La ballata di Cappuccetto Rosso
Vicino a una foresta silenziosa
la mamma disse: “Devi portar questa
alla nonnina oltre la foresta.
in u na ca sa co n l e t end e ro sa
Però, nella foresta buia e fitta,
e so p ra il t et to una b a nd i e ri na
tu dovrai camminare svelta e dritta:
vivevano una mamma e una bambina.
Un giorno uscì la mamma dalla porta
co n u n p a n i e r e i n cu i c ’ e ra u na t o rta
e, sp o rg end o si un p o c o v e r s o i l
fo s so ,
chiamò la figlia: “Cappuccetto Rosso!”
non perder tempo, e dopo fa ritorno,
prima che sia finito il chiaro giorno”.
E Cappuccetto Rosso col cestino
allegramente si mise in cammino.
La bambina salì, tutta bagnata,
Nella foresta c’era l’ombra e il sole,
e dopo che si fu ben asciugata
uccelli e funghi e margherite e viole.
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La ballata di Cappuccetto Rosso
E Cappuccetto assaggiò un lampone,
Ma, assaggia questa e raccogli quello,
e fragole, che eran molto buone:
mettine una in bocca, o nel cestello,
“Una la mangio per la mamma bella
il Lupo nero fiuta la bambina
e una per la zia, che è sua sorella,
e tra le piante, piano, si avvicina.
La terza per papà, che è boscaiolo,
E mentre il Lupo la guarda e la fiuta
la quarta me la mangio per me solo…”
Cappuccetto si sente un po’ sperduta:
E dopo, ricordandosi di andare,
si guarda attorno e gira la testa:
ricominciava un poco a camminare:
quanti sentieri ha quella foresta…
ma vedendo qualche margherita
ne prese dieci, come son le dita.
Vien fuori il Lupo e le chiede: “Figliola,
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ma dove vai, così carina e sola?”
perché vorrebbe farne un bocconcino:
“Dalla mia nonna me ne voglio andare,
ma poi, volendo fare doppia cena,
ma mi son persa, e non so che fare”.
dice con voce docile e serena:
Il Lupo mostrò i denti in un sorriso
“Cappuccetto, sei molto fortunata
e a Cappuccetto mormorò sul viso:
che, passando di qui, io ti ho incontrata:
“Come ti chiami, belle trecce bionde?”
perché la strada ti posso insegnare
“Io? Cappuccetto Rosso”, lei risponde.
Il Lupo se la guarda da vicino
e dalla nonna tu potrai arrivare!”
“Davvero? Grazie! E qual è il sentiero?”
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La ballata di Cappuccetto Rosso
“Quello che inizia da quel tronco nero”.
La porta è chiusa. Piano, il Lupo bussa.
“Allora vado, perché è un poco tardi…”
La nonna dorme. Non lo sente, e russa.
“Buon viaggio, cara, e che Iddio ti guardi!”
Il Lupo bussa forte: dal suo letto
Ma mentre Cappuccetto s’incammina,
la nonna chiede: “Chi è?” “Cappuccetto!”,
il Lupo corre giù per la china,
risponde il Lupo con la voce fina:
vola su un fosso, sale a zampa sciolta,
scavalca tronchi, fra le rocce svolta:
in poco tempo è presso la casetta
“Tira il paletto ed entra, piccolina!”
Il Lupo apre la porta, fa un gran salto,
sulla nonnina arriva giù dall’alto,
dove la nonna Cappuccetto aspetta.
e prima che lei possa aver spavento
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la ingoia tutta intera in un momento.
Poi si appoggia la cuffia sulla testa,
“Che grandi occhi hai, cara nonnina!”
“E’ per vederti meglio, nipotina!
va sotto le coperte e fermo resta.
Ma su, vieni! Su, vieni un po' più avanti,
Sente bussare e con voce in falsetto
io sono vecchia sai, anni ne ho tanti!”
dice: “Chi è?” “Ciao, sono Cappuccetto!”
“Ma che orecchie lunghe hai, nonnina!”
“Tira il paletto ed entra, piccolina!”
“E’ per sentirti meglio, nipotina!
fa il Lupo con la voce di vecchina.
Ma vieni, vieni qui, vicino al letto...
E Cappuccetto apre la porta piano,
Vieni dalla tua nonna, Cappuccetto!”
entra, e guarda, e resta un po' lontano.
“Che denti lunghi hai, cara nonnina!”
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La ballata di Cappuccetto Rosso
“E' per mangiarti meglio, piccolina!”
si addormenta con la bocca aperta
e sollevando svelto la coperta
salta su Cappuccetto a bocca aperta:
e russa con la pancia alla scoperta.
così, come la nonna, il gran birbone
ingoia la nipote in un boccone.
Lì nella pancia, dentro il buio stretto,
si abbracciano la nonna e Cappuccetto.
Passò lì fuori un bravo cacciatore
che cacciava ormai da molte ore
e, avendo sete, andava alla casetta
per chiedere un bicchiere d'acqua schietta.
A quel secondo pasto, sazio e pieno,
Ma, alla porta, il gran russare sente.
il Lupo si distende, e in un baleno
“Questa non è la nonna, certamente...”
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e tutte e due lo abbracciarono stretto.
G ua rd ò d a l la fi n e st r a e v id e i l L up o
che gorgogliava con il gozzo cupo.
Poi, tutti e tre, se ne andarono al fosso,
ciascuno scelse un bel sasso grosso
E vide che la pancia si agitava,
di qua, di là, pian piano si spostava.
tornarono e lo misero nel Lupo
Allora il cacciatore, piano piano,
che gorgogliava con il gozzo cupo.
entrò in casa col pugnale in mano.
Poi la nonnina prese guglia e ago
Fece un bel taglio nella pancia nera
e cucì la pellaccia con lo spago,
e tirò fuori la nonnina intera,
poi andarono tutti a fare festa,
poi tirò fuori anche Cappuccetto
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La ballata di Cappuccetto Rosso
con latte e torta, dentro la foresta
pensò, mentre avanzava a passettini.
Ma quando si affacciò sopra la vasca
Si svegliò il Lupo e sentì grande arsura
ecco che per il peso in acqua casca,
e si tastò la pancia gonfia e dura:
va sotto con il naso e con la testa,
“Dev'essere la carne della vecchia...
annaspa, beve, ed annegato resta.
Che sete! Mi berrò una bella secchia!”
Così finì quel Lupo ingannatore,
Pesante e lento andò alla fontana,
mentre nipote, nonna e cacciatore,
che gli sembrò un po' troppo lontana.
coglievano ciliegie rosse e nere:
“Dovrei mangiare solo dei bambini!”
una in bocca, e una nel paniere.
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La ballata di Cappuccetto Rosso
“Una ciliegia dolce per il sole,
un' altra per la nonna che la vuole!
E tutte le hanno prese, una ad una:
a me e a voi non ne resta nessuna.
La terza per il bravo cacciatore,
E noi, se la ciliegia non ci tocca,
e una a Cappuccetto, per favore!”
ci metteremo tutti il dito in bocca.
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