strada. Gli alberi sono spogli e ci sono ancora i segni del passaggio dell’uragano Sandy,
che poco prima della Maratona, in novembre, ha causato moltissimi danni.
Si costeggia il fiume sulla strada litoranea, ma forse per la gara si potrà percorrere una parte di superstrada, che
sentiamo con l’udito sopra di noi. E’ solo un’ipotesi, ma potrebbe agevolare il
tragitto di partenza del gruppo, che qui
sarà a ranghi molto compatti. Seguiamo
il corso della Palisades Interstate Parkway, una strada che ai più può sembrare piatta perché ripercorre in sostanza il tragitto del fiume verso le colline, ma che di pianura vera e propria
ne presenta davvero poca. Saliscendi a
non finire che terranno i muscoli dei
granfondisti sempre in tiro. Qui il ritmo
sarà altissimo, sopra i 40 orari, soprattutto per chi vorrà tenere le ruote del
gruppo principale.
Subito una collina, fino a 539 piedi
(circa 170 metri di quota), poi ancora
mangia e bevi. Si esce in direzione del
Lamont Doherty Earth Observatory, poi
costeggiando da sinistra il Tallman
Mountain State Park, si passa dalla piccola Piermont, caratterizzata da case
arroccate sul costone della riva.
Prima di tutto, una bella panoramica
Poi, si parte per le colline fuori città
La trasferta
americana
sarà anche
l’occasione
per una vacanza
Primissimi chilometri in New Jersey
E si arriva al paesino di Piermont
32
traversato al mondo (circa 300 mila
“passaggi” al giorno). E’ un’opera di alta ingegneria sopra al fiume Hudson ed
è ancora più incredibile il fatto che sia
a due piani. Da qui, dal piano inferiore
del ponte, nelle ultime due edizioni sono state allestite le griglie della Gran
Fondo ed è incredibile come il serpentone dei 5.000 ciclisti del 2012 l’abbia
riempito in tutti i suoi 1.450 metri di
lunghezza.
Per arrivarci facciamo lo slalom tra i
classici tombini fumanti e seguiamo le
orme delle nostre due guide d’eccezione, i giovanissimi organizzatori della
Gran Fondo, Ulrich e Lidia Fluhme,
che ci spiegano che si stanno anche va-
gliando idee alternative per lo start, ma
il passaggio sul GWB, come lo chiamano qui, è in ogni modo obbligato per
prendere il largo verso le montagne. E
all’imbocco ci sarà un grosso punto assistenza per i ciclisti, uno dei più frequentati.
Entriamo nello stato del New Jersey
e sarà l’unica eccezione che la Gran
Fondo farà, solo per pochissime migliaia di metri, poi ritorneremo tra i confini
di New York. Possiamo solo immaginare l’emozione della partenza sospesi sul
fiume dai racconti di chi l’ha vissuta veramente, ma questo è solo all’inizio...
Il fiume Hudson sarà uno dei protagonisti del percorso. Subito dopo il
Start dal ponte
come nel 2012
Lo start della corsa newyorkese sarà
come lo scorso anno dal piano
inferiore del George Washington
Bridge. Uno start fascinoso, con i
ciclisti sospesi sul ponte, con la città
alle spalle, anche se gli organizzatori
non hanno nascosto il desiderio di
poter partire da Central Park. Nella
foto a destra, una vista del ponte, il
più trafficato del mondo. C’è anche
una corsia esterna per le biciclette.
Nella foto sopra, una sosta a Central
Park, nel cuore di Manhattan.
Si sale seguendo il Palisades Park
Entriamo nel centro di Nyack evitando il ponte che attraversa il fiume. Ancora pochi chilometri di saliscendi, poi
chi ha scelto il percorso cicloturistico
potrà fare inversione e addentrarsi verso le colline di Nyack Ovest, superando un tratto interlocutorio senza troppe
difficoltà e ripercorrendo il percorso
che abbiamo fatto fino a questo momento per tornare verso Manhattan.
Noi tiriamo dritto, ovviamente verso
Nord. Superiamo la cittadina fluviale di
Haverstraw, poi verso il lago Rockland, spesso ghiacciato in questo periodo, pedaliamo sulla sinistra lo Stony
Point State Park, per la roccia che le dà
il nome. Qui inizia la prima vera salita
della corsa, anche se, come detto, di
pianura ne abbiamo fatta davvero poca. Arriva il Passo del Daino, la prima
salita cronometrata, che sicuramente
prende il nome dalla tanta
quantità di fauna presente
da queste parti.
E’ una salita corta, poco più di mille metri che
arrivano dopo circa 35
miglia (56 chilometri)
nelle gambe. Le pendenze crescono
p r o -
Seguendo il corso dell’Hudson...
Partenza
“nervosa”
con saliscendi
a non finire
E si transita per il centro di Nyack
Dislivello duro
di 2.800 metri
gressivamente fino al 14 per cento e
sarà importante gestire le energie per non ritrovarsi con le
gambe doloranti nell’ultima
parte, quando la mano destra
sarà costretta a cercare i rapporti
più agili.
Salita decisa sulla Bear Mountain
34
Discesa tecnica, poi il bivio
per invertire la rotta, ma prima
Nonostante la gara non presenti
vette altissime (la cima più alta,
la Montagna dell’Orso, scollina
a 465 metri), il dislivello dei
177 chilometri è di 2.800 metri.
Questo perché non esistono veri
tratti di pianura, ma il tragitto
è un continuo saliscendi. Del
resto, il territorio di New York
non possiede grandi montagne,
ma solo vaste colline. L'Hudson
sarà il dominatore
incontrastato della corsa.
c’è la “Cima Coppi” da dominare e si
chiama Montagna dell’Orso. Giriamo
a destra e passiamo di fianco all’isola di
Iona, poi finalmente la catena potrà
scendere decisa sul 39 per affrontare
l’ascesa.
I cartelli che indicano Bear Mountain si susseguono, ma la scalata inizia
dopo la rotonda che segna anche l’ultimo vero momento per tirare il fiato.
Qui nelle edizioni passate era posto un
punto di ristoro, ma quasi sicuramente
verrà spostato in cima perché la strada
potrebbe creare problemi per il blocco
del traffico.
Bear Mountain ha molte cose in comune con il passo del Daino. Inizio
35
Un’unica “opzione” per chi vuole aspirare allo scudetto di CT
C’è anche un tracciato cicloturistico
Il percorso Gran Fondo misura 177 chilometri e sarà l’unico agonistico. Dall’altimetria sottostante si può notare come manchino totalmente i tratti di pura
pianura. Lo si intuisce dal dislivello, che raggiunge quota 2.800 metri. Quattro
saranno le salite, tutte con il traffico chiuso alle automobili. La Cima Coppi è
la Montagna dell’Orso che misura meno di sei chilometri di lunghezza. Le pendenze massime raggiungeranno il 14 per cento.
Per chi vuole solo fare una pedalata in allegria, ci sarà un tracciato cicloturistico di 60 miglia (96 chilometri) che non prevede classifica finale.
PERCORSO LUNGO: 177 CHILOMETRI - DISLIVELLO: 2.800 METRI
Scollinamento a 465 metri di quota
Chilometri
465
Montagna
dell’Orso
170
Passo
del Daino
0
New York
0 chilometri
Un caffé in uno dei tanti coffee shop
Poi si riparte verso Tallman Park
Bisogna sfruttare le ruote veloci...
36
leggero, poi gradualmente la pendenza
aumenta, anche se è molto più lunga,
circa 5 chilometri e mezzo, da zero a
465 metri. È uno dei punti di riferimento dei ciclisti della zona e non è raro incontrare gruppi che la affrontano in allenamento. L’atmosfera adesso è natalizia, con la neve abbondante ammucchiata al bordo della carreggiata, ma
regala uno scenario da favola. C’è
una quiete surreale. Il prossimo 19
maggio il panorama sarà tutto diverso. Altri colori, altre temperature. Qualche daino oggi ci
fa compagnia, poi sparisce
tra gli alberi spogli, quegli stessi alberi che tra
quattro mesi saranno di un verde rigoglioso.
Si sale disegnando un anello
attorno alla montagna,
con le rocce vive sulla
destra e la folta vegetazione
di rimpetto che spesso si apre
per permettere di apprezzarne i
panorami. Di contro, la pendenza
non è mai altissima e non
supera il 10 per cento.
Dalla cima, la vista può
spaziare a 360 gradi. Da qui,
nelle giornate più limpide,
lo sguardo può spingersi fino a New York, che si intravede in mezzo alle colline,
quelle stesse colline che sa-
0
10
20
251
Colle
di
Formaggio
0
New York
177
ranno il nostro obiettivo da qui in
avanti e che si intrometteranno tra noi
e la conquista della Grande Mela.
Dietro front, un piccolo “anello” e ritorniamo sui nostri passi, scendendo
dalla stessa strada. Uno strappo, poi
inizia il Colle Andrea Pinarello.
«Andrea è stato un grande amico - ci
dice Lidia - e uno dei primi ambasciatori in Italia della nostra corsa. Avevamo le stesse idee, era un appassionato di bicicletta prima ancora di essere un uomo marketing e tra noi è nata subito un’amicizia vera.
Per questo abbiamo
deciso di intitolargli una salita all’interno della corsa e di mettere il
suo logo sulle nuove
maglie».
Per i ciclisti newyorkesi
questa ascesa è famosa come Gate Hill Road, una collina di circa tre chilometri con
pendenze abbordabili e con un
piccolo tratto di trecento
metri dove poter respirare, ma molti potrebbero
pagare dazio in considerazione del fatto che subito dopo sarà la volta di
un altro colle. Si chiama
“cheesecote”, letteralmente Colle di Formag-
gio e così è stato soprannominato
dall’organizzazione. Un’ascesa quasi
nascosta, tanto che gli abitanti del luogo l’hanno soprannominata anche
“overlook road”. E’ in un certo senso
l’ultima vera asperità, dall’alto, si fa per
dire, dei suoi 824 piedi di quota (251
metri).
Sulla cima, come successo per la
Montagna dell’Orso, si farà inversione
e si ritornerà a valle sulla stessa strada
per riprendere la via verso New York
City. Abbiamo percorso circa 112 chilometri e ne restano una sessantina per
tornare a casa. Sembra facile, ma il percorso ha ancora molte insidie nascoste,
con dossi a non finire e una piccola sa-
Una zona expo
ancora più grande
litella (affrontata in senso inverso all’andata) all’interno del Palisades Interstate Park.
Festeggerà il 3° anno anche il New
York Bike Expo, l’importante zona
esposizione della Gran Fondo che
allieterà ciclisti e accompagnatori
nei due giorni precedenti alla corsa
(17 e 18 maggio). Sarà organizzato
in una zona centralissima di
Manhattan, alla fine del Madison
Square Garden, tra la 33ª strada e la
7ª Avenue. Più di sessanta espositori,
con i brand più importanti del mondo
(tanti italiani) settore ciclismo e non,
che esporranno le loro novità.
Manca veramente poco ormai. La
brezza dell’Oceano inizia a farsi sentire e funge da richiamo. Ultimi chilometri. La strada sembra uscire dalla
città, che scompare dietro le curve e
non ti rendi conto di dove sei, fino a
quando Manhattan e il suo skyline
non ti fanno stropicciare gli occhi. Ci
arrivi da una via secondaria che passa
sulla costa ovest e forse è meglio così.
Hai il tempo di vederla, di emozionarti. Arrivando direttamente nella City
avresti potuto ammirarne lo sfarzo, la
37
C’è neve, ma a maggio sarà diverso
sua imponenza, ma non la sua vera
bellezza.
La nebbia e le nuvole si sono alzate
e ora il sole si riflette nei vetri specchiati dei grattacieli. E’ un’emozione
incredibile, difficile da spiegare. Sei ad
un passo e sembra di poter toccare
l’Empire State Building con un dito.
Più giù c’è la Statua della Libertà che
fa bella mostra di sé e attende tutti i
granfondisti per una visita, ma solo
dopo aver gustato il pasta party ed essere ritornati sull’isola di Manhattan
con il traghetto. C’è da visitare Wall
Street, Broadway, il Moma e tanto
altro. Il resto? Decidetelo voi, avete
solo l’imbarazzo della scelta.
New York è una città fuori dal comune, di quelle che ti sorprende ad ogni
angolo. Ci prendiamo il giorno successivo per fare un giro ed ammirarla.
L’odore delle ciambelle riscaldate dai
venditori ambulanti che inebriano
Manhattan si sente ad ogni curva. Signorotti in giacca e cravatta che aspettano alla hall dell’hotel per aprire la
porta del taxi alla gente d’affari, i tipici
taxi gialli e i camion dei pompieri… E’
tutto una novità.
Spazio anche
alla solidarietà
tarla, da più di 70 paesi. Troveranno una
popolazione simpatica, sempre pronta
allo scherzo. Molti qui sono di origine
italiana e un po’ ci assomigliano. Gente
che parla in modo un po’ strano, con
uno slang particolare, ma sempre pronta al sorriso, una popolazione frenetica
che però ha un suo ordine.
Così lontani, eppure così vicini. La
benzina si conta in galloni, si ragiona
in miglia e si paga in dollari. Ma tra 5
mesi parleranno tutti la stessa lingua,
quella della bicicletta. Segnate questa
data: 19 maggio. Il sogno americano
di molti ciclisti inizierà proprio quel
giorno…
Daniele Simonetti
La corsa sarà impegnativa, con 2.700
metri di dislivello. Non come la Nove
Colli, ma non pensate che sia facile. Arriveranno da tutto il mondo per dispu-
Strade larghe e sicurezza al top
L’arrivo è sulla riva destra del fiume
E questa è la maglia ufficiale
La prova è gemellata con la Gran
Fondo Campagnolo Roma ed entrambe
sono associate con la stessa charity.
A New York ci sarà spazio per la
solidarietà: si costruiranno venti
minisquadre, capitanate da un vip, che
raccoglieranno fondi per Operation
Smile, la Onlus che aiuta i bambini con
malformazioni al volto. La gara ha
ricevuto il patrocinio della Federazione
Italiana, con il presidente Di Rocco
che si è complimentato per lo “stile
tricolore” della manifestazione.
39
2
Gli organizzatori
Lidia e Ulrich
Fluhme ci hanno
raccontato tutti
i segreti della
prova newyorkese
Dai costi altissimi
dell’allestimento
di un evento
mondiale fino alla
ricercatezza dello
“stile italiano”
Sarà la terza
edizione e al via
sono attesi
7.000 pedalatori
Di questi almeno
1.000 saranno
italiani...
L’Expo?
All’ombra
del Madison
Sq. Garden
N
EW YORK - Simpatici, giovani e
con le idee chiare. Ulrich e Lidia Fluhme, prima di essere gli
organizzatori della Gran Fondo, sono
grandi appassionati di sport. Ulrich è di
origine tedesca, ha un passato da corridore e da vent’anni è un profondo conoscitore delle Gran Fondo italiane; Lidia
ha alle spalle prove sportive di durata
(ironman). Li abbiamo fatti parlare della
loro “creazione”: la storia, le curiosità e le
prospettive della prossima edizione.
«Faccio Gran Fondo in Italia - ci dice
Ulrich - da quando avevo venti anni. Poi
cinque anni fa sono arrivato a New York.
Lidia abita qui da 22 anni…».
«La mia prima Gran Fondo - ribatte Lidia - l’ho fatta nel 2010, ovviamente in
Italia. La ricordo ancora adesso. Era la
Stockalper e l’abbiamo terminata con la
classifica “Lui e Lei”. Ne sono rimasta affascinata. Siamo tornati a New York e
abbiamo detto “dobbiamo organizzare
una Gran Fondo”».
Una novità incredibile nella
Grande Mela e alla prima edizione (nel 2011) ha totalizzato
già 2.000 iscritti. Poi è arrivata
la consacrazione dello scorso
anno. Ulrich lavorava in banca
a Wall Street, ma ora si dedica a
tempo pieno alla manifestazione.
«E’ stato il giusto premio per il
nostro impegno, perché non abbiamo lesinato energie. E’ una mossa
40
che dovevamo fare, dovevamo rischiare.
A New York tutto ha un costo, è una sorta di mentalità. Quando ci siamo buttati
in questa impresa sapevamo che avrebbe avuto un costo enorme. Per farsi apprezzare da Manhattan, dovevamo metter su un evento pressoché perfetto e
pensiamo di esserci riusciti. Ma lo vogliamo migliorare sempre di più, per questo
giriamo il mondo per promuoverlo».
- Saranno 70 i Paesi rappresentati.
Un trend positivo delle iscrizioni
che toccherà quota settemila. Sono
numeri da capogiro.
- Sono i numeri che merita un evento di New York. Abbiamo deciso di
esportare dall’Italia un prodotto che
gli americani non conoscevano. Qui
esistevano solo due specialità: o le gare “criterium” o le cicloturistiche. E
abbiamo scelto lo stile italiano perché
ci piace il vostro modo di correre, la
vostra mentalità.
- E quali saranno gli obiettivi
della prossima edizione?
- Prima di tutto far divertire i ciclisti,
poi la sicurezza. Tutto il percorso deve essere sicuro ed è per questo che
stiamo lavorando. La sicurezza e la
chiusura delle strade è certamente la
voce di spesa che incide di più sul costo finale, ecco spiegato il prezzo del
pettorale. Solo chiudere la strada che
porta a Bear Mountain ha un costo di
70.000 dollari, potete immaginare tutto il resto.
- Ma ci sono anche i volontari…
- Sì, e sono indispensabili. Ci aiuta-
La prima edizione
nel 2011. Allo start
si presentarono
2.000 granfondisti
Strade “ad hoc” per chi pedala...
- Ci piacerebbe, sullo stesso tracciato,
poter far disputare una corsa professionistica, da far partire con 15 minuti di anticipo. L’abbiamo proposta all’Uci e stiamo aspettando una risposta. Può essere
un bel biglietto da visita e aiutare a coinvolgere molti più tifosi.
Si parla di Italia e America e l’accostamento non può essere evitato. I newyorkesi che praticano ciclismo sono davvero tanti. Ce lo fa notare Lidia parlando di
quante persone s’incontrano la mattina a
Central Park, tutta gente che si allena in
bicicletta all’alba, prima del lavoro.
- Ma in cosa differiscono i ciclisti
italiani da quelli statunitensi?
- Fino a qualche anno fa - continua Li-
Tutte le bici hanno l’adesivo della corsa
Il costo più alto: la chiusura delle strade
Manhattan è una città con regole ferree
42
no nei ristori e nella zona expo. I volontari “guidano” i ciclisti, la polizia guida e
chiude il traffico automobilistico.
- Le strade saranno chiuse?
- Le salite saranno tutte chiuse al traffico, così come lo sarà anche la prima e
l’ultima parte del percorso, a cui stiamo
lavorando. Tutto il resto del percorso sarà a traffico moderato, controllato dalla
polizia.
- E’ impensabile realizzare, come
è stato fatto per la Gran Fondo di
Roma, un giro turistico della città
prima di prendere il via?
- Quasi certamente si partirà di nuovo
dal George Washington Bridge. E’ uno
start particolare, sospesi sul ponte con
Manhattan alle spalle, ma non nascondo
che ci piacerebbe poter partire da Central Park. Credo sia il posto ideale, anche
se dopo l’11 settembre la città ha regole
molto strette. Non si possono più organizzare nuovi eventi a Manhattan e questo è un problema perché per New York
la Gran Fondo può rappresentare una
ricchezza da sfruttare. E’ una lotta politica, ma ci stiamo lavorando ormai da tre
anni. Stesso discorso per quanto riguarda fare un giro della città. Le regole sono
molto ferree.
- Il vostro slogan è in italiano, “la
corsa la fanno i corridori”. Perché?
- Questa per noi è una cosa molto importante. E’ scritto in italiano non a caso.
Significa che ognuno deve sentirsi “il
E c’è anche il
consolato italiano
Gli italiani a New York sono molto
numerosi (c’è anche un quartiere che
si chiama “Little Italy”). La gara sarà
preceduta anche da un evento di
benvenuto dedicato all’Italia, con la
collaborazione del consolato italiano
a New York. Sopra, l’incontro
dei due organizzatori Lidia
e Ulrich Fluhme con il console Natalia
Quintavalle (seconda da destra)
e il vice console Sabato Sorrentino
(il secondo da sinistra). In apertura,
a sinistra, il pacco gara.
protagonista” della corsa. Ci sono tante
storie, tante vittorie. Le motivazioni sono
fondamentali e con questo slogan vogliamo dimostrarlo a tutti. Saranno 7.000
imprese, tutte uniche, sia per portare
all’arrivo la bici in 8 ore, sia per arrivare
nei primissimi posti.
- Può la Gran Fondo diventare un
evento simile della portata della Maratona di New York?
- Senza fare troppi paragoni, credo che
nonostante la giovane età, la Gran Fondo
sia già molto importante. Una bicicletta
ingombra come quattro corridori (sorride,
ndr) quindi già ci siamo vicini…
- Ci potrebbe essere qualche altra
sorpresa a maggio?
dia - si praticava un ciclismo diverso, fatto di gare
di durata e cicloturismo.
Per questo motivo per
noi era importante che gli
americani conoscessero il
termine Gran Fondo.
Adesso ci sono molti più
“granfondisti” e la vittoria
più grande è stata in campo femminile. Mentre nelle corse italiane, infatti, la
quota femminile è molto
bassa, da noi il 15 per cento dei partecipanti sono
donne.
- Si trattava solo di
cambiare la mentalità
dei ciclisti di Manhattan…
- E’ venuto naturale. Ora sono tutti più
preparati.
- Cosa significa per voi essere parte del Prestigio, che in Italia è il circuito più importante e impegnativo?
- Il Prestigio riflette il nostro modo di
pensare: corse dure, di resistenza. Una
sfida contro se stessi e poi con gli altri. Ci
piacerebbe portarlo a termine (lo scorso
anno hanno fatto 5 prove, ndr), ma purtroppo vivendo a New York è difficile.
Fare parte del Prestigio ci inorgoglisce e
ci permette di dare ulteriore visibilità alla
Gran Fondo. Siamo i primi in America, la
prima prova extraeuropea che ci riesce.
Questo conta tantissimo per noi. In più,
è una grande occasione per esportare il
Made in Italy. Dopo gli americani, gli italiani saranno la componente più importante della Gran Fondo.
- Torniamo al percorso: sarà riproposto anche il tracciato ridotto?
- Come nel 2012, ci saranno un corto,
cicloturistico, e un tracciato Gran Fondo.
- E la classifica?
- Nel 2012 la classifica era in base ai
tempi impiegati sulle salite, mentre la
graduatoria con il tempo di arrivo era in
ordine alfabetico. Quest’anno stiamo vagliando due ipotesi: lasciare tutto inalterato, oppure fare una classifica classica
in base al tempo totale, con la cronoscalata speciale della Bear Mountain.
Riguardo alle iscrizioni, invece, vi possiamo dire che saranno aperte fino all’ultimo giorno e al momento di andare in
stampa erano già più di tremila i ciclisti
iscritti. La zona expo, poi sarà ancor più
estesa. Una vera festa della bici, con protagonisti i marchi più importanti e una
location d’eccezione, alla fine del Madison Square Garden. Il rientro poi, dopo
il pasta party nella zona di Weehawken,
sarà con un battello sul fiume Hudson
(gratuito per i ciclisti e le famiglie).
Non resta che seguire il consiglio di
Ulrich e Lidia: «Venite a New York. Sarà
una festa dello sport, ma godetevi tutta
la città che a maggio è stupenda!».
Daniele Simonetti
3
Tanti tour operator
proporranno idee
e pacchetti per
visitare la città
e pedalare. Ecco
alcune offerte da
non perdere
utili anche
per tutta
la famiglia
44
E ora le (6)
proposte
per entrare
nel mito...
F
ino ad ora vi abbiamo mostrato
tutte le bellezze che vi aspettano
nella Grande Mela e siamo sicuri
di aver accresciuto il vostro desiderio.
Nove ore di viaggio, sei di fuso che ti
fanno arrivare a destinazione tre ore dopo esser partito. Ma gli italiani che desiderano partecipare alla Gran Fondo newyorkese, cosa devono fare per essere
al via?
Molte importanti agenzie di viaggi organizzano voli e pernottamenti per
l’evento. Ci sono servizi esclusivi per chi
desidera pedalare e pacchetti pensati appositamente per chi verrà solo da accompagnatore. I pacchetti permetteranno ai tantissimi italiani di essere al via
per la terza edizione della Gran Fondo,
valida anche come prova jolly del Prestigio. Lo scorso anno sono stati più di 500
i partecipanti provenienti dal nostro Paese e quest’anno se ne prevedono almeno mille. Andiamo a vedere nel dettaglio
qualche offerta.
to, tra cui accompagnatori, massaggiatore e un meccanico, tutti con esperienza
in squadre ciclistiche. Con il gruppo pedalerà anche Andrea Tonti (ex pro’).
«Le nostre offerte si caratterizzano per
la flessibilità. Non ci sono pacchetti né
giorni predeterminati. Tutto sarà disegnato su misura dei ciclisti, per offrire la
massima personalizzazione. Per chi non
vuole portare la propria
specialissima, offriremo
la possibilità di noleggiare bici con telaio in
carbonio, perché sappiamo quanto i ciclisti
ci tengono a questo. Abbiamo pensato
anche a offerte per le famiglie, ideali anche per gli accompagnatori».
A fine gara, poi, Bike Division organizzerà una cena per tutti i propri partecipanti, con gadget per i migliori atleti e
tanti premi a sorteggio, tra cui bellissimi
viaggi (per info: www.granfondonewyork.it).
1) Bike Division
2) Terramia
Lo scorso anno è stato premiato come
il tour operator che ha portato più italiani: ben 150, di cui 90 ciclisti ai nastri
di partenza. E’ partner ufficiale della
manifestazione e quest’anno chi si iscriverà con loro avrà diritto alla prima griglia, subito dietro alla griglia Vip.
«Il nostro staff - ci ha detto Michela
Matteucci, responsabile di Bike Division
- è formato da personale molto qualifica-
E’ un tour operator storico per chi si
vuole recare a New York per correre la
Maratona. Per la Gran Fondo offre tantissime forme di assistenza, che vanno dallo studio di un pacchetto completo fino
singolarmente al volo o
all’hotel.
«Principalmente le offerte per il tutto incluso
La vista notturna
di Manhattan...
Un’immagine
indimenticabile
Il tipico tombino fumante della città
Il ponte di Brooklyn, un classico
- ci ha detto Antonio Baldisserotto di
Terramia - sono della durata di 3 o 7 notti. Mettiamo tutta la nostra esperienza
maturata in tanti anni di maratone a disposizione dei ciclisti, con servizi dedicati. Le quote sono assolutamente personalizzabili e c’è la possibilità di noleggiare la valigia rigida per il trasporto della
bicicletta, al costo di 79 euro. Inoltre, ai
clienti che usufruiscono dei nostri servizi
regaliamo il “case” al terzo noleggio».
Sul sito internet potrete trovare consigli e guide per muoversi in città e piani
per le famiglie, perché anche gli accompagnatori la faranno da padrone. Quindi
consigli su cosa c’è da vedere in base alle proprie passioni e su dove mangiare.
Si organizzano, inoltre, visite con guida
italiana e apposito pullman di accompagnamento. L’hotel “campo base” di Terramia sarà il New Yorker, ma i pacchetti
includono anche altre sistemazioni.
Sul sito Terramia troverete un comodo
prospetto informativo
che vi permetterà di
calcolare facilmente il
preventivo con le
quote suddivise in base all’hotel, al tipo di
camera e alle date di
arrivo e di partenza
dalla City. L’iscrizione
alla Gran Fondo con
Terramia costa 190 euro, in cui è compreso
anche il “kit Terramia”,
con zaino e cappello
personalizzati (per informazioni: www.terramia.com).
3) Effetto Italy
Muoversi in metro è semplice e veloce
Questa, invece, è Columbus Circle
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E’ nata solo tre anni
fa e si è orientata subito verso un turismo
sportivo che ha modificato le esigenze dei
clienti. Si compone di
un team di circa 25 addetti, specializzato soprattutto sugli eventi
della città di New York
(tra cui la New York
City Marathon).
Le proposte, anche
se i programmi della
trasferta non sono stati
ancora svelati ma saranno disponibile a
breve, si basano su pochi essenziali punti cardine: comodità di viaggio, sicurezza e affidabilità.
Saranno resi disponibili pacchetti che comprendono solo il viaggio in aereo, solo allog-
gio, oppure entrambi, ed avranno tutti
compreso nel prezzo l’assistenza ai partecipanti e le polizze per la sicurezza,
nonché tutte le informazioni sulla città e
sulla Gran Fondo.
Per prenotare basta compilare il facile modulo online e
attendere la risposta,
di solito velocissima (per informazioni:
www.effettoitaly.com).
4) Xplorenewyork
Specializzata nei viaggi in America Settentrionale, Xplorenewyork seguirà la
Gran Fondo con i due titolari Federico
Giacomelli e Claudio Morrano, il primo
appassionatissimo di ciclismo e l’altro
conoscitore della città di New York. Inoltre, con loro ci sarà anche Alessandro Ippolito della Ghost Bike, che accompagnerà i ciclisti e sarà il loro angelo custode lungo
il percorso, nonché pri-
ma e dopo la manifestazione. Massima assistenza, quindi, con consigli preziosi dalle prime
operazioni, quelle dell’imballaggio della bicicletta, fino ovviamente
all’assistenza meccanica
e alle “dritte” per come
affrontare la gara. Per chi
non pedala, invece, verrà
messo a punto un piano
parallelo che gli permetterà di godersi le bellezze
della città.
Si parte il 17 maggio e
si rientra il 22 (6 giorni, 4
notti) con partenze dagli
aeroporti di Torino e Milano. L’hotel sarà in centro a Manhattan, ma c’è
anche l’opportunità di alloggiare in appartamento, una soluzione perfetta per chi vorrà la massima libertà. I pacchetti
partono da 990 euro,
senza il costo dell’iscrizione, e tutte le informazioni utili, nonché il dettagliato programma di
viaggio, le potete trovare
sul sito dedicato (per informazioni: www.xplorenewyork.it).
5) Largo Sole
Un’agenzia tutta italiana, capitanata da Nico-
langiolo Zoppo, uno dei responsabili del
Trofeo Centro d’Italia e di altre manifestazioni che vedranno la bicicletta protagonista, come la randonnée Il Ritorno
dell’Arrotino e la Gran Fondo del Matese. Questo a garanzia di servizi studiati
“ad hoc” per chi pedala e che terranno
conto delle esigenze più strette dei ciclisti.
Più che tour operator si definiscono
“sport partner”, una sorta di ambasciatori
dell’evento perché nel viaggio di avvicinamento organizzeranno anche dei
meeting e degli stage per la preparazione della Gran Fondo newyorkese.
«Ci saranno due opportunità di viaggio
- ha dichiarato Zoppo - della durata di 4
anche tabelle e consigli di allenamento e
per la gara per conquistare la città sulle
rive dell’Hudson.
6) Born2Run
Il tour operator Born2Run è nato per
i “runner” di tutto il mondo, con l’obiettivo di creare un forte connubio tra lo
sport e il turismo, e ha deciso di mettere
a disposizione la sua esperienza per tutti
i ciclisti che vogliono recarsi in America.
Il programma dà massima libertà ai
partecipanti. Quattro notti, con pettorale
garantito per la Gran Fondo e l’obbligo
di prenotare con Born2Run almeno due
servizi. Le date di partenza e ritorno saranno flessibili, a richiesta del cliente.
Inoltre, il tour operator consiglia di noleggiare sul posto la bicicletta, primo
per i costi del trasporto in aereo, secondo poi per l’ottimo servizio che svolgono i noleggiatori convenzionati. Il noleggio per due giorni costa circa 80 euro. Ovviamente, casco, pedali e scarpe
le dovrete portare voi (per informazioni:
www.born2run.it).
Servizi ultra specializzati, quindi, curati nei minimi dettagli. La parola d’ordine sembra essere
Il grattacielo più alto
è la Freedom Tower
costruita dove sorgevano
le Torri Gemelle
e 7 giorni. L’alloggio sarà in hotel oppure in appartamento e il costo che andremo a proporre sarà completo di pettorale, trasporto della bicicletta in aereo e
gadget esclusivo.
«Gli stage di allenamento saranno
aperti a tutti e, oltre ad una simulazione della Gran Fondo,
stiamo pensando anche di
creare una maglietta personalizzata per tutti coloro che parteciperanno con noi. Serviranno per entrare nel clima della
manifestazione e per non lasciare nulla al caso». Sul sito
di riferimento (www.largosole.com) saranno presto disponibili
Sognare New York
e il suo skyline...
Nella foto sopra, la vista della Down
Town. Il grattacielo più alto è la
Freedom Tower. Nella foto a sinistra,
il cartello che riassume tutte le
bellezze di Central Park, vero
polmone della città. Pensate che
il giro completo del parco misura una
lunghezza di dieci chilometri e molti
newyorkesi si allenano qui all’alba,
prima di recarsi in ufficio.
Nelle pagine di apertura, la Statua
della Libertà e una vista notturna
dei grattacieli di Manhattan.
la flessibilità, ma dipende sempre da cosa si cerca. Aderire ad offerte già studiate
ci consentirà di contenere un po’ i costi
finali, ma chi non vuole farsi mancare
nulla può studiare nel dettaglio il proprio viaggio per essere libero di girare la
città con calma e secondo le proprie esigenze.
Questa piccola carrellata serve solo da
spunto per iniziare ad entrare in clima
Gran Fondo New York, il resto dovrete
farlo voi. Vi aspettano una partenza all’alba sotto il George Washington Bridge,
177 chilometri e quattro salite non tenere, prima di vedere di nuovo lo skyline
di Manhattan.
Daniele Simonetti
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028-029 - New York_Layout 1 - Campagnolo Gran Fondo New York