POLITICHE DEL LAVORO
Parte II^
La SEO, i Modelli Occupazionali,
le Politiche del lavoro e
le Politiche dei redditi
Persistenza dell’alta disoccupazione europea:
a livello comunitario le strategie occupazionali puntavano ad una maggiore
“flessibilità” del mercato del lavoro
FONTE: CER Rapporto n.1.2008
Durante gli anni novanta…
- sono state avviate numerose riforme sui mercati del lavoro dei paesi
comunitari con l’obiettivo di ridurre le rigidità esistenti attraverso:
***
-
A) maggiore diffusione dei contratti atipici (part-time e a termine) e
deregolamentazione più marcata dei rapporti di lavoro (solo Fl, Sl, Au)
e Sp hanno ridotto EPL per i regolari), anche attraverso un più ampio
ricorso alle “agenzie” di lavoro temporaneo (Be, It, Gr, Sv, DK , Hu, Po e
Ge); rimborso di contributi o crediti di imposta per l’impiego di
lavoratori part-time (Fr e Sp)
-
B) riforme dei sistemi pensionistici innalzando l’età minima del
pensionamento (AT, BE, IT) , incentivi al pensionamento “attivo” (Sv)
-
C) modifiche dei criteri di accesso ai sussidi di disoccupazione (Fr,
Ge, Be) e/o di invalidità (Ol)
Cresceva l’impiego del
lavoro atipico
Part-time
Lav. autonomo
Contratti a termine
L’Italia è tra i paesi che ha maggiormente ridotto la regolamentazione
del lavoro temporaneo (dimezzandone il grado)
TRATTATO DI MAASTRICHT (TUE) 1992
•
TRATTATO AMSTERDAM 1997
Gli Stati membri e la Comunità (l’Ue) (…) si adoperano per sviluppare una strategia
coordinata a favore dell’occupazione e, in particolare, a favore della promozione di una
forza lavoro competente, qualificata, adattabile e di mercati del lavoro in grado di
rispondere ai mutamenti economici (…) (Titolo VIII art. 125)
_______________________________________________________
Strategia Europea Occupazione
• SUMMIT LUSSEMBURGO
SEO
1997
• ------------------------------------------------------------------------------------------CONSIGLIO EUROPEO LISBONA 2000
Ridefinizione della SEO: obiettivo dell’Ue per il decennio successivo è quello di “diventare
l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, capace di una
crescita economica sostenibile, con maggiori e migliori posti di lavoro e maggiore
MONITORAGGIO
coesione sociale”
INCENTIVI
per
Metodo di Coordinamento Aperto (MAC) coordin. “soft”
________________________________
TRATTATO LISBONA 2007
2009 (cap.IX) art.147
•Buone pratiche
•Convergenza
•Cooperazione
Fasi SEO
2000-2003 quattro pilastri SEO:
a) Occupabilità
b) Imprenditorialità
c) Adattabilità
d) Pari opportunità
Obiettivi per il 2010
T.O. totale = 70%
T.O. femminile= 60%
T.O. età 55-65 = 50%
2003-2007 “Futuro della Strategia Europea dell’Occupazione”
tre obiettivi strategici (+ 10 linee guida):
1) raggiungimento della piena occupazione
2) miglioramento della qualità e della produttività del lavoro
3) rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale
2007-2013 Riforma SEO
Trattato di Lisbona 2007(2009)
Titolo IX: occupazione
Titolo X: politica sociale
TitoloXI: fondo sociale europeo
TitoloXII: istruzione, formazione professionale
(Titolo IV: libera circolazione delle persone…)
IL TRATTATO DI LISB0NA
(cap.IX) art.147
PAESI “VIRTUOSI” rispetto agli obiettivi SEO
nel 2009:
solo 7 paesi raggiungono nel 2010 tutti gli obiettivi occupazionali
T.O.tot.
>= 70%
T.O.femm.
>= 60%
T.O. anziani
>= 50%
DANIMARCA, OLANDA, SVEZIA, AUSTRIA, REGNO UNITO,
FINLANDIA, CIPRO, GERMANIA
DANIMARCA, OLANDA, SVEZIA, AUSTRIA, REGNO UNITO,
FINLANDIA, CIPRO,GERMANIA, ESTONIA, LETTONIA,
SLOVENIA, PORTOGALLO,IRLANDA, FRANCIA
SVEZIA, ESTONIA, LETTONIA, DANIMARCA, REGNO UNITO,
FINLANDIA, IRLANDA, GERMANIA, PORTOGALLO,OLANDA,
CIPRO
I 5 obiettivi che l'UE è chiamata a
raggiungere entro il 2020
•
1. Occupazione
–
•
2. R&S / innovazione
–
•
–
–
riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono)
rispetto al 1990
20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili
aumento del 20% dell'efficienza energetica
4. Istruzione
–
–
•
aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo ed innovazione al 3% del PIL dell'UE (pubblico e
privato insieme)
3. Cambiamenti climatici /energia
–
•
innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni)
riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%
aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria
5. Povertà / emarginazione
–
almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno
Caratteristica degli obiettivi
• Danno un'idea generale di quali debbano essere i parametri chiave
dell'UE nel 2020.
• Sono tradotti in obiettivi nazionali in modo da consentire a
ciascuno Stato membro di verificare i propri progressi.
• Non comportano una ripartizione dei compiti perché si tratta di
obiettivi comuni da conseguire insieme a livello sia nazionale che
europeo.
• Sono interconnessi e di reciproca utilità:
– progressi nel campo dell'istruzione contribuiscono a migliorare le
prospettive professionali e a ridurre la povertà
– più R&S/innovazione ed un uso più efficiente delle risorse ci rendono
più competitivi e creano nuovi posti di lavoro
– investire nelle tecnologie pulite serve a combattere i cambiamenti
climatici e contemporaneamente a creare nuove opportunità
commerciali e di lavoro.
MODELLI DI SISTEMI
OCCUPAZIONALI
CRITERI
REGIMI DI IMPIEGO:
MODELLI DI FLEXICURITY
Classificati in base a
Classificati in base a
1) La tipologia rapporti di lavoro
2) Il grado di inclusione delle
diverse componenti lavorative
1) Flessibilità contrattuale e L.L.L.
2) Sicurezza occupazionale e L.L.L.
% autonomi, part time e temporanei;
EPL e % occupati industria e servizi
NON-ST.
Standardizzazione dei rapporti di lavoro e
Selettività occupazionale delle componenti lavorative
NON-ST.
STANDARD
LOW SELECTIVE
HIGH TEMPORARY/
SELF AND INDUSTRIAL
EMPLOYMENT
HIGH SELECTIVE
HIGH TEMPORARY/
SELF AND INDUSTRIAL
EMPLOYMENT
FORDISM
LOW SELECTIVE
HIGH PART-TIME AND
SERVICE EMPLOYMENT
—
HIGH SELECTIVE
HIGH PARTTIME/SERVICE
EMPLOYMENT
SELECTIVITY
+
Risultati della classificazione
REGIMI D’IMPIEGO
Classificazione in base a:
1) Grado di regolamentazione rapporti di lavoro
2) Grado di inclusione delle componenti svantaggiate
Flex-esclusivi
Standardinclusivi
Flex-inclusivi
Standardesclusivi
Belgio e Francia hanno dis. giovanile
elevata, ma non per i più istruiti
I paesi mediterranei sono
quelli che accusano
disoccupazione giovanile più
alta per tutti i titoli di
istruzione;
Tassi di occupazione per titolo di studio
I T.O.
dei più
istruiti
sono in
Italia
i più
bassi
rispetto
a tutti
gli altri
paesi
UE
I (pre)pensionamenti sono
molto più diffusi nei raggr. 3 e 4
I mediterranei
hanno
più contratti
flessibili
PART-TIME
anno 2010
CONTRATTI A TERMINE
anno 2010
3)
F
L
E
S
S
I
B
I
L
I
T
A’
Quote di Part-time e di lavoro temporaneo
Alta flessibilità/occ
Alta flessibilità/occ.
Bassa sicurezza
• Z
HU
UK
25 - 6
IE
17 - 4
Alta sicurezza
PO
4 - 7
SE
10 - 27
CZ
SK
EL
FI
5 - 9
3 - 5
IT
14- 13
6 - 11
AT
22 - 9
ES
PT
46 - 17
21 - 34
11 - 21
Media UE 27
S I C U R E Z Z A
DK
14 - 16
BE 22 - 9 NL
FR 17-13 DE 26 - 11
Bassa flessibilità
Bassa sicurezza
24 – 9
25 - 17
Bassa flessibilità
Part time = 19% circa
Contratti a termine = 13,5%
Fonte: Jorgensen & Madsen, 2007/Eurostat-OECD data
Spesa per disoccupazione in % PIL
F
L
E
S
S
I
B
I
L
I
T
A’
Alta flessibilità/occ
Alta flessibilità/occ.
Bassa sicurezza
• Z
HU
UK
0.7
IE
1.3
Alta sicurezza
PO
0.6
SE
0.7
CZ
FI
0.7
1
SK
0.5
IT
EL
1.5
Bassa flessibilità
2.8
2.0
AT
1.7
BE
FR 2.3 DE
ES
PT
3.5
DK
2.5
NL
1.7
2.4
2.5
1.3
Bassa flessibilità
Bassa sicurezza
S I C U R E Z Z A
Fonte: Jorgensen & Madsen, 2007/Eurostat-OECD data
Evoluzione della spesa per politiche del lavoro
(LMP) e del numero di disoccupati. (UE27)
2005-2011
Evoluzione del n. disoccupati per durata della
disoccupazione (UE27)
2005-2011
Dal 2008 al 2011 cresce soprattutto la disoccupazione di lungo periodo;
quella di breve periodo (congiunturale) inizia a diminuire dal 2009
Spese per LMP (in % PIL) e tasso di disoccupazione
anno 2011
Spese per LMP (in% PIL) per tipo di spesa
e tasso di disoccupazione
Paesi UE27 - anno 2011
Fonte: CNEL,
RAPPORTO 2012-13
OCSE Scarpetta
Fonte:
CNEL,
RAPPORT
O 2012-13
OCSE
Scarpetta
L’ITALIA, nonostante i progressi compiuti
• È ancora notevolmente distante dagli obiettivi della SEO
• Ancora notevolmente basso è il tasso di occupazione giovanile e
alto il relativo tasso di disoccupazione
• Alta e in crescita è la quota di giovani che non studiano e non
lavorano (NEET)
• Rispetto agli obiettivi della Strategia di Lisbona in merito alla
istruzione e alla formazione, l’Italia presenta indicatori ancora
notevolmente distanti dai traguardi prefissati
POLITICHE FORMATIVE
Politiche formative:
bassa la quota di imprese che fanno formazione
Le donne partecipano in misura maggiore
Scarsa partecipazione soprattutto nelle regioni del Sud
La piccola dimensione penalizza la
formazione
Negli anni della crisi aumenta l’impegno
delle imprese nella formazione
I FONDI PARITETICI INTERPROFESSIONALI
I FONDI PARITETICI INTERPROFESSIONALI
per la formazione continua
• Sono organismi di natura associativa promossi dalle organizzazioni di
rappresentanza delle Parti Sociali attraverso specifici Accordi
Interconfederali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di
lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano
nazionale.
• Attualmente esistono 21 Fondi di cui tre dedicati ai Dirigenti. Secondo
quanto previsto dalla legge 388 del 2000, le imprese possono destinare la
quota dello 0,30% dei contributi versati all’INPS (il cosiddetto “contributo
obbligatorio per la disoccupazione involontaria”) ad uno dei Fondi Paritetici
Interprofessionali, attraverso il modello Uniemens. I datori di lavoro possono
aderire ad un secondo fondo esclusivamente per la formazione dei propri
dirigenti scegliendo tra i Fondi costituiti per tale scopo.
• I Fondi Paritetici Interprofessionali finanziano piani formativi aziendali,
settoriali e territoriali, che le imprese in forma singola o associata
decideranno di realizzare per i propri dipendenti. Inoltre possono finanziare
anche piani formativi individuali, nonché ulteriori attività propedeutiche o
comunque connesse alle iniziative formative e dal 2011 (Legge n.148 del
14/09/2011) i piani formativi possono coinvolgere anche i lavoratori con
contratti di apprendistato e a progetto.
I fondi paritetici interprofessionali
I fondi paritetici interprofessionali
I FONDI PARITETICI INTERPROFESSIONALI
Politiche occupazione giovanile
-nel 1977 dalla legge 285, incentivi a favore della cooperazione giov.
-legge 44/1986 sulla imprenditorialità giovanile nel Mezzogiorno
-legge 275/1991, si è posto l’orizzonte temporale della legge ’44 al 1993,
estendendone l’eleggibilità a tutte le imprese del territorio nazionale, ma
con requisiti più restrittivi nella composizione occupazionale (imprese
interamente composte da lavoratori con 18-35 anni di età o con sola presenza
femminile)
-Crediti d’imposta per la promozione dell’occupazione (Leggi finanziarie)
-Contratti di Formazione Lavoro (CFL), introdotti nel 1977 e poi
variamente modificati con successive normative
-Piani di Inserimento Professionale (PIP), introdotti con la legge 451/1994,
-Apprendistato
Politiche occupazione femminile
-strutture sociali di assistenza all’infanzia, anziani e inabili
-sussidio al costo dei servizi di cura familiare potrebbero incrementare
sia l’offerta che la domanda di lavoro femminile.
-un sussidio pari al 50% del costo potrebbe avere un effetto positivo sul
tasso di occupazione femminile pari a 10 punti percentuali.
- un incremento del 10% nella disponibilità dei servizi di cura potrebbe
tradursi in un aumento di 15 punti percentuali della probabilità di trovare
lavoro da parte delle lavoratrici con basso grado di istruzione e di 8 punti
da parte delle donne più istruite (Del Boca, Pasqua e Pronzato, 2005).
-proposte interventi di natura fiscale: dal credito di imposta per chi
ha famigliari a carico (Boeri, DelBoca, 2007) alla tassazione
differenziata per genere (Alesina, Ichino, 2007) o a quella
riguardante l’introduzione di un quoziente familiare, per tener conto
-nel prelievo fiscale- della numerosità dei componenti il nucleo
familiare. Gli effetti stimati sulla domanda e offerta di lavoro
femminile hanno segno e intensità più disparati (Cavalli e Fiorio,
2006Aassve, Pazienza e Rapallini, 2007).
POLITICHE ATTIVE
Italia 2013
POLITICHE del LAVORO
Italia 2007-2013
AMMORTIZZATORI SOCIALI:
Cassa Integrazione Guadagni
FONTE: CNEL Notiziario sul mercato del lavoro. Aprile 2013
CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI
FONTE: CNEL Notiziario sul mercato del lavoro. Aprile 2013
FONTE: CNEL Rapporto sul mercato del lavoro 2012-13
Ammortizzatori Sociali
in Italia
(1)
1)Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI):
viene erogata in favore di lavoratori che abbiano concluso un rapporto di lavoro di tipo
subordinato (non a seguito di dimissioni volontarie) e che abbiano pagato almeno 52
settimane di contributi negli ultimi 2 anni. Il sussidio, pari per i redditi più bassi al 75%
della retribuzione media dell'ultimo periodo lavorativo, viene corrisposto per una durata
massima compresa fra gli 8 e i 12 mesi, a seconda dell'età del beneficiario
Con la Riforma Fornero del 2012 ha sostituito l'indennità di disoccupazione ordinaria
2) Disoccupazione agricola: erogata ai lavoratori agricoli
3) Mini-ASpI: viene erogata in favore di lavoratori che, pur non avendo
raggiunto i requisiti contributivi minimi per richiedere l'ASpI, abbiano maturato
almeno 13 settimane di contributi. Di importo simile all’ASpI, viene erogato per
metà tempo rispetto a quello di versamento dei contributi. Con la legge Fornero
sostituisce l’indennità a requisiti ridotti
4) Indennità di mobilità: ne hanno diritto
i lavoratori assunti a tempo (2)
indeterminato aventi la qualifica di operaio, impiegato o quadro, licenziati e
collocati in mobilità dalla loro azienda per esaurimento della cassa
integrazione straordinaria, per riduzione di personale o per trasformazione,
ristrutturazione o cessazione dell’attività aziendale. L'importo è inizialmente
pari a quello della cassa integrazione, dopo cala del 20%. La durata del
sussidio varia in funzione dell'età del beneficiario e dell'area geografica. Non
tutti i lavoratori collocati in mobilità hanno diritto all'indennità di mobilità, ma
solo quelli licenziati da imprese sottoposte al regime di Cassa Integrazione
5) Mobilità in deroga: con questo istituto l'indennità di mobilità viene
estesa anche quei lavoratori licenziati da aziende non destinatarie della
normativa sulla mobilità. Tale indennizzo si percepisce dopo aver concluso
l'erogazione dell'indennità di disoccupazione, qualora sussistano i requisiti
Possono beneficiarne inoltre i lavoratori che hanno fruito della mobilità
ordinaria e per i quali, sulla base di accordi regionali, è prevista una proroga del
trattamento. È gestita dalle Regioni e, essendo finanziata anche con risorse del
Fondo Sociale Europeo (i cui fondi vanno utilizzati per fare formazione),
richiede che, a fronte del sussidio, i beneficiari partecipino ad attività formative
(3)
6) Cassa Integrazione Guadagni (CIG): viene corrisposta ai lavoratori
di imprese industriali medio-grandi e di grandi imprese commerciali che vengono
temporaneamente sospesi dalla loro impresa o ai quali viene ridotto l'orario di lavoro
(e quindi la retribuzione mensile) per ragioni economiche. A seconda dell'impresa che
ne fa uso e delle motivazioni, si divide in CIG ordinaria (CIGO) e CIG straordinaria
(CIGS). L'importo è in ogni caso pari all'80% della retribuzione media dell'ultimo
periodo lavorativo, mentre la durata varia a seconda dell’area (maggiore al Sud) e
della tipologia (CIGo o CIGS)
7) Cassa Integrazione Guadagni in deroga: questo strumento
estende temporaneamente la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione a tutte
le imprese del settore privato, senza limiti di settore e di dimensioni. Come
l'indennità di mobilità in deroga, anche questa è gestita dalle Regioni ed essendo
finanziata anche con risorse del Fondo Sociale Europeo richiede che i beneficiari
partecipino ad attività formative
8) Prepensionamenti
9) Contratti di solidarietà
Valutazione di un sistema di sostegno
Indice di generosità
SITUAZIONE PRE-CRISI
(2008)
Grado di copertura %
100
80
60
40
20
lia
Ita
Da
ni
m
ar
ca
Fi
nl
an
di
a
Be
lg
io
Sv
ez
ia
G
er
m
an
G
ia
.B
re
ta
gn
a
Au
st
ria
O
la
nd
a
Irl
an
da
Fr
an
cia
Sp
ag
na
Po
rto
ga
llo
0
Indennità di disoccupazione
Fonte: Ns. elaborazione su dati OCSE (2008)
3 gruppi di paesi:
1.
alto sostegno: (Danimarca, Svezia, Belgio, Finlandia)
2.
medio sostegno: (Germania, G.Bretagna, Francia, Austria, Irlanda, Olanda)
3.
basso sostegno: (Spagna, Portogallo, Italia)
I sussidi in Europa (situazionepre-crisi)
Tasso di
disoccupazione
0
8,3%
Belgio
8,6%
Spagna
7,7%
Finlandia
0,5 1
1,5 2
3,5 4
2,6
60
50
40
30
20
10
35.3
50.4
20.7
2,2
Danimarca
2
9,4%
Francia
2
8,4%
Germania
1,7
4,8%
Austria
1,6
4,4%
2,5 3
3,4
3,9%
3,9%
Spesa pro-capite per
disoccupazione (migliaia di euro)
Spesa (%)
Tasso di
copertura
0
Belgio
81%
Spagna
29%
Finlandia
84%
Danimarca 85%
39.0
31.3
15.5
24.6
Francia
44%
Germania
64%
Austria
88%
Olanda
38%
Olanda
1,4
Irlanda
1,3
33.4
Irlanda
69%
1,3
35.8
Portogallo
17%
Svezia
58%
U.K.
62%
Italia
19%
Portogallo
7,7%
Svezia
1
54.5
13.9
7%
U.K.
0,6
16.8
5,3%
Italia
0,5
6,8%
Fonte: Ns. elaborazione su dati OCSE (2008)
26.2
SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE
CONFRONTI INTERNAZIONALI (1)
In Germania
• chi chiede l'indennità di disoccupazione deve essere
stato assicurato per almeno dodici mesi negli ultimi due
anni. Ha diritto al 67% dell'ultimo stipendio netto nel
caso in cui si hanno figli e al 60% nel caso in cui non se
ne abbiano.
• Sono previste delle tutele anche per chi è alla ricerca del
primo lavoro (ed è quindi senza versamenti) con un
sussidio di 359 euro al mese. Chi fa richiesta per
ottenere l'indennità di disoccupazione deve dimostrare di
voler trovare un impiego. Se la proposta di lavoro viene
respinta il titolare di indennità di disoccupazione rischia
di perdere la tutela*.
SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE
CONFRONTI INERNAZIONALI (2)
• In Francia
• per avere diritto al sussidio bisogna aver versato
contributi per almeno quattro mesi negli ultimi ventotto.
Si ha invece diritto ad una indennità più sostanziosa
(regime di solidarietà) nel caso in cui siano versati
almeno cinque anni di contributi negli ultimi dieci anni.
• Il sussidio può essere erogato, a seconda della durata
dei contributi versati, per un periodo variabile tra i quattro
mesi e i due anni (tre per chi ha più di 50 anni). Si
prende una percentuale del 40,4% del salario
giornaliero, a cui si sommano 11,34 euro, o il 57,4% del
salario giornaliero. Il minimo è pari a 27,66 euro al
giorno*.
SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE
CONFRONTI INTERNAZIONALI (3)
In Spagna
• per l'indennità di disoccupazione serve aver lavorato
almeno tre anni negli ultimi sei. E' previsto un sussidio di
"assistenza" con un minimo di tre mesi di contribuzione.
L'indennità di disoccupazione è pari al 70% della base
contributiva media negli ultimi sei mesi. La percentuale
scende dopo i primi sei mesi al 60%.
• C'è un tetto massimo per l'indennità di disoccupazione
che varia dal 175% al 225%, a seconda del numero dei
figli, dell'Iprem (indicatore del reddito minimo), pari per il
2011 a 532,51 euro al mese*.
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