MEDICINA DELLO SPORT
Vol. 61
Giugno 2008
Numero 2
INDICE
111
159
EDITORIALE
AREA MEDICA
Epidemiologia e fattori di rischio nel calcio
Difetto del setto interatriale (ostium secundum) e attività fisica nel bambino
Volpi P.
Di Giacinto B., Giordano U., Cifra B., Turchetta A.,
Meta R., Calzolari A.
167
121
AREA VALUTAZIONE FUNZIONALE
Effetti fisiologici e psicologici di un programma di attività fisica in un gruppo di anziani
non sportivi
Faina M., Mirri G., Manili U., Cavalazzi E., Morandini
C., Besi M., Balì F., Manno R.
Broncospasmo indotto dall’esercizio negli atleti
amatoriali: prevalenza ed effetti sulla performance fisica
Yildiz Y., Saka T., Hazneci B., Sekir U., Aydin T.
179
Cambiamenti di stile di vita indotti dall’esercizio fisico
Anedda A., Ferrari L.
139
Effetti dell’assunzione di elettroliti e carboidrati
pre-esercizio sulla capacità aerobica massima
nei calciatori di alto livello
Jourkesh M., Ostojic S. M.
197
Studio pilota della carta del benessere. Parte I
Silvestrini B., Arpino M., Ferrante M., Musicco M., G.
Santilli G.
207
AREA ORTOPEDICA
147
Influenza della malocclusione sulla postura e
sulla performance fisica
Epicondilite laterale del gomito (gomito del
tennista): confronto tra LASER terapia ad alta
intensità e TENS in uno studio clinico
Angelozzi M., Venditti G., Madama M., Iacovazzi L.,
Sardella F., Valenti M., Calvisi V.
Zati A., Colori B. C., Fortuna D., Gelsomini L., Bilotta
T. W.
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
XI
INDICE
223
261
LA MEDICINA DELLO SPORT ... PER
SPORT
FORUM
La Medicina dello Sport al servizio del Rugby
moderno
Nutrizione clinica in medicina dello sport: correlazione tra protocollo nutrizionale ed aumento di performance e benessere dell'atleta
Ieracitano V. M., Giacobbe M. V.
Lamberti V., Sanson A., Boschiero D.
267
247
Approccio metodologico per lo studio dell’incidenza dei traumi nello sport: l’esempio del
rugby
Salvia A., Ieracitano V. M., Bottiglia Amici-Grossi F.,
Calvisi V., Di Domenica F., D’Antimo C., Miranda C.,
Rota A., Melegati G., Andreoli C., Casella A. M.,
Ferrari P., Guidetti F., Ongaro A., Paolone A., Pasteur
F., Saccocci R., Piva B., Sassarini G., Selletti L.,
Caserta A., Di Cesare A., De Luca B.
XII
Le lesioni dell’articolazione della caviglia e
loro trattamento. Esperienze di un anno di
osservazioni
N. A. Abdić, A. Božarić, M. Kezunović, V. Bakić
271
CONGRESSI
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
FEDERAZIONE MEDICO-SPORTIVA ITALIANA
Presidente Onorario: Giorgio SANTILLI
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente Federale
Maurizio CASASCO
Vice Presidenti
Luigi DI LUIGI
Angelo GIGLIO
Gabriele PETROLITO
Consiglieri Federali
Giancarlo BATTISTINI - Enrico CASTELLACCI
Antonio FALCONIO - Luigi Maria FORMICA
Vincenzo LAMBERTI - Aristide MATERA
Aldo PASSELLI - Antonio PEZZANO
Segretario Generale
Tiziano PETRACCA
COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI
Presidente
Massimo CESSARI
Componenti
Effettivi
Delia GUERRERA - Angelo MENDITTO
Piero QUARGNALI - Monica VECCHIATI
Supplenti
Massimo CHAMBLANT - Benedetto PURIFICATO - Valentina TORRESI
MEDICINA DELLO SPORT
Vol. 61
Giugno 2008
Numero 2
CONTENTS
111
159
EDITORIAL
MEDICAL AREA
Epidemiology and risk factors in soccer
Atrial septal defect (ostium secundum) and
physical activity in children
Volpi P.
Di Giacinto B., Giordano U., Cifra B., Turchetta A.,
Meta R., Calzolari A.
121
167
FUNCTIONAL ASSESSMENT AREA
Physiological and psychological effects of
physical exercise on a group of elderly
nonexercisers
Exercise induced bronchospasm in recreational athletes: prevalence and effects on physical
performance
Yildiz Y., Saka T., Hazneci B., Sekir U., Aydin T.
Faina M., Mirri G., Manili U., Cavalazzi E., Morandini
C., Besi M., Balì F., Manno R.
179
Lifestyle changes and physical exercise
Anedda A., Ferrari L.
139
The effects of a pre-exercise carbohydrateectrolyte ingestion on maximum aerobic capacity in elite soccer players
Jourkesh M., Ostojic S. M.
197
Healthy growth chart project. Part I.
Silvestrini B., Arpino M., Ferrante M., Musicco M., G.
Santilli G.
207
ORTHOPEDIC AREA
147
Influence of malocclusion on posture and
physical performance
Lateral elbow epicondylitis (tennis elbow):
comparison between high intensity LASER
Therapy and TENS in a clinical study
Angelozzi M., Venditti G., Madama M., Iacovazzi L.,
Sardella F., Valenti M., Calvisi V.
Zati A., Colori B. C., Fortuna D., Gelsomini L., Bilotta
T. W.
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
XV
CONTENTS
223
261
SPORT MEDICINE ... FOR SPORT
FORUM
Sport medicine and rugby
Clinical nutrition in sports medicine: correlation between nutritional protocol and performance increase and athletes well-being
Ieracitano V. M., Giacobbe M. V.
Lamberti V., Sanson A., Boschiero D.
247
A methodological approach for the study of
the incidence of sports trauma: the example
of rugby
Salvia A., Ieracitano V. M., Bottiglia Amici-Grossi F.,
Calvisi V., Di Domenica F., D’Antimo C., Miranda C.,
Rota A., Melegati G., Andreoli C., Casella A. M.,
Ferrari P., Guidetti F., Ongaro A., Paolone A., Pasteur
F., Saccocci R., Piva B., Sassarini G., Selletti L.,
Caserta A., Di Cesare A., De Luca B.
XVI
267
Ankle joint injuries and their treatment. A
one-year observational study
N. A. Abdić, A. Božarić, M. Kezunović, V. Bakić
271
CONGRESSES
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
SOSTENIAMO LA FMSI
Dona il tuo
5 × mille
Anche per il 2008 destiniamo il nostro 5 per mille
alla Federazione Medico Sportiva Italiana
Con l’obiettivo dello sviluppo della corretta attività sportiva
quale prevenzione e promozione della salute
Anche quest’anno è possibile destinare una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a sostegno del volontariato (ONLUS, Associazioni di promozione sociale e Associazioni riconosciute).
Per il valore sociale della propria attività istituzionale, la FMSI è tra i soggetti riconosciuti
dal Ministero dell’Economia beneficiari del provvedimento di devoluzione del 5 per mille
dell’IRPEF.
Per destinare il proprio 5 per mille il contribuente deve firmare nell’apposito spazio indicando il codice fiscale del beneficiario:
Quello della Federazione Medico Sportiva Italiana è:
97015300581
Il Consiglio Direttivo della FMSI ha già destinato il primo importo riconosciuto lo scorso
anno di € 19.576,00 a favore dei giovani Medici dello sport e della attività di formazione
e aggiornamento professionale sul territorio dei propri Tesserati.
La FMSI invita anche quest’anno i propri Soci a sostenere questa iniziativa federale ed a
divulgare tale informativa a tutte le persone che volessero condividere gli scopi e gli
importanti obiettivi della Federazione Medico Sportiva Italiana.
Editorial
Editoriale
MED SPORT 2008;61:111-9
Epidemiology and risk factors in soccer
Epidemiologia e fattori di rischio nel calcio
P. VOLPI 1, 2
1Sports
Traumatology Center and Arthroscopic Surgery, IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Milan
2Medical consulant to Italian Football Association (Associazione Italiana Calciatori) (AIC)
SUMMARY
Football is the world's most popular sport. The greater frequency of accidents in recent years in both professional and amateur football, youth football and women's football has been the subject of several studies and publications. While it is true
that markedly improved medical knowledge now ensures faster, more accurate and more precise diagnosis, it is equally true
that little is still known about how to prevent injuries and little, indeed, is done to prevent them. Many accidents are unforeseeable as they are the natural consequences of a sport in which speed, strength and explosive action are accompanied by
physical contact, tackling and collisions with an opponent. Many others, however, could be avoided because they stem from
mistakes, underestimation of the risk factors, or insufficient consideration of the ways in which they can be prevented.
Epidemiological data are used to formulate appropriate preventive measures. Football is usually regarded as a sport in
which injuries are the result of contact, though in some respects it is similar to collision sports. A distinction must naturally
be drawn between injuries occurring in young players, women, amateurs and professionals. Consideration of the incidence due to multiple factors is also of importance. Risk factors can be divided in primary such as technical and tactical aspects,
physical and athletic aspects, psychophysical stress, pitches and shoes; and in secondary such as age, previous traumatic
events, physical and biological characteristics, life style, severity of referees and fair play
KEY WORDS: : Football - Epidemiology - Risk factors - Wounds and injuries, prevention and control.
RIASSUNTO
Il calcio è lo sport più popolare al mondo, in questi ultimi anni ha visto incrementare il numero degli infortuni in tutti
i settori, professionistico, dilettantistico, giovanile e femminile. Se è vero che oggigiorno le conoscenze mediche sono
sensibilmente migliorate, tanto da consentire diagnosi più accurate, è altrettanto vero che ancora poco si sa e si fa per
prevenire l’evento traumatico. Tutti sanno che molti infortuni non sono prevedibili, fanno parte delle caratteristiche di
uno sport che richiede velocità, forza, esplosività, ma anche contatto fisico, contrasto, impatto con l’avversario. Ci sono
però molti eventi traumatici che possono essere evitati perché conseguenti ad errori o scarsa valutazione dei fattori di
rischio o non sufficiente considerazione delle forme di prevenzione. La conoscenza dei dati epidemiologici consente
di intervenire applicando principi preventivi idonei a frenare la crescita degli eventi traumatici. Dal punto di vista del
rischio traumatico il calcio viene comunemente considerato uno sport da contatto, anche se per alcuni aspetti si avvicina agli sport di collisione. Assoluto rilievo assume la popolazione studiata: giovani, donne, dilettanti, professionisti
e l’evidenza di considerare l’incidenza traumatica conseguente a cause multifattoriali. Suddividiamo i fattori di rischio
in primari: aspetti tecnico- tattici, aspetti fisico-atletici, stress psico-fisici, terreni e calzature; mentre i secondari comprendono l’età, traumi pregressi, caratteristiche fisico e biologiche, stile di vita, severità arbitrale e fair play.
PAROLE CHIAVE: Calcio – Epidemiologia- Fattori di rischio – Infortunio, prevenzione e controllo.
F
ootball is the world’s most popular sport:
according to data provided by the Federation
of International Football Associations (FIFA), there
are over two hundred million club members in
the 203 affiliated countries. The Union of European
Football Associations (UEFA) numbers 23 million
Vol. 61, N. 2
I
l calcio è lo sport più popolare al mondo, secondo i dati forniti dalla Federation of International
Football Associations (FIFA) i tesserati superano i
duecento milioni distribuiti in 203 nazioni affiliate. La Union of European Football Association (UEFA)
conta 23 milioni di tesserati in 51 paesi, mentre la
MEDICINA DELLO SPORT
111
VOLPI
EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER
card holders in 51 countries, while the Federazione
Italiana Gioco Calcio (FIGC) estimates that it has
over one million member players, including over
3,000 at a professional level. In this enormous
movement, the proportion of young players is
clearly of marked importance, as is the increasing
number of women involved in this sport.
The greater frequency of football accidents in
recent years across all sectors, both professional
and amateur,1-3 youth football 4-6 and women’s
football 7, 8 has been the subject of several studies
and publications. Many players have had to interrupt their activities for varying periods of time and
undergo medical treatment, surgery and rehabilitative therapy before returning to the pitch. Those
who have had the skill and good fortune to play
in professional football know how it takes just a
second, sometimes even a fraction of a second, for
an injury to occur during training or a match and
that days, weeks or months can pass before they
will be able to play again, after suffering considerable physical and psychological stress. While it
is true that marked improvements in medical
knowledge now ensure faster, more accurate and
more precise diagnosis, it is equally true that little
is still known about how to prevent injuries and little, indeed, is done to prevent them.
In terms of his or her health and future career,
professional footballers in the 21st century must
guard against two principal disasters: doping and
injuries. In both cases, knowledge of a wide
range preventive factors and access to clear and
rapid information that is scientifically proven represents the first and most effective measure to
stem the growing number of injuries.
Many accidents are unforeseeable as they are
the natural consequences of a sport in which
speed, strength and explosive action are accompanied by physical contact, tackling and collisions
with an opponent. Many others, however, could
be avoided because they stem from mistakes,
underestimation of the risk factors, or insufficient
consideration of the ways in which they can be
prevented. It is commonly believed that while we
have tended to see constant improvements in athletes’ physical performance, techniques and tactics,
little has been achieved in terms of preventing
and reducing the number of accidents.
Epidemiology
Sports injury epidemiology studies the incidence of injuries occurring during sports activi-
112
Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) stima
oltre un milione di giocatori tesserati di cui oltre
3000 professionisti. In questo enorme movimento
rilevante è il contributo numerico dei giovani calciatori, così come quello delle donne che sempre più
numerose si dedicano a questo sport.
Il calcio in questi ultimi anni ha visto incrementare il numero degli infortuni in tutti i settori, professionistico e dilettantistico 1-3, giovanile 4-6 e femminile 7, 8, stimolando svariate ricerche e lavori
scientifici. Molti giocatori hanno dovuto sospendere, per periodi più o meno lunghi, la propria attività
e sottoporsi a trattamenti medici, interventi chirurgici, periodi riabilitativi prima di ritornare in campo. Chi ha avuto le capacità e la fortuna di giocare
il calcio professionistico sa come occorra un secondo, a volte un decimo di secondo, a procurarsi un
infortunio in allenamento o in gara e come necessitino giorni, settimane o mesi per riprendere il posto
in squadra, con disagi fisici e psicologici notevoli. Se
è vero che oggigiorno le conoscenze mediche sono
sensibilmente migliorate, tanto da consentire diagnosi più accurate, precise e rapide è altrettanto
vero che ancora poco si sa e si fa per prevenire l’evento traumatico.
Il calciatore professionista degli anni duemila,
in relazione alla propria salute e quindi alla propria
carriera, deve guardarsi da due grandi calamità: il
doping e gli infortuni. In entrambi i casi la conoscenza dei numerosi fattori preventivi, una informazione chiara, scientificamente validata e tempestiva rappresentano un primo autentico presidio
contro il costante incremento dei traumi.
Tutti sanno che molti infortuni non sono prevedibili, fanno parte delle caratteristiche di uno sport
che richiede velocità, forza, esplosività, ma anche
contatto fisico, contrasto, impatto con l’avversario.
Ci sono però molti eventi traumatici che possono
essere evitati perché conseguenti ad errori o scarsa
valutazione dei fattori di rischio o non sufficiente
considerazione delle forme di prevenzione.
L’opinione corrente è quella che mentre si tende a
continui miglioramenti delle performances fisiche,
tecniche e tattiche degli atleti, poco si fa in materia
di prevenzione e per il contenimento del numero
degli infortuni.
Epidemiologia
L’epidemiologia traumatica sportiva cerca di studiare l’incidenza delle lesioni che avvengono durante l’attività sportiva. Nel calcio si possono verificare
lesioni da sport, cioè dovute a gestualità specifiche,
peculiari di quel particolare sport e lesioni nello
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER
VOLPI
ties. In football injuries can result from specific
actions, which are peculiar to that particular sport,
or they may be caused by accidents that occasionally happen during play. The incidence of
injuries can be analyzed in different ways, for
example the number of injuries in each season,
by match and/or during training, the number for
a given number of hours of play, or by type, etc.
Knowledge of epidemiological data is used to
formulate appropriate preventive measures that
will help to curb the rising number of accidents.
In one of the studies that we personally carried
out recently, we recorded the findings over a
period of five years for an elite, professional
Italian team, taking account of all injuries sustained during matches or training that compelled
the player to remain inactive for at least three
days. The total number of players involved in
the study ranged between 22 and 26 athletes
each year. An average of 245 training sessions
for each season were held over the course of the
five-year period; an average of 66 official matches were played each season (Italian Championship, Italian Cup, European Cups, friendly league
matches), with a training/match ratio of 3.6:1.
This ratio highlights the limited time available
for training compared to competitive events,
above all in view of the fact that training sessions before and after the match cannot be
thought of as “training” because they are focused
on the match: mainly on tactics prior to the match,
and mainly anti-fatigue after it. If anything this figure is an underestimate because it does not
include the fact that many players, both Italian
and foreign, also play in their national teams during the season. This index, which we were the
first to publish in the literature 2 and which was
recently cited by other authors 9 represents a useful guideline for trainers and coaches in terms
of accident prevention: the higher the training/match ratio, the lower the risk of injury.
Over this 5-year period we observed 335
injuries requiring a minimum of 3 days off play,
with an average of 66 injuries per year.
No significant differences were found between
the number of accidents occurring during matches and those during training: compared to the
past, this highlights the rising level of injuries during training, an indication of the greater intensity
that is now required during training sessions.
Compared to early studies, we did not note any difference in the incidence of accidents occurring to
players in different positions, in line with their
Vol. 61, N. 2
sport, cioè traumi che avvengono occasionalmente
durante le pratica sportiva. L’incidenza delle lesioni può essere raccolta in vari modi, per esempio per
numero di lesioni per stagione sportiva, per gara
e/o allenamento, per ore di attività, per esposizione
al tipo di lesioni, ecc. La conoscenza dei dati epidemiologici consente di intervenire applicando principi preventivi idonei a frenare la crescita degli
eventi traumatici.
In uno degli studi che abbiamo personalmente
condotto in questi ultimi anni, abbiamo registrato
i dati di cinque anni di attività in una squadra
professionistica italiana di alto livello, prendendo in
considerazione tutti quegli infortuni che occorsi in
partita o in allenamento obbligavano il calciatore ad
almeno tre giorni di inattività. La rosa dei giocatori coinvolti in questo studio è oscillata fra 22 e 26
atleti per anno. Nel corso di cinque anni sono state
effettuate una media di 245 sedute di allenamento
per stagione sportiva; sono state disputate una media
di 66 partite ufficiali a stagione (Campionato
Italiano, Coppa Italia, Coppe Europee, amichevoli di
livello), con un rapporto allenamenti/gara di 3.6 a
1. Questo indice testimonia come ci sia poco tempo
per allenarsi rispetto agli impegni agonistici, soprattutto in considerazione che gli allenamenti che precedono e seguono la gara non possono essere considerati “allenanti”, in quanto finalizzati sulla partita: prevalentemente tattici quelli precedenti la gara,
prevalentemente defaticanti quelli successivi. Questo
dato inoltre risulta essere in difetto perché non include le partecipazioni di numerosi calciatori, italiani e stranieri, nelle loro rappresentative nazionali
durante la stagione. Tale indice, che per primi abbiamo introdotto in letteratura 2 è stato recentemente
ripreso anche da altri autori 9, costituisce un quoziente utile per gli allenatori e preparatori in merito alla prevenzione dei traumi: maggiore è il quoziente allenamento/gara, minore risulta il rischio
lesivo.
Abbiamo osservato in cinque anni 335 traumi,
con un minimo di 3 giorni di inattività sportiva,
con una media di 66 infortuni per anno.
Non abbiamo notato significative differenze fra
numero di infortuni in gara ed in allenamento:
questo dato evidenzia rispetto al passato un aumento dei traumi in allenamento, significativo della
maggiore intensità richiesta durante le sedute di
allenamento. Sempre rispetto a studi precedenti,
non abbiamo trovato differenze nell’incidenza fra
i ruoli dei giocatori, in accordo con le loro caratteristiche attuali, cioè con propensioni a difendere,
costruire e attaccare. Non abbiamo riscontrato differenze fra traumi verificatisi nel primo o nel secon-
MEDICINA DELLO SPORT
113
VOLPI
EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER
TABLE I. — Primary and secondary risk factors.
TABELLA I. — Fattori di rischio primari e secondari.
Secondary
Primary
— Technical and tactical aspects (rapidity - speed - intensity of
game)
— Physical and athletic aspects (increased muscle strength)
— Psychophysical stress (number of matches - fatigue - recovery travel - business)
— Playing surface and footwear
current characteristics, namely those that tend to
defend, build and attack. No differences were
found between injuries occurring in the first or
second half of the match. Instead, a higher proportion of injuries was reported when the team
was on the attack rather than on the defense. Top
players appear to be more liable to injury. A recent
study published by the Medical Assessment and
Research Center (MARC) of FIFA in 2004 reported
the incidence of injuries during the last World Cup
held in Korea – Japan in 2002. There were 171
injuries in 64 matches, with a mean incidence of
2.7 accidents per match, equivalent to 81 injuries
for every 1000 hours of play.10
In 1990 on the occasion of the final phase of
the World Cup in Italy, we carried out a similar
study involving the participating teams in collaboration with the Technical Sector of
Coverciano. A total of 106 injuries were reported
during the matches watched, with 3 injuries per
match, one every 30 minutes of play.11
—
—
—
—
—
—
Age
Previous injuries
Physical and biological characteristics
Lifestyle (smoking – alcohol – diet)
Strict umpiring
Fair play
do tempo di gara. Abbiamo notato invece una maggiore incidenza dei traumi quando la squadra si trova in fase di attacco piuttosto che in difesa. I giocatori d’elite sembrano essere più esposti ai traumi. In
un recente studio pubblicato dalla Medical
Assessment and Research Center (MARC) della FIFA
nel 2004 veniva riportata l’incidenza dei traumi
avvenuti durante l’ultima World Cup disputatasi in
Corea – Giappone nel 2002. Vi furono 171 traumi
in 64 gare, con un incidenza media di 2,7 traumi
per gara equivalenti a 81 lesioni per 1000 ore di
gioco 10.
Nel 1990 in occasione delle fasi finali della World
Cup disputatesi in Italia in collaborazione con il
Settore Tecnico di Coverciano abbiamo eseguito
una studio analogo che ha coinvolto le squadre partecipanti. Vi furono 106 traumi segnalati nelle partite osservate con 3 infortuni per gara, uno ogni
trenta minuti di gioco 11.
Fattori di rischio
Risk factors
In terms of the risk of injury, football is widely
regarded as a contact sport, though in some
respects it is similar to collision sports. Over the
past few years, many scientific articles have reported the risks of injury in this sport.12-16 The results
are difficult to compare on account of the different methods used, the parameters analyzed and the
stated aims.17, 18 The population studied is obviously of prime importance, depending on whether
it involves young players, women, amateurs or
professionals, as well as the incidence of injuries
caused by multifactorial reasons (Table I).19-21
There is no doubt that in the professional sector, above all at the top level, the total number of
official matches, the level of weekday commitments, and the rush to start afresh on another
intense season thus reducing the time for physi-
114
Dal punto di vista del rischio traumatico il calcio
viene comunemente considerato uno sport da contatto, anche se per alcuni aspetti si avvicina agli
sport di collisione. Negli ultimi anni molti articoli
scientifici hanno riferito dei rischi traumatici di
questo sport 12-16. La diversità dei metodi di studio,
dei parametri analizzati, degli scopi prefissi rendono i risultati difficilmente comparabili fra loro
17, 18. Assoluto rilievo assume la popolazione studiata: giovani, donne, dilettanti, professionisti e l’evidenza di considerare l’incidenza traumatica conseguente a cause multifattoriali (Tabella I) 19-21.
E’ indubbio che nel settore professionistico,
soprattutto ad alto livello, il numero totale delle
gare ufficiali, gli impegni infrasettimanali, gli avvii
di stagione troppo affrettati ed intensi che accorciano un periodo di preparazione fisiologico, costituiscono potenziali concause al determinarsi di
infortuni. Il “valore economico” di una partita di
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Giugno 2008
EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER
VOLPI
ological preparation, potentially multiply the risk
factors. The “economic value” of a professional
football match today is undoubtedly greater than
it once was. The cost of the “football product”
and the corresponding media interest, as shown
by the dominant presence of television channels
at each match, raise the awareness and expectations of each occasion. This involvement creates
greater tension and competitive stress for the protagonists, footballers, trainers and managers, in
order to achieve the best possible result, even
resorting to foul play. Moreover, other aspects
worth taking into account include the increase
speed of the game, in terms of the increased rapidity and explosive execution of technical moves,
the different training methods introduced, both in
terms of quality and intensity, and the level of
work and number of weekly training sessions, as
well as technical and tactical innovations. Indeed,
the increasingly frequent use of tactical solutions,
such as pressing in various areas of the pitch, offside and double marking, all of which are used
intensely both in training and during matches,
themselves represent potential risk factors for
injury. From a tactical point of view, preparing a
very concentrated team, known colloquially as
“short” on the pitch, exposes the players to an
increased level of interplayer contact.
Phases of play are increasingly frequently seen
when many players move in groups across the
pitch, carrying out extremely fast technical moves,
and this leads to an exponential rise in the possibility of impact or collision.
Not just in football but also in other sports, the
exaggerated physical nature of athletic movements
and the enormous muscular strength that can be
developed are one of the prime causes among the
risk factors for both acute (capsule-ligamentous
knee injuries, particularly affecting the anterior cruciate ligament, ruptured tendons, etc.) and chronic injuries (tendinopathies, enthesitis, chondropathies, etc.). Indeed, the articular, periarticular,
tendinous and nervous mechanisms responsible
for controlling movements are often ineffectual in
view of this exaggerated use of muscular strength.
Stress and fatigue can also have a negative
effect on the delicate and complex proprioreceptive system; it is not coincidental that one of
the most complex aspects to be understood is
how stress and fatigue can affect the mechanisms
leading to injury.
Pitch conditions are also among the causes of
injury. Training and match pitches should be
Vol. 61, N. 2
calcio professionistico è oggi indubbiamente superiore a quello di una volta. Il costo del “prodotto calcio” e il corrispettivo interesse dei media, come
dimostra la rilevante presenza delle televisioni in
ogni gara, fanno crescere attesa e importanza dell’evento sportivo. Tale coinvolgimento determina
maggiore tensione e stress agonistico sui protagonisti, calciatori, allenatori, dirigenti, al fine di
conseguire il miglior risultato possibile anche con
un gioco falloso. Inoltre l’aumento della velocità di
gioco, intesa come maggiore rapidità ed esplosività di esecuzione del gesto tecnico, le diverse metodologie di allenamento apportate sia come qualità e intensità che come quantità di lavoro e sedute di allenamento settimanali, le innovazioni tecnico-tattiche rappresentano ulteriori aspetti da
considerare. Infatti il ricorso sempre più diffuso a
soluzioni tattiche, quali il pressing in più settori
del campo, il fuorigioco, i raddoppi di marcatura,
effettuate a massime intensità sia in allenamento
che in gara costituiscono potenziali fattori di rischio
traumatico. Dal punto di vista tattico preparare
una squadra molto raccolta, in gergo “corta” nella disposizione in campo, espone i giocatori a un
maggior numero di contatti fra loro.
Si osservano sempre con maggior frequenza fasi
di gioco in cui molti giocatori si muovono in fazzoletti di campo, eseguendo gesti tecnici rapidissimi
ad elevata intensità, vedendosi in tal modo aumentata a dismisura la possibilità di contrasti, impatti
o collisioni.
Non solo nel calcio, ma anche in altri sport l’esagerata fisicità del gesto atletico e la grande forza
che può sviluppare l’apparato muscolare risultano
essere una delle cause primarie fra i fattori di rischio
traumatico sia acuto (lesioni capsulolegamentose
del ginocchio, in particolare quelle del legamento
crociato anteriore, rotture tendinee, ecc.) che cronico (tendinopatie, entesiti, condropatie, ecc.). Infatti
a questo esagerato apporto di forze muscolari spesso le strutture articolari, periarticolari, tendinee e i
meccanismi nervosi di controllo non riescono ad
opporsi con efficacia.
Anche lo stress e la fatica possono agire negativamente sul delicato e complesso sistema propriocettivo; non a caso uno degli aspetti più complessi da
chiarire è quanto lo stress e la fatica possano incidere nel determinismo dei traumi.
I terreni da gioco rientrano fra le cause di rischio
traumatico. I campi di allenamento e di gara dovrebbero essere erbosi con superfici regolari e assenze di
strutture pericolose a bordo campo. Inoltre si dovrebbe giocare su superfici simili. A questo proposito la
FIFA e l’UEFA hanno recentemente valutato la pos-
MEDICINA DELLO SPORT
115
VOLPI
EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER
even grass surfaces without dangerous structures
around the edges. Play should also take place
on similar surfaces. To this end, FIFA and UEFA
recently assessed the possibility of using astroturf
pitches whose technologically advanced features
are very similar to natural grass.
Footballers have always worn technical
footwear characterized by the presence of special
devices on the soles, such as studs, blades, bars,
etc. that offer improved grip on the pitch surface. The constraints of this type of footwear on
the ground when running tend to modify the
correct mobility when the back of the foot hits the
ground, altering the function of the subastragalar
joint; likewise, the physiological movements of
the front of the foot are also changed during the
thrust phase. Soles that ensure maximum grip
on the ground, as required by today’s play, tend
to block the distal joints (ankle and foot) and
create greater vulnerability in the proximal joints
(knee). The new models of footwear with more
adherent soles guarantee higher coefficients of
grip on the ground compared to slippage. In this
way, in the event of substandard ground conditions and owing to the players’ increasingly strong
leg muscle structures and maximum speed of
movement, there is an increased risk of injury to
muscle, tendon and joint structures.
In many cases, although injured players regain
functional integrity and return to play, they do not
achieve full anatomical recovery, and this consequently leaves them vulnerable to new pathologies. For example, in the case of a recovery from
tendonitis, although tissue function is restored it
loses some of its elasticity; likewise, the careful
surgical repair of an anterior cruciate ligament
injury can restore correct knee function, but not
the original anatomy.
Players can be influenced by a wide range of
different constitutional factors, although several
champions have achieved extremely high outputs without incurring severe injuries in spite of
musculoskeletal anomalies that might have made
overload pathologies more likely. Among the
most frequently reported anomalies, it is worth
noting leg dysymmetries, dimorphisms of the
foot, femorotibial (varo-valgus) and femoropatellar misalignment. Age is another element that
must be taken into consideration given that with
age the bone structure and musculotendinous
tissue lose their best characteristics, strength,
resistance, elasticity, and the ability to absorb
impacts and traumas, and years of sports activi-
116
sibilità di utilizzare campi con erba sintetica., le
cui caratteristiche sono tecnologicamente avanzate e molto simili a quelle dell’erba naturale.
Le calzature del calciatore sono da sempre scarpe tecniche: la presenza nella suola di dispositivi, tacchetti, lamelle, barrette,ecc., che consentono maggiore aderenza al terreno da gioco rappresentano l’elemento caratteristico. I vincoli che questo tipo di
calzature assicurano al terreno durante la corsa,
tende a modificare la corretta mobilità nell’impatto del retropiede, alterando la funzione dell’articolazione sottoastragalica; come pure i fisiologici movimenti dell’avampiede durante la fase di spinta risultano alterati. Suole che privilegiano una aderenza
massimale al terreno, come richiesto dalla rapidità
del gioco moderno, favoriscono un maggior blocco
delle articolazioni distali (caviglia e piede), con
maggior vulnerabilità delle articolazioni prossimali (ginocchio). I nuovi modelli di calzature con suole più aderenti, garantiscono più elevati coefficienti di presa al terreno rispetto ai coefficienti di scivolamento. In tal modo in presenza di terreni imperfetti, strutture muscolari degli arti inferiori dei calciatori sempre più potenti, rapidità gestuale massimale, il rischio traumatico muscolotendineo e articolare appare aumentato.
Molte fra le lesioni che possono capitare al calciatore, anche se restituiscono una integrità funzionale e quindi una piena ripresa sportiva, non
determinano una totale “restitutio” anatomica, che
di conseguenza può predisporre a nuove patologie.
Se si pensa alla guarigione di una tendinite, il tessuto pur funzionalmente guarito perde parte della
sua elasticità, come pure una accurata riparazione chirurgica di una lesione del legamento crociato anteriore restituisce il ginocchio ad una corretta
funzionalità, ma non ad una anatomia originaria.
Molti e diversi sono i fattori costituzionali che
possono influire, anche se parecchi campioni hanno raggiunto livelli elevatissimi di rendimento senza incorrere in gravi eventi traumatici pur in presenza di anomalie dell’apparato muscoloscheletrico che però più facilmente possono favorire patologie da sovraccarico. Fra i quadri di più frequente
riscontro dobbiamo ricordare le dismetrie degli arti
inferiori, i dimorfismi dei piedi, il malallineamento femoro- tibiale (varo-valgo) e femoro-rotuleo.
L’età rappresenta un altro elemento da considerare
nel senso che con il passare degli anni la struttura
ossea e il tessuto muscolotendineo perdono le loro
caratteristiche migliori, la forza, la resistenza, l’elasticità, l’assorbimento agli urti e ai traumi, così
come la longevità sportiva instaura solitamente sul
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER
VOLPI
ties usually see the onset of degenerative phenomena affecting the knee and ankle.
It is superfluous to point out the importance of
fair play among players, trainers and managers,
as well as strict umpiring in order to safeguard
and protect players from physical injury.
ginocchio e sulla caviglia, fenomeni degenerativi
articolari tipici dell’usura da sport.
Inutile ricordare l’importanza del fair play fra
giocatori, allenatori e dirigenti, cosi come la severità
arbitrale per la difesa e la tutela dell’integrità fisica
dei giocatori.
Mechanisms of injury
Meccanismi lesivi
Injuries can be divided into acute injuries,
those caused by overloading or chronic injuries,
depending on the characteristics of the injury,
when they occur, the type and localization, and
the mechanisms involved. Acute injuries are
caused by a single episode, usually a major low
or high impact trauma, and they may occur in
isolation without contact with the opponent or
during tackling; they comprise fractures, dislocations and muscle or tendon injuries. Pain, which
is usually acute and sudden, is the first sign of
injury, followed by edema which may appear
over the next few hours. It is often impossible to
continue training or playing in the match.
Immediate assessment by a doctor as once as
the injury occurs, before swelling or contraction,
is the best time to make a preliminary diagnosis.
Injuries caused by overloading may be the
result of repeated microtrauma over time and are
often caused by the typical stress of sports activities. Above all, these include tendinopathies,
chrondropathies, lombalgia, fascitis, etc. All tissues
may be affected if they are subject to repetitive
maximum loads, causing inflammation of the
area in question which leads to the onset of pain
and functional impairment. Rest is the only
option. Compared to acute injuries, the onset is
slow and the pain may lessen after warm-up or
disappear altogether allowing the footballer to
play. It may then reappear in a more intense
form as training continues or during the match,
making the injury chronic. In about two out of
three cases, the mechanisms of injury occur without contact, for example during a change of direction, deceleration, a fall after a jump, resulting
in a sprained knee or ankle, or a muscle injury.
In the event of contact injuries, most occur when
a player is tackled for the ball while standing or
on the ground (sliding), and during tackling in the
air (elbowing, headers, etc.). The legs are the
most frequently injured area. The knee and ankle
are the most frequently affected joints; indeed,
strains and direct and indirect injury during move-
In base alle caratteristiche dei traumi, al momento in cui si verificano, alla tipologia, alla localizzazione, al meccanismo in causa, le lesioni si possono suddividere in traumatiche acute e da sovraccarico o croniche. Le lesioni acute sono dovute ad un
singolo episodio di solito macrotraumatico a bassa
o alta energia, possono avvenire isolatamente senza contatto con l’avversario o durante un contrasto,
sono essenzialmente le fratture, le distorsioni, le
lesioni muscolari o tendinee. Il dolore di solito acuto e immediato è il primo segno riferito, in seguito
compare l’edema che può evidenziarsi anche nelle
ore successive. Spesso è impossibile continuare l’allenamento o la partita. La valutazione immediata
da parte del medico, a lesione appena avvenuta,
prima che subentrino l’edema e contratture riflesse
è il miglior momento per eseguire una prima diagnosi giä indicativa.
Le lesioni da sovraccarico sono dovute a episodi
microtraumatici ripetuti nel tempo e spesso dovuti
alle sollecitazioni tipiche dell’attivitä sportiva. Si
tratta soprattutto di tendinopatie, di condropatie,
di lombalgie, di fasciti, ecc. Tutti i tessuti possono essere coinvolti in quanto sottoposti a carichi massimali in modo ripetitivo, tali da determinare una
risposta infiammatoria dell’area interessata, che
determina la comparsa di dolore e impotenza funzionale, obbligando al riposo sportivo. Rispetto ai
traumi acuti l’esordio è insidioso e puö dopo la fase
di riscaldamento attenuarsi o scomparire tanto da
consentire l’attivitä, salvo ricomparire piü intenso
durante il proseguio dell’allenamento o della gara
facendo cronicizzare la patologia. I meccanismi
lesivi si manifestano prevalentemente senza contatto, circa due volte su tre, durante per esempio un
cambio di direzione, una decelerazione, una ricaduta da un salto, determinando una distorsione al
ginocchio o alla caviglia o una lesione muscolare.
Nei traumi da contatto prevalgono i contrasti con il
pallone in piedi o a terra (scivolata), i contrasti nel
gioco aereo (gomitate, testate, ecc.) Gli arti inferiori rappresentano la sede più coinvolta dai traumi.
Il ginocchio e la caviglia sono le articolazioni piü frequentemente interessate; infatti le sollecitazioni e
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
117
VOLPI
EPIDEMIOLOGY AND RISK FACTORS IN SOCCER
ments that becoming increasingly fast and explosive expose the players to greater risks. The most
common knee injuries are sprains involving the
capsule-ligamentous apparatus, in particular damage to the medial collateral ligament and anterior cruciate ligament, as well as meniscus and
cartilage injuries. In this respect, accidents involving the anterior cruciate ligament almost always
occur indirectly, without impact, while injuries to
the medial collateral ligament are usually the
result of crashing into an opponent. The former
are severe injuries that unfortunately happen
quite frequently; they require reconstructive
surgery followed by a long period of inactivity,
usually lasting five or six months.22-24
Over 90% of ankle injuries are sprains, whose
diagnosis and treatment is often underestimated; it is probably true to say that every professional footballer has sprained an ankle at some
time during their sporting career.25, 26
Direct and indirect muscle injuries account for
a large percentage of accidents,27-29 above all
involving the thigh; these are often underestimated, resulting in annoying relapses. There has
been a large increase in the number of overload
pathologies: these can affect all areas of tissue,
bones, cartilage, ligaments, muscles and tendons.
If predisposing conditions exist, such as individual biological characteristics and morphotype,
the use and choice of materials, particular strains
caused by movements and training, typical disorders may occur, including sports hernia, patellar tendonitis, chronic footballer’s ankle, etc.
There is also a marked increase in the number
of arm injuries, which do not only affect the goalkeeper, who uses his arms, but also external players who suffer from fractures (collarbone, forearm, finger) and dislocations (shoulder) after
crashing into an opponent because of the speed
of impact, or following a violent fall. The number
of cases of craniofacial trauma has also risen
steeply, in particular as a result of clashes during
headers or elbowing in the tackling area.
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gli insulti diretti e indiretti in movimenti sempre
piü rapidi ed esplosivi le espongono a rischi maggiori.
Le lesioni del ginocchio più ricorrenti sono le distorsioni che coinvolgono l’apparato capsulolegamentoso, in particolare le lesioni del legamento collaterale mediale e le lesioni del legamento crociato anteriore, inoltre le lesioni meniscali e le lesioni cartilaginee. A tal proposito le lesioni del legamento crociato
anteriore avvengono quasi sempre con meccanismo indiretto, senza contatto, mentre le lesioni del
legamento collaterale mediale si verificano con contrasto solitamente con l’avversario; le prime sono
lesioni gravi e purtroppo piuttosto frequenti che
richiedono trattamento chirurgico ricostruttivo con
un lungo periodo di inattività sportiva, solitamente di cinque, sei mesi 22-24.
Oltre il 90% dei traumi alla caviglia sono distorsioni, spesso sottostimate nella diagnosi e nel trattamento; non esiste probabilmente un calciatore
professionista che non sia incorso nella sua carriera sportiva in una distorsione di caviglia 25, 26.
Le lesioni muscolari dirette e indirette sono numericamente rilevanti 27-29, soprattutto a livello della
coscia; spesso sono sottovalutate dando seguito a
fastidiose ricadute. La patologia da sovraccarico è in
grande aumento: tutti i tessuti, osseo, cartilagineo,
legamentoso, muscolare, tendineo, possono venire
coinvolti. In presenza di condizioni favorenti quali le caratteristiche biologiche e morfotipiche del soggetto, l’utilizzo e la scelta dei materiali, le sollecitaziono gestuali e proprie dell’allenamento si sviluppano affezioni tipiche come per esempio la pubalgia,
la tendinite del rotuleo, la caviglia cronica del calciatore, ecc.
In netto aumento appaiono anche i traumi dell’arto superiore che non riguardano ovviamente
solo il portiere per l’uso delle braccia, ma anche i giocatori esterni, a carico dei quali si verificano, per la
velocità dell’impatto con un avversario o per una
violenta caduta sul terreno, fratture (clavicola,
avambraccio, dita delle mani) e lussazioni (spalla). Anche i traumi cranio facciali sono in rilevante aumento, in particolare per impatti durante i colpi di testa o gomitate nei contrasti aerei.
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Via Galeazzi 4, 20161 Milan, Italy. E-mail: [email protected]
Vol. 61, N. 2
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119
Functional assessment area
Area valutazione funzionale
MED SPORT 2008;61:121-38
Physiological and psychological effects
of physical exercise
on a group of elderly nonexercisers
Effetti fisiologici e psicologici di un programma di attività fisica
in un gruppo di anziani non sportivi
M. FAINA, G. MIRRI, U. MANILI, E. CAVALAZZI, C. MORANDINI, M. BESI, F. BALÌ, R. MANNO
Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, Unità di Scienza dello Sport, CONI Servizi, Roma, Italia
SUMMARY
Aim. Experimental evidence shows that physical activity can counteract the aging-induced decline in physical and psychological performance. The aim of this study was to determine whether physical and mental fitness in a group of sedentary elderly improved after a brief exercise training program consisting of light exercises without the use of special
equipment or extra cost to the subjects.
Methods. A total of 32 subjects (5 men, 27 women; mean age 66.19±6.92 years; mean height, 155±7 cm) residing in
four communities in Latium and attending a senior center took part in a 10-week exercise program conducted in twice
weekly sessions of about one h each. Data were collected from anthropometric, physical and psychological assessment
at baseline and at the end of the study.
Results. Final assessment showed improvement in body composition, with a significant reduction in body weight and
body-mass index (P<0.01), improved physical functional capacity, with a significant increase in muscle strength
(P<0.01), joint flexibility (P<0.01), speed of movement (P<0.01), cardiovascular efficiency (P<0.01), mental status,
with a significantly improved sense of self-esteem and mood (P<0.01).
Conclusion. Sedentary adults respond positively to even moderate intensity exercise training. Physical activity can
effectively improve a series of health factors regarding functional independence, reduced risk of disease, increased socialization and emotional well-being. An efficacious exercise program can be conducted without the use of special equipment or facilities and without extra cost to program participants.
KEY WORDS: Aging - Motor activity - Muscles - Cardiovascular system - Self concept.
RIASSUNTO
Obiettivo. Numerose evidenze sperimentali indicano che l’attività motoria è in grado di contrastare il declino delle capacità fisiche e psichiche determinato dall’invecchiamento. Scopo del presente lavoro è stato quello di verificare se in soggetti anziani sedentari anche un’attività motoria di quantità e intensità modesta, praticata senza il supporto di particolari attrezzature e in assenza di mezzi economici, fosse in grado di determinare il miglioramento delle capacità funzionali
e psichiche.
Metodo. Trentadue soggetti (27 donne e 5 uomini), anziani non sportivi, residenti in quattro comuni del Lazio e che frequentano un centro per anziani, di età media pari a 66,19±6,92 anni e di altezza media pari a 155±7 cm, hanno partecipato a un programma di attività motoria della durata di dieci settimane, caratterizzato da due sedute settimanali,
ciascuna della durata di circa 60 minuti. Prima e al termine del periodo di attività i soggetti sono stati sottoposti a
valutazione antropometrica, a valutazione delle capacità fisiche e a valutazione psicologica.
Risultati. Al termine del periodo di attività si è registrato il miglioramento della composizione corporea, con riduzione significativa tanto del peso che dell’indice di massa corporea (P<0,01); il miglioramento di tutte le capacità fisiche
esaminate, con aumento significativo della forza muscolare (P<0,01), della flessibilità articolare (P<0,01), della rapidità di movimento (P<0,01) e dell’efficienza cardiovascolare (P<0,01); il miglioramento dello stato psichico, con
aumento significativo dell’autostima e del tono dell’umore (P<0,01).
Conclusioni. Il presente studio documenta che i soggetti anziani sedentari rispondono positivamente anche a volumi
Vol. 61, N. 2
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121
FAINA
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
e intensità di allenamento modeste e che negli anziani un’attività motoria “efficace” a indurre il miglioramento di fattori essenziali per garantire l’autonomia fisica individuale, ridurre il rischio di malattie, favorire la socializzazione e la
vita affettiva, può essere praticata anche senza il supporto di particolari attrezzature e/o strutture logistiche e in assenza di mezzi economici.
PAROLE CHIAVE: Invecchiamento - Attività motoria - Muscolatura - Sistema cardiovascolare - Autostima.
A
gainst a background of an increasingly widespread sedentary lifestyle, sports is an effective part of preventive medicine and can improve
the quality of life of those practicing physical
activity regularly. This is borne out by numerous studies demonstrating that physically active
persons have a lower risk of cardiovascular diseases, diabetes, cancer and osteoporosis as well
as a longer life expectancy.1-4
Scientific evidence for this connection is especially relevant for people in advanced age, given that they are more subject to illnesses and
that they make up an increasing percentage of
Italy’s population. Since 1950 the proportion
of the over-60s has risen from 12% to 21%.
Today, the median life expectancy for women
is 80 years and 76 years for men (ISTAT data).
Initiatives encouraging the elderly to take up
regular physical activity have attracted growing interest.
Aging refers to a biological process characterized by the body’s reduced ability to adapt
to the environment. The process is correlated
with diminished sensory function (hearing,
vision), organ function (cardiovascular, respiratory, renal and liver systems), bone mineral content (osteoporosis), physical ability (muscle
strength, speed, resistance, balance) and mental
capacity (memory) all factors that concur in lowering survival and increasing the risk of dieing;
in other words, one becomes frail. A major consequence of demographic aging is the inevitable
increase in the number of non self-sufficient persons.
Coinciding with normal growth and development, a person’s physical abilities increase from
birth to about 30 years of age, after which there
is a gradual decline in musculomechanical and
metabolic systems that drops more steeply at the
65-year threshold.5-7 The aging process results
in part from a series of events in which the accumulation of reactive oxygen species in the mitochondrial matrix plays a determinant role, with a
diminished capacity of antioxidant systems,
increased oxidative damage and functional deficit
122
È
fatto ormai accettato che lo sport, inteso come
attività motoria, soprattutto in relazione a un
sistema di vita in cui il sedentarismo è particolarmente diffuso, rappresenti uno strumento efficace di
medicina preventiva e in grado di migliorare la
qualità di vita. Numerosi studi hanno confermato
nel tempo come i soggetti fisicamente attivi hanno
minore probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete, cancro, osteoporosi e hanno una
maggiore aspettativa di vita 1-4.
Tale evidenza scientifica assume rilievo particolare se riferita all’età senile, sia in considerazione del
fatto che gli anziani si ammalano più facilmente, sia
in considerazione del fatto che l’Italia è un paese che
invecchia. (Dal 1950 il numero di persone al di
sopra dei 60 anni è passato dal 12,10% al 21%.
Oggi la vita media di un anziano raggiunge gli 80
anni per le donne e i 76 per gli uomini [dati Istat]).
La diffusione dell’attività motoria anche tra gli
anziani è pertanto diventato un tema di attualità.
L’invecchiamento può essere definito come un
processo biologico caratterizzato da una riduzione
delle capacità di adattamento dell’organismo all’ambiente. Esso è correlato con una riduzione delle
capacità sensitive (vista, udito), delle funzioni d’organo (cardiovascolari, respiratorie, renali, epatiche), del contenuto minerale dell’osso (osteoporosi), delle capacità fisiche (forza, velocità, resistenza,
equilibrio) delle capacità mentali (memoria). Ne
consegue una minore probabilità di sopravvivenza
e un maggior rischio di morte; in altri termini si
diventa più fragili.
La prima e naturale conseguenza dell’invecchiamento demografico è pertanto un aumento della popolazione con problemi di autosufficienza.
Come noto le capacità fisiche migliorano dalla
nascita fino a circa i 30 anni d’età. Dopo questa
“soglia”, si ha un progressivo decadimento, che si
accentua dopo i 65 anni 5. Ciò riguarda sia le qualità meccanico-muscolari che quelle metaboliche 6, 7.
Il processo di invecchiamento sarebbe in parte la
conseguenza di un circolo vizioso di eventi in cui il
ruolo determinante è giocato dall’accumulo di specie reattive dell’ossigeno nella matrice del mitocondrio, con diminuzione della capacità dei sistemi
antiossidanti, aumento del danno ossidativo e deficit funzionale nel controllo dell’omeostasi del calcio
nelle miofibre 8, 9. Tali eventi contribuirebbero alla
riduzione del numero totale di fibre muscolari (sar-
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PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
in regulating calcium homeostatis in myofibers.8,
9 These events lead to a decrease in the total
number of muscle fibers (sarcopenia), with a corresponding increase in fat, which is also related
to higher protein catabolism and loss of repair by
satellite cells.10
Sarcopenia affects type II muscle fibers 11 and
underlies the progressive reduction in muscle
strength.
Decreased metabolic ability involves all three
energy resources an organism utilizes for physical activity.
Anaerobic alactic acid metabolism is most efficient in the very young, generally before age 20,
after which it declines sharply. This reduction
correlates not only with a depletion of creatinphosphate deposits (reduction of roughly 15%
between age 21 and 70) but also with reduced
flexibility, knee and ankle instability, diminished
vision, fear of falling and changes in muscle composition with alteration in the ratio of type I to
type II muscle fibers.
So, too, aerobic lactic acid metabolism changes
with increasing age as the production and accumulation of lactic acid decrease.
Similarly, aerobic power
declines: maximal
.
oxygen consumption (VO2max) at age 65 is 75%
that in well trained individuals aged 25. The
reduction is due to the loss of efficiency of the
respiratory system, reduced cardiac stroke volume, and reduced muscular capillarization,
leading to altered regulation of peripheral circulation and augmented oxygen diffusion distance.
These changes impact adversely on an individual’s psychosocial sphere. Older persons
experience distress from a decline in cognitive
and mnemonic capacity, loss of libido, retirement from productive life and fear of dieing.
Aging may be accompanied by increased anxiety, sadness, depression and irritability, with a
general sense of vulnerability and feeling of uselessness for the community and the family in
some cases.
But is the decline in functional and mental
performance an unavoidable part of aging or is
there a better way to age? While the aging
process is genetically predetermined, the agingrelated decline varies considerably with an individual’s lifestyle: a poor lifestyle (sedentary
habits, unbalanced diet, smoking) leads to a
markedly rapid decline in health status. An effective means to stave off the effects of aging is
Vol. 61, N. 2
FAINA
copenia), con aumento proporzionale della massa
grassa, conseguenza anche di un accentuato catabolismo proteico e della perdita della capacità di
riparazione da parte delle cellule satelliti 10.
La sarcopenia, essenzialmente a carico delle fibre
di tipo II 11, è alla base della progressiva riduzione
di forza.
Per quanto concerne le capacità metaboliche il
decremento riguarda tutti e tre i meccanismi energetici cui l’organismo ricorre per eseguire prestazioni atletiche.
Il meccanismo anaerobico alattacido raggiunge
il massimo dell’efficienza in età molto giovanile,
addirittura prima dei venti anni, e quindi decresce
molto rapidamente. Tale riduzione non è correlabile
soltanto con la diminuzione dei depositi di creatinfosfato, che è pari al 15% passando dai 21 ai 70
anni, ma entrano in gioco anche la ridotta elasticità, l’instabilità delle articolazioni di ginocchio e
caviglia, la diminuzione della vista, la paura di
cadere e, infine, il mutamento nella composizione
del muscolo, nel quale, come si è visto, diminuisce
il rapporto tra le fibre di tipo II e quelle di tipo I.
Per il metabolismo anaerobico lattacido si possono
fare considerazioni simili. Con l’invecchiamento,
la capacità del soggetto di produrre e accumulare
acido lattico si riduce nettamente.
Anche la potenza aerobica non sfugge alle regole già viste per le fonti energetiche di tipo anaerobico.
.
A 65 anni il massimo consumo di ossigeno (VO2max)
è circa il 75% di quello di giovani di 25 anni ben
allenati. Tale riduzione è essenzialmente dovuta
alla perdita di efficienza del sistema respiratorio,
alla riduzione della gittata cardiaca, nonché alla
riduzione della capillarizzazione muscolare, con
alterata regolazione della circolazione periferica e
aumento della distanza di diffusione dell’ossigeno.
I mutamenti che avvengono col passare degli
anni si ripercuotono negativamente anche sulla
sfera psico-sociale degli individui. L’anziano, infatti, va incontro a problematiche determinate dal
decadimento delle capacità cognitive e mnemoniche, dal calo della sessualità, dalle ripercussioni
psicologiche dovute al pensionamento e alla paura
della morte. Invecchiando si diventa più ansiosi,
tristi, quando non depressi e irritabili, ci si sente
più vulnerabili e meno utili per la società e, a volte, anche per la famiglia.
Ma il decremento funzionale e il decadimento
psichico sono condizioni ineluttabili della terza età
oppure c’è una possibilità per invecchiare meglio?
È ormai accettato che tale decremento, geneticamente predeterminato, varia significativamente
in funzione dello stile di vita: un cattivo stile di vita
(sedentarietà, cattiva alimentazione, fumo) determina un decadimento più rapido e marcato, mentre un efficace strumento preventivo per invecchiare “meglio e con successo” è sicuramente l’attività
MEDICINA DELLO SPORT
123
FAINA
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
physical activity.12 When performed correctly
and regularly, physical exercise can slow the
physical and psychological deterioration of the
declining years and promote the maintenance of
physical and mental self-sufficiency and independence.
In older persons, physical activity brings about
measurable improvement. With appropriate training
. programs, muscle strength and power,
VO2max, blood pressure, mechanical efficiency,
oxygen transport can all be improved.13-22
Physical activity also impacts positively on cognitive functioning and depression by helping the
older person recognize and utilize his/her personal resources. Psychologically, the main advantages reside in physical activity’s anxiolytic and
antidepressant actions, with improved mood,
increased self-esteem and satisfaction with body
self image, greater faith in oneself and one’s
autonomy, improved socialization and interpersonal contacts and maintenance of a satisfying
emotional life.23-25
Numerous studies have demonstrated that
physical activity in the elderly can counteract the
decline in physical and mental health, improve
muscle strength, cardiovascular efficiency and
mood.
The American College of Sport Medicine 26
has identified five factors closely linked to an
individual’s health and well-being: cardiovascular efficiency, body composition, muscle strength
and resistance, flexibility. In the elderly, besides
maintenance of adequate functional capability
for performing activities of daily living and for
ensuring independence and quality of life, two
other factors correlated to well-being and balance are the ability to react and to move.27
Indeed, falling is one of the primary risk factors
(sequelae to bone fractures) for increased disability in the elderly. Fear of falling creates a
vicious circle that leads an individual to restrict
movement, thus adversely affecting an active
lifestyle.
While physical activity is an important means
of health care prevention, the corollary to a general implementation of physical exercise programs for adults is that such programs be initiated and conducted under the supervision of
professional health care workers. Issues concerning the choice of physical exercise, amount
of exercise useful for muscle work matched to
an individual’s needs, determination of partial or
absolute contraindications to physical activity
124
motoria 12, che, se eseguita correttamente e con
costanza, può rallentare il decadimento fisiologico
e psicologico dell’anziano e favorire il mantenimento dell’autosufficienza e dell’indipendenza, sia
fisica che mentale.
L’attività fisica determina infatti nella popolazione anziana miglioramenti fisiologici misurabili. Con allenamenti appropriati è possibile ottenere
un miglioramento della. forza e della potenza muscolare, un aumento del VO2max, una riduzione della
pressione arteriosa, un aumento dell’efficienza meccanica, un miglioramento della capacità di trasporto dell’ossigeno 13-22.
L’attività fisica influenza positivamente anche le
funzioni cognitive e la depressione aiutando l’anziano a valorizzarsi e a riconoscersi come persona.
Dal punto di vista psicologico i principali vantaggi
sono descritti in un’azione ansiolitica e antidepressiva,
con miglioramento del tono dell’umore, un aumento del livello di autostima e della soddisfazione nella
percezione del proprio corpo, con maggior fiducia
in se stessi a beneficio dell’autonomia, un miglioramento della socializzazione e dei contatti interpersonali, con mantenimento della vita affettiva 23-25.
Numerose evidenze sperimentali indicano quindi che nell’anziano l’attività motoria è in grado di
contrastare il declino delle capacità fisiche e psichiche, migliorando in modo significativo la forza
muscolare, l’efficienza cardiovascolare, il tono dell’umore.
L’American College of Sport Medicine 26 ha identificato cinque fattori strettamente correlati alla salute e allo stato di benessere dell’individuo: l’efficienza
cardiovascolare, la composizione corporea, la forza
muscolare, la resistenza muscolare, la flessibilità.
Negli anziani, peraltro, al fine di mantenere una
capacità funzionale adeguata ad attendere alle normali attività quotidiane e in grado di garantire autonomia individuale e qualità della vita, vanno considerati come fattori correlati allo stato di benessere
anche l’equilibrio, la capacità di reazione e quella di
movimento 27. Va ricordato infatti che le cadute rappresentano negli anziani uno dei principali fattori
di rischio per le potenziali conseguenze che possono avere anche nella prognosi quod vitam (fratture).
E la paura di cadere ingenera un circolo vizioso che
porta il soggetto a limitare progressivamente i propri
movimenti, contribuendo a condizionare in modo
negativo lo stile di vita individuale.
Peraltro, se è accettato che l’attività motoria rappresenta un importante fattore di prevenzione, è
opportuno sottolineare che, quando se ne voglia programmare la diffusione tra la popolazione adulta, ciò
deve avvenire con l’ausilio e il controllo delle scienze mediche. Le problematiche rappresentate dalla
scelta del tipo di prestazione fisica, dalla necessità di
dosare per ciascun individuo la quantità utile di
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
warrant attention to the fact that physical exercise, particularly in older adults, is a means of
therapy that should not be provided indiscriminately but rather graded to an individual’s physical abilities and age. As the body undergoes
considerable change with aging, the primary
objective should not derive from performance
goals but rather orientated toward improving
the individual’s quality of life as can be realistically achieved by increasing (or reducing the
decrease) physical ability and mental functioning.
In brief, given the natural decline in biological
systems and the potential presence of concurrent illnesses in the elderly, setting the right
amount of exercise should be accurately determined by clinico-functional assessment of the
individual before starting with exercise training.
Moreover, the scientific assumptions underlying
a well-designed exercise program will also need
to take account of the reality in which local organizations and facilities operate, for the social context in which older persons live represent a factor that often limits their ability to practice physical activity and/or to take part in a training program.
Generally, two fundamental considerations for
implementing a physical exercise program for
older adults are:
— how and when to involve an older person
living in a specific social context (urban, rural,
small provincial town);
— when an organizational model for physical
activity is compatible with a specific local situation, does it ensure that the training program will
be efficacious in producing a tangible outcome,
i.e., improved physical and psychological functioning?
To respond to these questions, a physical exercise project targeting older adults residing in four
communities in Latium and attending a senior
center was launched (Progetto OASI–ARGENTO). The main project objectives were:
— to verify the operative feasibility (recruitment, motivation, and involvement of participants; enlistment and reservation of facilities,
recruitment and scheduling of program instructors) of an exercise training program for older
adults in a “limited” and “limiting” social reality;
— to verify whether a specifically designed
program could lead to a real improvement in the
physical and psychological functioning of the
Vol. 61, N. 2
FAINA
lavoro muscolare e, infine, dal riconoscimento delle controindicazioni parziali o totali all’attività motoria, indicano infatti come quest’ultima, specialmente
nell’età adulta, sia un “mezzo terapeutico” che non
può essere offerto indistintamente a tutti e che deve
sempre essere graduato alle capacità fisiche e all’età
del soggetto. L’organismo è profondamente modificato e l’obiettivo principale non può e non deve essere la ricerca della performance in senso assoluto,
bensì il miglioramento della qualità della vita, da ottenersi mediante un incremento (o ridotto decremento)
delle capacità motorie e un miglioramento delle funzioni psichiche.
In sintesi nell’anziano, in considerazione sia del
naturale decremento delle qualità biologiche, sia
della possibile presenza di patologie, la scelta della
giusta dose di attività motoria da somministrare
deve essere sempre molto accurata e deve irrinunciabilmente prevedere una preventiva valutazione
clinico-funzionale del soggetto.
Parallelamente bisogna considerare che i presupposti scientifici delineati per trovare concreta realizzazione devono sempre essere calati nella realtà
delle organizzazioni e delle strutture locali. Nello
specifico, infatti, non va trascurato che le realtà sociali nelle quali vivono gli anziani spesso rappresentano un fattore limitante la concreta possibilità di praticare esercizio fisico e/o di fidelizzare il soggetto.
In termini generali, pertanto, quando si voglia far
fare agli anziani della sana attività motoria due
appaiono sovente i quesiti fondamentali:
— come e quando è possibile avviare un anziano, che vive in uno specifico contesto sociale (urbano, rurale, della piccola provincia), alla pratica
dell’attività motoria?
— e quando anche si riesca a creare un modello organizzativo di attività motoria possibile e compatibile con una determinata realtà locale, è certo
che l’attività in tale ambito proposta sia efficace in
termini di risultato, cioè di miglioramento delle
qualità funzionali e psicologiche?
Per dare una risposta, sia pure iniziale e non
esaustiva, a tali quesiti, nello specifico riferiti a una
realtà territoriale della provincia italiana costituita da alcuni piccoli centri, si è dato vita a un progetto per l’avvio alla pratica dell’attività motoria di
un gruppo di anziani residenti in quattro comuni
del Lazio e tutti afferenti a un centro sociale per
anziani (Progetto OASI–ARGENTO).
Gli obiettivi prioritari del progetto sono stati:
— verificare la fattibilità operativa (reclutamento,
motivazione e fidelizzazione degli anziani partecipanti, reclutamento e disponibilità operativa delle strutture identificate per la pratica dell’esercizio
fisico, reclutamento e disponibilità professionale
degli istruttori coinvolti nel progetto) di un programma di attività motoria per anziani in una
realtà sociale “limitata” e “limitante”;
MEDICINA DELLO SPORT
125
FAINA
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
TABLE I.—Example of a typical exercise session.
TABELLA I. — Struttura tipo della seduta di attività motoria.
— Warm-up exercises for 5 min, starting slowly then
progressively faster
— Exercises for stretching muscles and improving flexibility
— Exercises for improving joint flexibility (shoulder,
wrist, ankle)
— Exercises for improving balance and speed of movement
— Muscle strengthening exercises with or without weights for training abdominal, and upper and lower
limb muscles
— Resistance exercises to improve cardiovascular efficiency, including team relay races and games using
a ball or hoops
— Cooling down exercises for 10 min (stretching and
back muscle relaxation)
participants and was efficacious in producing
results consistent with published data.
Materials and methods
A total of 47 nonexercisers (10 men and 37
women) residing in four communities in Latium
and attending a senior center were recruited for
the study. All gave their informed consent to participate. Of these, 32 (5 men and 27 women;
mean age, 66.19±6.92 years; mean height 155±7
cm) completed the study.
In accordance with international guidelines,26
all participants had received from their treating
physician a certification of fitness to take part in
the planned exercise program. The 10-week program consisted of twice weekly sessions of about
60 min each. The program design took account
of the local social and organizational situation.
Overall program duration, number of weekly sessions and duration of each session were considered adequate for providing an amount and intensity of exercising sufficient to effectively stimulate
physical and mental capabilities, while reducing
the risk of dropping out of the study and/or lowering the willingness of participants to continue
their commitment.
The method and types of exercise training
were defined in accordance with published data
as regards those factors most closely correlated
with the health and well-being of older persons:26,
27 muscle strength and resistance, flexibility, car-
126
— verificare se il programma di attività motoria proposto, adeguato alla situazione logistica e
compatibile con le specifiche condizioni operative
realizzate, fosse in grado di determinare un reale
miglioramento delle capacità fisiche e psichiche dei
soggetti coinvolti e risultasse quindi efficace in accordo con quanto documentato in letteratura.
Materiali e metodi
Sono stati reclutati e, dopo essere stati informati dello scopo dello studio, hanno volontariamente accettato di prendervi parte, 47 soggetti (37 donne e 10
uomini), anziani non sportivi, residenti in quattro
comuni del Lazio e che frequentano un centro per
anziani. Di questi 32 (27 donne e 5 uomini), di età
media pari a 66,19±6,92 anni e di altezza media
pari a 155±7 cm, hanno completato lo studio.
In accordo con le linee guida internazionali 26,
tutti i partecipanti avevano ottenuto il preventivo
permesso da parte del medico curante alla pratica
dell’attività fisica prevista dallo studio.
Ai soggetti è stato somministrato un programma
di attività motoria della durata complessiva di dieci settimane, caratterizzato da due sedute settimanali,
ciascuna della durata di circa 60 minuti. Tale programma è stato definito in considerazione della particolare realtà socio-organizzativa. La durata complessiva (dieci settimane), così come il numero di
sedute settimanali e la loro singola durata si sono
infatti ritenuti adeguati a garantire la pratica di
attività motoria in quantità e intensità sufficiente
a stimolare efficacemente le capacità fisiche e psichiche, riducendo al minino il rischio di abbandono e/o riduzione di impegno da parte dei soggetti.
La metodologia di allenamento utilizzata, in termini di tipologia del lavoro proposto, è stata anch’essa definita in accordo con quanto riportato in letteratura 26, 27, relativamente ai fattori più strettamente correlati alla salute e allo stato di benessere
dell’anziano e che, pertanto, appare opportuno stimolare: la forza e la resistenza muscolare, la flessibilità, l’efficienza cardiovascolare, l’equilibrio, la
capacità di reazione e quella di movimento.
A tal fine ogni singola seduta è stata strutturata
secondo quanto descritto in Tabella I.
Analogamente ad altri studi riportati in letteratura 28 non è stato previsto il gruppo di controllo.
Partendo infatti dal presupposto che un anziano
che non fa attività fisica non può migliorare le proprie capacità e che pertanto un gruppo di controllo avrebbe fornito un risultato ovvio e, conseguentemente, inutile, si è ritenuto sufficiente limitare la
misura, nel gruppo dei soggetti partecipanti, esclusivamente agli eventuali effetti positivi del programma di attività motoria somministrato.
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Giugno 2008
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
FAINA
TABLE II.—International classification of adult underweight, normal range, overweight and obesity ranges according to body mass index (BMI, weight in kg divided by height in meters squared).
TABELLA II. — Indice di massa corporea: intervalli numerici che definiscono un soggetto sottopeso, normopeso o
sovrappeso.
Emaciation
Severe
thinness
Moderate
thinness
Mild
thinness
Normal
range
Preobese
Obese class
I & II
Obese class
III
<14.9
15-15.9
16-16.9
17-18.4
18.5-24.9
25-29.9
30-39.9
>40
diovascular efficiency, balance, reaction capability and movement capability. Table I illustrates
the training regimen for each session.
As reported in similar studies,28 the study
design did not include a control group.
Assuming that an elderly nonexerciser cannot
improve his/her abilities and that a control
group would have produced fairly obvious
results, it was considered sufficient for the purposes of this study to measure and record only
the positive changes the exercise training program had on the study sample. All subjects
underwent assessment before (baseline) and
on completion of the study. Assessment comprised: 1) anthropomorphic evaluation; 2) physical examination with measurement of several
organ and functional abilities; 3) psychological
testing to measure the degree of satisfaction
with body shape and mood. Baseline and final
assessments were performed on one day (9:0013:00 and 15:00-19:00), with one group evaluated in the morning and the other in the afternoon. Each group completed the test battery
at baseline and final examination in about four
hours and during the same part of the assigned
day.
Anthropometric evaluation
Height and weight were measured with subjects standing and in stocking feet; from these
values the Body-mass Index (BMI, weight in
kg divided by height in meters squared) was
calculated. BMI, a widely used measure to determine whether an individual’s weight falls within the normal range, is a basic expression of
body composition and a useful tool for computing fatty mass, whereby the higher the BMI
the higher the percentage of fatty mass (Table
II).
BMI is also correlated with risk of death 26
from a variety of illnesses (cardiovascular diseases, diabetes, hypertension), where a BMI >40
indicates maximum risk.
Vol. 61, N. 2
A tal fine, prima e al termine del periodo di attività fisica i soggetti sono sottoposti a: 1) valutazione
antropometrica; 2) valutazione fisiologica, finalizzata alla misura di alcune capacità organico-funzionali; 3) valutazione psicologica, finalizzata alla
misura del grado di soddisfazione-insoddisfazione
rispetto alla percezione di una serie di distretti corporei, nonché alla misura del tono dell’umore.
Sia i test “d’ingresso” che quelli di “controllo”
sono stati somministrati in un’unica giornata (dalle 09:00 alle 13:00 del mattino e dalle 15:00 alle
19:00 del pomeriggio) avendo cura di suddividere
gli anziani in due gruppi, uno per la mattina e uno
per il pomeriggio. Ciascun gruppo ha sempre completato la propria batteria di test, sia d’ingresso che
di controllo, in circa quattro ore e nella medesima
parte della giornata.
Valutazione antropometrica
Sono stati misurati, in stazione eretta e in assenza
di calzature, altezza e peso di tutti i soggetti. Dai valori ottenuti è stato calcolato il body mass index (BMI)
o indice di massa corporea: BMI=(Massa corporea
[kg])/(Altezza al quadrato [m2]) ovvero BMI=kg/m2.
Il BMI, molto usato in ambito clinico per determinare se il soggetto cade entro un peso normale, rappresenta un’elementare espressione della composizione corporea e un indice utile a una sua semplice valutazione in termini di incidenza della massa
grassa. Tanto più elevato è il suo valore, tanto maggiore è la percentuale di massa grassa (Tabella II).
È noto che il BMI è correlato al rischio di morte 26
connesso a patologie di diversa natura (malattie
cardiovascolari, diabete, ipertensione), dove il rischio
massimo si ha per BMI >40.
Valutazione fisiologica
In riferimento a quanto riportato in letteratura,
nonché in considerazione dello specifico contesto
organizzativo, è stata scelta e utilizzata una batteria di test “da campo” semplici, di facile impiego e
ampiamente validati per i quali si dispone di valori internazionali di riferimento 27, 29, 30-34, al fine di
facilitarne l’effettuazione, eliminare la necessità di
complesse apparecchiature e ridurre i costi e i tempi di esecuzione.
In tale ambito va altresì sottolineato che la batteria
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127
FAINA
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
Physical fitness examination
Based on previous reports and given the organizational situation of this study, a battery of
field tests was administered. Simple to use and
widely validated with ample reference data, 7,
29-34 the tests can be performed quickly and without special equipment, thus reducing testing cost
and time. The tests are also particularly suited for
measuring improvement in functional abilities
in the elderly:27, 32 resistance to walking, ability
to get up from a chair, flexibility, rapid movement
and balance all of which are essential for carrying out activities of daily living such as washing
one’s back, putting on socks, and doing the
shopping.
BACK SCRATCH TEST
This test assesses upper body and shoulder
flexibility. While standing, the subject reaches
one hand over the shoulder on the preferred side
with the palm touching the back and reaches
down the back as far as possible. The other hand
is placed up the back from the waist with the
palm facing outwards and reached up the back.
The middle fingers of each hand are pointed
toward each other, trying to touch in the middle
of the back. The tester measures the distance
between the middle fingers. The test score is zero
if the fingers touch, positive if they overlap, and
negative if they do not. Measurements are rounded off to 0.5 cm.
CHAIR SIT AND REACH TEST
This test assesses lower body flexibility. The
subject sits on the edge of a chair with one leg
extended straight out in front of the hip, heel on
the floor and the ankle flexed to 90°. The other
leg is bent and off to the side, with the foot flat
on the floor. With hands overlapping and the
middle fingers even, the subject reaches toward
the toes of the outstretched leg as far as possible.
A minus score is given if the reach is short of the
toes, a plus score if the reach goes beyond the
toes and a zero score if the fingers reach the toes.
Measurements are rounded off to 0.5 cm.
30-SECOND CHAIR STAND TEST
This test assesses lower body (particularly legs)
strength. The subject sits in the middle of a chair
with hands placed on opposite shoulders crossed
128
di test scelta e utilizzata, sempre in accordo con quanto riportato in letteratura 27, 32, si è dimostrata particolarmente adatta a testare, evidenziandone i miglioramenti, qualità funzionali specifiche per l’anziano
quali: la resistenza al cammino, la capacità di alzarsi da una sedia, la flessibilità, la capacità di movimenti rapidi e l’equilibrio, essenziali per l’assolvimento di esercizi “quotidiani”, quali il lavarsi la schiena, il mettersi i calzini, l’andare a fare la spesa. I test
utilizzati per la valutazione di alcune delle capacità
organico-funzionali di base sono stati i seguenti:
BACK SCRATCH TEST (Grattata di schiena)
Questo test valuta la flessibilità dell’articolazione
scapolo-omerale, cioè il grado di elasticità e flessibilità della spalla. Il soggetto, in piedi, dopo aver
scelto quale arto preferisce alzare al di sopra della
spalla, con il gomito puntato verso l’alto porta la
mano il più in basso possibile dietro la schiena, con
il palmo rivolto in basso e le dita estese, cercando di
toccare le dita dell’altra mano, portata il più in alto
possibile dietro la schiena con il palmo rivolto in
alto e le dita estese. L’esaminatore misura la distanza tra le punte del dito medio di ciascuna mano. Il
punteggio del test è zero se le punte delle dita si toccano, ha valore positivo se le dita si sovrappongono,
ha valore negativo se le dita rimangono a distanza
senza riuscire a toccarsi. La misurazione viene
approssimata a 0,5 cm.
CHAIR SIT AND REACH TEST (Piegamento dalla sedia)
Questo test valuta la flessibilità lombo-sacrale,
cioè il grado di elasticità e flessibilità del tratto lombo-sacrale della colonna vertebrale. Al soggetto,
seduto sul bordo di una sedia, viene chiesto di estendere uno degli arti inferiori (a scelta), con il tallone poggiato a terra e la caviglia flessa a 90°. L’altro
arto rimane piegato con il piede poggiato a terra.
Con le mani sovrapposte e unite il soggetto flette il corpo in avanti, cercando di raggiungere con la punta del dito medio la punta del primo dito del piede
dell’arto esteso. L’esaminatore misura la distanza tra
le punte del dito medio delle due mani e la punta del
primo dito del piede dell’arto esteso.
Il punteggio del test è zero se le dita delle mani toccano la punta del primo dito del piede, ha valore
positivo se vanno oltre, ha valore negativo se rimangono a distanza senza riuscire a toccare.
La misurazione viene approssimata a 0,5 cm.
30 SECOND CHAIR STAND TEST (Alzarsi dalla sedia)
Questa prova valuta la resistenza alla forza degli
arti inferiori. Il soggetto, seduto con gli arti superiori immobili incrociati sul petto, deve alzarsi dalla sedia il più velocemente possibile estendendo completamente le gambe e deve tornare nella posizione
seduta in modo continuativo per 30 secondi. Per
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PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
at the wrists. Feet are kept flat on the floor and
the back straight. When signaled to start, the subject rises to a full stand and then sits back down
again. This is repeated for 30 s. The number of
times the subject comes to full standing position
in 30 s is recorded.
30-SECOND ARM CURL TEST
This test assesses upper limb muscle strength.
The subjects is seated in a straight back chair.
The tester gives the subject a dumbbell to use in
their dominant hand (2.3 kg for women and 3.6
kg for men). Holding the arm firm with the free
hand, the subject raises the dumbbell to the forearm as quickly as possible by flexing the elbow
and returns it to the start position. The score is the
number of times the subject repeats the movement in 30 s.
EIGHT FEET UP AND GO TEST
This test assesses agility and dynamic balance.
The subject gets up from a seated position and
walks as quickly as possible, without running,
around a cone that is 2.4 m away and returns to
the seated position. Performance is timed with a
stop watch and the measurement rounded off to
0.01 seconds.
FAINA
la valutazione della prestazione viene calcolato il
numero di ripetizioni in 30 s.
30 SECOND ARM CURL TEST (Piegamento del braccio)
Questa prova valuta la resistenza alla forza degli
arti superiori. Il soggetto, seduto su una sedia, si
posiziona con un arto superiore (a scelta) completamente esteso verso il basso lungo il corpo, tenendo nella mano un peso a forma di bilanciere. Il
peso è di 2,3 kg per le donne e di 3,6 kg per gli uomini. Il soggetto, mantenendo il braccio fermo, deve sollevare il peso il più velocemente possibile, flettendo
completamente il gomito fino a portare l’avambraccio
sul braccio, e deve tornare alla posizione di partenza
con l’arto esteso in modo continuativo per 30 s. Per la
valutazione della prestazione viene calcolato il
numero di ripetizioni in 30 s.
EIGHT FEET UP AND GO TEST (Percorso in velocità di 5
metri)
Questo test valuta la capacità di movimento rapido e l’equilibrio. Il soggetto è seduto su una sedia
appoggiata al muro. Da questa posizione deve alzarsi il più velocemente possibile, camminare il più velocemente possibile, senza correre, verso un birillo,
posizionato a 2,4 m di distanza, girare intorno al
birillo e tornare, sempre camminando il più velocemente possibile, alla posizione di partenza sedendosi nuovamente. Per la valutazione della prestazione
viene cronometrato, approssimato a 0,01 s, il tempo impiegato dal soggetto a effettuare il percorso.
6-MINUTE WALK TEST
6 MINUTE WALK TEST (Cammino di 6 minuti)
This test assesses cardiovascular efficiency. It
involves walking continuously around a 50-m
course, covering as much distance as possible in
6 minutes. The tester gives the start and stop signals. Performance is measured in the length of
distance covered within 6 minutes. Based on the
length of distance, this indirect submaximal
test
.
gives an estimate of the subject’s VO2max.
Questa prova valuta l’efficienza cardiovascolare.
Il soggetto deve camminare il più velocemente
possibile, senza correre, per 6 minuti lungo un circuito della lunghezza di 50 m. L’esaminatore dà il
via e lo stop al termine dei 6 minuti. Per la valutazione della prestazione viene misurata la distanza percorsa dal soggetto. Si tratta di un test indiretto
sottomassimale che,. in base alla distanza percorsa,
riesce a stimare il VO2max del soggetto.
Psychological assessment
Valutazione psicologica
The psychological assessment tools were
selected according to the same criteria as for the
physical fitness tests. Two self-report, easy to use
and widely validated questionnaires were given.35, 36
BODY SATISFACTION SCALE TEST
The body satisfaction scale test (BSS) is a questionnaire that investigates a subject’s degree of satisfaction-dissatisfaction with his/her perception of
Vol. 61, N. 2
I medesimi criteri adottati per i test fisiologici sono stati utilizzati per la scelta dei test psicologici. Si è optato
per due semplici test autovalutativi, di facile somministrazione e ampiamente validati in letteratura 35, 36.
BODY SATISFACTION SCALE TEST
Il body satisfaction scale test (BSS) valuta il grado di soddisfazione-insoddisfazione rispetto alla
percezione di 13 distretti corporei: testa, viso, mento, naso, bocca (capo); spalle, collo, torace, pancia
(tronco); braccia, mani, gambe, piedi (arti). Il punteggio complessivo per ogni area (capo, tronco, arti),
MEDICINA DELLO SPORT
129
FAINA
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
13 parts of the body: face, chin, nose, mouth
(head); shoulders, neck, chest, stomach (trunk);
arms, hands, legs, feet (limbs). The total score
for each body area (head, trunk, limbs) is derived
from a 7-point scale from 1 (very satisfied) to 7
(very dissatisfied) and calculated by adding up the
points assigned to the parts of a body area to
obtain the degree of satisfaction-dissatisfaction
with a certain body area. The sum of the points
assigned for all 13 parts of the body yields the
total score for satisfaction-dissatisfaction with the
body as a whole.
SELF-RATING DEPRESSION SCALE TEST
The self rating depression scale test (SRDS)
investigates for the presence or absence of
depression. The questionnaire consists of 20 items
framed in terms of positive and negative statements in reference to a specific depressive symptom. Each item is scored on a Likert scale ranging from 1 to 4 (never or rarely; sometimes; often;
almost always - always). A total score is derived
by summing the individual item scores. Each item
identifies specific signs and symptoms, yielding
a quantitative measure of their severity (score 14), while a subset of items indicates the areas
where the subject experiences more problems.
Some items in the subset investigate for mood,
while others investigate for sleep disturbance.
Taken together, the 20 items yield a quantitative
definition of the degree of global depression in
the subject.
To ensure objectivity and validity of the results,
the subjects are unable to guess whether the
response is interpreted as being negative or positive, since the items are not always assigned
points from 1-4, i.e., from never to always.
Final assessment is obtained by adding up the
points assigned to each item to arrive at the total
score. The total score can be transformed into a
SDS index according to the formula: total
score/maximum scale score ×100. The SDS index
indicates how depressed a subject is at that
moment. Values <50 indicate no disturbance, 5059 mild depression, 60-69 moderate depression,
≥70 severe depression.
Statistical analysis
Baseline and final assessment values were
compared by means of a variety of statistical tests.
130
su una scala che va da 1=molto soddisfatto a 7=molto insoddisfatto, calcolato sommando i punteggi
relativi alle parti del corpo che costituiscono quella
determinata area, valuta il grado di soddisfazione-insoddisfazione rispetto alla percezione di quella determinata area del corpo. La somma dei punteggi ottenuti per tutti e 13 i distretti valuta il grado
di soddisfazione-insoddisfazione rispetto alla percezione del corpo nel suo insieme.
SELF-RATING DEPRESSION SCALE TEST
Il self-rating depression scale test (SDS) valuta la presenza, o meno, di uno stato depressivo nel soggetto.
Il questionario è costituito da 20 quesiti (item) ai
quali il soggetto è chiamato a rispondere in base alla
condizione nella quale meglio si riconosce. Ciascuno
dei quesiti fa riferimento a uno specifico e caratteristico
sintomo depressivo. Per ciascun quesito la valutazione avviene secondo quattro possibilità: mai o raramente; qualche volta; spesso; quasi sempre - sempre.
Ciascun quesito consente di individuare specifici segni e sintomi presenti nel paziente, dandone
una valutazione quantitativa di gravità (punteggio
da 1 a 4), mentre l’insieme di più quesiti indica in
quali aree il soggetto vive le sue maggiori difficoltà.
Vi sono, ad esempio, quesiti che nell’insieme esplorano il tono dell’umore, altri che nell’insieme misurano l’eventuale presenza di un disturbo del sonno.
Nel loro insieme i 20 quesiti consentono di definire
quantitativamente l’entità del disturbo depressivo
globale presente nel soggetto preso in esame.
A garanzia dell’obiettività e validità dei risultati
i soggetti non sono in grado di “intuire” l’interpretazione negativa o positiva delle diverse risposte, in
quanto i punteggi alle diverse risposte non sono sempre nell’ordine da 1 a 4, cioè dal mai al sempre.
La valutazione finale viene fatta sommando i punteggi attribuiti alle singole risposte al fine di ottenere
un punteggio totale. Il punteggio totale può essere
trasformato in un indice SDS secondo la seguente
formula: (punteggio totale/punteggio massimo della
scala) ×100. L’indice SDS è indicativo di “quanto” è
depresso in quel momento il soggetto. Per valori inferiori a 50 vi è assenza di disturbo, tra 50 e 59 depressione di grado leggero, tra 60 e 69 depressione di
grado moderato, oltre 70 depressione grave.
Analisi statistica
Le misure ottenute nei test di ingresso e di controllo
sono state sottoposte ad analisi statistica.
Per il calcolo dell’analisi statistica relativa alle
variabili antropometriche e fisiologiche si è proceduto come segue: 1) sono state misurate, per
ogni variabile, le differenze tra i valori rilevati
prima e dopo il trattamento, utilizzando l’ANOVA
one-way a misure ripetute; 2) è stata determina-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
Weight (kg)
BMI
Final
P value
75.42±10.27
31.30±4.084
74.78±10.18
31.04±4.114
<0.01
<0.01
Plus-minus values are means ±SD; BMI: body mass index; SD:
standard deviation.
One way ANOVA for repeated measures was
employed to compare changes between pre- and
post-treatment values of the anthropomorphic
and physical fitness variables; Pearson’s coefficient
correlation was calculated to determine relationships between post-treatment physical fitness
values; Pearson’s coefficient correlation was calculated to determine relationships between physical fitness and BMI values measured before and
after treatment. Nonparametric statistical tests
were applied to the psychological assessment
scores. The Wilcoxon matched pairs test was
used to determine pre- and post-treatment differences in scores for each variable; Spearman’s
coefficient correlation was applied to determine
relationships between post-treatment scores.
Statistical values are expressed as the mean±standard deviation. The level of statistical significance
was set at P<0.05.
Results
Table III compares the subjects’ anthropometric values (body weight and BMI) measured
before and after treatment. On the whole, these
values are representative of a fairly homogeneous, slightly overweight study sample and
show a post-treatment improvement in body
composition, with a statistically significant reduction (P<0.01) in both body weight (Figure 1) and
BMI (Figure 2). Table IV compares the physical
fitness values measured before and after treatment. Here, too, a statistically significant improvement in all physical abilities after treatment can
be noted. Table V illustrates the changes in psychological assessment scores measured before
and after treatment, with statistically significant differences noted on both scales.
Vol. 61, N. 2
Body weight (kg)
Baseline
78
76
**
74
72
70
Baseline
Final
Figure 1.—Body weight at baseline ■ and final assessment ■ . The weight loss was statistically significant
(**P<0.01).
Figura 1. — Peso corporeo prima ■ e dopo ■ il periodo di
attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine
lo studio. La riduzione appare statisticamente significativa (**=P<0,01).
35
Indice BMI
TABLE III.—Mean weight and body-mass index measured at baseline and final assessment.
TABELLA III. — Valori medi di peso e indice di massa corporea misurati prima e dopo il periodo di attività motoria nei 32 soggetti che hanno completato lo studio.
Nella colonna di destra è indicata la significatività
statistica del miglioramento ottenuto.
FAINA
**
30
25
Baseline
Final
Figure 2.—Body-mass Index (BMI) at baseline ■ and final
assessment ■. The reduction in BMI was statistically significant (**P<0.01).
Figura 2. — Indice di obesità (body mass index, BMI) prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti
che hanno portato a termine lo studio. La riduzione appare
statisticamente significativa (**=P<0,01).
ta la relazione tra i valori delle diverse variabili
fisiologiche misurate dopo il trattamento, mediante calcolo del coefficiente di correlazione di
Pearson; 3) è stata determinata la relazione tra i
valori delle diverse variabili fisiologiche e il BMI
misurati prima e dopo il trattamento mediante
calcolo del coefficiente di correlazione di Pearson.
Per le variabili psicologiche sono state utilizzate
statistiche non parametriche, come segue: 1) sono
state misurate, per ogni variabile, le differenze
tra i valori rilevati prima e dopo il trattamento,
utilizzando il Wilcoxon Matched Pairs Test; 2) è
stata determinata la relazione tra i valori delle
diverse variabili misurate dopo il trattamento,
mediante calcolo del coefficiente di correlazione
di Spearman.
Le statistiche descrittive sono espresse come medie
e deviazioni standard.
La significatività statistica è stata fissata a P<0,05.
MEDICINA DELLO SPORT
131
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
TABLE IV.—Changes in physical functional ability
between baseline and final assessment. The improvement was statistically significant. Plus-minus values
are means ±SD.
TABELLA IV. — Valori misurati nei test utilizzati per la
valutazione delle capacità fisiche prima e dopo il periodo di attività motoria nei 32 soggetti che hanno completato lo studio. Nella colonna di destra è indicata la
significatività statistica del miglioramento ottenuto.
Baseline
Final
P value
16.00±3.07
19.09±2.72
P<0.01
18.53±3.81
21.80±1.94
P<0.01
-8.9±9.4
-2.3±9.1
-6.5±8.4
2.8±8.1
P<0.01
P<0.01
6.21±0.72
512.3±41.3
5.54±0.46
551.3±41.9
P<0.01
P<0.01
25
**
20
Ripetitions
FAINA
15
10
5
0
TABLE V.—Changes in scores on the body satisfaction
scale (BSS) test and the self-rating depression scale
(SRDS) test between baseline and final assessment.
Plus-minus values are means±SD.
TABELLA V. — Valori misurati nei test psicologici utilizzati per la misura del grado di soddisfazione corporea
(BSS) e del tono dell’umore (SRDS) prima e dopo il
periodo di attività motoria nei 32 soggetti che hanno
portato a termine lo studio. Nella colonna di destra è
indicata la significatività statistica del miglioramento ottenuto.
BSS (head)
BSS (trunk)
BSS (limbs)
BSS-body
SRDS
Baseline
Final
P value
14.4±5.61
18.1±4.23
16.9±4.53
49.4±11.23
52.1±9.59
11.4±2.48
11.0±3.52
11.6±4.12
34.0±7.2
40.5±8.29
P<0.05
P<0.01
P<0.01
P<0.01
P<0.01
There was a statistically significant improvement in upper and lower limb muscle strength
(P<0.01); an increase in performance on both
the arm curl and the chair stand tests (Figure 3);
a statistically significant improvement in lower
body (chair seat and reach) and upper body
flexibility (back scratch) (P<0.01) (Figure 4); a statistically significant improvement in dynamic
movement (P<0.01), with shorter running time on
the 8-feet up and go test (Figure 5); a statistically significant improvement in cardiovascular efficiency (endurance) (P<0.01), with an increase
in the number of meters walked on the 6-minute
walk test (Figure 6); a statistically significant
increase in satisfaction with body image and a
132
Chair stand
Baseline
Arm curl
Final
Figure 3.—Muscle resistance in upper (arm curl) and lower (chair stand) limbs at baseline and final assessment.
The improvement on both tests was statistically significant (**P<0.01).
Figura 3. — Resistenza alla forza degli arti superiori (arm
curl) e inferiori (chair stand) prima ■ e dopo ■ il periodo
di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine
lo studio. Il miglioramento appare in entrambi i casi statisticamente significativo (**=P<0,01).
10
5
**
cm
Chair stand (repetition)
Arm curl (repetition)
Back Scratch (cm)
Chair Seat Reach
(cm)
5 m up and go (s)
6’ walk test (m)
**
0
-5
-10
**
Back scratch
Baseline
Chair seat and reach
Final
Figure 4.—Upper (back scratch) and lower (chair seat) body
flexibility at baseline and final assessment. The improvement on both tests was statistically significant (**P<0.01).
Figura 4. — Flessibilità scapolo-omerale (back scratch) e
lombo-sacrale (chair seat and reach) prima ■ e dopo ■ il
periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare in entrambi i casi statisticamente significativo (**=P<0,01).
Risultati
Per ciò che concerne la valutazione antropometrica i valori di peso e BMI rilevati prima e dopo il
periodo di attività motoria sono riportati in Tabella
III. Tali valori, che appaiono rappresentativi di un
campione sostanzialmente omogeneo e caratterizzato
da un lieve grado di obesità, permettono di rilevare
il miglioramento della composizione corporea con
riduzione statisticamente significativa (P<0,01), sia
del peso (Figura 1) che del BMI (Figura 2).
Per ciò che concerne la valutazione fisiologica i
valori misurati nei test somministrati prima e dopo
il periodo di attività motoria sono riportati in Tabella
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Giugno 2008
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
Self rating depression scale test
Eight feet up and go (s)
7
6.5
6
**
5.5
5
4.5
4
Baseline
Final
Figure 5.—Speed of movement at baseline ■ and final assessment ■. The improvement was statistically significant (**P<0.01).
Figura 5. — Capacità di movimento rapido prima ■ e
dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare statisticamente significativo (**=P<0,01).
FAINA
60
50
**
40
30
20
10
0
Baseline
Final
Figure 8.—Mood as measured with the self-rating depression scale test at baseline ■ and final assessment ■. The
improvement was statistically significant (**P<0.01).
Figura 8. — Tono dell’umore prima ■ e dopo ■ il periodo
di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine
lo studio. Il miglioramento appare statisticamente significativo (**=P<0,01).
6-min walk test (m)
600
**
550
500
450
Baseline
Final
Figure 6.—Aerobic resistance at baseline ■ and final assessment
■. The improvement was statistically significant (**P<0.01).
Figura 6. — Resistenza aerobica prima ■ e dopo ■ il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare statisticamente
significativo (**=P<0,01).
Body satisfaction scale tests
50
40
**
30
20
10
0
*
Head
Baseline
**
Trunk
**
Limbs
Body
Final
Figure 7.—Satisfaction with body image as measured with
the Body Satisfaction scale test at baseline ■ and final
assessment ■. The difference was statistically significant
(*P<0.05; **P<0.01).
Figura 7. — Grado di soddisfazione corporea misurato
mediante il Body Satisfaction Scale test prima ■ e dopo ■
il periodo di attività fisica nei 32 soggetti che hanno portato a termine lo studio. Il miglioramento appare statisticamente significativo (*=P<0,05 e **=p<0,01).
Vol. 61, N. 2
IV. Essi permettono di rilevare il miglioramento di
tutte le capacità fisiche prese in considerazione,
con differenze che risultano statisticamente significative in tutti i test utilizzati.
Per ciò che concerne la valutazione psicologica
i valori registrati nei test somministrati prima e dopo
il periodo di attività motoria sono riportati in Tabella
V. Essi permettono di rilevare il complessivo miglioramento dello stato psichico del soggetto, con differenze che risultano statisticamente significative per
entrambi i test utilizzati.
Nello specifico dei risultati ottenuti si evidenzia:
1) un miglioramento statisticamente significativo
(P<0,01) della resistenza alla forza, sia della muscolatura degli arti superiori che della muscolatura
degli arti inferiori, con aumento delle ripetizioni
effettuate in 30 s tanto nell’arm curl test quanto nel
chair stand test (Figura 3); 2) un miglioramento
statisticamente significativo (P<0,01) della flessibilità, sia della cerniera lombosacrale (chair seat
and reach), sia dell’articolazione scapolo-omerale
(back scratch) (Figura 4); 3) un miglioramento statisticamente significativo (P<0,01) della capacità
di movimento rapido con riduzione del tempo di
percorrenza nel eight feet up and go test (Figura
5); 4) un miglioramento statisticamente significativo (P<0,01) dell’efficienza cardiovascolare (endurance), con aumento dei metri percorsi nel 6’ walk
test (Figura 6); 5) un aumento statisticamente significativo del grado di soddisfazione corporea, con
riduzione del grado soggettivo di insoddisfazione
sia nei confronti dei singoli distretti (capo P<0,05,
tronco e arti P<0,01) che del corpo nel suo insieme
(P<0,01) (Figura 7); 6) un miglioramento statisticamente significativo (P<0,01) del tono dell’umore,
con riduzione dello stato depressivo (Figura 8).
In Tabella VI sono riportati i risultati delle correlazioni misurate dopo il trattamento tra le diver-
MEDICINA DELLO SPORT
133
FAINA
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
TABLE VI.—Relationship between physiologic and psychological variables measured at final assessment. Statistical
significance set at P<0.05.
TABELLA VI. — Relazione tra le differenti variabili fisiologiche e le diverse variabili psicologiche misurate dopo il
trattamento (significatività statistica da P<0,05).
Upper body
flexibility
Lower body
flexibility
Arm
strength
Leg
strength
Speed
Resistance
BSS
Depression
Upper body flexibility
—
NS
NS
NS
NS
—
—
Lower body flexibility
NS
NS
NS
NS
—
—
Arm strength
P<0.05
r=0.42
NS
P<0.05
r=0.42
—
NS
—
NS
NS
—
—
Leg strength
NS
NS
NS
—
NS
—
—
Speed
NS
NS
—
—
NS
—
NS
—
P<0.05
r=-0.38
NS
—
NS
Resistance
BSS
P<0.01
r=-0.53
NS
—
P<0.01
r=-0.53
P<0.05
r=-0.38
—
NS
—
—
—
—
—
Depression
—
—
—
—
—
—
P<0.01
r=0.69
—
P<0.01
r=0.69
—
BSS: body satisfaction scale; NS: not significant.
TABLE VII.—Relationship between physiologic variables and BMI measured at baseline and final assessment.
Statistical significance set at P<0.05.
TABELLA VII. — Relazione esistente tra le diverse variabili fisiologiche e il BMI misurati prima e dopo il trattamento
(significatività statistica da P<0,05).
Upper body
flexibility
Lower body
flexibility
Arm
strength
Leg
strength
Speed
BMI (before)
NS
NS
NS
NS
NS
BMI (after)
NS
NS
NS
NS
NS
Resistance
P<0.05
r=-0.43
NS
BMI: body mass index; NS: not significant.
reduction in dissatisfaction with specific body
areas (head, P<0.05; trunk and limbs, P<0.01)
and with the entire body (P<0.01) (Figure 7); a
statistically significant improvement was noted in
mood (P<0.01), with a reduction in depression
(Figure 8).
Table VI shows the correlations between physical and psychological variables measured after
treatment. Table VII compares the correlations
between physical variables and BMI before and
after treatment. Overall, the results demonstrate:
positive significant correlations between flexibility variables, between psychological variables,
between muscle strength and dynamic movement; a significant inverse correlation between
BMI and muscle resistance before treatment; no
significant correlation between BMI and physical
variables after treatment.
134
se variabili fisiologiche e tra le diverse variabili psicologiche. In Tabella VII sono riportati i risultati
delle correlazioni misurate prima e dopo il trattamento tra le diverse variabili fisiologiche e il BMI.
Nello specifico dei risultati ottenuti si evidenzia: a)
una correlazione positiva significativa tra i parametri di flessibilità; b) una correlazione positiva significativa tra i parametri relativi allo stato psichico del soggetto; c) una correlazione positiva significativa tra le
capacità di forza e la capacità di rapido movimento;
d) una correlazione inversa significativa tra il BMI e
la capacità di resistenza prima del trattamento; e)
nessuna correlazione significativa tra il BMI e le diverse variabili fisiologiche dopo il trattamento.
Discussione
I risultati ottenuti confermano che anche il soggetto
anziano risponde positivamente, adattandosi, allo
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Giugno 2008
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
Discussion
Our study results show that elderly subjects
respond positively to a brief exercise training
program and are able to adapt to training that
stimulates physical functional abilities 13-15, 18, 19
and psychological well-being.23-25 Improved physical functional capacity was observed across all
variables for both musculomechanical and metabolic parameters. Muscle strength training can
improve these abilities 16, 21, 22 by reducing protein catabolism and recovering the anabolic
phase,37 leading to a reduction in sarcopenic
deficit of fast twitch muscle fibers 38 and a reduction in the mitochondrial aging process, with
diminished oxidative damage 39 and recovery of
calcium homeostasis and increased calcium concentration in the myotubes.40
Resistance training is also able to improve
these abilities in seniors.41 This improvement
results from cardiovascular adaptation (central
adaptation), with augmented systolic volume 17,
42 and from peripheral adaptation, with increased
oxygen diffusion 42 and greater capacity to utilize
energy substrates,43 along with enzymatic adaptation (increased cytochrome oxidase) and
increased mitochondrial volume.44
In addition, our results also show that even in
nonexercising seniors a simple, inexpensive exercise program conducted with elementary level
facilities is sufficient and efficacious in producing an improvement in body composition, in
physical fitness and in raising self-esteem and
mood.
A physical exercise program like that conducted in this study would probably not have
produced significant changes in elite or amateur
athletes who regularly practice sports. For the
amount and intensity of physical activity that
effectively produces measurable morphologic,
physiologic and psychological improvement
depends on baseline levels of physical fitness. In
this study population, however, the improvement noted in physical fitness and psychological
well-being was not strictly correlated with the
achievement of specific performance levels;
instead, the aim was to attain independence and
physical safety in a group of older adults within a context of routine daily activities, as well
as to promote socialization and emotional wellbeing.
With these objectives in mind the exercise
training program was defined according to pub-
Vol. 61, N. 2
FAINA
stimolo allenante, come già noto sia per le capacità
fisiche 13-15, 18, 19, sia per lo stato psichico 23-25.
Nello specifico delle capacità fisiche il miglioramento riguarda tutti i parametri esaminati, sia meccanico-muscolari che metabolici.
Si conferma come l’allenamento alla forza sia
in grado di indurre nell’anziano un miglioramento di questa capacità 16, 21, 22. Tale miglioramento
può essere riferito sia a una riduzione del catabolismo proteico e recupero della fase anabolica 37,
con conseguente riduzione del deficit sarcopenico
a carico delle fibre veloci 38, sia a una riduzione del
processo di senescenza mitocondriale, con diminuzione del danno ossidativo 39 e recupero dell’omeostasi del calcio, con incremento della sua concentrazione nei miotubi 40.
Si conferma come l’allenamento di resistenza sia
anch’esso in grado di indurre nell’anziano un miglioramento di questa capacità 41. Tale miglioramento
può essere riferito sia ad adattamenti centrali di tipo
cardiovascolare, con aumento del volume di scarica
sistolica 17, 42, sia ad adattamenti periferici, con maggiore capacità di diffusione dell’ossigeno 42 e migliore capacità di utilizzo dei substrati energetici 43.
L’allenamento di resistenza provoca anche adattamenti enzimatici (aumento della citocromo-ossidasi) e un aumento di volume dei mitocondri 44.
I risultati confermano inoltre che, in soggetti anziani non sportivi, anche un piano di attività motoria
molto semplice, realizzato senza ricorrere a significativi impegni economici e utilizzando strutture operative e sportive di minimo, se non nullo, livello, è sufficiente ed efficace a determinare un miglioramento
della composizione corporea, un aumento del livello
di capacità ed efficienza fisica, nonché un miglioramento del livello di autostima e del tono dell’umore.
È possibile, infatti, che un piano di attività motoria, quale quello del quale si è voluto verificare l’efficacia, non sia in grado di determinare risultati
significativi se proposto a soggetti master allenati
che praticano attività sportiva a livello agonistico o
amatoriale, e che la quantità/intensità di attività
efficace a indurre miglioramenti morfologici, fisiologici e psicologici misurabili e significativi dipenda dalle condizioni fisiche di partenza.
Ma nello specifico è evidente che i miglioramenti registrati sono riferibili a capacità funzionali e
condizione psicologica non strettamente correlate al
raggiungimento di particolari performance agonistiche ma essenziali comunque a garantire autonomia e sicurezza fisica nell’ambito delle normali attività quotidiane, nonché a favorire la socializzazione e la vita affettiva.
Nell’ambito di tali obiettivi il programma di allenamento utilizzato è stato definito in accordo con
quanto riportato in letteratura 20, 45. Esso ha previsto semplici esercizi per il miglioramento della flessibilità e della mobilità articolare, esercizi di pro-
MEDICINA DELLO SPORT
135
FAINA
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
lished guidelines 20, 45 and included mixed, simple exercises for increasing joint flexibility and
proprioception exercises for improving walking
and dynamic balance through muscle strengthening and weight lifting, as well as light aerobic
exercises to increase resistance. Each training
session started with warm-up and stretching
exercises to reduce the risk of trauma and ended with cooling down exercises for breathing
and back relaxation to promote recovery.
Particular attention was paid to the psychological aspect of the session, ensuring that exercises were interesting, motivating and involving,
including the use of games to enhance communication and socialization that would benefit participants’ overall sense of well-being. The regimen of twice weekly 1-h sessions was intended
to accommodate participants’ needs and to
ensure continuity and progression in work load.
The program duration was set at 10 weeks to
reduce the risk of withdrawal and/or diminished
participation; it proved sufficient for ensuring
adequate amounts and intensity of physical exercise that was sufficient for effectively improving
physical functional ability and psychological
well-being.
The improvement in muscle strength was basically related to neural factors:5, 46, 47 muscle hypertrophy develops only in programs lasting longer
than 12 weeks.48 The lack of correlation between
post-treatment changes in BMI and muscular
strength indirectly confirms that improved body
composition does not occur with significant muscular hypertrophy in increasing physical ability.
In addition, the improvement in the other physical functional abilities appears to be independent of reduced BMI; indeed, the inverse correlation between BMI and muscle resistance gradually weakened.
As reported in a previous study,26 measurement of BMI shows that its reduction with physical activity is important for lowering the risk of
developing diverse illnesses (cardiovascular diseases, diabetes, hypertension). Energy expenditure was not calculated for this study population; even so, since participants’ diet remained
unchanged during the course of the study, it can
be argued that the physical activity was sufficient, given the participants’ routine sedentary
lifestyle, to tip the daily energy expenditure balance toward increased output, thus reducing
BMI.
As regards the relationship between the post-
136
piocezione per favorire la deambulazione e l’equilibrio, fasi contenute di potenziamento muscolare,
anche con piccoli sovraccarichi, blando lavoro aerobico per la resistenza. Ogni seduta è stata sempre preceduta da adeguato riscaldamento e stretching, al
fine di ridurre il rischio di traumi, e sempre seguita da defaticamento con esercizi per la respirazione e per lo scarico della colonna, al fine di favorire il recupero. Particolare attenzione è stata data
all’aspetto psicologico, strutturando l’attività così
che questa fosse interessante, motivante e coinvolgente, con momenti ludici collettivi, al fine di favorire i rapporti comunicativi e la socializzazione per
un effetto benefico diretto a livello psicologico. Il
frazionamento in due sedute settimanali e la durata di ogni singola seduta hanno rispettato il principio
di garantire il più possibile, in considerazione delle caratteristiche dei soggetti, la continuità e la progressività dei carichi di lavoro somministrati.
Anche la durata complessiva del programma,
finalizzata a ridurre al minimo il rischio di abbandono e/o riduzione di impegno da parte dei soggetti, è risultata adeguata a garantire la pratica di
attività motoria in quantità e intensità sufficiente a
stimolare efficacemente le capacità fisiche e psichiche. Su tali premesse va segnalato che il miglioramento delle capacità di forza è da riferirsi essenzialmente a fattori di tipo neurale 5, 46, 47, poiché l’ipertrofia interviene in modo significativo solo per
programmi che superano le 12 settimane 48. La non
correlazione dopo il trattamento tra il BMI e le misure di forza è una conferma indiretta del fatto che il
miglioramento della composizione corporea non
interviene con una significativa ipertrofia muscolare
nell’aumento di questa capacità fisica.
Anche il miglioramento delle altre capacità fisiche esaminate appare indipendente dalla riduzione del BMI, perdendosi perfino la correlazione inversa esistente prima del trattamento tra l’indice e la
resistenza.
La semplice misura del BMI, in accordo con la letteratura 26, ha comunque permesso di documentare la riduzione con l’attività motoria di un importante fattore di rischio connesso a patologie di diversa natura (malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione). Nel merito va segnalato come nello studio
non sia stato calcolato il costo energetico dell’attività
motoria somministrata ai soggetti. Tuttavia, poiché
il regime alimentare è rimasto immutato per tutta la
durata dello studio, rispetto alle abitudini precedenti, è possibile affermare che l’attività fisica svolta sia stata sufficiente, rispetto alla condizione di
sedentarietà, a squilibrare il bilancio energetico
quotidiano in senso negativo con una aumento delle “uscite” rispetto alle “entrate”, determinando la
conseguente riduzione del BMI.
Per quanto riguarda le relazioni tra le variabili
misurate dopo il trattamento è da segnalare, in con-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
PHYSIOLOGICAL AND PSYCHOLOGICAL EFFECTS OF PHYSICAL EXERCISE ON A GROUP OF ELDERLY NONEXERCISES
FAINA
treatment measurements it is noteworthy that,
considering the units of measure applied in this
study, a significant positive correlation emerged
between muscle strength (increased number of
repetitions) in the upper and lower limbs and
dynamic movement (shorter time on the 5-meter
tests). This indicates that although the muscle
training program was non specific and of moderate intensity, increases in muscle strength and
power were observed, as reported in previous
studies on elderly men and on women.48, 49
For what concerns the study objectives, the
results show that even in limited social and organizational situations, with simple facilities for
practicing physical exercise, together with
involvement by instructors, a physical exercise
program can be conducted efficaciously and consistently when participants are adequately motivated and involved.
siderazione delle unità di misura utilizzate, la correlazione significativa positiva tra le capacità di
forza (aumento del numero di ripetizioni effettuate), sia per gli arti superiori che inferiori, e la capacità di movimento rapido (riduzione del tempo di
percorrenza nel test dei 5 metri).
Ciò indica che, nonostante il contenuto generico
e la moderata intensità del programma di allenamento muscolare, si è ottenuto nei soggetti il miglioramento sia della forza che della potenza muscolare in accordo con quanto riportato in letteratura
tanto negli anziani uomini che donne 48, 49.
Sempre in riferimento agli obiettivi del progetto, i
risultati ottenuti documentano altresì che anche nell’ambito di realtà sociali e organizzative limitate, semplici strutture operative identificate per la pratica dell’esercizio fisico, unite alla disponibilità professionale degli istruttori coinvolti, consentono di applicare
con efficacia e continuità un programma di attività
motoria, sempre che i soggetti, adeguatamente motivati e fidelizzati, aderiscano con entusiasmo.
Conclusions
Conclusioni
Two important points to note are, firstly, that
nonexercising seniors respond positively to
moderate amounts and intensity of exercising in
relation to the specific need to improve factors
correlated with an individual’s physical functional independence, risk of disease, socialization and emotional sphere; and secondly, that in
sedentary seniors physical exercise can be efficaciously practiced without the need for specific equipment and/or facilities and without
added cost.
In brief, the program objectives were fully met
in that the results showed that even a mild physical activity program incorporating continuous,
progressive exercises suitably adapted to nonexercising seniors can improve their physical condition. In addition, the results showed that seniors
can be involved in an effective exercise training
program even in limited social situations with
simple and economic means.
Questo studio dimostra pertanto, innanzitutto,
che soggetti anziani sedentari rispondono positivamente a volumi e intensità di allenamento modesti.
Ciò è da mettere, ovviamente, in relazione alle specifiche esigenze di miglioramento di fattori correlati
con l’autonomia fisica individuale, il rischio di
malattie, la socializzazione e la vita affettiva. In
secondo luogo lo studio dimostra che in soggetti
anziani sedentari un’attività motoria “efficace”
può essere praticata anche senza il supporto di particolari attrezzature e/o strutture logistiche e in
assenza di mezzi economici.
In conclusione, appaiono raggiunti in pieno gli
obiettivi del progetto, sia in termini di verifica della efficacia in soggetti anziani sedentari di programmi di allenamento fisico anche blandi purché continui, progressivi e opportunamente adattati
alle condizioni fisiche dei soggetti, sia in termini
di verifica della concreta possibilità di far praticare a questi soggetti un’attività motoria efficace anche
nell’ambito di realtà sociali “limitate”, utilizzando
supporti logistici semplici ed economici.
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Address reprint requests to: G Mirri, MD, Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, Largo Piero Gabrielli 1, 00197 Rome, Italy.
138
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
MED SPORT 2008;61:139-46
The effects of a pre-exercise
carbohydrate-ectrolyte ingestion
on maximum aerobic capacity
in elite soccer players
Effetti dell’assunzione di elettroliti e carboidrati pre-esercizio
sulla capacità aerobica massima nei calciatori di alto livello
M. JOURKESH 1, S. M. OSTOJIC 2
1Department
of Physical Education and Sports Science, Islamic Asad University, Shabestar Branch, Iran
2Faculty of Sport and Tourism, PA University of Novi Sad, Serbia
SUMMARY
Aim. The purpose of this study was to examine the effects of a pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink on maximum
aerobic capacity.
Methods. Twenty male
elite soccer players volunteered to participate in the study. Each player performed two ran.
domized trials of a VO2max treadmill test within a week of each other. Players in this randomized, placebo controlled,
counter balanced, crossover design, ingested either a placebo (water) or carbohydrate-electrolyte drink (6% carbohydrates,
sodium 24 mmol·l-1, chloride 12 mmol·l-1, potassium 3 mmol·l-1) 30 minutes before each exercise bout.
.
VO2max and time to exhaustion during graded exercise testing were evaluated.
Results. Using paired samples t-tests, significantly greater mean values were found in VO2max and time for the pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink trial compared to the placebo trial (P<0.05). The main finding. of the present study
indicates that supplementation with a pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink improved VO2max and time to
exhaustion.
Conclusion.
This suggests that soccer players should consume carbohydrate-electrolyte fluid prior a game to enhance
.
VO2max in specific skill performance.
KEY WORDS: Oxygen consumption - Sports – Drinking – Nutritional status.
RIASSUNTO
Obiettivo. L’obiettivo di questo studio era esaminare gli effetti dell’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati
sulla capacità aerobica massima.
Metodi. Venti calciatori di alto livello
hanno partecipato volontariamente allo studio. Ogni giocatore ha eseguito due
.
sessioni randomizzate di test di VO2max su tapis roulant a distanza di una settimana l’una dall’altra. I giocatori in questo studio randomizzato, controllato con placebo, controbilanciato con disegno crossover, hanno assunto placebo
(acqua) oppure una bevanda con carboidrati ed elettroliti (6% Carboidrati, Sodio 24 mmol·l-1,
Cloruro 12 mmol·l-1,
.
Potassio 3 mmol·l-1) 30 minuti prima di ogni sessione di esercizi. Sono stati valutati la VO2max e il time to exhaustion
(tempo di esaurimento) nell’esecuzione graduale di esercizi.
.
Risultati. Utilizzando il t-test per campioni appaiati sono stati rilevati valori significativamente superiori di VO2max e
tempo negli esercizi preceduti dall’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati rispetto al controllo placebo (p<0.05). Il risultato
. principale di questo studio è che l’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati preesercizio migliora la VO2max e il time to exhaustion.
Conclusioni. Questo suggerisce
che i calciatori assumano bevande a base di elettroliti e carboidrati prima dell’attività
.
sportiva per migliorare la VO2max nella performance di specifiche capacità.
.
PAROLE CHIAVE: VO2max - Bibite sportive - Potenza aerobica - Nutrizione sportiva.
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
139
JOURKESH
S
PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER
occer is characterized by intermittent highintensity exercises 1 and it is well established
that the loss of only 2% of body mass is sufficient to impair performance and cognitive function.2 Besides that, without an adequate fluid
intake during exercise players can experience
an increase in core temperature and heart rate.3,
4 Fatigue during a soccer match is often associated
with carbohydrate depletion and, expending on
the level of competition and fitness level of the
player, his body carbohydrate reserves (muscle
glycogen) will decrease in proportion to the duration and intensity of the game.5-8
The human body’s maximal ability to use or
consume oxygen for aerobic. metabolism during
exercise, better known as V O2max, is an important predictor of athletic performance in
endurance activities. In addition, ventilatory
threshold or the nonlinear increase in ventilation that coincides with the beginning of glycolysis (anaerobic threshold) for energy and
the onset of blood lactate is considered by many
exercise physiologists to be even a better indication of an endurance athlete’s capacity for
aerobic power.9 This is particularly true when
examining the metabolic demands of middle
distance runners and other similar athletes in
their respective sports. Either way, the ability of
an individual to reduce or tolerate more lactate production or the metabolic end product
caused by the excessive metabolism of carbohydrates (CHO) is an important factor in the
performance of soccer players as well as other
sports that rely heavily upon aerobic metabolic pathways.10 Previous research has demonstrated that CHO ingestion during aerobic exercise can improve performance during exercise
sessions lasting longer that 90 minutes
per.
formed at intensities greater than 70% VO2max by
preventing a decline in blood glucose concentration and facilitating glucose oxidation late,
whereas the timing and type of CHO ingestion
following exercise influences muscle glycogen
restoration.11, 12 This information is especially
important for endurance athletes since CHO
type and blood glucose response is important
in order to optimize CHO intake either pre or
post exercise.
For example, CHO ingestion immediately prior to exercise has been reported to have a negative effect on exercise performance.13 If an athlete consumes carbohydrate-rich foods or sport
drinks within 60 minutes of the beginning of an
140
I
l gioco del calcio è caratterizzato da esercizi
intermittenti di alta intensità 1 ed è ben noto che
la perdita di solo il 2% della massa corporea sia
sufficiente a ridurre la performance e le funzioni
cognitive 2. Inoltre, senza un’adeguata assunzione
di liquidi durante l’attività sportiva, i giocatori possono patire un aumento della temperatura corporea
e della frequenza cardiaca 3, 4. L’affaticamento
durante una partita di calcio è spesso associata a
una deplezione dei carboidrati e una riduzione
delle riserve di carboidrati corporei (glicogeno
muscolare) in proporzione alla durata e intensità
dell’attività, riducendo il livello di competitività e
di fitness del giocatore 5-8.
L’abilità massimale del corpo di utilizzare e consumare ossigeno con metabolismo
. aerobico durante
l’esercizio, meglio noto come VO2max, è un importante predittore della performance atletica nelle attività di resistenza. Inoltre, la soglia ventilatoria o
aumento non lineare della ventilazione, che coincide con l’avvio della glicolisi (soglia anaerobica) e con
la comparsa di livelli ematici di lattati, è considerata
da molti esperti di fisiologia un indicatore ancora
più affidabile della capacità di potenza aerobica dell’atleta di resistenza 9. Questo è particolarmente vero
esaminando le richieste metaboliche dei corridori di
medie distanze e altri atleti simili nelle rispettive attività. In sostanza, la capacità di un individuo di ridurre o tollerare un aumento di produzione di lattato, prodotto finale metabolico causato da un eccessivo metabolismo dei carboidrati, è un fattore importante nella performance dei calciatori così come per altri sport
che si affidano pesantemente sull’attività metabolica
aerobica 10. Precedenti ricerche hanno dimostrato
che l’ingestione di carboidrati durante l’esercizio aerobico può migliorare la performance durante sessioni
di esercizio che durino
. più di 90 minuti a intensità
maggiore del 70% di VO2max, prevenendo il calo della glicemia e facilitando successivamente l’ossidazione del glucosio, mentre la tempistica e il tipo di
assunzione di carboidrati dopo l’esercizio influenzano il ripristino del glicogeno muscolare 11, 12. Questa
informazione è particolarmente importante per gli
atleti di resistenza giacché il tipo di carboidrati e la
risposta glicemica è importante per ottimizzare l’assunzione di carboidrati sia prima che dopo l’esercizio.
Per esempio, è stato dimostrato che l’assunzione di
carboidrati immediatamente prima dell’esercizio
abbia un effetto negativo sulla performance dell’esercizio 13. Se un atleta consuma cibi ricchi di carboidrati o bibite sportive entro 60 minuti dall’inizio di
un esercizio di resistenza, il glucosio del cibo o bevanda ingeriti raggiunge il torrente circolatorio ematico
in pochi minuti dall’assunzione. Il conseguente
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER
endurance exercise performance, the glucose
from the ingested food or drink enters the circulation within minutes of ingestion. The subsequent rise in blood glucose concentration causes the release of the hormone insulin, which
assists in clearing glucose from the circulation. A
peak in insulin concentration in the blood occurs
at the time exercise begins. Consequently glucose
uptake by the muscles reaches an abnormally
high rate during the exercise performance.
Therefore, the consumption of simple CHO,
which are digested and absorbed quickly, can be
detrimental to exercise performance.13 This high
rate of clearance glucose from the blood can
potentially cause hypoglycemia which in turn
can produce symptoms of acute fatigue. In summary, consuming high-glycemic CHO immediately before exercising causes blood glucose to
rise rapidly (glycemic response) which may trigger excessive insulin release insulinemic
response. 14, 15 In contrast, consuming low
glycemic carbohydrate rich foods (starch with
high amylose content or moderate glycemic CHO
with high dietary fiber content) in the immediate
45-60 minute pre-exercise period allows for slower glucose absorption, reducing the potential for
rebound glycemic response. Typically, the optimal forms of CHO have been combinations of
glucose, fructose, sucrose, and maltodextrins
with or without protein or amino acids and it
has been further suggested that the glycemic
index of food may be a key determining factor
for when food is ingested relative to exercise
participation.16, 17 It has been observed that when
soccer players ingest a fluid that contains carbohydrate during a simulation or in a real match,
they cover a greater distance, have higher muscle glycogen concentration after the game, perform better and feel less fatigued than those
players that do not ingest any fluid.18-20 According
to soccer’s rules, during the game there are no
formal breaks that allow players to ingest fluids
and if the game is played under warm environmental conditions they face heavy demands upon
both body fluid and carbohydrate reserves.2, 21,
22 However, there is little information available
investigating the influences of pre-exercise carbohydrate-electrolyte drinks on performance of
soccer players. The effects have only been investigated in a competitive soccer match situation
under less controlled situation. 18, 23 Therefore,
the aim of this study was to examine the effects
of a pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink
Vol. 61, N. 2
JOURKESH
aumento della glicemia determina il rilascio di insulina, che determina una riduzione del glucosio in
circolo. Il picco di concentrazione di insulina si verifica al momento dell’avvio dell’esercizio. Pertanto,
l’assunzione di carboidrati semplici, che vengono
digeriti e assorbiti rapidamente, può essere deleterio per
la performance dell’esercizio 13. Questo forte richiamo di glucosio fuori dal torrente circolatorio può causare un’ipoglicemia che a sua volta può determinare
i sintomi dell’affaticamento acuto. In breve, assumendo carboidrati ad alta glicemia subito prima dell’esercizio determina un rapido aumento della glicemia (risposta glicemica) che può innescare un eccessivo rilascio di insulina (risposta insulinica) 14, 15. Al
contrario, il consumo di cibi ricchi di carboidrati a bassa glicemia (amido con alto contenuto di amilosio o
carboidrati a moderata glicemia con alto contento
di fibre) nei 45-60 minuti immediatamente prima
dell’esercizio permette un’assunzione di glucosio più
lenta, riducendo il rischio di risposta glicemica paradossa. Tipicamente, le forme ottimali di carboidrati
sono le combinazioni di glucosio, fruttosio, saccarosio e maltodestrine, con o senza proteine o aminoacidi
ed è stato ulteriormente suggerito che l’indice glicemico
del cibo potrebbe essere un fattore chiave determinante nello stabilire quando il cibo vada assunto in
relazione all’attività sportiva 16, 17. È stato osservato che
quando i calciatori assumono una bevanda che contenga carboidrati durante un allenamento o una
partita vera, coprono una maggior distanza, hanno
una maggior concentrazione muscolare di glicogeno
al termine della partita, giocano meglio e si affaticano meno dei giocatori che non assumono liquidi 1820. Secondo le regole del calcio, durante la partita
non sono previste pause ufficiali che permettano ai giocatori di ingerire liquidi e se la partita viene giocata
in condizioni ambientali di alta temperatura i giocatori sono sottoposti a forti richieste sia per i liquidi
corporei che per le riserve di carboidrati 2, 21, 22.
Tuttavia vi è una scarsa informazione sull’influenza
delle bibite con carboidrati ed elettroliti pre-esercizio
sulla performance dei calciatori. L’effetto è stato indagato solo per una situazione di incontro competitivo
calcistico in una condizione scarsamente controllata 18, 23. Pertanto, lo scopo di questo studio era di
valutare gli effetti dell’assunzione di bevande a base
di elettroliti e carboidrati sulla capacità aerobica massima dei calciatori di alto livello.
Materiali e metodi
Soggetti
Venti calciatori maschi (prima divisione nazionale iraniana) hanno partecipato a questo studio,
MEDICINA DELLO SPORT
141
JOURKESH
PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER
on maximum aerobic capacity in elite soccer
players.
Materials and methods
Subjects
Twenty male soccer players (1st Iran National
league) participated in the study, which had university ethical committee approval. All participants were informed verbally and in writing about
the nature and demands of the study, as well as
the known health risks. The physical characteristics of the players are shown in Table I.
TABLE I.—Selected physical characteristics of the players
in carbohydrate-electrolyte (CHOE) and placebo group.
Values are mean ± SD. No significant differences were
found between groups, P>0.05.
TABELLA I. — Caratteristiche fisiche selezionate dei giocatori nei gruppi carboidrati-elettroliti e placebo. I
valori sono: media ± DS. Non sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi, P>0, 05.
Variables
Age (years)
Height (cm)
Body mass (kg)
Body fat (%)
Σ 7 skinfolds(mm)
Maximal oxygen uptake
(ml/kg/min)
CHOE
(n = 10)
Placebo
(n = 10)
21.5±2.3
182.5±7.9
75.5±14.2
10.3±3.4
57.5±4.13
41.4±9.5
22.0±2.8
183.3±5.2
75.4±12.8
10.9±4.3
58.4±3.50
41.4±6.1
Experimental design
Subjects involved in this study were asked to
submit
to two maximal oxygen consumption tests
.
(VO2max) within a week of each other with at
least 48 hours between trials. Subjects were
required to perform each maximal effort exercise test on a motor-driven treadmill. In addition,
expired lung gases were examined for the purpose of determining .the amount of oxygen used
during exercise for VO2max. Expired lung gases
were collected by sampling air exhaled from the
mouth into a mouthpiece connected to sampling
hoses and gas analyzers (CPX system,
Medgraphics, Maple Grove, MN). The exercise
intensity began at a low level and was advanced
every three minutes by increasing the speed and
incline of the treadmill belt using Bruce protocol.24 During the test, heart rate and time were
measured continuously while blood pressure and
ratings of perceived exertion were measured
toward
the end of each three minute stage.
.
VO2max was considered to have been achieved if
the subject met at least two of the following criteria: 1) an .RER equal to or greater than 1.15; 2)
plateau of VO2 during the last stage of exercise;
3) maximal heart rate within + 10 beats per minutes of predicted values. Prior to test participation,
subjects were asked to adhere to the following
pre-test instructions: 1) wear comfortable, loosefitting clothing 2) drink plenty of fluids over the
24-hour period preceding the test 3) avoid food,
tobacco, alcohol, and caffeine for 3 hours prior
to taking the test 4) avoid exercise or strenuous
physical activity the day of the test and 5) get an
adequate amount of sleep (6 to 8 hours) the night
before the test.24
142
che ha ricevuto l’approvazione del comitato etico
universitario. Tutti i partecipanti sono stati informati verbalmente e per scritto sulla natura e scopo
dello studio, e sui rischi noti per la salute. Le caratteristiche fisiche dei giocatori sono riportate nella
Tabella I.
Disegno dello studio
Ai soggetti coinvolti nello studio è stato richiesto di
eseguire
due test di consumo massimale di ossigeno
.
(VO2max) nell’arco di una settimana, con almeno 48
ore tra un test e l’altro. Tutti i soggetti hanno eseguito gli esercizi di sforzo massimale su una ruota a
motore. Inoltre, sono stati esaminati i gas espirati
dai polmoni, per determinare. il consumo di ossigeno durante l’esercizio per la VO2max. I gas espiratori venivano raccolti convogliando l’aria espirata
dalla bocca attraverso un boccaglio connesso a un
collettore e analizzatore di gas (CPX system,
Medgraphics, Maple Grove, MN). L’intensità dell’esercizio iniziava a basso livello, e veniva aumentato ogni tre minuti aumentando la velocità e inclinazione del tapis roulant secondo il protocollo Bruce
24. Durante il test venivano registrati in continuo la
frequenza cardiaca e il tempo, mentre la pressione
sanguigna e la stadiazione dello sforzo percepito
venivano registrati verso la fine di ogni
. sessione da
tre minuti. Si considerava raggiunta la VO2max quando il soggetto soddisfaceva almeno due dei seguenti criteri: 1) un RER (Respiratory Exchange Ratio = tasso di scambio
respiratorio) uguale o superiore a
.
1,15; 2) VO2 stazionario durante l’ultima sessione di
esercizio; 3) frequenza cardiaca entro i +10 battiti/minuto rispetto ai valori previsti. Prima di partecipare al test, ai soggetti veniva richiesto di rispettare queste istruzioni pre-test: 1) indossare abiti confor-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER
Testing protocol
Each subject arrived thirty minutes prior to
each exercise trial and was given either a placebo (water) or carbohydrate-electrolyte drink (6%
carbohydrates, sodium 24 mmol·l-1, chloride 12
mmol·l-1, potassium 3 mmol·l-1) thirty minutes
prior to test participation. Administration of carbohydrate-electrolyte drink and placebo trials
were randomized with half of the subjects ingesting the placebo during the first trial and carbohydrate-electrolyte drink during their second trial with the order reversed for the remaining subjects. Total participation time for each test was
approximately 1 hour. Both the carbohydrateelectrolyte drink and water placebo were provided by an assistant blinding both subjects and
investigators as to the order in which water placebo or carbohydrate-electrolyte drink was ingested. At the end of the study investigators were
provided information as to the order in which
the subjects were provided either the carbohydrate-electrolyte drink or water placebo.
Statistical analysis
Data are expressed as means ± standard deviation. A probability level less than 0.05 was
accepted as statistically significant. Data. were
analyzed with paired sample t-tests. V O2max
(ml·kg-2·min-2) and time (minutes) were specific dependent variables examined in this study. In
addition measures of effect size were also calculated. The data were analyzed using the statistical package SPSS, PC program, version 11.0
(SPSS Inc., USA).
JOURKESH
tevoli, ampi 2) bere liquidi abbondantemente nelle
24 ore prima del test 3) evitare cibo, tabacco, alcol
e caffeina nelle tre ore precedenti il test 4) evitare
esercizi o attività fisica strenua il giorno del test e 5)
rispettare una quantità adeguata di sonno (da 6 a
8 ore) la notte prima del test 24.
Protocollo del test
Ogni soggetto giungeva 30 minuti prima delle sessioni di esercizi e in quel momento gli veniva somministrato del placebo (acqua) o una bevande a base
di elettroliti e carboidrati (6% Carboidrati, Sodio 24
mmol·l-1, Cloruro 12 mmol·l-1, Potassio 3 mmol·l-1).
La somministrazione di bevande con elettroliti e carboidrati e placebo era randomizzata, con metà dei
soggetti trattati con placebo la prima volta e con la
bevanda con elettroliti e carboidrati la seconda volta, e l’altra metà al contrario. Il tempo totale di partecipazione al test era di circa 1 ora. Sia la bevanda
con elettroliti e carboidrati che il placebo venivano forniti da un assistente, in cieco sia per i soggetti che
per gli investigatori. Al termine dello studio agli investigatori veniva fornita l’informazione su quali soggetti avevano ricevuto l’una o l’altra bevanda.
Analisi statistica
I dati sono riportati con valore medio ± deviazione standard. Un livello di probabilità inferiore a
0,05 veniva accettato come statisticamente significativo. I dati sono stati analizzati con il t-test per dati
appaiati. Le variabili specifiche analizzate in questo studio erano la VO2max (ml·kg-2·min-2) e il tempo (minuti). Inoltre sono state calcolate anche le
misure della potenza dell’effetto. Per l’analisi dei
dati ci si è avvalsi del software statistico SPSS, versione 11.0 (SPSS Inc., USA).
Results
Risultati
The physical characteristics of the subjects that
participated in the study are listed in Table I. No
significant differences were found between two
groups for any of the variables in Table I. Results
indicated
significantly greater mean values in
.
VO2max (ml·kg-1·min-1) for the carbohydrate-electrolyte drink trial as compared to placebo (water)
trial (t19=6.93; p<0.001). It was also found that
the carbohydrate-electrolyte drink trial exhibited significantly higher mean values in time to
exhaustion (min) when compared to placebo trial (t19=5.59, p<0.001). Changes in mean values
among the reported variables are displayed in
Table II.
Vol. 61, N. 2
Le caratteristiche fisiche dei soggetti arruolati
nello studio sono riportate nella Tabella I. Non sono
state trovate differenze significative tra i due gruppi per alcuna delle variabili presenti nella Tabella
I. I risultati indicano
valori medi significativamente
.
superiori di V O2max (ml·kg-1·min-1) nei test con
bevanda con elettroliti e carboidrati rispetto al placebo (acqua) (t19=6,93; P<0,001). È stato anche
rilevato che le prove con la bevanda di elettroliti e
carboidrati mostravano time to exhaustion (tempi
di esaurimento) superiori rispetto al placebo
(t19=5,59, P<0,001). I valori medi delle variabili in
esame sono riportati in Tabella II.
MEDICINA DELLO SPORT
143
JOURKESH
PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER
TABLE II.—Mean changes in various parameters.
TABELLA II. — Variazioni medie di vari parametri.
Variable
Placebo
PCHOE
% Increase
Effect size
.
VO2max (ml·kg-1·min-1) n=20
Time (minute) n=20
32.95±5.55
8.34±2.34
37.89±8.15
9.14±2.12
16.05*
7.7*
1.39
1.29
.
Values are mean ± SD; PCHOE-pre-exercise carbohydrate-electrolyte; VO2max: maximal oxygen uptake; *significant difference.
Discussion
Discussione
This study compared a pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink group and a water group
because those players in the latter group are
used to spending the whole game without drinking any fluid. So it was not a problem for them
to exercise without consuming fluid. The main
finding of this study was that the pre-exercise carbohydrate-electrolyte drink improved maximum
aerobic capacity and time to exhaustion performance as compared with placebo. It is well
established that dehydration resulting in as little
as 2% body weight has a negative impact on
exercise performance, impairs muscular
endurance, mental functioning, thermoregulation and increases both core temperature and
heart rate.3 Several investigators 18, 25-27 reported
positive effects of carbohydrate-electrolyte drinks
on performance of soccer players. Carbohydrate
in this situation can be helpful because: (a) by the
end of a soccer match most players become
depleted of muscle glycogen;20 (b) deterioration
in specific skills might be linked to depletion of
muscle glycogen stores because glucose is the
main substrate for metabolism in the central nervous system;19 (c) players with low glycogen
content run and perform less sprints than those
with normal content, specially during the second
half.7 Several studies reported that ingestion of
carbohydrate-electrolyte solutions during prolonged intermittent exercise could delay fatigue.
However, few studies are concerned with preexercise carbohydrate-electrolyte ingestion. In
laboratory studies, Tabata et al. 28 and Coggan
and Coyle 29 were able to postpone exhaustion
after a specific protocol by supplying orally glucose solution. In field studies, Kirkendall et al. 30
and Leatt and Jacobs 18 reported the beneficial
effects of CHOE ingestion on exercise performance by sparing muscle glycogen. Bangsbo 31
considered that by the end of soccer game, most
players become depleted of muscle glycogen
and ingestion of CHOE solution during half-time
Questo studio ha paragonato un gruppo che ha
assunto bevande a base di elettroliti e carboidrati
con un gruppo che ha assunto solo acqua perché i
giocatori di questo secondo gruppo sono abituati
solitamente a non assumere alcun liquido per tutta
la durata della partita. Pertanto per loro allenarsi senza assumere liquidi non costituiva un problema. Il
principale risultato di questo studio è che l’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati
migliora la capacità aerobica massima e il time to
exhaustion (tempo di esaurimento) rispetto al placebo.
È stato dimostrato che una disidratazione che determini anche solo la perdita del 2% del peso corporeo
abbia una effetto negativo sulla performance dell’esercizio, riduca la resistenza muscolare, la funzione mentale, la termoregolazione e incrementi
sia la temperatura corporea che la frequenza cardiaca 3. Molti studi 18, 25-27 hanno riportato effetti
positivi dell’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati sulla performance dei calciatori. I carboidrati in questa situazione possono essere
utili poiché (a) al termine di una partita di calcio la
maggior parte dei giocatori è carente di glicogeno 20;
(b) la riduzione di specifiche abilità potrebbe essere
correlata all’impoverimento delle risorse di glicogeno muscolare poiché il glucosio è il principale substrato del metabolismo del sistema nervoso centrale
19; (c) i giocatori con poco contenuto di glicogeno corrono ed eseguono meno sprint rispetto a quelli con
contenuto normale, soprattutto durante il secondo
tempo 7. Molti studi hanno riportato come l’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati
durane l’esecuzione di esercizi intermittenti prolungati possa ritardare l’affaticamento. Tuttavia
alcuni studi sono incerti sull’assunzione di bevande a base di elettroliti e carboidrati pre-esercizio. In
studi di laboratorio, Tabata et al. 28 e Coggan e Coyle
29 hanno ottenuto un ritardo dell’affaticamento con
un protocollo specifico di somministrazione di soluzione glucosata orale. In studi sul campo, Kirkendall
et al. 30 e Leatt e Jacobs 18 hanno riportato effetti
positivi sulla performance di esercizi dell’ingestio-
144
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER
would be able to spare muscle glycogen. The
results of present study also support the use of
the pre-exercise carbohydrate-electrolyte as
examined in this investigation in tests of aerobic
power as well as support earlier reports of ingesting a pre-exercise carbohydrate-electrolyte consisting of low glycemic sugars (5-8%) before
exercise.16, 17
Improvement of time to exhaustion claims
could possibly be substantiated as the data of
this investigation support a recent study in
which a mixture of CHO and medium-chain
triglycerides (MCTs) resulted in increased aerobic function as marked by increases in length
of time trials to exhaustion.32 Marketing for the
sports enthusiast hypes MCTs as fat burners,
energy sources, glycogen sparers, and muscle
builders. Although MCTs do not inhibit gastric
emptying as does common fat, conflicting
research supports the efficacy of using MCTs
solely as a means of improving fat oxidation
during exercise 33, 34 and because of its minimal
contribution to the formula, the individual contribution of MCTs in improving performance is
highly unlikely. However, subsequent research
investigating possible metabolic and ergogenic
effects of combining MCTs with CHO may hold
promise. It was concluded that, during bouts of
exercise requiring aerobic power, the combined
results of this investigation provide meaningful
practical applications for coaches and athletes
alike regarding possible alternative hydration
options.
Future research is warranted investigating
blood lactate levels, fuel substrate utilization,
gender differences, fitness levels, comparisons
with other products, as well as use under various
environmental and competitive conditions. In
addition, further research is needed to determine
if other ingredients or combinations of ingredients
included in the mixture of this pre-exercise carbohydrate-electrolyte may have influenced the
results. For example, creatine monohydrate is
included in this mixture, however; its amount
(15 g per dose) is probably negligible in producing any ergogenic benefit due to the limited
amount and timing of the ingestion period and
lack of any prior loading of creatine monohydrate by the subjects. Also, L-carnitine (4 g per
dose) has been demonstrated to have an
ergogenic effect (mixed reports), however as
with the creatine the amount and the timing are
probably prohibitive concerning any benefit.10
Vol. 61, N. 2
JOURKESH
ne di carboidrati ed elettroliti, con risparmio di glicogeno muscolare. Bangsbo 31 ha riportato come al
termine della partita molti calciatori diventino carenti di glicogeno muscolare e l’assunzione di carboidrati ed elettroliti durante l’intervallo a fine primo
tempo possa ripristinare il glicogeno. I dati del presente studio sostengono l’uso di carboidrati ed elettroliti pre-esercizio, come risulta dai test sull’attività
aerobica, e concordano con le affermazioni degli studi precedenti sull’assunzione prima dell’esercizio di
preparati di carboidrati ed elettroliti con basso contenuto di zuccheri glicemici (5-8%) 16, 17.
Il miglioramento del time to exhaustion potrebbero
essere confermato, giacché i dati di questo studio
sono in accordo con un recente studio in cui un
preparato di carboidrati e trigliceridi a catena media
determinava un aumento della funzione aerobica,
con un incremento del time to exhaustion 32. Il mercato per gli appassionati di sport promuove i trigliceridi a catena media come mezzo per bruciare i
grassi, risorse di energia, risparmiatori di glicogeno, e rinforzo per i muscoli. Benché i trigliceridi a
catena media non inibiscano lo svuotamento gastrico come i comuni grassi, le ricerche non concordano sull’efficacia dell’uso di trigliceridi a catena media
come mezzo per aumentare l’ossidazione dei grassi durante l’esercizio 33, 34, e dato il minimo contributo che portano alla formula, il contributo individuale dei trigliceridi a catena media nel migliorare
la performance è altamente improbabile. Tuttavia,
ulteriori ricerche sui possibili effetti metabolici ed
ergogenici della combinazione di trigliceridi a catena media e carboidrati potrebbe mantenere le promesse. Si è concluso che i risultati combinati di questo studio per le prove di esercizio che richiedono
potenza aerobica forniscono applicazioni pratiche
utili per gli allenatori e gli atleti riguardo le possibili opzioni di idratazione.
Le ricerche future analizzeranno le concentrazioni ematiche di lattato, l’utilizzo di substrato alimentare, differenze di sesso, livelli di fitness, confronti con altri prodotti, e uso in diversi contesti di
ambiente e competitività. Inoltre, sono necessarie
ulteriori ricerche per determinare se ulteriori ingredienti o combinazioni di ingredienti di questo preparato di carboidrati ed elettroliti possa avere un
effetto sul risultato. Per esempio, la creatina monoidrato è presente nel preparato, tuttavia la quantità è
verosimilmente troppo ridotta (15 g per dose) per sortire un effetto ergogenico, sia per la limitata quantità
che per la tempistica dell’ingestione e l’assenza di
precedenti assunzioni di creatina da parte dei soggetti.
È stato dimostrato che anche l’L-carnitina (4 g per
dose) abbia un effetto ergogenico (vari studi), tutta-
MEDICINA DELLO SPORT
145
JOURKESH
PRE-EXERCISE CARBOHYDRATE-ECTROLYTE INGESTION IN SOCCER
Although the results of this study favor using this
particular pre-exercise carbohydrate-electrolyte,
caution should be taken regarding the findings
since it is difficult to provide a feasible scientific
rationale why any significant findings occurred
based on the content of the product. To the
author’s knowledge, no previous research has
shown similar significant acute results utilizing
a proprietary blend of ingredients primarily
designed for use as a concentrated sports drink.
In effort to substantiate or refute the efficacy of
this product noted in this study, additional studies are most certainly warranted.
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sul perchè i risultati siano correlati al contenuto del
preparato. Non siamo a conoscenza di alcuno studio
precedente che riporti risultati significativi in acuto
sull’utilizzo di preparati brevettati studiati per l’utilizzo come bevande sportive. Sono certamente necessari ulteriori studi per confermare o confutare l’efficacia del prodotto analizzato da questo studio.
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Address reprint requests to: M. Jourkesh, Department of Physical Education and Sports Science, Islamic Asad University, Shabestar
Branch, Iran. E-mail: [email protected]
146
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
MED SPORT 2008;61:147-57
Influence of malocclusion on posture
and physical performance
Influenza della malocclusione sulla postura
e sulla performance fisica
M. ANGELOZZI 1, G. VENDITTI 1, M. MADAMA 1, L. IACOVAZZI 2, F. SARDELLA 3, M. VALENTI 4
V. CALVISI 2
1Facoltà di Scienze Motorie
Università degli Studi dell’Aquila, L’Aquila
2Dipartimento di Scienze Chirurgiche
Università degli Studi dell’Aquila, L’Aquila
3Istituto di Medicina e Scienza dello Sport
CONI spa, Roma
4Dipartimento di Medicina Interna e Sanità Pubblica
Università degli Studi dell’Aquila, L’Aquila
SUMMARY
Aim. The aim of this study was to examine the relationship between dental occlusion, physical performance and half
squat posture, respectively.
Methods. The study population was 15 asymptomatic patients with temporomandibular joint dysfunction (cases) and
six healthy subjects (controls). Physical performance was assessed by countermovement jump and squat jump tests for
lower limbs and hand grip test for upper limbs. A force platform was used to acquire data on half squat posture in 10
repetitions with and without overload. The trials were performed in three different occlusion positions: normal occlusion, occlusion with a bite device and maximal clench.
Results. Statistical analysis of the results showed no correlation between jump and hand-grip performance and temporomandibular joint dysfunction. However forward-backward sway in the centre of gravity showed significant alterations in the maximal clench condition.
Conmclusion. Overstimulation of the paradontal receptor due to dental occlusion may induce postural changes in
squat exercise. No alteration in physical performance of young asymptomatic patients was found; however postural
adjustments recorded in the first part of the half squat exercise with overload suggest the necessity to prevent the habit
of forming dangerous postural adaptations.
KEY WORDS: Malocclusion, complications - Posture - Exercise test.
RIASSUNTO
Obiettivo. L’accertata interazione tra l’apparato stomatognatico e le catene muscolari corporee ha portato alla supposizione della possibile relazione tra diverse condizioni di occlusione dentale e i parametri prestativi e posturali durante l’esecuzione di compiti motori di notevole importanza e diffusione nella pratica sportiva.
Metodi. La ricerca è stata condotta con la partecipazione di un gruppo di studio di 15 soggetti malocclusi asintomatici e un gruppo di controllo di 10 individui. Sono state indagate le modificazione della posizione del centro di gravità
durante l’esecuzione di movimenti di squat, sia a carico naturale che con sovraccarico, e le alterazioni delle performance
di salto e di massima forza isometrica volontaria durante, rispettivamente, prove di squat jump, counter movement jump
e hand grip. Le prove sono state realizzate in condizioni di “occlusione di riposo”, “occlusione con bite” e “massima
intercuspidazione”.
Risultati. Si è potuto riscontrare, nella condizione di “massima intercuspidazione” rispetto a quella di “riposo”, una
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
147
ANGELOZZI
INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
maggior esigenza di stabilizzazioni posturali in senso antero-posteriore nelle prove di squat con sovraccarico e una maggior velocità di sway antero-posteriore nella condizione di “massima intercuspidazione” nelle due modalità di carico.
Nessuna modifica significativa a carico degli altri parametri posturali indagati e delle performance nelle prove di salto e di hand grip.
Conclusioni. L’eccessiva stimolazione del recettore paradontale, nei soggetti malocclusi, durante la condizione di
massima intercuspidazione potrebbe essere l’elemento scatenante di una risposta a catena, che coinvolgendo le catene cinetiche a esso correlate, comporterebbe modificazioni dello sway del centro di gravità durante l’esercizio di
squat. In soggetti giovani e asintomatici non è possibile evidenziare una relazione significativa tra prestazioni di salto
e di hand grip e malocclusione, tuttavia gli iniziali adattamenti posturali, durante l’esecuzione dello squat, lasciano pensare alla necessità di prevenire l’instaurasi di quadri adattativi radicati e potenzialmente pericolosi
PAROLE CHIAVE: Malocclusione, complicanze - Postura - Test di valutazione funzionale.
P
hysical performance refers to the product of
a complex interaction of numerous operating
variables, some of which elude analysis. A central role in this multifactorial process is played
by postural control, which enables athletes to
express their neuromuscular potential in an optimal relationship between economy and safety.
Two of the main approaches to defining posture
1 are the anatomical and biomechanical. But the
one that best reveals the dynamic role of posture is the Haslegrave model, as it combines these
two lines of analysis with a functional approach
to define a concept of working posture.2
Posture, defined as balanced and coordinated
body stance, whether in postural position or in
postural set before movement, obtained with
maximal economy to develop antigravitational
forces, depends on a correct neurophysiologic
organization of muscle activity. A body in correct
postural position will present four parts aligned
in a single plane: back of the head, shoulder
blades, buttocks, back of foot. Any deviation in
this alignment will result in a loss of verticality,
leading to muscle compensation that can affect
the entire body.
The human body is composed of seven postural subsystems, each of which interrelated with
the other: visual; vestibular; craniomandibular;
shoulder girdle; spinal relay; pelvic girdle; footankle. Alteration in any one of these subsystems
will adversely impact on all the rest.3
The theory of neuromuscular occlusion opened
the way to a new concept of occlusion in which
the neuromuscular system holds the key to understanding the masticatory system.4-6 The study of
neuromuscular occlusion looks into craniomandibular relationships, i.e. the degree of
dental arch occlusion such that the muscles of
mastication do not need to be overexerted to
have the lower and upper aches occlude with
148
L
a performance è il risultato della complessa interazione tra numerosi fattori, non sempre univocamente identificabili. Il ruolo del controllo posturale
assume in quest’ottica tutta la sua importanza, mettendo in condizione l’atleta di estrinsecare appieno
tutte le sue potenzialità neuromuscolari, nel miglior
rapporto di economicità e sicurezza. Gli approcci
anatomico e biomeccanico sono stati due tra i principali utilizzati per la definizione della postura 1,
ma in particolare quello che maggiormente ne esprime il ruolo “dinamico” ci sembra quello del modello di Haslegrave, che concilia l’approccio anatomico e biomeccanico con quello funzionale, definendo
il concetto di “working posture” 2.
La postura, quindi, intesa come una posizione
equilibrata e coordinata del corpo sia in statica che
nella preparazione di movimenti, ottenuta con la
massima economia per soddisfare l’azione antigravitaria, dipende da una corretta organizzazione neurofisiologica dell’attività muscolare. Un organismo con una corretta fisiologia posturale presenterà su un unico piano: l’occipite, le scapole, i glutei e i retropiedi; eventuali alterazioni porteranno
alla perdita di tale verticalità, con la conseguente
insorgenza di compensi muscolari che influenzeranno l’intero corpo.
Da un punto di vista posturale, l’organismo umano è composto da sette sottosistemi posturali tutti
concatenati tra loro: sottosistema visivo; sottosistema
vestibolare; sottosistema mandibolo–cranico; sottosistema sterno-scapolo-omerale; sottosistema relè
vertebrale; sottosistema pelvico; sottosistema piedecaviglia.
Un’alterazione di uno solo di essi provoca conseguenze a tutti gli altri 3.
La teoria dell’occlusione neuro-muscolare ha gettato le basi di una nuova filosofia occlusale, che
vede nel sistema neuro-muscolare la chiave di lettura
del sistema masticatorio 4-6. L’obiettivo dell’occlusione neuro-muscolare è la ricerca di un rapporto
mandibolo-cranico, cioè di un rapporto di occlusione delle arcate dentarie tale che i muscoli non
debbano effettuare sforzi adattativi per raggiun-
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Giugno 2008
INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
ANGELOZZI
TABLE I.—Side-to-side sway in center of gravity.
TABELLA I. — Sway latero-laterale del CoG.
Controls
Max
(Hz)
Normal
Bite
Clenched
W-normal
W-bite
W-clenched
3.18±0.33
3.64±0.54
3.68±0.28
3.47±0.38
3.74±0.37
3.48±0.15
Min
(Hz)
3.25±0.4
3.56±0.38
3.52±0.25
3.59±0.31
3.76±0.57
3.58±0.21
Cases
Total
(Hz)
Vel
(mm/s)
6.44±0.73
7.19±0.92
7.21±0.52
7.06±0.65
7.52±1.14
7.06±0.35
110±19
123±20
105±6
90±13
92±14
90±10
Max
(Hz)
3.44±0.49
3.46±0.4
3.45±0.33
3.4±0.53
3.82±1.41
3.43±0.52
Min
(Hz)
3.45±0.5
3.42±0.45
3.43±0.44
3.38±0.57
3.79±1.6
3.39±0.52
Total
(Hz)
6.89±0.98
6.88±0.83
6.88±0.75
6.78±1.09
7.61±3.01
6.82±1.04
Vel
(mm/s)
107±34
111±38
114±46
93±28
105±58
98±32
Max: frequency of maxima; Min: frequency of minima; Total: total frequency; Vel: velocity of sway in center of gravity.
Plus-minus values are means ± SD calculated from measurements recorded during squat exercise under normal, bite, and clenched
(maximal intercuspidal position) occlusal positions; trials were conducted with (W-normal, W-bite, W-clenched) and without over-
one another and so do not create muscle tension that causes pain or dysfunction.4-6
Altered muscle function because of abnormal
occlusion due to deflective contact (extrusions,
migrations, precontacts, etc.) during deglutition
eventually leads not only to jaw clicking, accompanied by the inability to open the mouth completely and by pain near the ear, but also to a variety of disorders that can sometimes arise elsewhere in the body (muscle tension headache,
stiff neck, arm pain) or even podalic disturbances,
particularly at the back of foot.7-9 Occlusal problems (tooth loss, migration, poorly fitting dentures or restorations) can cause mandibular deviation and displacement, resulting in malocclusion.
In normal occlusal contact, contact is uniform
and simultaneous on both sides, conferring the
mandible maximal stability in occlusion and with
the greatest possible number of contacts. In
occlusal interference from premature contact, the
feedback control system programs muscle
response that, by varying individual muscle tone,
deflects the mandible from its natural path of
closure. The resulting mandibular displacement
is maintained by muscular dystonia that affects the
predominantly hypotonic areas of the premature
contact side and the primarily hypertonic areas of
the opposite side.10 Of note, all structures of the
stomatognatic system have enormous neurologic importance. In fact, one third of the cerebral circuits sending messages to the periphery is used
for chewing and swallowing, two functions connected with correct dental alignment and occlusion.3 When dental arches are out of occlusion,
the sensory afferences deriving from this condition and directed to the upper cortex of the brain
Vol. 61, N. 2
gerla e, quindi, non avere stati di tensione muscolare che potrebbero dare origine a quadri algicodisfunzionali 4-6.
L’alterata funzione muscolare dovuta alla difficoltà, per un qualsiasi contatto deflettente (estrusioni, migrazioni, precontatti, ecc.), di far combaciare le arcate dentarie durante la deglutizione,
comporta non solo uno sviluppo nel tempo dei classici rumori all’articolazione della mandibola, una
difficoltà ad aprire completamente la bocca e dei
dolori in prossimità dell’orecchio, ma anche lo sviluppo di patologie in sedi diverse, a volte distanti
fra loro, come cefalee muscolo-tensive, cervicalgie,
torcicolli, brachialgie, arrivando persino a disordini podalici, in primo luogo nel retropiede 7-9. Le perturbazioni occlusali (perdita di denti, migrazioni,
protesi mal eseguite, otturazioni incongrue) possono modificare in maniera stabile, anche se reversibile, la posizione spaziale della mandibola, generando così delle occlusioni patologiche. La caratteristica del contatto occlusale fisiologico definito “normale” è quella di essere sempre uniforme e simultaneo nei due lati, allo scopo di dare alla mandibola
la massima stabilità in occlusione usando il maggior
numero di contatti possibile. In presenza di precontatti, il sistema di controllo a feedback programma una risposta muscolare che, variando il
tono dei singoli muscoli, produce una traslazione
della mandibola onde poterla stabilizzare in una
nuova posizione spaziale e occlusale. La nuova posizione mandibolare viene mantenuta da distonie
muscolari che si concretizzano in aree prevalentemente ipotoniche dal lato del precontatto e prevalentemente ipertoniche nel lato controlaterale 10. È
bene ricordare che tutte le strutture dell’apparato
stomatognatico hanno un’enorme importanza neurologica; basti pensare che un terzo dei circuiti celebrali deputati all’elaborazione delle istruzioni per la
periferia vengono utilizzati per masticazione e deglutizione, funzioni che sono collegate al corretto alli-
MEDICINA DELLO SPORT
149
ANGELOZZI
INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
TABLE II.—Frequency of backward-forward sway peaks.
TABELLA II. — Frequenza dei picchi di sway anteroposteriore.
Cases
W-normal vs W-clenched
W-bite vs W-clenched
Max
Min
Total
P<0.011
P<0.053
P<0.023
P<0.036
P<0.012
P<0.036
Max: frequency of maxima; Min: frequency of minima; Total:
total frequency.
Wilcoxon Rank-Signed Test
induce motor efferences such that the muscle
structure is altered, leading to pain in different
anatomic sites distant from the craniomandibular
subsystem.3, 9
Although numerous studies have described
dental malocclusion, none have investigated the
possible changes malocclusion may cause in performance of global motor tasks frequently
employed in sports. The aim of this study was to
determine whether malocclusion has an effect
on posture and physical performance.
Materials and methods
Study population
The study population was 15 asymptomatic
subjects with malocclusion (seven males, eight
females; mean age, 22.7±2.2 years; body weight
62.5±9.3 kg; height 160±4.4 cm) (case group)
and 10 healthy subjects (six males, four females;
mean age, 25±2.4 years; body weight 68.5±7.8
kg; height 165±6.1 cm (control group). The bodymass index (weight in kg divided by height in
meters squared) was 20-28. The case group
included subjects with malocclusion as defined by
Angle criteria 11 and not corrected orthodontically. The control group included subjects with at
least 28 permanent teeth, with an overjet or overbite of 2 mm to 5 mm, and no stomatognatic disorders. Exclusion criteria were: locomotor disorders, orthodontically corrected malocclusion,
cusp restoration, skeletal malocclusion,11 treatment with a removable or fixed appliance at the
time of recruitment, tooth extraction, except for
wisdom teeth.
Functional assessment tests
Before undergoing functional assessment, the
subjects’ height was measured using a medical
150
neamento e combaciamento dei denti 3. Se la postura delle arcate dentarie è perturbata, le afferenze
derivanti da tale condizione, dirette ai centri corticali superiori dell’encefalo, indurranno efferenze
motorie tali da poter alterare l’assetto muscolare del
nostro organismo, generando potenzialmente delle
affezioni dolorose in sedi anatomiche diverse e
distanti dal sottosistema mandibolo-cranico 3, 9.
Le problematiche relative alla condizione di
malocclussione dentale sono state ampiamente trattate in letteratura; tuttavia, mancano studi che si riferiscano a eventuali modificazioni che la patologia
malocclusiva comporterebbe su compiti motori globali e frequentemente utilizzati nella pratica sportiva. In tal senso, con questo lavoro, ci si è voluti
rivolgere allo studio di eventuali modifiche posturali
e prestative che la condizione di malocclusione comporterebbe su gesti motori specifici.
Materiali e metodi
Campione
Lo studio è stato realizzato grazie alla collaborazione di 10 soggetti sani, di cui sei uomini e quattro donne, costituenti il gruppo “Controllo” (età
25±2,4 anni; peso 68±7,8 kg; altezza 165±6,1cm)
e di 15 soggetti asintomatici affetti da malocclusione, di cui sette uomini e otto donne, costituenti il
gruppo “Caso” (età 22,7±2,2 anni; peso 62,5±9,3
kg; altezza 160±4,4cm).
Nello studio sono stati coinvolti soggetti fisicamente
attivi, di età compresa tra i 20 e 30 anni, con un
indice di massa corporea compreso tra i 20 e i 28; in
particolare sono stati inclusi nel gruppo “Caso” soggetti aventi malocclusione, secondo i criteri di Angle
11, non corretta ortodonticamente, mentre sono stati inclusi nel gruppo “Controllo” soggetti aventi minimo 28 denti permanenti, con overjet o overbite compreso tra 2 e 5 mm e privi da patologie dell’apparato
stomatognatico. Sono stati esclusi dallo studio soggetti aventi: affezioni all’apparato locomotore, malocclusione corretta ortodonticamente, riabilitazioni
cuspidali, malocclusione di tipo scheletrico 11. Sono
stati inoltre esclusi individui che al momento del
reclutamento erano sottoposti a trattamento ortodontico mobile o fisso, o che avevano subito estrazioni dentali (ad esclusione del dente del giudizio).
Test di valutazione funzionale
Prima dell’effettuazione dei test di valutazione
si è provveduto alla rilevazione dell’altezza, attraverso uno stadiometro medico, e del peso corporeo,
attraverso una bilancia medica professionale modello SECA 786. I test di valutazione funzionale si sono
indirizzati verso tre specifici settori: il primo si è
rivolto allo studio delle modificazioni posturali,
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Giugno 2008
INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
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TABLE III.—Velocity of forward-backward sway in center of gravity.
TABELLA IIII. — Velocità di sway antero-posteriore del CoG.
Cases
Vel
Normal vs
clenched
Bite vs
clenched
W-normal vs
W-bite
W-normal vs
W-clenched
W-bite vs
W-clenched
P<0.003
P<0.002
P<0.001
P<0.001
P<0.012
Vel: velocity of forward-backward sway in center of gravity. Wilcoxon Rank-Signed Test
stadiometer and the body weight using a medical
scale (SECA 786). Functional assessment tests
focused on three specific areas: squat test to evaluate postural changes induced by different malocclusions; hand grip test 12 to measure forearm
muscle strength plotted on a tension-time curve;
squat Jump (SJ) and countermovement Jump
(CMJ) tests to measure explosive muscle
strength.13, 14
The tests were performed in three different
occlusal positions: rest position; temporary
bite; maximal intercuspidal (clenched) position. The tests were conducted in random
order. All subjects were allowed pre-test trials to familiarize themselves with the test.
Before completing the tests, subjects warmed
up according to a standard protocol. The tests
were performed on the same day and followed
the same protocol.
indotte dalle diverse condizioni di malocclusione,
durante l’esecuzione di un gesto specifico quale lo
squat. Il secondo si è rivolto alla misura delle espressioni di forza dei muscoli dell’avambraccio attraverso la rilevazione di una curva tensione-tempo
durante il test dell’hand grip 12. Infine l’ultima indagine si è rivolta alla valutazione delle caratteristiche
di forza esplosiva durante prestazioni di salto con e
senza contromovimento 13, 14.
I test sono stati eseguiti in tre condizioni diverse
di occlusione dentale: in posizione di riposo, utilizzando un bite provvisorio e in massima intercuspidazione; l’ordine di esecuzione delle tre modalità è
stato randomizzato. A tutti i partecipanti, in una
data precedente all’esecuzione delle prove, è stato permesso di familiarizzare con le stesse. Prima dell’esecuzione delle prove di valutazione, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a un protocollo di riscaldamento standardizzato. I test sono stati svolti tutti nella medesima giornata rispettando il protocollo e le prescrizioni di esecuzione di seguito riportate per ognuno.
SQUAT TEST
This test monitors changes in the position of
the center of gravity during a squat exercise with
the knees flexed to 90°. Subjects were free to
choose the foot angle and were asked to place
feet about shoulder’s width apart.15 The subjects
completed a set of 10 repetitions with natural
load and a set of 10 with 50% body weight load
in the three occlusal positions. Correct width of
movement was recorded with an electrogoniometer attached to the subject’s right knee.
Rest breaks of 3 min duration were provided
between each set to avoid onset of fatigue phenomena.
SQUAT JUMP TEST
This test measures the explosive strength of
leg extensor muscles. It was performed in a vertical jump at maximal intensity starting from a
half squat position without countermovement
and without using the arms, which were kept at
the sides during the test.16
Vol. 61, N. 2
SQUAT
Il test è stato utilizzato per monitorare le variazioni della posizione del centro di gravità, durante l’esecuzione di un esercizio di squat con un angolo al ginocchio di 90°. I soggetti sono stati lasciati liberi di scegliere il grado di rotazione dei piedi e gli è
stato chiesto di utilizzare una larghezza delle gambe di media apertura 15.
Ai partecipanti è stata richiesta, per ogni condizione di occlusione, l’esecuzione di 10 ripetizioni a
carico naturale e di 10 ripetizioni con un carico
pari al 50% del peso corporeo. La corretta ampiezza di esecuzione del gesto è stata controllata attraverso un elettrogoniometro fissato sul ginocchio
destro di ogni soggetto. Fra una prova e l’altra è stato concesso un recupero di 3’ al fine di prevenire
fenomeni di fatica.
SQUAT JUMP
L’esercizio di squat jump (SJ) consente il rilievo
della forza esplosiva dei muscoli estensori degli arti
inferiori ed è stato eseguito attraverso un salto verticale alla massima intensità con partenza dalla
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151
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INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
TABLE IV.—Forward-backward sway in center of gravity.
TABELLA IV. — Sway antero-posteriore del CoG.
Controls
Max
(Hz)
Normal
Bite
Clenched
W-normal
W-bite
W-clenched
2.95±0.22
3.58±0.4
3.06±0.21
2.62±0.23
2.64±0.19
2.71±0.34
Min
(Hz)
2.95±0.29
3.58±0.4
3.15±0.23
2.66±0.27
2.64±0.25
2.68±0.25
Cases
Total
(Hz)
Vel
(mm/s)
5.9±0.51
7.16±0.8
6.21±0.44
5.29±0.5
5.28±0.43
5.39±0.58
102±15
115±16
116±12
123±14
125±21
137±28
Max
(Hz)
2.86±0.47
2.84±0.44
2.7±0.51
2.31±0.53
2.74±1.19
2.8±0.45
Min
(Hz)
2.86±0.46
2.82±0.41
2.71±0.5
2.29±0.48
2.69±1.14
2.78±0.48
Total
(Hz)
5.72±0.9
5.67±0.83
5.41±1
4.6±1
5.42±2.32
5.58±0.92
Vel
(mm/s)
99±29
105±32
116±37
103±33
130±81
139±43
Max: frequency of maxima; Min: frequency of minima; Total: total frequency; Vel: velocity of sway in center of gravity.
Plus-minus values are means ± SD calculated from measurements recorded during squat exercise under normal, bite, and clenched
(maximal intercuspidal position) occlusal positions; trials were conducted with (W-normal, W-bite, W-clenched) and without overload (normal, bite, clenched).
COUNTERMOVEMENT JUMP TEST
This test measures explosive strength and the
capacity to reuse the dynamic energy of the
extensor leg muscles. It was performed in a vertical jump without the use of the arms, starting
from a standing position, preceded by a countermovement with bending of the knees to a half
squat.16
HAND GRIP TEST
This test is performed with the subject lying
supine and one hand pressing at maximal force
against a support. Muscle strength was plotted on
a tension-time curve.12
posizione di mezzo squat senza contromovimento e
senza l’utilizzo delle braccia, mantenute ai fianchi durante tutta la prova 16. Il test è stato realizzato
in ognuna delle tre condizioni di occlusione.
COUNTER MOVEMENT JUMP
Il counter movement jump (CMJ) consente il rilievo della forza esplosiva e delle capacità di riuso dell’energia elastica dei muscoli estensori degli arti
inferiori. Consiste in un salto verticale senza l’utilizzo
degli arti superiori, partendo dalla stazione eretta,
preceduto da un contromovimento con piegamento delle ginocchia fino alla posizione di mezzo squat
16. La prova è stata ripetuta per ognuna delle condizioni occlusali.
HAND GRIP
Instrumentation
The condition of bite occlusion was created
using cottons rolls (10 mm in length, 3 mm in
diameter). The functional assessment tests were
performed using a Muscle Lab 4000e system
(Bosco System, Rieti, Italy) composed of a data
recording and processing unit connected to
peripherals for specific measurements. Joint
angles were measured using an electrogoniometer
(Bosco System); muscle tension on the isometric
tests was measured using a strain gauge (Bosco
System); performance on the squat and squat
jump tests was evaluated using a force platform
(Bosco System).
The test equipment was interfaced with a
notebook and data processing managed with
dedicated software (Ergotest Technology Ver.
7.18). The equipment was set to a sampling frequency of 100 Hz and calibrated before each
session.
152
Il test, realizzato in decupito supino, consiste nella realizzazione di una curva tensione-tempo attraverso l’esecuzione di un’azione di massima prensione della mano contro un apposito supporto 12.
La prova è stata eseguita in tutte le condizioni di
occlusione previste.
Strumenti utilizzati
La condizione di occlusione con bite è stata realizzata attraverso l’uso di Cottons Rolls, formati da
cilindri di cotone della lunghezza di 10 mm e di 3
mm di diametro 17. Per i test funzionali ci si è avvalsi di un Muscle Lab 4000e (Bosco System, Rieti, Italy),
composto da una centralina di acquisizione ed elaborazione dati alla quale è possibile collegare periferiche, ognuna specifica per determinate misurazioni. Per l’esecuzione dei test sono stati sfruttati
un elettrogoniometro (Bosco System, Rieti, Italy),
per il controllo degli angoli articolari, uno strain
gauge (Bosco System, Rieti, Italy), per la misura della tensione muscolare espressa nei test isometrici e
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Giugno 2008
INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
Parametric values
The squat exercise on the dynamometric platform was designed to reveal changes in posture
by investigating variations in the position of
the center of gravity during movement. Changes
in the center of gravity were analyzed in sideto-side and backward-forward components and
combinations thereof. The following indices
were examined: 10-min baseline in quiet standing position; frequency of maximum, minimum
and total values, whereby maximum and minimum values were those values that were simultaneously the highest (maxima) or the lowest
(minima) of the values taken in the five hundredths before and after the investigated value;
the velocity of sway in two components; global measure of postural sway, expressed as the
standard elliptical area (SEA) and the alpha
angle (Alpha) formed between its major axis
and the horizontal axis. 18 The frequency of
peaks and the velocity of sway in the center of
gravity were taken as the index of fluidity of
movement and of postural compensations,
while the SEA of the sway components was
taken as the measure of the total amplitude of
sway and stability of postural position. Explosive
and dynamic strength were evaluated using the
SJ and CMJ tests. In the jump tests, the hang
time (time in the air) and the peak force were
measured; the latter was normalized to a baseline value obtained in the three seconds before
the test. Maximal isometric muscle response of
the hand and forearm muscles was measured
using the hand grip test.
Results
The results were analyzed using the Wilcoxon
Signed-Rank test for paired data. The statistical
significance was set at P<0.05.
Squat test
This test showed several levels of significance
between measurements.
1) Side-to-side sway. The results showed no
significant differences in performance between
the thee occlusal conditions (Table I).
2) Forward-backward sway. Statistically significant differences were noted in the case
group as regarded changes in peak frequency
between occlusion at rest and maximal inter-
Vol. 61, N. 2
ANGELOZZI
una piattaforma di forza (Bosco System, Rieti, Italy)
per la valutazione dell’esercizio di squat e delle prove di salto. La strumentazione è stata interfacciata
con un notebook ed è stata gestita attraverso un
software dedicato della Ergotest Tecnology V 7.18.
Tutte le apparecchiature sono state utilizzate a una
frequenza di campionamento di 100 Hz e sono state tarate prima di ogni sessione di test attraverso le
apposite funzioni di calibrazione.
Parametri valutati
Con l’esercizio di squat condotto su piattaforma
dinamometrica si sono volute mettere in evidenza
eventuali modifiche dell’assetto posturale durante l’esecuzione di questo specifico compito motorio, indagando le variazioni della posizione del centro di gravità durante il movimento. Nelle prove sono state prese in considerazione le variazioni di posizione del
centro di gravità (CoG) lungo le componenti laterolaterale e antero-posteriore e la loro combinazione.
Nell’ambito di tali parametri sono stati presi in esame
i seguenti indici: una Base Line di 10” durante la
postura eretta e a soggetto completamente immobile;
la frequenza di picchi massimi, minimi e il loro totale, dove per massimi e minimi sono stati considerati
tutti quei valori che risultavano, contemporaneamente, più alti, nel caso dei massimi, e più bassi, per
i minimi, dei valori assunti nei cinque centesimi precedenti e successivi al valore indagato; la velocità
dello sway nelle sue due componenti; una misura
globale dello sway posturale, rappresentato dall’area
dell’ellisse standard (SEA) e dall’inclinazione del suo
asse maggiore rispetto all’asse delle ascisse (ALFA) 18.
La frequenza dei picchi e la velocità di oscillazione del
centro di gravità sono state assunte come indice della fluidità del movimento e dei compensi posturali
analitici, mentre l’area dell’ellisse standard delle componenti di sway è stata considerata come misura delle ampiezze complessive delle oscillazioni e della stabilità degli assetti posturali. Attraverso i test di SJ e
CMJ invece si sono indagate le caratteristiche di forza esplosiva ed elastica dei soggetti, espresse durante le diverse condizioni di occlusione. Nelle prove di
salto sono stati misurati il tempo di volo e il picco di
forza espresso; quest’ultimo è stato normalizzato per
una base line condotta nei tre secondi precedenti le
prove. Attraverso il test dell’hand grip si è voluta valutare la risposta muscolare isometrica massimale dei
muscoli della mano e dell’avambraccio.
Risultati
Per la valutazione dei risultati si è scelto di adottare il test del segno dei ranghi di Wilcoxon per dati
appaiati, con un livello minimo di significatività
accettata pari a P<0,05.
MEDICINA DELLO SPORT
153
ANGELOZZI
INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
TABLE V.—Global sway in center of gravity.
TABELLA V. — Sway globale del CoG.
Controls
Cases
SEA (mm2)
ALPHA
(degree)
SEA (mm2)
ALPHA
(degree)
1146±765
1041±650
905±451
1099±455
1020±516
1088±659
0.14±1.34
-0.2±1.25
0.09±1.32
0.15±1.35
-0.04±1.42
0.25±1.4
1017±598
957±514
959±436
1109±440
1082±511
1157±611
-0.03±1.32
0.3±1.24
-0.02±1.29
0.02±1.33
-0.13±1.31
-0.14±1.4
Normal
Bite
Clenched
W-normal
W-bite
W-clenched
Plus-minus values are means ± SD calculated from measurements recorded during squat exercise under normal, bite, and clenched
(maximal intercuspidal position) occlusal positions; trials were conducted with (W-normal, W-bite, W-clenched) and without overload (normal, bite, clenched).
TABLE VI.—Vertical jump heights.
TABELLA VI. — Prestazioni in salto verticale.
Squat jump
Occlusal position
Controls
F. max (N)
Normal
Bite
Clenched
775±526
815±497
721±215
HT (ms)
0.44±0.06
0.44±0.06
0.44±0.06
Counter movement jump
Cases
F. max (N)
706±266
745±252
732±248
Controls
HT (ms)
F. max (N)
0.43±0.05
0.43±0.05
0.43±0.05
785±255
751±276
751±272
Cases
HT (ms)
F. max (N)
HT (ms)
0.45±0.08
0.46±0.08
0.46±0.07
816±296
794±324
780±318
0.44±0.05
0.44±0.06
0.44±0.06
Plus-minus values are means ± SD calculated from measurements recorded during squat jump and countermovement jump tests under
normal, bite, and clenched (maximal intercuspidal position) occlusal positions.
Squat
TABLE VII.—Hand grip test.
TABELLA VII. — Hand grip test.
Occlusal position
Controls
MVIF (N)
Cases
MVIF (N)
Normal
Bite
Clenched
573±355
556±314
507±233
441±302
417±262
427±268
MVIF: maximal voluntary isometric force.
Plus-minus values are means±SD calculated from measurements
recorded during hand grip test under normal, bite, and clenched
(maximal intercuspidal position) occlusal positions.
cuspidal positions during the overload exercise
(Table II); the velocity of sway in the center of
gravity between maximal intercuspidal position
and bite and occlusion at rest without overload; velocity of sway in the center of gravity
between occlusion at rest and maximal intercuspidal position during overloading (Table
III). All other values (Table IV) were not statistically significant.
3) Global sway. No statistically significant differences were observed between SEA and alpha
values (Table V).
154
Nel test di squat su piattaforma dinamometrica è
stato possibile evidenziare alcuni livelli di significatività tra le misure indagate.
1) Sway latero-laterale: i risultati mostrati in
Tabella I, non hanno evidenziato alcuna differenza statisticamente significativa tra le condizioni
indagate.
2) Sway antero-posteriore: sono risultate statisticamente significative nel gruppo “Caso”: le
variazioni di frequenza dei picchi tra le condizioni di occlusione di riposo e massima intercuspidazione, nell’esecuzione dell’esercizio con
sovraccarico (Tabella II); la velocità di oscillazione dello sway del centro di gravità tra la condizione di massima intercuspidazione e, rispettivamente, quella di bite e di occlusione di riposo senza sovraccarico; la velocità di oscillazione
dello sway del centro di gravità tra l’occlusione di
riposo e la massima intercuspidazione nella condizione di sovraccarico (Tabella III). Tutti gli altri
valori (Tabella IV) non sono risultati statisticamente significativi.
3) Sway globale: non è stato possibile riscontrare
nessuna significatività tra valori di SEA e ALFA
misurati (Tabella V).
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
ANGELOZZI
CMJ, SJ, Hand Grip tests
CMJ-SJ-hand grip
No statistically significant differences between
the three occlusal conditions were observed in
either group (Tables VI and VII).
Nei test di hand grip e di salto non è stata rilevata nessuna variazione significativa tra le diverse
modalità indagate, sia nel gruppo “Caso” che in
quello “Controllo” (Tabelle VI e VII).
Discussion
Discussione
Our study results show a possible postural
correlation between craniomandibular joints, the
spine, the shoulder and pelvic girdles and other
proximal distal joints. This correlation suggests a
functional interdependence such that involves
areas adjacent to dysfunctional areas according to
a logic of vertical continuity.19 The final result of
this chain is the possible involvement, starting
from a circumscribed problem, of global posture. The resulting imbalance triggers the activation of various compensation mechanisms: specifically, stabilization of the mandible in relation to
the required activity in order to maximize the
expression of muscle performance.20, 21 Control
of occlusal stability and activity of muscles of
mastication and the cervical spine are influenced
by abnormal paradontal afferences like those
found in asymmetric malocclusion.22 Subjects
with normal occlusion may have better neuromuscular performance because of correct management of paradontal afferences.23 However,
altered occlusal morphology does not necessarily worsen performance of other body areas and
the use of bite devices is not always beneficial.17
This is compatible with the observed variety of
mechanisms of patterns of management of malocclusion and neuromuscular response. Specifically, the results on the differences in performance on the jump and hand grip tests showed
no statistically significant difference between the
three occlusal conditions, and are in line with
findings by Lai et al. in jump height recoded on
CMJ tests.24
As concerns changes of position in the center
of gravity during the squat exercise, the results
show a significant change in forward-backward
sway in relation to peak sway frequencies in the
overload trials. The higher frequency in the condition of maximal intercuspidal position with
respect to rest position may be attributable to
the need for a greater number of adjustments
while executing movement, leading to a loss of
fluidity of movement. Likewise, there was an
increased velocity of sway in maximal intercus-
Questo studio ha voluto mettere in evidenza la
possibile correlazione posturale esistente tra le articolazioni cranio-mandibolare, il rachide, il cingolo scapolare-pelvico e le ulteriori articolazioni in
senso prossimo-distale. Tale correlazione porterebbe
a una interdipendenza funzionale tale da mediare
il coinvolgimento di regioni adiacenti a quelle che
hanno sviluppato disfunzioni, secondo una logica di
continuità verticale 19. Il risultato finale di questa
concatenazione è il possibile interessamento, a partire da una problematica circoscritta, dell’intero
assetto dell’individuo. Lo squilibrio così generato
innesca l’attivazione di meccanismi di compenso
variabili; nello specifico, il soggetto ricerca la stabilizzazione della mandibola in rapporto all’attività
richiesta, al fine di massimizzare l’estrinsecazione
della performance muscolare 20, 21. Il controllo della stabilità dell’occlusione e dell’attività dei muscoli masticatori e del rachide cervicale sono influenzati
da afferenze paradontali errate, come quelle che si
riscontrano nelle malocclusioni asimmetriche 22.
Infatti, soggetti con una buona occlusione dentale
potrebbero ottenere una miglior performance neuromuscolare grazie alla corretta gestione delle afferenze paradontali 23.Tuttavia, alterazioni morfologiche occlusali non sempre peggiorano la performance di altri distretti corporei e l’uso di supporti
occlusali non dà sempre beneficio 17. Da ciò si evince quanto siano vari i meccanismi dei pattern di
gestione della condizione di malocclusione e della
risposta neuromuscolare. In particolare i risultati
ottenuti, sotto il profilo delle modificazioni della
performance nelle espressioni di salto e di hand grip,
non hanno mostrato alcuna variazione statisticamente significativa tra le varie condizioni testate,
come già espresso da Lai et al. per quanto concerne
l’elevazione espressa durante prove di CMJ 24.
Riguardo le modificazioni a carico della posizione del CoG nel movimento di squat, i risultati mettono
in evidenza una modificazione significativa del
parametro di sway antero-posteriore, in relazione
alle frequenze dei picchi di sway, nelle prove realizzate con sovraccarico. L’aumento delle frequenze,
nella condizione di massima intercuspidazione
rispetto a quella di riposo, può essere riferito alla
necessità di un maggior numero di aggiustamenti
durante l’esecuzione del movimento e, quindi, a
una perdita della fluidità dello stesso; sempre in tal
senso si pone anche l’aumentata velocità di oscilla-
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
155
ANGELOZZI
INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
pidal position, which was altered in the trial without overload. Most likely, abnormal occlusion
amplifies the stimulation of the stomatognatic
paradontal receptor, increasing the frequency of
discharge and amplifying the need for compensatory adjustments in posture. As regards the
higher frequency and velocity of oscillation in
backward-forward sway in the bite condition
with respect to the maximal intercuspidal position
during the squat with overload, the results suggest a lack of benefit from the use of a generic
bite,17 indicating a variety of individual response
patterns. In contrast, the control group showed no
statistically significant change in any of the
occlusal conditions, suggesting the absence of
an anatomofunctional effect induced by the bite
or the clenched occlusion on the biomechanics
of squat movement.
Of note is that the significant variables were
more evident in the overload exercises. This is
probably due to the increased intensity of exercise which maximizes compensatory systems,
thus making them better observable.
Although changes in the center of gravity
correlatable to postural adjustment could be
detected, no global change was found in global sway, which is a symptom of a general compensatory mechanism for readjusting global
balance during exercise. These results may be
explained by the choice of a study population
composed of asymptomatic subjects, who have
probably developed ways to compensate the
condition. Furthermore, the result is in line
with previous studies which, although conducted with subjects in upright position,
showed the lack of a correlation between malocclusion and global sway in young asymptomatic subjects.25
zione nella medesima condizione, parametro che
in questo caso risulta alterato anche nell’esecuzione
senza sovraccarico. Probabilmente l’occlusione, nei
soggetti patologici, comporta un’amplificazione della stimolazione del recettore paradontale stomatognatico, aumentandone quindi la frequenza di scarica e ampliando di conseguenza la necessità di
aggiustamenti posturali di compenso. Per quanto
concerne l’aumento dei valori di frequenza e di velocità di oscillazione del parametro di sway antero-laterale nella condizione di bite rispetto a quella di massima intercuspidazione, durante l’esecuzione del
movimento di squat con sovraccarico, i risultati suggeriscono una mancanza di beneficio nell’utilizzo
di un bite generico 17, sottolineando ancora la varietà
dei pattern di risposta individuali. Nel gruppo di
controllo non è emersa nessuna variazione statisticamente significativa in nessuna delle condizioni
indagate: questo porta a considerare, in tali soggetti, l’assenza di modificazioni anatomo-funzionali
indotte dal bite o dalla completa occlusione sulla
biomeccanica del movimento di squat.
È da sottolineare, inoltre, come i parametri significativi siano maggiormente riscontrabili nella condizione di esecuzione dell’esercizio con un carico.
Questo è probabilmente attribuibile all’aumentata
intensità dell’esercizio, che massimizza i sistemi di
compenso mettendoli maggiormente in evidenza.
Nonostante sia stato possibile evidenziare delle
alterazioni analitiche dell’andamento del centro di
gravità, correlabili ad aggiustamenti posturali, non
si è messo in evidenza alcun cambiamento globale
dello sway complessivo, sintomo di un generale meccanismo di compenso utile al riequilibrio globale
durante il gesto. Tale risultato potrebbe essere anche
spiegato in virtù della scelta di un campione in studio costituito da pazienti asintomatici, che quindi
probabilmente hanno sviluppato idonei compensi
alla situazione in atto. Inoltre il risultato si pone in
linea con precedenti studi, anche se condotti durante il mantenimento della postura eretta, che hanno
evidenziato, in soggetti giovani e asintomatici, la
mancanza di correlazione tra la condizione di
malocclusione e lo sway complessivo 25.
Conclusions
The results of biomechanical and functional
assessment showed no correlation between malocclusion in young asymptomatic subjects and
performance on the jump and hand grip tests.
However, an initial change in several postural
parameters during the squat exercise suggests
that potentially harmful adjustments compensating for non treated malocclusion may be
adopted over time. Of note is that overload exercise leads to overuse of compensatory mechanisms. This is probably attributable to the
156
Conclusioni
Dalle valutazioni biomeccaniche e funzionali
effettuate è emersa la mancanza di una correlazione tra la condizione di malocclusione in giovani
soggetti asintomatici e le prestazioni di salto e di
hand grip. Tuttavia l’iniziale modifica di alcuni
parametri posturali durante l’esecuzione dello squat
suggerisce la possibilità dell’instaurarsi, nel tempo, di
compensi potenzialmente pericolosi dovuti a un’alterazione occlusale non trattata. È da sottolineare
come la condizione di esecuzione dell’esercizio con
un carico comporti un’esasperazione dei meccani-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
INFLUENCE OF MALOCCLUSION ON POSTURE AND PHYSICAL PERFORMANCE
increased intensity of exercise that maximizes
compensatory mechanisms, rendering them better observable. An interesting conjecture is
whether the degree of occlusal deficit is proportional to the type and level of physical activity, with elite athletes possibly at greater risk of
developing changes in posture and/or performance.
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ANGELOZZI
smi di compenso. Questo è probabilmente attribuibile
all’aumentata intensità dell’esercizio, che massimizza i sistemi di compenso mettendoli maggiormente in evidenza. Di rimando può essere interessante pensare a quanto sia proporzionalmente più
grave un deficit occlusivo in rapporto al tipo e al
livello di attività praticata, con gli atleti di alta qualificazione forse maggiormente a rischio di sviluppare
alterazioni della postura e/o della performance.
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Address reprint requests to: Dott. M. Angelozzi, Facoltà di Scienze Motorie, Università degli Studi dell’Aquila, L’Aquila, Italy.
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
157
Medical area
Area medica
MED SPORT 2008;61:159-66
Atrial septal defect (ostium secundum)
and physical activity in children
Difetto del setto interatriale ( ostium secundum)
e attività fisica nel bambino
B. DI GIACINTO 1, U. GIORDANO 1, B. CIFRA 2, A. TURCHETTA 1, R. META 2, A. CALZOLARI 1
1Cardiorespiratory
and Sports Medicine Unit, Department of Pediatrics “Bambino Gesù” Children’s Hospital
Rome, Italy
2School of Specialization in Sport Medicine, University “Tor Vergata”, Rome, Italy
SUMMARY
Aim. Atrial septal defect is from 6% to 10% of congenital heart diseases at birth and is the most common congenital heart
defect in adulthood. The quality of life of these children has significant importance also to permit them the practice of
physical activity as healthy children. Aim of our study was to evaluate cardiorespiratory functional assessment in children with diagnosed atrial septal defect (ostium secundum) after patch closure to establish the possibility to practice physical activity also at competitive level.
Methods. Ninty three patients with atrial septal defect II type underwent patch closure at our Hospital (44 males and
49 females). Mean age at the first observation was 8 ± 2,7 years for males and 9 ± 3 years for females (range from 4 to
14 years). The mean duration of follow-up was 4,6 ± 3,5 years. All subjects underwent: physical examination with the
measurement of blood pressure at rest using a calibrated Tycos aneroid sphygmomanometer; electrocardiogram at rest
(12 leads); colour-Doppler echocardiogram following the ACC/AHA/AAP recommendations; 24 hours Holter monitoring
and exercise testing on treadmill following the Bruce protocol with the measurement of time of exercise, maximal
heart rate and maximal systolic blood pressure. Control group: 186 healty children examined in our laboratory.
Results. In 78 patients an incomplete right bundle-branch block was found while in 17/93 (17 %) patients simple
arrhythmias were observed during 24-h Holter monitoring. Majority of patients presented a statistically significant
reduction in time duration during exercise testing respect to control group, even if the difference decreased progressively
in follow-up (aboveall in female patients). No deaths or major complications occurred.
Conclusion. We can conclude that most of patients after surgical repair for atrial septal defect II type can practice physical activity also at competitive level without significant risks for their life. An accurate yearly functional evaluation is
needed.
KEY WORDS: Heart septal defects, atrial - Patch-clamp techniques - Physical fitness.
RIASSUNTO
Obiettivo. Il difetto del setto interatriale rappresenta tra il 6% e il 10% delle patologie congenite del cuore alla nascita ed è il difetto cardiaco congenito più comune tra gli adulti. La qualità della vita di questi bambini ha una particolare importanza anche per permettere loro di praticare attività fisica come i bambini sani. Lo scopo del nostro studio è
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
159
DI GIACINTO
ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN
stato quello di valutare la funzione cardiorespiratoria in bambini con diagnosi di difetto del setto interatriale (ostium
secundum) dopo chiusura con patch, per stabilire la possibilità di praticare attività fisica anche a livelli agonistici.
Metodi. Novantatre pazienti con difetto del setto interatriale di tipo II hanno eseguito una chiusura con patch nel
nostro Ospedale ( 44 maschi e 49 femmine ). L’età media alla prima osservazione era di 8 ± 2,7 anni per i maschi e 9
± 3 anni per le femmine (intervallo tra i 4 e i 14 anni). La durata media del follow-up è stata di 4,6 ± 3,5 anni. Tutti i
soggetti hanno eseguito: esame obiettivo con misurazione della pressione arteriosa a riposo con un sfigmomanometro
calibrato Tycos, elettrocardiogramma a riposo ( 12 derivazioni); ecocardiogramma color Doppler secondo le raccomandazioni del ACC/AHA/AAP ; monitoraggio Holter delle 24 ore e test da sforzo al tapis roulant secondo il protocollo
Bruce con la misurazione del tempo di esercizio, la frequenza cardiaca massima e la massima pressione arteriosa
sistolica. Gruppo di controllo: 186 bambini sani valutati nel nostro ambulatorio.
Risultati. In 78 pazienti è stato riscontrato un blocco di branca destra incompleto mentre in 17/93 pazienti (17%) sono
state osservate semplici aritmie durante il monitoraggio Holter delle 24 ore. La maggior parte dei pazienti hanno presentato riduzioni statisticamente significanti della durata del test da sforzo rispetto al gruppo di controllo, anche se la
differenza è diminuita progressivamente nel follow-up (soprattutto nelle pazienti femmine). Non si sono verificate
morti o complicanze maggiori.
Conclusioni. Possiamo concludere che la maggior parte dei pazienti dopo riparazione chirurgica del difetto del setto
atriale di tipo II possono praticare attività fisica anche a livelli agonistici senza significativi rischi per la loro vita.
Riteniamo necessaria una valutazione funzionale annuale
PAROLE CHIAVE: Difetto del setto atriale – Patch - Attività fisica.
T
he Atrial Septal Defect (ASD) is a persistent
communication between the atria. The secundum type atrial septal defect (ASD II) is the fourth
most common congenital heart disease with an
incidence of 3.78 per 10.000 live births,1 corresponding to 5.9% of diagnosed congenital heart
diseases in children.2 Furthermore, ASD is from
6% to 10% of congenital heart diseases at birth 2
and is the most common congenital heart defect
in adulthood. Moller et al.3 have shown that congenital heart diseases are the main reasons for
neonatal mortality; about 25% are found in infancy, and need of various medical treatments.4, 5
Of these newborns, about 20% die in the first
year of life because of the complicated cardiac
conditions,3 but as in 1960 this mortality was
40%,6 attention must be given to the improvements occurred over the years. Moller et al. in
1992 7 showed in a sample of 1000 consecutive
patients that 71% of them, having cardiac problems diagnosed in childhood, survived for 26-37
successive years.
These data show how frequent are congenital
heart diseases and how life expectancy is improving. Therefore, the quality of life of these children
has significant importance also to permit them the
practice of physical activity as healthy children.
Aim of our study was to evaluate cardiorespiratory functional assessment in children with
diagnosed ASD ostium secundum after patch closure to establish the functional capacity and possibility to practice physical activity also at competitive level.
160
I
l difetto del setto interatriale (DSI) è una comunicazione persistente tra gli atri. Il difetto interatriale di tipo due (DSI II) è la quarta più comune patologia cardiaca congenita, con un’incidenza di 3,78 per 10.000 nati vivi 1, corrispondente al 5,9% delle patologie cardiache congenite
diagnosticate nei bambini 2. Inoltre, il DSI rappresenta dal 6% al 10% delle patologie cardiache
congenite alla nascita, ed è la patologia cardiaca
congenita più comune nell’età adulta. Moller et
al. 3 hanno mostrato che le patologie cardiache
congenite sono la causa principale di mortalità
neonatale; circa il 25% sono diagnosticate nell’infanzia e necessitano di diversi trattamenti medici 4, 5. Di questi neonati, circa il 20% muore entro
il primo anno di vita per complicazioni cardiache 3, ma considerato che nel 1960 questa mortalità era del 40% 6, va posta attenzione ai miglioramenti apportati negli ultimi anni. Moller et al. nel
1992 7 riportavano un campione di 1000 pazienti consecutivi, cui erano stati diagnosticati problemi cardiaci nell’infanzia, 71% dei quali erano
sopravvissuti per i successivi 26-37 anni.
I dati mostrano quanto siano frequenti le patologie
cardiache congenite e come l’aspettativa di vita sia
in miglioramento. Pertanto la qualità di vita di questi bambini ha un’importanza significativa anche
nel permettere loro la pratica di attività fisica da
bambini sani.
L’obiettivo del nostro studio era di valutare il
quadro funzionale respiratorio dei bambini affetti da DSI (ostium secundum) dopo chiusura con
patch, per stabilire la capacità funzionale e la
possibilità di praticare attività fisica anche a livelli agonistico.
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN
DI GIACINTO
TABLE I.—Data about 24 hours Holter ECG monitoring.
Tabella I. — Dati del monitoraggio ECG Holter 24 ore.
Subjects
SVEB
VEB
BAV II° Mobitz 1
Alternal rythm
NsVT
11
2
2
2
1
SVEB: supraventricular ectopic beats; VEB: ventricular ectopic beats; BAV II° Mobitz 1: Mobitz-1 second-degree atrio-ventricular block;
NsVT: non-sustained ventricular tachycardia.
Materials and methods
Materiali e metodi
Between 1982 and 2001, 93 patients with ASD
II underwent patch closure at our Hospital. Fortyfour were males and 49 were females. Age at the
time of surgery ranged from 4 to 14 years with
average age of 6.7 ± 3.8 years for males and 6 ±
4 years for females. Mean age at the first observation was 8 ± 2,7 years for males and 9 ± 3 years
for females (range from 4 to 14 years). The mean
duration of follow-up was 4.6 ± 3.5 years with a
mean of 3 observations.
All subjects underwent a physical examination with the measurement of blood pressure
(BP) at rest using a calibrated Tycos aneroid
sphygmomanometer, the electrocardiogram
(ECG) at rest (12 leads), the colour-Doppler
echocardiogram following the ACC/AHA/AAP
recommendations,8 the 24 hours Holter monitoring and the exercise testing on treadmill following the Bruce protocol 9 with the measurement of time of exercise, maximal heart rate and
maximal systolic blood pressure.
Tra il 1982 e il 2001, 93 pazienti affetti da DSI II
sono stati sottoposti a chiusura con patch presso il
nostro Ospedale. L’età al momento dell’intervento
era compresa tra i 4 e i 14 anni, con età media di
6,7 ± 3,8 anni per i maschi e 6 ± 4 anni per le femmine (range: 4-14 anni). La durata media del follow-up è stata di 4,6 ± 3,5 anni con una media di
3.
Tutti i soggetti sono stati sottoposti a una valutazione fisica con misurazione della pressione arteriosa (PA) a riposo, misurata con uno sfigmomanometro aneroide calibrato Tycos, un elettrocardiogramma (ECG) a riposo (12 derivazioni), e un
ecocardiogramma color Doppler secondo le raccomandazioni del ACC/AHA/AAP 8, un monitoraggio Holter nelle 24 ore e test da sforzo al tapis roulant secondo il protocollo Bruce 9 con la misurazione del tempo di esercizio, della frequenza cardiaca massima e della pressione arteriosa sistolica
massima.
Statistical analysis
Comparison of exercise testing between our
patients and control group of healthy children
10 was obtained with the mean and the standard
deviation of time of exercise at peak of exercise,
maximal heart rate and maximal systolic blood
pressure. For the comparison we subdivided our
patients in the same range of age of control
group. Statistical significance was set at P<0.05.
Analisi statistica
Il confronto tra i test eseguiti dai nostri pazienti
e un gruppo di controllo di bambini sani 10 è stato
eseguito sui valori medi e deviazioni standard del
tempo di esercizio, sulla massima frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sistolica massima.
Per comparare i gruppi abbiamo confrontato i nostri
pazienti con i controlli suddividendoli in base al
range di età.
La significatività statistica è stata definita per
P<0,05.
Risultati
Results
ECG a riposo
Electrocardiogram at rest
In 78 patients an incomplete right bundle branch
block -RBBB- (QRS duration 0.09-0.11 swith r–r1 in
C1 lead) was found. In particular 8 males and 5
females showed a normalization of the ECG after
the first observation while 7 male and 9 female
Vol. 61, N. 2
In 789 pazienti è stato riscontrato un blocco di
branca destro (BBDx) incompleto (durata del QRS
0,09-0,11 s con r–r1 in C1). In particolare 8 maschi
e 5 femmine hanno mostrato una normalizzazione dell’ECG dopo la prima valutazione, mentre 7
maschi e 9 femmine hanno sviluppato un BBDx
MEDICINA DELLO SPORT
161
DI GIACINTO
ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN
TABLE II.—Comparison between exercise testing in males with ASD and healthy males.
Tabella II. — Confronto tra test da sforzo di maschi affetti da DSI e maschi sani.
Males
Time of exercise
in children
with ASD
(min)
Time of exercise
in healthy
children
(min)
Maximal HR
in children
with ASD
(bpm)
Maximal HR
in healthy
children
(bpm)
Maximal BP
in children
with ASD
(mmHg)
Maximal BP
in healthy
children
(mmHg)
4 years old
N° of subjects
P value
5 years old
N° of subjects
P value
6 years old
N° of subjects
P value
7 years old
N° of subjects
P value
9 years old
N° of subjects
P value
10 years old
N° of subjects
P value
11 years old
N° of subjects
P value
12 years old
N° of subjects
P value
13 years old
N° of subjects
P value
6.5±0.7
2
0.025
11.7±0.6
3
0.032
11.4±1.6
9
0.109
11±1.6
9
0.007
11.2±0.8
5
0.021
11.1±1.4
4
0.012
11.8±1.3
3
0.017
12±1.3
6
0.009
13.7±0.7
3
0.190
11±2
6
174±6
2
0.018
175±10
3
0.038
178±11
9
0.04
175±17
9
0.018
170±30
5
0.033
195±12
4
0.617
186±11
3
0.093
181±8
6
0.052
178±9
3
0.782
195±8
6
117±4
2
118±9
6
192±9
6
136±38
3
0.351
121±6
9
0.685
120 ±4
9
0.590
127 ±8
5
0.968
132±5
4
0.895
142±20
3
0.893
140±16
6
0.470
147±11
3
0.647
120±11
6
10±1
6
13±2
6
13±1.3
11
14.4±2.6
10
15±2.3
9
15.6±2.3
12
15.4±2. 7
16
16±2.8
11
191±9
6
192±12
11
195±11
10
191±12
9
197±9
12
191±10
16
180±13
11
120±7
6
122±7
11
127±9
10
133±14
9
141±9
12
135±12
16
153±22
11
ASD: atrial septal defect; HR: heart rate; BP: blood pressure; min: minute; bpm: beats per minute; mmHg: millimeters of mercury.
developed a complete RBBB during the followup. First-degree atrio-ventricular block (PQ interval
>0.2 s) was found in 2 patients and a junctional
rhythm in one. The remaining subjects had a normal ECG before and after closure of ASD.
durante il follow-up. Un blocco atrio-ventricolare
di I grado (intervallo PQ >0,20 s) è stato riscontrato in 2 pazienti e un ritmo giunzionale in un paziente. Il resto dei soggetti aveva un ECG normale prima
e dopo la chiusura del DSI.
Echocardiogram
Ecocardiogramma
Six patients showed a dyskinetic interventricular septum, 3 patients had a mild right ventricle
enlargement, 1 patient a mild left ventricle
enlargement and one patient showed a moderate
right atrial enlargement.
Sei pazienti presentavano un setto interventricolare discinetico, 3 pazienti erano affetti da una
dilatazione lieve del ventricolo destro e un paziente presentava una moderata dilatazione dell’atrio
sinistro.
Monitoraggio ECG Holter per 24 ore
24 hours Holter ECG monitoring
Simples arrhythmias, non ripetitive or significant
from a clinical point of view were found. A non-substained ventricolar tachycardia (NsVT) was found
only in one patient. All data are shown in Table I.
162
Sono state rilevate aritmie semplici, non ripetitive o significative dal punto di vista clinico. Solo un
paziente presentava una tachicardia ventricolare
non sostenuta (TVNS). Tutti i dati sono riportati nella Tabella I.
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN
DI GIACINTO
TABLE III.—Comparison between exercise testing in females with ASD and healthy females..
Tabella III. — Confronto tra test da sforzo di femmine affetti da DSI e maschi sani.
Females
Time of exercise
in children
with ASD
(min)
Time of exercise
in healthy
children
(min)
Maximal HR
in children
with ASD
(bpm)
Maximal HR
in healthy
children
(bpm)
Maximal BP
in children
with ASD
(mmHg)
Maximal BP
in healthy
children
(mmHg)
4 years old
N° of subjects
P value
5 years old
N° of subjects
P value
6 years old
N° of subjects
P value
7 years old
N° of subjects
P value
8 years old
N° of subjects
P value
9 years old
N° of subjects
P value
10 years old
N° of subjects
P value
11 years old
N° of subjects
P value
12 years old
N° of subjects
P value
13 years old
N° of subjects
P value
14 years old
N° of subjects
P value
7.7±2.9
4
0.131
8.2±2
5
0.017
9.4±1.3
8
0.003
9.9±1.8
4
0.032
10±0
2
0.190
10.5±0.6
4
0.017
9.7±2.4
9
0.006
10.7±1.1
3
0.017
11.2±2.4
5
0.367
11±1
3
0.784
10±0
2
0.022
9.7±1.6
9
165±15
4
0.007
172±22
5
0.098
183±14
8
0.901
176±25
4
0.041
189±13
2
0.229
161±28
4
0.00
174±13
9
0.00
191±4
3
0.004
182±2
5
0.00
184±12
3
0.885
190±3
2
0.250
186±8
9
131±34
4
0.298
112±4
5
0.014
121±14
8
0.320
123±9
4
0.806
127±18
2
0.599
123±10
4
0.544
119±9
9
0.387
129±1
3
0.217
131±8
5
0.253
130±9
3
1
130±0
2
0.316
119±6
9
10.7±0.7
6
11.7±1.1
7
12±1.1
8
11.8±1.7
8
13.4±2.1
13
13.4±1.7
6
13.1±1.1
6
12.4±1.4
5
11.6±3.5
6
13.3±1.3
5
189±7
6
184±19
7
199±9
8
198±8
8
202±6
13
202±7
6
203±4
6
200±2
5
182±21
6
196±6
5
121±5
6
130±19
7
124±5
8
123±7
8
125±5
13
115±6
6
135±7
6
138±10
5
130±16
6
140±12
5
ASD: atrial septal defect; HR: heart rate; BP: blood pressure; min: minute; bpm: beats per minute; mmHg: millimeters of mercury.
Exercise testing on treadmill
Test da sforzo al tapis roulant
Majority of patients showed a reduction of
exercise tolerance, statistically significant in comparison with control group; in the majority of
cases, the heart rate and blood pressure’s behavior was not statistically different (Tables II, III). On
the other hand, during follow-up, the exercise
tolerance increased progressively (more evident
in female subjects) without significant modifications in the heart rate and blood pressure’s behavior (Tables IIII, IV).
Twenty-five patients (11 females and 14 males)
requested and obtained the clearance for the
practice of competitive sports (in particular 9 for
soccer and 5 for volleyball).
La maggioranza dei pazienti ha mostrato una
riduzione della tolleranza dell’esercizio, statisticamente significativa rispetto al gruppo di controllo;
nella maggioranza dei casi il comportamento di FC
e PA non è statisticamente differente (Tabelle II, III).
D’altro canto, durante il follow up la tolleranza
all’esercizio è aumentata progressivamente (in modo
più evidente nelle femmine) senza alterazioni significative del comportamento di frequenza cardiaca
e pressione arteriosa (Tabelle IV, V).
Venticinque pazienti (11 femmine, 14 maschi)
hanno richiesto e ottenuto il nulla-osta per la pratica
dell’attività sportiva agonistica (in particolare: 9
per il calcio, 5 per la pallavolo).
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
163
DI GIACINTO
ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN
TABLE IV.—Data about exercise testing in males.
Tabella IV. — Dati del test da sforzo (maschi).
TABLE V.—Data about exercise testing in females.
Tabella V. — Dati del test da sforzo (femmine).
N°
of controls
N°
of controls
1°
2°
3°
4°
Time
(min)
Heart rate
(bpm)
Blood pressure
(mmHg)
11.4±1.9
11.5±2.1
11.6±1.7
12.1±1.2
180±15
178±17
171±16
177±24
131±17
136±18
132±13
144±19
1°
2°
3°
4°
Time
(min)
Heart rate
(bpm)
Blood pressure
(mmHg)
9.6±2.1
8.9±1.9
10.3±1.5
11.5±0.7
179±15
174±17
171±9
169±1
125±14
124±10
123±8
127±10
Min: minute; bpm: beats per minute; mmHg: millimeters of
mercury
Min: minute; bpm: beats per minute; mmHg: millimeters of
mercury.
Complications
Complicanze
No deaths or major complications occurred.
It is important to underline that, according to
the current Italian provisions about health protection of physical activity, all patients examined
were resulted fits to practice physical activity also
at competitive level.
Non si sono verificate morti o complicanze maggiori.
È importante notare che, secondo l’attuale normativa sulla protezione sanitaria e attività fisica, tutti i pazienti sono risultati idonei alla pratica di attività fisica anche a livello agonistico.
Discussione
Discussion
Cecconi et al. 11 in their study, used 24 hours
Holter ECG monitoring, echocardiogram colourDoppler, exercise testing to establish the physical fitness in children with ASD, angiography and
echocardiogram colour-Doppler during exercise
to assess the left ventricular function. They evaluated 9 male athletes, between ages of 17 and 23,
who participated in competitive sports after surgical closure of ASD II. They compared the results
with those obtained in 15 healthy athletes. Data
were similar so they permitted to all subjects to
practice competitive activity at the same risk level of healthy, retaining the utilization of echocardiogram colour-Doppler during exercise and the
angiography unnecessary for clearance.
In the literature many authors measured maximal oxygen consumption (VO2 max) and anaerobic threshold also to assess physical fitness in
children with ASD. Durmala et al. 12 investigated
fitness in 17 subjects, aged between 8 and 12,
after 4-7 years from surgical correction of ASD.
They measured gas exchange, heart rate, ECG
at rest, arterial blood pressure and anaerobic
threshold during maximal exercise testing on
treadmill. The results were compared with those
obtained in a group of 14 healthy children of the
same age and no significant differences were
observed in the two groups. The same results
were found by Reybrouck et al.13 that assessed
164
Cecconi et al. 11 nel loro studio hanno utilizzato il monitoraggio ECG Holter, l’ecocardiogramma
color-Doppler e il test da sforzo per valutare lo stato di salute di bambini affetti da DSI, e l’angiografia ed ecocardiogramma color-Doppler durante l’esercizio per valutare la funzione del ventricolo sinistro. Hanno valutato 9 atleti maschi, tra i 17 e 23
anni di età, che svolgevano attività sportiva agonistica in seguito a chiusura chirurgica di un DSI II.
Hanno paragonato i risultati con quelli ottenuti da
15 atleti sani. I dati erano simili, per cui hanno permesso a tutti i soggetti di praticare attività sportiva
agonistica allo stesso livello di rischio di salute, ritenendo l’utilizzo dell’ecocardiogramma color-Doppler
da sforzo e dell’angiografia non necessari per la
concessione del nulla-osta.
In letteratura molti Autori hanno misurato il consumo massimo di ossigeno (VO2 max) e la soglia di
lavoro anaerobico per definire lo stato di salute fisico nei bambini con DSI. Durmala et al. 12 hanno
valutato lo stato di salute di 17 soggetti, di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, a distanza di 4-7 anni dalla correzione chirurgica di un DSI. Hanno misurato
lo scambio di gas, la FC, l’ECG a riposo, la PA e la
soglia anaerobica durante il test da sforzo al tapis
roulant. I risultati sono stati paragonati a quelli
ottenuti da 14 bambini sani della stessa età e non è
stata rilevata alcuna differenza significativa tra i
due gruppi. Gli stessi risultati sono stati rilevati da
Reybrouck et al. 13, che hanno valutato la tolleranza all’esercizio di 24 bambini trattati con ripara-
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Giugno 2008
ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN
exercise tolerance in 24 children who underwent
surgical repair for ASD. Patients were divided
into two groups according to the age at repair,
before or after 5 years of age. The values obtained
for ventilatory threshold throughout sub-maximal exercise were compared with those of
healthy subjects. The average values of ventilatory
threshold in the younger patients were normal,
while in the ones older than 5 years of age at
repair, were lower. They concluded that functional capacity is better if repair of ASD occur
within the age of 5 years than later. Moreover, in
1982 Meyer 14 showed that surgical repair performed in the first 3 years of life could prevent
future cardiovascular abnormalities. Moreover,
Kano et al.15 assessed the ECG abnormalities in
children with ASD. The authors showed that most
of these abnormalities were present before surgical repair and that were more evident in the older children; these ECG abnormalities disappeared
after operation with a normalization of the ECG.
Huysmans et al.16 examined children under 6
years of age and adults over 20 years of age who
underwent ASD surgical repair. All subjects had
normalization of the ECG and of the chest X-ray,
but the younger patients had a normal exercise
tolerance during the follow-up not observed in
the older. It was demonstrated that the supraventricular arrhythmias are more frequent when the
surgical repair occur later.17
Cumming 18 submitted 830 children with heart
defects not operated to maximal exercise testing
following the Bruce protocol.9 With regards the
time of exercise, the range of normality for boys
is 10-17 minutes and for girls is 9-14 minutes.18
Such values are the same of those obtained in
most populations of children studied in literature 19, 20 and are compatible with our results.
All parameters considered were in the normal
range and no patient showed complications during or after maximal exercise testing. These results
were similar to those observed from other
authors.21 The reason that our subjects show a
reduction in exercise tolerance is due probably on
two factors: 1) the age at operation was high; 2)
the lifestyle of these patients before the operation
was sedentary and after was conditioned from
the parent’s hyperprotection.
According to Graham et al.22 after six months
from ASD correction, patients can practice every
kind of sport if pulmonary hypertension, arrhythmias or symptoms are absent. According to Delise
et al.,23 after six months from the ASD surgical
Vol. 61, N. 2
DI GIACINTO
zione chirurgica di un DSI. I pazienti sono stati
suddivisi in due gruppi in base dell’età al momento del trattamento chirurgico: più o meno di 5 anni.
I valori di soglia ventilatoria durante lo sforzo submassimale sono stati confrontati con quelli di soggetti sani. I valori medi di soglia ventilatoria nei
pazienti più giovani erano normali, mentre nei
pazienti trattati oltre i 5 anni i valori risultavano
inferiori. Gli autori concludevano che la capacità
funzionale è migliore se il trattamento chirurgico del
DSI viene affrontato entro i 5 anni di età. Inoltre, nel
1982 Meyer 14 hanno dimostrato che il trattamento chirurgico eseguito entro i primi 3 anni di vita può
prevenire successive anomalie cardiache.
Kano et al. 15 ha invece valutato le anomalie
dell’ECG nei bambini affetti da DSI. Gli autori hanno dimostrato che molte di queste anomalie erano
presenti precedentemente all’intervento di riparazione ed erano più evidenti nei pazienti di età maggiore, e le anomalie ECG scomparivano dopo l’intervento, con normalizzazione del tracciato ECG.
Huysmans et al. 16 hanno esaminato bambini di
meno di 6 anni e adulti oltre i 20 anni, trattati con
riparazione chirurgica del DSI. Tutti i soggetti hanno mostrato una normalizzazione dell’ECG e della
radiografia del torace, ma i pazienti più giovani
avevano una normale tolleranza dell’esercizio al
follow-up, a differenza dei più anziani in cui risultava alterata. Il lavoro dimostra che le aritmie sopraventricolari sono più frequenti quando la riparazione viene eseguita più tardi 17.
Cumming 18 ha sottoposto 830 bambini con difetti cardiaci non trattati chirurgicamente a test da
sforzo massimale secondo il protocollo Bruce 9. Il
range di normalità del tempo di esercizio per i
maschi è tra 10 e 17 minuti, e 9-14 per le femmine
18. Questi valori sono gli stessi ottenuti in molte popolazioni di bambini studiati in letteratura 19, 20, e
sono compatibili con i nostri risultati.
Tutti i parametri considerati erano nel range di
normalità e nessun paziente ha mostrato complicazioni durante e dopo i test da sforzo massimale.
Questi risultati sono simili a quelli osservati da altri
autori 21. Il motivo per cui i nostri soggetti mostrano una riduzione della tolleranza dell’esercizio è
probabilmente legato a due fattori: 1) l’età al momento dell’operazione era alta; 2) lo stile di vita di questi pazienti era sedentaria prima dell’intervento ed
è stata condizionata successivamente dall’atteggiamento iperprotettivo dei genitori.
Secondo Graham et al. 22 dopo 6 mesi dalla
correzione del DSI i pazienti possono praticare
ogni tipo di sport se non sono presenti ipertensione polmonare, aritmie o altri sintomi. Secondo
Delise et al. 23, dopo 6 mesi dalla correzione del DSI
i pazienti necessitano dell’esecuzione di un ECG,
MEDICINA DELLO SPORT
165
DI GIACINTO
ATRIAL SEPTAL DEFECT (OSTIUM SECUNDUM) AND PHYSICAL ACTIVITY IN CHILDREN
repair patient will need to perform ECG, echocardiogram colour-Doppler, exercise testing and 24
hours Holter monitoring. Patients could not practice competitive sports if remain pulmonary
hypertension, supraventricular tachycardia (persistent and permanent), symptomatic sinus dysfunction, minimum residual shunt (only for underwater sports at higher risk for embolism).
un eco-color-Doppler, un test da sforzo e un monitoraggio Holter 24 ore. I pazienti non dovrebbero
svolgere attività sportiva agonistica in caso di persistenza di ipertensione polmonare, tachicardia
sopraventricolare (persistente o permanente),
disfunzioni sintomatiche del seno, shunt residuo
minimo (solo per sport subacquei ad alto rischio di
embolia).
Conclusioni
Conclusions
We can conclude that most of patients after surgical repair for ASD, if are not present complication,
can practice physical activity at competitive level
without significant risks for their life. An accurate
yearly functional evaluation is needed.
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The work is equal work of the all authors.
Address reprint requests to: A. Calzolari MD, Cardiorespiratory and Sports Medicine Unit, Bambino Gesù Children’s Hospital,
Piazza S. Onofrio 4, 00165, Rome Italy. E-mail: [email protected]
166
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
MED SPORT 2008;61:167-77
Exercise induced bronchospasm in
recreational athletes: prevalence and
effects on physical performance
Broncospasmo indotto dall’esercizio negli atleti amatoriali:
prevalenza ed effetti sulla performance fisica
Y. YILDIZ 1, T. SAKA 2, B. HAZNECI 3, U. SEKIR 4, T. AYDIN 1
1Department
of Sports Medicine, Gülhane Military Medical Academy, School of Medicine, Ankara, Turkey
2Department of Sports Medicine, Erciyes University School of Medicine, Kayseri, Turkey
3Department of Physical Medicine and Rehabilitation, Gülhane Military Medical Academy, School of
Medicine, Ankara, Turkey
4Department of Sports Medicine, Uludag University School of Medicine, Bursa, Turkey
SUMMARY
Objective: The aim of this study was to find the prevalence of exercise induced bronchospasm (EIB) in recreational athletes and the impact of EIB on physical performance.
Methods: 214 male recreational athletes attending a physical education high school were enrolled in this study (age:
19.6±1.3 year, height: 177.1± 5.6 cm, weight: 71.1± 5.8 kg). The athletes were asked to exercise for 8 min on a treadmill at 80 % of their maximum heart rate (220-age) measured by a telemetry heart rate monitor. Following the exercise
challenge, a spirometer was used for the spirometric tests. A subject was considered to have EIB, when the exercise-induced
decrease in FEV1 was 15%, which is in accordance with existing guidelines. After this test 17 athletes were diagnosed
with EIB, who composed the EIB group. 17 subjects randomly selected from non-EIB athletes were included into the
control group.
We subjected all athletes to the maximal exercise test 2 days following the submaximal test. Maximal cardiorespiratory data were continuously measured during the maximal test on the treadmill “breath by breath” with a metabolic
analyzer.
Results: We found that the point prevalence was 7.9% of EIB in recreational athletes. Maximal oxygen consumption,
heart rate and maximal ventilation values were not significantly different between both groups (p>0.05). All spirometric values except pre-test FEV1 presented a statistically significant difference between EIB and control group (Table 5).
FEV1, PEF and FVC values showed a statistically significant decrease following the spirometric test (p≤0.001). To the contrary, these values represented a significant increase following the spirometric test in the control group (FEV1: p≤0.05,
PEF: p≤0.01, and FVC: p≤0.001).
Conclusion: Our findings suggest that the aerobic capacity of recreational EIB athletes without any comcomitant disease is not adversely affected. The association between EIB and physical performance has to be investigated extensively
in longitudinal studies.
KEY WORDS: Recreational athletes - Exercise induced bronchospasm, prevalence - Cardiorespiratory performance.
RIASSUNTO
Obiettivo: L’obiettivo di questo studio era rilevare la prevalenza del broncospasmo indotto dall’esercizio (EIB = exercise induced bronchospasm) negli atleti amatoriali e l’impatto dell’EIB sulla performance fisica.
Metodi. Nello studio sono stati arruolati 214 atleti amatoriali maschi iscritti a una scuola superiore di educazione fisica (età: 19,6±1,3 anni, altezza: 177,1± 5,6 cm, peso: 71,1± 5,8 kg). Agli atleti è stato richiesto di esercitarsi per 8 minuti su un tapis roulant all’80% della loro frequenza cardiaca massima (220 - l’età), misurato con un monitor cardiaco in
telemetria. A seguire dopo lo sforzo è stato utilizzato uno spirometro per test spirometrici. I soggetti erano considerati
affetti da EIB quando la riduzione della FEV1 indotta dall’esercizio era ?15%, in accordo con le linee guida esistenti.
A seguito di questo test 17 atleti, a cui è stata diagnosticata l’EIB, sono stati inseriti nel gruppo EIB, mentre nel gruppo
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
167
YILDIZ
EIB IN RECREATIONAL ATHLETES
di controllo sono stati inclusi 17 soggetti sani selezionati casualmente.
Abbiamo sottoposto tutti gli atleti a test massimale 2 giorni dopo il test submassimale. I dati cardiorespiratori massimali
sono stati registrati in continua durante il test massimale sul tapis roulant “breath by breath”, con un analizzatore del
matabolismo.
Risultati: abbiamo riscontrato una prevalenza puntuale di EIB del 7,9% tra gli atleti amatoriali. I valori di consumo massimale di ossigeno, frequenza cardiaca e ventilazione massimale non erano significativamente differenti tra i due gruppi (p>0.05). Tutti i valori spirometrici eccetto la FEV-1 pre-test presentavano una differenza statisticamente significativa tra gruppo EIB e controllo (Tabella 5). I valori di FEV1, PEF e CVF hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa in seguito al test spirometrico. Al contrario, questi valori hanno mostrato un aumento significativo in seguito al
test spirometrico nel gruppo di controllo (FEV1: p≤0,05, PEF: p≤0,01, and FVC: p≤0,001).
Conclusioni: i nostri risultati suggeriscono che la capacità aerobica degli atleti amatoriali affetti da EIB senza patologie
concomitanti non sia influenzata negativamente. L’associazione tra EIB e performance fisica deve essere investigata in
modo estensivo con studi longitudinali.
PAROLE CHIAVE: Atleti amatoriali - Broncospasmo indotto dall’esercizio, prevalenza - Performance cardiorespiratoria.
E
xercise induced bronchospasm (EIB) is a
temporary narrowing of airways during or
after exercise. In other words, it is a temporary
airway obstruction triggered by exercise or
prolonged inhalation of cold and dry air.1, 2
Different cross-sectional studies in the literature
report the prevalence of EIB in young athletes as
3-13%.3, 4 The prevalence of EIB in the general
population is reported as 4-20%,5 whereas in elite
athletes it is 11-50 %.6 EIB in children and young
adults is observed as higher probably due to a
higher level of physical activity. The prevalence
of EIB in asthma patients has been rated as 40-90
% by various investigators.7 Asthma prevalence in
Swedish cross-country skiers was 4-6 times higher
than in the normal population.8 To our
knowledge, there are no studies in the literature
that included recreational athletes; therefore the
prevalence of EIB in recreational athletes is not
known. The physical performance data of athletes
diagnosed with EIB have been similar to those of
normal athletes of the same age and sex.9, 10
Studies have established that the physical
performance of sedentary individuals with EIB
decreases 9 and improves through regular
exercising.11, 12 The number of recreational
athletes in society is relatively high. EIB is a
condition relevant to sports medicine and
acknowledgement of its frequency in recreational
athletes is important. The diagnosis of EIB
constitutes a very hot issue in sports medicine
in terms of adequate and safe management of
both recreational and elite athletes.
The aim of this study is to find the prevalence
of EIB in recreational athletes on the basis of
spirometry and to examine the impact of EIB on
physical performance. This issue was not taken
up by literature in detail.
168
I
l broncospasmo indotto dall’esercizio (EIB =
Exercise Induced Bronchospasm) è un restringimento temporaneo delle vie aeree durante l’esercizio. In altre parole, è una ostruzione temporanea
delle vie aeree innescata dall’esercizio o dall’inalazione prolungata di aria fredda o secca 1, 2. Diversi
studi trasversali presenti in letteratura riportano una
prevalenza dell’EIB tra 3 e 13% 3, 4. La prevalenza di
EIB nella popolazione generale è del 4-20% nella
popolazione generale 5, mentre negli atleti professionisti è del 11-50 % 6. Si osserva un’incidenza di EIB
superiore nei bambini e giovani adulti, probabilmente perché svolgono un’attività fisica di livello
superiore. E’ stata riportata da vari studi una prevalenza di EIB nei pazienti asmatici del 40-90% 7. In
uno studio nazionale svedese la prevalenza di asma
è 4-6 volte superiore negli sciatori rispetto alla popolazione generale 8. Non sono presenti, a nostra conoscenza, studi in letteratura che riguardino gli atleti
amatoriali; pertanto la prevalenza di EIB negli atleti amatoriali non è nota. I dati di performance fisica
degli atleti affetti da EIB sono simili a quelli di atleti
normali della stessa età e sesso 9, 10. Gli studi hanno
stabilito che la performance fisica dei pazienti sedentari affetti da EIB diminuisce 9, e migliora attraverso l’allenamento costante 11, 12. Il numero di atleti
amatoriali nella società è relativamente alto. L’EIB è
una condizione rilevante nella medicina dello sport
e la determinazione della sua frequenza tra gli atleti amatoriali è importante. La diagnosi di EIB costituisce un argomento molto attuale in medicina dello sport in termini di gestione adeguata e sicura sia
per gli atleti professionisti che amatoriali.
L’obiettivo di questo studio era di determinare la prevalenza dell’EIB negli atleti amatoriali sulla base della spirometria ed esaminare l’impatto dell’EIB sulla
performance fisica. Questo aspetto non è stato preso in
considerazione dalla letteratura in dettaglio.
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
EIB IN RECREATIONAL ATHLETES
YILDIZ
TABLE I.—The antropometric data of subjects*.
TABELLA I. — Dati antropometrici dei soggetti*.
EIB Group
mean±SD
N
Age (year)
Height (cm)
Weight (kg)
17
19.4±1.5
178.1±5.8
71.5±5
Control Group
mean±SD
17
19.6±1.3n
176.9±5.6n
71±5.9n
*All values were expressed as mean (±SD), nNo significant differences (p>0.05)
TABLE II.—VO2max, VEmax and heart rate values of EIB
and control groups.
TABELLA II. — Valori di VO2max, VEmax e frequenza
cardiaca dei gruppi EIB e controllo*.
EIB Group
mean±SD
VO2max (ml.kg.dk)
VEmax (L/min)
Frequenza cardiaca
(battiti/min)
45.6±3.49
107.8±10.67
187.4±6.72
Control Group
mean±SD
47.8±3.18n
105.9±12.6n
183±4.87n
*Tutti i valori sono espressi come media (±DS), n) nessuna
differenza significativa (p>0.05)
Materials and methods
Subjects: 214 male recreational athletes (age:
19.6±1.3 year, height: 177.1 ± 5.6 cm, weight:
71.1 ± 5.8 kg) took part in this study. All subjects were clinically examined and their standing height and weight without shoes were recorded (Tanita Body Composition Analyzer Type TBF410 MA, JAPAN). All subjects exercised three
times a week on a regular basis playing soccer,
basketball and running (7000-10000 meter/week).
The weekly running distance was determined
from the anamnesis of the athletes and weekly
activity observation. After being informed about
the study, the test procedures and possible risks
and discomfort that might ensue, the written
informed consent of the participants has been
obtained in accordance with the Helsinki
Declaration 13 The subjects underwent a standard history and physical examination prior to
enlistment for screening for a variety of medical
conditions. The screening questionnaire specifically asked questions about history of asthma,
wheezing, or chronic cough. None of the 214
subjects included in the submaximal test recorded an asthma history on the questionnaire.
However, 25 subjects had a history of atopy. The
control group was randomly selected from 172
subjects excluding those with asthma and atopy
history (25 subjects) and those with post-submaximal test EIB diagnosis (17 subjects). 6 subjects in the EIB group had a history of atopy
(Table III-Number 1,2,3,5,10,11)
Auscultation of the chest was performed as
part of this physical examination. Pulmonary
function tests and specialist consultation could be
requested at the discretion of the screening medical officer to determine whether or not a subject
had asthma or other exclusionary conditions.
None of the subjects had any pathological problems like acute viral or bacterial infection, respi-
Vol. 61, N. 2
Materiali e metodi
Soggetti: 214 atleti amatoriali maschi (età: 19,6±1,3
anni, altezza: 177,1 ± 5,6 cm, peso: 71,1 ± 5,8 kg)
hanno preso parte a questo studio. Tutti i soggetti
sono stati valutati clinicamente ed è stata misurata la
loro altezza e il peso, senza scarpe (Tanita Body
Composition Analyzer Type TBF-410 MA, JAPAN).
Tutti i soggetti eseguivano attività fisica tre volte alla
settimana, costantemente: giocavano a calcio o basket
o correvano (7000-10.000 metri/settimana). La
distanza percorsa settimanalmente correndo è stata
determinata in base all’anamnesi degli atleti e dall’osservazione diretta dell’attività settimanale. Dopo
aver fornito informazioni sullo studio, sulle procedure dei test e i possibili rischi e discomfort che poteva ingenerarsi, a tutti i partecipanti è stato fatto firmare un consenso scritto in accordo con la
Dichiarazione di Helsinki 13. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a un’anamnesi ed esame fisico standard
prima di essere sottoposti a una batteria di test di
screening per un’ampia varietà di condizioni mediche. Il questionario di screening poneva domande
specifiche sui precedenti di asma, respiro sibilante o
tosse cronica. Nessuno dei 214 soggetti sottoposti a
test submassimale ha riportato un precedente di asma
nel questionario. Tuttavia, 25 avevano un’anamnesi positiva di atopia. Il gruppo di controllo è stato selezionato casualmente tra 172 soggetti, escludendo
quelli con anamnesi positiva per asma e atopia (25
soggetti) e con diagnosi di EIB al test submassimale (17
soggetti). 6 soggetti nel gruppo EIB avevano un’anamnesi positiva per atopia (Tabella III-Numeri
1,2,3,5,10,11).
L’auscultazione del torace è stata eseguita come
parte dell’esame fisico. Sono stati eseguiti dei test di
funzionalità polmonare o consulenze specialistiche a discrezione del medico incaricato della valutazione di screening, per determinare se un soggetto era affetto o meno da asma o altre condizioni di
MEDICINA DELLO SPORT
169
YILDIZ
EIB IN RECREATIONAL ATHLETES
TABLE III.—Pre- and post-test spirometry values in subjects with EIB.
Tabella III. — Valori spirometrici pre- e post-test nei soggetti con EIB.
Pre-test
FEV1
(L)
1*
2
3
4
5*
6
7
8
9
10*
11*
12
13
14
15
16
17
4.59
4.58
4.77
5.17
4.12
3.82
2.88
4.3
2.89
3.17
3.84
4.53
4.77
3.7
3.88
4.55
4.82
Post-test
FEV1
(L)
2.58
3.18
3.54
4.23
2.35
3.24
2.45
3.64
2.19
1.85
1.59
3.58
3.95
2.86
3.3
3.81
3.61
Pfi
FEV1
Pre-test
PEF
(L/sec)
Post-test
PEF
(L/sec)
Pfi
PEF
Pre-test
FVC
(L)
44
31
26
18
43
15
15
15
24
42
58
21
17
23
15
16
25
9.46
9.89
9.76
9.48
8.27
8.19
8.40
10.61
10.21
8.33
7.28
13.29
8.09
10.74
9.95
9.83
11.28
6.13
7.05
8
7.99
5.12
6.8
7.16
7.69
6.53
4.41
3.43
10.23
6.86
7.6
8.23
7.96
8.23
35
29
18
16
38
17
15
27
36
47
53
23
15
29
17
19
27
4.74
4.65
4.86
5.23
4.43
4.29
3.6
4.43
3.32
3.72
4.1
4.67
4.92
3.97
4.03
4.76
5.05
Post-test
FVC
(L)
3.35
3.95
4.21
4.39
3.73
3.92
3.36
4.12
2.98
2.86
2.72
4.1
4.65
3.73
3.48
4.07
4.12
pfi = percent fall index formula pfi, 100 x (valore pre test – valore post test) / valore pre test
FEV1 = forced expiratory volume in 1 s – volume espiratorio forzato in 1 s
PEF = peak expiratory flow rate - rapporto di flusso espiatorio di picco .
* somministrato salbutamolo (dopo post-test)
ratory and/or cardiac pathology and none was on
medication.
Study protocol: The one-year long study was
conducted with 214 recreational male athletes,
who regularly attended a physical education high
school. The subjects were firstly subjected to a
submaximal exercise test. Based on the test
results, 17 athletes diagnosed with EIB were
included in the EIB group and 17 subjects were
selected randomly from non-EIB athletes and
included into the control group. Secondly, all
subjects underwent the maximal exercise test 2
days following the submaximal exercise test. This
study protocol was conducted between 10 AM–4
PM.
Submaximal Exercise Test: Athletes were asked
to exercise for 8 min on a treadmill at 80% of
their maximum heart rate (220-age) measured
by a telemetry heart rate monitor. (Diascope 2
VISMO Type 2011-Denmark) All subjects warmed
up before the submaximal test. The initial 5-min
warm-up period comprised of running at 0%
grade and 2.68m/s (6 miles per hour [mph]). After
the exercise, the subjects were asked to sit quietly and monitored for signs of chest tightness or
wheezing. Submaximal exercise challenge testing
170
esclusione. Nessuno dei soggetti presentava alcuna
patologia quali infezioni acute virali o batteriche,
patologia cardiaca o respiratoria e nessuno assumeva farmaci.
Protocollo di studio: lo studio della durata di un
anno è stato condotto su 214 atleti maschi amatoriali, che frequentavano una scuola superiore di
educazione fisica. In base ai risultati dei test, a 17
atleti è stato diagnosticato l’EIB e sono stati inclusi nel gruppo EIB, 17 soggetti tra quelli non affetti da EIB sono stati assegnati casualmente al gruppo di controllo. Successivamente tutti i soggetti
sono stati sottoposti a un test di esercizio massimale
2 giorni dopo il test submassimale. Questo protocollo di studio è stato applicato in orari tra le 10.00
e le 16.00.
Test di Esercizi Submassimale: Agli atleti è stato
chiesto di esercitarsi per 8 minuti su un tapis roulant
all’80% della frequenza cardiaca massima (220età) misurato con un monitor cardiaco in telemetria
(Diascope 2 VISMO Type 2011-Denmark). Tutti i
soggetti hanno fatto riscaldamento prima del test
submassimale. I primi 5 minuti di riscaldamento
comprendevano la corsa con inclinazione dello 0%
a 2.68m/s (6 miglia all’ora [mph]). Dopo l’esercizio, a tutti pazienti è stato richiesto di riposarsi seduti e sono stati monitorati per segni di costrizione
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Giugno 2008
EIB IN RECREATIONAL ATHLETES
YILDIZ
TABLE IV.—Pre- and post-test spirometry values in control subjects.
Tabella IV. — Valori spirometrici pre- e post-test nei soggetti controllo.
Pre-test
FEV1
(L)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
4.52
4.23
3.91
4.16
4.32
4.12
3.87
4.61
4.56
4.31
4.73
4.27
3.98
4.53
4.21
3.87
4.44
Post-test
FEV1
(L)
4.62
4.43
4.21
4.42
4.5
4.01
4.11
4.66
4.42
4.36
4.89
4.15
4.03
4.8
4.01
4.03
4.66
Pfi
FEV1
-2.4
-4.8
-7.7
-6.4
-4.3
2.5
-6.3
-1.3
3.2
-1.2
-3.4
2.9
-1.3
-6.1
4.8
-4.2
-5.1
Pre-test
PEF
(L/sec)
Post-test
PEF
(L/sec)
8.54
10.23
9.98
11.34
12.57
9.65
13.42
12.65
10.17
8.65
9.68
11.93
10.74
9.81
11.72
10.68
12.19
8.8
10.35
10.1
11.6
13.1
9.95
13.88
12.35
10
8.5
9.96
12.07
10.66
10.42
12.29
11.5
12.62
Pfi
PEF
-3.1
-1.2
-1.5
-2.3
-4.7
-3.2
-3.5
2.4
1.7
1.8
-2.9
-1.2
0.8
-6.3
-4.9
-7.7
-3.6
Pre-test
FVC
(L)
5.43
4.99
4.88
4.86
5.18
4.98
4.76
5.39
5.51
5.12
5.58
5.16
4.68
5.49
5.01
4.66
5.43
Post-test
FVC
(L)
5.57
5.13
5.11
5.25
5.24
5.02
4.96
5.45
5.54
5.24
5.67
5.22
4.75
5.62
5.07
4.84
5.56
pfi = percent fall index formula pfi, 100 x (valore pre test – valore post test) / valore pre test
FEV1 = forced expiratory volume in 1 s – volume espiratorio forzato in 1 s
PEF = peak expiratory flow rate - rapporto di flusso espiatorio di picco .
was carried out in an air-conditioned testing room
(ambient temperature 20-24OC and relative
humidity 50 % or less).
Spirometry:. A spirometry test was performed
with a spirometer (Spiro Analyzer ST-90 Fukuda
Sangyo) All recreational athletes performed the
test in sitting position and with nose clips.
Disposable mouth pieces were used. The FEV1
values of the subjects were measured with a
spirometer just before running on the treadmill
and again at minutes 5, 15 and 30 after the treadmill exercise. The subjects were asked to perform up to three forced expiratory maneuvers
before the exercise and another three at minute
5, at minute 15 and lastly at minute 30 after the
exercise. The best-effort (highest) FEV1 obtained
pre-exercise and at minutes 5, 15 and 30 postexercise was taken as the FEV1 of the respective
subject at that point in time. The lowest of the
three best-effort post-exercise FEV1 values was
used to calculate the exercise-induced change in
FEV1 for the subject. A subject was considered to
have EIB, when the exercise-induced decrease in
FEV1 was 15% of the basal value in accordance
with existing guidelines.14 The percent of fall
index (pfi) between the pre and post-test values
of FEV1 and PEF was calculated with the follow-
Vol. 61, N. 2
toracica o sibili. Le prove di esercizio submassimale sono state eseguite in una stanza provvista di aria
condizionata (temperatura ambiente 20-24°C e
umidità relativa 50% o meno).
Spirometria. E’ stato eseguito un test spirometrico (spirometro Spiro Analyzer ST-90 Fukuda
Sangyo). Tutti i soggetti hanno eseguito il test in
posizione seduta e con una clip nasale. Sono stati utilizzati boccagli monouso. I valori di FEV1 dei soggetti venivano registrati subito prima di iniziare la
corsa sul tapis roulant e a 5, 15 e 30 minuti dopo l’esercizio. Ai soggetti è stato chiesto di eseguire fino a
tre manovre di espirazione forzata prima dell’esercizio e altre tre a 5, 15 e quindi a 30 minuti dopo l’esercizio. La FEV1 migliore (più alta) ottenuta preesercizio e a 5, 15 e 30 minuti dopo l’esercizio sono
state prese come valore di FEV1 dei soggetti per quell’istante. Il valore più basso dei tre FEV1 post-esercizio
è stato utilizzato per calcolare la modifica del FEV1
indotta dall’esercizio. L’EIB è stato definito per una
diminuzione della FEV1 post-esercizio ?15% del
valore basale, in accordo con le linee guida esistenti
(14). La percentuale di caduta (percent of fall index
- pfi) tra i valori pre- e post-test di FEV1 e PEF è stata calcolata con la seguente formula: 100 x (valore pre test – valore post test) / valore pre test.
Test di Esercizio Massimale: 2 giorni dopo il test
MEDICINA DELLO SPORT
171
YILDIZ
EIB IN RECREATIONAL ATHLETES
TABLE V.—The comparison of pre- and post-test (after10 minutes) spirometry values in EIB and control group.
TABELLA V. — Confronto dei valori spirometrici pre- e post-test (dopo 10 minuti) tra soggetti EIB e controllo.
N=17
Pre-test
FEV1
Post-test
FEV1
Pfi FEV1
Pre-test
PEF
Post-test
PEF
Pfi FEV1
Pre-test
FVC
Post-test
FVC
EIB
mean±SD 4.14±0.68c
(min-max) (2.88-5.17)
3.05±0.77*
(1.59-4.23)
26.35±12.9*
(15-58)
9.59±1.45*c
(7.28-3.29)
7.02±1.6*
(3.43-0.23)
27.11±11.5*
(15-53)
4.39±0.54*c
(3.32-5.23)
3.74±0.5*
(2.72-4.65)
CONTROL
mean±SD 4.27±0.26a
(min-max) (3.87-4.73)
4.37±0.28
(4.01-4.89)
-2.4±3.81
(-7.7-(+)3.2)
10.8±1.4b
(8.54-3.42)
11±1.5
(8.5-13.88)
-2.3±2.8
(-7.7-(+)1.8)
5.12±0.3c
(4.66-5.58)
5.24±0.2
(4.75-5.67)
EIB:Exercise-induced bronchospasm group, FEV1: Forced expiratory volume in 1 second, pfi: Percent fall index, pfi formula, 100 x
(pre test value – post test value) / pre test value, PEF:Peak expiratory flow, FVC: Forced vital capacity
*: statistically significant for cross-group comparisons (p≤0.001)
a,b,c: statistically significant for intra-group pre-post test comparisons a: (p≤0.05), b: (p≤0.01), c: (p≤0.001)
ing formula: 100 x (pre test value – post test value) / pre test value.
Maximal Exercise Test: 2 days following the
submaximal exercise testing, EIB and control
subjects underwent a maximal test on the
treadmill. Maximal cardiorespiratory data were
continuously measured “breath by breath” using
a metabolic analyzer (SensorMedics 2900C
system, USA). Calibration was made prior to each
test. Subjects wore a mouth/face mask (Hans
Rudolph Inc; KC., MO, USA), and were connected
to the oxygen uptake-measuring device via a
low-resistance non-rebreathing valve in the
mouthpiece. A 3-lead telemetry heart rate monitor
(Diascope 2 VISMO Type 2011-Denmark) was
monitored by trained personnel during the test to
determine heart rates and to ensure safety of
subjects. The warm-up period was as defined in
the submaximal test. Following warm-up, the
treadmill speed and grade were increased by the
Bruce protocol until volitional fatigue. The level
of oxygen uptake at volitional fatigue was
considered as the peak oxygen uptake level of the
subject. The maximal oxygen consumption
(VO2max) values were considered maximal,
when 2 of the following 3 criteria were met: 1)
VO2 plateau defined as a failure of oxygen uptake
to increase by greater than 2 ml/kg/min with
running speed increase. 2) HR >95% from the
predicted individual of maximum (maximum HR
was calculated by subtracting subject’s age from
220). 3) Respiratory exchange ratio >1.05.
Due to a marked decrease in FEV1 and PEF
values of 4 athletes in the EIB group after
submaximal testing and a marked wheezing
172
submassimale, i soggetti dei gruppi EIB e controllo sono stati sottoposti a un test massimale su tapis
roulant. I dati cardiorespiratori massimali sono
stati misurati in continua “breath by breath” usando un analizzatore del metabolico (SensorMedics
2900C system, USA). La macchina è stata ricalibrata prima di ogni test. I soggetti indossavano
una maschera facciale (Hans Rudolph Inc; KC.,
MO, USA), ed erano collegati a un apparecchio
di misurazione dell’uptake di ossigeno, attraverso una valvola a bassa resistenza anti-rebreathing
nel boccaglio. Un monitor cardiaco in telemetria
a 3 derivazioni (Diascope 2 VISMO Type 2011Denmark) è stato controllato da personale qualificato durante il test per definire la frequenza cardiaca e garantire la sicurezza dei soggetti. Il riscaldamento è stato condotto alla stessa maniera che
per il test submassimale. Dopo il riscaldamento, la
velocità e l’inclinazione del tapis roulant sono
stati aumentati secondo il protocollo Bruce fino
all’affaticamento volontario. Il livello di uptake
di ossigeno all’affaticamento volontario è stato
considerato come valore di picco di uptake dell’ossigeno per il soggetto. I valori di consumo massimale di ossigeno (VO2max) sono stati considerati
massimali quando rispettavano 2 dei 3 seguenti
criteri: 1) valore di plateau di VO2 definito come
impossibilità di aumentare l’uptake di ossigeno
di più di 2 ml/kg/min all’aumento della velocità di
corsa. 2) FC >95% del valore massimo individuale
(la FC massima è stata calcolata sottraendo l’età
del soggetto a 220). 3) quoziente respiratorio (RER
- Respiratory Exchange Ratio) > 1,05.
In seguito a una marcata riduzione dei valori
di FEV1 e di PEF di 4 atleti del gruppo EIB dopo
il test submassimale e per una marcata sintomatologia di sibili, è stato somministrato del salbu-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
EIB IN RECREATIONAL ATHLETES
YILDIZ
symptom, salbutamol nebulizer was administered
(Table 3). The other subjects returned to normal
values without medication.
tamolo con nebulizzatore (Tabella III). Gli altri
soggetti sono tornati ai valori normali senza medicazioni.
Statistical Analysis
Analisi statistica
SPSS Windows 9.0 statistical program was used
for all statistical analyses. The data were defined
as mean and standart deviation. Statistical
differences in the EIB and control groups before
and after the spirometric test were investigated
using Wilcoxon’s signed rank tests, and to assess
differences between the groups the MannWhitney U test was applied. Level of significance
was set at p<0.05.
Per l’analisi statistica è stato utilizzato il programma statistico SPSS Windows 9.0. I dati sono
stati riportati come media e deviazione standard. Le
differenze statistiche tra i gruppi EIB e controllo prima e dopo il test spirometrico sono state indagate con
il test Wilcoxon’s signed rank, e per valutare le differenze tra i gruppi è stato applicato il test MannWhitney U. Il livello di significatività è stato definito per p<0.05.
Results
Risultati
214 recreational athletes participated voluntarily
in our study. 17 subjects were selected to
constitute the EIB group after the submaximal
test. Out of the 197 non-EIB athletes 17 were
selected randomly as the control group. The
selected 17 subjects had a FEV1 value decrease of
less than 10 %. Table 1 shows the demographic
characteristics of the EIB and control groups
included in the study. There was no statistical
significance between both groups in terms of
age, height and weight. The VO2max, maximal
ventilation (VEmax) and maximal heart rate
values of the EIB and controls are represented in
Table II. As can be seen, these parameters are not
significantly different between the groups. Table
III shows the spirometric values of the EIB group
and Table IV those of the controls. All spirometric
values except pre-test FEV1 present a statistically
significant difference between EIB and control
group (Table V). FEV1, PEF and FVC values
showed a statistically significant decrease
following the spirometric test (p≤0.001). To the
contrary, these values represented a significant
increase following the spirometric test in the
control group (FEV1: p≤0.05, PEF: p≤0.01, and
FVC: p≤0.001).
214 atleti maschi amatoriali hanno partecipato
volontariamente allo studio. 17 soggetti sono stati
selezionati inserendoli nel gruppo EIB. Tra i 197
atleti non affetti da EIB, 17 sono stati assegnati
casualmente al gruppo di controllo.
I 17 atleti selezionati hanno mostrato una diminuzione della FEV1 di meno del 10%. La tabella 1
mostra le caratteristiche demografiche dei gruppi
EIB e controllo inclusi nello studio. Non erano presenti differenze statisticamente significative trai due
gruppi in termini di età, altezza e peso. In tabella 2
sono rappresentati i valori di VO2max, ventilazione
massimale (VEmax) e frequenza cardiaca massimale dei gruppi EIB e controllo. Come si può vedere, questi parametri non mostrano differenze statisticamente significative tra i due gruppi. Tutti i valori spirometrici eccetto il FEV1 pre-test presentano
differenze statisticamente significative tra i gruppi
EIB e controllo (Tabella V). I valori di FEV1, PEF e
CVF mostrano una riduzione statisticamente significativa dopo il test spirometrico (p≤0.001) nel gruppo EIB. Al contrario questi valori mostrano un
aumento significativo dopo il test spirometrico nel
gruppo di controllo (FEV1: p≤0.05, PEF: p≤0.01, e
CVF: p≤0.001).
Discussione
Discussion
Many studies on EIB have assessed the
response of pulmonary functions to exercise with
spirometry following short periods and high levels of standard exercising. FEV1 has been the
most frequently tested value of pulmonary func-
Vol. 61, N. 2
Molti studi sull’EIB hanno valutato la risposta
delle funzioni polmonari all’esercizio con una spirometria a breve distanza da esercizio standard ad
alti livelli. Il valore di funzionalità polmonare più frequentemente analizzato in questi studi è stata la
FEV1 15, 16. Altri indici respiratori derivati dalla
capacità vitale forzata, come PEF e FEF25–75%
MEDICINA DELLO SPORT
173
YILDIZ
EIB IN RECREATIONAL ATHLETES
tion in these studies.15, 16 Other respiratory indices
derived from the forced vital capacity maneuver,
such as PEF, FEF25–75% (forced expiratory flow
between 25–75% of the vital capacity) have been
studied to a lesser extent.17 This is why we used
FEV1 as the diagnostic criterion in our study.
A 15% fall in FEV1 was regarded as the criterion
for EIB diagnosis in literature.14 In a study
involving army recruits, Sonna et al.10 used this
criterion. However, a 10% decrease in FEV1 was
regarded as the diagnostic criterion for EIB in
other studies in literature, too. For instance, in a
study involving soldiers, the diagnostic criterion
was 10% fall in FEV1 and an EIB prevalance of
13.6% in concordance with prevalance studies
involving young, healthy athletes 18-20 and air
force personnel.21 In one calculation, we took a
10 % decrease in FEV1 as the diagnostic criterion
for EIB resulting in the prevalance rate increasing
by two times (15,2%). As both criteria are used
there is no consensus on the rate in literature.
We took a 15% decrease in the FEV1 value as the
diagnostic criterion for EIB..
In our study, we found that the prevalance
rate of EIB is 7.9 % in recreational athletes. Cold
and dry air is known to be a factor in accelerating
the onset of EIB.22 If we had conducted the study
with the same subjects under cold and dry
climatic conditions, the prevalence rate of EIB
would have increased further. Since we carried
out the study in a testing room with proper
climatic conditions, we think that the predisposing
effect of cold and dry air was prevented or
reflected only slightly in the results. Nevertheless,
the prevalance of bronchospasm was found
higher in studies conducted in cold environments.
Wilber et al.23 have established in a study that
the prevalence of EIB after skiing competition
was approximately 50 % (non-controlled study).
Larsson and colleagues (24) came to a prevalence
rate of 33 % in cross-country skiers. On the
contrary, a study carried out in a hospital at
normal climatic conditions has shown that the
prevalence rate in the hospital population (100
subjects) was 6 %.21 An athlete with clinical
complaints, who was assessed as normal in a
testing environment with the proper climatic
conditions, must be subjected to submaximal
testing under cold and dry air for verification of
the first test results.
The post-exercise FEV1 values of 10 subjects in
the EIB group decreased by more than 20%. 6 of
them had an atopy history. As known, atopy
174
(flusso espiratorio forzato -forced expiratory flow- tra
25 e 75% della capacità vitale) sono stati studiati con
minor attenzione 17. E’ per questo che abbiamo utilizzato la FEV1 come criterio diagnostico per il nostro
studio.
In letteratura come criterio diagnostico di EIB è
stato utilizzata una riduzione di FEV1 del 15% 14.
‹n uno studio su delle reclute dell’esercito, Sonna et
al.10 hanno utilizzato questo criterio. Tuttavia, in letteratura è stato usato come criterio diagnostico
anche una riduzione della FEV1 del 10%. Per esempio, in uno studio riguardante dei soldati, il criterio
diagnostico era una riduzione della FEV1 del 10%,
determinando una prevalenza del 13,6%, in accordo con studi di prevalenza su atleti giovani e sani 1820 e personale dell’aviazione militare 21. Abbiamo
provato una valutazione utilizzando come criterio
diagnostico la riduzione della FEV1 del 10%, ottenendo un tasso di prevalenza aumentato del doppio
(15,2%). Siccome entrambe i criteri sono utilizzati,
non esiste un accordo sull’incidenza di EIB in letteratura. Noi abbiamo utilizzato come criterio diagnostico una riduzione della FEV1 del 15%.
Nel nostro studio abbiamo rilevato una prevalenza di EIB del 7,9% tra gli atleti amatoriali. E’
noto che l’aria fredda e secca abbia un ruolo nell’accelerare la comparsa di EIB 22. Se avessimo svolto il nostro studio con gli stessi soggetti in condizioni ambientali fredde e secche, la prevalenza di EIB
sarebbe ulteriormente aumentata. Visto che avviamo svolto lo studio in una ambiente protetto con
condizioni climatiche appropriate, riteniamo che
l’effetto predisponente dell’aria fredda e secca sia
stato prevenuto o abbia inciso solo in minima parte sui risultati. Tuttavia, la prevalenza di broncospasmo è risultata maggiore in studi condotti in
ambienti freddi. Wilber et al.23 hanno stabilito in
uno studio che la prevalenza di broncospasmo dopo
competizioni sciistiche era del 50% (studio non controllato). Larsson e colleghi 24 sono arrivati a una prevalenza del 33% tra gli sciatori di fondo. Per contro,
uno studio condotto in un ospedale in condizioni climatiche normali ha mostrato una prevalenza tra la
popolazione ospedaliera (100 soggetti) del 6% 21.
Un atleta con sintomatologia clinica riferita, che
sia stato valutato normale al test in un ambiente
con condizioni climatiche appropriate, dovrebbe
essere sottoposto a test submassimale in aria fredda
e secca come verifica del risultato del primo test.
I valori di FEV1 di 10 soggetti del gruppo EIB
diminuiscono di più del 20% dopo l’esercizio. 6 di
questi avevano un’anamnesi positiva per atopia.
Come noto, l’atopia aumenta l’iperreattività bronchiale. In questo senso, la presenza di atopia potreb-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
EIB IN RECREATIONAL ATHLETES
YILDIZ
increases bronchial hyperreactivity. In this sense,
the presence of atopy might have induced a
higher fall in FEV1.
Literature reports a deterioration of physical
performance of EIB and/or asthmatic individuals.
In one of the studies, VO2 max levels of children
with asthma were reported lower compared with
healthy control subjects.25 In another study, high
school athletes with EIB had a slower running
time in the free run test versus healthy controls.3
Another study reported that adults with asthma
and EIB had lower VO2max levels and anaerobic
thresholds than unaffected control subjects with
comparable habitual levels of activity, and found
no correlation between FEV1 and VO2 max values
(9). Individuals with asthma and EIB can achieve
statistically significant improvements in aerobic
fitness in response to training.11, 12 However in a
study, the control group had a higher peak O2
uptake gain in response to training versus the
EIB athlete group.10 In the same study, less
increase of aerobic capacity as a result of training
was reported in EIB athletes compared to non-EIB
athletes. However, in another study a statistically
significant difference in the peak O2 uptake levels
of female and male athletes with EIB versus
controls was not found.10
In our study, pre-test FEV1 and FVC values of
the control group have increased significantly in
the post-test period. This may point toward an
enhanced lung capacity as a result of regular
exercising.
Subjects included in our study were young
individuals who exercised daily, and neither
received any medical drug support nor had any
physical disabilities. The physical performance
data (maximal heart rate, VEmax and VO2max)
obtained from the maximal exercise test were
similar in both groups. Voy 18 found no significant
difference in the physical performance of amateur
and professional athletes who both had EIB. This
may be due to both groups’ exercising regularly
at a high level and/or the benefit provided by
the refractory period after a high level of warm
ups and short sprints.26, 27 This is perhaps why we
could not obtain a significant difference in the
physical performance values of the EIB and
control group of recreational athletes.
A limitation of our study was that measurements
were conducted under laboratory conditions. It
was warmer and more humid compared to
conditions in the field (20-25 degrees Celsius and
less than 50% humidity). Rundell et al.28 reported
Vol. 61, N. 2
be aver indotto una maggior diminuzione della
FEV1.
La letteratura riporta un deterioramento delle
performance fisiche nei soggetti affetti da EIB e/o
asma. In uno degli studi i livelli massimi di VO2 max
risultavano inferiori a quelli di controlli sani 25. In
un altro studio, gli atleti delle scuole superiori affetti da EIB presentavano un tempo di corsa inferiore
nel test di corsa libero, rispetto ai controlli sani 3. Un
altro studio riportava che gli adulti affetti da asma
e EIB avevano livelli inferiori di VO2 max e soglia
anaerobica rispetto a controlli sani con livelli di
attività comparabili, e non rilevava alcuna correlazione tra i valori di FEV1 e VO2 max (9). I soggetti affetti da asma ed EIB possono ottenere miglioramenti statisticamente significativi di fitness aerobico in risposta all’allenamento (11,12). Tuttavia, in
uno studio, il gruppo di controllo raggiungeva un
picco di uptake di O2 superiore in risposta all’allenamento rispetto al gruppo di atleti EIB 10. Nello
stesso studio veniva riportato un minor incremento
della capacità aerobica in seguito ad allenamento
negli atleti EIB rispetto agli atleti non EIB. In un
altro studio non veniva invece rilevata una differenza statisticamente significativa nel picco di
uptake di O2 in atleti maschi e femmine affetti da EIB
rispetto ai controlli 10.
Nel nostro studio i valori pre-test di FEV1 e CVF del
gruppo di controllo aumentano significativamente
nel periodo post-test. Questo potrebbe indicare un
aumento della capacità polmonare in conseguenza
dell’esercizio regolare.
I soggetti inclusi nel nostro studio erano individui
che si esercitavano quotidianamente, non assumevano alcun farmaco ne’ presentavano disabilità
fisiche. I dati sulle performance fisiche (frequenza
cardiaca massima, VEmax e VO2max) ottenuti dal
test di esercizio massimale sono simili nei due gruppi. Voy 18 non ha rilevato differenze significative di
performance fisiche tra atleti amatoriali e professionisti, tutti affetti da EIB. Questo potrebbe essere
dovuto al fatto che entrambe i gruppi svolgono regolarmente esercizi ad alto livello e/o al beneficio del
periodo refrattario dopo un alto livello di riscaldamento e brevi scatti 26, 27. Questo è probabilmente il
motivo per cui non abbiamo ottenuto una differenza significativa tra i valori di performance fisica tra i gruppi EIB e controllo di atleti amatoriali.
Un limite del nostro studio è stato che le misurazioni venivano eseguite in condizioni di laboratorio. Faceva più caldo ed era più umido rispetto alle condizioni sul campo (20-25 gradi Celsius
e meno di 50% di umidità). Rundell et al.28 hanno riportato che i test di esercizio in ambienti sport
MEDICINA DELLO SPORT
175
YILDIZ
EIB IN RECREATIONAL ATHLETES
that exercise challenges in sport specific
environments were more sensitive than challenges
in laboratory settings due to relatively high
temperatures (around 20°C) and humidity (around
50% relative humidity). Air-conditioned laboratories
were reported to exert an insufficiently provocative
effect on ski athletes, and exercise response
assessment not recommended in the laboratory
environment (29). To the contrary, Evans and
colleagues (30) reported that the exercise response
of EIB subjects in cold air and laboratory
environment was not significantly different. They
focused on the effect on the parasympathetic
system and stressed that further clarification of the
role of the parasympathetic system in the cold-air
EIB response was needed.
specifici erano più sensibili rispetto a quelli in
ambiente di laboratorio per le temperature e umidità relativamente superiori (circa 20°C e 50%
umidità relativa). E’ stato descritto che i laboratori
con aria condizionata esercitano un effetto provocativo insufficiente sugli sciatori, e la valutazione della risposta all’esercizio è stata sconsigliata in condizioni di laboratorio 29. Per contro,
Evans e colleghi 30 hanno rilevato che la risposta
all’esercizio dei soggetti EIB all’aria fredda e in
ambiente di laboratorio non era significativamente differente. Hanno focalizzato l’attenzione
sull’effetto del sistema parasimpatico, ribadendo
che era necessario un ulteriore chiarificazione
del ruolo del sistema parasimpatico nella risposta
EIB all’aria fredda.
Conclusion
Conclusioni
In summary, we found a 7.9% prevalence of
unrecognized EIB among recreational athletes.
We could not observe any deterioration in the
physical performance values of EIB athletes or
any significant difference versus the controls.
Our findings suggest that the aerobic capacity of
recreational EIB athletes without any comcomitant
disease is not adversely affected. However, there
are different views on this subject as elaborated
in the discussion. Moreover, longitudinal studies
are needed to examine the association between
EIB and physical performance, to see whether
or not a significant deterioration of physical
performance in EIB cases occurs on the basis of
long-term observation, how many athletes in this
group develop other clinical findings of asthma
and how aerobic capacity increases.
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176
Riassumendo, abbiamo rilevato una prevalenza del 7,9% di EIB non diagnosticata tra gli atleti amatoriali. Non abbiamo osservato alcun deterioramento dei valori di performance fisica tra
gli atleti EIB, ne’ alcuna differenza significativa
rispetto ai controlli. I nostri rilevamenti suggeriscono che la capacità aerobica degli atleti amatoriali affetti da EIB senza patologie concomitanti non sia alterata. Tuttavia, esistono punti di vista
diversi sull’argomento, come riportato nella discussione. Inoltre, sono necessari studi longitudinali
per esaminare la correlazione tra EIB e performance fisica, per determinare se si verifichi sulla
base di un’osservazione a lungo termine un deterioramento significativo della performance fisica
nei casi di EIB, quanti atleti in questo gruppo sviluppino altri quadri clinici di asma e come aumenti la capacità aerobica.
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Acknowlwdgements.—The authors would like to express gratitude to the recreational athletes who participated in this study,
and to Ms. Narin Koray for her helpful assistance in correcting the language of this article.
Address reprint requests to: T. SAKA, Assistant Professor, MD, Erciyes University, Talas Campus, Medical Faculty, Department
of Sports Medicine, 38039 Kayseri, Melikgazi-Turkey. E-mail: [email protected]
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
177
MED SPORT 2008;61:179-96
Lifestyle changes and physical exercise
Cambiamenti di stile di vita indotti dall’esercizio fisico
A. ANEDDA 1, L. FERRARI 2
2Servizio
1Presidio Medicina dello Sport, Azienda Usl di Parma, Parma, Italy
Sviluppo Organizzativo e Progettazione, Azienda Usl di Parma, Parma, Italy
SUMMARY
Aim. Lifestyle refers to a constellation of different habits, behaviors and attitudes that can be modified; lifestyles can have
a profound effect on health. The aim of this study was to demonstrate how physical exercise can lead to lifestyle
changes and reduce cardiovascular risk factors.
Methods. The study population was composed of a group of physically active subjects (1910) and a group of sedentary
people (1057) selected randomly and stratified by age. Statistical data analysis revealed significant differences between
the two groups.
Results. Specifically, the data about obesity, smoke, alcohols use, habitual use of medicines and psychological stress
factors showed that the physically active group was less subject to cardiovascular risk.
Conclusion. An active life is beneficial for physical health; regular exercise is a protective factor against the development of atherosclerosis and other diseases associated with a sedentary lifestyle. Today, sports medicine should reach
out to involve more people in taking up regular physical exercise in order to improve their general well-being health
and reduce risk factors for cardiovascular disease.
KEY WORDS: Physical fitness - Exercises - Lifestyle - Cardiovascular diseases - Risk factors.
RIASSUNTO
Obiettivo. Gli stili di vita consistono in un modo di vivere impostato secondo modelli di comportamento identificabili; possono avere profonde ripercussioni sulla salute. Scopo di questo lavoro è dimostrare come l'adozione di uno stile di vita incentrato sull’esercizio fisico sia in grado di modificare in termini significativi altri importanti stili di vita e quindi di ridurre i fattori di rischio cardiovascolare.
Metodi. Sono stati messi a confronto un gruppo di soggetti che svolgono attività sportiva (1910) con un gruppo di soggetti sedentari (1057) individuato in forma casuale e stratificata.
Risultati. La parte relativa alla descrizione dei risultati dello studio si incentra soprattutto sulla comparazione dei
valori statistici rilevati nei due gruppi; i dati relativi a obesità, abitudine al fumo, consumo di alcol, uso abituale
di farmaci e fattori di rischio psicologici hanno mostrato valori significativi a favore del gruppo che svolge attività
fisica.
Conclusioni. Una vita fisicamente attiva porta indubbi vantaggi al benessere fisico, infatti il costante movimento
costituisce un fattore protettivo nei confronti del possibile sviluppo dell'aterosclerosi e di tutte le malattie connesse
alla vita sedentaria. La Medicina dello Sport oggi deve incentrare la propria attenzione alla valutazione dello stato di salute del soggetto normale che vuole migliorarsi adottando l'esercizio fisico più adatto alle proprie condizioni di salute.
PAROLE CHIAVE: Attività fisica - Stile di vita - Fattori di rischio cardiovascolare.
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
179
ANEDDA
L
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
ifestyle refers to the personal choice one
makes from among recognizable behavioral
models produced by the interplay between one’s
own characteristics and social interactions within one’s socioeconomic and environmental context. As these models are continuously interpreted
and examined in different social situations, they
are fluid in nature and subject to change. An individual’s lifestyle can have a profound effect on his
or her health or even the health of others. If, on
the one hand, improving one’s health status
depends on the ability to change lifestyle, then,
on the other, interventions on social conditions,
and not only on an individual’s circumstances
alone, are needed: in brief, interventions on the
conditions that interact to create and maintain
such behavioral models.
Healthy diet plays an eminent role in achieving well-being (especially for women),1 in addition to sports/physical activity (especially for
men and younger persons), cessation of smoking, stress avoidance (particularly in the 35-54year age group), and walking or bicycling to
cover short distances. 2 Moreover, a healthy
lifestyle, apart from factors that cannot be
changed such as age, sex, race, family history of
certain diseases, is determined by the absence
or reduction of specific risk factors.3 The 2004
DOXA survey presented by Federalimentare
(Federation of Food Producers) at its annual
assembly during Cibus in May 2004 reported
that 90% of Italians believe they lead a relatively healthy lifestyle and that 77% hold that a
healthy lifestyle means eating a healthy diet,
while 48% stated it means practicing sports or
physical activity, 38% stated it means not smoking, 35% felt it means avoiding stress, and 31%
felt it means riding a bicycle or walking. In Italy,
60% of the population practice sports or physical activity, 67% are non-smokers, 30% ride a
bicycle or walk, 27% eat a healthy, balanced
diet, 20% avoid stress, 11% sleep well, 6% avoid
overworking, 6% limit their use of medications,
and 4% have a hobby.4
Emilia-Romagna is generally considered a
region with a high quality of life, where 65% of
the population practice sports and/or physical
activity. According to a 2000 study on whether
physical activity can improve other lifestyle choices in a population of active individuals who
underwent a physical fitness examination as part
of certification for participation in competitive
sports, nearly one fourth (24.9%) were smokers,
180
L
o stile di vita consiste in un modo di vivere impostato secondo modelli di comportamento identificabili, che sono frutto dell’azione reciproca delle
caratteristiche proprie di un individuo, delle interazioni sociali con le condizioni di vita di carattere
socio-economico ed ambientale. Questi modelli di
comportamento vengono continuamente interpretati e vagliati in situazioni sociali diverse e non sono
quindi immobili, bensì soggetti a cambiamento.
Gli stili di vita individuali, caratterizzati da
modelli di comportamento identificabili, possono
avere profonde ripercussioni sia sulla salute di una
persona che su quella degli altri. Se per migliorare
la salute è necessario che le persone siano in grado
di modificare il proprio comportamento, allora è
opportuno agire sulle condizioni sociali e non solo
su quelle individuali: in pratica su tutte quelle condizioni che interagiscono nella creazione e nella
conservazione di questi modelli di comportamento.
In questo contesto l’alimentazione corretta svolge un ruolo primario (soprattutto per le donne) 1.
Gli altri ingredienti per una vita sana sono:
sport/attività fisica (soprattutto per gli uomini e per
i giovani), astensione dal fumo, tranquillità (in
particolar modo fra i 35 e i 54 anni) e abitudine, per
piccoli spostamenti, a muoversi a piedi o in bicicletta, anziché usare mezzi motorizzati 2.
Un corretto stile di vita, rapportato a fattori non
modificabili come l’età, il sesso, la razza e la familiarità per qualche patologia, è favorito dall’assenza
o dalla diminuzione dei fattori di rischio specifici 3.
Il monitor alimentare DOXA 2004, presentato
da Federalimentare, ha dedicato a questo tema la
sua assemblea annuale (Cibus, 6 maggio 2004). Il
90% degli italiani ritiene il proprio stile di vita molto o abbastanza sano, inoltre, quando si parla teoricamente di che cosa significhi vivere in modo
sano, per il 77% degli italiani significa scegliere
un’alimentazione sana; per il 48% fare sport o attività fisica, per il 38% non fumare, per il 35% evitare lo stress e vivere tranquilli, per il 31% muoversi a
piedi o in bicicletta. Sul territorio italiano, la percentuale di coloro che praticano sport o attività fisica è del 60%, coloro che non fumano sono il 67%,
coloro che si muovono a piedi o in bicicletta sono il
30%, coloro che adottano un’alimentazione sana ed
equilibrata il 27%, quelli che vivono in modo tranquillo il 20%, quelli che dormono e riposano in
maniera ottimale l’11%, coloro che evitano di affaticarsi troppo il 6%, coloro che limitano l’uso dei
farmaci il 6%, coloro che si dedicano ai propri hobbies il 4% 4.
La Regione Emilia Romagna è considerata da
tutti una regione con una presenza di alta qualità
della vita: l’esercizio fisico e/o lo sport sono praticati
dal 65% della popolazione.
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
ANEDDA
with marked differences in rates between males
and females.5 An analysis of the results of a study
on athletes in Ravenna to determine the effect
of a healthy diet on young athletes showed an
alarming prevalence of obesity among younger
schoolchildren, as testified by near empty playgrounds, but a rise in the number of underweight
adolescents probably owing to unhealthy eating
habits.6
Just as a cumulative increase in risk factors
raises the incidence of disease, so too adoption
of a healthy lifestyle can do much to lower it.7
The Consensus Document “Prescribing
Physical Exercise for a Healthy Heart”3 drawn
up by the Multisociety Task Force examines the
effect of physical exercise on cardiovascular risk
factors. With the present study we wanted to
determine whether the favorable effects were
due to physical exercise, independently of the
overall improvement in lifestyle (healthy diet,
volitional habits, and psychological influences).
A second objective was to determine whether,
despite its recent enactment in Italy, any effect of
the anti-smoking law could be seen. Finally, we
wanted to see whether taking up physical activity could curb medication costs, primarily in the
treatment of hypertension and diabetes type 2, but
also in obesity and depression.8 The study population was two groups of subjects (the one made
up of physically active and the other of sedentary
individuals) in which the variables obesity, smoking, use of alcoholic beverages, use of medications, and psychological influences were compared in relation to physical activity.
Materials and methods
This study was part of a descriptive retrospective study conducted by the Sports Medicine
Services, Parma, which involved all sports participants in its catchment area.
Data were collected by means of a simplified,
multidimensional questionnaire that investigated: subject demographics (sex, age, height,
weight, etc.); personal habits regarding time
engaged in physical activity (daily and weekly
hours); use of alcohol and/or medications; the
prevalence (past and/or present) of stress and/or
psychological conditions such as depression and
anxiety. The same version was administered to all
age groups (children, adolescents, adults). The
Vol. 61, N. 2
In uno studio, condotto per verificare come l’attività fisica agisca favorevolmente anche sul miglioramento degli altri stili di vita e che prendeva in
considerazione una popolazione di sportivi sottoposti alla visita di idoneità sportiva agonistica nell’anno solare 2000 in Emilia Romagna, la prevalenza generale di fumatori riscontrata è stata del
24.9%, con marcate differenze nei due sessi 5.
Dall’analisi dei dati di un altro lavoro condotto
sulla popolazione sportiva di Ravenna per verificare gli effetti di una corretta alimentazione su atleti minorenni si evince come l’incidenza dell’obesità sia prevalente nell’età scolare, a testimoniare la
perdita da parte del bambino dell’abitudine a praticare giochi di cortile, mentre in età adolescenziale aumenta l’incidenza di individui sottopeso a
riprova della mancata adozione di una corretta
alimentazione 6.
Così come è stato dimostrato per i fattori di rischio,
il cui sommarsi aumenta esponenzialmente l’incidenza di malattia, l’adozione di corretti stili di vita
la diminuisce progressivamente 7.
Il lavoro svolto dalla Task Force Multisocietaria
che ha elaborato il Documento di Consenso “La prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico” 3 è stata l’occasione per approfondire alcuni
aspetti legati agli effetti dell’esercizio fisico sui fattori di rischio cardiovascolari.
Nel presente studio abbiamo cercato di valutare
se gli effetti favorevoli sono prodotti dall’esercizio
fisico indipendentemente dal miglioramento complessivo degli stili di vita (corretta alimentazione,
ma anche abitudini voluttuarie e condizionamenti psicologici). Un secondo obbiettivo era quello di
verificare se l’introduzione della legge antifumo in
Italia avesse prodotto miglioramenti importanti,
anche se in un breve periodo di tempo. Infine abbiamo valutato se esista la possibilità effettiva di contenere la spesa farmaceutica con l’adozione dell’esercizio fisico quale primo scalino soprattutto nella
terapia dell’ipertensione e del diabete di tipo 2, ma
anche nell’obesità e nelle sindromi depressive 8.
Per questo sono stati presi in considerazione due
gruppi di soggetti, atleti e sedentari, nei quali fattori come obesità, abitudine al fumo, assunzione di
bevande alcoliche, uso abituale di farmaci, condizionamenti psicologici sono stati posti in rapporto
all’attività fisica svolta.
Materiali e metodi
Il lavoro si inserisce in uno studio descrittivo di
tipo retrospettivo condotto dal Servizio Medicina
dello Sport dell’Azienda Usl di Parma su tutta la
popolazione sportiva afferente.
MEDICINA DELLO SPORT
181
ANEDDA
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
obesity index was derived from the body-mass
index ([BMI], weight in kilograms divided by
height in meters squared) for all subjects. 9,10 The
Italian Ministry of Health recommends the use
of BMI also in children until specific reference
parameters are defined for this age group.
The athletes group was composed of 1910
subjects who had received physical fitness certification for sports participation in sports facilities in Parma and Fidenza during 2005; the control group (1057 subjects) was selected at random and stratified.
Statistical analysis
The data were compared using the following
statistical tests:11 χ2 test for nominal (or categorical) variables to measure the probability or
the association of one variable with a second
variable related to one or the other group.
Values are expressed in percent of each group;
the P value was calculated with respect to the
total values listed in the table.11 A statistically
significant value produced by the chi square
test shows that the variables are dependent on
one another, while a statistically non significant value shows that they are independent of
each other.
Non parametric Mann-Whitney U test for data
related to the median (ordinal scale) to compare
the two groups independently of each other. The
tables illustrate the number of cases, the median,
the first (Q1) and third (Q3) quartile; the P value
expresses the level of statistical significance of
the test.11
Student’s t test for independent samples to
determine the mean values for each group. The
tables list the number of cases, the mean and the
standard deviation for each group; the P value
expresses the level of statistical significance.11
Odds Ratio (OR) estimates the level of risk of
obesity for the study groups and each age
group.11 The test compares the arithmetic relationship between the rate of the presence and
of the absence of obesity in the two groups. OR
values 0-1 denotes a negative relationship; values
indicating a positive association are given for the
following levels: 1,3 – weak relationship; 1,7 –
modest relationship; 3 – moderate relationship; 8
– strong relationship; 20 – very strong relationship.
The two groups were similar in sex and age
(Table I, Figure 1). The chi square test showed no
182
Lo strumento utilizzato è un questionario semplificato che ha l’obiettivo di investigare, in forma
multidimensionale:
— le informazioni di base relative al soggetto
(sesso, età altezza, peso, ecc.);
— le abitudini individuali: ore di attività fisica
(giornaliera e settimanale), consumo di alcolici e/o
farmaci;
— la prevalenza (presente e/o passata) di condizioni di stress e/o patologie psicologiche come
depressione e ansia.
Per la sua struttura il questionario è stato sottoposto a tutta la popolazione: bambini, adolescenti
e adulti. In questa prospettiva la valutazione dell’indice di sovrappeso/obesità è stata calcolata in
base al BMI (Body Mass Index: peso in kg/quadrato dell’altezza in m) sia per gli adulti che per gli
adolescenti e per i bambini 9, 10; va rilevato infatti
che l’indicazione del Ministero della Salute è quella di proporre l’utilizzo del BMI anche per i piccoli, in attesa di arrivare alla definizione di parametri di riferimento specifici.
Sono stati messi a confronto un gruppo di soggetti
che svolgono attività sportiva ed hanno ottenuto
una valutazione di idoneità nelle strutture di Parma
e Fidenza nel corso del 2005 (1910 soggetti) con
un gruppo di controllo (1057 soggetti) individuato
in forma casuale e stratificata.
Il confronto fra i due gruppi è stato attuato utilizzando i seguenti test statistici 11:
— nel caso di variabili nominali (o categoriali)
è stato applicato il chi-quadrato al fine di misurare la verosimiglianza o l’associazione di una variabile in esame con la variabile relativa al gruppo
(atleti / controlli). Nelle tabelle sono stati riportati i
valori percentuali per ciascun gruppo e il valore di
significatività (P) calcolato rispetto a tutti i valori della tabella 11. Un valore significativo del chi-quadrato esprime una dipendenza fra le variabili mentre un valore non significativo esprime un’indipendenza fra le variabili in esame;
— nel caso di dati relativi a mediane (scala
ordinale) il raffronto fra i due gruppi è stato effettuato utilizzando il test non parametrico U di
Mann-Whitney per il confronto dei campioni indipendenti. In tabella sono stati indicati il numero dei
casi, la mediana, il primo (Q1) ed il terzo (Q3)
quartile ed il valore P che esprime la significatività del test 11;
— nel caso di valori relativi a medie il raffronto
fra i due gruppi è stato effettuato attraverso il t-test
(o t di Student) per campioni indipendenti. Nelle
tabelle sono stati indicati i valori relativi al numero dei casi, alla media e alla deviazione standard
per ogni gruppo e il valore P, che esprime la significatività statistica 11;
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
ANEDDA
TABLE I.—Distribution of the study population by age group.
TABELLA I. — Distribuzione classe di età dei 2 gruppi a confronto. Confronto statistico tra gruppi (χ2: P=NS).
Athletes
Controls
Total
Age group - yrs
No.
%
No.
%
No.
%
5-9
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
57
590
423
179
164
127
108
98
59
105
3.0
30.9
22.1
9.4
8.6
6.6
5.7
5.1
3.1
5.5
57
292
214
114
107
64
52
50
33
74
5.4
27.6
20.2
10.8
10.1
6.1
4.9
4.7
3.1
7.0
114
882
637
293
271
191
160
148
92
179
3.8
29.7
21.5
9.9
9.1
6.4
5.4
5.0
3.1
6.0
Total
1910
100.0
1057
100.0
2967
100.0
Statistical comparison between groups. Chi-square test P = N.S.
significant difference in the distribution of these
two variables, indicating they were independent
of one another. This assumption allowed for statistical comparison in order to test differences in
the behavior of the two groups.
Athletes
Controls
Results
Body-mass index
The focus of the study results centers on a
comparison of the BMI values of the two groups
(athletes vs controls) across the different age
groups (Table II, Figure 2).
The box-plot analysis of the interquartile distribution of the BMI scores highlights that obesity is more prevalent among elementary schoolchildren (age group 5-9 years) (Table III).
Physical Activity
The results are illustrated in Table IV and
Figures 3 and 4.
Smoking
The results are shown in Tables VI and VII.
Alcohol Use.
The results are shown in Tables VIII-XI.
Vol. 61, N. 2
Age group:
<18 years
18-39 years
≥40 years
Figure 1.—Pie chart of age group segments.
Figura 1. — Rappresentazione grafica dei due gruppi divisi per classi di età.
— l’Odd Ratio (OR) per consentire di valutare il
livello di rischio di obesità per gruppo e classe di età
(11). Nello specifico il test equivale al rapporto aritmetico tra il tasso di obesità dei due gruppi e il tasso di assenza di obesità negli stessi gruppi. I valori
di OR tra 0 e 1 esprimono una relazione negativa,
mentre i valori di associazione positiva vedono i
seguenti livelli: 1,3 relazione debole, 1,7 relazione
modesta, 3 relazione moderata, 8 relazione forte, 20
relazione fortissima.
I due gruppi selezionati (Tabella I, Figura 1) sono
risultati omogenei per sesso e classe di età.
Il confronto statistico tra i gruppi, attraverso il
chi-quadrato, ha evidenziato differenze non significative nelle distribuzioni e quindi una relazione
di indipendenza. Questo presupposto consente di
MEDICINA DELLO SPORT
183
ANEDDA
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
TABLE II.—Body-mass index values of the study population.
TABELLA II. — Confronto fra i valori medi ± deviazione standard (DS) del BMI fra i due gruppi.
Athletes
Controls
Age group - yrs
No.
%
T-test
P value
No.
%
5-9
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
57
590
423
179
164
127
108
98
59
105
17.4±2.6
19.9±3.0
21.3±2.5
22.3±2.3
23.3±2.8
23.7±2.8
24.4±3.1
24.5±2.7
24.6±2.5
25.1±2.6
57
292
214
114
107
64
52
50
33
74
21.6±4.7
21.0±3.7
22.3±2.6
23.1±2.3
24.0±2.9
24.9±2.7
24.7±3.5
24.5±2.7
24.1±2.2
25.6±2.7
<0.001
<0.001
<0.001
<0.011
<0.051
<0.011
NS
NS
NS
NS
Total
1910
21.8±3.4
1057
22.8±3.5
<0.001
Plus-minus values are means ±SD.
poter effettuare i confronti statistici al fine di testare eventuali differenze nei comportamenti dei due
gruppi.
35
30
Risultati
IBM
25
BMI
20
>50
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
19-24
15-18
10-14
5-9
15
Age group
Athletes
Controls
Figure 2.—Interquartile distribution of BMI by study group
and by age group (Box-plot).
Figura 2.—Rappresentazione grafica della distribuzione
interquartile (box-plot) per gruppo e classe d’età.
La parte relativa alla descrizione dei risultati dello studio si incentra soprattutto sulla comparazione dei valori di BMI fra i gruppi (atleti vs controlli)
nelle varie classi di età (Tabella II, Figura 2).
L’analisi della distribuzione dei punteggi BMI,
nella loro distribuzione interquartile attraverso l’utilizzo dei box-plot, mostra in maniera chiara come
l’obesità sia più diffusa nelle classi di età scolari (59 anni) (Tabella III).
Attività fisica
I risultati sono riportati nelle Tabelle IV, V e nelle Figura 3, 4.
Fumo
Use of Medications
The results are shown in Tables XI-XVII.
I risultati sono riportati nelle Tabelle VI, VII.
Consumo di alcolici
Use of Integrators
The results are shown in Table XVIII.
I risultati sono riportati nelle Tabelle VIII-XI.
Uso di farmaci
I risultati sono riportati nelle Tabelle XII-XVII.
Self-prescription
The results are shown in Table XIX.
184
Uso di Integratori
I risultati sono riportati nella Tabella XVIII.
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
ANEDDA
TABLE III.—Distribution of BMI by age group (percent).
TABELLA III. — Distribuzione percentuale del BMI per gruppo e classe di età.
BMI
Age group - yrs
5-9
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
Total
Subjects
Risk analysis
Underweight
Normoweight
Overweight
Class II
Obesity
Athletes
Controls
Athletes
Controls
Athletes
Controls
Athletes
Controls
Athletes
Controls
Athletes
Controls
Athletes
Controls
Athletes
Controls
Athletes
Controls
Athletes
Controls
61.4
31.6
33.6
26.4
11.3
7.0
1.7
0.9
3.7
1.9
1.6
—
—
—
—
—
—
—
—
—
38.6
45.6
60.8
58.2
80.9
77.1
87.2
70.2
73.2
67.3
63.8
46.9
63.9
65.4
62.2
64.0
66.1
78.8
55.2
45.9
—
15.8
5.3
13.4
7.6
15.9
10.6
28.9
21.3
27.1
34.6
51.6
32.4
28.8
34.7
30.0
30.5
21.2
41.0
50.0
—
7.0
0.3
2.1
0.2
—
0.6
—
1.8
3.7
—
1.6
3.7
5.8
3.1
6.0
3.4
—
3.8
4.1
Athletes
Controls
15.3
10.7
68.4
63.3
15.2
23.7
1.0
2.3
Chi square
P
OR
95% CI
<0.001
16.54
6.71-25.21
<0.001
3.08
1.92-4.94
<0.001
2.23
1.34-3.72
<0.001
3.23
1.75-6.00
NS
1.47
0.86-2.56
<0.05
2.14
1.16-3.94
NS
0.94
0.47-1.87
NS
0.93
0.46-1.88
NS
0.52
0.19-1.42
NS
1.45
0.80-2.64
<0.001
1.80
1.50-2.13
OR denotes Odds Ratio; 95% CI 95% Confidence Interval.
TABLE IV.—Daily amount of time (minutes) engaged in physical activity stratified by age group (percent).
TABELLA IV. — Range (minuti) di attività fisica giornaliera per gruppo e classe di età (valori percentuali).
Athletes
Age group - yrs
Controls
Chi square
P value
60-90
>90
Total time
>60
60-90
>90
Total time
>60
5-9
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
22.8
17.5
14.4
17.9
14.0
17.3
20.4
21.4
22.0
17.1
17.5
36.3
40.0
34.6
31.7
26.0
26.9
25.5
15.3
18.1
40.3
53.8
54.4
52.5
45.7
43.3
47.3
46.9
37.3
35.2
5.3
1.7
0.0
1.8
0.0
1.6
3.8
0.0
0.0
0.0
0.0
0.7
0.9
0.0
0.0
0.0
0.0
2.0
3.0
0.0
5.3
2.4
0.9
1.8
0.0
1.6
3.8
2.0
3.0
0.0
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.010
<0.001
Total
17.2
32.6
49.8
1.2
0.6
1.8
<0.001
Stress
The results are shown in Table XX.
Depression
The results are shown in Table XXI.
Vol. 61, N. 2
Autoprescrizione
I risultati sono riportati nella Tabella XIX.
Stress
I risultati sono riportati nella Tabella XX.
MEDICINA DELLO SPORT
185
ANEDDA
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
TABLE V.—Weekly amount of time (minutes) engaged in physical activity stratified by age group (median).
TABELLA V. — Minuti di attività fisica settimanale per gruppo e classe di età (mediana e confronto fra gruppi).
Median
Athletes
Q1-Q3
No.
Median
Controls
Q1-Q3
MannWhitney
U test
Age group - yrs
No.
5-9
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
57
590
423
179
164
127
108
98
59
105
300
360
480
360
360
360
360
360
300
360
210-360
240-480
360-600
300-600
240-480
240-480
240-480
240-480
240-480
240-600
57
292
214
114
107
64
52
50
33
74
120
120
120
0
0
0
0
0
0
0
60-120
120-120
120-120
0-120
0-60
0-0
0-120
0-15
0-60
0-60
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
<0.001
Total
1910
300
240-480
1057
120
0-120
<0.001
Depressione
1000
I risultati sono riportati nella Tabella XXI.
Weekly physical activity (min)
900
800
Ansia
700
I risultati sono riportati nella Tabella XXII.
600
500
Ansia o depressione pregressi
400
I risultati sono riportati nella Tabella XXIII.
300
200
100
Discussione
>50
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
19-24
15-18
10-14
5-9
0
Age group
Athletes
Controls
Figure 3.—Weekly physical: interquartile distribution by
study group and age group (box plot).
Figura 3. — Attività fisica settimanale: rappresentazione
grafica della distribuzione interquartile (box-plot) per
gruppo e classe d’età.
Anxiety
The results are shown in Table XXII.
Past Anxiety or Depression
The results are shown in Table XXIII.
Discussion
The statistical comparison between the two
groups (Table II) shows significantly different
186
Il confronto statistico fra atleti e controlli (Tabella
II) mette in luce valori medi significativamente
diversi nei punteggi del BMI nelle fasce d’età più
basse a conferma dell’ipotesi di fondo che l’indice di
obesità è significativamente più alto nella popolazione che non svolge attività fisica 12.
L’analisi del numero medio di minuti di attività
fisica giornaliera e settimanale conferma la significativa differenza fra i due gruppi a confronto. E’
interessante osservare come l’attività fisica tenda, fra
gli atleti, a crescere con l’età sino alla fascia 19-24
anni, mentre fra i controlli dopo i 9 anni si registra
un sostanziale calo.
Approfondendo l’analisi dell’associazione tra
attività fisica ed obesità sono emersi dati significativi nella misurazione del rischio attraverso l’odd
ratio: in particolare nella classe di età 5-9 anni si
osserva (tab. III) la più alta probabilità di rischio dei
controlli di sviluppare l’obesità rispetto agli atleti,
probabilità che si mantiene significativamente più
elevata fino alla classe di età 19-24 e nella fascia 3034 anni.
Allo stesso modo, la Figura 2 mostra in maniera chiara come esista nei bambini un diverso
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
ANEDDA
Controls
Athletes
0.44%
1.28%
0.2%
0.03%
6.67%
1.01%
22.51%
12.37%
21.5%
33.97%
Weekly physical activity:
None
60-120 min
300-600 min
180-300 min
>600 min
Figure 4.—Pie chart of weekly amount of time engaged in physical activity (percent).
Figura 4. — Rappresentazione grafica dell’attività fisica settimanale: confronto tra gruppi (valori percentuali)
TABLE VI.—Per cent of smokers in each group stratified by age group.
TABELLA VI. — Prevalenza fumatori per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P <0,001).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
0.0
5.5
32.0
39.7
31.6
23.6
15.2
13.7
8.7
1.0
9.2
24.1
34.9
6.9
15.8
0.0
0.0
15.4
0.3
6.6
29.6
38.4
26.0
22.2
12.2
11.9
9.5
0.0
17.0
44.3
61.5
59.2
20.9
15.0
10.7
13.8
2.1
10.4
22.9
37.9
26.7
22.2
20.0
20.0
33.3
0.7
15.0
37.7
55.1
51.6
21.2
16.0
12.1
16.2
Total
13.3
9.2
12.1
21.7
13.2
19.3
Statistical comparison – χ2 test: P <0.001.
mean BMI values in the lower age groups, confirming the hypothesis that the obesity index is
significantly higher in the physically inactive
group.12
A comparison of the daily and weekly mean
number of minutes of physical activity confirms
the significant difference between the two groups:
among the athletes, the time engaged in physical
Vol. 61, N. 2
andamento del valore del BMI in relazione all’età.
Si passa da una forte differenziazione dei punteggi
fra i due gruppi nella classe 5-9 anni ad un graduale avvicinamento in età adolescenziale ed
adulta.
Analizzando ulteriormente i dati di classificazione del BMI per singolo gruppo e classe di età
(Tabella III) si può osservare la presenza di una
differenza statisticamente significativa fra le cate-
MEDICINA DELLO SPORT
187
ANEDDA
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
TABLE VII.—Prevalence of smokers (number of cigarettes smoked) stratified by age group (percent).
TABELLA VII. — Prevalenza fumatori per quantità, gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico
fra gruppi (χ2: P<0,05 per fumo <10 sigarette e P<0,001 per fumo >10 sigarette).
< 10 cigarettes
Age group - yrs
Athletes
> 10 cigarettes
Controls
Athletes
Controls
Males
Females
Males
Females
Males
Females
Males
Females
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
0.0
5.1
20.0
30.6
21.4
15.7
6.3
11.8
7.6
1.0
9.2
22.2
20.9
6.9
15.8
0.0
0.0
0.0
0.0
16.3
31.6
42.3
42.9
7.0
2.5
3.6
13.8
2.1
10.4
20.0
17.2
6.7
22.2
10.0
20.0
33.3
0.0
0.3
12.0
9.1
10.2
7.9
8.9
2.0
1.1
0.0
0.0
1.9
14.0
0.0
0.0
0.0
0.0
15.4
0.0
0.7
12.7
19.2
16.3
14.0
12.5
7.1
0.0
0.0
0.0
2.9
20.7
20.0
0.0
10.0
0.0
0.0
Total
9.5
7.5
15.5
9.6
3.9
1.7
6.2
3.6
Statistical comparison between groups -
χ2
test: P <0.05 for smoking <10 cigarettes; P<0.001 for smoking >10 cigarettes.
TABLE VIII.—Prevalence of alcohol use stratified by age group (percent).
TABELLA VIII. — Prevalenza consumo di alcolici per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P <0,001).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
0.8
17.7
56.8
61.2
60.2
48.3
46.8
43.1
41.3
3.1
10.8
35.2
55.8
48.3
31.6
15.8
50.0
30.8
1.5
15.6
50.3
59.8
57.5
45.4
40.8
44.1
40.0
1.0
29.3
69.6
76.9
65.3
46.5
52.5
28.6
44.6
2.1
9.0
57.1
55.2
46.7
55.6
20.0
100.0
55.6
1.4
22.9
65.8
71.0
60.9
48.1
46.0
39.4
45.9
Total
29.0
17.6
25.8
35.8
22.5
32.0
Statistical comparison between groups -
χ2
test:: P <0.001.
activity increases with increasing age up to the 1924-year age group, whereas it declines after age
9 years among the controls. An analysis of the
association between physical activity and obesity shows that in the 5-9-year age group the controls have a higher risk of developing obesity
(Table III); the Odds Ratio (OR) also indicates
that this risk remains significantly higher in the 1924-year and the 30-34-year age groups.
Figure 2 illustrates that the trend in BMI with
respect to age differs widely in the younger age
groups (5-9 years) before gradually approximately
one another with increasing age. The BMI clas-
188
gorie in tutte le fasce ad eccezione degli ultratretacinquenni e della fascia 25-29 anni.
Nel gruppo di controllo fra i 5 e i 9 anni i soggetti
sovrappeso sono il 22,8%, di cui il 7,0% presenta
un’obesità di 2° grado. Tale situazione critica (5-9
anni) rispetto al rapporto di prevalenza tra atleti e
controlli si configura come primario settore per
interventi strutturati di educazione alla salute rispetto all’adozione di corretti stili di vita e modelli di consumo alimentare per far rientrare i soggetti a rischio
in un’area di accettabilità 13.
È importante inoltre osservare come il fenomeno dell’obesità tenda a ridursi dalla fascia d’età
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
ANEDDA
TABLE IX.—Prevalence of habitual use of wine/beer with meals stratified by age group (percent).
TABELLA IX. — Prevalenza consumo abituale di vino e birra a pasto per gruppo e classe di età (valori percentuali).
Confronto statistico fra gruppi (χ2: P <0,001).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
0.3
3.8
18.4
26.4
29.6
30.3
34.2
27.5
35.9
0.0
0.0
3.7
7.0
10.3
21.1
15.8
50.0
15.4
0.2
2.6
14.0
21.3
25.2
28.7
30.6
30.5
33.3
1.0
7.5
24.1
37.2
24.5
20.9
37.5
17.9
36.9
0.0
0.0
2.9
17.2
13.3
44.4
20.0
40.0
22.2
0.7
5.1
17.5
31.8
21.9
25.0
34.0
21.2
35.1
Total
14.3
3.9
11.4
16.7
6.0
13.6
Statistical comparison between groups -
χ2
test:: P <0.001.
TABLE X.—Prevalence of no use of wine/beer with meals stratified by age group (percent).
TABELLA X. — Prevalenza consumo non abituale di vino e birra a pasto per gruppo e classe di età (valori percentuali).
Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,001).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
5-9
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
0.0
0.5
13.3
40.0
37.2
29.6
16.9
17.7
19.6
8.7
7.7
8.8
10.8
31.5
48.8
37.9
10.5
0.0
0.0
15.4
3.5
3.2
12.5
37.4
40.2
31.5
15.7
14.3
16.9
9.5
3.2
—
21.8
44.3
42.3
42.9
23.3
17.5
14.3
9.2
0.0
—
9.0
57.1
37.9
33.3
11.1
0.0
40.0
11.1
1.8
—
17.8
48.2
41.1
40.6
21.2
14.0
18.2
9.5
Total
15.4
16.1
15.6
19.7
15.2
18.4
Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001.
sification of the two groups and each age group
(Table III) shows a statistically significant difference across all categories, except for the 25-29year and the over-50-year age groups.
Among controls aged 5-9 years, 22.8% are overweight, of which 7.0% have grade 2 obesity. This
critical situation should be targeted for structured
health care education interventions that encourage the adoption of a healthy lifestyle and dietary
habits that would lower their risk to within an
acceptable range. 13 Of note is that obesity tends
to diminish in the older age groups (10-14 years)
due to a major weekly increase in physical activity in both athletes and controls. This change in
Vol. 61, N. 2
successiva 10-14 per effetto di un sensibile incremento
dell’attività fisica settimanale non solo negli atleti ma
anche nei controlli. Tali comportamenti in parte
autoindotti (o influenzati dalla famiglia) andrebbero rinforzati da programmi specifici di educazione sanitaria e di prevenzione del rischio già a
partire dai 5-6 anni ovvero nella fase in cui non c’è
ancora un approccio importante all’attività fisica.
Il confronto dei due gruppi rispetto all’attività
fisica mette in rilievo differenze significative fra tutte le classi di età sia nell’attività fisica quotidiana sia
in quella settimanale (Tabella V).
Mettendo a confronto l’attività giornaliera riclassificata in range (Tabella IV) si evidenziano forti dif-
MEDICINA DELLO SPORT
189
ANEDDA
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
TABLE XI.—Prevalence of use of spirits stratified by age group (percent).
TABELLA XI. — Prevalenza consumo superalcolici per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,001).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
5-9
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
—
—
1.0
1.6
0.8
1.0
1.1
1.3
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
—
0.7
1.1
0.6
0.8
0.9
1.0
—
—
—
—
—
11.4
7.7
—
4.7
10.0
3.6
—
—
—
1.5
2.9
10.3
13.3
—
10.0
—
11.1
—
—
0.5
8.8
8.4
3.1
3.8
10.0
3.0
1.4
Total
0.7
0.0
0.5
2.9
3.0
2.9
Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001.
TABLE XII.—Prevalence of use of medications stratified by age group (percent).
TABELLA XII. — Prevalenza consumo di farmaci per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,001).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
5-9
10-14
15-18
19-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
>50
0.0
2.3
2.4
5.6
3.3
7.1
4.5
5.1
3.9
16.3
3.8
3.6
5.4
31.5
27.9
6.9
5.3
15.8
0.0
30.8
1.8
2.7
3.3
13.4
9.8
7.1
4.6
7.1
3.4
18.1
0.0
12.3
9.5
13.9
3.8
4.1
2.3
7.5
0.0
24.6
2.7
3.1
9.0
34.3
24.1
6.7
0.0
10.0
40.0
22.2
1.2
9.2
9.3
20.2
9.3
4.7
1.9
8.0
6.1
24.3
Total
4.3
10.1
5.9
9.8
13.6
10.9
Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001.
behavior, whether self-induced or influenced by
the family, should be strengthened through specific health care education and risk prevention
programs starting in elementary school children
(5-6 years old), i.e., at an age when engagement
in physical activity is not yet habitual.
A comparison of the two groups with respect
to the amount of time engaged in physical activity shows significant differences in daily and
weekly engagement across all age groups (Table
V): only 1.8% of controls versus 49.8% of athletes practice physical activity for at least an hour
a day (Table IV). On a weekly time scale (Figure
190
ferenze: solo l’1,8% dei controlli, contro un 49,8%
di atleti, svolge attività fisica per almeno un ora al
giorno.
Utilizzando come parametro temporale la settimana tipo (Figura 4) emerge in maniera chiara
come il gruppo di controllo in prevalenza o non
svolga attività (12,3%) o la svolga per un massimo
di 2 ore (21,5%). Per contro gli atleti collocano la
loro attività su valori settimanali abbastanza elevati
a conferma di una continuità su base quotidiana.
Passando all’analisi dettagliata degli stili di vita
osserviamo la differenza significativa dei fumatori negli atleti (12,1%) nei confronti dei controlli
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
ANEDDA
TABLE XIII.—Prevalence of use of cardiovascular drugs stratified by age group (percent).
TABELLA XIII. — Prevalenza consumo di farmaci cardiocircolatori per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,001).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
—
0.7
3.2
—
—
5.0
—
0.5
3.4
0.8
0.4
9.0
—
—
4.2
0.6
0.3
8.3
Total
0.7
0.4
0.6
2.1
0.3
1.6
Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.001.
TABLE XIV.—Prevalence of use of gastroprotective drugs stratified by age group (percent).
TABELLA XIV. — Prevalenza consumo di farmaci gastroprotettivi per gruppo e classe di età (valori percentuali).
Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,005).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
—
0.7
1.4
—
1.3
5.0
—
0.8
1.9
0.8
0.4
2.3
1.1
3.2
8.3
0.9
1.1
3.2
Total
0.4
0.7
0.5
0.9
2.3
1.3
Statistical comparison between groups -
χ2
test:: P <0.005.
TABLE XV.—Prevalence of use of anxiolytics stratified by age group (percent).
TABELLA XV. — Prevalenza consumo di farmaci ansiolitici per gruppo e classe di età (valori percentuali).
Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,005).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
0.1
0.9
0.5
0.3
0.6
0.0
0.2
0.8
0.4
0.0
0.7
0.0
1.1
3.2
0.0
0.4
1.4
0.0
Total
0.4
0.4
0.4
0.3
1.7
0.7
Statistical comparison between groups - χ2 test:: P <0.005.
TABLE XVI. — Prevalence of use of oral contraceptives
stratified by age group (percent).
TABELLA XVI. — Prevalenza consumo di farmaci anticoncezionali per gruppo e classe di età (valori percentuali).
Age group - yrs
Athletes
Females
Controls
Females
<18
18-39
≥40
0.0
16.3
0.0
0.0
12.9
0.0
Total
4.9
Statistical comparison between groups -
Vol. 61, N. 2
4.0
χ2
test: P NS.
(19,3%). Uno studio precedente effettuato nell’anno 2000 da Bonetti et al. 5, che metteva a confronto
la prevalenza dei fumatori con il trend nazionale,
non aveva evidenziato differenze. Appare comunque evidente che nello spazio di tempo intercorrente dal 2000 al 2005 sono cambiate sostanzialmente le abitudini degli italiani nei confronti del
fumo di sigaretta grazie alle campagne antifumo
che si sono succedute, ma l’adozione di un corretto stile di vita quale l’esercizio fisico incide ancora
più marcatamente su questo tipo di dipendenza
Un dato preoccupante e in controtendenza rispetto alle abitudini del passato si evince dalla diffusione
MEDICINA DELLO SPORT
191
ANEDDA
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
TABLE XVII.—Prevalence of use of other medications stratified by age group (percent).
TABELLA XVII. — Prevalenza consumo di altri farmaci per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto
statistico fra gruppi (χ2: P<0,05).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
1.9
2.4
4.5
3.6
3.1
7.5
2.4
2.6
5.0
8.2
4.8
3.0
5.9
3.2
12.5
7.4
4.4
4.5
Total
2.5
3.7
2.8
6.1
5.6
6.0
Statistical comparison between groups -
χ2
test: P <0.05.
TABLE XVIII.—Prevalence of use of integrators stratified by age group (percent).
TABELLA XVIII. — Prevalenza uso di integratori per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P<0,01).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
0.6
7.6
6.9
1.2
4.4
5.1
0.8
6.8
0.4
0.3
2.6
5.3
0.0
4.3
4.2
0.2
3.0
0.6
Total
3.8
3.0
3.6
2.0
1.7
1.9
Statistical comparison between groups - χ2 test: P <0.01.
TABLE XIX.—Prevalence of use of over-the-counter drugs stratified by age group (percent).
TABELLA XIX. — Prevalenza autoprescrizione farmaci per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto
statistico fra gruppi (χ2: P NS).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
0.1
0.0
0.5
0.0
0.6
0.0
0.1
0.2
0.4
0.6
—
0.8
1.1
—
0.0
0.7
—
0.6
Total
0.1
0.2
0.2
0.4
0.7
0.5
Statistical comparison between groups - χ2 test: P NS.
4), 12.3% of controls practice no sports and 21.5%
engage in sports 2 hours or less, whereas the
athletes maintain high weekly levels in continuity with daily exercise.
An examination of lifestyles shows a significant difference between the percentage of
smokers (12.1% among athletes versus 19.3%
among controls). A study Bonetti and co-workers5 conducted in 2000 on the prevalence of
smokers with respect to national statistics
showed no difference. It seems clear, however,
192
dell’abitudine al fumo nelle femmine (Tabella VI).
Il dato si conferma anche in coloro che fumano
meno di 10 sigarette al giorno e soprattutto nei forti fumatori (oltre 10 sigarette), dove le femmine
superano i maschi sia nel gruppo degli atleti che
nel gruppo di controllo nella fascia d’età 25-29
anni e nel gruppo delle atlete di 50 anni e oltre
(Tabella VII), a dimostrare la difficoltà da parte
della popolazione femminile a disassuefarsi dal
fumo di sigaretta 14.
Il consumo di alcolici è significativamente più
diffuso nel gruppo di controllo (Tabella VIII), la dif-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
ANEDDA
TABLE XX.—Prevalence of stress stratified by age group (percent).
TABELLA XX. — Prevalenza stress per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi
(χ2: P NS).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
1.4
4.3
7.7
1.2
7.5
12.5
1.4
5.2
8.4
1.1
4.1
6.0
0.5
6.5
25.0
0.9
4.7
8.9
Total
3.4
3.9
3.6
3.0
4.3
3.4
Statistical comparison between groups -
χ2
test: P NS.
TABLE XXI.—Prevalence of depression stratified by age group (percent).
TABELLA XXI. — Prevalenza depressione per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra
gruppi (χ2: P <0,01).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
1.4
0.7
2.7
0.6
0.0
0.0
1.2
0.5
2.3
2.3
3.3
3.8
2.2
4.3
0.0
2.2
3.6
3.2
Total
1.4
0.4
1.1
2.9
2.6
2.8
Statistical comparison between groups - χ2 test: P <0.01.
TABLE XXII.—Prevalence of anxiety stratified by age group (percent).
TABELLA XXII. — Prevalenza ansia per gruppo e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P NS).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
2.5
2.8
7.2
2.4
3.8
7.5
2.4
3.1
7.3
1.7
2.6
1.5
2.7
9.7
8.3
2.0
4.4
2.5
Total
3.3
3.2
3.3
2.0
5.3
2.9
Statistical comparison between groups - χ2 test: P NS.
that smoking habits changed considerably
between 2000 and 2005 in Italy because of antismoking campaigns conducted during this period and because of lifestyle changes that physical activity can bring about in reducing tobacco use. A worrying new situation is the increase
in tobacco use among females (Table VI). This
finding is confirmed also among light smokers
(<10 cigarettes/day) and heavy smokers (>10
cigarettes/day), where more females smoke
than males in both groups in the 25-29 age
Vol. 61, N. 2
ferenza cala nel consumo non abituale e nel consumo di vino e birra durante i pasti (Tabelle IX, X);
più marcate le differenze nel consumo abituale e nel
consumo di superalcolici (Tabella XI). Le femmine
bevono meno ma non tanto quanto ci si potrebbe
attendere e sconcertante è il dato secondo cui nel
gruppo di controllo le femmine consumano superalcolici (Tabella XI) più dei maschi con particolare riguardo alle fasce 25-29 e ancor più nella
fascia 30-34 15.
Il consumo abituale di farmaci è molto più diffuso nel gruppo di controllo con particolare evi-
MEDICINA DELLO SPORT
193
ANEDDA
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
TABLE XXIII.—Prevalence of subjects with history of anxiety or depression stratified by age group (percent).
TABELLA XXIII. — Prevalenza soggetti che hanno sofferto in passato di ansia o depressione e classe di età (valori percentuali). Confronto statistico fra gruppi (χ2: P <0.01).
Athletes
Controls
Age group - yrs
Males
Females
Total
Males
Females
Total
<18
18-39
≥40
2.6
4.3
5.4
7.8
8.8
5.0
4.3
5.5
5.3
0.6
3.7
1.5
0.0
0.0
16.7
0.4
2.8
3.8
Total
3.6
7.9
4.8
1.9
1.3
1.7
Statistical comparison between groups -
χ2
test: P <0.01.
group and among athletes >50 years old (Table
VII), demonstrating that females are less likely
to give up smoking. 14
Alcohol use is significantly higher among controls (Table VIII); the difference narrows in non
habitual alcohol use and the use of wine/beer
at mealtimes (Tables IX and X). More marked is
the difference in the use of spirits (Table X).
Females drink less but not much less than one
would normally expect; disturbing is the finding
that among the controls the females drink more
spirits than their male counterparts in the 25-29year and even more in the 30-34-year age groups.
15
There is a greater widespread use of medications among the controls, and particularly among
the males (Table XII). The incidence among
women of reproductive age probably reflects the
use or oral contraceptives, which was the same
in both groups (Table XVI). 16
The habitual use of cardiovascular drugs
among the controls is due to the widespread use
of antihypertensives, where the introduction of
physical activity as a first step in antihypertensive
treatment could significantly reduce drug use.17
But there was also a significant difference in the
use of gastroprotective agents (Table XIV), confirming data (unpublished) from a 2003 joint
study between the Sports Medicine Services and
the Department of Gastroenterology, University
of Parma, that indicated a major prevalence of
gastroesophageal reflux among sedentary persons.18
A comparison of the use of anxiolytics shows
a less frequent use among the physically active,
indicating that physical activity may have a positive effect on controlling anxiety (Table XV).
Significant differences in the use of other drugs
(Table XVII) suggests that a healthy lifestyle and
194
denza nei maschi (Tabella XII); l’incidenza dei
valori nelle femmine in età feconda risente con ogni
probabilità dell’uso della pillola anticoncezionale,
il cui utilizzo è ugualmente suddiviso nei due gruppi (Tabella XVI) 16.
L’uso abituale dei farmaci cardiovascolari nella
fascia di controllo (Tabella XIII) è dovuto quasi
esclusivamente alla diffusione di farmaci antiipertensivi, laddove invece l’inserimento dell’esercizio
fisico come primo gradino nella scala della terapia
antiinpertensiva permetterebbe di ridurne in modo
significativo il consumo 17.
Anche rispetto al consumo di farmaci gastro-protettivi risulta rilevante la differenza fra i due gruppi (Tabella XIV), ad ulteriore conferma dei dati
emersi da uno studio effettuato nel 2003 in collaborazione tra il Servizio Medicina dello Sport di
Parma e la Cattedra di Gastroenterologia
dell’Università di Parma riguardo alla diffusione
della Malattia da reflusso gastrointestinale (dati
non pubblicati), che aveva già evidenziato la maggiore incidenza di questa patologia nella popolazione sedentaria 18.
Analizzando l’uso dei farmaci ansiolitici si
evidenziano valori piuttosto bassi. Pare comunque
importante rilevare come esista una minore frequenza d’uso da parte degli sportivi quasi ad ipotizzare che l’attività fisica intensa possa avere
migliori effetti sul contenimento dell’ansia (Tabella
XV).
Anche nelle altre categorie di farmaci c’è una
differenza rilevante (Tabella XVII) tra i due gruppi,
a testimonianza del fatto che un corretto stile di
vita qual è l’esercizio fisico diminuisce comunque
la necessità di ricorrere al trattamento farmacologico.
Differente (Tabella XVIII) naturalmente il discorso riguardante l’uso di integratori, più utilizzati
dagli sportivi che dai controlli 19.
Un dato preoccupante è la percentuale di soggetti che si autoprescrive le terapie (Tabella XIX),
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
ANEDDA
physical activity diminish the need for pharmacological treatment.
A completely different picture is the use of
integrators, which is much higher among athletes than controls. 19 A cause of concern is the
percentage of subjects who use over-the-counter
OTC medications (Table XIX), a finding which
may have been influenced by the use of integrators among the athletes.
Stress and anxiety (Table XX and XXII) affect
both athletes and controls equally: while depression (Table XXI) occurs more often among controls, noteworthy was the frequent finding of a
history of psychological stress among athletes,
suggesting that perhaps physical activity was an
aid in overcoming this disturbance (Table XXIII).
Conclusions
Physical activity has undisputed advantages
for physical well being; regular exercise improves
one’s lifestyle and consequently reduces the risk
of cardiovascular disease. The two study groups
showed marked differences in rates of obesity,
use of tobacco, alcohol and medications, and
depression. In both males and females, maintaining an adequate level of physical activity constitutes a protective factor against the development of atherosclerosis and other disorders linked
to a sedentary lifestyle.
Although the level of physical capacity may
be considered a genetically predetermined factor,
it is closely related to the level of activity, making it more important than the genetic factor in
determining one’s health status. Achieving good
health does not require huge effort; instead, frequent and regular aerobic, medium-low intensity exercise for at least 30 minutes a day is generally sufficient. 20 Mounting scientific evidence
underlines the importance of physical activity as
a preventive and therapeutic means to warding
off affluent illnesses. 21
Just as unhealthy lifestyles lead to all sorts of
health risks, with one risk factor associating with
another, so too eliminating one risk factor may
reduce the likelihood of acquiring others. In
essence, adopting a healthy lifestyle centered
around adequate physical activity will increase the
chance of one’s adopting other healthy habits,
thus improving modifiable risk factors.
A final consideration is that the task of the sports
Vol. 61, N. 2
pratica presente anche nel gruppo degli sportivi
verosimilmente a causa dell’utilizzo di integratori.
Rispetto all’analisi del vissuto, lo stress e l’ansia
(Tabelle XX, XXII) colpiscono in eguale misura sportivi e controlli, la depressione (Tabella XXI) è più frequente nel gruppo di controllo; ma il dato più eclatante è vedere come nel campione degli atleti è più
alta la percentuale di coloro che hanno sofferto in
passato di stress psichici. a testimonianza del fatto
che probabilmente grazie all’attività fisica tali disturbi, verificatisi in passato, non sono più presenti
(Tabella XXIII).
Conclusioni
Una vita fisicamente attiva porta indubbi vantaggi al benessere fisico, infatti il costante movimento, migliorando gli stili di vita, migliora di conseguenza i fattori di rischio cardiovascolari
I due campioni a confronto, uno che svolge regolarmente attività fisica e uno sedentario, hanno
mostrato grandi differenze soprattutto per gli aspetti relativi a obesità, fumo, alcool, uso abituale di
farmaci e depressione.
In entrambi i sessi il mantenimento di un buon
livello di attività fisica mostra di costituire un fattore
protettivo nei confronti del possibile sviluppo di aterosclerosi e di tutte le patologie connesse alla vita
sedentaria.
Anche se il livello delle capacità fisiche riflette
principalmente un fattore costituzionale geneticamente determinato, tuttavia, poiché la capacità si
correla molto strettamente con il livello di attività,
quest’ultima rappresenta un fattore molto più importante di quello genetico nel condizionare lo stato
generale di salute.
Per ottenere un buono stato di salute non occorrono grandi sforzi ma è sufficiente eseguire frequentemente e con costanza qualche esercizio di tipo
aerobico anche a medio-bassa intensità per almeno mezz’ora al giorno 20.
La letteratura scientifica degli ultimi anni è andata arricchendosi di un numero assai elevato di ricerche tra loro concordi nell’evidenziare l’importanza
dell’attività fisica quale presidio preventivo e terapeutico delle malattie da benessere 21.
Stili di vita scorretti predispongono alla presenza
di fattori di rischio multipli; un fattore di rischio
può portare ad un altro fattore di rischio, mentre il
miglioramento di un fattore può migliorare gli altri.
Pertanto l’adozione di un corretto stile di vita, incentrato su un’attività fisica adeguata, favorisce l’adozione di altre abitudini corrette migliorando quasi tutti i fattori di rischio modificabili.
Le considerazioni finali vogliono ribadire che il
MEDICINA DELLO SPORT
195
ANEDDA
LIFESTYLE CHANGES AND PHYSICAL EXERCISE
physician is to educate the population about the
benefits of physical exercise and to prescribe anyone physical exercise who wishes to take it up. We
believe that the future of sports medicine needs to
be set within this broader perspective: to reach
out beyond the routine of the physical fitness
examination and to apply our knowledge and
skills to the assessment of persons wishing to
improve their well-being through practicing physical activity within the limits of their abilities.
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activity levels on coronary heart disease
compito del medico sportivo deve essere quello di
educare al movimento e prescrivere esercizio fisico
a tutti coloro che lo vogliano effettuare.
E’ nostro fermo convincimento che il futuro della Medicina dello Sport sia proprio questo: uscire
dall’elemento burocratico della visita di idoneità
sportiva agonistica per aprire le nostre competenze
alla valutazione dello stato di salute del soggetto
normale che vuole migliorarsi adottando l’esercizio
fisico in maniera confacente alle proprie possibilità.
risk factors in middle-aged men. Int J Sports
Med 2000;21:235-41.
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European Society of Cardiology Recommendations. Med Sport 2005;58:155-6.
Address reprint requests to: A. Anedda, Presidio Medicina dello Sport, Azienda Usl di Parma, Parma, Italy.
E-mail: [email protected].
196
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
MED SPORT 2008;61:197-206
Healthy growth chart project. Part I.
Studio pilota della carta del benessere. Parte I
B. SILVESTRINI 1, M. ARPINO 1, 2, M. FERRANTE 1, 2, M. MUSICCO 1, 3, G. SANTILLI 1, 2
2Italian
1Noopolis Foundation, Rome, Italy
Olympic National Committee - CONI, Rome, Italy
3National Research Center, Milan, Italy
SUMMARY
Preliminary results of a pilot study of the Healthy Growth Chart project are presented. The aim of the project is to
monitor the growth of schoolchildren. The study population was approximately 1 500 schoolchildren (age range, 8-12
years) residing in 14 regions in Italy. The subjects completed a questionnaire investigating body weight and height. Boys
weighed more than girls until age 11 years and less after age 12 years. The prevalence of obesity was higher among boys
than girls and higher in those residing in the southern than in the northern or central regions. Boys were taller than girls
at age 8 years, shorter at age 9, the same height at age 10, taller at age 11, and shorter at age 12 years of age. This study
supports the potential value of the Healthy Growth Chart project, but also reveals some weak points to be corrected.
KEY WORDS: Body Mass Index - Child - Body weight - Body height - Obesity.
RIASSUNTO
È riportata la prima parte di uno studio pilota del progetto “Carta del Benessere”, volto a monitorare attraverso la scuola la crescita della popolazione giovanile. Circa 1 500 bambini d’entrambi i sessi, appartenenti a 14 regioni italiane e
di età compresa tra 8 e 12 anni, hanno compilato e restituito un questionario su peso corporeo e statura. Il peso dei bambini era superiore a quello delle bambine fino a 11 anni, inferiore oltre i 12 anni. La prevalenza dell’obesità era del 12%,
con una certa preponderanza nei bambini rispetto alle bambine e nel sud rispetto al nord e al centro Italia. La statura
dei bambini era superiore a quella delle bambine a 8 anni, inferiore a 9, uguale a 10, superiore a 11 e inferiore a 12 e
più anni. Questo studio mostra la potenziale validità del Progetto “Carta del benessere”, ma ne evidenzia anche alcuni elementi di debolezza, che vanno corretti.
PAROLE CHIAVE: Indice di massa corporea - Bambini - Peso corporeo Statura - Obesità
W
ith the end of conscription in Italy, a reliable tool that collected anthropometric and
health status data of males of draft age was lost.
No other means has replaced it for the school-age
population. Currently available data derive from
questionnaires 1-5 that provide information that
can be reasonably extended to the general population but do not identify treatable or preventable health risk factors. Furthermore, con-
Vol. 61, N. 2
C
on la fine del servizio militare di leva si è perso in Italia un sistema di controllo esaustivo,
anche se limitato al sesso maschile e a una sola
fascia d’età, delle condizioni antropometriche e
sanitarie della popolazione giovanile. Le informazioni attualmente disponibili derivano da indagini campionarie 1-5, che forniscono dati ragionevolmente estensibili all’intera popolazione, ma
non consentono di identificare tutte le situazioni
MEDICINA DELLO SPORT
197
SILVESTRINI
ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION
ducting a general health survey would incur enormous costs and organizational effort. The schools,
however, represent an appropriate setting where
prevention and treatment interventions can be
targeted to the young segment of the population
and health education campaigns could be carried out.
Following on these considerations, Noopolis
designed and developed the Health Growth
Chart project in which, in collaboration with the
school administrations, health education material was disseminated and data on the anthropometric changes in the health status of schoolchildren were collected and analyzed. This article reports the first part of the results of a pilot
study within the project and focuses on the
anthropometric data of the study population
and related general considerations. The study
results were presented to the Council of Europe
(9-10 May 2007) in a preliminary report. The
study was conducted with the support of the
Italian National Olympic Committee and was
associated with an antidoping campaign in
sports.
a rischio, suscettibili d’interventi curativi o preventivi.
Ovviamente, un’indagine sull’intera popolazione pone problemi organizzativi ed economici di
particolare rilevanza. La scuola, d’altronde, fornisce un’opportunità unica e straordinaria, sia per
entrare in contatto esaustivo con la popolazione
giovanile, sia per ottimizzare eventuali interventi
preventivi e curativi, sia infine per attuare campagne d’educazione alla salute.
Partendo da queste considerazioni, Noopolis ha
elaborato il progetto denominato “Carta del
Benessere”, che attraverso la scuola prevede il monitoraggio su larga scala, abbinato a un messaggio
educativo, delle condizioni antropometriche e sanitarie della popolazione giovanile.
Questo lavoro riporta una prima parte dei risultati forniti da uno studio pilota del suddetto progetto, con particolare riguardo alle condizioni antropometriche della popolazione esaminata e alle indicazioni d’ordine generale che ne sono emerse. Questo
studio, i cui risultati sono stati in via preliminare presentati al Consiglio d’Europa del 9 e 10 maggio
2007, è stato condotto col supporto del Comitato
Olimpico Nazionale Italiano ed è stato associato a
una campagna contro il doping in ambito sportivo.
Materials and methods
Materiali e metodi
Study population
Popolazione
The study involved 4 000 schools in 14 regions
of Italy, each of which recruited on average 70
students (age range, 8-12 years). The school principals were contacted by letter in which the purpose and objectives of the study were described
and accompanying educational material was
included: two wall charts; an illustrated story
about antidoping; a questionnaire for distribution to students; a DVD. The questionnaire was
simple enough for the students to fill out on their
own, without the help of teachers or family members. The students were asked to measure their
height and weight, oviating the need for special
equipment at school. The questionnaire contained the following items:
— Are you a boy or a girl?
— How old are you?
— How much do you weigh?
— How tall are you?
— Have you ever had a toothache?
— Have you ever visited the dentist?
— Do you wear braces on your teeth?
— Can you read the blackboard from the back
of the classroom?
L’indagine ha coinvolto 4 000 scuole di 14 regioni italiane, ciascuna delle quali accoglieva in media
70 studenti, focalizzandosi sull’età compresa tra 8
e 12 anni. I direttori delle scuole sono stati contattati con una lettera personale, che spiegava il significato e gli scopi dell’iniziativa, unita al seguente
materiale: due locandine da appendere nell’ingresso
della scuola, una storia allegorica illustrata sul
doping, un questionario da distribuire agli studenti e un DVD. Il questionario è stato semplificato al
massimo, in modo da consentire agli studenti di
rispondere anche da soli, senza l’aiuto degli insegnanti o dei familiari. In particolare, la misurazione del peso e della statura è stata lasciata all’iniziativa individuale, evitando l’uso di strumenti
certificati collocati all’interno della scuola. Le
domande erano:
— Sei maschio o femmina?
— Quanti anni hai?
— Quanto pesi?
— Quanto sei alto?
— Hai mai sofferto di mal di denti?
— Sei mai stato da un dentista?
— Porti un apparecchio ai denti?
— Prova a metterti in fondo alla classe e guarda la lavagna: la vedi bene?
198
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION
SILVESTRINI
TABLE I.—Questionnaire response rates stratified by age and sex.
TABELLA I. – Percentuale di risposta ai questionari divisa per età e sesso dei partecipanti.
Sex
Age-yrs
Male
Total
Female
N.
%
N.
%
N.
8
9
10
11
≥12
10
124
304
201
13
1.5
19.0
46.6
30.8
2.0
20
184
403
238
25
2.3
21.1
46.3
27.4
2.9
30
308
707
439
38
Total
652
42.8
870
57.2
1 522
%
2.0
20.2
46.5
28.8
2.5
TABLE II.—Body weight stratified by age.
Tabella II. – Dati relativi al peso corporeo divisi per età.
Sex
Body weight
(kg)
Male
Female
8
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
34.6±3.4
2323-60
10
30.5±1.4
22.1-42.8
22-43
20
31.9±1.5
22.6-50.7
22-60
30
9
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
35.0±0.6
27.0-45.8
22-54
124
34.7±0.6
25.0-49.8
21-69
184
34.8±0.4
25.0-48.0
21-69
308
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
38.9±0.5
28.0-55.0
23-70
304
37.7±0.4
27.0-52.0
10-72
403
38.21±0.3
27-53.6
10-72
707
11
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
41.0±0.6
30.0-58.0
24-69
201
40.2±0.5
29.0-56.1
24-71
238
40. 6±0.4
29.0-57.0
24-71
439
≥12
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
46.6±2.2
29.029-58
13
53.9±2.9
37.9-92.4
37-96
25
51.4±2.1
36.6-84.6
29-96
38
Age - yrs
Total
10
— Can you still read the blackboard with your
hand over your right eye?
— Can you still read the blackboard with your
hand over your left eye?
— Do you wear eyeglasses?
— Do you know what Mediterranean anemia is?
— Do you play sports?
— What kind of sports do you play?
The questionnaire was part of an illustrated story based on De Coubertain’s philosophy that par-
Vol. 61, N. 2
— Se chiudi con la mano l’occhio destro, vedi lo
stesso bene la lavagna?
— E se chiudi con la mano l’occhio sinistro?
— Porti gli occhiali?
— Sai che cosa è l’anemia mediterranea?
— Pratichi qualche sport?
— Se sì, quale?
Il questionario era parte di una storia allegorica
illustrata, ispirata al classico concetto di De
Coubertain: partecipare allo sport è più importante
che vincere, in quanto rafforza l’organismo e ne
MEDICINA DELLO SPORT
199
SILVESTRINI
ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION
TABLE III.—Body weight stratified by geographic area.
TABELLA III. — Dati relativi al peso corporeo divisi per area geografica.
Age - yrs
8
Sex
Male
Female
9
Male
Female
10
Male
Female
11
Male
Female
≥12
Male
Female
Weight (kg)
North
Center
South
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
No.
32.6±2.6
2323-42
7
32.2±1.9
23
23-43
13
-
39.3±10.4
2828-60
3
27.4±1.7
22
22-35
7
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
34.4±0.7
27.0-45.0
24-54
68
34.4±0.7
25.0-49.4
24-59
105
33.1±1.4
23.023-39
12
32.7±1.2
28.028-40
10
36.6±1.0
27.3-47.5
22-50
44
35.4±2.0
23.0-50.5
21-69
69
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
38.8±0. 7
27.3-58.0
23-70
184
37.5±0.6
27.0-51.5
10-72
230
34.5±2.2
29.0
29-52
10
35.9±1.6
26.0-49.9
26-50
20
39.4±0.7
28.0-53.9
24-60
110
38.3±0.7
26.0-55.3
24-66
153
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.°
40. 5±0.8
28.6-58.4
24-69
131
39.3±0.7
29.0-56.6
24-71
135
41.5±2.9
32.032-56
8
42.4±1.9
30.2-63.8
30-65
22
42.2±1.1
30.3-58.0
24-68
62
41.1±0.8
29.0-55.6
26-60
81
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
46.9±2.6
29
29-58
11
54.4±3.4
37.2-95.4
37-96
20
50
1
45
45
45-45
2
52.3±6.4
40.040-70
4
ticipating in sports is more important than winning,
since sports strengthens the body and helps it grow.
The questionnaire was administered by
Angelicum Film s.r.l., Milan.
aiuta la crescita. L’organizzazione e l’esecuzione
pratica dell’indagine sono state affidate all’Agenzia
Angelicum Film s.r.l., Milano.
Risultati
Results
Of the 4 000 letters mailed, 2 776 school principals replied, corresponding to approximately
200
Hanno risposto all’invito 2 776 direttori su 4 000,
corrispondenti a circa 100 000 studenti della fascia
d’età considerata per l’indagine. Tra questi ultimi
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION
TABLE IV.—Prevalence of obesity (%) stratified by age
and geographic area.
TABELLA IV.—Percentuale di prevalenza dell’obesità
suddivisa per età e area geografica
Sex
Age-yrs
8
9
10
11
≥12
North
Center
South
Total
Male
Female
—
2 (20.0)
23 (18.5)
41 (13.5)
18 (9.0)0
2 (10.0)
30 (16.3)
48 (11.9)
17 (7.1)
5 (20.0)
41 (10.2)
2 (6.7)
41 (18.6)
59 (11.7)
5 (9.4)
38 (12.1)
84 (12.9)
102 (11.7)
100 000 schoolchildren. Of these, 1 522 (1.5%)
subjects from schools in 14 Italian regions
returned the questionnaires. The breakdown in
response by region was: Piedmont (282, 18.5%);
Puglia (14.4%); Veneto (13.6%); Lombardy
(12.7%); Campania (11.5%); the response rate
from each of the remaining 9 regions was <10%.
The response rate by geographic area was: North
(904, 59.4%); Center (83, 5.5%); South (535,
35.2%).
Of the 1 522 subjects who returned the questionnaire, 652 were boys and 870 were girls (age
range, 8-12 or more years); the largest age group
was the 10-year-olds, followed by children aged
11, 9, 12, and 8 years (Table I). In the three
numerically largest age groups (9, 10, 11 years)
for which the estimates were most reliable, the
mean body weight was 34.8, 38.2, and 40.6 kg,
respectively; 5% of the study population comprising these age groups weighed ≤25, 27, and 29
kg, respectively; 5% weighed 48, 53.6, and 57
kg, respectively. On average, the girls weighed
approximately 1 kg less than the boys until age
11, after which an opposite trend was observed
(Table II).
Body weight of both boys and girls was highest in the South: on average, 9-year-old boys
weighed 2 kg more and 9-year-old girls 1 kg
more than their Northern counterparts; on average, 10-year-olds weighed 1 kg more; 11-yearolds weighed 1.5 kg more. After 11 years of age,
and in a numerically much smaller sample, the
trend reversed, with both boys and girls weighing less than those in the North (Table III).
Vol. 61, N. 2
SILVESTRINI
hanno compilato e restituito il questionario 1 522
soggetti, corrispondenti all’1,5% del totale e appartenenti a scuole situate in 14 regioni d’Italia. La
regione più rappresentata è stata il Piemonte con
282 questionari (18,5%), seguita da Puglia (14,4%),
Veneto (13,6%), Lombardia (12,7%) e Campania
(11,5%). Le restanti nove regioni hanno contribuito ciascuna con percentuali inferiori al 10%.
Accorpando i dati per area geografica, il nord Italia
è stato rappresentato da 904 questionari pari al
59,4%, il centro da 83 (5,5%) e il sud da 535
(35,2%).
Dei 1 522 soggetti che hanno compilato il questionario 652 erano bambini e 870 bambine, d’età
compresa fra gli 8 e i 12 o più anni. La classe di età
maggiormente rappresentata era di 10 anni, seguita da quelle di 11, 9, 12 e 8 anni (Tabella I).
Nelle tre fasce di età più rappresentate (9, 10 e 11
anni), e per le quali le stime sono più attendibili, il
peso corporeo medio era 34,8, 38,2 e 40,6 kg rispettivamente. Nelle suddette fasce d’età il 5% della popolazione aveva pesi ≤25, 27 e 29 kg. La stessa percentuale di popolazione aveva invece pesi ?48, 53,6
e 57 kg. Le bambine pesavano mediamente circa
un chilo meno dei bambini fino all’età di 11 anni,
superata la quale emergeva una tendenza di segno
opposto (Tabella II).
In entrambi i sessi, il peso corporeo era complessivamente più elevato nel sud rispetto al nord e centro Italia. In particolare, all’età di 9 anni i bambini di sesso maschile dell’Italia del sud pesavano
mediamente due kg in più rispetto ai bambini del
nord. Questa differenza era presente anche nelle
bambine, seppure ridotta a poco più di un kg. A 10
anni i bambini del sud Italia di entrambi i sessi
pesavano mediamente un kg più di quelli del nord.
A 11 anni i bambini e le bambine del sud pesavano mediamente oltre 1,5 kg di più rispetto a quelli del
nord. Anche in questo caso, superata l’età di 11
anni è emersa, seppure da una casistica estremamente ridotta, una tendenza diversa: sia nei bambini che nelle bambine, infatti, il peso corporeo era
più basso al sud che al nord (Tabella III).
Facendo riferimento agli standard del Center for
Disease Control Americano 6, oltre che ai criteri
proposti da Nader et al. 7, sono stati considerati
come potenziali obesi i bambini che presentavano un
Indice di Massa Corporea (body mass index, BMI)
maggiore o uguale ai valori corrispondenti al 95%
della loro età. Globalmente circa il 12% dei bambini risultava tale, con una modesta prevalenza dei
bambini rispetto alle bambine (Tabella IV).
Analizzando la prevalenza dell’obesità secondo
l’età, si nota come questa decresca passando dal
16% a 9 anni al 7% a 11 anni e sia più marcata nei
bambini che nelle bambine a tutte le età (Tabella IV).
In entrambi i sessi gli obesi erano maggiormente
rappresentati nell’Italia del sud rispetto al centro e al
MEDICINA DELLO SPORT
201
SILVESTRINI
ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION
TABLE V.—Height stratified by age and sex.
Tabella V. — Dati relativi all’altezza divisi per età e sesso dei partecipanti.
Sex
Age - yrs
Height-cm
Total
Male
Female
8
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
3135.1±2.3
124-.
124-146
10
134.2±1.7
125.10-159.1
125-160
20
134.5±1.3
124.6-152.3
124-160
30
9
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
138.1±0.7
125.8-149.0
100-157
124
139.0±0.6
128.5-152.8
120-160
184
138.6±0.4
128.0-151.6
100-160
308
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
143.4±0.5
130.0-158.0
110-170
304
143.3±0.6
130.0-157.0
30-178
403
143.4±0.4
130.0-157.0
30-178
707
11
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
148.0±0.6
136.0-160.0
126-168
201
147.2±0.8
135.0-162.1
42-179
238
147.6±0.5
135.0-161.0
42-179
439
≥12
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
158.5±2.4
140.0140-173
13
159.3±1.2
149.3-169.1
149-170
25
159.0±1.1
148.6-170.2
140-173
38
10
In line with U.S. Centers for Disease Control
(CDC) 6 reference data and criteria proposed by
Nader et al.,7 children were classified as potentially obese if they presented with a body-mass
index (weight in kg divided by height in m
squared [BMI]) ?95th percentile for age; nearly
12% of the study population fell within this category, with a slight predominance of boys over
girls (Table IV). An analysis of obesity prevalence by age group showed that the rate declined
from 16% to 7% with increasing age (from 9 to 11
years) and was more marked among boys than
girls across all age groups (Table IV).The prevalence of obesity was highest in the South and
particularly among boys (18.6% South vs 10.2%
North) (Table IV).
The mean height at age 9, 10, and 11 years
was 138.6, 143.4, and 147.6 cm, respectively, with
an increase of 4-5 cm per year of age; in these
three age groups, 5% measured <128, 130, and
135 cm, respectively, and 5% measured >151.6,
157, and 161 cm, respectively. Among the 9-yearolds, the girls were 1 cm taller on average than the
boys; among the 10-year-olds, the heights were
substantially the same; among the 11-year-olds,
202
nord. Questa differenza era particolarmente accentuata tra i maschi, che erano obesi nel 10,2% dei casi
al nord e nel 18,6% dei casi al sud (Tabella IV).
La statura media all’età di 9, 10, 11 anni era rispettivamente 138,6, 143,4 e 147,6 cm con incrementi,
quindi, di 4-5 cm per anno di età. Alle stesse età il 5%
della popolazione studiata aveva stature inferiori a
128, 130 e 135 cm, o superiori a 151,6, 157 e 161
cm. Le bambine erano mediamente più alte di un
centimetro dei bambini all’età di 9 anni. A 10 anni le
stature erano sostanzialmente uguali nei due sessi,
mentre a 11 anni i bambini superavano mediamente le femmine di poco meno di un cm (Tabella V).
A 9 anni le stature medie erano di due centimetri superiori al nord rispetto al sud Italia in entrambi i sessi. A dieci anni questa differenza si riduceva
a meno di un centimetro e mezzo nei bambini,
mentre non si osservavano più differenze nelle bambine. A 11 anni, infine, le differenze tra nord e sud
apparivano per lo più attribuibili a variazioni di
tipo casuale (Tabella VI).
Discussione
Questo studio è stato impostato come verifica preliminare della fattibilità e del potenziale interesse di
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION
SILVESTRINI
TABLE VI.—Height stratified by geographic area.
TABELLA VI. — Dati relativi all’altezza divisi per area geografica.
Age - yrs
8
Sex
Male
Female
9
Male
Female
10
Male
Female
11
Male
Female
≥12
Male
Female
Height (kg)
North
Center
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
N.
Mean±SD
5th-95th percentiles
Range
No.
137.0±2.7
126.0126-146
7
135.5±2.5
125.0125-160
13
-
130. 7±3.8
124.0124-137
3
131.7±1.4
127.0127-138
7
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
138.9±0.7
130.0-149.6
120-157
68
140.1±0.7
130.0-152.7
120-159
105
139.2±1.6
131.0131-145
12
134.1±1.9
125.0
125-141
10
136.45±1.41
121.8-149.8
100-150
44
138.1±0.9
129.0-154.5
124-160
69
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
144.1±.06
130.0-160.0
110-165
184
143.2±1.0
130.0-157. 5
30-167
230
140.90±2.0
131.0
131-150
10
141.6±1.7
132.0-155.8
132-156
20
142.6±.8
126.6-156.9
110-170
110
143.7±0.7
130.0-156.0
100-178
153
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.°
147.8±0.7
135.6-160.0
126-168
131
147.1±1.0
135.0-163.0
42-179
135
148.4±3.6
134.0
134-160
8
150.4±1.5
136.6-163.7
136-164
22
148.6±1.0
136.0-162.7
132-165
62
146.5±1.7
132.0-161.9
42-165
81
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
Mean ± SD
5th-95th percentiles
Range
No.
159.8±2.7
140.0140-173
11
159.8±1.3
149.1-169.9
149-170
20
164
1
151.5±0.50
151.0151-152
2
155.5±3.3
150.0150-165
4
the boys were nearly 1 cm taller on average than
the girls (Table V). Among the 9-year-olds from
the North, the mean height was 2 cm greater
than that of their Southern counterparts; among
the 10-year-old boys, the difference was 1.5 cm;
no difference was observed between the Northern
and Southern girls; among the 11-year-olds, the
difference in height appeared to be attributable
to random variations (Table VI).
Vol. 61, N. 2
South
un progetto di più ampio respiro, denominato “Carta
del benessere”, che è volto a monitorare attraverso la
scuola le condizioni di crescita dell’intera popolazione giovanile. I risultati ottenuti, pertanto, saranno innanzi tutto discussi sotto questa particolare
ottica. Essi appaiono dotati, tuttavia, anche di un
loro valore intrinseco, che sarà l’oggetto della seconda parte della discussione.
L’impostazione dello studio ha suggerito di semplificare al massimo il rilievo dei parametri consi-
MEDICINA DELLO SPORT
203
SILVESTRINI
ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION
Discussion
This pilot study was designed to determine
the feasibility of and the potential interest in the
Health Growth Chart project, which, in collaboration with school administrations, is directed at
collecting and monitoring anthropometric data
of the national school-age population. The first
part of the discussion will focus on this aspect,
while the second part will examine the intrinsic
value of the study results.
The study was designed to keep the parameters as simple as possible, thus averting the need
for precalibrated instruments that would have
increased measurement accuracy,8 but because
they are not normally available in schools or
homes, they would also have added to the cost
of carrying out the study. Despite this limitation,
the questionnaire produced body weight and
height measurements substantially in line with
published data for the subject age groups, indicating that the use of a simplified tool did not
appreciably diminish survey accuracy or reliability. Moreover, with this simple method, the
children reported anthropometric data that they
normally use to control their growth.
The high response rate from the school principals indicated that they understood the significance and objectives of the study, whereas the
low response rate from the subjects suggests that
in order to reach the desired coverage of the target groups, monitoring needs to be integrated
with school routine, for example, with administration of questionnaires at registration of children in age groups detected at greater risk for
health problems.
An additional positive point of the project was
the children’s interest in the antidoping campaign, which was part of the educational material included with the questionnaire. The interest
in this initiative, as demonstrated by the number
and quality of the artwork and assignments in
which the topic was reworked by the children,
was so high that the work will be described in a
separate publication.
Several teachers from the participating schools
suggested adding other items to the questionnaire regarding, for example, left-handedness,
altered color perception, hearing impairment,
attention deficit and behavioural disturbances.
While mindful that the questionnaire needs to
be kept short, these suggestions will be taken
into account in the final analysis of the Healthy
Growth Chart project.
204
derati. Si è evitato, di conseguenza, il ricorso a strumenti pretarati che avrebbero garantito meglio l’accuratezza delle misurazioni 8, ma non essendo normalmente disponibili nelle scuole e nelle abitazioni
private le avrebbero complicate e ne avrebbero accresciuto i costi. Sorprendentemente, tuttavia, i valori
del peso corporeo e della statura forniti da questa
indagine appaiono sostanzialmente in accordo, per
le fasce d’età considerate, con quelli generalmente
riportati in letteratura. Ciò indica che la semplificazione dei rilievi non ne ha inficiato in maniera
apprezzabile l’accuratezza e, quindi, l’attendibilità. Per contro, essa ha evitato che le misurazioni
assumessero un carattere di eccezionalità, consentendo ai ragazzi di riportare nel questionario valori corrispondenti alle misurazioni abitudinarie che
sono quelle, in definitiva, cui si affida il controllo del
proprio corpo.
Rimanendo nelle indicazioni dello studio riferibili al progetto denominato “Carta del benessere”,
merita di essere segnalata l’alta percentuale di
Direttori scolastici che hanno aderito spontaneamente all’iniziativa, mostrando così di averne compreso il significato e l’interesse. Colpisce, per contro, la bassa percentuale dei ragazzi che hanno
compilato e restituito spontaneamente il questionario. Se ne desume che, per raggiungere il grado
auspicato di esaustività, il monitoraggio dovrebbe
integrarsi nel sistema scolastico, legando la compilazione del questionario a un momento preciso dei
suoi adempimenti, come l’iscrizione alle classi corrispondenti alle fasce d’età più critiche sotto i profili considerati. Tra le indicazioni positive riguardanti il suddetto progetto va anche segnalato l’interesse degli studenti per la campagna contro il
doping, affidata alla storia allegorica riportata nella pubblicazione allegata al questionario. L’interesse
per questa iniziativa, testimoniato dal numero e
dalla qualità dei disegni e dei componimenti con i
quali ne è stato interpretato o rielaborato il significato, è risultato talmente elevato, che si è deciso di
farne oggetto di una pubblicazione separata.
Infine, da parte di diversi insegnanti è pervenuto il suggerimento di aggiungere al questionario
altre voci, riguardanti ad esempio il mancinismo, i
disturbi della percezione dei colori, dell’udito, dell’attenzione e del comportamento. Questi suggerimenti meritano, pur tenendo conto dell’esigenza di
non appesantire o complicare eccessivamente il questionario, di essere presi in attenta considerazione
nell’elaborazione definitiva del progetto “Carta del
benessere”.
Passando alla seconda parte della discussione, i
risultati forniti da questo studio appaiono dotati di
un loro valore intrinseco, che fornisce diversi spunti di
riflessione. Colpisce, in primo luogo, che i bambini
abbiano un peso corporeo superiore a quello delle
bambine solo fino a 11 anni d’età, superata la quale
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION
The focus of this second part of the discussion is on the intrinsic value of the study results.
An intriguing finding was that up to age 11 years,
boys weighed more than girls, after which a
reverse trend was observed in both the children
from the North and the South. If confirmed by
other studies, this observation needs to be followed up in the long term.
Another interesting finding was the variation
in the prevalence of obesity with age among
boys (mean value 12%): 17.4% among 9-yearolds, 12.5% among 10-year-olds, and 8% among
11-year olds. A similar, more marked decrease
was found among girls. The weight decrease
may be explained by the greater independence
in eating habits older children gain within the
family. In line with this explanation it could be
suggested that healthy diet campaigns be
addressed to adults and to children above a certain age. Also significant was the difference in
the prevalence of obesity between the geographic areas: more children residing in the
southern regions tend to be obese than their
peers in the central or northern regions. The
difference was especially noticeable among
boys, although it is unclear whether it was due
to eating habits or to a differing cultural and
social acceptability of overweight. This, too,
merits further investigation.
Boys aged 8 years were taller than girls, shorter at age 9, the same height at age 10, taller at age
11, and shorter at age 12 and older. The reason
for this variation, other than perhaps being casual, is unclear. Until age 9, children residing in
the northern regions were taller than those in
the South, after which the difference narrowed or
the trend reversed. If confirmed by other studies,
this observation needs to be followed up over the
longer term.
SILVESTRINI
si è manifesta una tendenza di segno opposto. Questo
fenomeno si è registrato sia al nord che al sud Italia e
meriterebbe, qualora fosse confermato da altre indagini, d’essere seguito nel tempo e approfondito.
Un altro dato di grande interesse è la prevalenza
complessiva dell’obesità, che è risultata del 12%, con
i valori più elevati nel sesso maschile, dove è passata
dal 17,4% a 9 anni al 12,5% a 10 anni e all’8% a 11
anni. Un decremento analogo, ma ancora più marcato, si registra nel sesso femminile. Il fenomeno corrisponde a una fascia d’età nella quale i bambini tendono a manifestare la loro autonomia rispetto alla
famiglia sia in senso generale, sia anche in riferimento alle abitudini alimentari. Ne deriva il suggerimento, ammesso che la suddetta interpretazione sia
corretta, di orientare le campagne di educazione alimentare non solo verso l’adulto, ma anche, a partire
da una certa età, verso il bambino.
Un altro dato particolarmente significativo appare
la prevalenza dell’obesità secondo l’area geografica.
In entrambi i sessi gli obesi sono risultati maggiormente rappresentati nell’Italia del sud rispetto al centro e al nord. La diversità è particolarmente accentuata
tra i bambini di sesso maschile e non è chiaro se sia
attribuibile alle abitudini alimentari oppure a una
diversa sensibilità culturale e sociale nei confronti del
problema del soprappeso. Anche questo aspetto merita d’essere ulteriormente approfondito.
Per quanto riguarda la statura, nei bambini è
risultata superiore a quella delle bambine a 8 anni,
inferiore a 9, uguale a 10, nuovamente superiore a
11 e, infine, inferiore a 12 e più anni. Il significato di questo andamento, ammesso che non sia puramente casuale, rimane oscuro. In entrambi i sessi la
statura è risultata decisamente più alta al nord che
al sud fino all’età di 9 anni, superata la quale questa differenza si è attenuata o ha mostrato una tendenza di segno opposto. Anche questo fenomeno
meriterebbe, se confermato, d’essere seguito nel tempo ed approfondito.
Conclusioni
Conclusions
In conclusion, this pilot study confirmed the
potential interest in the Health Growth Chart project for monitoring anthropometric changes in
the school-age population, with a particular but
not exclusive focus on prevention interventions
for health risk factors. The study results also
revealed several critical points, the most important of which was the low response rate among
the schoolchildren. In an effort to improve
response rates, an agreement between Noopolis
Vol. 61, N. 2
In conclusione, si ribadisce che questo studio conferma il potenziale interesse del progetto denominato “Carta del benessere” per il monitoraggio delle condizioni di crescita dell’intera popolazione giovanile, con particolare ma non esclusivo riguardo
ai disturbi suscettibili, se riconosciuti tempestivamente, di interventi a carattere correttivo o preventivo. Evidenzia, tuttavia, anche alcuni elementi critici, il più appariscente dei quali è rappresentato
dal basso numero di adesioni spontanee all’indagine. Per superarlo è sotto studio una convenzione
tra Noopolis e il Ministero della Pubblica Istruzione,
che consentirebbe di legare la compilazione del que-
MEDICINA DELLO SPORT
205
SILVESTRINI
ANTHROPOMETRIC STUDY OF SCHOLAR POPULATION
and the Ministry of Health is under study which
would permit administering the questionnaire at
school registration. Many other related issues
remain open, for example, compliance with privacy regulations and prompt interventions targeting health risk factors.
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Organization Expert Committee. Am J Clin
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stionario all’iscrizione scolastica. Molti altri problemi rimangono aperti, ma sono relativamente più
semplici da risolvere; essi comprendono, ad esempio,
il contemperamento della riservatezza (privacy) con
la possibilità di interventi mirati e tempestivi nelle
situazioni di rischio.
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reference charts for the use in the United
Kingdom. Arch Dis Child 2002;86:11-4.
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Address reprint requests to: B. Silvestrini, Noopolis Foundation, via Domenico Tardini 35, 00167 Rome, Italy. E-mail: [email protected]
206
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
Orthopedic area
Area ortopedica
MED SPORT 2008;61:207-22
Lateral elbow epicondylitis (tennis elbow):
comparison between high intensity LASER
Therapy and TENS in a clinical study
Epicondilite laterale del gomito (gomito del tennista):
confronto tra LASER terapia ad alta intensità e TENS
in uno studio clinico
A. ZATI 1, B. C. COLORI 1, D. FORTUNA 2, L. GELSOMINI 1, T. W. BILOTTA 1
1Servizio
Recupero e Rieducazione Funzionale Istituto Ortopedico Rizzoli Bologna, Italy
2Laboratorio Fotobiologia Applicazioni Mediche ELEN –CNR Firenze, Italy
SUMMARY
Aim. The aim of this paper is to analyze a homogeneous group of adults suffering from lateral epicondylitis of the
elbow (or tennis elbow) and compare the results of two local physiotherapies; classic Transcutaneous Electrical Nerve
Stimulation (TENS) and Nd:YAG High Intensity Laser Therapy (HILT); the latter has recently been employed in Physical
Therapy.
Methods. We selected 42 patients who had been suffering from the disease for no less that one month and no more that
three months. The patients were questioned about their sports and work activity; sonographic evaluation was performed to check local calcification and seven clinical tests were performed to quantify pain and functional lesions in
five follow-ups, the first before treatment and the last six months after.
Results. The results showed that there was no unequivocal etiology: the disease was present in all patient categories,
not only athletes, hard workers and workers who used repetitive forearm rotation but in sedentary patients and in
retired people too. These data seem to support the degenerative nature of the disease and several mechanical causal
factors might contribute.
Conclusion. With regards to the efficacy of the two therapies employed, TENS and LASER both led to a significant
pain reduction in the 14 days after treatment, but in the other follow-ups laser HILT induced a higher and more lasting
analgesic effect than TENS and above all, an improvement in function recovery. Finally, side effects related to the two
physiotherapies were sparse and lasted for only a short time.
KEY WORDS: Tennis elbow - Lasers - Transcutaneous electric nerve stimulation.
RIASSUNTO
Obiettivo. L’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare un gruppo omogeneo di individui adulti affetti da epicondilite
laterale del gomito (o gomito del tennista) e di confrontare i risultati di due fisioterapie locali: la classica stimolazione
elettrica nervosa per via transcutanea (transcutaneous electrical nerve stimulation, TENS) e la terapia con laser Nd:YAG
pulsato ad alta intensità (high intensità laser therapy, HILT); quest’ultima è impiegata in fisioterapia da pochi anni.
Metodi. Sono stati selezionati 42 pazienti con epicondilite laterale del gomito di durata non inferiore ad 1 mese e non
superiore a 3 mesi. Ai pazienti sono state richieste informazioni circa gli sport praticati e l’attività lavorativa svolta: è
stata eseguita una valutazione ecografica per valutare la presenza o meno di calcificazioni locali; i pazienti sono stati sottoposti a 7 test mirati a quantificare il dolore e le lesioni funzionali; i follow-up sono stati 5, di cui il primo antecedente il trattamento e l’ultimo sei mesi dopo.
Risultati. I risultati hanno evidenziato come l’epicondilite laterale non abbia un’unica eziologia: la patologia era presente in tutte le categorie di pazienti, non solo negli atleti o nei lavoratori che svolgevano attività pesanti o implicanti
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
207
ZATI
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
rotazioni ripetitive dell’avambraccio, ma anche nei pazienti sedentari e in quelli in pensione. Questi dati depongono
a favore della natura degenerativa della malattia, alla manifestazione clinica della quale potrebbero contribuire diversi fattori meccanici.
Conclusioni. Circa l’efficacia delle due terapie impiegate, sia la TENS che il LASER hanno ridotto significativamente il
dolore nei 14 giorni successivi al trattamento; tuttavia, la HILT pare avere indotto nei successivi follow-up un effetto analgesico maggiore e più duraturo della TENS e, soprattutto, un migliore recupero funzionale. Infine, gli effetti collaterali di queste due fisioterapie sono stati scarsi e di breve durata.
PAROLE CHIAVE: Gomito del tennista - Lasers - Stimolazione elettrica nervosa per via transcutanea.
L
ateral epicondylitis, or tennis elbow, is a common observation in adults,1 it is well known
that the pathology involves the insertion of the
extensor carpi muscles, particularly the extensor
carpi radialis brevis (ECRB); at times the extensor
digitorum communis (EDC) and, more rarely, the
supinator.2 The problem seems to be caused by
a hyaline degeneration of the fibrous insertions
of the epicondyle muscles rather than by an
inflammation proper;3 consequent ruptures of
the involved tendon are rare but not exceptional.
Many factors are involved in the aetiology;
traumas and repeated microtraumas have been
recognized, as have inflammatory-degenerative
situations; these factors appear to act in the context of a constitutional predisposition to
tendinopathies.4-6
The mechanical factor that most probably triggers the condition is the constant, repeated use
of the forearm in extension, external rotation and
supination, actions common to many sports but
most typical of the backhand in tennis.7
Working activity has often been associated
with tennis elbow and various types of jobs have
been cited, some of heavy duty type (constant use
of the hammer, screw-driver, or garden implements, lifting of heavy objects); others less tiring
but more repetitive (typing, playing of musical
instruments).8 Use of the computer, especially
the mouse (mouse elbow) is one of the new
causes of the condition.9 Overall, the prevalence
of epicondylitis in working activities at risk is
highly variable.10-12
As for the therapeutic approach, most authors
agree to the need to initially treat the condition
conservatively,13-16 although there is no lack of
surgical solutions consisting of the debridement
of the degenerated fibrous structures and perforation of the bone cortical of the epicondyle in
order to promote revascularization of the insertion apparatus.17, 18
208
L
’epicondilite laterale del gomito, o tennis elbow,
è un’affezione comune dell’individuo adulto 1;
com’è noto la patologia interessa l’apparato inserzionale dei muscoli estensori del carpo, particolarmente il muscolo estensore radiale breve del carpo
(ERCB); talvolta è chiamato in causa l’estensore
comune delle dita (EDC) e, più raramente, il supinatore 2. Il disturbo appare sostenuto da una degenerazione ialina delle inserzioni fibrose dei muscoli all’epicondilo più che da una flogosi vera e propria
3; rari ma non eccezionali sono gli esiti in rottura del
tendine interessato.
L’eziologia della malattia è multifattoriale; sono
stati chiamati in causa sia i traumi che i microtraumi ripetuti ed anche situazioni flogistico-degenerative; questi fattori paiono agire nell’ambito di
una predisposizione costituzionale alle tendinopatie 4-6.
Il fattore meccanico scatenante più probabile è l’uso continuo e ripetuto dell’avambraccio in estensione, rotazione esterna e supinazione, gesto comune a molti sport, ma tipico del “rovescio”del tennis 7.
L’attività lavorativa è stata spesso associata all’epicondilite del gomito, anche se vari sono i lavori
descritti, essendo alcuni di tipo gravoso (uso del
martello, del cacciavite, di attrezzi da giardinaggio;
sollevamento di oggetti pesanti); altri meno faticosi
ma più ripetitivi (dattilografia, uso di strumenti
musicali) 8. L’uso del computer, specie con il mouse (mouse elbow) risulta una delle nuove “cause”
della malattia 9. Complessivamente, la prevalenza
dell’epicondilite nelle attività lavorative a rischio
appare assai variabile 10-12.
Per quanto riguarda la condotta terapeutica, la
maggior parte degli autori concorda sulla necessità
di trattare in prima istanza la patologia in via conservativa 13-16, anche se non mancano le soluzioni
chirurgiche, consistenti nel debridement delle strutture fibrose degenerate e nella perforazione della
corticale ossea dell’epicondilo, per favorire la rivascolarizzazione dell’apparato inserzionale 17, 18.
In fisioterapia da oltre vent’anni si utilizzano laser
di bassa potenza (Low Level Laser Therapy o LLLT)
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
ZATI
For more than twenty years physiotherapy has
been using low level laser therapy (LLLT) for the
purpose of stimulating the degenerated, inflamed
muscular tendon structures.19, 20 About ten years
ago studies began into the tissue effects of high
intensity laser therapy (HILT); after a number of
experiments on animal models 21, 22 this technology has been applied to humans with noteworthy results in a number of pathologies of the
locomotor apparatus.23-27
The purpose of the present paper is to: to
assess the effectiveness of Nd:YAG-HILT laser
therapy in lateral epicondylitis and compare it
with TENS; to assess any side effects of these
therapies.
allo scopo di stimolare le strutture muscolo-tendinee
degenerate e in stato flogistico 19, 20. Da circa dieci
anni sono cominciati gli studi sugli effetti tessutali
dei laser pulsati ad alta intensità (High Intensity Laser
Therapy o HILT); dopo varie esperienze condotte su
modelli animali 21, 22 questa tecnologia è stata applicata all’essere umano con risultati rilevanti in diverse patologie dell’apparato locomotore 23-27.
Scopo di questo lavoro è di: valutare l’efficacia della laser terapia Nd:YAG-HILT nell’epicondilite laterale paragonandola alla TENS; valutare gli eventuali effetti collaterali delle terapie effettuate.
Materiali e metodi
Lo studio ha riguardato un gruppo di 42 individui (24 femmine e 18 maschi, età media 56,42
+15,7) affetti da epicondilite laterale del gomito.
Materials and methods
The study concerned a group of 42 individuals (24 females and 18 males, average age 56.42
+15.7) suffering from lateral epicondylitis of the
elbow.
Case Report Form
Case Report Form
Dati anamnestici (Tabella I C)
In order to standardize our investigation we
prepared a CRF (Table I), from which we drew
the following data.
ATTIVITÀ SPORTIVA
Al fine di standardizzare le indagini abbiamo
realizzato uno specifico CRF (vedi Tabella I), dal
quale, in particolare, sono stati tratti i seguenti dati.
Abbiamo considerato lo svolgimento di un’attività
sportiva con l’arto superiore affetto per almeno 2
volte alla settimana.
Anamnestic data (Table I C)
ATTIVITÀ LAVORATIVA
SPORTING ACTIVITY
We considered the performance of a sporting
activity involving the affected upper extremity at
least twice a week.
Abbiamo suddiviso i pazienti in 6 categorie: disoccupato = 0; studente =1; lavoro non gravoso di tipo
dipendente =2; lavoro non gravoso di tipo autonomo = 3; lavoro gravoso arti superiori = 4; pensionato = 5.
WORKING ACTIVITY
We subdivided the patients into 6 categories:
unemployed = 0; student =1; light work typical of
an office employee =2; light work typical of a
USO DEL COMPUTER
Abbiamo considerato l’attività informatica con
mouse superiore a 2 ore al dì.
TABLE I.—Case Report Form: made up of 7 sections.
TABELLA I. — ?Caso clinico form: 7 sezioni.
A: authority responsible for the study and patient recruitment procedure
B: patient identification data
C: anamnestic data
D: clinical tests
E: planning of follow-ups
F: side-effects of therapy
G: table summarising results.
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
209
ZATI
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
APPENDIX 1
210
MEDICINA DELLO SPORT
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LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
Vol. 61, N. 2
ZATI
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211
ZATI
212
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
ZATI
self-employed person = 3; heavy work involving the arms = 4; pensioner = 5.
USE OF THE COMPUTER
We considered computer activity in which a
mouse was used for more than 2 hours a day.
CALCIFICATIONS
Echo tomography was used to look for calcifications in the elbow.
Clinical tests (Table I D)
— Nirschl pain test:28 score 1-7
— Visual Analogic Scale test (VAS): score 0-100
— ROM test (flexo-estension): score 0°-130°
— ROM test (pronation): score 0°- 90°
— ROM test (supination): score 0°- 90°.
— Cozen’s test:29 score 0= negative, 1= positive
— Mill’s test:29 score 0= negative, 1= positive
Follow up (Table I E)
Evaluations were scheduled at the following
times: T0 prior to treatment; T1 14 days after T0;
T2 45 days after T0; T3 90 days after T0; T4 180
days after T0.
Vol. 61, N. 2
CALCIFICAIONI
È stata ricercata la presenza di calcificazioni al
gomito mediante ecotomografia.
Test clinici (Tabella I D)
—
—
—
—
—
—
—
Test algo funzionale di Nirschl 28: score 1-7
Test Scala Analogico-Visiva (VAS):score 0-100
Test ROM di flesso-estensione: score 0°-130°
Test ROM di pronazione: score 0°- 90°
Test ROM di supinazione: score 0°- 90°.
Test di Cozen 29: score 0= negativo, 1= positivo
Test di Mill 29: score 0= negativo, 1= positivo
Follow up (Tabella I E)
Le valutazioni sono state programmate ai seguenti tempi: T0 prima del trattamento; T1 14 giorni
dopo T0; T2 45 giorni dopo T0; T3 90 giorni dopo T0;
T4 180 giorni dopoT0.
Effetti collaterali (Tabella I F)
È stato predisposto lo studio di effetti collaterali:
— soggettivi (bruciore, parestesie, diminuzione
della sensibilità);
— oggettivi (eritema, edema, ustione).
Score: assenza = 0, presenza = 1.
MEDICINA DELLO SPORT
213
ZATI
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
Side effects (Table I F)
Criteri di inclusione
Side effects were studied as follows:
— subjective (stinging, paraesthesias, reduced
sensitivity);
— objective (erythema, oedema, burning).
Score: absence = 0, presence = 1.
Durata del dolore da almeno 1 mese e da non
più di tre mesi;
dolore e disabilità al test di Nirschl non inferiore
alla classe 5.
Gruppi terapeutici
Inclusion criteria
Duration of pain of at least 1 month and no
more than three months;
pain and disability according to the Nirschl
test not less than class 5.
Therapeutic groups
We used a randomised method to form two
groups, a LASER group and a TENS group, of 21
peoples each.
— The LASER group was made up of: 13
females, 8 males, age 53.81+15.27.
Treatment: peak fluency: 970-1350 mJ/cm2;
frequency 10-30 Hz; total energy 3000 J; scan
modality; time once a day for 10 sessions in 14
days.
— The TENS group consisted of: 11 females
and 10 males, age 59.05 +16.05.
Treatment: bidirectional rectangular impulse;
impulse width 100 µs; frequency 80-100
Hz;
intensity with non-painful electrical perception
threshold; time once a day for 10 sessions in 14
days.
Statistical analysis
Con metodo randomizzato abbiamo formato due
gruppi di 21 individui ciascuno: gruppo LASER e
gruppo TENS.
— Il gruppo LASER risultava composto da: 13
femmine, 8 maschi, età 53,81+15,27.
— Trattamento: fluenza di picco: 970÷1350
mJ/cm2; frequenza 10-30 Hz; energia totale 3000
J;modalità a scansione; tempo 1 volta al dì per 10
sedute in 14 giorni.
— Il gruppo TENS risultava composto da: 11 femmine e 10 maschi, età 59,05 +16,05.
Trattamento: impulso rettangolare bidirezionale; larghezza dell’impulso 100 µs; frequenza
80-100 Hz; intensità a soglia di percezione elettrica non dolorosa; tempo 1 volta al dì per 10 sedute in
14 giorni.
Analisi statistica
ANALISI PER DATI APPAIATI
In ciascun gruppo è stata condotta un analisi
per dati appaiati; in particolare, ogni follow up è
stato confrontato con il precedente con il “paired T
test” per i test di Nirschl, VAS, ROM flesso-estensione,
ROM pronazione, ROM supinazione; per i test di
Cozen e Mills la valutazione per dati appaiati non
è stata eseguita in quanto i valori erano espressi in
percentuale.
PAIRED DATA ANALYSIS
Paired data analysis was carried out in each
group; specifically, each follow-up was compared with the previous one using the paired T
test for the Nirschl, VAS, flexo-extension ROM,
pronation ROM and supination ROM tests; the
paired data assessment was not carried out for the
Cozen and Mills tests because results were
expressed in percentages.
ANALISI TRA I GRUPPI
Per il confronto tra gruppi, è stato utilizzato il
test di Mann-Whitney per i test di Nirschl, VAS, ROM
flesso-estensione, ROM pronazione, ROM supinazione; per i test di Cozen e Mills è stato utilizzato il
test Chi-quadro di Pearson.
Risultati
ANALYSIS BETWEEN GROUPS
Analisi dei dati anamnestici
The Mann-Whitney test was used for comparison between groups for the Nirschl, VAS, flexoextension ROM, pronation ROM and supination
ROM tests; Pearson’s Chi-squared test was used
for the Cozen and Mills tests.
214
ATTIVITÀ SPORTIVA
I pazienti che praticavano uno sport specifico per
l’arto superiore erano 14 (33,3%). Tra questi: tennis
(4); bocce (2), body building (2), basket (1), palla-
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7
6
5
4
3
2
1
0
ZATI
100
*
80
*
VAS
NIRSCHL
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
*
*
T1
T2
LASER
*
40
T3
T4
0
*
#
*
*
*
*
20
*
T0
*
60
T0
TENS
T1
LASER
T2
T3
T4
TENS
Figure 1.—Nirschl pain test. T test for paired data: each follow-up was compared with the previous one; legend: *
p<0.01; # p<0.05. Comparison between groups, MannWhitney test: LASER > TENS in all follow-ups with p<0.01.
Figura 1. — Test algo-funzionale di Nirschl. T test per dati
appaiati: ogni follow up è stato confrontato con il precedente; * P<0,01; # P<0,05. Confronto tra gruppi, Test di
Mann-Whitney: LASER > TENS in tutti i follow up con
P<0,01.
Figure 2.—Visual analogue test. T test for paired data:
each follow-up was compared with the previous one;
legend: * p<0.01; # p<0.05. Comparison between groups,
Mann-Whitney test: LASER > TENS in all follow-ups with
p<0.01.
Figura 2. — Test analogico Visivo. T test per dati appaiati: ogni follow up è stato confrontato con il precedente; *
P<0,01; # P<0,05. Confronto tra gruppi, Test di MannWhitney: LASER > TENS in tutti i follow up con P<0,01.
Results
volo (1), golf (1), judo (1), motocross (1), scherma
(1).
Anamnestic data analysis
ATTIVITÀ LAVORATIVA
SPORTING ACTIVITY
The patients engaging in a specific sport involving the upper extremity numbered 14 (33.3%). In
detail: tennis (4); bowls (2), body building (2),
basketball (1), volley ball (1), golf (1), judo (1),
motorcross (1), fencing (1).
WORKING ACTIVITY
Reported activities were as follows: unemployed (1), students (2), light work typical of a
dependent worker (9), light work of independent type (6), heavy jobs (6), pensioners (18).
USE OF MOUSE
17 patients (40.4%) used a computer mouse
regularly.
USO DEL MOUSE
17 pazienti (40,4%) facevano regolare uso del
mouse per computer.
CALCIFICAZIONI
Le calcificazioni sono risultate presenti in 14
pazienti (33,3%), la cui età media era 66+13,5. Al
termine dello studio sono stati eseguiti controlli ecografici a campione in 10 persone (5 per gruppo)
che non hanno mostrato variazioni degne di nota.
Analisi dei test clinici in relazione al trattamento
CALCIFICATIONS
Calcifications were present in 14 patients
(33.3%), the average age of whom was 66+13.5. At
the end of the study, random echographic checks
were carried out in 10 people (5 per group) who
did not show any variations worthy of note.
Analysis of clinical tests in relation to treatment
At base time the clinical tests showed no significant variations between the LASER and the
TENS groups.
Vol. 61, N. 2
Le attività riportate erano le seguenti: disoccupati (1), studenti (2), lavori non gravosi di tipo
dipendente (9), lavori non gravosi di tipo autonomo
(6), lavori gravosi (6), pensionati (18).
Al tempo basale i test clinici non hanno mostrato variazioni significative tra i gruppi LASER e TENS.
SCALA DI NIRSCHL
Nel gruppo LASER (Figura 1) l’indice algo-funzionale è migliorato costantemente; in particolare,
già a T2 (45 giorni dopo l’inizio del trattamento) il
punteggio si era ridotto di circa il 50%. Una variazione analoga si è registrata dopo tre mesi (T3). A
sei mesi (T4) il quadro clinico corrispondeva a un
punteggio medio di 1,33 ( classe 1° –2°).
MEDICINA DELLO SPORT
215
ZATI
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
ROM F-E
*
97.5
90
*
*
65
32.5
0
T0
T1
LASER
T2
*
*
PRONATION
130
T3
T4
#
60
30
0
TENS
T0
T1
LASER
T2
T3
T4
TENS
Figure 3.—Range of Motion test of elbow in flexo-extension. T test for paired data: each follow-up was compared
with the previous one; legend: * p<0.01; # p<0.05.
Comparison between groups, Mann-Whitney test: LASER
> TENS at T2, T3 and T4 follow-ups with p<0.01.
Figura 3. — Test Range of motion del gomito in flessoestensione. T test per dati appaiati: ogni follow up è stato
confrontato con il precedente; * P<0,01; # P<0,05.
Confronto tra gruppi,Test di Mann-Whitney: LASER > TENS
ai follow up T2, T3 e T4 con P<0,01.
Figure 4.—Range of Motion test of elbow in pronation T
test for paired data: each follow-up was compared with the
previous one; legend: * p<0.01; # p<0.05. Comparison
between groups, Mann-Whitney test: LASER > TENS at
T2, T3 and T4 follow-ups with p<0.01.
Figura 4. — Test Range of motion del gomito in pronazione. T test per dati appaiati: ogni follow up è stato confrontato con il precedente; *P<0,01; # P<0,05. Confronto
tra gruppi, Test di Mann-Whitney: LASER > TENS ai follow up T2, T3 e T4 con P<0,01.
NIRSCHL SCALE
Nel gruppo TENS il miglioramento è stato di entità
minore: a T1 la variazione era del 10%; a T2 i valori erano pressoché invariati. Il quadro è migliorato
del 14% a tre mesi (T3), per rimanere stabile fino al
controllo del 6° mese (T4). Il punteggio medio finale era 4,62, corrispondente alle classi 4°-5°.
Il confronto tra gruppi ha mostrato una significativa differenza dei risultati a favore del LASER in
tutti i follow up; in particolare, dal 45° giorno (T2)
in poi, quando le curve di decadimento del dolore
si sono discostate sensibilmente.
In the LASER group (Figure 1) the pain-function index improved constantly; in particular, as
early as T2 (45 days after the start of treatment), the score had reduced by about 50%. A
similar variation was recorded after three
months (T3). At six months (T4) the clinical
picture corresponded to an average score of
1.33 (class 1-2).
In the TENS group the improvement was less
marked: at T1 the variation was 10%; at T2 values
were practically unchanged. The picture had
improved by 14% at three months (T3), remaining stable until the 6th month control (T4). The
average final score was 4.62, corresponding to
classes 4-5.
Comparison between groups showed a significant difference in results in favor of the LASER
group in all follow-ups; in particular, from the
45th day (T2) onwards, when pain decline curves
deviated markedly.
VAS SCALE
The LASER treated group (Figure 2) showed a
very early reduction in pain: as early as T1 pain
had dropped by 43.8%; the decrease continued
regularly in the subsequent controls, although it
had not disappeared completely by the end of the
study. Compared to base time, at 45 days (T2>T0)
the pain score had fallen by 62% and at 6 months
(T4> T0) by 90%.
216
SCALA VAS
Il gruppo trattato LASER (Figura 2). ha mostrato
una riduzione del dolore molto precoce: già a T1 il
dolore si era ridotto del 43,8%; il decremento è continuato nei successivi controlli con regolarità, pur
non azzerandosi completamente alla fine dello studio. Rispetto al tempo basale a 45 giorni (T2>T0) il
punteggio del dolore era diminuito del 62% e a 6
mesi (T4> T0) del 90%.
Il gruppo TENS ha avuto un netto miglioramento
del dolore a 14 gg. (21%); il valore è rimasto stabile
fino a 45 gg. (T2>T1), per poi riprendere a scendere
a 3 e a 6 mesi. Al termine dello studio il dolore si era
ridotto di circa il 43% (T4>T0). Nel confronto tra i
gruppi, il LASER ha dato risultati migliori della TENS
in tutti i follow-up, specie da T2 in poi.
ROM-FLESSO-ESTENSIONE
Al tempo basale l’articolarità in flesso-estensione (Figura 3) non risultava particolarmente limitata:
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
*
#
#
100
*
80
COZEN (%)
SUPINATION
90
ZATI
60
30
60
40
20
0
0
T0
T1
LASER
T2
T3
T4
T0
T2
LASER
TENS
Figure 5.—Range of Motion test of elbow in supination.
T test for paired data: each follow-up was compared with
the previous one; legend: * p<0.01; # p<0.05. Comparison
between groups, Mann-Whitney test: LASER > TENS at T2
and T4 p<0.01; at T3 p<0.05.
Figura 5. — Test range of motion del gomito in supinazione.
T test per dati appaiati: ogni follow up è stato confrontato
con il precedente; * P<0,01; # P<0,05. Confronto tra gruppi, Test di Mann-Whitney: LASER > TENS a T2 e T4 P<0,01;
a T3 P<0,05.
T1
T3
T4
TENS
Figure 6.—Cozen’s test: percentage of patients negative at
the various follow-ups. Comparison between groups,
Pearson’s chi-square test: LASER > TENS from T1 on with
p<0.01.
Figura 6.—Test di Cozen: percentuale dei pazienti negativi ai vari follow-up. Confronto tra gruppi, test χ2 di
Pearson: LASER > TENS da T1 in poi con P<0,01.
100
ROM (FLEXO-EXTENSION)
At base time, flexo-extension articulation ability (Figure 3) was not particularly limited: the
average was more or less 90° in both groups;
furthermore, only 4 patients in the LASER group
and 1 in the TENS group presented values below
90°.
Following treatment, values in the LASER group
improved by about 10% at both T1 and T2, before
stabilizing in the later follow-ups.
In the TENS group flexo-extension improved
at the first follow-up (4.5%), it remained unvaried at 45 days (T2), and it improved slightly in
subsequent controls reaching an increase of 12%
compared to the base time (T4 >T0) at subsequent controls.
In the comparison between groups, values
appeared similar at T1; the two groups then followed different curves and the data were favorable to the LASER group in subsequent followups; the LASER group at six months presented values close to normal.
Vol. 61, N. 2
MILLS (%)
80
The TENS group showed a clear-cut improvement in pain level at 14 days (21%); the value
remained stable up to 45 days (T2>T1), before
resuming its fall at 3 and 6 months. At the end of
the study, pain had reduced by about 43%
(T4>T0).
In the comparison between groups, the LASER
group gave better results than the TENS group in
all follow-ups, especially from T2 on.
60
40
20
0
T0
LASER
T1
T2
T3
T4
TENS
Figure 7.—Mills’ test; percentage of patients negative at the
various follow-ups. Comparison between groups, Pearson’s
chi-square test: LASER > TENS from T2 on with p<0.01.
Figura 7. — Test di Mills; percentuale dei pazienti negativi ai vari follow-up. Confronto tra i gruppi, test χ2 di
Pearson: LASER > TENS da T2 in poi con P<0,01.
la media era sopra 90° in entrambe i gruppi; inoltre, solo 4 pazienti del gruppo LASER e 1 del gruppo
TENS avevano valori sotto 90°.
Dopo il trattamento, nel gruppo LASER i valori
sono migliorati di circa il 10% sia a T1 che a T2, per
poi stabilizzarsi nei successivi follow up.
Nel gruppo TENS la flesso-estensione è migliorata
al primo follow up (4,5%), è rimasta invariata a 45
gg. (T2), è migliorata poi minimamente nei controlli successivi, fino a raggiungere a sei mesi un
incremento del 12% rispetto al tempo basale (T4
>T0).
Nel confronto tra gruppi i valori apparivano simili a T1; i due gruppi hanno poi seguito curve diverse e i dati sono apparsi favorevoli al gruppo LASER
nei successivi follow up; il gruppo LASER presentava a sei mesi valori vicino alla normalità.
MEDICINA DELLO SPORT
217
ZATI
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
ROM (PRONATION)
ROM PRONAZIONE
Mobility in pronation (Figure 4) was modified
in most patients at base time, being above 70° in
9 patients only (5 in the LASER group and 4 in the
TENS group); nevertheless none presented values
below 50°.
In the LASER group, values improved rapidly
after 15 and 45 days, with significant increases at
T1 (10%) and T2 (13%). Joint articulation ability
reached values close to normal as from three
months (T3).
In the TENS group, variations at the various follow-ups were of minor entity (3% at T1; 7% at T2);
the difference was significant at 45 days (7.5%
at T3 > T2); values then stabilized.
In the comparison between groups, values
were similar up to T1 before diverging significantly in subsequent ones.
La mobilità in pronazione (Figura 4) al tempo
basale è risultata alterata nella maggior parte dei
pazienti, essendo sopra 70° solo in 9 pazienti (5 nel
gruppo LASER e 4 nel gruppo TENS); tuttavia nessuno
aveva valori sotto 50°.
Nel gruppo LASER i valori sono rapidamente
migliorati dopo 15 gg e 45 gg, con incrementi significativi a T1(10%) e a T2 (13%). L’articolarità ha
raggiunto valori vicini alla norma a partire da tre
mesi (T3).
Nel gruppo TENS le variazioni ai vari follow up
sono state di piccola entità (3% a T1; 7% a T2); la differenza è stata significativa a 45 gg. (7,5% a T3 >
T2); i valori si sono poi stabilizzati.
Nel confronto tra gruppi i valori sono stati simili
fino a T1, per poi differire significativamente in
quelli successivi.
ROM (SUPINATION)
ROM SUPINAZIONE
At base time, supination (Figure 5) was limited in most patients; overall, the ROM was above
70° in 16 individuals only.
The LASER group presented a clear-cut
improvement in supination at T1 (16%) before
reaching close-to-normal values at T2; the data
then remained stable up to T4.
The TENS group showed constant improvement up to T2 (5% at T1 >T0 and at T2>T1) and
then held a joint articulation plateau of about 80°
up to T4.
The comparison between groups showed data
favorable to the LASER group as from T1,
although absolute values were above 80° in both
groups from the 45th day on.
Al tempo basale la supinazione (Figura 5) era
limitata nella maggior parte dei pazienti; complessivamente, il ROM era sopra 70° solo in 16 individui.
Il gruppo LASER ha avuto un netto miglioramento
della supinazione a T1 (16%) per poi raggiungere
valori vicini alla norma a T2; i dati sono poi rimasti stabili fino a T4.
Il gruppo TENS ha mostrato un costante miglioramento fino a T2 (5% a T1 >T0 e a T2>T1) per poi
mantenere un plateau di articolarità di circa 80°
fino a T4.
Il confronto tra gruppi ha mostrato dati favorevoli
al LASER a partire da T1, anche se i valori assoluti
sono stati sopra 80° in entrambe i gruppi dal 45°
giorno in poi.
TEST DI COZEN
COZEN’S TEST
For statistical analysis purposes we calculated
the percentage of negative cases in each group.
The test proved highly sensitive, so much so that
at base time all patients of both groups were positive (Figure 6).
In the LASER group the percentage of negative
cases rose steadily up to three months (T3) when
it reached 90% of patients; thereafter, at six
months (T4) a slight reversal was recorded in the
trend (78%).
In the TENS group the test remained positive
in all patients up to 45 days; at three months (T3)
some negative cases were observed (33.3%), and
the number increased up to the sixth month (T4),
settling at a value of 38%.
218
Per l’analisi statistica abbiamo calcolato la percentuale di casi negativi in ciascun gruppo. Il test è
risultato molto sensibile, tanto che al tempo basale
tutti i pazienti di entrambe i gruppi erano positivi
(Figura 6).
Nel gruppo LASER la percentuale dei casi negativi è aumentata progressivamente fino a tre mesi
(T3) quando ha raggiunto il 90% dei pazienti; successivamente, a sei mesi (T4) si è registrata una lieve inversione di tendenza (78%).
Nel gruppo TENS il test è rimasto positivo in tutti
i pazienti fino a 45 giorni; a tre mesi (T3) sono comparsi alcuni casi negativi (33.3%), il numero è poi
aumentato fino al sesto mese (T4) attestandosi su un
valore pari a 38%.
Il confronto tra gruppi ha mostrato una diffe-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
ZATI
The comparison between groups showed a
highly significant difference in all follow-ups in
favor of the LASER group.
renza altamente significativa in tutti i follow up a
favore del gruppo LASER.
TEST DI MILLS
MILLS TEST
For statistical analysis we calculated the percentage of negative cases in each group. The test
was as sensitive as the previous one and the percentage of negative cases remained low in both
groups up to T1 (Figure 7).
The LASER group at T2 recorded a clear-cut
improvement (85.7% of negative cases); this figure remained unchanged at subsequent controls.
The TENS group was positive in the test up to
45 days (T2); then at three months (T3), 28.6% of
patients turned negative and this was the result
at the final control (T4).
In the comparison between groups we recorded a constant difference in favor of the LASER
group starting from the 45th day up to the end of
the study.
Side effects
Local side effects were reported in 11 patients.
In the LASER group there were 5 cases: 4 subjective (1 burning sensation and 3 paraesthesias)
and 1 objective (erythema).
In the TENS group there were 6 cases, of which
3 subjective (2 paraesthesias, 1 reduced sensitivity) and 3 objective (erythema). The side effects
were of short duration in both groups.
Discussion
One of the best known causes of lateral epicondylitis is sport, with tennis being the most
frequently implicated; it is in fact considered that
at least 50% of tennis players have suffered from
it.30 Other sports may cause epicondylitis: baseball has been reported as has weight lifting and,
generally speaking, all activities involving sudden
and repeated throwing or lifting of an object.31, 32
Sports people in our study numbered 14 of
whom only 4 played tennis; the others were
bowlers, one fencer and a golfer; golf, as is
known, leads more frequently to medial epicondylitis (golf elbow). Overall, sport in our study
was one of the many causes leading to lateral
epicondylitis of the elbow.
As for working activity, we divided the physical involvement of workers according to the
Vol. 61, N. 2
Per l’analisi statistica abbiamo calcolato la percentuale di casi negativi in ciascun gruppo Il test è
apparso sensibile quanto il precedente, essendo rimasta bassa la percentuale dei casi negativi in entrambe i gruppi fino a T1 (Figura 7).
Nel gruppo LASER a T2 si è registrato un netto
miglioramento (85,7% dei casi negativi); il dato è
rimasto poi invariato nei successivi controlli.
Il gruppo TENS è rimasto positivo al test fino a 45
gg (T2); poi, a tre mesi (T3), il 28,6% dei pazienti si
è negativizzato e tale è stato il risultato al controllo
finale (T4).
Nel confronto tra i gruppi si è registrata una
costante differenza a favore del LASER a partire dal
45° giorno fino al termine dello studio.
Effetti collaterali
Sono stati segnalati effetti collaterali locali in 11
pazienti. Nel gruppo LASER vi sono stati 5 casi: 4
soggettivi (1 bruciore e 3 parestesie) e 1 oggettivo
(eritema).
Nel gruppo TENS vi sono stati 6 casi, di cui 3 soggettivi (2 parestesie, 1 diminuzione sensibilità) e 3
oggettivi (eritema). La durata degli effetti collaterali è stata di breve entità in entrambe i gruppi.
Discussione
Una delle cause meglio conosciute del’epicondilite di gomito è l’attività sportiva; e tra queste, il tennis appare come lo sport più tipico di questa patologia, tanto che si ritiene che almeno il 50% dei giocatori ne abbia sofferto 30. Altri sport possono causare epicondiliti: sono stati decritti il baseball, il sollevamento di pesi, e in generale tutte le attività che
comportano il lancio o sollevamento improvviso e
ripetuto di un oggetto 31, 32.
Nel nostro studio gli sportivi erano 14 di cui solo
4 giocatori di tennis; gli altri erano lanciatori di
bocce, uno schermidore, un giocatore di golf; quest’ultimo sport, com’è noto, porta più spesso all’epicondilite mediale (golf elbow). Complessivamente, lo
sport nel nostro studio è apparso una delle tante
cause che possono portare all’epicondilite laterale del
gomito.
Per quanto riguarda l’attività lavorativa, abbiamo distinto l’impegno fisico del lavoratore secondo
il classico schema: attività gravose, attività poco gra-
MEDICINA DELLO SPORT
219
ZATI
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
classical pattern: heavy activity, light but repetitive activity, and light activity; in addition, we
considered the type of working relationship:
dependent or independent, in the hypothesis
that the working environment may also affect
the patient’s attitude towards the condition.33
From our study it emerged that heavy jobs
involved very few individuals: 6 (14%); whereas
individuals occupied in light but repetitive jobs
numbered more than twice as many: 15 (35%); of
these, those with a dependent job were more
numerous than independent workers in a ratio of
2:3. Therefore, in the onset of epicondylitis, light
but repetitive jobs would seem to play a greater
part than jobs that are traditionally considered
heavy; further, of the former, those with a dependent type relationship prevail.
The most frequently represented category,
however, was pensioners (18 cases, all over-sixties), who had not performed heavy or repetitive activities for some time; this fact would
appear to confirm the importance of degenerative
factors in the onset of the condition, as a number
of histological studies have stressed.34
Among activities on the borderline between
work and daily routine we can place the use of the
mouse; recent discussion has debated the question
of whether or not mouse elbow really exists; the
prevalent opinion among authors is that the use of
the mouse is not an unfavorable prognostic factor
in the long term.35, 36 In effect, the spread of the
computer has led to an increase in tendon diseases of the entire upper extremity, including the
elbow.37 In our study, 40% of patients used the
mouse but as their average age was lower than the
series as a whole (42.3+10.4), they were also
involved in other potentially influential working
and/or sporting activities. The use of the mouse
therefore does not appear to play an essential part
in the pathogenesis of the condition, but probably
is one of the possible contributing causes.
In the literature, the presence of calcifications
in epicondylitis is described as oscillating between
7% and 22%;38, 39 moreover, an increase in calcifications has been reported with age 40 and
reports also suggest that calcifications may disappear spontaneously.41
In our study the percentage of calcifications
was 33.3%; the age of people with calcifications
was 66 + 13.5, with only two under-40s. The age
of people with calcifications was therefore clearly above the average of the whole group (56.4
years); for this reason we cannot exclude the
220
vose ma ripetitive e attività non gravose; inoltre,
abbiamo considerato il tipo di rapporto lavorativo:
dipendente o autonomo, nell’ipotesi che anche il
contesto lavorativo possa incidere sull’atteggiamento
del paziente verso la malattia 33.
Dal nostro studio è emerso che le attività lavorative gravose erano praticate da pochi individui: 6
(14%); mentre gli individui che praticavano lavori
non gravosi ma ripetitivi erano più del doppio: 15
(35%); tra questi, quelli con lavoro di tipo dipendente erano più numerosi dei lavoratori autonomi,
in un rapporto di 2:3. Dunque, nell’insorgenza dell’epicondilite i lavori poco gravosi ma ripetitivi paiono aver un ruolo maggiore rispetto a quelli tradizionalmente considerati gravosi; inoltre, tra i primi,
prevalgono quelli con il rapporto di tipo dipendente.
La categoria più rappresentata è stata comunque quella dei pensionati (18 casi, tutti ultrasessantenni), che non svolgevano da tempo attività
gravose o ripetitive; il dato pare confermare l’importanza dei fattori degenerativi nell’insorgenza
della malattia, come vari studi istologici hanno sottolineato 34.
Tra le attività al limite tra il lavoro e la quotidianità si colloca l’uso del mouse; recentemente si è
discusso sull’esistenza del mouse elbow; tra gli autori prevale l’idea che l’uso del mouse non sia un fattore prognostico sfavorevole a lungo termine 35, 36.
In realtà, la diffusione sempre maggiore del computer
ha portato all’incremento delle tendinopatie di tutto l’arto superiore, tra cui quella in oggetto 37. Nel
nostro studio il 40% dei pazienti utilizzava il mouse, ma essendo di età media più bassa dell’intera
casistica (42,3+10,4), svolgeva anche altre attività
lavorative e/o sportive potenzialmente influenti.
L’uso del mouse appare dunque non avere un ruolo essenziale nella patogenesi della malattia, ma
probabilmente rientra nell’ambito delle possibili
concause.
In letteratura la presenza di calcificazioni in
sede di epicondiliti è descritta come oscillante tra il
7% e il 22% 38, 39; inoltre, è stato segnalato un incremento delle calcificazioni con l’età 40 e la possibilità
che dette calcificazioni scompaiano anche spontaneamente 41.
Nel nostro studio la percentuale di calcificazioni
è risultata pari a 33,3%; l’età delle persone con calcificazioni era 66 + 13,5, con solo due individui
sotto i 40 anni. L’età delle persone con calcificazioni era dunque nettamente al di sopra della media
dell’intero gruppo (56,4 anni); per questo non possiamo escludere l’influenza del fattore età nella rilevazione. Non abbiamo notato comunque una par-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LATERAL ELBOW EPICONDYLITIS (TENNIS ELBOW):
ZATI
influence of the age factor in the observation.
We have not however, noted that the clinical picture is particularly serious in the presence of
elbow calcifications.
As for the evaluation of the effectiveness of
LASER or TENS treatment, clinical tests have shown
that both therapies are effective as regards the
pain immediately after treatment; this finding was
fairly predictable for TENS but less so for the more
recently introduced LASER HILT. Nevertheless,
LASER treatment has shown a more lasting analgesic effect than TENS, as is shown by the considerable difference in results as from the 45th day.
Analyzing the range of joint movement (ROM)
it is evident that epicondylitis does not particularly modify the range of movement, especially as
regards flexo-extension, which was always above
90° right from the base time. Prono-supination was
the most limited joint direction; the patients, however, showed a rapid improvement in this component in association with the reduction in pain, a
phenomenon typical of extra-articular conditions.
The Cozen and Mills tests proved to be very
sensitive and remained positive in the long term in
both groups. Furthermore, if we observe the data
at 6 months, namely at the end of the study, we
can see that a considerable percentage of patients
still present positive in the two tests in both groups,
in spite of the fact that spontaneous pain had practically disappeared in the LASER group and was
greatly diminished in the TENS group. These findings underline that lateral epicondylitis of the
elbow is difficult to resolve completely and that it
is necessary to implement a highly specific semiotics so as to evidence its state of latency.
As for the side effects of the therapies, these
were limited in both groups and were above all
bound up with subjective, rarely objective sensations; the latter, in particular, never went beyond
erythema.
ticolare gravità del quadro clinico in presenza di calcificazioni al gomito.
Per quanto riguarda la valutazione dell’efficacia
della terapia, LASER o TENS, i test clinici hanno
mostrato come entrambe le terapie siano efficaci
sul dolore immediatamente dopo il trattamento;
questo dato era abbastanza scontato per la TENS, ma
lo era meno per il LASER HILT di più recente introduzione. Tuttavia, il LASER ha mostrato un’azione
analgesica più duratura della TENS, come dimostrato dalla notevole differenza dei risultati a partire dal 45° giorno in poi.
Dall’analisi dell’ampiezza articolare (ROM) è
apparso evidente come l’epicondilite non alteri particolarmente il range del movimento, specie la flesso-estensione, che è sempre stata sopra 90° fin dal
tempo basale. La prono-supinazione è stata la direzione articolare più limitata; tuttavia, i pazienti
hanno mostrato un rapido miglioramento anche
di questa componente in concomitanza della riduzione del dolore, fenomeno tipico delle affezioni
extra-articolari.
I Test di Cozen e di Mills si sono mostrati molto sensibili essendo rimasti a lungo positivi in entrambe i
gruppi. Inoltre, se osserviamo i dati a 6 mesi, cioè alla
fine dello studio, possiamo vedere come ancora una
quota considerevole dei pazienti presenti positività
ai due test in entrambe i gruppi, nonostante che il
dolore spontaneo sia praticamente scomparso nel
gruppo LASER e notevolmente diminuito nel gruppo
TENS. Queste rilevazioni sottolineano come l’epicondilite laterale del gomito sia una patologia difficile da risolvere completamente e come sia necessario attuare una semeiotica molto specifica per evidenziarne lo stato di latenza.
Per quanto concerne gli effetti collaterali delle
terapie, questi sono stati limitati in entrambe i gruppi, essendo legati soprattutto a sensazioni soggettive
e raramente oggettive; quest’ultime, in particolare,
non hanno mai superato lo stadio dell’eritema.
Conclusioni
Conclusions
Lateral epicondylitis of the elbow is very sensitive to local physical therapy; high intensity
LASER therapy had a more intense, lasting effect
than TENS and, in addition, led to a noteworthy
increase in joint function.
The side effects of both treatments were negligible, something that has already been noted for
TENS, but which enables us to state that Nd:YAG
high intensity laser therapy (HILT) is safe too.
Vol. 61, N. 2
L’epicondilite laterale del gomito è apparsa molto sensibile alla terapia fisica locale; il LASER ad
alta intensità ha dimostrato un effetto analgesico
più inteso e duraturo rispetto alla TENS e, inoltre, ha
portato ad un importante aumento della funzionalità articolare.
Gli effetti collaterali di ambo le terapie sono stati trascurabili, cosa peraltro già nota per la TENS, ma
che ci consente di affermare, anche per il laser
Nd:YAG pulsato ad alta intensità (HILT), la sicurezza del trattamento.
MEDICINA DELLO SPORT
221
ZATI
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Address reprint requests to: Dr A. Zati, SRRF Istituti Ortopedici Rizzoli, v. Pupilli n.1, 40135 Bologna, Italy.
222
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
La Medicina dello Sport ... per Sport
MED SPORT 2008;61:223-46
In questo numero la rubrica “La Medicina dello Sport…..per Sport” è dedicata alla disciplina del
rugby che, da alcuni anni, sta riscuotendo, anche in Italia, un sempre più vasto interesse di pubblico ed
un notevole incremento del numero dei praticanti.
A seguire, compare un articolo curato dalla Commissione Medica Federale dal titolo “Approccio metodologico per lo studio dell’incidenza dei traumi nello sport: l’esempio del rugby “
Questo lavoro, unico nel suo genere, potrà essere di stimolo alla realizzazione di iniziative analoghe
da parte delle Commissioni Mediche di altre discipline sportive al fine di ricavare un quadro reale della
traumatologia specifica, realizzare ricerche epidemiologiche e proporre misure di natura preventiva.
LA MEDICINA DELLO SPORT
AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
V. M. IERACITANO 1, 2, M. V. GIACOBBE 3, 4, 5
Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale
“Trattamento del Politraumatizzato”
Corso di Laurea in Scienze Motorie “Sport di squadra: Rugby”
U.O. di Chirurgia d’Urgenza D.E.A., A.O.U. Ospedale S.Martino Genova,
Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
2Federazione Italiana Rugby, Commissione Medica,
3Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Scienze Motorie,
Università degli Studi di Genova, Genova, Italia
4Sport Med Ovada
5Federazione Italiana Rugby: Nazionale Under 20
1
I
l rugby è nato nel 1823 per un’intuizione di
William Webb Ellis ed è rimasto ufficialmente uno sport dilettantistico sino al luglio
del 1995, quando l’IRB (International Rugby
Board) ne ufficializzò il passaggio a sport
professionistico.
Il rugby è uno sport di squadra giocato da
15 giocatori e si può classificare tra gli sport
cosiddetti “open skill” o, a seconda degli
autori, tra gli “sport di situazione”, in quanto le risposte motorie che il giocatore deve
dare sono in funzione della capacità di utilizzare le informazioni che provengono dall’ambiente rappresentato, in questo caso, dalla situazione tattica, dagli avversari, dai compagni e dalla propria posizione nel campo di
gioco.
Tra gli sport di squadra “open skill”, stiamo
parlando del solo sport dove il diritto della
Vol. 61, N. 2
difesa sull’uomo è autorizzato: ogni giocatore in possesso di palla deve essere arrestato
(fermato)… placcato!
Per questa particolare caratteristica di gioco possiamo anche definire il rugby come
“sport di combattimento”.
Da un punto di vista energetico il rugby
viene inquadrato come sport di tipo aerobico-anaerobico alternato dove è necessario
esprimere prevalentemente azioni di forza e
velocità.
In particolare, più del 30% del tempo effettivo di gioco viene speso in azioni di forza
per la contesa del pallone che hanno, nella
metà dei casi, durata inferiore ai 10 secondi
(solo l’uno per cento supera i 40 secondi)
(Figura 1).
I ridotti tempi di recupero tra un’azione e
l’altra, che sono nel 60% dei casi inferiori ai
MEDICINA DELLO SPORT
223
IERACITANO
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
ne (mediano di mischia e mediano di apertura),
— avanzamento rapido con il pallone
(linee arretrate o trequarti).
Naturalmente tutti i giocatori sono chiamati ad assolvere durante una partita a tutti
questi compiti qualora lo svolgimento del
gioco dovesse richiederlo.
In linea di massima possiamo affermare
che le caratteristiche fisiche e tecniche variano a secondo del ruolo.
La prima linea costituita dagli avanti (conquistatori di palla) si avvantaggia della statura e della massa per aprire la strada alla linea
arretrata dei trequarti (portatori di palla) che
devono disporre di grande velocità e agilità
(Figura 2).
Figura 1. — Giocatore che viene fermato (placcato).
La medicina dello sport
applicata al rugby
11
6
1 2 3
4 5 7
8
9
10
12
13
14
15
TREQUARTI
Mediano di mischia
Mediano di apertura
Ali
Centri
Estremo
9
10
11-14
12-13
16
Prima
linea
AVANTI
Piloni
Tallonatore
Seconde linee
Flankers
Numero 8
Terze
linee
1-3
2
4-5
6-7
8
Figura 2. — Reparti e ruoli nella squadra di rugby.
40 secondi, impongono anche una grande
capacità al lavoro di resistenza.
Il rugby, che per la sua complessità è stato definito come una “partita a scacchi giocata
ad alta velocità”, non impone solo capacità
fisiche ma anche grandi abilità tecniche e tattiche specifiche.
Da queste premesse si possono evincere le
caratteristiche richieste al rugbista come condizione indispensabile per lo svolgimento della prestazione, ma, in pratica, l’organizzazione del gioco richiede compiti molto diversi ai
15 giocatori che scendono in campo.
I compiti principali possono essere distinti in tre tipi a cui sono prevalentemente adibite le diverse categorie di ruoli:
— combattimento per la conquista del pallone (reparto degli avanti),
— trasmissione e utilizzo tattico del pallo-
224
Sebbene la pratica di attività sportiva sia
benefica per la salute psicofisica dell’uomo e
può, in talune situazioni, rappresentare una
valida terapia, indubbiamente lo sport, in
particolare quello intenso come il rugby, può
risultare nocivo, rappresentando la causa o
l’evento scatenante di alcune patologie.
Il Medico dello Sport, quindi, si farà carico
di almeno quattro importanti funzioni:
— la valutazione dell’idoneità psico-fisica
dell’atleta alla pratica sportiva;
— la prevenzione delle patologie legate
specie alla pratica stessa;
— la terapia delle patologie legate a lesioni acute e da sovraccarico;
— il pronto soccorso sul campo.
La valutazione dell’idoneità psico-fisica dell’atleta al rugby
La Federazione Italiana Rugby (FIR) ha stabilito che l’età di inizio alla pratica agonistica del rugby è fissata a 12 anni e quella massima è fissata al compimento del 42° anno
con possibilità di concludere la stagione sportiva in corso. Per questi atleti è richiesto certificato di idoneità sportiva agonistica mentre
per le altre categorie di giocatori, under 12 e
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
veterani, è sufficiente, almeno per la legge, il
certificato di idoneità sportiva non agonistica o di buona salute, che non prevede l’obbligo di accertamenti.
L’obbiettivo primario della visita medicosportiva agonistica è di escludere la presenza di patologie o malformazioni che controindichino l’attività sportiva del rugby.
Il rugby (attività aerobica-anaerobica alternata) è classificato, in relazione all’impegno
cardiovascolare, come attività sportiva con
impegno cardiocircolatorio medio-elevato
(caratterizzato da numerosi e rapidi incrementi della frequenza e della gittata cardiaca)
ed è inserito tra gli sport ad impegno elevato (tabella B) e richiede l’effettuazione dei
seguenti accertamenti:
1) visita medica;
2) esame completo delle urine;
3) elettrocardiogramma a riposo;
4) elettrocardiogramma dopo step-test;
5) spirometria.
Questo controllo periodico ha validità per
lo più annuale, in modo da valutare sia la
situazione di salute iniziale dell’atleta che di
monitorarne anche le variazioni nel tempo,
allo scopo di evitare situazioni a rischio, ovvero l’esistenza o la comparsa di patologie che
possano aggravarsi con la pratica dello sport
(Figura 3).
A questo proposito, gli esami obbligatori di
primo livello, nei casi opportuni, andrebbero integrati con quelli di secondo livello (esami ematochimici, ecocardiografia, test da sforzo, ECG sec. Holter, diagnostica per immagini, ecc.) al fine di raggiungere un giudizio
il più preciso e corretto possibile.
A nostro parere la visita, come prevista dalla legge, rappresenta un buon screening sulle principali patologie che si possono presentare nella popolazione sportiva e dovrebbe essere applicata obbligatoriamente anche
agli atleti più giovani (se esiste un patologia,
ad es. cardiologica, è possibile che non aspetti il compimento dei 12 anni per manifestarsi).
Anche l’ECG dopo test di Master (il famigerato ‘cubo’) sembra obsoleto e non garantisce un’analisi sufficiente della funzionalità
cardiaca sia in età giovanile che, soprattutto
negli over 40 (dove esiste un aumentato
Vol. 61, N. 2
IERACITANO
%
Circonfereze
-10
-5
0
+5
+10
+15
Componente muscolare
Spalle
Torace
Bicipite
Avambraccio
Coscia
Polpaccio
Totale
Avanti
Componente muscolare
Traquarti
Addome
Anca
Ginocchia
Polsi
Caviglie
Figura 3. — Profilo corporeo degli atleti della Nazionale
Italiana di Rugby.
rischio cardiopatia ischemica) e dovrebbe
essere sostituito da un test da sforzo massimale con monitoraggio ECG continuativo.
Per quanto riguarda l’idoneità specifica al
rugby bisognerebbe tener presenti alcune
caratteristiche del gioco e in particolare la
frequenza e la durezza del contatto fisico
che, nel rugby, è ammesso ed è parte integrante del gioco e sarebbe anche opportuno
prendere in considerazione le caratteristiche
che l’atleta deve possedere per cimentarsi in
questo sport:
— attributi fisici adatti al livello gioco;
— attributi fisici adatti al ruolo ricoperto;
— sufficiente allenamento e abilità al gioco;
— familiarità con le regole del gioco e
soprattutto conoscenza del gioco falloso.
Inoltre riteniamo importante prestare particolare attenzione a:
— giocatori sotto i 18 anni;
— tutti i nuovi giocatori;
— giocatori con precedenti infortuni;
— giocatori con precedenti traumi cranici;
— giocatori di prima linea con precedenti infortuni del collo;
— giocatori meno giovani a rischio di patologie degenerative.
Per i giocatori della mischia e in particolare
quelli della prima linea (piloni e tallonatore) si
MEDICINA DELLO SPORT
225
IERACITANO
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
dovrebbe indagare approfonditamente per
conoscere lo stato della colonna vertebrale per
escludere patologie o anomalie che possano
mettere in pericolo l’atleta. Oltre ad un accurato esame clinico sarebbe auspicabile anche
un controllo radiografico della colonna, specialmente quella cervicale, sia per evidenziare
le principali controindicazioni che per avere a
disposizione un esame di riferimento per eventuali futuri traumi e o modificazioni.
La Federazione Francese di Rugby ha già
proposto, rendendolo obbligatorio per alcune categorie a rischio,l’utilizzo della RNM per
il calcolo dell’indice di TORG: il rapporto tra
diametro costituzionale del canale cervicale
e il diametro sagittale dei corpi vertebrali
(normale = 0,95) che abbinato alla misura di
una eventuale instabilità in flessione o estensione e a quella del diametro sagittale del
canale vertebrale, identifica quattro gruppi a
rischio cervicale crescente.
Attraverso la visita di idoneità agonistica
il medico sportivo svolge il fondamentale
compito di fare prevenzione. Una prima fase
avviene a livello dei controlli clinici e strumentali mirati a evidenziare malattie e dimorfismi, come le alterazioni dell’allineamento
dei segmenti corporei, asimmetrie degli arti,
squilibri di forza tra gruppi muscolari antagonisti ecc., che possono predisporre a patologie osteoarticolari.
L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di
permettere all’atleta di utilizzare al momento della prestazione tutte le sue massime
potenzialità, migliorate con l’allenamento,
non solo per permettergli una prestazione
ottimale, ma anche, grazie a una migliore
prestazione neuromotoria, diminuire i rischi
di infortunio.
Da questo punto di vista, l’intervento medico deve anche favorire il pieno recupero delle energie e delle microlesioni che sono alla
base dell’adattamento funzionale, ma che se
in eccesso sulle possibilità di recupero possono esitare in sindromi da sovraccarico.
Parametri somato-antropometrici e composizione corporea del giocatore di rugby
Forse è una mutazione genetica, ma gli
All Blacks stanno diventando sempre più gros-
226
si e sempre più alti. I rugbisti neozelandesi
negli ultimi dieci anni sono cresciuti in peso
e altezza: un avanti pesa di media 9 chili in
più, un trequarti circa 12 chili e conta tre
centimetri in più.
La struttura somatica e la composizione
corporea risultano di grande importanza sia
in termini di biomeccanica, sia in relazione ai
costi energetici, sia, in ultima analisi, alla corretta esecuzione del gesto atletico. La loro
valutazione è importante fattore di conoscenza in quanto permette una classificazione somatotipica degli atleti ed una loro attribuzione predittiva per l’evoluzione dei giovani rugbisti.
Tali conoscenze, unitamente all’esame clinico e ai dati di laboratorio, forniscono le
informazioni sullo stato di nutrizione e di
salute dell’atleta necessarie per la programmazione di specifici e personalizzati carichi
di allenamento. Nell’atleta già orientato, la
monitorizzazione degli stessi parametri permette la messa a punto della migliore condizione di forma raggiungibile utilizzando al
meglio il rapporto tra i vari compartimenti
dell’organismo, sia dal punto di vista trofico
che metabolico.
In un’indagine condotta sugli atleti della
Squadra Nazionale Italiana di Rugby durante la preparazione al Campionato del Mondo,
Australia 2003, la valutazione dei parametri
antropometrici e della composizione corporea dei rugbisti è stata espletata attraverso
l’impiego di tecniche indirette e non invasive quali l’antropometria (peso, altezza, circonferenze e diametri corporei) la plicometria (PM), la bioimpedenzometria multifrequenza (MF-BIA) e l’ecografia o ultrasonografia (USG).
I risultati hanno permesso di stimare, in
termini bicompartimentali e comparativi, lo
stato d’idratazione, lo spazio adiposo (body
fat, BF) e lo spazio magro (fat free mass,
FFM) dell’organismo.
Sono stati misurati peso ed altezza ed è
stato praticato, sull’emisoma destro, il rilievo
di: 4 diametri articolari (gomito, polso ginocchio e caviglia); 11 circonferenze corporee
(braccio dx e sin, avambraccio, polso, vita,
fianchi, radice e media della coscia, sovrapatellare, polpaccio e caviglia) e di 10 pli-
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-8
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
IERACITANO
+1 +2 +3 +4 +5 +6 +7 +8
Rugby Italia
(totale, avanti, trequarti)
Culturismo
+16
+16
+14
+14
+12
+12
+10
+10
+8
+8
+6
+6
+4
+4
+2
+2
0
0
-2
-2
-4
-4
-6
-6
-8
-8
-10
-10
Boxe
Ciclismo
Scherma
Football americano
(offensive line, running
back, quarter back)
Rugby
(avanti, trequarti)
Calcio
Ginnastica
Canotaggio
Nuoto
Atletica leggera
(lanci, corsa, salti)
Pallavolo
Sollevamento pesi
Judo
Basket
-8
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
+1 +2 +3 +4 +5 +6 +7 +8
Figura 4. — Somatotipo degli atleti di vari sport inserite nella somatocarta di Carter e Heath.
che cutanee (sottoscapolare, tricipitale, bicipitale, pettorale, addominale, soprailiaca,
anteriore e posteriore della coscia, sovrapatellare e medio-poplitea). Tutti i rilievi (altezza, peso, diametri, circonferenze e pliche
cutanee) sono stati raccolti secondo la procedura raccomandata da Lohman et al.
Gli indici antropometrici, basati sul rapporto peso/altezza (W/H), sono parametri
facilmente calcolabili, e, tra questi indici il
rapporto W/H2 (indice di massa corporea o
body mass index di Quetelet) viene spesso
impiegato in studi sull’obesità come misura
della grassezza, ma quando riferito agli atleti d’elite e, nel nostro caso, ai rugbisti risulta
mediamente elevato (vm: 29,5 ± 3,29) e, pertanto, scarsamente predittivo non discriminando tra FFM e BF.
I diametri e le circonferenze corporee
sono una misura della forma corporea, del-
Vol. 61, N. 2
la massa scheletrica e della taglia dell’ossatura.
Possono essere utilizzate singolarmente (valutazione regionale) ma, visto l’errore percentuale elevato,risulta preferibile il loro utilizzo
solo in associazione con altre metodiche.
Per valutare il profilo corporeo sono stati utilizzati 11 valori di circonferenze inserite
in una matrice grafico-numerica (Katch FI e
Katch VL, 1984) (Figura 4).
La definizione del somatotipo è un metodo di descrizione e di valutazione del corpo
umano sulla base di tre scale riguardanti forma e composizione: endomorfismo (relativa
adiposità), mesomorfismo (relativa robustezza
muscoloscheletrica) ed ectomorfismo (relativa
longilineità).
Per la valutazione morfologica e costituzionale dei nostri atleti si è scelto il somatotipo di Heath e Carter (1990) che include la misura di 10 variabili corporee: la sta-
MEDICINA DELLO SPORT
227
IERACITANO
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
Figura 6. — Analisi con bioimpedenzometria multifrequenza.
Figura 5. — Plicometria: misurazione della plica bicipitale secondo la standardizzazione di Lohman.
tura, il peso, 4 pliche cutanee (tricipitale, sottoscapolare, sovrailiaca anteriore, media del
polpaccio), 2 diametri ossei (polso e ginocchio) e 2 circonferenze massime (braccio e
polpaccio) (Figura 4).
La plicometria, attraverso la misurazione di
un doppio strato di cute e sottocute in specifici siti anatomici, valuta la quantità e la distribuzione del grasso sottocutaneo e, pertanto,
questa tecnica può proporsi come utile strumento per la valutazione del BF%. Le pliche
cutanee (SFTs) sono state misurate mediante
un plicometro (Holtain, Crymych, Dyfed, UK)
fino ad ottenere due risultati consecutivi con
differenza non superiore a 0,1 mm.
Tra le varie equazioni per la stima della
densità corporea (Db) sono state scelte quelle di Jackson e Pollock (1978) di maggior
significato predittivo per l’atleta, mentre il
calcolo del valore di %BF è stato espletato
con l’equazione di Siri (1961) (Figura 5).
L’artometria (AM), nasce dall’integrazione dei dati risultanti dalle metodiche sopra
indicate e permette di calcolare la ripartizione della massa muscolare e del grasso negli
arti superiore ed inferiore e di stimare indirettamente il grasso viscerale (omentale,
mesenterico ed extraperitoneale).
I principali parametri sono: Area Muscolare
del Braccio (AMA), Area Lipidica del Braccio
(AFA), Circonferenza Muscolare del Braccio
(AMC). Analogamente, per l’arto inferiore,
sono stati definiti: Area Muscolare della Coscia
(TMA), Area Lipidica della Coscia (TFA).
228
La distribuzione del grasso viscerale nell’organismo è stata stimata come: Area
Addominale Totale (AAT), Area IntraAddominale (AIA), area sottocutanea (AS).
L’ecografia o ultrasonografia (USG),
utilizzando l’effetto eco prodotto dalla riflessione che subisce un fascio di ultrasuoni all’interfaccia tra i tessuti biologici (Ishida Y et al.,
1992), permette di esplorare i parenchimi ed i
tessuti molli all’interno del corpo umano rispondendo a tutti i requisiti ideali di un metodo
diagnostico: la pressoché assoluta innocuità, la
praticità, la rapidità di realizzazione e il costo
globale contenuto. Fanelli e Kuczmarski hanno dimostrato che l’applicazione degli ultrasuoni rappresenta un sistema di predizione
del grasso corporeo valido almeno quanto la
plicometria (Fanelli MT e Kuczmarski RJ, 1984),
ma numerosi sono ancora i limiti correlati
all’applicazione della metodica (scelta convenzionale della miglior frequenza da applicare, posizione del corpo, pressione della sonda sulla superficie da valutare, ecc).
La metodica USG, attraverso la misura degli
spessori degli strati muscolare, adiposo viscerale e sottocutaneo, è risultata utile nella valutazione della composizione corporea regionale e ove è risultata critica la plicometria
(Kuczmarski RJ et al, 1987).
La bioimpedenzometria multifrequenza (MF-BIA) si basa sulla diversa conducibilità elettrica dei tessuti ad una corrente alternata di bassa intensità, applicata al corpo
umano con un programma a diverse frequenze (Figura 6).
La registrazione dei dati di resistanza e di
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Giugno 2008
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
IERACITANO
TABELLA I. — Caratteri antropometrici in relazione ai ruoli: media e IC 95%.
Totale
n=31
1a linea
n=7
2a linea
n=5
3a linea
n=7
Avanti
n= 19
Trequarti
n=12
aP<
Età (anni)
25.4
27.6
22.8
24.0
25.5
25.3
n.s.
(24.2-26.6) (25.3-29.8)
(21.4-24.2)
(21.3-26.7)
(23.8-27.2)
(23.5-27.0)
Altezza (cm)
183.3
179.4
195.8
188.4
185.3
180.2
n.s.
(180.8-185.9) (176.1-182.7) (193.7-198.0) (185.0-191.7) (181.9-188.7) (176.9-183.6)
Peso (kg)
98.7
106.5
109.9
100.6
104.9
89.0
0.0001
(95.17-102.3) (103.0-110.0) (101.8-118.0) (95.7-105.5) (101.8-107.9) (85.6-92.5)
Indice di Sheldon (cm/kg)
39.7
37.9
40.9
40.5
39.3
40.4
n.s.
(39.2-40.3) (37.1-38.7)
(40.3-41.5)
(39.8-41.2)
(38.5-40.1)
(39.8-41.0)
B M I (kg/m2)
29.4
33.2
28.6
28.4
30.7
27.4
0.0025
(28.3-30.5) (31.5-34.8)
(27.1-30.1)
(27.1-29.7)
(29.3-32.1)
(26.5-28.4)
Endomorfismo
4.89
5.8
4.7
4.9
5.3
4.2
0.0081
(4.5-5.3)
(5.0-6.6)
(3.5-5.8)
(4.2-5.7)
(4.8-5.8)
(3.8-4.6)
Mesomorfismo
7.0
8.0
6.2
7.2
7.4
6.2
0.0135
(6.5-7.4)
(7.5-8.5)
(5.8-6.5)
(5.8-8.5)
(6.8-8.0)
(5.8-6.7)
Ectomorfismo
1.1
0.5
1.5
1.3
1.0
1.2
n.s.
(0.8-1.3)
(n.c.)
(0.9-2.1)
(0.9-1.7)
(0.7-1.2)
(0.8-1.6)
n = numero dei soggetti, aP = avanti vs trequarti: analisi multifattoriale della varianza, n.s. = differenza non significativa, n.c. =
non calcolabile
reattanza è stata condotta mediante impedenzometro a multifrequenza (HumanIm
Scan; DS Medica, Milano) ed è stata espletata per esigenze organizzative il giorno successivo a quello dedicato ai rilievi antropometrici secondo una rigida standardizzazione nella definizione dello steady state nutrizionale ed idrico.
I volumi relativi all’acqua corporea totale
(TBW) ed extracellulare (ECW) sono stati stimati utilizzando le equazioni predittive di
Segal; FFMKg e FFM% sono stati calcolati
applicando l’equazione di Pace e Rathbum
(1945). Per il calcolo della massa muscolare
(MM) si è utilizzato il metodo descritto da
Martin et al (1990).
I risultati ottenuti indicano che i parametri
antropometrici e la composizione corporea
degli atleti analizzati risultano condizionati
dal ruolo e dalla funzione svolta in campo.
Naturalmente rispetto ai trequarti, gli avanti sono risultati mediamente più alti (187,8
vs 180,2; cm), più pesanti (104,9 vs 89,0; kg),
con un maggior contenuto di FFMkg e,
soprattutto, di BFkg. Tra gli avanti sono risultati più alti e più pesanti le seconde linee
(195,8 cm, 109,9 kg). La descrizione è confermata da un’accentuazione dei caratteri
endo-mesomorfici, sia per un incremento
dell’adiposità cellulare, sia per un aumento
Vol. 61, N. 2
della componente muscolare rispetto ad una
statura relativamente bassa in rapporto al
peso (Tabella I).
Anche i diametri degli arti, le circonferenze e le pliche corporee degli avanti hanno
mostrato valori medi più elevati. In particolare, il diametro del gomito (7,56 ± 0,35, cm)
e l’ampiezza della circonferenza del polso
(18,34 ± 0,91, cm), confrontati con i valori
di riferimento indicati da Grant e Frisancho
(Grant R. e Frisancho AR, 1990), rispettivamente, sono riconducibili ad una struttura
scheletrica di grande taglia.
Il valore medio di FFM, valutato attraverso
MF-BIA, risulta significativamente inferiore
nei trequarti, anche se la quota di massa
muscolare che lo costituisce risulta maggiore in termini relativi (MM%BM; MM%/FFM).
Infine, il valore medio di BF%, valutato
con plicometria, è risultato significativamente maggiore negli avanti rispetto ai trequarti.
MMkg risultava a vantaggio degli avanti (56.51
vs 47.55; P<0.0001) (Tabella II).
I valori di BF%, stimati sia con plicometria, sia per differenza dal peso (BM), con
impedenzometria risultavano ben correlati,
anche se l’impedenza sottostima il valore di
circa il 2-4% rispetto alla plicometria.
Per quanto concerne ECW/%BM esso
risulta decisamente superiore a quello del-
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229
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TABELLA II. — Pliche cutanee: media ed intervallo di confidenza 95%.
Totale
n=31
1a linea
n=7
2a linea
n=5
3a linea
n=7
Avanti
n= 19
Trequarti
n=12
aP<
12.00
(9.75-14.25)
4.71
(2.46-6.96)
21.41
(19.16-23.6)
26.83
(24.629.08)
10.41
(8.20-12.69)
28.29
(26.0-30.5)
15.24
(13.0-17.49)
11.82
(9.58-14.07)
11.06
(8.81-13.30)
1.73
(1.37-2.30)
2.28
(2.02-2.63)
1.30
(1.11-1.56)
19.48
(17.2-21.7)
18.27
(16.0-20.5)
10.33
(8.96-11.71)
4.77
(3.39-6.14)
13.67
(12.315.04)
21.67
(20.323.04)
6.40
(5.02-7.78)
19.33
(17.9-20.71)
18.33
(16.9-19.71)
12.37
(10.9-13.7)
9.47
(8.09-10.84)
1.33
(1.20-1.46)
2.15
(1.80-2.53)
1.83
(0.68-3.38)
16.57
(15.2-17.9)
15.03
(13.6-16.4)
12.67
(9.96-15.39)
4.81
(2.10-7.53)
14.16
(11.44-16.87)
21.76
(19.04-24.47)
8.41
(5.70-11.13)
21.14
(18.43-23.86)
15.03
(12.31-17.74)
11.39
(8.67-14.10)
10.90
(8.18-13.62)
1.14
(1.02-1.30)
1.86
(1.45-2.26)
1.27
(0.96-1.58)
15.43
(12.7-18.1)
15.03
(12.5-17.9)
11.98
(10.29-13.67)
4.76
(3.07-6.45)
17.52
(15.83-19.21)
24.15
(22.46-25.8)
9.06
(7.37-10.75)
23.76
(22.0-25.45)
15.65
(13.96-17.34)
11.75
(10.06-13.44)
10.75
(9.06-12.44)
1.43
(1.24-1.77)
2.13
(1.90-2.35)
1.42
(1.16-1.69)
17.53
(15.8-19.2)
16.64
(14.9-18.3)
10.55
(8.77-12.33)
4.34
(2.57-6.12)
12.33
(10.55-14.10)
17.34
(15.57-19.12)
6.88
(5.10-8.65)
17.94
(16.17-19.72)
13.13
(11.36-14.91)
10.18
(8.40-11.95)
8.49
(6.72-10.27)
1.18
(1.05-1.37)
1.68
(1.50-1.87)
1.28
(1.07-1.48)
12.27
(10.5-14.0)
13.66
(11.8-15.43)
n.s.
Pliche cutanee (mm)
Tricipitale
11.43
(10.2-12.65)
Bicipitale
4.60
(3.37-5.82)
Sottoscapolare
15.51
(14.2-16.7)
Sovrailiaca
21.51
(20.322.74)
Toracica
8.21
(6.99-9.44)
Addominale
21.36
(20.1-22.5)
Coscia ant
14.68
(13.45-15.90)
Sovrapatellare
11.14
(9.91-12.36)
Polpaccio
9.87
(8.65-11.10)
Sottoscap. tricip.
1.33
(1.21-1.57)
Sovrail. tricip.
1.95
(1.78-2.13)
Coscia tricip.
1.36
(1.18-1.54)
BF (kg)
15.49
(14.3-16.7)
BF (%) J&P
15.49
(14.2-18.7)
n.s.
0.0231
0.0006
0.0419
0.0315
n.s.
0.0362
n.s.
n.s.
0.0119
n.s.
0.0005
0.0122
n = numero dei soggetti, aP = avanti vs trequarti: analisi multifattoriale della varianza, n.s. = differenza non significativa, n.c. = non
calcolabile
l’individuo adulto di riferimento non attivo,
ciò ribadendo l’espansione che il volume di
liquido extracellulare subisce nell’atleta professionista (Battistini N et al., 1994) (Tabella III).
Il valore medio di AMA negli avanti rispetto ai trequarti risultava significativamente
superiore (96,18 vs 81,82; cm2), così come il
valore medio di AFA (15,12 vs 12,38; cm2),
con un rapporto AMA/AFA a vantaggio dei
trequarti (6,75 vs 6,58). Analoghe considerazioni sono emerse per gli arti inferiori. Per
quanto concerne la distribuzione del grasso
viscerale, ATA è risultata significativamente
superiore negli avanti rispetto ai trequarti
(332,72 vs 238,89, cm2) così come IA , SA ed
il rapporto IA/SA.
Il più basso contenuto percentuale di grasso nei tre-quarti, in particolare, può essere
230
messo in relazione con migliori valori sia nella velocità, sia nella resistenza specifica, mentre la più grande massa corporea degli avanti permette loro di ottenere un maggiore
momentum di velocità rispetto ai trequarti
durante gli scatti (Quarrie et al, 1995).
La composizione bicompartimentale degli
avanti, componenti della mischia, può definirsi pertanto come quella di un “soggetto
potente, veloce e stabile” (RIENZI et al, 1999),
con artometria decisamente superiore nei
valori assoluti e con rapporti area muscolare/area lipidica del braccio (AMA/AFA) e area
muscolare/area lipidica della coscia (TMA/
TFA) inferiori, a stigmatizzare il maggiore
contenuto di grasso.
Questo carattere morfologico è tradizionalmente considerato come fattore di stabilizzazione nella strutturazione del pacchetto
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TABELLA III. — Bioimpendenzometria multifrequenza e composizione corporea: media e IC 95%.
TBW (Kg)
ECW (Kg)
ECW/TBW
TBW %BM
ECW %BM
FFM (Kg)
FFM %BM
MM (Kg)
MM%BM
MM%FFM
BF(Kg)
BF %
Totale
n=31
1a linea
n=7
2a linea
n=5
3a linea
n=7
Avanti
n= 19
Trequarti
n=12
aP<
57.70
(56.4-58.9)
23.29
(22.0-24.52)
40.27
(39.1-41.51)
58.57
(57.4-59.9)
23.59
(22.4-24.8)
83.72
(82.5-84.95)
85.03
(83.0-86.2)
53.04
(51.8-54.2)
53.60
(52.5-54.91)
63.45
(62.3-64.81)
15.02
(13.8-16.25)
14.97
(13.7-16.2)
59.37
(57.12-61.61)
24.26
(22.01-26.50)
40.81
(38.57-43.07)
55.72
(53.55-58.04)
22.74
(20.53-25.02)
87.79
(85.54-90.04)
82.48
(80.23-84.72)
56.98
(54.73-59.22)
53.58
(51.23-55.72)
65.31
(63.15-67.65)
18.73
(16.49-20.98)
17.52
(15.2-19.7)
64.13
(62.76-65.51)
26.87
(25.49-28.24)
41.86
(40.49-43.24)
58.44
(57.12-59.98)
24.46
(23.09-25.85)
94.40
(93.02-95.78)
86.00
(84.62-87.38)
59.33
(57.96-60.71)
53.99
(52.62-55.38)
63.56
(62.19-64.94)
15.47
(14.09-16.84)
14.00
(12.6-15.3)
58.60
(55.88-61.32)
23.81
(21.10-26.53)
40.63
(37.90-43.35)
58.24
(55.61-61.04)
23.66
(20.98-26.41)
86.06
(83.34-88.77)
85.59
(82.87-88.30)
54.70
(51.98-57.42)
54.14
(51.53-56.96)
64.93
(61.46-66.89)
14.56
(11.84-17.27)
14.41
(11.7-17.1)
59.84
(58.1-61.53)
24.51
(22.8-26.19)
40.91
(39.2-42.61)
57.07
(55.4-58.84)
23.34
(21.7-25.07)
88.19
(86.5-89.88)
84.18
(82.5-85.87)
56.51
(54.82-58.20)
53.75
(52.1-55.5)
64.52
(62.9-66.35)
16.68
(14.9-18.37)
15.82
(14.1-17.5)
54.31
(52.53-56.08)
21.38
(19.60-23.15)
39.28
(37.52-41.07)
61.04
(59.3-62.85)
23.98
(22.22-25.77)
76.64
(74.87-78.42)
86.37
(84.59-88.14)
47.55
(45.77-49.33)
53.35
(51.65-55.20)
61.80
(60.11-63.66)
12.40
(10.62-14.18)
13.63
(11.8-15.41)
0.0002
0.0001
0.0001
0.0010
n.s.
0.0001
0.0051
0.0001
n.s.
n.s.
0.0001
0.0051
n = numero dei soggetti, aP = avanti vs trequarti: analisi multifattoriale della varianza, n.s. = differenza non significativa, n.c. = non
calcolabile
di mischia e protettivo in caso di collisione
(placcaggio).
Per l’eccellenza del campione, l’insieme di
questi dati può costituire un importante indicatore biometrico di riferimento per:
— la definizione dell’ ottimale rapporto tra
massa magra e massa grassa, anche in funzione delle dimensioni scheletriche (Wilmore
JH, 1992);
— la selezione degli atleti e l’attribuzione
dei ruoli (Nicholas CW, 1997);
— la tipologia d’allenamento degli atleti
adolescenti in formazione.
La valutazione delle caratteristiche somatoantropometriche, ripetuta frequentemente
durante la stagione, permette di monitorare
meglio l’atleta e permette di elaborare con
più precisione modelli nutrizionali in relazione anche alle abitudini alimentari, al tipo
e all’entità dei carichi di lavoro, protocolli
per l’integrazione energetica, la reidratazione
idro-elettrolitica specifica (competizioni e
allenamenti) e il recupero rapido.
Vol. 61, N. 2
Livelli raccomandati di energia e nutrienti del
giocatore di rugby
Così come per altri sport di squadra ad
impegno intermittente, anche per il rugby è
diffusa tra gli addetti ai lavori l’opinione che
una miglior conoscenza dei bisogni energetici e plastici dell’atleta costituisca obiettivo primario e irrinunciabile per la l’acquisizione della “migliore condizione di forma”, finalizzata
alla gestione ottimizzata del gesto atletico.
Per rispondere alle esigenze dei giocatori
di riteniamo utile l’applicazione di un protocollo, articolato in più punti, che prevede:
— valutazione della composizione corporea e calcolo della ripartizione percentuale dei
compartimenti magro e grasso nell’ambito di
ciascun ruolo;
— valutazione dello stato nutrizionale degli
atleti;
— elaborazione di regimi alimentari di riferimento, sia per il controllo del peso corporeo, sia per l’adeguata copertura dei fabbi-
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231
IERACITANO
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sogni correlati agli strenui impegni nelle sedute di allenamento e nelle competizioni;
— elaborazione di protocolli dietoterapici
personalizzati.
Valutazione dei bisogni energetici
e plastici
La spesa energetica totale quotidiana (TEE)
può essere calcolata e personalizzata attraverso il computo di costi energetici differenti:
— Termogenesi Basale (Metabolismo
Basale, MB): esprime il costo energetico in
condizioni di vita vegetativa
— Termogenesi da Esercizio Fisico (TEF):è
il costo energetico relativo al sostegno del
lavoro meccanico compiuto nella giornata.
— Termogenesi Alimentare (Termogenesi
Dieto-Indotta; TID): è il costo energetico relativo al processo di collocazione metabolica
dei nutrienti ingeriti (Schutz et al, 1984;
Ciangherotti, 1987).
— Termogenesi per l’Accrescimento (TG):
negli atleti delle formazioni minorili il processo di accrescimento non risulta ancora
terminato ed il suo costo, quando considerato
ottimale per età e sesso, è stato calcolato
attorno al 2% del TEE (Butte, 2000).
Calcolato il costo di TEE è semplice comprendere che ogni giorno questa deve essere
rinnovata (ricambio energetico), ripartita tra i
pasti della giornata e tra i macronutrienti (lipidi, protidi, glucidi), secondo determinati equilibri, in modo tale da assicurare anche la copertura dei cosiddetti nutrienti essenziali (aa. ramificati, aromatici, creatina, acidi grassi polinsaturi n6 e n3, fattori vitageni ad essi correlati,
quali i gruppi delle vitamine pro-ossidanti (B1,
B5) ed anti-ossidanti (A, C, E + Selenio), dei
biocatalizzatori plastici (B6, B12) e dei fattori
minerali (macro-, oligo-, elementi traccia).
Valutazione chimico-clinica
e funzionale
I grandi progressi nella conoscenza dell’organismo dell’atleta per quanto riguarda
le relazioni tra stato di salute e performance,
232
hanno messo in evidenza il ruolo degli esami di laboratorio nell’accertamento di:
— stato nutrizionale: esame emocromocitometrico, albumina, siero-protidogramma, transferrina e ferritina plasmatche;
glicemia a digiuno e post-prandiale, trigliceridi, colesterolo totale, -HDL e –LDL, creatinina, azoto ureico ed acido urico, nel siero;
— funzione respiratoria aerobica:
ematocrito (Ht), emoglobina (Hb g%), eritrociti, sideremia, ferritina, transferrina ed
anaerobica: CPK (creatin-fosfochinasi), LDH
(lattico-deidrogenasi);
— stato endocrino, con particolare riferimento al trofismo muscolare ed allo stress
psico-fisico: DHEA, ∆4androstenedione, testosterone; ACTH, Cortisolo antimeridiano; TSH,
FT3, FT4; transaminasi GO e GP, LDH (latticodeidrogenasi), γ-GT (gamma-glutamil transferasi), CPK (creatin-fosfochinasi);
— del ricambio idro-minerale: potassio, sodio, calcio, fosforo, magnesio.
Analisi delle abitudini alimentari
La conoscenza delle abitudini alimentari
permette di verificare la corrispondenza tra i
nutrienti assunti nella giornata e le peculiari
esigenze metaboliche del giocatore di rugby,
anche in termini di bilancio.
Per analizzare le abitudini alimentari dei
singoli atleti è stato elaborato un apposito
questionario, autorizzato dall’Istituto Nazionale della Nutrizione e validato attraverso
uno studio pilota condotto su un campione
di atleti e di sedentari sani. I questionari prendono in considerazione i tre pasti principali
(colazione, pranzo e cena) e due spuntini
(mattina e pomeriggio) indicando per ciascuno gli alimenti assunti, le loro quantità e
quelle dei relativi nutrienti.
Programmazione alimentare
nutrizionale di riferimento
L’attività fisica, la prestazione atletica e il
recupero dopo l’esercizio sono migliorate da
un’alimentazione ottimale. Il medico dello
sport dovrebbe fornire indicazioni per la salu-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
te e la performance fisica attraverso: una giusta scelta dei cibi e dei liquidi, il tempo e il
modo di assunzione degli stessi e, eventualmente, la selezione degli integratori.
Da un punto di vista energetico, il rugby
viene inquadrato come sport di tipo aerobicoanaerobico alternato dove è necessario esprimere prevalentemente azioni di forza e velocità di breve durata, ma dove i ridotti tempi di
recupero tra un’azione e l’altra impongono
anche una grande capacità al lavoro di resistenza (Bellotti e Matteucci, 1999).
Il regime alimentare dell’atleta deve essere confezionato in base alle particolari esigenze dettate dalla tipologia di allenamento, in relazione cioè alla qualità del gesto
meccanico riprodotto, il cui costo energetico
è supportato da una miscela di combustibili
che cambia in relazione al tipo di metabolismo selezionato (anaerobico alattacido, anaerobico lattacido, aerobico, misto).
La proporzione dei vari nutrienti non differisce sostanzialmente dalle correnti linee
guida per la popolazione generale; la differenza sostanziale risiede nella maggior richiesta di energia (carboidrati) e di liquidi (persi con la sudorazione)
In generale alcuni aspetti sono da sottolineare: la copertura del fabbisogno energetico, l’idratazione ottimale, il maggior fabbisogno di carboidrati e proteine e la qualità e
tempistica dei pasti (in particolare rispetto
ad allenamento e gare).
Per quanto riguarda l’integrazione riteniamo che non occorra fornire supplementi agli
atleti se l’energia, adeguata a mantenere il
peso e la composizione corporea, deriva da
una dieta varia ed equilibrata.
Definizione di regimi alimentari
personalizzati
La valutazione dello stato nutrizionale, della composizione corporea e l’indagine chimico-clinica da effettuare sugli atleti permette
spesso di individuare le principali alterazioni fisiopatologiche degli stessi.
Le più frequenti problematiche riguardano:
quote di BF relativamente elevate, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, stati di sidero-
Vol. 61, N. 2
IERACITANO
Figura 7. — Integrazione energetica e idrominerale durante il “team run” prima di un incontro del RWC 2003.
penia latente, segni biochimici ed enzimatici di
stress muscolare, stati di lieve disidratazione.
Queste problematiche dovrebbero essere
esaminate singolarmente dallo staff medico e
presentate successivamente allo staff tecnicofisico per definire e instaurare le idonee e
immediate misure correttive nei rispettivi
campi di competenza.
Riteniamo, infatti, di grande importanza la
collaborazione dei vari settori del team per la
realizzazione di protocolli combinati di nutrizione, terapia e allenamento (per esempio
una dieta relativamente ipocalorica a basso
contenuto di colesterolo, elaborata dal nutrizionista, associata all’aumento della quota di
lavoro aerobico, prescritta all’atleta dal preparatore atletico).
Spesso risulta necessario elaborare di protocolli dietoterapici personalizzati al fine di
risolvere la problematica in questione e prevenirne la ricomparsa.
Integrazione energetica e idrominerale
I pesanti e ravvicinati allenamenti cui si sottopongono i giocatori di alto livello, spesso in
condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli (temperatura e umidità elevate), richiedono la formulazione di idonei protocolli di reidratazione idrominerale energetica (Figura 7).
Con la sudorazione indotta dall’esercizio
l’atleta disperde acqua, sodio, potassio e una
piccola quota di minerali come ferro e calcio.
MEDICINA DELLO SPORT
233
IERACITANO
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
Figura 8. — I più frequenti infortuni nel rugby (traumi
acuti in giallo, sovraccarico funzionale in arancione).
Le principali complicanze dell’eccessiva
sudorazione, in particolare durante attività
fisica strenua e in ambiente caldo umido,
sono: l’iperosmolarità e la riduzione del volume plasmatico (con decremento della performance cardiaca e della termoregolazione) e
l’emoconcentrazione con conseguente riduzione dell’efficienza fisica.
La riduzione del volume plasmatico si verifica quando, a causa della sudorazione, si ha
una perdita pari al 2-3% della massa corporea.
Per evitare che l’ingestione di notevoli
quantità d’acqua possa provocare iponatriemia si dovrebbero utilizzare fluidi idrominerali iso-osmotici contenenti carboidrati che
consentano il ristoro energetico durante e
dopo l’esercizio.
La somministrazione glucidica in corso di
sforzo fisico, infatti, non scatena la risposta
insulinica e la conseguente ipoglicemia anche
per l’alta concentrazione in circolo di ormoni del sistema di controregolazione ad effetto iperglicemizzante.
Al contrario, per non incorrere in un’ipoglicemia reattiva, bisogna evitare l’assunzione di carboidrati nei periodi immediatamente precedenti all’attività, dove la concentrazione di ormoni controinsulari è bassa.
234
Lo svuotamento gastrico è più rapido quando la quota di liquidi nello stomaco è alta
ed è rallentato dalla presenza di fluidi ipertonici, ad esempio quando la concentrazione
di carboidrati è pari o superiore all’8%; per
ovviare all’aumento di osmolarità si utilizzano le maltodestrine, corti omo- ed etero-polimeri del glucosio con modesta attività osmotica.
Inoltre, l’aggiunta di basse concentrazioni
di glucosio e di sodio alla soluzione non ne
modifica sostanzialmente il tempo di svuotamento gastrico e aumenta l’assorbimento
intestinale del glucosio stesso (meccanismo
di cotrasporto glucosio-sodio, con assorbimento osmotico passivo di acqua).
Risulta, dunque, importante tenere presenti tutti questi aspetti sia nella formulazione della composizione ottimale dell’integratore, sia nella scelta della dose e dei relativi
tempi di somministrazione (timing).
Recupero rapido
Nel rugby moderno il calendario impone
alle squadre incontri sempre più ravvicinati e
proprio in queste situazioni estreme hanno
assunto particolare importanza i protocolli
nutrizionali finalizzati al recupero rapido.
Entro 30 minuti dalla fine dell’esercizio viene iniziata la reintegrazione utilizzando idonei alimenti e/o prodotti e integratori specifici con liquidi, sali, carboidrati a medio/alto
indice glicemico e piccole dosi di grassi e
proteine.
Per quanto riguarda la posologia la dose di
carboidrati somministrati era di 1.5 g/Kg di
peso corporeo o 50-100 g per dose fino ad un
max di 500 g e di acqua: 450-700 ml ogni 0.5
kg di peso persi durante l’esercizio.
Il protocollo sarà ripetuto dopo 2 e 4 ore
(soppresso se in coincidenza con un pasto).
La traumatologia nel Rugby
Il rugby è rimasto ufficialmente uno sport
dilettantistico sino al luglio del 1995 (Figura
8), quando l’IRB (International Rugby Board)
ne ufficializzò il passaggio a sport professio-
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Giugno 2008
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IERACITANO
TABELLA IV. — Costi e numero d’infortuni totali e classificati gravi nella New Zealand Rugby Union.
Infortuni totali
Nuovi
1994 07/1995 06*
1995 07/1996 06
1996 07/1997 06
1997 07/1998 06
1998 07/1999 06
1999 07/2000 06
2000 07/2001 06
2001 07/2002 06
2002 07/2003 06
2003 07/2004 06
Infortuni gravi
In trattamento
Nuovi
In trattamento
Numero
di casi
Costo per
caso ($000)
Numero
di casi
Costo per
caso ($000)
Numero
di casi
Costo per
caso ($000)
Numero
di casi
Costo per
caso ($000)
3800
3764
3560
3509
3360
3003
3205
3205
3226
3423
8,142
7,891
7,951
9,053
9,324
8,481
10,491
9,767
10,883
12,548
993
1045
999
980
984
778
832
820
785
916
9,049
9,685
12,128
15,846
14,628
10,494
10,540
12,459
11,887
13,508
4
4
4
7
11
9
10
<=3
<=3
<=3
132
122
192
28
236
82
522
174
49
384
42
46
51
54
56
59
61
67
63
65
1,887
2,473
4,270
7,629
6,018
3,988
4,224
5,406
5,335
6,042
L’asterisco rappresenta il momento di passaggio dal dilettantismo al professionismo.
nistico. Il cambiamento ha portato ad un gioco sempre più fisico, veloce e tecnico e con
un numero di incontri e di competizioni sempre maggiore, per accontentare pubblico,
sponsor e i media. Di pari passo è stato
necessario sviluppare nuove modalità e tecniche di allenamento e di cura dei giocatori
sempre più impegnati e sottoposti a grandi
carichi di lavoro.
La ricerca costante di giocatori più grossi,
più forti, più veloci e più aggressivi ha condizionato un incremento sempre maggiore
della forza di impatto e, inevitabilmente,
anche del numero di infortuni.
L’effetto sul fisico di un incontro di rugby di
alto livello è sovrapponibile a quello prodotto
da un incidente d’auto a 100 km orari!
Attraverso l’analisi dei dati epidemiologici
raccolti per 10 anni dalla ACC (Accident
Compensation Corporation), società nazionale di assicurazioni neo-zelandese, è possibile vedere quali cambiamenti ci siano stati
nell’infortunistica a seguito di questo epocale passaggio.
La tabella IV e la figura 9 si riferiscono al
numero d’infortuni denunciati anno per anno
(nuovi e in trattamento) dal 1994 al 2004 ed
al loro costo complessivo in migliaia di dollari e ci aiutano a vedere meglio come, con
il passare del tempo, grazie alle nuove tendenze in campo di prevenzione e riabilitazione, i nuovi infortuni, soprattutto gravi, siano diminuiti.
Vol. 61, N. 2
4000
3500
3000
2500
2000
1500
1000
Totali
Gravi
500
0
Figura 9. — Numero d’infortuni nella New Zealand Rugby
Union.
Conclusa la necessaria premessa, è utile
capire quali aspetti del gioco siano da analizzare per permettere di pianificare, da un
punto di vista scientifico, protocolli e linee
guida per una corretta riduzione del rischio
e per la formulazione di trattamenti riabilitativi sempre più adeguati ed efficienti.
Il primo aspetto dell’analisi riguarda la frequenza e la tipologia degli infortuni subiti e
la sede anatomica interessata, seguito dalle
fasi di gioco maggiormente a rischio e dai
ruoli più esposti ad un eventuale trauma; in
ultimo l’età durante la quale una tipologia di
infortunio è più frequente.
Tutto ciò permette di avere un’idea sul
MEDICINA DELLO SPORT
235
IERACITANO
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
70
60
%
50
40
30
20
10
0
Squadre
giovanili
Campionato Campionato
provinciale nazionale
Testa e collo
Tronco e colonna
Wallabies
Super 12
Arto superiore
Arto inferiore
Figura 10. — Incidenza stagionale degli infortuni
nell’Australian Rugby Union suddivisi per distretto anatomico e categoria.
tipo di lesione che può verificarsi in una
determinata fase di gioco (ad esempio,
durante un placcaggio piuttosto che sugli
esiti di una mischia), di prevedere e quindi
cercare di prevenire gli infortuni a cui sono
maggiormente esposti le diverse categorie
di giocatori.
Per osservare come variano le sedi d’infortunio in rapporto al livello di gioco abbiamo
utilizzato lo studio di Orchards (UNSW Sports
Medicine Unit) realizzato per conto
dell’Australian Rugby Union e del NSW
Sporting Injuries Comittee (Figura 10).
Dall’analisi dei dati risalta notevolmente
sia come gli infortuni agli arti inferiori siano
in assoluto i più frequenti, sia la significativa
differenza di infortunati alla testa e/o al collo tra squadre meno e più tecniche: le prime
hanno una media di circa 22 assenze su cento partite a causa di questo tipo di lesioni, le
altre rasentano il 7,7%.
Dai dati che analizzano l’incidenza di infortuni per partita (Tabella V), si evince che il
maggior numero di traumi è a carico della
regione cranio-cervicale. Anche qui si può
notare in che modo, al variare di categoria,
variano le sedi anatomiche interessate: come
prima, le categorie di livello inferiore hanno
un’incidenza degli infortuni a testa e collo
più alta (8,8% per le giovanili e 5,1% per i
campionati provinciali).
Tra le fasi di gioco, quella relativa al placcaggio è la più a rischio seguita dai raggruppamenti e dalle mischie (Figura 11).
L’ultimo aspetto da esaminare consiste nell’individuare quale può essere l’età e il grado
di esperienza nella quale è più facile incorrere
in un infortunio.
Come è possibile vedere nella figura 12 e
come si è già desunto dalle tabelle precedenti, i giovani giocatori hanno una maggiore probabilità di infortunarsi, sia per la
loro scarsa esperienza, sia per la minore preparazione tecnica e fisica.
Un importante studio portato a termine
durante la Coppa del Mondo in Australia nel
2003 (Tabella VI), grazie alla collaborazione
di tutti i medici responsabili delle 20 rappresentative nazionali partecipanti alla fase finale, ha fornito i seguenti dati epidemiologici:
gli infortuni più frequenti sono stati quelli a
carico di testa, faccia e collo (33,7%) seguiti
da quelli a carico di caviglia e piede (14%) e
ginocchio (12%); le ferite lacero-contuse
(21,7%) e le contusioni (20,1%) hanno rap-
TABELLA V. — Incidenza infortuni per partita nell’ Australian Rugby Union suddivisi per sede anatomica e categoria.
Testa/collo
Spalla/braccio/gomito
Avambraccio/polso/mano
Tronco/colonna
Inguine/fianco/coscia
Ginocchio
Gamba/ caviglia/piede
Cause mediche/generiche
Tutti gli infortuni
236
Totale
Campionato
provinciale
Campionato
nazionale
Wallabies e
Super 12
Squadre
giovanili
4,2
3,5
1.4
1.9
3.5
4.1
4.1
0.2
23.0
5,1
3,1
2.3
2.6
5.6
3.6
4.1
0.3
26.6
2,3
5,1
1.6
2.3
1.9
3.9
4.7
n.p.
21.8
0,5
2,4
1.0
1.4
1.9
5.8
4.3
n.p.
17.3
8,8
3,4
0.0
0.5
2.9
3.9
3.4
0.5
23.4
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
2% 4% 1%
Placcaggio
Gioco aperto
Mischia aperta
Mischia chiusa
Falli di gioco
15%
Touche
58%
20%
Figura 11. — Incidenza degli infortuni nella varie fasi di gioco (Australia e Nuova Zelanda).
2% 4% 1%
Placcaggio
Gioco aperto
Mischia aperta
Mischia chiusa
Falli di gioco
15%
Touche
20%
58%
Figura 12. — Percentuale di infortuni in relazione all’età
(Sud Africa 1996-2002).
presentato i più comuni tipi di infortunio; il
placcaggio, in particolare placcare (20,6%)
ed essere placcato (19,1), ha rappresentato la
fase più a rischio.
Il 70% degli infortuni è stato classificato
come lieve (il giocatore è stato costretto ad
abbandonare il campo e/o a non essere
disponibile per l’incontro successivo), il 14%
come moderato ( il giocatore è stato indisponibile per 2/3 incontri), il 16% come severo (il giocatore è stato indisponibile per più
di 3 gare).
La media degli infortuni avvenuti nel primo
tempo è sensibilmente minore di quella del
secondo tempo (61%) e il maggior numero
(38%) degli infortuni sono avvenuti nel terzo
quarto di gioco (prevalentemente di infortuni minori es. stiramenti muscolari).
Il 43% degli infortuni severi sono avvenuti nel secondo quarto di gioco (fine del primo tempo).
In base al ruolo dei giocatori infortunati
possiamo dire che le terze linee ed i centri
esterni sono i più a rischio e che non vi sono
Vol. 61, N. 2
IERACITANO
TABELLA VI. — Infortuni occorsi durante il RWC 2003
(finali e pool) divisi per sede, tipologia, fase di gioco e ruolo.
Sede
Testa, collo
Caviglia, piede
Ginocchio
Coscia
Gamba
Spalla
Torace
Polso, mano
Gomito
Tipologia
Ferite lacere
Distorsioni
Contusioni
Stiramenti
Lussazioni
Fratture
Edemi
Altro
Ematomi
Parestesie
Concussioni
Abrasioni
Fase di gioco
Placcaggio (placcare)
Placcaggio (placcato)
Urto (difendendo)
Collisione
Urto (attaccando)
Ruck
Mischia
Rotazione/accelerazione
Overuse
Altro
Affaticamento
Caduta casuale
Ricadere saltando
Rimessa laterale
Ruolo
Pilone
Tallonatore
II linea
Flanker
Numero 8
Mediani
Ala
Centro
Estremo
Finali
Pool
Media
30.9%
11.1%
17.3%
12.3%
8.6%
7.4%
7.4%
4.9%
0.0%
37.0%
16.7%
9.3%
7.4%
9.3%
8.3%
5.6%
5.6%
0.9%
34.4%
14.3%
12.7%
9.5%
9.0%
7.9%
6.6%
5.3%
0.5%
16.0%
21.0%
19.8%
6.2%
7.4%
3.7%
8.6%
7.4%
3.7%
4.9%
1.2%
0.0%
25.9%
20.4%
20.4%
9.3%
3.7%
6.5%
1.9%
1.9%
2.8%
1.9%
2.8%
2.8%
21.7%
20.6%
20.1%
7.0%
5.3%
5.3%
4.8%
4.2%
3.2%
3.2%
2.1%
1.6%
14.8%
30.9%
6.0%
7.4%
4.9%
7.4%
8.6%
4.9%
3.7%
1.2%
4.9%
1.2%
3.7%
0.0%
25.0%
10.2%
15.7%
9.3%
10.2%
4.6%
2.8%
5.6%
5.6%
6.5%
0.9%
1.9%
0.0%
1.9%
20.6%
19.1%
11.6%
8.5%
7.9%
5.8%
5.3%
5.3%
4.8%
4.2%
2.7%
1.6%
1.6%
1.1%
12.3%
4.9%
9.8%
16.1%
8.6%
12.4%
13.6%
24.6%
3.7%
11.1%
6.5%
16.7%
18.5%
7.4%
12.0%
11.1%
11.1%
5.6%
11.7%
5.8%
13.5%
17.3%
7.9%
12.2%
12.4%
14.3%
4.8%
significative differenze tra avanti e trequarti.
I giocatori di prima linea, i mediani ed i centri interni hanno una significativa incidenza di
traumi contusivi a testa e faccia e distorsivi del
MEDICINA DELLO SPORT
237
IERACITANO
LA MEDICINA DELLO SPORT AL SERVIZIO DEL RUGBY MODERNO
TABELLA VII. — Distribuzione degli infortuni al rachide cervicale per ruolo.
Studio
Nazione
Periodo
Tallonatori
n./%
Piloni
n/%
Altri avanti
n/%
Trequarti
n/%
Totale
n.
Secin et al.
Taylor and Coolican
Armour et al.
Palairet and Xiong
Kew et al.
Wetzier et al.
Williams and McKibbin
Argentina
Australia
New Zealand
New Zealand
Sud Africa
USA
Galles
1977-1997
1960-1985
1976-1995
1996-2000
1963-1989
1970-1994
1964-1984
9/50.0
16/43.2
33/27.7
10/28.6
14/18.4
28/47.5
3/10.0
1/5.6
14/37.8
20/16.8
3/8.6
7/9.2
7/11.9
10/33.3
4/22.2
4 /10.8
24/20.2
13/37.1
21/27.6
10/16.9
9/30.0
4/22.2
3/8.1
13/10.9
8/22.9
34/44.7
12/20.3
7/23.3
18
37
119
35
76
59
30
113/30.2
62/16.6
85/22.7
81/21.7
374
Totale
collo, mentre sempre i mediani e questa volta anche gli altri trequarti hanno una discreta incidenza di traumi distorsivi di spalle e
arti superiori (placcaggio in velocità).
Da segnalare che i giocatori di prima linea
denominati piloni destri sono incorsi in una
serie di infortuni severi (17%) a carico della
colonna cervicale, vera “spada di Damocle”
nel rugby moderno.
Traumatologia vertebrale
I traumi della colonna vertebrale ed in particolare del tratto cervicale sono gli infortuni
più seri e drammatici che possono capitare
sui campi da rugby. Rari in termini di incidenza i traumi vertebrali diventano rilevanti
in relazione alle devastanti conseguenze per
l’atleta e la comunità.
L’associazione tra questo tipo di lesione e
la pratica del rugby è nota da più di un secolo ma è stato il vertiginoso incremento che
questo tipo di infortuni ha avuto negli anni 70
e 80 a suscitare grande interesse e rilevanza
nella ricerca medicosportiva degli ultimi 30
anni.
Le statistiche presenti in letteratura medico-scientifica non presentano univocità di
metodi di raccolta dei dati e risultano difficilmente confrontabili. Emerge comunque
inequivocabile la rilevanza, sia per frequenza che per gravità, che questi tipi di infortuni rivestono nella pratica del rugby.
Tra i fattori di rischio riteniamo opportuno
evidenziare l’importanza che rivestono l’età,
l’esperienza, la categoria e il ruolo assunto in
campo.
Tutte le età sono interessate.
238
Gli avanti e in particolar modo il pilone
destro ed il tallonatore sono i ruoli maggiormente interessati da questi infortuni.
In questi ruoli, infatti, l’atleta è sottoposto
sia al rischio comune agli altri ruoli, durante
le fasi di gioco aperto, sia a quello della
mischia ordinata. Le fasi di ingaggio, il crollo o lo “stappamento” (verso l’alto “popping”)
sono i principali aspetti del rischio nella
mischia.
Uno dei più frequenti meccanismi di lesione midollare riguarda l’iperflessione della
colonna cervicale con esito di frattura e/o
lussazione di C4/C5 o C5/C6.
I risultati di più studi epidemiologici condotti sull’incidenza dei traumi cervicali sono
riassunti nelle Tabelle VII e VIII.
Il trauma spinale, se non viene individuato e adeguatamente gestito sul campo, può
determinare un danno irreparabile e paralizzare per tutta la vita l’atleta coinvolto.
Da evidenziare che circa il 50% dei deficit
neurologici insorgono dopo l’evento traumatico iniziale.
Alcuni atleti possono presentare un danno
midollare immediato come conseguenza del
trauma, altri possono avere una lesione alla
colonna vertebrale che inizialmente non
intacca il midollo ma che può ledersi successivamente con i movimenti della colonna.
Consentire ad un atleta, che ha riportato un
trauma vertebrale, di muoversi oppure spostarlo, in caso di una lesione spinale non
riconosciuta, potrebbe avere conseguenze
devastanti; conseguenze che assumono
importanza rilevante anche dal punto di vista
sociale.
Tra i criteri fondamentali su cui si basano
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IERACITANO
TABELLA VIII. — Distribuzione degli infortuni al rachide cervicale per fase di gioco.
Studio
Secin et al.
Rotem et al.
Taylor and Coolican
Sovio et al.
Armour et al.
Palairet and Xiong
Kew et al.
Silver
Silver
Wetzier et al.
Williams and McKibbin
Nazione
Argentina
Australia
Australia
Canada
New Zealand
New Zealand
Sud Africa
Gran Bretagna
Gran Bretagna
USA
Wales
Periodo
Placcaggio
n./%
Mischia
chiusa
n/%
Altri
avanti
n/%
Altre
fasi
n/%
Totale
n.
1977-1997
1984-1996
1960-1985
1975-1982
1976-1995
1996-2000
1963-1989
1952-1982
1983-1987
1970-1984
1966-1984
5/27.8
8/30.8
8/21.6
2/22.2
39/32.8
18/48.6
59/50.4
23/36.5
8/26.3
18/30.5
8/30.0
11/61.1
14/53.6
23/62.2
7/77.6
53/44.5
14/37.8
25/21.4
14/22.2
7/36.8
34/57.6
12/40.0
2/11.1
4/15.4
5/13.5
N.P.
17/14.3
4/10.8
21/17.9
20/ 31.7
6/31.6
7/11.9
9/ 30.0
N.P.
N.P.
1/2.7
N.P.
10/8.4
1/2.7
12/10.3
6/9.5
1/5.3
N.P.
N.P.
18
26
37
9
118
37
117
63
19
59
30
194/36.3
214/40.1
95/17.8
31/5.8
534
Totale
i sistemi di prevenzione, appaiono fondamentali la stesura di linee guida affinché un’idonea gestione della fase di primo soccorso
contribuisca a ridurre al minimo l’incidenza
di tali eventi traumatici.
Ecco quindi che s’impone il consiglio di
fornire a tutti i potenziali soccorritori (allenatori, preparatori, medici, fisioterapisti, massaggiatori ma anche arbitri, dirigenti accompagnatori) un idoneo percorso formativo di
base.
Concussione cerebrale MTBI (mild traumatic
brain injury)
LA MTBI, evenienza frequente negli sport
di contatto, può essere definita come “un’alterazione transitoria dello stato mentale, indotta da un trauma” (R. Cantu).
È un evento traumatico tra i più frequenti
nel rugby, spesso ampiamente sottostimato e
sottovalutato e che pone ancora dubbi circa
le modalità ed il timing del ritorno all’agonismo.
Le alterazioni neuropatologiche tipiche dello stato concussivo sono da correlare ad un
deficit funzionale piuttosto che a un danno
strutturale cerebrale, frequentemente gli esami neuroradiologici possono essere negativi
anche se i sintomi post-concussivi possono
anche essere di lunga durata.
La presenza di un medico a bordo campo
è di fondamentale importanza nel riconoscimento di uno stato concussivo, che viene
Vol. 61, N. 2
spesso misconosciuto e sottovalutato dagli
Atleti e dallo staff, fino addirittura all’80% dei
casi.
Sarebbe altresì importante assistere al meccanismo che ha determinato il trauma cranico per poter meglio definire la gravità del
quadro clinico e sospettare l’eventuale interessamento del rachide cervicale.
Classificazione
CONCUSSIONE SEMPLICE. L’atleta soffre
di un danno che progressivamente si risolve
senza complicazioni nel giro di 7-10 giorni. In
situazioni simili, oltre all’evidente rinuncia
ad allenarsi e a praticare lo sport nella fase
sintomatica, nessun ulteriore intervento è
richiesto durante il periodo di recupero, e
l’atleta in genere recupera senza particolari
problemi.
Lo screening neuropsicologico non gioca
un ruolo determinante in questi casi. Si tratta di una forma di concussione piuttosto
comune e tranquillamente gestibile dal medico o persino dall’allenatore sotto supervisione medica. È sufficiente riposare fino alla
risoluzione dei sintomi e poi sottoporsi a un
programma di graduale rientro in attività.
CONCUSSIONE COMPLESSA. L’atleta soffre di sintomi persistenti, conseguenze specifiche (per esempio concussioni convulsive), perdita di conoscenza prolungata (oltre
un minuto) o prolungato danno cognitivo.
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Nel gruppo delle concussioni complesse
rientrano anche gli atleti che abbiano subito
più danni nel corso del tempo. Si tratta in
questi casi di considerare altro oltre al semplice ritorno all’attività agonistica e non si
può assolutamente rinunciare ai test neuropsicologici e ad altri accertamenti. Anche l’equipe medica che prende in cura l’atleta è
più articolata e non può prescindere dalla
competenza neurologica.
Di gran rilievo poi anche la storia delle
concussioni. Molti atleti, infatti, potrebbero
sottovalutare episodi verificatisi in passato e
per i medici tener conto di episodi pregressi facilita la diagnosi del paziente.
Strumenti diagnostici
TEST NEUROPSICOLOGICI. Si tratta di una
serie di test che mirano a monitorare le alterazioni della memoria che si possono registrare nella settimana successiva al trauma
per offrire uno strumento diagnostico obiettivo.
Tra i vari tipi di test i piu utilizzati sono:
— CogSport
— ConcussionSentinel
— Concussion Resolution Index
— ImPACT (Immediate Postconcussion
Assessment and Cognitive Testing)
— SCAT (sport concussion assessment
tool).
Alcuni studi hanno rilevato che due giorni dopo il trauma il 64% degli atleti traumatizzati ha riportato un significativo aumento
dei sintomi, come rilevato dal symptom scores in confronto ai valori basali pre-trauma.
L’83% dei soggetti traumatizzati ha mostrato una significativa riduzione delle performance ai testi neurocognitivi rispetto al loro
valore basale.
Il 93% ha presentato risultati anormali ai
testi neurocognitivi oppure un significativo
aumento dei sintomi in confronto al loro
valore basale; nel 30% del gruppo di controllo il symptom score post-traumatico ha
mostrato anomalie nei test neurocognitivi o
una marcata sintomatologia.
Ache gli atleti che dichiarano di non avere sintomi possono continuare a mostrare
240
deficit neurocognitivi di cui sono inconsapevoli o che non riescono a riferire.
In ssenza di esami neurocognitivi suggeriamo al medico sportivo estrema cautela prima di dare il via libera a un atleta basandosi
solo sulle sue impressioni”.
Ritorno all’agonismo
Concussione semplice: riposo fisico e cognitivo per alcuni giorni quindi:
1) Leggera attività aerobica (passeggiare,
bicicletta in pianura)
2) Eseguire esercizi tipici senza contatto
3) Eseguire gesti tecnici senza contatto
4) Valutazione medica specialistica prima di
allenamento con contatto
5) Ritorno all’agonismo
Concussione complessa: la decisione va
presa dal medico dello sport con uno specialista neurochirurgo/neurologo sulla base
dei segni e dei sintomi e dei disturbi correlati
Sovraccarico funzionale
La maggior parte degli infortuni come si è
potuto notare è una conseguenza di un trauma acuto.
Non bisogna sottovalutare tuttavia una non
indifferente percentuale di patologia cronica
dovuto a un sovraccarico funzionale.
I giocatori si sono dovuti adattare ad un
gioco sempre più evoluto che richiede uno
sforzo fisico e mentale sempre più consistente.
Anche lo stile di gioco è cambiato molto e
continuerà ad essere in evoluzione richiedendo capacità tecniche ed atletiche sempre
più complesse che andranno di pari passo e
saranno imprescindibili, l’una dall’altra, per la
“costruzione” del giocatore di rugby moderno.
La ripetizione di gesti sportivi e di movimenti specifici può, infatti, determinare un’azione meccanico-traumatica sulle strutture
interessate. Inoltre, questi infortuni si possono verificare anche come conseguenza di
uno o più traumi acuti e di allenamenti troppo gravosi.
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Le patologie da sovraccarico funzionale
più frequenti nel rugby sono:
— la sindrome dolorosa della spalla (lesione alla cuffia dei rotatori);
— la sindrome retto-adduttoria;
— il jumper’s knee;
— la tendinopatia dell’Achilleo.
L’obiettivo della preparazione atletica è
fornire stimoli allenanti che, provocando processi di adattamento, migliorino le prestazioni e la resistenza dei tessuti.
Viceversa stimoli allenanti che superino le
capacità di adattamento possono predisporre o essere la causa primaria di una sindrome
da sovraccarico.
Le forme di sollecitazione motoria che rappresentano i presupposti fondamentali per
l’apprendimento e la realizzazione delle azioni motorie fisico sportive sono:
— le tre capacità condizionali (forza,velocità e resistenza) che si basano soprattutto
su processi energetici;
— le qualità coordinative, che si basano
prevalentemente su processi nervosi centrali di regolazione e di controllo;
— la mobilità articolare, considerata qualità intermedia tra le prime due.
Prevenzione, riabilitazione e recupero
La prevenzione svolge sicuramente un ruolo di primo piano: preparare bene gli atleti
nelle qualità appena descritte e nel corretto
gesto tecnico è sicuramente il primo passo per
ridurre l’incidenza e la gravità degli infortuni.
La stretta collaborazione tra lo staff medico e quello tecnico nell’ambito della squadra
risulta di fondamentale importanza nella preparazione degli atleti.
È ruolo preminente del medico, oltre alle
diagnosi e alle terapie, evidenziare le fasi di
gioco e gli atleti a rischio e guidare tecnici e
preparatori atletici nell’allenamento del giocatore in modo da formare atleti meno predisposti agli infortuni.
La Core stability possiede un ruolo importante nella prevenzione degli infortuni.
Il “Controllo della muscolatura addominale e lombare” è una garanzia per mantenere
la stabilità funzionale.
Vol. 61, N. 2
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Figura 13. — Recupero rapido: immersioni in acqua ghiacciata.
Muscoli coinvolti nella Core Stability:
— retto dell’addome;
— trasverso dell’addome;
— obliqui interno ed esterno;
— erettore della colonna;
— muscoli che garantiscono stabilità del
“baricentro”.
Gli atleti meno soggetti alla lombalgia hanno una migliore mobilità specifica tra i segmenti vertebrali ed un controllo ottimale nell’attivazione dei muscoli stabilizzatori del
tronco (addominali, obliqui e trasversi).
Tralasciando gli aspetti specifici della riabilitazione delle specifiche patologie, vogliamo evidenziare come protocolli generali di
recupero possano essere di grande aiuto nella gestione del giocatore di rugby.
Protocolli per favorire il recupero rapido e
prevenire le sindromi ad overtraining dovrebbero sempre prevedere alternativamente:
— cool down session: sessioni dedicate di
defaticamento dopo tutte le partite e gli allenamenti con esercizio cardiovascolare aerobico leggero, stretching dinamico e statico,
— ice baths: bagni freddi dopo le partite e
gli allenamenti faticosi (contatto) con immersione degli arti inferiori in acqua fredda addizionata di ghiaccio (Figura 13);
— crioterapia: dopo i traumi per ridurre
dolore e spasmo con relativo incremento del
flusso sanguigno locale profondo, dei livelli
di ossigeno e del metabolismo tessutale
(soprattutto nei tessuti a lenta rigenerazione,
fibre muscolari bianche e tendini), con
aumento delle difese immunitarie (leucocitosi,
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241
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granulocitosi, aumento attività cellule natural
killer e incremento di interluchina 6),
— contrast baths: bagni caldo-freddo dopo
le attività ad elevato impegno muscolare per
l’azione di pompa biologica grazie all’effetto
vasodilatante del caldo in contrasto con quello vasocostrittivo del freddo con riduzione
dello spasmo muscolare, attenuazione del
dolore, più rapida rimozione delle scorie
metaboliche e rinnovo di sostanze nutrienti,
— massoterapia: incremento del flusso sanguigno locale, riduzione della sensazione di
fatica muscolare e diminuzione del ristagno
di liquidi nelle zone declivi, rimodellamento
muscolare con rimozione delle adesioni e
dei nodi muscolari ed incremento della circolazione linfatica,
— terapia fisica: per riattivare i meccanismi
autoriparatori dell’organismo e produrre la
biostimolazione dei tessuti con un incremento
della circolazione sanguigna, azione antalgica, drenante e decontratturante,
— short recovery diet: reidratazione elettrolitica ed energetica: l’assunzione di liquidi, elettroliti, carboidrati e piccole dosi di
proteine entro 30 minuti dalla fine dell’esercizio fornisce i nutrienti necessari al recupero e stimola l’organismo verso una fase anabolica.
Edemi post-traumatici nel rugby
Nella esperienza maturata al fianco degli
atleti delle squadre nazionali è apparso evidente l’alto numero di giocatori affetto da
segni clinici di insufficienza linfatico-venosa.
Il Rugby presenta un numero relativamente
alto di eventi traumatici a carico degli arti
inferiori.
Alla luce di tutto ciò, appare quindi importante analizzare quanto l’edema post-traumatico possa incidere, ritardando il recupero sportivo di un atleta ed il suo ritorno alle
competizioni.
Il sistema venoso degli arti inferiori è, come
noto, suddiviso in un distretto profondo che
drena il sangue proveniente dai muscoli ed
un distretto superficiale che drena i tegumenti.
Il limite anatomico tra i due distretti è rappresentato dalle aponevrosi.
242
I due sistemi sono connessi da vene perforanti, dotate di valvole, che hanno lo scopo
di garantire un flusso in senso cardiopeto.
Tali formazioni valvolari sono costituite da
placche fibrose a partenza endoteliale.
In taluni soggetti, il sistema descritto, sottoposto a pressioni idrostatiche che superano i 100 cmH2O, nei segmenti più distali, va
incontro facilmente a usura e deterioramento (soprattutto quando i meccanismi valvolari
sono particolarmente vulnerabili) così da
diventare incontinenti.
La conseguenza dell’incontinenza valvolare delle vene comunicanti è rappresentata
da un’alterazione dell’emodinamica nel
distretto venoso superficiale ed in quello
profondo.
Secondo Franceschi questa alterazione dell’emodinamica è responsabile dell’insorgenza di varicosità agli arti inferiori, attraverso formazioni di shunt veno-venosi tra il sistema
superficiale e quello profondo.
Altra componente importante implicata nel
mantenimento del flusso cardiopeto è rappresentato dalla pompa muscolare e cioè dal
meccanismo di “spremitura” esercitato sui
vasi venosi dalla contrazione dei muscoli
coinvolti nella deambulazione.
Si è evidenziato come in alcuni soggetti
con insufficienza venosa cronica ci sia una
significativa riduzione dell’efficacia della pompa muscolare.
Gli effetti delle alterazioni sopradescritte
si manifestano in una percentuale di popolazione che viene stimata intorno al 30-35%.
Esistono poi particolari categorie di soggetti nelle quali è necessario valutare differenti parametri di natura fisiologica e biomeccanica implicati nell’insorgenza dell’affezione: gli atleti di alto livello, praticanti
discipline sportive in cui è privilegiato il lavoro muscolare isometrico.
In particolare nel Rugby si susseguono
gesti di forza statici uniti a blocchi meccanici (mischia, rimessa laterale), repentini mutamenti di postura e posizioni obbligate (ruck,
maul, placcaggio che blocca e ribalta il portatore di palla) che determinano un aumento rapido della pressione venosa.
In questo sport, quindi, l’alterazione primitiva del circolo venoso degli arti inferiori,
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più o meno evidente in molti giocatori, è
acuita dai traumatismi o si sovrappone agli
esiti post-traumatici, così da ingenerare la
malattia varicosa e/o l’insorgenza dell’edema cronico venoso e linfatico.
Partendo da alcune premesse fisiopatologiche, bisogna tener conto che, per la delicatezza della struttura delle loro pareti, per il
loro stretto rapporto anatomo-funzionale,
vene e linfatici sono esposti all’azione del
trauma molto di più di quanto lo siano le
arterie ( solo eccezionalmente interessate nei
traumi più gravi e complessi).
La lacerazione o anche la semplice contusione delle pareti delle vene e dei linfatici
ne comporta l’occlusione per spasmo riflesso, che può estendersi ai vasi della regione
adiacente al trauma (riflessi assonici brevi,
antidromici).
Se tale spasmo permane per un lasso di
tempo lungo (irritazione delle fibre simpatiche perivasali), si può verificare la trombosi
degli stessi vasi, ma, ancor peggio, può venir
compromessa l’attivazione precoce di un circolo collaterale di compenso.
A questo punto, instaurandosi un complesso circolo vizioso, la malattia, da locodistrettuale, diventa “compartimentale”,
ponendo le premesse per una cronicizzazione del processo in cui l’edema sarà il protagonista.
A questo riguardo paradigmatico è l’esempio del c.d. “arto post-flebitico, post-traumatico”, caratterizzato da un compenso linfatico, negli stadi più precoci e da uno scompenso linfatico e trofico, oltre che venoso,
negli stadi più avanzati.
Si può facilmente comprendere quanto la
sovrapposizione di fenomeni quali flebiti o
periflebiti post traumatiche, linfangiti tronculari o la comparsa e la persistenza di un
tenace edema a traumi contusivi, distorsivi,
lesioni capsulo-ligamentose, lesioni muscolari
o tendinee, ecc, possano rendere la riabilitazione di questi atleti lenta, oltre che complessa, con un ritardo più o meno consistente
nel ritorno all’attività agonistica e con possibili limiti del rendimento del giocatore.
Da tutto ciò si evince la fondamentale
importanza che assume il riconoscimento
precoce di questi quadri clinici, ricorrendo
Vol. 61, N. 2
IERACITANO
ad investigazioni diagnostiche
• non invasive quali:
— il doppler
— l’eco-doppler
• scarsamente invasive quali:
— la fleboscintigrafia
— la linfoscintagrafia
selezionando i casi che potranno o dovranno avvantaggiarsi di esami invasivi quali:
— la flebografia
— la linfangiografia
Posta la corretta indicazione, per i casi di
più frequente riscontro clinico, l’impiego corretto e razionale di apparecchiature per terapia compressiva peristaltico-sequenziale, ad
aria o a mercurio, insieme al linfodrenaggio
manuale, integrato nel contesto di una idonea
terapia riabilitativa, costituisce il trattamento
principe per la stabilizzazione e/o la risoluzione del problema.
In uno studio durante la preparazione della Coppa del Mondo in Australia, gli atleti
internazionali che presentavano segni di
insufficienza venosa ( con o senza familiarità)
furono sottoposti a velocitometria doppler
e/o ecodoppler del distretto venoso ed a studio ematologico della coagulazione.
Hanno indossato calze elastiche 14-18
mmHg, in alcuni casi, anche durante l’esercizio fisico ed in particolare durante il lavoro di potenziamento con pesi.
Per il recupero rapido dopo le sedute di
allenamento particolarmente impegnative e
dopo le gare vennero sottoposti a bagni freddi (immersione degli arti inferiori in acqua
ghiacciata per 10 minuti), spugnature caldo
fredde, linfodrenaggio manuale, pressoterapia con macchina peristaltica ad aria, elettrostimolazione.
I traumi venosi a carico degli arti inferiori
vengono trattati con bendaggi elastici associati
a bendaggi con ossido di zinco. Il riposo in
decubito antigravitazionale, la somministrazione di terapia antiedemigena per via parenterale o preferibilmente mesoterapica pongono generalmente l’atleta nelle condizioni di
recuperare precocemente la sua abituale
performance, con completa “restituito ad integrum”.
Un altro aspetto molto importante preso
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243
IERACITANO
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zione, al ritmo sonno-veglia e alla stasi venosa distrettuale.
Infatti il rischio di patologie venose ma
soprattutto di trombosi venosa profonda
aumenta maggiormente se gli atleti/viaggiatori presentano come fattori predisponenti i
quadri clinici già precedentemente descritti
(insufficienza venosa/linfatica, varici, recenti traumi, edemi post-traumatici).
A tale proposito, in occasione dei viaggi di
spostamento, gli atleti hanno rigorosamente
indossando presidi elastocompressivi ed in
particolare gambaletti elastici della linea “long
sitting”.
Questo tipo di calza elastica a compressione moderata ha permesso di contenere l’edema diurno e la sensazione di pesantezza che
sempre si associa a prolungata immobilità.
Conclusioni
Figura 14. — Uno sport da combattimento.
in considerazione tra i fattori “traumatizzanti” è stato quello dei viaggi di trasferimento
per affrontare gli eventi sportivi. Nel Rugby
internazionale oggigiorno il calendario di
manifestazioni di grande importanza è particolarmente folto. Gli atleti vengono sottoposti ad impegni sempre più ravvicinati, che
prevedono anche tre gare alla settimana, con
relativi trasferimenti e viaggi (talvolta intercontinentali), spesso di oltre 12 ore e con “
drammatici” cambiamenti di fuso orario!.
In aereo infatti (ma anche in altri mezzi di
trasporto come pullman o automobile) il problema è determinato dallo stare seduti troppo a lungo ed in posizione troppo scomoda.
Accanto all’immobilità, altri fattori di rischio
correlati all’ambiente della cabina dell’aereo
(come la disidratazione, i difetti di pressurizzazione, ecc.) possono giocare un ruolo
importante.
All’uopo è stato elaborato un protocollo
anti jet lag per le trasferte transcontinentali
(Australia, Nuova Zelanda) in relazione all’organizzazione spazio-temporale, all’alimenta-
244
Abbandoniamo per un momento il “romanticismo” che impregna gli articoli che, mai
come in questo momento, esaltano il rugby
come sport denso di ideali e di valori, di spirito di socializzazione, di esempio di comportamento morale che, al di là dell’impegno agonistico, diventa esempio per la vita.
Il rugby è, e rimarrà sempre, sport di combattimento, che coinvolge, durante ogni
incontro, un alto numero di giocatori, che
utilizzano ogni parte del corpo (Figura 14).
Questo “combattimento” genera continui
contatti uomo-uomo e, di conseguenza,
uomo-terreno, ed è facile immaginare i rischi
ad esso connessi.
A tutto ciò dobbiamo aggiungere che per
far diventare il rugby uno sport sempre più
televisivo, aumentandone fascino ed “appeal”,
il gioco va sempre più a velocità supersonica:
nuove regole sempre più telegeniche, la moviola in campo, l’arbitro fornito di microfono che
spiega le sue decisioni a tutto il mondo collegato, giocatori che finiscono su riviste patinate, oggetti di infinite attenzioni mediatiche.
Anche lo stile di gioco è cambiato molto e
continuerà ad essere in evoluzione richiedendo capacità tecniche ed atletiche sempre
più complesse che andranno di pari passo e
saranno imprescindibili, l’una dall’altra, per la
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“costruzione” del giocatore di rugby moderno.
Per prevenire oltre che per limitare gli
infortuni quindi deve assolutamente essere
posta maggior attenzione alla preparazione
atletica, alla tecnica individuale e all’apprendimento dei fondamentali, in particolar modo
del placcaggio, cosa che sicuramente già
avviene ad alto livello ma che forse è ancora troppo sottovalutata a livello amatoriale o
di campionati minori.
Lo staff medico o comunque il medico dello sport di riferimento giocherà un ruolo fondamentale nella valutazione dei fattori di
rischio, nella prevenzione delle sindromi da
sovraccarico funzionale e nella gestione dell’overtraining.
Una prevenzione efficace degli infortuni
comprende:
— identificazione dei fattori di rischio;
— stile di vita: buona alimentazione,corretta idratazione;
— qualità dell’allenamento;
— riscaldamento e stretching;
— condizionamento aerobico;
— allenamento al gesto tecnico;
— defaticamento;
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professionnel. Pathologies du rugbyman.
Vol. 61, N. 2
IERACITANO
— adeguata riabilitazione e idonei tempi di
recupero;
— allenamento propriocettivo;
— utilizzo di protezioni (paradenti ecc.);
— buone condizioni dei terreni;
— fair play.
Contemporaneamente sorge la necessità di
creare un gruppo di studio che coinvolga tutte le Società in una scrupolosa raccolta di dati
epidemiologici relativi agli eventi traumatici, al
meccanismo di lesione ed ai rischi associati.
La Commissione Medica della Federazione
Italiana Rugby ha elaborato un protocollo di
ricerca finalizzato alla rilevazione sistematica
dei traumi, durante l’attività agonistica iniziando, dalle squadre nazionali e da quelle
del campionato di Eccellenza (Top Ten).
Obiettivo finale è quello di creare una banca dati, relativa all’incidenza dei traumi, alla
loro sede, alle modalità con le quali insorgono.
La creazione di un osservatorio epidemiologico permanente potrà essere di ausilio a
medici e tecnici per individuare le eventuali
cause favorenti l’insorgenza dei traumi e gli
interventi utili per ridurne l’incidenza. Tutto
ciò assieme ad un continuo aggiornamento
delle regole del gioco contribuirà a rendere
questo meraviglioso sport sempre più sicuro.
Congrès de Lyon. Lyon 2004. Ed. SAURAMPS Medical.
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Giugno 2008
MED SPORT 2008;61:247-57
APPROCCIO METODOLOGICO
PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA
DEI TRAUMI NELLO SPORT:
L’ESEMPIO DEL RUGBY
A. SALVIA 1, V. M. IERACITANO 2, F. BOTTIGLIA AMICI-GROSSI 3, V. CALVISI 4,
F. DI DOMENICA 5, C. D'ANTIMO 6, C. MIRANDA 7, A. ROTA 8, G. MELEGATI 9, C. ANDREOLI 10,
A. M. CASELLA 11, P. FERRARI 12, F. GUIDETTI 13, A. ONGARO 14, A. PAOLONE 15, F. PASTEUR 16,
R. SACCOCCI 16, B. PIVA 17, G. SASSARINI 18, L. SELLETTI 19, A. CASERTA 20, A. DI CESARE 21
B. DE LUCA 22
1Fondazione
Santa Lucia IRCCS Roma, Commissione Medica Federazione Italiana Rugby (FIR),
Associazione Medici Italiani del Rugby (AMIR)
2A.O. Ospedale S. Martino Genova D.E.A. U.O. di Chirurgia d’Urgenza, Commissione Medica FIR,
AMIR
3Istituto Ortopedico G. Pini Milano 1° Div. Traumatologia dello Sport, Rappresentante FIR presso
Commissione Medica IRB, AMIR
4Università degli Studi di L’Aquila Facoltà di Medicina e Chirurgia Malattie Apparato Locomotore,
Commissione Medica FIR, AMIR
5Istituto Ortopedico G. Pini Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione, Medico Federale FIR,
AMIR
6Coordinatore Nazionale U20 FIR, Commissione Medica FIR, AMIR
7Azienda Ospedaliero-Universitaria Parma U.O.C. Neurochirurgia Dipartimento di Neuroscienze,
Commissione Medica FIR
8Commissione Medica FIR
9Coordinatore Nazionale Maggiore FIR, Commissione Medica FIR, AMIR
10Carrera Petrarca Padova
11Almaviva Unione Rugby Capitolina
12Rolly Gran Parma
13Overmach Cariparma Rugby Parma
14Casinò di Venezia Rugby
15Amatori Catania
16Benetton Rugby Treviso
17Femi CZ Rovigo
18Montepaschi Viadana
19Cammi Calvisano
20Coordinatore Nazionali U15, U16 e U17 FIR
21Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione Policlinico Umberto I, Roma Coordinatore
Nazionale Femminile FIR
22Commissione Medica FIR
Q
ual è la reale incidenza dei traumi di
gioco? E le fasi più a rischio? E le misure di prevenzione più idonee per ridurre l’insorgenza degli infortuni?
A queste fondamentali domande, ogni
Federazione sportiva dovrebbe essere in grado di dare una risposta poiché conoscendo
Vol. 61, N. 2
il fenomeno infortunistico e, soprattutto, individuando la frequenza e le modalità con le
quali insorgono alcuni particolari traumi, possono essere individuate modifiche al regolamento del gioco per renderlo più sicuro.
In alcuni Paesi e specifiche discipline spor-
MEDICINA DELLO SPORT
247
SALVIA
APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY
tive, la sorveglianza epidemiologica ha una
lunga tradizione. Nel rugby, ed in particolar
modo in quelle federazioni con una lunga
tradizione rugbistica (Gran Bretagna, Francia,
Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica), tale
necessità è stata avvertita da oltre mezzo
secolo 1-5, sviluppando in tale lasso temporale
metodiche consolidate per la raccolta dei
dati.
Analogamente dal 1988 la National
Collegiate Athletic Association (NCAA) ha
attivato un sistema di sorveglianza degli infortuni 6 che registra i traumi e le condizioni in
cui si sono verificati, in 16 diverse discipline
sportive, individuali e di squadra, quali baseball, pallacanestro, calcio, pallavolo e ginnastica.
L’analisi dei dati relativi al periodo 19882004, grazie alle informazioni ottenute attraverso la raccolta dati effettuata a mezzo di
un apposito questionario 6, ha evidenziato
come, ad esempio, il tasso di infortuni nel
calcio femminile e nella ginnastica femminile sia sovrapponibile a quello di sport da
contatto quali il wrestling e l’hockey su ghiaccio, segno evidente dell’importanza di individuare specifici fattori di rischio e di implementare specifici programmi di prevenzione per ridurne l’insorgenza 7.
In una metanalisi condotta da Parkkari 8
nel 2001 su 16 trial randomizzati controllati,
è emersa una significativa riduzione dei traumi in sport di squadra quali il calcio, la pallamano e la pallacanestro, grazie a programmi di prevenzione improntati sulla corretta
analisi dei dati epidemiologici.
Tale dato è confermato dall’attività svolta
dalla New Zeland Rugby Union che dal 1976
sta effettuando un monitoraggio dei traumi
nel rugby, in particolare di quelli a carico del
midollo spinale; da questa attenta sorveglianza sono scaturiti importanti suggerimenti
per la modifica del regolamento di gioco e le
tecniche di allenamento, una diminuzione
del numero di postumi permanenti da gravi
infortuni sportivi 9 e, soprattutto, un programma di prevenzione dei traumi definito
“RugbySmart”, che non ha attualmente eguali al mondo 10.
In Italia esistono poche banche dati e,
248
comunque, quelle esistenti sono spesso marginali interessando solo alcuni aspetti della
traumatologia. Come riportato in letteratura 11,
si analizzano traumi cranici piuttosto che traumi ortopedici, specifici sport, particolari eventi sportivi 12 oppure si ricorre a banche dati
derivate da prestazioni ospedaliere 13.
L’unica banca dati aggregata, con tutti i
limiti derivanti dalle finalità con le quali veniva alimentata (rimborsi assicurativi con il
rischio di sovrastima del fenomeno infortunistico nella sua globalità e, di contro, la sottostima della traumatologia cosiddetta minore) risulta essere quella relativa all’infortunistica sportiva effettuata dalla Sportass (Cassa
di Previdenza per l’Assicurazione degli
Sportivi). Nell’ultimo rapporto disponibile,
relativo al decennio 1983-1992 14, dai dati
emerge che il Rugby è al quarto posto per
incidenza di traumi in relazione al numero di
tesserati dopo il motociclismo, il pugilato ed
il ciclismo.
Ulteriori analisi dei dati SPORTASS effettuate da Romanini et al. 15, 16 portano gli autori a concludere che “il rugby non deve essere considerato, come viene presunto, uno
sport oltremodo lesivo”.
Poiché l’art. 28 del decreto legge 159/2007
17 ha soppresso la Cassa di Previdenza per
l’assicurazione degli sportivi (SPORTASS),
verrà meno anche questa seppur incompleta banca dati nazionale e sarà indispensabile che almeno ogni Federazione sportiva
nazionale possa disporre di dati epidemiologici degli infortuni relativi alla propria disciplina sportiva.
Dal 2000, con l’ingresso nel torneo del “Sei
Nazioni” e, quindi, con la consacrazione del
rugby italiano nel gotha del rugby mondiale,
è aumentata l’esigenza di poter disporre di
una base dati solida per consentire una adeguata programmazione del settore sanitario,
intimamente connessa alla conoscenza dei
fenomeni che si manifestano nel Rugby e,
tra questi, anche quello infortunistico.
La Commissione Medica della Federazione
Italiana Rugby (F.I.R.), accogliendo una proposta formulata dall’Associazione Medici
Italiani del Rugby (A.M.I.R.), anche al fine di
colmare tale esigenza conoscitiva, dalla sta-
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY
gione agonistica 2007-2008 ha elaborato un
protocollo di ricerca finalizzato alla rilevazione sistematica dei traumi, durante l’attività agonistica delle squadre nazionali di
rugby e del campionato di Eccellenza (Top
Ten).
Lo scopo del presente lavoro è quello di
illustrare il protocollo di rilevazione dei gravi infortuni, meglio definiti nella sezione
Materiali e metodi.
Obiettivo finale è quello di creare una banca dati, relativa alla traumatologia nel Rugby
ed in particolare all’incidenza dei traumi, alla
loro sede, alle modalità con le quali insorgono.
La creazione di un osservatorio epidemiologico permanente, che si verrà di conseguenza ad attivare, potrà inoltre essere di
ausilio a medici e tecnici per individuare le
eventuali cause favorenti l’insorgenza dei
traumi, nonchè gli interventi utili per ridurne
l’incidenza.
Materiali e metodi
La realizzazione di una banca dati nazionale prevede il coinvolgimento di molti rilevatori e, pertanto, è necessario condividere
con un numero elevato di persone strategie,
obiettivi e metodi.
Benchè in letteratura siano identificati
anche gli allenatori quali figure deputate
alla rilevazione degli infortuni 6, 18, si è ritenuto opportuno, come suggerito in diversi
lavori 19-22 di assegnare tale responsabilità al
personale medico. Questa figura, infatti, oltre
ad essere sempre presente nelle sedute di
allenamento e nelle gare ufficiali (sia per le
squadre nazionali sia per le squadre di Top
Ten), garantisce la qualità delle informazioni sanitarie fornite per le specifiche competenze proprie del ruolo.
L’elaborazione del protocollo di ricerca ha
richiesto l’articolazione in diverse fasi.
Fase 1: sensibilizzazione al problema traumi
Per poter promuovere un atteggiamento
partecipativo alla ricerca da parte di tutti i
Vol. 61, N. 2
SALVIA
medici delle squadre nazionali e del Top Ten,
nel giugno 2007 è stata avviata una serie di
contatti informali con i singoli medici, attraverso la richiesta del possesso di eventuali
dati epidemiologici di traumatologia del
rugby.
Dall’indagine è emersa la scarsa disponibilità di simili informazioni ed il desiderio
di poterne disporre in futuro, al fine di
conoscere la reale incidenza dei traumi in
occasione dell’attività delle squadre nazionali e del Top Ten, quindi di un rugby di
alto livello.
Fase 2: standardizzazione delle modalità di
rilevazione degli incidenti
Per condividere lo strumento di lavoro, è
stata predisposta una prima bozza della scheda di rilevazione, scaturita dalla rielaborazione di un precedente strumento utilizzato
per analoga attività epidemiologica rivolta
specificatamente al cosiddetto rugby educativo 23. A tal fine si è ritenuto di privilegiare
una scheda con risposte chiuse, analogamente a quanto riportato in letteratura 6, 19
rispetto a schede a risposta aperta 21.
La bozza della scheda è stata quindi inviata a tutti i medici interessati allo studio per
ottenere suggerimenti ed integrazioni.
Al fine di rendere omogenee le modalità di
rilevazione e garantire nel contempo l’attendibilità dei dati, nel novembre 2007 è stata
organizzata una riunione plenaria per definire, con i medici interessati, la versione definitiva del protocollo di ricerca.
Al termine della riunione è stata concordata
la scheda di rilevazione riportata in Figura 1
e, inoltre, è stato elaborato un modulo di
consenso informato (Figura 2) per ottemperare alle disposizioni previste dal Decreto
legislativo 196/2003 24 in materia di trattamento di dati sensibili.
Si è inoltre provveduto a concordare la
definizione di infortunio, che trova in letteratura diverse versioni 6, 19, 20, 22, optando di
considerare nello studio epidemiologico
esclusivamente i traumi gravi, ovvero:
i traumi a seguito dei quali un giocatore è
costretto ad abbandonare il terreno di gioco
MEDICINA DELLO SPORT
249
SALVIA
APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY
FEDERAZIONE ITALIANA RUGBY
SETTORE SANITARIO
SCHEDA DI RILEVAZIONE DATI PER ATLETI
INFORTUNATI
SQUADRE NAZIONALI E CAMPIONATO
DI ECCELLENZA
N.B.: Il questionario dovrà essere compilato nei casi in cui un giocatore è costretto ad abbandonare
il terreno di gioco e/o è dichiarato non idoneo per uno o più incontri/allenamenti.
PER LE SQUADRE NAZIONALI: il questionario deve essere compilato dal medico ed inviato,
unitamente alla relazione finale, al Medico Federale (e-mail [email protected]).
PER IL CAMPIONATO DI ECCELLENZA: il questionario deve essere compilato dal medico
ed inviatoalla Commissione Medica Federale (e-mail [email protected]).
SEZIONE 1: NOTIZIE RELATIVE ALL’ATLETA
COGNOME E NOME ____________________________________________________________________
INDIRIZZO _________________________________________________ TEL. ______________________
LUOGO DI NASCITA____________________________________________________________________
DATA DI NASCITA _________________ SESSO __ SOCIETA’ _________________________________
1 = RUOLO:
1.1 Pilone
1.4 III linea ala
1.7 Mediano di apertura
1.2 Tallonatore
1.5 III linea centro
1.8 Tre-quarti
1.3 II linea
1.6 Mediano di mischia
SEZIONE 2: NOTIZIE RELATIVE ALL’INCONTRO/ALLENAMENTO
LOCALITA’ ________________________ IMPIANTO SPORTIVO _____________________________
DATA _____________________________________ ORA _____________________________________
2 = TIPO DI ATTIVITA’:
2.1 Nazionale Maggiore
2.5 Under 21
2.9 Under 16
2.2 Nazionale A
2.6 Under 19
2.10 Under 15
2.3 Seven
2.7 Under 18
2.11 Femminile
2.4 Universitaria
2.8 Under 17
2.12 Eccellenza (Top Ten)
3= L’INCIDENTE E’ AVVENUTO:
3.1 in allenamento in palestra con pesi (vai alla domanda 15)
3.2 in allenamento in palestra in preparazione atletica (vai alla domanda 15)
3.3 in allenamento sul campo
3.4 in partita (vai alla domanda 5)
4 = MINUTI DI ALLENAMENTO SVOLTI DALL’ATLETA PRIMA DELL’INFORTUNIO ___________
5 = FASE DELLA PARTITA
5.1 riscaldamento
5.2 1° quarto
5.3 2° quarto
5.4 3° quarto
5.5 4° quarto
6 = MINUTI COMPLESSIVI GIOCATI DALL’ATLETA PRIMA DELL’INFORTUNIO ______________
7 = CONDIZIONI METEOROLOGICHE:
7.1 Neve
7.2 Pioggia
7.3 Coperto
7.4 Sole
Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza.
250
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY
8 = TEMPERATURA:
8.1 Fredda
8.2 Mite
8.3 Calda
9 = TIPO DI TERRENO:
9.1 Erboso
9.2 Terroso
9.3 Misto
10 = CONDIZIONI DEL TERRENO: 10.1 Ottime
10.2 Buone
11 = SPECIFICARE SE IL TERRENO E’:
11.1 Sconnesso
11.2 Scivoloso
11.3 Fangoso
10.3 Mediocri
11.4 Duro/secco
SALVIA
10.4 Scarse
11.5 Ghiacciato
12 = PRESENZA DI STRUTTURE POTENZIALMENTE PERICOLOSE
12.1 No
12.2 Si (specificare il tipo) ___________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
OSSERVAZIONI RELATIVE ALLO SVOLGIMENTO DELL’INCONTRO
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
13 = FASE DI GIOCO: 13.1 Mischia ordinata
13.2 Rimessa laterale
13.3 Mischia spontanea
13.4 Gioco aperto
13.5 Ruck/maul
13.6 Altro (specificare)_______________________________________________
14 = AZIONE DI GIOCO: 14.1 Placcando
14.2 Calciando
14.3 Essendo placcato
14.4 Saltando
14.5 Prendendo al volo il pallone
14.6 Passando il pallone
14.7 Raccogliendo il pallone da terra
14.8 Cambiando direzione di corsa
14.9 Altro (specificare) ___________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
15 = CONDIZIONI FISICHE DELL’ATLETA:
15.1 Non si era allenato negli ultimi 15 giorni, perchè'e8 _________________________________________
15.2 Gioca a Rugby da meno di 1 anno
15.3 Gioca a Rugby da 1-3 anno
15.4 Gioca a Rugby oltre 3 anni
15.5 Aveva mangiato da meno di 2 ore
15.6 Accusava stanchezza prima della gara
15.7 Condizioni cliniche correlabili l’infortunio (specificare) _____________________________________
16 = TIPO DI CALZATURA INDOSSATA:
16.1 Scarpe da Rugby
16.2 Scarpe da Calcio
16.3 Scarpe da ginnastica
17 = SPECIFICARE IL TIPO DI TACCHETTI:
17.1 Tacchetti in plastica lamellari
17.2 Tacchetti in plastica conici
17.3 Tacchetti in metallo lamellari
17.4 Tacchetti in metallo conici
18 = PARTICOLARE MATERIALE PROTETTIVO USATO:
18.1 Caschetto
18.2 Paradenti
18.3 Corsetto
18.4 Ginocchiere
18.5 Parastinchi
18.6 Bendaggio (specificare sede)___________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
19 = PRECEDENTI INFORTUNI CORRELABILI CON L’INFORTUNIO ATTUALE:
19.1 No
19.2 Si
(specificare)
anno ________ tipo ______________________________________________________________________
anno ________ tipo ______________________________________________________________________
anno ________ tipo ______________________________________________________________________
Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza.
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
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SALVIA
APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY
SEZIONE 3: EFFETTI PRESUNTI DELL’INCIDENTE
FUNZIONI VITALI
20 = COSCIENZA VIGILE
20.1 Si
20.2 No
21 = RESPIRAZIONE SPONTANEA
21.1 Si
21.2 No
22 = CIRCOLAZIONE INDENNE
22.1 Si
22.2 No
23 = SHOCK SPINALE
23.1 Si
23.2 No
24 = CAPO
24.1 Contusione
24.2 Ferita lacero-contusa della cute/mucosa (specificare sede) ___________________________________
Trauma cranico:
24.3 con perdita di coscienza
24.4 senza perdita di coscienza
24.5 stato confusionale
24.6 amnesia retrograda
24.7 presenza di vomito
24.8 assenza di riflesso fotomotore
24.9 Frattura delle ossa craniche
24.10 Otoematoma
24.11 Lesioni oculari
24.12 Lesioni della palpebra
24.13 Frattura delle ossa nasali
24.14 Sub-lussazione della mandibola
24.15 Lussazione della mandibola
24.16 Ferita lacero contusa labbro superiore
24.17 Ferita lacero contusa labbro inferiore
24.18 Frattura dentale (specificare il dente) ___________________________________________________
25 = COLLO
25.1 Contusione
25.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________
Trauma rachide cervicale
25.3 con parestesie alle mani
25.4 con dolore alla motilità'e0
25.5 con deficit di forza alle braccia 25.6 con deficit di forza alle gambe
26 = SPALLA
26.1 Contusione
26.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________
26.3 Lesione muscolo-tendinea
26.4 sub-lussazione acromion-clavicolare
26.5 Lussazione acromion-clavicolare
26.6 Sub-lussazione scapolo-omerale
26.7 Lussazione scapolo-omerale
26.8 Frattura della clavicola
27 = BRACCIO-AVAMBRACCIO
27.1 Contusione
27.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________
27.3 Lesione muscolo-tendinea (specificare sede) ______________________________________________
27.4 Frattura dell’omero
27.5 Lussazione del gomito
27.6 Frattura del radio
27.7 Frattura dell’ulna
28 = MANO E POLSO
28.1 Contusione
28.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________
28.3 Distorsione del polso
28.4 Lussazione del polso
28.5 Frattura del polso
28.6 Frattura del ____ metacarpo
28.7 Frattura della ____ falange del ____ dito
28.8 Lussazione del ____ dito
28.9 Distorsione del ____ dito
Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza.
252
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY
SALVIA
29 = TRONCO E BACINO
29.1 Contusione del tronco
29.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________
29.3 Frattura costola/sterno
29.4 Frattura del bacino
29.5 Contusione del bacino
29.6 Lesione di organi interni (specificare) ___________________________________________________
30 = COSCIA-GAMBA
30.1 Contusione coscia
30.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________
30.3 Lesione muscolo-tendinea della coscia
30.4 Frattura del femore
30.5 Contusione gamba
30.6 Lesione muscolo-tendinea della gamba
30.7 Frattura della tibia
30.8 Frattura del perone
31 = GINOCCHIO
31.1 Contusione
31.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________
31.3 Distorsione
31.4 Lussazione
32 = PIEDE E CAVIGLIA
32.1 Contusione
32.2 Ferita lacero-contusa (specificare sede) __________________________________________________
32.3 Distorsione della caviglia
32.4 Frattura del malleolo tibiale
32.5 Frattura del malleolo peroneale
32.6 Frattura del _____ metatarso
32.7 Frattura della ____ falange del ____ dito
33 = ALTRO (specificare) _________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
34 = L’ATLETA CONTINUA L’ATTIVITA’ (PARTITA/RADUNO/ALLENAMENTO):
34.1 Si
34.2 No,
perchè___ ______________________________________________________________________
35 = L’ATLETA E’ STATO OSPEDALIZZATO:
35.1 Si
35.2 No,
perchè___ ______________________________________________________________________
FIRMA E TIMBRO DEL MEDICO COMPILATORE
______________________________________________________
---------- PARTE RISERVATA ALLA COMMISSIONE MEDICA F.I.R., NON COMPILARE ---------ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI ESEGUITI SUL GIOCATORE:
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
DIAGNOSI DEFINITIVA:_________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza.
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
253
SALVIA
APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY
DURATA IN GIORNI DELL’OSPEDALIZZAZIONE: __________________________________________
TERAPIA: _____________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
36 = POSTUMI:
36.1 No
36.2 Si
(specificare) _____________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
37 = L’ATLETA RIPRENDE L’ATTIVITA’:
37.1 Si
37.2 No,
perchè _________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
Figura 1. — Scheda di rilevazione dati per atleti infortunati squadre nazionali e campionato di eccellenza.
e/o è dichiarato non idoneo per uno o più
incontri/allenamenti successivi.
Fase 3: raccolta dei dati
La raccolta dei dati, effettuata a partire dalla stagione agonistica 2007-2008, intende monitorare gli infortuni verificatisi in occasione dell’attività svolta durante il raduno della squadra
nazionale o della squadra di Top Ten, sia essa
allenamento o partita ufficiale.
Tutte le schede, debitamente compilate,
vengono inviate ad un unico indirizzo mail
per il successivo data entry.
Per incrementare il livello di partecipazione e ridurre al minimo la perdita di informazioni degli infortuni occorsi, è stato previsto
che ogni lunedì due medici, coordinatori
scientifici dello studio, contattino telefonicamente i medici delle squadre del Top Ten, e
registrino il verificarsi o meno di infortuni
per il successivo follow up in caso di mancato
invio della scheda di rilevazione. Per le squadre nazionali il re-call viene effettuato dal
medico federale a seguito del ricevimento
della relazione sull’andamento dell’attività in
occasione dei singoli raduni.
In tal modo sarà possibile effettuare l’analisi relativa ai traumi occorsi nella singola stagione agonistica e l’andamento temporale
degli infortuni, analizzando correlazioni ed
eventuali significatività statistiche.
Fase 5: divulgazione dei risultati
Ogni due mesi è prevista l’elaborazione di
un rapporto inviato ai medici che partecipano all’indagine ed agli organi federali competenti per la discussione e l’approfondimento dell’analisi dei dati.
Al termine di ogni anno sportivo, possibilmente in concomitanza con la finale scudetto,
l’organizzazione di incontri su scala nazionale, nei quali coinvolgere quali relatori gli stessi medici delle squadre nazionali e del Top
Ten, offrirà la possibilità di discutere sui risultati ottenuti nello studio, valutare eventuali
modifiche e miglioramenti del protocollo di
rilevazione e, qualora si rendesse necessario,
suggerire ai competenti uffici federali possibili
cambiamenti al regolamento di gioco per rendere il Rugby sempre più sicuro.
Fase 4: gestione ed analisi dei dati
Risultati
Ogni item della scheda di rilevazione è
contrassegnato da un codice numerico, che
viene utilizzato per l’inserimento dei dati
all’interno di un data base centrale a livello di
Federazione Italiana Rugby.
254
La scheda di rilevazione è impostata
seguendo il metodo delle risposte multiple 5,
19, 23, è suddivisa in 3 sezioni e la compilazione non richiede più di 2-3 minuti:
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Giugno 2008
APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY
SALVIA
FEDERAZIONE ITALIANA RUGBY
SETTORE SANITARIO
PROGETTO DI RICERCA:
RILEVAZIONE INFORTUNI
SQUADRE NAZIONALI E CAMPIONATO DI ECCELLENZA
MODULO DI CONSENSO INFORMATO
La/Il sottoscritta/o Cognome _______________________________ Nome ____________________________________
Nata/o a ______________________________________________ il ___________________________ dichiara di essere
stata/o informata/o dal dr. ____________________________________________ in merito alla necessità che i miei dati
anagrafici e quelli relativi al mio infortunio vengono raccolti esclusivamente per le finalità proprie della ricerca
“Studio di incidenza dei traumi nelle squadre nazionali e campionato di eccellenza” condotto dal settore sanitario della FIR.
I dati forniti (nome, cognome, indirizzo, luogo e data di nascita e recapiti telefonici) vengono acquisiti e trattati nel rispetto
di quanto previsto dall’articolo 13 del D.Lgs. 196/2003.
Finalità e modalità del trattamento dei dati:
I dati forniti (nome, cognome, indirizzo, luogo e data di nascita e recapiti telefonici) vengono acquisiti e trattati nel rispetto
della normativa di cui sopra, con il supporto di mezzi cartacei, informatici o telematici, atti a memorizzare, gestire e
trasmettere i dati stessi, e comunque mediante strumenti idonei a garantire la loro sicurezza e riservatezza.
Natura del conferimento e conseguenza di un eventuale rifiuto
L’eventuale rifiuto a fornire i dati funzionali all’esecuzione della ricerca non comporta alcuna conseguenza relativamente
ad eventuali trattamenti terapeutici necessari.
Comunicazione dei dati
I dati potranno venire a conoscenza solo dei medici della Commissione Medica, Medici delle squadre Nazionali e Medici
delle squadre di Top Ten della Federazione Italiana Rugby che, comunque, potranno trattare i dati relativi ai risultati della
ricerca solo in forma anonima ed escludendo ogni possibile riferimento personale.
Durata del trattamento
I dati verranno trattati dalla Commissione Medica della FIR per l’intera durata della ricerca che si prevede di 10 anni.
Diritti dell’interessato
L’interessato, ai sensi dell’art. 7 del Codice 196/2003 può ottenere la conferma dell’esistenza o meno dei dati,
l’indicazione della loro origine, l’aggiornamento, la rettificazione o l’integrazione dei dati.
Titolare del trattamento
Titolare del trattamento è la Commissione Medica della Federazione Italiana Rugby; il responsabile del trattamento
dei dati è il presidente della Commissione Medica Federale, attualmente nella figura del dr. Antonino Salvia.
Avendo letto e ricevuto l’informativa presente
Da il consenso
Nega il consenso
al trattamento dei dati personali, anche sensibili, per i fini indicati nella suddetta informativa.
Data ________________
Firma leggibile ______________________________________
CONSENSO IN CASO DI MINORE
In caso di minore, il consenso è espresso da chi esercita la patria potestà, prossimo congiunto, familiare, convivente,
o in loro assenza, dal medico responsabile della squadra.
Cognome e nome _________________________________________________________________________________
Qualifica ________________________________________________________________________________________
Da il consenso
Nega il consenso
al trattamento dei dati personali, anche sensibili, per i fini indicati nella suddetta informativa.
Data ________________
Firma leggibile ______________________________________
Figura 2. — Modulo consenso informato per la rilevazione degli infortuni squadre nazionali e campionato di eccellenza.
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255
SALVIA
APPROCCIO METODOLOGICO PER LO STUDIO DELL’INCIDENZA DEI TRAUMI NELLO SPORT: L’ESEMPIO DEL RUGBY
a) la prima sezione raccoglie i dati anagrafici dell’atleta infortunato;
b) la seconda sezione mira alla raccolta di
notizie relative allo svolgimento dell’attività
quali il tipo (allenamento o partita), la descrizione della dinamica dell’incidente per poter
individuare eventuali fasi di gioco a rischio,
le condizioni meteorologiche con le quali si
è svolta l’attività (per avere l’opportunità di
verificare se la frequenza degli infortuni varia
con il variare delle suddette), il periodo di
gioco in cui è avvenuto l’infortunio e le condizioni psico-fisiche del giocatore;
c) la terza sezione riguarda direttamente
le notizie relative all’infortunio, indagando
anche eventuali pregressi traumi (anamnesi
utile per individuare dei giocatori particolarmente suscettibili all’evento trauma). Per la
descrizione delle lesioni occorse al giocatore si è preferito ricorrere alla suddivisione di
tipo anatomico che permettesse una rapida e
facile compilazione;
d) l’ultima parte della scheda richiede notizie relativa alla diagnosi ed ai postumi subiti dall’infortunato che vengono accertati nei
giorni seguenti comunicando telefonicamente
con la famiglia o con lo stesso giocatore
(Figura 1).
Discussione
L’iter seguito per l’elaborazione del protocollo e della scheda di rilevazione, se da un
lato può sembrare particolarmente lungo ed
articolato, dall’altro ha consentito una parte-
References/Bibliografia
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their prevention; a review of 600 cases. J Ir Med
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6) Dick R, Agel J, Marshall W. National
Collegiate Athletic Association Injury Surveillance System Commentaries: Introduction and
256
cipazione attiva di tutti i medici interessati
alla rilevazione, evitando di “imporre dall’alto” lo strumento di lavoro e ripercorrendo
analoghe esperienze riportate in letteratura 19.
La scheda di rilevazione, infatti, essendo
stata condivisa è divenuta da subito uno strumento operativo quotidiano del medico che,
di conseguenza, non vive come un pesante
fardello la sua compilazione.
L’applicazione del metodo proposto potrà
sicuramente fornire una notevole quantità di
dati, tuttora inesistenti, sulla traumatologia
nel Rugby.
I vantaggi sono rappresentati da:
— semplice attuazione del protocollo di
rilevazione;
— facile compilazione della scheda;
— basso costo di gestione;
— comoda reperibilità dei dati;
— individuazione di possibili fasi/azioni di
gioco a maggior rischio infortunistico;
— maggiore e più qualificata tutela sanitaria dei giocatori.
I limiti possono essere altresì rappresentati da:
— partecipazione superficiale del medico
all’indagine con un conseguente scarso ritorno di notizie relative alla traumatologia occorsa (problema risolvibile avendo condiviso scopi, modalità e scheda di rilevazione);
— impossibilità di valutare l’incidenza e
la gravità dei microtraumatismi che sempre
più frequentemente vengono chiamati in causa nell’analisi dei traumi soprattutto a livello
della colonna cervicale e delle grandi articolazioni.
Methods. J Athl Train. 2007 Apr-Jun;42(2):3119.
7) Hootman JM, Dick R, Agel J. Epidemiology
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spalla nell’attività sportiva rugbistica italiana
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Giugno 2008
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Albanese Ginammi. Traumatologia della colonna cervicale e della spalla nel rugby. Roma: CIC
Edizioni Internazionali 1992:29-43.
24) Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
Codice in materia di protezione dei dati personali. Supplemento ordinario n. 123/L alla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.
174 del 29 luglio 2003.
Il lavoro spetta in parti uguali agli autori.
Ringraziamenti. — Un sentito ringraziamento va alla sig.ra Daniela Peconi per il lodevole ed insostituibile lavoro organizzativo ed amministrativo fornito per la realizzazione del progetto e la gestione quotidiana delle informazioni sui traumi
Indirizzo per la richiesta di estratti: dr. A. Salvia, Fondazione Santa Lucia IRCCS, via Ardeatina 306, 00179 Roma, Italia.
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
257
La Medicina dello Sport ... per Sport
nei fascicoli
Anno 1999 - Vol. 52
Fascicolo N. 3 - Settembre 1999 - Pag. 214-224
Il canottaggio - SPATARO A.
Fascicolo N. 4 - Dicembre 1999 - Pag. 287-322
Iniziative e compiti del medico dello sport
RELAZIONI ED ABSTRACT PRESENTATI AL 29° CONGRESSO NAZIONALE DELLA FMSI
Fascicolo N. 4 - Dicembre 1999 - Pag. 323-327
Ricerche medico-scientifiche svolte in ambito automobilistico - CECCARELLI R.
Anno 2000 - Vol. 53
Fascicolo N. 1 - Marzo 2000 - Pag. 83-106
Gli sport natatori - BONIFAZI M., GIOMBINI A., MINGANTI C., MARUGO L., SARDELLA F.
Fascicolo N. 2 - Giugno 2000 - Pag. 193-208
La traumatologia nell’atletica leggera - MOSCONI M., VIOLA E., GIORGI L., BENAZZO F.
Fascicolo N. 3 - Settembre 2000 - Pag. 279-287
I bendaggi funzionali nel trattamento dei danni da sport - FRIGNANI R.
Fascicolo N. 4 - Dicembre 2000 - Pag. 369-381
La medicina dello sport e gli sport motoristici - DAL MONTE A.
Anno 2001 - Vol. 54
Fascicolo N. 1 - Marzo 2001 - Pag. 81-91
Pallacanestro - BIFFI A., FACCINI P., SALVAGGI P., SENZAMENO S., TICCA M.
Fascicolo N. 2 - Giugno 2001 - Pag. 145-153
Lo sport della vela - MARCHETTI M., DELUSSU A. S., RODIO A.
Fascicolo N. 3 - Settembre 2001 - Pag. 243-246
Il pentathlon moderno - PARISI A., MASALA D., CARDELLI G., DI SALVO V.
Fascicolo N. 4 - Dicembre 2001 - Pag. 325-334
Monitoraggio medico-sportivo del pugilato professionistico - STURLA M. I.
Anno 2002 - Vol. 55
Fascicolo N. 1 - Marzo 2002 - Pag. 51-59
Medicina dello Sport applicata allo skyrunning - ROI G. S.
Fascicolo N. 2 - Giugno 2002 - Pag. 101-123
Le discipline subacquee: aspetti medici e tecnici dell’immersione - MANOZZI F. M.
Fascicolo N. 3 - Settembre 2002 - Pag. 219-226
L’arbitro di calcio: profilo medico-sportivo - PIZZI A., CASTAGNA C.
Fascicolo N. 4 - Dicembre 2002 - Pag. 313-325
Sport equestri - DRAGONI S.
258
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
LA MEDICINA DELLO SPORT ... PER SPORT
Anno 2003 - Vol. 56
Fascicolo N. 1 - Marzo 2003 - Pag. 63-72
Il tiro con l’arco - BONSIGNORE D. - GALLOZZI C. - SCARAMUZZA V.
Fascicolo N. 2 - Giugno 2003 - Pag. 123-137
Il triathlon - MIGLIORINI S. - BOMPREZZI A.
Fascicolo N. 3 - Settembre 2003 - Pag. 201-226
Lo sport paraolimpico - BERNARDI M., GUERRA E., MARCHETTONI P., MARCHETTI M.
Fascicolo N. 4 - Dicembre 2003 - Pag. 329-335
Il tiro a volo - FAZI F., LACAVA F., MONTEMURRI B., LACAVA G.
Fascicolo N. 4 - Dicembre 2003 - Pag. 337-339
Il tiro a segno - CUTOLO G.
Anno 2004 - Vol. 57
Fascicolo N. 1 - Marzo 2004 - Pag. 83-89
L’universo ginnastica - BALDINI V. - BERLUTTI G. - CALDARONE G.
Fascicolo N. 2 - Giugno 2004 - Pag. 137-145
Federazione Italiana Judo, Lotta, Karate, Arti Marziali - LÒRIGA V.
Fascicolo N. 3 - Settembre 2004 - Pag. 287-364
La medicina dello sport applicata al calcio
VECCHIET L., CALLIGARIS A., MONTANARI G., SAGGINI R., BELLOMO R. G., GATTESCHI L., RUBENNI M. G.
Anno 2005 - Vol. 58
Fascicolo N. 1 - Marzo 2005 - Pag. 65-71
Aspetti fisiologici e clinici della pallavolo e del beach volley
S. CAMELI CON LA COLLABORAZIONE DI A. FERRETTI, G. FONTANI, C. GALLOZZI, C. MENCHINELLI, A. MONTORSI,
P. G. NAVARRA, G. POMA, R. VANNICELLI, P. ZEPPILLI
Fascicolo N. 2 - Giugno 2005 - Pag. 137-150
La danza sportiva
FAINA M., BRIA S., SIMONETTO L.
Fascicolo N. 3 - Settembre 2005 - Pag. 241-9
Traumatologia in arrampicata sportiva
E. PAGANO DRITTO, P. L. FIORELLA, R. BAGNOLI, G. POSABELLA
Fascicolo N. 4 - Dicembre 2005 - Pag. 313-38
Il ciclismo
M. FAINA, V. CAVALLARO, P. FIORELLA, S. GHIRO, G. MIRRI, U. MONSELLATO, L. SIMONETTO
Anno 2006 - Vol. 59
Fascicolo N. 2 - Giugno 2006 - Pag. 277-87
L’Hockey su prato
D. BONSIGNORE, B. RUSCELLO
Fascicolo N. 3 - Settembre 2006 - Pag. 375-6
Un approccio biomeccanico di tipo cinematico allo studio della danza sportiva
D. DALLA VEDOVA, M. BESI, D. CACCIARI, S. BRIA, M. FAINA
Fascicolo N. 4 - Dicembre 2006 - Pag. 477-94
Il tennis: aspetti fisiologici
C. GALLOZZI, G. MIRRI
Vol. 61, N. 2
MEDICINA DELLO SPORT
259
LA MEDICINA DELLO SPORT ... PER SPORT
Anno 2007 - Vol. 60
Fascicolo N. 1 - Marzo 2007 - Pag. 67-70
Il Centro Universitario Sportivo Italiano
L. COIANA
Fascicolo N. 1 - Marzo 2007 - Pag. 71-7
Il pattinaggio di figura
D. TORNESE, S. GEMMA, A. BERTO
Fascicolo N. 2 - Giugno 2007 - Pag. 209-216
La maratona: un fenomeno di massa visto dal punto di vista del medico dello sport
P. L. FIORELLA, G. FISCHETTO
Fascicolo N. 4 - Giugno 2007 - Pag. 605-610
Il Badminton
A. GIANFELICI, C. MORANDINI
Anno 2008 - Vol. 61
Fascicolo N. 1 - Marzo 2008 - Pag. 71-76
Una nuova specialità sportiva: il “nordic walking”
FARAGLIA E., DEGASPERI G., FRANCAVILLA G., CRISTIAN FRANCAVILLA V.
Fascicolo N. 2 - Giugno 2008 - Pag. 223-246
La Medicina dello Sport al servizio del Rugby moderno
V. M. IERACITANO, M. V. GIACOBBE
Fascicolo N. 2 - Giugno 2008 - Pag. 247-257
Approccio metodologico per lo studio dell’incidenza dei traumi nello sport: l’esempio del rugby
A. SALVIA, V. M. IERACITANO, F. BOTTIGLIA AMICI-GROSSI, V. CALVISI, F. DI DOMENICA, C. D’ANTIMO, C.
MIRANDA, A. ROTA, G. MELEGATI, C. ANDREOLI, A. M. CASELLA, P. FERRARI, F. GUIDETTI, A. ONGARO, A.
PAOLONE, F. PASTEUR, R. SACCOCCI, B. PIVA, G. SASSARINI, L. SELLETTI, A. CASERTA, A. DI CESARE, B. DE LUCA
260
MEDICINA DELLO SPORT
Giugno 2008
Forum
MED SPORT 2008;61:261-6
NUTRIZIONE CLINICA
IN MEDICINA DELLO SPORT:
CORRELAZIONE TRA PROTOCOLLO
NUTRIZIONALE ED AUMENTO DI PERFORMANCE
E BENESSERE DELL'ATLETA
V. LAMBERTI 1, A. SANSON 2, D. BOSCHIERO 3
1
Centro di Medicina dello Sport di Vittorio Veneto, Scuola di Specializzazione in
Medicina dello Sport, Università di Trieste, Medicina dello Sport e nelle Malattie
del Fegato e del Ricambio, Consigliere Nazionale FMSI, Italia
2
Centro di Medicina dello Sport di Vittorio Veneto, Italia
3
BioTekna Labs - Area Science Park Trieste, Italia
I
l presente studio nasce dalla volontà di valutare applicabilità e potenzialità delle moderne ricerche nel settore della nutrizione clinica
1-32 alle problematiche legate al benessere ed
alla performance dell’atleta 3, 4, 9, 14, 17-19, 25-32.
In particolare, l’ipotesi che si intende verificare è che i risultati ottenibili in base alle più
classiche esperienze dietologiche, basate prevalentemente sul concetto delle chilocalorie,
siano superabili e semplificabili, grazie all’integrazione di studi, come quelli relativi ad
indice (glycemic index = GI) e carico glicemico (glycemic load = GL), di più recente
introduzione 1, 2, 4, 6-9, 17, 18, che allargano di
fatto la prospettiva nutrizionale dando un
rilievo maggiore alla fisiologia umana.
L’idea alla base dell’approccio nutrizionale praticato è quella di controllare il GL dei
cibi consumati 2, 5, 7, 11, 16, non tanto nel suo
ammontare complessivo giornaliero, quanto nella sua evoluzione dinamica nell’arco
delle ventiquattro ore. Ci si propone, di fatto, l’applicazione di un modello (Figura 1)
che preveda cinque assunzioni giornaliere
decrementali di alimenti a GL noto, scelti in
base alle caratteristiche metabolico-strutturali del soggetto: metabolismo basale (BMR =
basal metabolic rate) e analisi della composizione corporea. Partendo da una prima
Vol. 61, N. 2
assunzione (colazione) di alimenti a GL pari
a 50+/-5, si vuole giungere, decrementando
il GL degli alimenti ingeriti nelle assunzioni
successive, all’assunzione di alimenti a basso o nullo GL nelle ore serali 6, 18.
Alla luce di tale proposizione, fra gli obiettivi fondamentali da perseguire si collocano
la promozione del riposo pancreatico notturno 6 e la stimolazione della ritmicità circadiana fisiologica del cortisolo 8, 10, 12, 15.
La necessità di proporre al paziente un
controllo più rigoroso della dinamicità dello
stress glucidico prodotto dagli alimenti, ha
posto il problema dell’adozione di uno strumento orientato in tal senso che risultasse
applicabile al breve arco temporale di una
visita medica. Al fine di superare questo ostacolo, il protocollo proposto include l’utilizzo
di un sistema automatizzato per la stima delle interazioni coinvolte nel metabolismo glucidico (Portale DINU), in grado di evitare al
medico di calcolare direttamente carico e
risposta glicemica della dieta nelle ventiquattro ore, al fine di accorciare i tempi della visita e di allinearli a quelli tipici dell’ambulatorio. Stante la rapidità di acquisizione
delle variabili mediante un esame della composizione corporea della durata di pochi
secondi ed un’intervista standardizzata sulla
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Carico glicemico
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Ore
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Percentuale pazienti (%)
Percentuale pazienti (%)
Figura 1. — Risultato metabolico finale corretto.
0-25
26-30
Femmine
31-35 36-40
Fascia di età
41-45
>45
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30
20
44%
36%
10
0
Maschi
8%
Performance
Benessere
Motivo di afferenza
Femmine
Maschi
Figura 2. — Distribuzione del campione per fasce d'età e
sesso.
Figura 3. — Distribuzione del campione per motivo di
afferenza e sesso.
frequenza di assunzione dei cibi, la soluzione è parsa adeguata al contesto ed alla sperimentazione.
TABELLA I. — Questionario MUS.
Materiali e metodi
Il campione di pazienti coinvolti nella sperimentazione è composto da 50 soggetti, praticanti in maniera continuativa e costante
sport di fondo a livello amatoriale da almeno
10 anni, eterogenei per età, sesso (Figura 2)
e motivo di afferenza (Figura 3) presso il
Centro di Medicina dello Sport di Vittorio
Veneto.
I pazienti si sono presentati al centro
medico-sportivo fondamentalmente per due
motivazioni: cali (o stasi) della performan-
262
— Soffre da tempo di stanchezza o affaticamento persistente non alleviati dal sonno?
— Ha da tempo disturbi del tono dell'umore?
— Ha spesso mani e piedi sempre freddi?
— Soffre di insonnia o sonnolenza persistenti da tempo?
— Si sente da tempo un soggetto ansioso, apatico?
— Ha notato da tempo modificazioni dell'appetito? (fame
eccessiva o inappetenza)
— Soffre da tempo di acidità e dolori di stomaco, senso di
pienezza, gonfiore dopo ogni pasto,nausea?
— Soffre a periodi di stitichezza persistente?
— Soffre da tempo di colon irritabile?
— Suda con difficoltà quando fa movimento?
ce atletica o scarso stato di benessere psicofisico.
La performance atletica è un dato facil-
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Percentuale MUS riferiti (%)
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Stanchezza Disturbi Mani e piedi Insonnia
tono
sempre
umorale
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Ansiaapatia
Appetito
mancante
o eccessivo
Acidità
gastricagonfiore
Colon Sudorazione
irritabile
scarsa
o assente
Stipsi
MUS
Figura 4. — Distribuzione MUS per sesso di appartenenza.
TABELLA II. — Dati rilevati dal test BIA-ACC.
—
—
—
—
—
—
—
TBW (Total Body Water, Acqua totale)
ICW (IntraCellular Water, Acqua intracellulare)
ECW (ExtraCellular Water, Acqua extracellulare)
FFM (Fat Free Mass, Massa magra)
FM (Fat Mass, Massa grassa)
BMR (Basal Metabolic Rate, Metabolismo basale)
PA (Phase Angle, Angolo di fase)
mente oggettivabile secondo i criteri propri di
ogni disciplina sportiva. Si è proceduto, quindi, ad annotare l’attuale livello di prestazione
dell’atleta rispetto alla disciplina praticata,
mediante l’utilizzo di un test semplice ed economico da porre in essere: il test di Cooper.
Ai soggetti è stato chiesto di correre su tappeto rotante quanto più velocemente possibile a passo costante. I dati ottenuti rivelano
che gli sportivi maschi percorrevano mediamente 2693,08±309,75 metri nei 12 minuti
previsti dal test del Dott. Cooper, mentre le
femmine percorrevano 2117,08±303,80 metri
nel medesimo tempo.
Risulta invece più complesso valutare
oggettivamente il grado di benessere del
paziente, fondamentalmente a causa dell’evidente componente della percezione soggettiva al riguardo.
Per ovviare a questo limite, oltre a rilevare la percezione soggettiva dei pazienti
relativamente al proprio stato di benessere,
si è fatto uso di un questionario (Tabella I)
sulla sintomatologia vaga ed aspecifica (MUS
Vol. 61, N. 2
o Medically Unexplained Symptoms, così
come vengono definiti questi sintomi da una
letteratura 20-24 in continua crescita), compilato dal paziente al momento della prima
visita.
Il numero medio di MUS riferiti da ciascun
paziente è stato di 3,48±2,28. Di interesse è
notare la distribuzione dei MUS rilevati per
sesso di appartenenza (Figura 4), che mostra
una maggiore incidenza di sintomatologia
vaga ed aspecifica nel sesso femminile, con
prevalenza della sintomatologia tipica dell’area psico-sociale (ansia e disturbi del tono
dell’umore).
Al fine di valutare i parametri utili a personalizzare la dieta del paziente, si è proceduto, poi, all’analisi bioimpedenziometrica
della composizione corporea (Tabella II)
mediante il dispositivo “Bioelectric Impedance Analyzer - Analisi della Composizione
Corporea” (BIA-ACC) di BioTekna, selezionato sia per le caratteristiche strumentali (precisione di misura, rapidità e semplicità d’uso),
che per la capacità di interfacciarsi al già citato Portale DINU, utilizzato per la fase di analisi e correzione nutrizionale.
I dati acquisiti con BIA-ACC sul campione
restituiscono come valori medi: 73,84±15,70
kg di peso corporeo (BW); 51,33±7,80 kg
FFM; 1113,92±169 Kcal/die BMR; 47,84±6,85
L TBW.
Al paziente è stato, infine, sottoposto un
questionario sulle abitudini alimentari (14),
volto a valutare la frequenza dell’assunzione
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Figura 5. — Risultato metabolico finale errato.
di particolari cibi a determinate ore durante
una giornata tipo.
Secondo un modello frutto dell’integrazione ed elaborazione dei dati del soggetto,
mediante Portale DINU, relativi a composizione corporea, stato di benessere psico-fisico e abitudini alimentari, è stato possibile
stimare l’andamento del metabolismo glucidico del paziente nelle 24 ore e di proporre
delle modifiche personalizzate atte a ripristinare una corretta dinamica del GL ed indirizzate a correggere l’assunzione eccessiva o
difettiva di alimenti in relazione ad un valore di GL valutato automaticamente come idoneo, favorendo il riposo pancreatico notturno e la stimolazione di una fase di stress glucidico mattutino 6. Il modello prevede, fondamentalmente, più assunzioni giornaliere
decrementali, distanziate regolarmente in
base alla stimata velocità individuale di metabolizzazione dei glucidi, di alimenti a GL
noto, di cui nella fase serale a GL zero 2, 5, 7,
ottenendo un risultato metabolico finale adeguato (Figura 5).
Un esempio di una tipica situazione iniziale dalla quale emerge un’errata evoluzione dinamica del GL nell’arco delle 24 ore,
elaborata in base all’inserimento degli alimenti assunti routinariamente dallo sportivo
nel sistema automatizzato, è rappresentato
dalla Figura 5: la curva rappresenta l’evoluzione dinamica giornaliera del GL che tiene
in considerazione, oltre che la somma dei
carichi glicemici degli alimenti assunti, anche
264
la supposta durata del metabolismo glucidico ricavata dal parametro BMR (questo dato
è importante per poter distanziare, a seconda del soggetto, in maniera regolare e personalizzata di 2, 3 o più ore le cinque assunzioni di alimenti); la retta, che genera dall’apice della curva corrispondente al primo
pasto (colazione) e che converge alla mezzanotte ad un GL prossimo allo zero, identifica il limite oltre il quale non deve eccedere il GL relativo all’assunzione di uno o più
alimenti in un determinato orario. Le aree
della curva che travalicano tale limite rappresentano una situazione di assunzione di
alimenti la cui somma dei carichi glicemici è
eccessiva in relazione all’orario in cui essi
vengono assunti e va corretta prontamente
sostituendo od eliminando gli alimenti che
provocano tale eccesso. Le aree che evidenziano una scarsa o nulla assunzione di carboidrati, vanno corrette, invece, con l’inserimento o l’integrazione di alimenti contenenti carboidrati a GL noto 11, 16.
La dieta non ha considerato gli alimenti a GL
prossimo allo zero assunti dallo sportivo quotidianamente, che il soggetto ha continuato
ad assumere tranquillamente, con l’accortezza di aumentarne o diminuirne il dosaggio
per poter mantenere il bilancio energetico isocalorico con l’alimentazione precedentemente posta in essere dal paziente. Gli sportivi
hanno continuato i consueti allenamenti senza variazioni rispetto al periodo precedente
l’inizio della correzione nutrizionale.
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Percentuale MUS riferiti (%)
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Stanchezza Disturbi Mani e piedi Insonnia
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Ansiaapatia
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mancante
o eccessivo
Acidità
gastricagonfiore
Colon Sudorazione
irritabile
scarsa
o assente
Stipsi
MUS
Figura 6. — Distribuzione MUS per sesso di appartenenza dopo 8 settimane.
Dopo un periodo di otto settimane, i
pazienti sono stati richiamati al follow-up, al
fine di valutare gli effetti della terapia nutrizionale. Sono stati in questa seconda visita
eseguiti esattamente gli stessi esami e test
effettuati in prima visita, per valutare l’eventuale miglioramento dello stato di benessere
e della performance sportiva.
Risultati
Dopo otto settimane di trattamento nutrizionale, l’88% dei soggetti riferiva un calo
dell’incidenza dei MUS.
Il numero medio di MUS riferiti per ciascun paziente al controllo è stato di 1,64+/1,52 con una diminuzione di 52,87 punti percentuali rispetto al dato iniziale. Interessante
è notare come la distribuzione dei MUS rilevati per sesso di appartenenza al follow-up
(Figura 6) mostri una maggiore responsività
dei soggetti maschi all’abbattimento della sintomatologia vaga e aspecifica rispetto al sesso femminile.
Il 76% dei pazienti analizzati al follow-up
ha riportato un aumento della performance
sportiva, sia dal punto di vista oggettivo, che
dal punto di vista soggettivo. I dati ottenuti
rivelano che gli sportivi maschi percorrevano
mediamente 2773,85±352,20 metri nei 12
minuti previsti dal test del dott. Cooper, con
un incremento della distanza percorsa, rispetto al parametro iniziale, di 3 punti percentuali,
Vol. 61, N. 2
mentre le femmine percorrevano mediamente
2202,08±325,87 metri nel medesimo tempo,
con un incremento della distanza percorsa,
rispetto al parametro iniziale, di 4,01 punti
percentuali.
Oltre alle diminuzione dell’incidenza dei
MUS ed all’aumento della performance, è
stata registrata l’evoluzione dei parametri
metabolico-strutturali degli sportivi. I dati
rilevati dopo 8 settimane indicano, in particolare, un aumento significativo di FFM
(+3,20% nel 92% dei soggetti), TBW (+6,36%
nell’80% dei soggetti) e BMR (+2,92% nel
92% dei soggetti), restituendo come valori
medi 52,97±8,21 kg FFM, 1146,44+/-176,86
Kcal/die BMR e 50,88±7,13 L TBW.
Il BW, il cui valore medio risulta
73,10±15,22 kg, ha subito una modesta diminuzione (-1,00% con variazioni nel 56% dei
soggetti).
Discussione e conclusioni
Questi primi risultati confermano l’importanza degli studi sul carico glicemico e sul
sequenziamento dei cibi nelle 24 ore ed aprono una prospettiva interessante sulla loro
possibile applicazione pratica anche all’ambito della medicina dello sport, invitando a
porre maggior enfasi sull’aspetto nutrizionale del trattamento dello sportivo.
Tra i vantaggi offerti dal protocollo utilizzato vanno segnalati l’economicità della
MEDICINA DELLO SPORT
265
LAMBERTI
NUTRIZIONE CLINICA IN MEDICINA DELLO SPORT
soluzione, la non-invasività e l’assenza di
effetti collaterali: il suo basso costo di gestione lo rende un complemento interessante
alla sport-terapia, senza particolari carichi
sul Servizio Sanitario Nazionale. Sono ovviamente necessari ulteriori studi per verificare la reale efficacia di tale approccio, attra-
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Address reprint requests to: Dott. V. Lamberti, Centro di Medicina dello Sport, Via Carducci 37, 31029 Vittorio Veneto (TV),
Italy. E-mail: [email protected]
266
MEDICINA DELLO SPORT
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MED SPORT 2008;61:267-70
LE LESIONI DELL’ARTICOLAZIONE
DELLA CAVIGLIA E LORO TRATTAMENTO.
ESPERIENZE DI UN ANNO DI OSSERVAZIONI
N. A. ABDIĆ, A. BOŽARIĆ, M. KEZUNOVIĆ, V. BAKIĆ
Facoltà di Medicina, Cattedra di Anatomia, Università di Podgorica, Montenegro
C
on il termine di caviglia si intende una
complessa entità anatomo-funzionale che
comprende da un lato le epifisi tibiale e fibulare e le relative articolazioni prossimali, al
centro l’astragalo (tibio-astragalica e peroneo-astragalica) e dall’altro le articolazioni
distali (sottoastragalica e medio tarsica).
Il trauma distorsivo è una causa frequente
di dolore e impotenza motoria per lo sportivo che, più che del sedentario, è esposto ad
eventi traumatici; questa condizione patologica, è ben conosciuta sin dai tempi più remoti al punto che sia Ippocrate che Galeno ne
descrivono i meccanismi patogenetici ed il
relativo trattamento.
Negli StatiUniti è stato stimato che ogni
giorno avvengono circa 27.000 distorsioni di
caviglia che rappresentano il 12% di tutte le
prestazioni di pronto soccorso relative all’apparato locomotore 1-3.
Nella maggior parte dei casi viene interessato il compartimento legamentoso esterno
mentre è più raro il coinvolgimento di quello mediale 4.
Una accurata valutazione clinica e radiografica assume notevole valore al fine di pianificare un trattamento corretto che eviti la
comparsa di limitazione funzionale per la
persistenza di tumefazione e dolore.
Scopo del nostro lavoro è stato quello di
valutare l’incidenza e il tipo di trattamento
instaurato in un gruppo di atleti professionisti e in uno di dilettanti osservati nel corso di
un anno presso l’ambulatorio ortopedicotraumatologico della facoltà di Medicina di
Pogdorica (Montenegro).
Vol. 61, N. 2
Materiali e metodi
Sono stati valutati 102 pazienti (65 professionisti e 37 dilettanti) di età compresa tra
18 e 35 anni, osservati consecutivamente nel
corso di un anno (novembre 2005-novembre 2006) presso l’ambulatorio ortopedicotraumatologico della facoltà di Medicina di
Pogdorica (Montenegro) dopo un trauma
distorsivo alla caviglia avvenuta durante lo
svolgimento di una attività sportiva. Tutti gli
atleti sono stati sottoposti ad accertamenti
clinici e strumentali (esame radiografico nelle proiezioni standard) al fine di individuare
la gravità della lesione ed instaurare un trattamento idoneo.
La gravità della lesione ha utilizzato una
classificazione comprendente quattro gradi
(1° - lieve, con elongazione dei legamenti,
2° - medio, con rottura parziale dei legamenti,
3° - grave, con rottura completa dei legamenti, 4° - presenza di frattura o avulsione)
sulla base degli aspetti clinici e radiologici.
Gli atleti osservati praticavano le discipline
del calcio (72 casi), pallacanestro (11), pallavolo (5), pallamano (6), tennis (4), sport di
combattimento (2), altri sport (2) (Tabella I).
Risultati
Sul totale degli atleti esaminati (102), 79
(77,45%) erano di sesso maschile e 23 (22,55%)
di sesso femminile con una distribuzione tra
professionisti e dilettanti che non è risultata statisticamente significativa (Tabella II).
MEDICINA DELLO SPORT
267
ABDIĆ
LE LESIONI DELL’ ARTICOLAZIONE DELLA CAVIGLIA E LORO TRATTAMENTO
TABELLA I. — Suddivisione del campione per attività
sportiva praticata.
Attività sportiva
Calcio
Pallacanestro
Pallavolo
Pallamano
Tennis
Sport di combattimento
Altri sport
Professionisti
N.
Dilettanti
N.
Totale
46
9
5
3
—
2
—
26
2
—
3
4
—
2
72
11
5
6
4
2
2
N.
TABELLA II. — Distribuzione del campione per tipo di
attività e sesso.
Tipo di attività
Maschi
N. (%)
Femmine
N. (%)
Totale
Professionisti
Dilettanti
54 (83,10)
25 (67,57)
11 (16,90)
12 (32,43)
65
37
Totale
79 (77,45)
23 (22,55)
102
χ2=3,25 (NS).
TABELLA III. — Suddivisione per tipo di attività e tipo di
lesione.
Sede di lesione
Tipo di attività
Totale
Laterale
N. (%)
Mediale
N. (%)
Lat.+mediale
N. (%)
Professionisti
Dilettanti
59 (90,77)
29 (78,38)
2 (3,08)
3 (8,11)
4 (6,15)
5 (13,15)
65
37
Totale
88 (86,28)
5 (4,90)
9 (8,82)
102
χ2=3,08 (NS).
Per quello che riguarda la sede di lesione,
le strutture anatomiche più frequentemente
coinvolte sono state quelle del compartimento legamentoso esterno in entrambi i
gruppi (86,28%), seguite da quelle che hanno interessato entrambi i compartimenti
(8,82%) e da quelle che hanno coinvolto solo
quello mediale (4,90%) (Tabella III).
Per ciò che concerne la gravità della lesione, la maggior parte dei casi (sia nei professionisti che nei dilettanti) è stata classificata
come di media gravità (44,12%), seguite da
quelle lievi (27,45%), dalle gravi (23,5%) e
268
dalle fratture-avulsioni (4,90%); le diverse
distribuzioni sono risultate statisticamente
significative (Tabella IV).
Gli infortunati di entrambi i gruppi sono
stati trattati ambulatoriamente in oltre il 90%
casi mentre in una piccola percentuale di professionisti (3,08%) e di dilettanti (8,11%) si è
reso necessario un ricovero ospedaliero per
un trattamento chirurgico che è consistito nella sutura dei legamenti lesionati con successiva immobilizzazione in gesso (Tabella V).
Il trattamento conservativo è consistito in
diverse modalità di immobilizzazione mediante gambaletto gessato o doccia gessata.
La deambulazione senza carico è stata utilizzata nel 10,77% degli atleti professionisti e
nel 2,70% dei dilettanti.
Discussione
Lo svolgimento di una attività sportiva, sia
professionistica che dilettantistica, rappresenta secondo le indicazioni che si possono
trarre dalla letteratura internazionale la causa più frequente di distorsioni della caviglia
con incidenza e gravità variabili a seconda del
tipo di attività praticata 5-7.
Nella nostra casistica le forme di più comune riscontro sono state quelle di gravità media
che hanno interessato il compartimento legamentoso esterno (nel 90,77% dei casi in professionisti e nel 78,38% nei dilettanti) mentre
in entrambi i gruppi sono risultate molto più
rare quelle a carico delle formazioni legamentose mediali.
Un corretto approccio terapeutico consente una guarigione funzionalmente efficace ed una valida ripresa dell’attività sportiva; numerosi studi hanno confrontato il trattamento chirurgico e conservativo mediante
immobilizzazione giungendo a risultati non
univoci o talora contrastanti; Allen et al. 8
hanno dimostrato che il trattamento chirurgico è più indicato di quello conservativo
nelle distorsioni gravi mentre secondo Van
Dijk i risultati sono sostanzialmente sovrapponibili ed inoltre, quelli trattati in modo
conservativo hanno avuto una minore incidenza di complicanze 9; sulla base di tali indicazioni abbiamo preferito limitare l’indica-
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Giugno 2008
LE LESIONI DELL’ ARTICOLAZIONE DELLA CAVIGLIA E LORO TRATTAMENTO
ABDIĆ
TABELLA IV. — Suddivisione per tipo di attività e sede di lesione.
Gravità della lesione
Tipo di attività
Professionisti
Dilettanti
Totale
χ2=
Totale
N.
Lieve
N. (%)
Medio
N. (%)
Grave
N. (%)
Avulsione
N. (%)
16 (24,62)
12 (32,43)
27 (41,54)
18 (48,65)
4 (6,15)
5 (13,15)
3 (4,61)
2 (5,41)
65
37
28 (27,45)
45 (44,12)
9 (8,82)
5 (4,90)
102
0,312; P<0,01.
zione chirurgica a pochi casi selezionati preferendo il trattamento conservativo anche
nelle lesioni di 3°grado mediante gambaletto gessato o doccia gessata.
Questo anche alla luce delle indicazioni
di Butkovic per il quale nelle distorsioni di 1°
grado la cicatrizzazione dei legamenti avviene nell’arco di 4-6 settimane mentre in quelle di 2° e 3° grado dopo 8-12 settimane 10.
Nella nostra ricerca la maggior parte degli
atleti sono stati trattati ambulatoriamente mentre solo per una piccola percentuale di casi
(3,08% di professionisti e 8,11% di dilettanti)
è stato necessario un ricovero ospedaliero.
Il metodo di immobilizzazione maggiormente utilizzato è stato, in entrambi i gruppi,
il gambaletto gessato seguito, in un minor
numero di casi, dalla applicazione di una
doccia gessata.
Tutti gli atleti esaminati hanno ripreso,
dopo il periodo di immobilizzazione e di rieducazione funzionale, l’attività sportiva sospesa a causa dell’infortunio.
Conclusioni
I dati raccolti confermano quanto risulta
dalla letteratura internazionale in merito alla
Bibliografia
1) Hockenbury RT, Sammarco GJ:
Evaluation and Treatment of Ankle
Sprains Clinical Recommendations for a
Positive Outcome. The Physician and
Sportsmedicine, 2001; Vol 29 (2):38292.
2) Kerkhoffs GMMJ, Rowe BH, Assendelft
WJJ, Kelly K, Struijs PAA, van Dijk CN.
Immobilisation for acute lateral ankle ligament injuries in adults (Protocol for a
Vol. 61, N. 2
TABELLA V. — Suddivisione per tipo di attività e necessità di ricovero ospedaliero.
Tipo di attività
Ricovero
ospedaliero
N. (%)
Trattamento
ambulatoriale
N. (%)
Totale
Professionisti
Dilettanti
2 (3,08)
3 (8,11)
63 (96,92)
34 (91,89)
65
37
Totale
5 (4,90)
97 (95,10)
102
χ2=3,25 (NS).
sede di lesione e alla gravità del danno anatomico a carico dei legamenti 11, 12.
Una accurata valutazione clinico-anamnestica, integrata da un esame radiografico consente di pervenire ad una diagnosi corretta e
di programmare un adeguato piano terapeutico (nella maggior parte dei casi conservativo) al fine di evitare la comparsa di
una instabilità cronica ovvero la persistenza
di tumefazione e dolore che possono limitare notevolmente il prosieguo di una attività
sportiva.
Al termine del trattamento la ripresa dell’attività sportiva deve essere preceduta da
un periodo di rieducazione funzionale al fine
di recuperare la propriocezione e la completa articolarità della caviglia 13.
Cochrane Review). In: The Cochrane
Library, 4, 2000. Oxford.
3) Linde F, Hvass I, Jurgensen U, Madsen F:
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study. Scand J Rehabil Med 1984;16:177179.
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8) Allen MJ McShane M Inversion injuries
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pilot study of treatment. Br J Clin Pract
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269
ABDIĆ
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treatment of choice. Br J Sports Med
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Stanitski CL (eds): Orthopaedic Sports
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Philadelphia, WB Saunders, 1994.p.1642704.
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Ankle 2. American Academy of Orthopaedic
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13) Zöch C, Fialka-Moser V, and Quittan M.
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Address reprint requests to: N. A. Abdić, Facoltà di Medicina, Cattedra di Anatomia, Università di Podgorica, Montenegro.
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Giugno 2008
Congressi
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“Lo Sport al Femminile”
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25th International Council for Physical Activity
and Fitness Research Where Physical Activity,
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June 26-28, 2008
Tromso (Norway)
2nd World Congress on Sports Injury
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July 23-26, 2008
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16th Biennial Conferente of the International
Society for Comparative Physical Education
and Sport (ISCPES)
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