Storia di bruchi e farfalle
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Il mondo è pieno di strane storie.
Ogni storia, piccola o grande che sia, è il vissuto di qualcuno e può diventare
insegnamento per altri.
Ho deciso così di raccontarvene
una molto particolare, una storia
di bruchi e farfalle.
Ah! chi vi parla è un vecchio
albero millenario.
In me è registrata la storia di
ogni avvenimento del pianeta
perché, fin dalla mia nascita, ogni
elemento della Terra mi ha
sempre informato di ciò che
accadeva.
Tutto ebbe inizio un giorno d’estate, quando ricevetti la visita di una meravigliosa
farfalla.
Era un’ambasciatrice venuta a chiedermi consiglio su un fatto molto strano che si
stava verificando in una delle loro colonie.
Erano nati bellissimi bruchi che trascorrevano le giornate su meravigliose e
gustosissime foglie, assaporando frutti succulenti. Tutto procedeva bene, fino a
quando giunse il tempo, per ognuno, di costruire il proprio bozzolo. Uno dei bruchi
cominciò a lamentarsi, affermando di non comprendere la ragione di eseguire un lavoro
tanto faticoso. Molte erano le rinunce, come non mangiare, non godere del sole, non
restare in compagnia degli amici e per di più bisognava chiudersi in una tomba
costruita da sé stessi e dover morire…
“Per trasformarsi in farfalle?... e chi ci assicura che
tutto questo accadrà? - Diceva il bruco - e se a un
bruco piacesse restare ciò che è? Ho proprio il
sospetto che le farfalle ci stiano imbrogliando!
Scommetto che una volta chiusi in quei bozzoli, faremo
da pasto a qualcuno… altro che diventare come loro!
E poi chi sono veramente? Dicono di possedere
bellissime ali variopinte, che consentono loro di
spostarsi velocemente. Io onestamente non le ho mai viste! Vedo solo delle zampette e
un corpo pelosi! Ci dicono anche che al nostro livello non possiamo vedere altro… ma chi
pensano di prendere in giro? Da dove potrebbero mai spuntare quelle zampe, quel pelo,
e le ali di cui parlano? Dal nulla?”
Così aveva cominciato a fare un gran baccano, gridando il suo disappunto. Certi bruchi,
approvando la sua protesta si erano uniti a lui, altri, scuotendo la testa, avevano
intrapreso la costruzione del bozzolo, ben sapendo che quella era l’unica cosa da fare!
Le farfalle, disorientate, avevano cercato di convincere i
bruchi ribelli, ma, non avendo ottenuto alcun risultato,
avevano deciso di inviare un’ambasciatrice per chiedere
consiglio all’albero antico la cui saggezza, frutto di un
esperienza secolare, era nota a tutti.
Dopo aver ascoltato attentamente la storia della farfalla, me
ne stetti in raccoglimento un po’ di tempo per consultare il
mio archivio. “Ecco – dissi - ogni tanto a qualche specie
succede qualcosa di simile, si chiama ribellione alle leggi, separazione dalla vita”. “Ma è
terribile! - disse la farfalla - c’è qualche speranza per questi poveri bruchi?”
ALBERO :“beh si… certo… non sarà facile né per i bruchi né per voi farfalle che avete
il compito di aiutarli. Vedi, per aiutare le creature che si trovano in tali condizioni,
bisogna conoscere le leggi che governano la vita, capire come la ribellione agisce sulla
struttura psico-fisica. Vi è uno stravolgimento totale: chi si ribella non sa più chi è!
Nel profondo è spaventato, ha paura della separazione creata; si sente come un orfano
bisognoso di sicurezze e di certezze. Comincia a costruirsi un’identità fatta di falsi
valori e falsi bisogni cui corrisponde un crescente senso di vuoto. Elabora poi idee su
tutto e tutti senza preoccuparsi di verificarne la veridicità. Le idee, divenute così
giudizi, si trasformano ben presto in pregiudizi costituendo una fitta rete, in tutto e
per tutto simile ad una prigione. Quando l’individuo arriva a questo punto, la sua vita è
piena di drammi e di conflitti che egli deve sostenere e alimentare per difendere le
sue idee, divenute ormai verità assolute e inconfutabili. Così fugge da un aspetto
importante della vita che è il confronto con le cose e con gli altri e cresce in lui
sempre di più l’attitudine a tenere ogni cosa sotto controllo. La paura, gli crea sia
rigidità e volontà di controllo, che il suo contrario, irrequietezza e fuga dalla realtà.
Insegnai all’ambasciatrice tutto ciò che era utile alla situazione. Feci molto presto,
poiché le creature che stanno nel fluire della vita invece che nel blocco della paura,
non ponendo ostacoli, imparano velocemente.
Dal momento che anche le altre farfalle furono istruite, cominciò il lavoro.
Le farfalle organizzarono scuole di auto-conoscenza per
bruchi.
Le ragioni che spingevano i bruchi ad entrare nelle scuole,
erano molteplici: c’erano quelli che volevano sentirsi parte
di un gruppo; quelli che erano disperati e stavano male
fisicamente; coloro che si erano stancati del proprio
quotidiano troppo vuoto e piatto; quelli che volevano
appagare la propria sete di conoscenza, coloro che erano
mossi da una spinta emozionale; quelli che si rendevano
conto della inconsistenza delle verità acquisite, e così via.
La prima domanda che ponevano le farfalle era: ”sapete chi siete?”
La risposta era spesso: ”certo che so chi sono!” A quel punto, una parte dei
partecipanti abbandonava, convinto che quella era una scuola per matti. Per chi
rimaneva cominciava effettivamente un’avventura; l’avventura più importante che ci sia
cioè andare alla scoperta della propria identità, della propria essenza!
Cercare di rendere i bruchi consapevoli della loro condizione, riuscire a mostrare la
menzogna e le illusioni della loro vita, era un’impresa quasi impossibile! Molti, davanti
alla vista di frammenti di se stessi, scappavano; non riuscivano a reggere il peso di
piccole verità che li riguardavano.
C’era chi, ad esempio, si sopravvalutava o si sottovalutava, chi credeva di non essere
aggressivo, chi pensava di non temere il giudizio altrui, chi credeva di non giudicare, e
così via… Insomma, ognuno si attribuiva
caratteristiche, quasi mai corrispondenti alla
realtà; quando riusciva a intravedere qualcosa, si
giustificava dando colpe a destra e a sinistra,
specialmente alle insegnanti-farfalle ritenute
responsabili, del disagio che stava vivendo. Non
riusciva a comprendere che, riuscire a restare nel
disagio, era una grande opportunità per osservare
delle parti di sé stesso. Le farfalle, dal canto
loro, si limitavano a impartire esercizi di auto osservazione, o ad enunciare conoscenze
sul funzionamento delle leggi. Il rischio di perdere il treno, per le creature che
desiderano risvegliarsi, e spazzare via la nebbia dell’ignoranza e della menzogna, era,
ovviamente, sempre in agguato, però coloro che, nonostante tutte le difficoltà
proseguivano, potevano ripulirsi di sovrastrutture e fantasie da loro stessi create, e,
divenuti liberi e leggeri, costruire il proprio bozzolo.
Le nuove farfalle, sin dalla nascita mostrarono una bellezza mai vista prima: era la
bellezza della consapevolezza!!!!!!!!
Le farfalle sono creature meravigliose,
ci insegnano che solo nel silenzio interiore,
in una profonda contemplazione di sé,
giace il segreto di una reale trasformazione!
Spero che questo racconto possa servire
come stimolo ad ognuno per incominciare a
porsi con presenza, intelligenza e coraggio,
domande vere e profonde che lo portino a
superare i confini del proprio piccolo archivio
personale costituito da risposte preconfezionate e certezze non verificate.
A coloro, che decidono di avventurarsi nella
profondità di sé stessi, auguro un buon
viaggio e ricordo che le gemme più preziose
si trovano sempre nella profondità della
terra!!!!
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Cati
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