La probabilità di tornare dal
ballo con i piedi pestati
dipende certamente dalla
bravura come ballerini ma
anche …
… dalla lunghezza dei piedi...
Paolo Jarre, 2013
La marijuana viene usualmente consumata sotto
forma di sigarette confezionate manualmente, l’hashish
viene per lo più miscelato al comune tabacco e assunto in
maniera analoga.
Gli effetti della sostanza quando assunta per via
inalatoria sono immediati e si protraggono.
protraggono in rapporto alle
dosi utilizzate, per un tempo oscillante da una ad alcune
ore.
ore
L’assorbimento attraverso il tratto gastroenterico è
altrettanto efficace ma considerevolmente più lento.
L’ hashish viene talora assunto per questa via sotto
forma di tisane, torte o altri alimenti.
paolojarre 2013
In questi casi l’effetto inizia in genere dopo almeno un’ora e
diminuisce più lentamente.
L’assunzione dei derivati della cannabis con gli alimenti ha
dei lati positivi, ma anche degli inconvenienti.
Il vantaggio fondamentale sta nell’evitare l’effetto dannoso
del fumo sulle vie respiratorie, gli inconvenienti sono legati al
fatto che l’assorbimento per questa via è più lento (circa 45
minuti a stomaco vuoto, oltre 2 ore a stomaco pieno) e la
durata degli effetti più protratta.
E inoltre estremamente difficile un controllo effettivo delle
quantità ingerite ed assorbite e gli effetti possono assumere
intensità e durata inusuali ed inattese
paolojarre 2013
paolojarre 2013
Esiste una controversia filogenetica concernente il
considerare tre specie distinte di cannabis (Sativa,
Indica e Ruderalis) o una singola specie con più varietà.
Molti studiosi oggi ritengono che si tratti di un'unica
specie che varia il proprio fenotipo a seconda delle aree
in cui cresce, dell'altitudine, delle caratteristiche del suolo
e così via.
Gli effetti dei derivati di Cannabis sativa e Cannabis
indica sono differenti fra loro, principalmente a causa
della percentuale di THC tetraidrocannabinoli, contenuta
che delle diverse concentrazioni, a seconda della specie,
di altri cannabinoidi come il CBD Cannabidiolo, che
modificano il tipo di effetto percepito.
paolojarre 2013
Per fare un semplice parallelismo
→ la Cannabis sativa potrebbe essere
paragonabile in questo senso ad un vino bianco, è
più "leggera" e dà una sensazione soprattutto
"mentale" e "cerebrale", in grado generalmente di
stimolare la creatività e l'attività;
__> la Cannabis indica è paragonabile invece ad
un vino rosso, con il suo effetto più corposo,
"ottundente" e "fisico", che stimola in genere la
meditazione e il rilassamento
paolojarre 2013
I cannabinoidi vengono utilizzati
prevalentemente per:
- l’effetto rilassante;
-il piacere che provocano:
- per migliorare la socialità
Ci sono differenze rispetto al genere; le
femmine per l’effetto rilassante e
calmante, i maschi per migliorare la
socialità e all’età (i soggetti più “anziani”
per abitudine, i più giovani per stare con
gli altri e per migliorare la socialità)
(Pavarin 2008).
paolojarre 2013
Il primo passo consiste nell’apprendimento
della tecnica appropriata per fumare,
fumare in modo
che la droga produca degli effetti tali da modificare
il modo di considerarla.
Per continuare l’uso è necessario imparare
a percepire tali effetti quando si verificano.
La sostanza acquista così per il consumatore il
significato di qualcosa che può essere usata per il
conseguimento di piacere.
Deve inoltre imparare a trarre piacere da
quegli effetti che ha imparato a percepire.
percepire
Nel corso di questo processo si determina
una disposizione o una motivazione a fumare
marijuana che non era e non poteva essere
presente quando aveva iniziato ad usarla.
paolojarre 2013
Va comunque considerato che per molti
soggetti l’uso riguarda un breve periodo,
collegato all’adolescenza e non
necessariamente continua in età più adulta,
soprattutto tra chi ritiene che l’uso di droga in
generale sia pericoloso (Pavarin 2008).
Tra gli utilizzatori di marijuana che
smettono spontaneamente vi è una elevata
probabilità di aumentare l’uso di altre sostanze
legali come alcol, tabacco e sonniferi, ma non di
iniziare l’uso di altre droghe illecite.
illecite
I principali motivi per tale decisione sembrano
collegati alla percezione di un impatto negativo
con la salute e per migliorare la propria immagine
sociale (Copersino et al. 2006).
paolojarre 2013
Mentre solo I’1% ha usato altre sostanze illegali senza
provare i cannabinoidi. la metà di chi ha provato la
cannabis non è passata, neppure a livello sperimentale,
all’uso di altre droghe.
droghe
Aggiustando per le variabili socio anagrafiche ed
ambientali non si trova associazione tra uso di
cannabinoidi e quello di altre sostanze, che potrebbe
essere specifica solo per certi soggetti o in relazione a
determinate caratteristiche.
caratteristiche (Studio PCS)
paolojarre 2013
Un po’ di storia….
Prima dell'avvento del proibizionismo della
cannabis le diverse varietà della canapa erano
coltivate, fin dall'antichità, in tutto il mondo e
utilizzate in vari e numerosissimi campi:
campi il fusto
costituiva la materia prima per la produzione di carta,
carta
fibre tessili in genere (corde, abbigliamento, scarpe
ecc.), fibre plastiche e concimi naturali;
naturali nella
medicina umana e veterinaria le foglie e soprattutto i
fiori erano molto utilizzati, sostituendo alcuni dei
medicinali industriali presenti oggi in commercio,
specialmente come antiinfiammatorio.
Con la canapa si possono produrre anche cosmetici
come creme, shampoo e saponi.
paolojarre 2013
paolojarre 2013
Prima della proibizione la canapa ha contribuito alla
creazione di una delle prime automobili prodotte in serie (la
Ford TY del 1923), un prototipo della quale era composto per
più del 60% di materiali derivati dalla canapa.
Perfino le case erano costruite in buona parte con prodotti
derivati dalla cannabis (vernici, colle, mattoni, rivestimenti).
I semi (molto ricchi di acidi linoleici , vitamine e aminoacidi
essenziali ) sono stati usati per la spremitura di un olio, valido
anche come combustibile.
Pensiamo al nome del Canavese:
Canavese una delle ipotesi
etimologiche più accreditate accomuna l'etimo a quello della
cannabis.
Con la proibizione della canapa si è diffuso un pattern di
consumo quasi esclusivamente di tipo ricreativo.
ricreativo
paolojarre 2013
All'origine della proibizione ….
Nel Medioevo l'uso proseguì lecitamente sino al 1484 quando
la bolla papale istitutiva dell'Inquisizione ne vietò l'uso ai
fedeli
Summis desiderantes
affectibus
(“Desiderando con supremo ardore”
1484, dicembre 5. Innocenzo VIII)
paolojarre 2013
Le origini della legislazione attuale negli USA e nel mondo
Negli anni trenta ci fu un rinnovato interesse per gli usi industriali della
canapa: vennero studiati nuovi materiali ad alto contenuto di fibra, materie
plastiche, cellulosa e carta di canapa. Con l'olio si producevano già in grande
quantità vernici e carburante per auto. Come già ricordato la Ford produceva la
cosiddetta Hemp Body Car in cui parte della carrozzeria era realizzata in fibra di
canapa rendendo l'auto molto più leggera della media delle auto allora diffuse.
Inoltre il motore funzionava a etanolo di canapa.
Negli anni trenta la tecnologia eco-sostenibile della canapa appariva quindi in
grado di fornire materie prime a numerosi settori dell'industria.
Si erano costituiti però importanti interessi che si contrapponevano all'uso
industriale della canapa.
canapa In particolare, la carta di giornale della catena Hearst
era fabbricata a partire dal legno degli alberi con processi che richiedevano grandi
quantità di solventi chimici a base di petrolio, forniti dalla industria chimica Du
Pont.
Discorso analogo valeva per la nascente industrializzazione del settore della
plastica a partire dal petrolio.
petrolio
paolojarre 2013
Le origini della legislazione attuale negli USA e nel mondo
La Du Pont e la catena di giornali Hearst quindi si
coalizzarono con una campagna di stampa durata anni:
anni la
cannabis, da allora chiamata con il nome di "marijuana" (il nome
messicano era stato probabilmente scelto al fine di mettere la
canapa in cattiva luce, dato che il Messico era allora un paese
"nemico" contro il quale gli USA avevano appena combattuto una
guerra di confine), venne additata come causa di delitti efferati
riportati dalla cronaca del tempo.
"Marijuana" era un termine sconosciuto negli USA, l'opinione
pubblica non sarebbe stata adeguatamente informata del fatto che
il farmaco dalle proprietà rilassanti chiamato "cannabis"
corrispondesse alla "marijuana".
paolojarre 2013
La legislazione negli USA
Prima della promulgazione della legge ci fu per più di due anni negli
USA una campagna mediatica contro la pratica di fumare marijuana ,
promossa da Harry Anslinger.
Si trattava di campagne promozionali che verrebbero oggi considerate
propaganda allarmistica e oscurantista, arbitrarie "reinterpretazioni" di
notizie di cronaca nera: i più efferati omicidi commessi nel paese si scriveva
fossero causati dall'uso di marijuana, definita dai giornali di William Hearst
"assassina della gioventù", o "erba del diavolo".
In un articolo pubblicato sull'American Magazine nel luglio del 1937
Ansliger descrisse ad esempio il caso di un giovane, normalmente
tranquillo, che dopo aver fumato marijuana ammazzò a colpi di scure padre,
madre, due fratelli e una sorella. Si diceva poi che l'uso di marijuana
provocasse nelle donne bianche un desiderio di ricerca di relazioni sessuali
con uomini neri, facendo dunque leva anche su pregiudizi di tipo razzista.
paolojarre 2013
paolojarre 2013
La legislazione negli USA
Il 14 giugno 1937 il presidente Roosevelt firmò il Marijuana Tax Act,
Act
che di fatto impediva la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa, anche a scopo
medicamentale.
La legge fu emanata su richiesta dell'ispettore del Federal Bureau of
Narcotics (FBN) Harry Anslinger. Anslinger riuscì ad ottenere da parte dell'allora
ministro del tesoro Andrew Mellon, suo suocero, l'inserimento di una clausola
che delegava l'FBN (nato cinque anni prima) ad avere competenze
amministrative e potere di polizia per far applicare la legge.
La legge non vietava espressamente il consumo, la compravendita o la
coltivazione ma di fatto rendeva economicamente improponibile l'utilizzo della
Cannabis.
Tassava di un dollaro qualsiasi transazione commerciale riguardante la pianta
o derivati di essa. Introduceva oltretutto un complesso sistema burocratico cui
erano soggiogati i possessori e i coltivatori. Qualsiasi tentativo di evasione
veniva punito con cinque anni di prigione oppure fino a 2000 dollari di multa, o
entrambe, a discrezione della corte.
paolojarre 2013
La legislazione negli USA
Il naturale effetto fu di rendere troppo rischioso commerciare
la canapa, anche per mere finalità agroindustriali; ciò fino alla
seconda guerra mondiale, quando il film Hemp for Victory,
Victory prodotto
nel 1942 dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti,
incoraggiò gli agricoltori a riprendere la coltivazione della pianta
della canapa, poiché poteva essere impiegata per fabbricare le
gomene delle navi da guerra, non essendo possibile usare le altre
materie prime, bloccate dal Giappone.
Nel 1961, con il Single Convention Drug Act, l'ONU classifica
ufficialmente la cannabis come stupefacente.
stupefacente
Determinanti furono le pressioni degli USA.
Il rappresentante americano della Commissione ONU per le
droghe stupefacenti era, ancora lui, Harry Anslinger.
paolojarre 2013
L'attuale legislazione in Italia
Il possesso ed il commercio di derivati della Cannabis è illegale; è stata
inserita nella stesse tabella di eroina e cocaina dal cosiddetto Decreto FiniGiovanardi, legislazione in vigore (TU 309.90) dal febbraio 2006 a poche
settimane orsono: la Legge fissa limiti quantitativi di principio attivo
contenuto nella sostanza detenuta;
- al di sotto dei quali si è considerati consumatori e si commette un illecito
amministrativo comportante una convocazione dal Prefetto che può
concludere il procedimento o con un formale invito a non fare più uso della
sostanza (solo per casi lievi e la prima volta) oppure procedere alla
comminazione di sanzioni quali la sospensione della patente di guida, del
documento d'identità valido per l'espatrio, del porto d'armi o del permesso di
soggiorno ovvero al divieto di conseguire tali autorizzazioni e l'invio al Ser.T.
per accertamenti e cure (che non sono alternativi alle sanzioni);
- al di sopra dei quali da parte delle Forze dell'ordine viene ipotizzato il
reato di spaccio punito con 1 - 6 anni di reclusione per cd. fatti di lieve entità
(art. 73/5 DPR 309/1990) e 6 -20 anni di reclusione per gli altri casi (art.
73/1bis DPR 309/1990).
paolojarre 2013
L'attuale legislazione in Italia
La coltivazione cosiddetta domestica: la giurisprudenza sino al 2008
era ondivaga, riconoscendo talvolta la non punibilità; a seguito della sentenza
delle Sezioni Unite della Cassazione del 24 aprile - 10 luglio 2008, n. 286 è
ora sempre reato qualunque forma di coltivazione delle piante
stupefacenti anche se in piccolissima scala, salva peraltro la offensività in
concreto della condotta: solo in caso di mancanza di principio attivo nelle
piante non si configura il reato.
Una Sentenza della Cassazione del 28 giugno 2011(n°25674),
consente però la coltivazione di un'unica piantina di cannabis nel proprio
terrazzo, giardino, dato che non supera una certa quantità di principio attivo
contenuto in essa.
Quanto all'uso terapeutico di preparati medicinali a base di
marijuana debitamente prescritti secondo le necessità di cura esso è
consentito in via assolutamente teorica.
paolojarre 2013
Regime normativo del consumo personale di cannabis nel mondo 2012
paolojarre 2013
La tossicodipendenza nasce
dall'inestricabile congiunzione tra il
consumo di una data sostanza
psicoattiva ed un dato sistema di
norme giudiziarie, culturali,
antropologiche e religiose.
L'ideologia, di qualsiasi segno,
applicata all'interpretazione dei
comportamenti umani in genere è.....
una droga pesante
la verità scientifica contro l’insostenibile “leggerezza” dei radicali
7 febbraio, 2012
di Stefano Bruni*
*pediatra e ricercatore scientifico
Mentre il mondo radicale continua ad agitarsi scompostamente nella difesa di
improbabili diritti da salvaguardare senza se e senza ma, anche a costo di mentire alla
comunità sulla portata delle conseguenze di certe azioni sull’individuo e la collettività, la
comunità scientifica seria, quella libera da ideologie di qualsiasi tipo, quella che guarda alla
sostanza e alla ripetibilità dei dati scientifici ed alla loro significatività statistica, esce allo
scoperto dimostrando l’inconsistenza di talune teorie e la contraddittorietà di certe tesi....
paolojarre 2013
paolojarre 2013
La droga che già c'è nel nostro
cervello: gli endocannabinoidi
paolojarre 2013
paolojarre 2013
Ruolo fisiopatologico degli endocannabinoidi I
Quello degli endocannabinoidi costituisce un sistema di neuromodulazione in grado di
regolare l'eccitabilità neuronale.
Sulla base di ciò che è già noto si può ipotizzare un ruolo centrale in numerose funzioni.
•In particolare, è stato almeno parzialmente chiarito che le proprietà antiemetiche dei cannabinoidi sono
da mettere in relazione al ruolo del sistema cannabinoide endogeno nella regolazione dei circuiti
cerebrali del vomito.
•Il coinvolgimento del sistema endocannabinoide nei meccanismi che modulano l'appetito è stato
recentemente evidenziato da un significativo aumento dei livelli di endocannabinoidi in tre differenti
modelli animali di obesità.
•È stato evidenziato un coinvolgimento del sistema endocannabinoide endogeno nella modulazione
della spasticità associata alla sclerosi multipla.
•Sempre più numerose evidenze testimoniano la attività analgesica degli endocannabinoidi e le loro
interazioni sinergiche con il sistema degli oppioidi endogeni.
•Recentemente è stato ancora evidenziato il ruolo del sistema endocannabinoide nei processi che
regolano la memoria con particolare attenzione alla fase di estinzione di memorie aversive
paolojarre 2013
Ruolo fisiopatologico degli endocannabinoidi II
• Esistono evidenze a sostegno di un ruolo degli endocannabinoidi nella regolazione dei processi
riproduttivi: in particolare l'anandamide sembra giocare un ruolo cruciale nella regolazione della
fertilità, nel processo di attecchimento dell'embrione e nella progressione della gestazione. Anche nella
fertilità maschile.
• Un recente studio ha inoltre approfondito le proprietà anticonvulsivanti degli endocannabinoidi. In
particolare l'anandamide si è rivelata efficace in un modello animale di epilessia, indicando che
probabilmente l'attività convulsiva è modulata dal tono del sistema cannabinoide endogeno.
•Gli endocannabinoidi sembrano avere un ruolo nella modulazione della risposta immunitaria e
potrebbero avere un ruolo terapeutico nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.
•L'azione vasodilatatoria e ipotensiva degli endocannabinoidi è stata chiamata in causa nella genesi
della ipotensione associata a shock emorragico e endotossinico ma il loro esatto ruolo fisiopatologico
deve essere ancora approfondito.
•Gli endocannabinoidi vengono prodotti per proteggere l'organismo da danni causati da varie situazioni
patologiche, esercitando azione anti-ossidativa.
•È possibile ipotizzare per tali molecole una funzione "anti-stress" simile e complementare a quella
esercitata dalle endorfine sia a livello centrale che periferico.
paolojarre 2013
I rischi ed i danni: cominciamo da un
riassunto ...
paolojarre 2013
Recentemente sono state pubblicate alcune revisioni
della letteratura scientifica (Hall 2009: Minozzi 2009:
Macleod et al. 2004: Moore et al. 2007) col preciso scopo di
definire i principali effetti nocivi dell’uso di cannabis sulla
salute.
Le evidenze di effetti cronici sulla salute sono limitate,
limitate
anche perché derivano in larga parte da studi
osservazionali in cui spesso non è stato controllato in
modo adeguato il ruolo di possibili fattori di
confondimento e in cui non è chiara la direzione del
rapporto causale.
causale
paolojarre 2013
Tenuto conto di questi limiti, i più probabili effetti sulla
salute collegati ad un uso continuativo sono:
* dipendenza psicologica (addiction)
* bronchiti croniche, indebolimento delle funzioni
respiratorie, tumori alle vie respiratorie
* problemi cardiovascolari
* disordini psicotici, questi ultimi soprattutto tra
consumatori abituali con storie personali o familiari di
sintomi simili (Hall 2009).
Tra gli adolescenti viene riportata un’elevata probabilità
di una «complicata» carriera scolastica e un aumento
del rischio di usare altre sostanze illecite, sebbene tali
risultati rimangano collegati a determinati contesti a causa
della difficoltà di isolare il ruolo di altri fattori di
confondimento.
paolojarre 2013
Viene inoltre rilevato che la cannabis, con i pattern
d’uso attuali, molto probabilmente ha un moderato
impatto sulla salute pubblica,
pubblica piccolo se comparato con
alcol, tabacco, eroina e metamfetamine.
Con l’eccezione degli incidenti stradali,
stradali la maggior
parte dei danni sono sperimentati da una parte molto
limitata dei soggetti che diventano consumatori
regolari della sostanza (Hall et al.2003).
paolojarre 2013
Le sostanze psicoattive causano danni tra loro diversi,
riassumibili in tre categorie generali che includono le tipologie di
danni connessi con ciascuna droga:
1) il danno fisico a carico del singolo consumatore
2) la tendenza a indurre dipendenza
3) l’effetto del consumo sulle famiglie, sulle comunità, sulla
società.
società
Dentro questa classificazione, per un gruppo di esperti la
cannabis rispetto ad altre sostanze legali e illegali è considerata
meno dannosa per il danno fisico ma guadagna posizioni
quando si considerano dipendenza e danno sociale
(Nutt et al. 2007).
paolojarre 2013
→-->
paolojarre 2013
paolojarre 2013
Cannabis, mortalità
paolojarre 2013
La tossicità acuta dei cannabinoidi è molto bassa
perché non producono depressione respiratoria come
gli oppioidi.
Mentre per gli eroinomani ed i cocainomani
numerosi studi hanno documentato il maggiore rischio
di decesso ed esiste evidenza scientifica di un rapporto
causale tra l’uso della sostanza e la mortalità, per i
consumatori di cannabis tale relazione non è stata
dimostrata e si deve cercare un riferimento in
modelli esplicativi orientati agli stili di vita.
vita
In letteratura vi sono comunque due studi di coorte
sulla relazione uso di cannabis e rischio di decesso.
paolojarre 2013
In uno studio longitudinale con interviste strutturate
(stato di salute, uso di sostanze legali e illegali, sintomi
psichici, stili di vita) a 45540 maschi militari di leva
svedesi nel periodo 1969/70 con follow-up nel 1983,
mentre nella analisi univariata si evidenzia un rischio di
decesso per i soggetti che hanno dichiarato di aver
consumato più di 50 volte cannabis. nella analisi
multivariate. dove si considera anche il ruolo di altri
potenziali fattori di confondimento, tale relazione perde
di significatività statistica e viene riportato un più elevato
rischio di decesso in relazione a stili di vita (segnalazioni
alla polizia o contatti con servizi per minori), situazione
familiare (genitori divorziati), alto consumo di alcol e
problemi psichiatrici
(Andréasson 1990).
paolojarre 2013
Cannabis, incidentalità stradale ed altri
incidenti acuti
paolojarre 2013
Anche se non è provato un effetto diretto sulla mortalità, va
rilevato che i cannabinoidi costituiscono la più frequente
sostanza psicotropa dopo l’alcol etilico riscontrata in caso
di incidente stradale grave,
grave ma non è chiaro se essi giochino
un ruolo causale:
→ 1) molti studi misurano metaboliti inattivi dei cannabinoidi che
non indicano se il conducente fosse intossicato al momento
dell’incidente;
→ 2) molti soggetti positivi alla cannabis avevano anche alti
livelli di alcol nel sangue
(Raes et al. 2006; Jones 2005; Jones et al. 2007; Mura et al.
2006; Kelly et al. 2004).
paolojarre 2013
Gli studi di prevalenza indicano una correlazione tra consumo
di cannabis e traumatismi, ma l’evidenza scientifica tra i differenti
tipi di studi è inconsistente.
Gli studi epidemiologici condotti utilizzando test sulle droghe
non hanno dimostrato in modo esaustivo la relazione con qualsiasi
tipo di rischio per eventi traumatici (Macdonald et al. 2003).
Negli studi condotti in laboratorio la cannabis produce
diminuzioni nelle prestazioni cognitive e comportamentali che
possono determinare rischi di incidenti che aumentano con la
dose di THC e sono più elevati nei compiti che richiedono
attenzione sostenuta.
sostenuta
Nonostante non vi sia evidenza di una relazione causale (pochi
studi utilizzano gruppi di controllo), la cannabis non può
comunque essere esclusa come fattore di rischio.
paolojarre 2013
In uno studio condotto nell’area metropolitana di
Bologna nel periodo 2001/2003 (Pavarini et all, 2006), è
stato riscontrato un rischio elevato di ospedalizzazione
per incidenti stradali sia tra gli utenti SERT (OR 10.6 lC
95% 7.9-14.2) che tra i soggetti segnalati per consumo
di sostanze illegali ai Nuclei Operativi
Tossicodipendenze della Prefettura (OR 10 lC 95% 6.515.3).
Tra i segnalati inoltre emergeva un rischio
collegato all’uso di cocaina (OR 4 lC 95% 1-15.9) e
amfetamine (OR 18.2 lC 95% 1.7-194.2), non a quello
di hashish (OR 1 lC 95°/o 0.3-4) e debolmente a
quello di marijuana (OR 1.5 lC 95% 0.3-6.7).
paolojarre 2013
Uno studio recente condotto per conto del governo francese dimostra in
modo consistente la relazione tra dose utilizzata di cannabis e incidenti
stradali,
stradali soprattutto in relazione all’aumento della percentuale di THC.
THC
Nel periodo 2001/2003. tra i soggetti coinvolti in incidenti mortali sottoposti
a test per uso di alcol e droga. sono stati selezionati 6766 conducenti
considerati colpevoli (casi) e 3006 non colpevoli (controlli).
La frazione di incidenti mortali attribuibile a qualsiasi dose di cannabis
era del 2.5%, a qualsiasi dose di alcol 28.6%.
Lo studio dimostra comunque che guidare sotto l’influsso della cannabis
aumenta il rischio di coinvolgimento in incidenti stradali.
stradali
Tale rischio ha inoltre una relazione dose/effetto che dimostra in modo
inequivocabile la relazione causale tra consumo recente di cannabis e
coinvolgimento in incidenti stradali
paolojarre 2013
Impatto psicosociale: scuola e
dintorni ...
paolojarre 2013
Varie ricerche hanno trovato una associazione tra uso di
cannabis e basse performances a scuola tra giovani e
adolescenti.
adolescenti
I tassi
d’uso sono più elevati tra i giovani con bassa scolarità
t
o con alti tassi di abbandono scolastico.
→ Una prima spiegazione potrebbe essere che l’uso di cannabis è
una delle cause che contribuiscono a bassi rendimenti
scolastici...
→ ma è anche plausibile ipotizzare che l’uso elevato di
cannabis sia una delle conseguenze di un più breve
percorso scolastico.
scolastico Se invece leggiamo il basso rendimento a
scuola come causa dell’aumento dell’uso di cannabis, che
successivamente riduce le performance, entrambe le ipotesi
possono essere considerate attendibili (Hall 2009).
→ Una terza ipotesi. supportata dalla sovrapposizione tra i fattori a
rischio, considera uso di cannabis e basso rendimento
scolastico come il risultato di fattori comuni che aumentano il
rischio di entrambi.
entrambi
paolojarre 2013
Alcuni studi riportano una relazione tra l’inizio dell’uso
in età precoce (prima dei 15 anni) e abbandono
scolastico che persiste dopo il controllo dei confondenti
(Hall et al. 2005).
Sembra plausibile l’ipotesi che le basse performances a
scuola dei consumatori di cannabis siano attribuibili anche
ad altri fattori di rischio preesistenti per questi specifici
outcomes, oltre ad una combinazione degli effetti tra
intossicazione acuta,
acuta performance cognitive,
cognitive affiliazione
tra pari che abbandonano la scuola e desiderio di fare
una precoce e veloce transizione al mondo adulto.
adulto
paolojarre 2013
I risultati di una revisione sistematica della letteratura specifica
(Macleod et al. 2004) confermano l’esistenza di una associazione
fra uso di cannabis e danni psicosociali, ma dimensioni e forza
dell’associazione sembrano più deboli rispetto a quanto
normalmente ritenuto.
Per gli autori la relazione causale fra uso di cannabis e
danni psicosociali non è dimostrata in modo chiaro ed essi
fanno notare che la stessa associazione viene osservata anche
in studi su uso di tabacco e alcol.
alcol
paolojarre 2013
Negli studi analizzati l’uso di cannabis e la presenza di
problematiche psicosociali condividono antecedenti simili,
simili
come per esempio difficili situazioni durante l’infanzia e altri
fattori legati al gruppo dei pari e alla famiglia d’origine.
Se queste fossero le principali cause del successivo disagio
psicosociale, l’uso di cannabis potrebbe essere un sintomo o
un’espressione, piuttosto che una causa, di un percorso di
vita indirizzato verso outcomes sfavorevoli.
paolojarre 2013
Dai risultati della revisione, che analizza 48 studi longitudinali, 16
dei quali sono stati giudicati di alta qualità metodologica (dove
l’aggiustamento per i fattori confondenti o prognostici porta in generale
ad una attenuazione del rischio a volte sostanziale) emerge che il
consumo di cannabis in età precoce è associato in modo
inconsistente con l’uso di altre sostanze illecite mentre quello
nell’età adulta è fortemente correlato con:
→ I) ridotte capacità di acquisizione delle competenze trasmesse
attraverso l’educazione (forza e grandezza dell’associazione variano);
→ 2) uso di altre droghe;
droghe
→ 3) presenza di problemi psicologici (tipologia variabile da studio a
studio, rilevati attraverso dati self report non corroborati da dati
oggettivi);
→ 4) comportamenti antisociali o altrimenti problematici (valutati
con misure di risultato self report non corroborate da dati oggettivi).
paolojarre 2013
I problemi psicologici potrebbero essere la causa piuttosto
che la conseguenza dell’uso di cannabis; solo alcuni studi tengono
conto di eventuali problemi psicologici presenti al baseline o non
considerano quelli insorti dopo un breve periodo di follow up.
Inoltre potrebbe esistere una predisposizione allo sviluppo di
problemi psicologici e questa potrebbe portare ad avere una
maggiore inclinazione ad assumere sostanze: con studi del tipo di
quelli inclusi in questa revisione sistematica, questa eventuale
relazione causa effetto invertita non può essere né evidenziata né
esclusa.
Non vi sono inoltre modalità condivise per individuare i fattori
confondenti negli studi osservazionali e l’aggiustamento, seppur
utile, può non eliminare completamente la distorsione.
paolojarre 2013
Rischi respiratori e cardiovascolari ...
paolojarre 2013
I fumatori di cannabis inalano più in profondità
rispetto ai fumatori di tabacco, ritenendo maggiori
particelle di catrame, ed i fumatori abituali mostrano
molti degli specifici cambiamenti patologici nelle cellule
dei polmoni che precedono lo sviluppo del cancro nei
fumatori di tabacco.
I consumatori abituali riportano maggiori sintomi di
bronchiti croniche rispetto ai non fumatori, ma non c’è
evidenza che il consumo “cronico” aumenti il rischio di
enfisema polmonare
(Sidney 2002).
paolojarre 2013
Vi sono buone ragioni per credere che la cannabis sia
concausa di tumore al polmone. in quanto il fumo prodotto dalla
sostanza contiene molti degli stessi carcinogeni del fumo di
tabacco che causano tumori alle vie respiratorie, anche se gli
studi epidemiologici hanno prodotto risultati discordanti (Hall et
al. 2005).
Sia negli umani che negli studi di laboratorio con cavie
animali, cannabis e THC producono un aumento del battito
cardiaco dose-correlato.
Gli effetti fisiologici acuti della marijuana includono un
aumento del battito cardiaco dipendente dal dosaggio ed un
leggero aumento della pressione del sangue (Sidney 2002).
paolojarre 2013
Sebbene vi siano molti possibili meccanismi in base ai
quali l’uso di marijuana può contribuire allo sviluppo di disturbi
cardiovascolari o a provocare eventi acuti, ci sono pochi studi
riguardanti tale relazione.
Va rilevato che un consistente studio di coorte non ha
evidenziato associazione tra uso di marijuana con ricoveri
ospedalieri o rischio di decesso specifici per disturbi
cardiovascolari (Sidney 2002).
Uno studio del 2001 ha dimostrato invece che l’uso di
cannabis aumenta il rischio di infarto al miocardio di 4.8
volte (lE’ 95% 2.4-9.5) nell’ora successiva all’uso per poi
diminuire (almeno due ore prima OR 1.7 lE’ 95% 0.6-5.1)
(Rulittleman et al. 2001). Si tratta di uno studio su 3882
pazienti con infarto al miocardio acuto intervistati entro quattro
giorni dall’evento, di cui il 3.2% ha riportato un uso di
marijuana nell’ora precedente il sintomo.
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Psicosi...
paolojarre 2013
Nelle ricerche condotte sulla popolazione generale l’uso di
cannabis è associato a sintomi psicotici e la relazione persiste
anche dopo l’aggiustamento con altri fattori (Degenhart et al.
2001).
La maggiore evidenza che questa associazione può essere
causale deriva dagli studi longitudinali.
 Uno degli studi prospettici più lunghi su uso di cannabis e
schizofrenia è il follow up di 15 anni di oltre 50 mila militari di leva
svedesi (Andréasson et al. 1987). Si è trovato che chi ha provato
cannabis prima dei 18 anni di età aveva una probabilità di 2.4
volte maggiore di avere una diagnosi per schizofrenia rispetto
agli altri alla visita di leva.
leva Il rischio aumentava con la frequenza e la
precocità d’uso e rimaneva statisticamente significativo anche dopo
l’aggiustamento delle variabili di confondimento.
Dopo 27 anni di follow up viene trovata una relazione anche col
dosaggio, sempre per l’uso prima dei 18 anni di età (Zammit et al.
2002).
paolojarre 2013
Viene inoltre dimostrato che la relazione persiste dopo il
controllo statistico degli effetti dell’uso di altre droghe e altri
potenziali fattori di confondimento.
Viene stimato che il 13% dei casi di schizofrenia potrebbe
essere evitato se tutto l’uso di cannabis fosse impedito.
Questi risultati sembrano supportati da altri studi
longitudinali.
 Uno studio olandese trova una relazione dose risposta tra
uso di cannabis e successivi sintomi psichici durante il
periodo di follow up che persiste dopo l’aggiustamento per il
confondimento dovuto all’uso di altre sostanze (Van Os et al.
2002).
Nello studio, con follow up durato 3 anni, l’uso di cannabis
predice successivi sintomi psicotici (OR 2.76 IC 95% 1.18-6.47) e
più del 50% delle diagnosi di psicosi potrebbero essere attribuite
all’uso della sostanza.
paolojarre 2013
 Fergusson riporta risultati simili: la dipendenza da
cannabis secondo i Cnteri del DSM-IV a 18 anni predice
un incremento del rischio di sintomi pslcotici a 21 anni
(RR 3.7 IQ 95% 2.8-5.0) che si riduce ma rimane
statisticamente significativo dopo il controllo dei
confondenti (RR 1.8 lC 95% 1.2-1.6) (Fergusson et al.
2003).
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Moore (Moore et al. 2007) effettua una meta-analisi degli studi
longitudinali condotti sull’intera popolazione (35 considerati di
buona qualità su 4804 individuati) e riporta un aumento del rischio
di disturbi psicotici in soggetti che hanno consumato cannabis
(OR 1.41 IC 95% 1.20-1.65) e una relazione dose risposta,
risposta con
un rischio maggiore tra i soggetti con uso frequente (OR 2.09
IC 95% 1.54-2.84).
I risultati delle analisi ristretti agli studi più rilevanti dal punto di
vista clinico erano simili.
L’analisi separata di disturbi specifici come depressione, idee di
suicidio ed ansia evidenzia risultati poco consistenti.
Per gli autori,
autori anche se l’associazione tra uso di cannabis e
psicosi era attenuata dopo il controllo di alcuni potenziali
confondenti, vi è evidenza di un ruolo della cannabis
nell’incremento del rischio di eventi psicotici
paolojarre 2013
Però una evidenza contro la esistenza di una relazione
causale fra uso di cannabis e problemi psicologici deriva
dall’andamento del danno psicologico nella popolazione
generale.
generale
Se vi fosse una netta relazione causale fra uso di cannabis e
sviluppo di schizofrenia, si sarebbe assistito ad un sensibile
aumento dell’incidenza di schizofrenia nella popolazione generale in
relazione all’aumento della prevalenza dell’uso di cannabis.
Uno studio recente sui trend d’incidenza della psicosi
condotto in Gran Bretagna non trova un aumento in relazione
all’incremento dell’uso di cannabis (Hickman et al. 2007).
paolojarre 2013
Per verificare se il consumo di cannabis induca a peggiorare
gli outcomes in soggetti con psicosi,
psicosi o se tale impressione sia
condizionata da altri fattori è stata effettuata una revisione della
letteratura scientifica dove su 15303 studi individuati solo 13 sono
stati considerati di buona qualità (Zammit et al. 2008).
L’uso di cannabis è associato in modo consistente alla non
aderenza ai trattamenti farmacologici e conseguenti ricadute
che determinano un aumento della durata dell’ospedalizzazione.
Pochi studi tengono conto dello stato di salute mentale al
baseline e la maggior parte non aggiusta i risultati per uso di alcol o
altri potenziali fattori di confondimento. L’utilizzo nelle analisi anche
di pochi confondenti spesso attenua o riduce la forza della
relazione.
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Cancro...
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paolojarre 2013
Fertilità...
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Human reproduction
(Oxford, England) Data:2013 May
Anandamide modulates human sperm motility: implications for
men with asthenozoospermia and
oligoasthenoteratozoospermia
Endocannabinoid Research Group, Reproductive Science Section, Department of Cancer
Studies and Molecular Medicine, University of Leicester, Leicester LE2 7LX, UK
Centre for Radiation, Chemical and Environmental Hazards, Health Protection Agency,
Didcot, Chilton, Oxfordshire OX11 0RQ, UK
Systems Toxicology Group, MRC Toxicology Unit, Hodgkin Building, Lancaster Road,
Leicester LE1 9HN, UK
London Women's Clinic, 113-115 Harley Street, London W1G 6AP, UK
1
2
3
4
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Cannabis in gravidanza...
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… After adjustment for confounding, cannabis use was not associated
with mean birth weight or gestational age or with low birth weight or
preterm delivery.
Conclusion: Women who report use of illicit drugs during pregnancy differ
in demographic and socioeconomic background from nonusers. Reported
cannabis use does not seem to be associated with low birth weight or
preterm birth.
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Infezioni orali...
paolojarre 2013
Memoria...
paolojarre 2013
Suicidio...
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… Although there was a strong association between cannabis
use and suicide, this was explained by markers of
psychological and behavioural problems.
These results suggest that cannabis use is unlikely to have a
strong effect on risk of completed suicide, either directly or as
a consequence of mental health problems secondary to its use.
use
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L'aumentata potenza della Cannabis;
mito o realtà? ...
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La teoria del 16 percento è un assunto nato a cavallo fra gli anni
ottanta e gli anni novanta, secondo il quale la marijuana in commercio al
giorno d'oggi sarebbe da ritenersi non più come una “droga leggera” bensì
come una "droga pesante", in virtù del suo contenuto in THC quadruplicato
rispetto al passato, ossia dal 4% circa al 16% (da cui il nome della teoria).
Ne sono state presentate innumerevoli varianti a seconda del periodo
storico e della percentuale di THC indicata, con estremi citati che vanno da
un minimo dell'1% ad un massimo del 37%; in quest'ottica la "potente
Marijuana di oggi" è frequentemente chiamata, da fine anni novanta,
"skunk".
Spesso, per giustificare l'origine del supposto aumento di THC nella
Marijuana, i mass media si sono riferiti a questa "nuova" Cannabis come
"supermarijuana", un tipo di "marijuana OGM" o "transgenica", ossia
modificata geneticamente: ciò non è corretto, trattandosi questi di incroci
indotti dall'uomo per selezionare il carattere della produzione di THC, come
si fa ad altri scopi per selezionare ad esempio le razze di gatti e cani.
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Contenuto in THC
In effetti nelle varietà con effetti psicoattivi attualmente in uso,
la percentuale di THC può variare dal 7% al 14%.
È stato ipotizzato da alcuni che il mercato illegale della cannabis
britannico sia dominato da varietà estremamente ricche in THC, fino a 4
volte i livelli normali, ovvero fino ad una concentrazione del 30%, ma
studi del 2007 dell’Università di Oxford asseriscono che per quanto
riguarda il mercato della cannabis britannica, i contenuti in THC della
droga in vendita non sono in media superiori al 14%, ovvero sono solo
raddoppiati dal 1995 al 2005,e che il campione con il più elevato tenore
di THC non supererebbe il 24%.
A facilitare il percorso verso percentuali più elevate è stata la
tecnica di coltura indoor che permette di ottimizzare la qualità del
prodotto.
Non è detto che non esistano varietà molto più ricche in THC, ma
esse non sono dominanti sul mercato e probabilmente limitato ad una
cerchia più ristretta del mercato.
paolojarre 2013
La percentuale di principio attivo, il THC, sembra essere
in aumento, soprattutto tra le piante prodotte a livello
domestico e questo, assieme alle politiche di sanzionanento
del consumo. potrebbe essere uno dei motivi che spiegano
l’aumento della domanda di trattamento presso servizi
pubblici e privati.
L’incremento della percentuale di THC potrebbe
aumentare in modo plausibile il rischio di incidenti
stradali per chi usa cannabinoidi.
Per i consumatori inesperti può aumentare ansia,
depressione e sintomi psicotici, anche se va considerato che
questi effetti possono scoraggiare i soggetti alle prime
esperienze dal continuare l’uso nel tempo.
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Cannabis medica ...
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… O v e r a ll there is evidence that cannabinoids are s afe and modes tly effective
in neuropathic pain with preliminary evidence of efficacy in fibromyalg ia and
rheumatoid arthritis . T h e c o n te x t o f th e n e e d fo r a d d it io n a l tr e a tm e n ts fo r c h r o n ic
p a in is r e v ie w e d . F u r th e r la r g e s t u d ie s o f lo n g e r d u r a tio n e x a m in in g s p e c ific
c a n n a b in o id s in h o m o g e n e o u s p o p u la t io n s a r e r e q u ir e d .
paolojarre 2013
paolojarre 2013
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We recently discovered that the prevalence of obesity is paradoxically much
lower in cannabis users as compared to non-users and that this difference is
not accounted for by tobacco smoking status and is still present after adjusting
for variables such as sex and age. Here, we propose that this effect is directly
related to exposure to the D9-tetrahydrocannabinol (THC) present in cannabis
smoke. We therefore propose the seemingly paradoxical hypothesis that THC
or a THC/cannabidiol combination drug may produce weight loss and may be
a useful therapeutic for the treatment of obesity and its complications.
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paolojarre 2013
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Last but no least: Cannabis, porta
d'ingresso (gateway) o vulnerabilità
comune (common liability)? ...
28 aprile 2013 Sparatoria Palazzo Chigi, i testimoni: "Ha sparato ad
altezza d'uomo. C'era tanto sangue"
paolojarre 2013
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Vi sono vari tipi di spiegazioni per spiegare la “carriera”
nell’uso delle sostanze psicoattive che quasi invariabilmente
prevede che i consumatori di cocaina e eroina abbiano prima
sperimentato alcol, tabacco e cannabis:
→ siccome la cannabis e le altre sostanze illecite sono
disponibili nello stesso mercato illegale,
illegale i consumatori di
cannabis hanno maggiori opportunità di Incontrare ed usare
altre sostanze illecite rispetto ai non consumatori:
→ i soggetti che consumano cannabis con maggiore frequenza
sono più facilmente disponibili ad usare altre sostanze illecite
per ragioni non correlate con l’uso della cannabis;
cannabis
→ gli effetti farmacologici della cannabis aumentano la
propensione ad utilizzare altre sostanze illecite.
E' comunque difficile escludere l’ipotesi che i pattern d’uso
riflettano le caratteristiche comuni di chi usa sia cannabis che
altre droghe (HalI et al. 2005).
paolojarre 2013
Potrebbero essere le caratteristiche personali e specifiche
degli individui che usano cannabis a determinare il successivo
utilizzo di altre sostanze,
sostanze tali caratteristiche potrebbero essere
collegate ad una predisposizione individuale a comportamenti
devianti, come uso di droghe. atti criminali e attività sessuali precoci.
Tale propensione potrebbe essere dovuta all’ambiente di
origine o ad una qualche vulnerabilità di tipo genetico o alla
combinazione tra i due fattori.
fattori
Comunque. anche se l’associazione con l'uso precoce fosse
definita come causale, i meccanismi con cui agisce rimangono da
chiarire:
→ l’iniziale esperienza con la cannabis, che è frequentemente
collegata col piacere,
piacere potrebbe incoraggiare l’uso continuo della
sostanza e la sperimentazione di altre droghe;
→ esperienze positive con la cannabis potrebbero ridurre la
percezione del rischio e perciò ridurre le barriere con altre
sostanze;
→ 3) l’accesso alla cannabis potrebbe favorire l’accesso ad altre
droghe tramite il contatto con gli spacciatori (Lynskey et al.
2003 ).
Una interpretazione lineare del primo uso delle varie sostanze in
successione è discutibile ed i risultati di una qualsiasi ricerca in tal
senso sono esposti ad un serio rischio di uso strumentale.
Nonostante evidenti differenze, vi è comunque un sostanziale
accordo tra i vari autori sul fatto che il passaggio da una sostanza
all’altra non avvenga in modo automatico e che giochino un ruolo
importante diversi fattori socio ambientali, cui si aggiungono le
caratteristiche individuali dei consumatori e la presenza di un unico
mercato in cui sono presenti tutte le sostanze illegali.
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Background: It is unclear whether the normative sequence of drug use initiation,
beginning with tobacco and alcohol, progressing to cannabis and then other illicit drugs, is
due to causal effects of specific earlier drug use promoting progression, or to
influences of other variables such as drug availability and attitudes.
One way to investigate this is to see whether risk of later drug use in the sequence,
conditional on use of drugs earlier in the sequence, changes according to time-space
variation in use prevalence.
We compared patterns and order of initiation of alcohol, tobacco, cannabis, and other illicit
drug use across 17 countries with a wide range of drug use prevalence.
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Results:
Initiation of “gateway” substances (i.e. alcohol, tobacco and cannabis) was differentially
associated with subsequent onset of other illicit drug use based on background
prevalence of gateway substance use.
Cross-country differences in substance use prevalence also corresponded to differences
in the likelihood of individuals reporting a non-normative sequence of substance
initiation..
Conclusion:
These results suggest the “gateway” pattern at least partially reflects unmeasured
common causes rather than causal effects of specific drugs on subsequent use of
others. This implies that successful efforts to prevent use of specific “gateway” drugs
may not in themselves lead to major reductions in the use of later drugs.
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FINE
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Dispense primo incontro.