La Scienza dopo Galileo
Galilei
Vincenzo Viviani
Vincenzo Viviani, nato a Firenze nel 1622, fu
discepolo di Clemente Settimi. Rivelata
precocemente un'intelligenza matematica
eccezionale, a soli sedici anni ricevette una
raccomandazione per entrare a far parte della
cerchia dei discepoli di Galileo. Ad Arcetri assisté
con amore il maestro dal 1639 alla morte nel 1642
e, oltre a raccoglierne l'eredità scientifica
pubblicando molte opere concepite come
sviluppi delle idee galileiane, si pose l'obiettivo di
mantenere viva la sua memoria. Scrisse nel 1654 il
Racconto istorico della vita del sig. Galileo,
divenendo così il suo primo biografo. Il Viviani
dispose per testamento un lascito per un
monumento sepolcrale dedicato al maestro, da
erigersi nella Basilica di Santa Croce a Firenze. Alla
morte di Evangelista Torricelli (1608-1647), il Viviani
subentrò nella carica che era stata prima ancora
di Galileo, divenendo Matematico e del
Granduca di Toscana. Fu inoltre membro
dell'Accademia del Cimento, all'interno della
quale svolse un ruolo di primo piano. Fu anche
ingegnere della Magistratura della Parte.
Evangelista Torricelli
Evangelista Torricelli nacque a Roma il 15 ottobre del
1608. Torricelli era segretario e discepolo di
Benedetto Castelli. A Roma ricevette dal Castelli la
proposta di trasferirsi a Firenze e di raggiungere
Galileo ad Arcetri, per aiutarlo negli ultimi anni di vita.
Galileo nel frattempo era diventato cieco, ma gli era
stato letto il trattato di Torricelli sul moto, ed era
rimasto subito favorevolmente colpito dalle doti del
giovane, finendo in breve per considerarlo più come
un erede spirituale che come un discepolo. Non è un
caso che ultima volontà di Galileo fosse proprio la
nomina di Torricelli a Matematico del Granduca,
posizione che gli consentì di entrare in contatto con
tanti studiosi e intellettuali dell’epoca.
Negli anni che seguirono Torricelli, si interessò anche all’astronomia e
in particolare alla costruzione di lenti per telescopi così impeccabili da
non esser più eguagliate dopo la sua morte. Inoltre si dedicò agli
esperimenti che, com’è noto, lo portarono a dimostrare gli effetti
della pressione atmosferica grazie all'invenzione del barometro a
mercurio. Pur avendo fatto molto in così breve tempo, Torricelli non
ebbe modo di portare a compimento i suoi studi: morì, infatti,
precocemente il 25 ottobre del 1647.
Francesco Redi
Studiò a Firenze alle scuole dei Gesuiti e conseguì
la laurea in medicina a Pisa nel 1647. Dopo alcuni
viaggi a Roma, Napoli, Bologna, Padova e
Venezia, iniziò la professione medica. Applicò
efficacemente nelle scienze naturali lo
sperimentalismo dell'Accademia del Cimento. Il
vero capolavoro di Redi, destinato a segnare una
tappa miliare nella storia della scienza moderna,
sono le Esperienze intorno alla generazione
degl'insetti. In questo lavoro, egli confutò la
millenaria teoria della generazione spontanea di
insetti e parassiti attraverso un efficace
esperimento, che introduceva nel metodo
scientifico la procedura seriale e il confronto tra
esperimenti di ricerca ed esperimenti di controllo.
In campo medico Redi si fece interprete di una
riforma in senso naturale della terapeutica che
raccomandava la prescrizione di rimedi semplici, i
quali, dovevano servire a depurare l'organismo
dalle impurità superflue. Il Redi fu anche finissimo
letterato. Membro dell'Accademia della Crusca,
partecipò attivamente alla redazione della terza
edizione del Vocabolario uscita nel 1691.
Racconto istorico
della vita di Galileo
Scritto in forma di lettera al Principe Leopoldo de' Medici, il
Racconto istorico della vita di Galileo di Vincenzo Viviani,
datato 29 aprile 1654, rimase inedito, vivo l'autore. Fu
pubblicato per la prima volta nel 1717 nei Fasti consolari
dell'Accademia fiorentina. Viviani vi afferma di aver spiegato
le vicende della vita di Galileo "con istorica purità e con intera
fedeltà registrate, avendole estratte per la maggior parte
dalla viva voce del medesimo Sig.e Galileo dalla lettura delle
sue opere, dalle conferenze e discorsi già con i suoi discepoli,
delle attestazioni dei suoi intrinseci e familiari, da pubbliche e
private scritture, da più lettere dei suoi amici e, finalmente, da
varie confermazioni e riscontri...".
Barometro a mercurio
Il tubo di Torricelli o barometro di Torricelli,
chiamato così dal nome del suo
inventore, Evangelista Torricelli, fu il primo
strumento realizzato appositamente per
misurare la pressione atmosferica.
È costituito da un tubo di vetro chiuso a
un'estremità riempito di mercurio, posto in
una vaschetta, anch'essa contenente
mercurio, in modo da creare un sistema
di vasi comunicanti.
La scelta del mercurio è data dalla sua
alta densità, che permette di lavorare a
grandi pressioni con volumi relativamente
piccoli.
Da questo esperimento e dal suo inventore prende nome un'unità di
misura della pressione, il Torr, chiamato anche "millimetro di mercurio"
(mmHg dove Hg è il simbolo chimico del mercurio), in quanto indica la
pressione generata da una colonna di mercurio alta 1 mm.
La scelta del mercurio non è casuale: questo materiale, infatti, ha anche
allo stato liquido una densità notevole, tale da poter eguagliare la
pressione atmosferica con una colonna alta, appunto soltanto 76 cm;
ripetendo lo stesso esperimento con dell'acqua, per esempio, sarebbe
necessario un tubo lungo 10.33 metri.
Accademia del Cimento
Fondata nel 1657 dal Principe Leopoldo e dal
Granduca di Toscana Ferdinando II de' Medici,
l'Accademia del Cimento fu la prima società a
carattere scientifico in Europa. Fine dichiarato
dell'Accademia furono lo sviluppo e la diffusione
della metodologia sperimentale galileiana. Gli
accademici si dedicarono alla sistematica verifica
sperimentale di interpretazioni dei fenomeni naturali
sostenuti fino ad allora sulla base della sola autorità
di Aristotele. L'Accademia non ebbe regole, né mai
ne avvertì il bisogno, essendo ogni questione
sottoposta all'autorità suprema del Principe e
mancando ogni forma di autonomia. La
sperimentazione si concentrò sulla barometria e sulla
termometria, nuovi settori di ricerca stimolati
dall'esperimento col quale Evangelista Torricelli
aveva dimostrato, nella primavera del 1644,
l'esistenza della pressione atmosferica e la possibilità
del vuoto. L'attività dell'Accademia si concluse nel
1667 con la pubblicazione dei Saggi di naturali
esperienze, curati dal Segretario Lorenzo Magalotti.
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