UN PERCORSO FORMATIVO D’EDUCAZIONE ALLA
CULTURA ALIMENTARE
I disturbi dell’alimentazione possono
essere
definiti
disturbi
del
alimentare
o
come
persistenti
comportamento
di
comportamenti
finalizzati al controllo del peso, che
danneggiano la salute fisica o il
funzionamento psicologico e che non
sono secondari a nessuna condizione
medica o psichiatrica conosciuta.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
1)
Anoressia nervosa
2)
Bulimia nervosa
3)
Disturbi dell’alimentazione atipici (o disturbi
dell’alimentazione non altrimenti specificati –
definizione americana)
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
L'anoressia e la bulimia sono disturbi psicopatologici del
comportamento alimentare e le loro origini sono molto
antiche.
La prima descrizione clinica dell'anoressia nervosa risale
infatti al 1689, quando viene pubblicato da Richard
Morton, medico britannico, il primo resoconto su due
pazienti che rifiutavano di alimentarsi in assenza di cause
organiche di malattie
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Anoressia nervosa:
A. Rifiuto di mantenere il proprio peso corporeo al di
sopra o equivalente al peso minimo ottimale in relazione
all'età e all'altezza (indicativamente: perdita di peso tale
che il peso corporeo risulta inferiore all'85% di quello
atteso; oppure, in età evolutiva, non si verifica
l'incremento di peso normalmente previsto).
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
B. Intenso timore di ingrassare o di acquistare
peso, anche in condizioni di peso inferiore alla
norma.
C. Disturbo nella percezione del peso e
dell'immagine corporea, eccessiva influenza
della forma e del peso corporeo sull'auto
valutazione (autostima), diniego della gravità
della perdita di peso.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
D. Nelle pazienti di sesso femminile in età
mestruale, amenorrea (assenza di almeno tre
cicli mestruali consecutivi; presenza del ciclo
solo in conseguenza di somministrazione di
ormoni, ad esempio estrogeni).
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
A1. mangiare, in un periodo di tempo delimitato (ad esempio:
2 ore) una quantità di cibo decisamente superiore a quello
che si potrebbe mangiare in circostanze simili nello stesso
periodo di tempo;
A2. sensazione di perdita di controllo (si sente di non poter
smettere di mangiare o controllare la quantità di cibo che
si mangia).
B. Ricorrenti comportamenti di compensazione al fine di
prevenire l'aumento di peso, come digiuno, diete, vomito
autoindotto, iperattività, farmaci.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
C. Sia le abbuffate che i comportamenti compensatori
ricorrono in media almeno due volte a settimana per
almeno 3 mesi consecutivi.
D. L'autovalutazione è indebitamente influenzata dalla
forma e dal peso corporeo.
E. Il sintomo non si manifesta esclusivamente nel corso
di un‘ episodio diAnoressia Nervosa.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
In questa categoria diagnostica rientrano
quei disturbi alimentari che non soddisfano
(o soddisfano parzialmente) i criteri per una
diagnosi di Anoressia o Bulimia.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Esempi:
1. Per le donne: sono soddisfatti tutti i criteri per una diagnosi di Anoressia Nervosa,
eccettuata l'amenorrea.
2. Malgrado una perdita significativa di peso, il peso attuale rientra nella norma; la
sintomatologia soddisfa per il resto i criteri per una diagnosi di Anoressia Nervosa.
3. La sintomatologia soddisfa i criteri per una diagnosi di Bulimia Nervosa, ma gli
episodi ricorrono meno di due volte a settimana e per un periodo di tempo inferiore
ai tre mesi.
4. In presenza di un peso nella norma, i comportamenti compensatori ricorrono dopo
l'assunzione di piccole quantità di cibo (es.: vomito autoindotto dopo aver mangiato
anche solo due biscotti).
5. Masticare e sputare, senza ingoiare, grandi quantità di cibo.
6. Iperalimentazione compulsiva; episodi ricorrenti di abbuffate in assenza di
comportamenti compensatori caratteristici della Bulimia Nervosa.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Esistono delle caratteristiche specifiche di personalità che
inevitabilmente si riscontrano nei pazienti affetti da DCA.
Queste caratteristiche, o tratti di personalità, vengono pertanto
considerate come fattori di vulnerabilità individuale dagli
studiosi dei DCA
ha uno scarso concetto di sé
non si stima
non ha fiducia in se stessa
ha scarsa consapevolezza delle proprie emozioni
è eccessivamente perfezionista
tende ad estremizzare le cose (tutto bianco/tutto nero)
non conosce le mezze misure manifesta comportamenti
impulsivi, oppure comportamenti ossessivi
tende ad attribuire importanza eccessiva al peso ed alla
forma del proprio corpo
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
L’anoressia nervosa letteralmente significa “mancanza
nervosa di appetito”. Si tratta di una definizione sbagliata
perché, sebbene le persone affette da questo disturbo si
rifiutino di mangiare, hanno sempre un’intensa fame e
appetito. Il rifiuto del cibo dipende, infatti, dalla loro ricerca
della magrezza e dalla necessità estrema di controllare
l’alimentazione. I comportamenti delle persone affette da
anoressia nervosa per mantenere un peso al di sotto di quello
naturale includono il seguire una dieta ferrea, il fare esercizio
fisico in modo eccessivo e, in alcuni casi, l’indursi il vomito
ogni volta che ritengono di aver mangiato in eccesso.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Le cause dell’anoressia nervosa non sono
ancora del tutto note e gli studiosi
dell’argomento non sono sempre d’accordo.
Sembra però che molti fattori possano
contribuire alla loro insorgenza.
I modelli di cura si basano su una concezione
ampia dell’anoressia nervosa in quanto la
valuta come condizione multidimensionale
che ha la sua origine dall'interazione di tre
vaste classi di fattori predisponenti: culturali,
individuali e familiari.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Tra i fattori predisponenti non è ancora stato chiarito il ruolo di
alcune condizioni antecedenti presenti fin dalla nascita o
dall’infanzia, come ad esempio la vulnerabilità genetica,
l’ambiente familiare e le esperienze traumatiche. Più chiaro, anche
se sono necessarie ulteriori ricerche, è il ruolo di alcune condizioni
antecedenti più prossime all’esordio del disturbo. In molti casi,
infatti, alcune caratteristiche individuali, quali il perfezionismo, la
bassa autostima, la regolazione delle emozioni, l'ascetismo e le
paure legate alla maturità psicobiologica precedono la comparsa
dell’anoressia nervosa. Un consenso diffuso esiste anche
sull’importanza dei fattori socioculturali nel favorire lo sviluppo
di questo disturbo, ed in particolare sul ruolo pernicioso esercitato
dalla nostra cultura che associa la magrezza alla bellezza e al
valore personale.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
L’esordio del disturbo, che è caratterizzato dalla comparsa
di un’eccessiva preoccupazione per il peso, le forme
corporee e da un’estrema necessità di controllare
l’alimentazione, spesso è innescato da alcuni fattori
precipitanti come, ad esempio, separazioni e perdite,
modificazioni dell’equilibrio familiare, nuove richieste
dall’ambiente in cui si vive (scuola, vita affettiva, ecc.),
malattie fisiche ed inizio della pubertà.
La diretta conseguenza dell’estrema preoccupazione per il
peso, le forme corporee e l’alimentazione è il cercare di
dimagrire seguendo una dieta. Tuttavia, le persone affette
da anoressia nervosa non adottano un regime dietetico
ordinario, ma seguono una “dieta ferrea”, che, oltre ad
essere fortemente ipocalorica, è particolarmente rigida.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
La bulimia nervosa, che letteralmente significa "fame da
bue", è caratterizzata da un ciclo autoperpetuante di
preoccupazione per il peso e le forme del corpo - dieta
ferrea - abbuffate - vomito autoindotto.
Sembra che siano colpite con più frequenza da bulimia
nervosa certe persone con peculiari caratteristiche di
personalità: scarso concetto di sé, elevati livelli di
perfezionismo, pensiero tutto o nulla e difficoltà a
controllare gli impulsi. Come per l'anoressia nervosa,
non è ancora chiaro se lo sviluppo di queste
caratteristiche sia maggiormente legato a fattori
psicologici o ereditari, o a entrambi.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Il disturbo inizia in genere dopo eventi stressanti minaccianti
l'autostima (ad esempio: fallimenti scolastici, problemi
sentimentali, difficoltà interpersonali, commenti negativi
sull'aspetto fisico) e poiché le persone a rischio di sviluppare la
bulimia nervosa sono particolarmente sensibili alla pressione
culturale sulla magrezza è verosimile ipotizzare che cerchino di
far fronte a queste difficoltà concentrandosi sul corpo e
perseguendo la magrezza.
La diretta conseguenza dell'estrema preoccupazione per il peso e
le forme del corpo è cercare di dimagrire seguendo una dieta. Le
persone affette da bulimia nervosa, però, non adottano un regime
dietetico ordinario, ma seguono una dieta "ferrea" perché essa,
oltre a essere fortemente ipocalorica, è particolarmente rigida. Il
fare la dieta in modo ferreo è probabilmente legato al
perfezionismo ed al il pensiero "tutto o nulla".
La dieta ferrea è la maggior responsabile della comparsa delle
abbuffate attraverso tre meccanismi:
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Seguire diete ferree in modo perfezionistico porta
prima o poi inevitabilmente a compiere piccole
trasgressioni; quando queste si verificano il soggetto
pensa subito di aver perso il controllo e si abbuffa. Il
comportamento bulimico è innescato da modalità di
pensiero "tutto o nulla" del tipo: "Ormai ho trasgredito
alla mia dieta, tanto vale che mi abbuffi fino a
scoppiare, così poi potrò liberarmi di tutto il cibo con il
vomito".
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
- Le abbuffate, soprattutto nei primi momenti, possono
determinare del piacere, perché allentano la tensione del dover
seguire in modo ferreo la dieta. Questa sensazione piacevole
iniziale può essere utilizzata da chi soffre di bulimia nervosa per
"bloccare" altre emozioni negative. Tale comportamento da però
origine a un circolo vizioso per due motivi: a. se uno continua a
bloccare le emozioni con il cibo non risolve mai i problemi di
fondo e così le emozioni negative tendono a ripresentarsi e a
favorire nuove abbuffate; b. le abbuffate, passato i primi momenti
piacevoli, determinano la comparsa di emozioni negative (senso
di colpa, disgusto, paura d'ingrassare), che a loro volta possono
innescare nuove abbuffate.Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Dopo l'abbuffata insorge rapidamente la paura di aumentare di
peso, che può essere così forte da portare a mettere in atto dei
comportamenti di compenso (vomito autoindotto, uso improprio
di lassativi, digiuno, esercizio fisico eccessivo). I mezzi di
compenso, in particolare il vomito ed il digiuno, portano però
l'individuo ad avere altre abbuffate o per il meccanismo della
deprivazione della dieta o perché con il vomito l'individuo pensa
di aver trovato un mezzo semplice per eliminare le calorie assunte
in eccesso (circolo vizioso vomito - abbuffata - vomito - abbuffata).
Per quanto riguarda, poi, l'efficacia nell'eliminare le calorie
assunte in eccesso, alcuni studi hanno dimostrato che: con il
vomito si riesce ad eliminare solo la metà delle calorie ingerite;
con i lassativi e i diuretici l'eliminazione delle calorie è quasi
nulla.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Una persona è affetta da anoressia nervosa se manifesta
tutte e quattro le caratteristiche che seguono:
1. Severa perdita di peso. Tutte le persone affette da
anoressia nervosa, per definizione, devono essere
sottopeso (cioè pesare meno dell’85% del peso standard
o essere incapaci di raggiungere il peso previsto durante
il periodo di crescita).
2. Paura d’ingrassare. La seconda peculiarità
dell’anoressia nervosa è l’intensa paura di acquistare
peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
3. Preoccupazione estrema per il peso e le forme del
corpo. Le persone affette da anoressia nervosa sono
insoddisfatte del proprio peso e aspetto fisico, in
particolare considerano troppo grosse alcune parti del
proprio corpo (mammelle, pancia, sedere, gambe).
Inoltre basano la propria autostima principalmente su
quello che dice la bilancia; un aumento ponderale
determina sensazioni di frustrazione e autosvalutazione;
un calo di peso, al contrario, aumenta il senso di
autocontrollo, di fiducia personale e di autostima. Nelle
persone affette da anoressia nervosa più giovani è
spesso presente un rifiuto ad ammettere la gravità della
propria condizione di sottopeso.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
4. Amenorrea (mancanza di almeno tre cicli mestruali
consecutivi). Nella maggior parte dei casi si tratta di
amenorrea secondaria (perdita di mestruazioni dopo un
periodo più o meno lungo di cicli regolari); in una
minoranza, quando l’anoressia nervosa è insorta prima
dello sviluppo puberale, di amenorrea primaria.
Si diagnostica l’anoressia nervosa anche se le
mestruazioni sono regolari ma indotte dall’uso di
estroprogestinici, e se sono presenti le tre caratteristiche
sopra descritte. Negli uomini è presente una perdita
dell’interesse sessuale e impotenza.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Capire se si è affetti da bulimia nervosa non è semplice come nel
caso dell'anoressia nervosa. Molte persone pensano di essere
bulimiche ma in realtà non lo sono; per pronunciare una diagnosi
di bulimia nervosa devono essere presenti tutte e cinque le
seguenti caratteristiche.
1. Abbuffate ricorrenti. Un'abbuffata, traduzione del termine
inglese "binge-eating", si definisce sulla base di due caratteristiche
che devono essere entrambe presenti:
- il consumo di una grande quantità di cibo;
- la sensazione di perdita di controllo sull'atto di mangiare (ad es.
sentire che non ci si può astenere dall'abbuffarsi, oppure non
riuscire a fermarsi una volta iniziato a mangiare).
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
2. Comportamenti di compenso. La seconda caratteristica
importante della bulimia nervosa è che le abbuffate devono essere
seguite da condotte compensatorie, finalizzate a prevenire
l'aumento di peso. Il mezzo più frequentemente usato è il vomito
che, in alcuni casi, può essere autoindotto dopo l'assunzione di
qualsiasi cibo, e non necessariamente dopo un'abbuffata. Dopo le
abbuffate alcune bulimiche assumono grandi quantità di lassativi
per provocarsi una diarrea acquosa. Più raramente alcune persone
bulimiche usano altri mezzi come i diuretici, gli enteroclismi o i
farmaci tiroidei; sono stati anche rilevati casi di alcune bulimiche
diabetiche che non assumevano l'insulina dopo un'abbuffata.
Alcuni individui affetti da bulimia nervosa non usano il vomito o
prodotti eliminativi, ma digiunano o fanno esercizio fisico in
modo eccessivo.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
3. Frequenza delle abbuffate e dei comportamenti di compenso. Perché sia
diagnosticata la bulimia nervosa, le abbuffate e le condotte compensatorie
devono verificarsi almeno 2 volte la settimana per 3 mesi.
4. Preoccupazione estrema per il peso e le forme del corpo. Come le persone
affette da anoressia nervosa, le persone bulimiche si preoccupano molto del
proprio peso e forme del corpo e la loro autostima varia soprattutto in base a
questi due fattori. Si sentono sempre in dovere di seguire una dieta e sono
terrorizzate dall'idea di aumentare di peso; se questo accade si deprimono e
fanno di tutto per dimagrire: spesso è proprio questo il motivo che le spinge a
cercare una cura.
5. Il disturbo non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di
anoressia nervosa. Questo significa che ci sono due disturbi del
comportamento alimentare, e non uno solo; così a una persona che si abbuffa e
vomita ma ha un peso basso (inferiore all'85% del peso standard per età e
altezza) verrà diagnosticata soltanto l'anoressia nervosa con
abbuffate/condotte di eliminazione, mentre se il peso è al di sopra dell'85% di
quello standard si avrà una diagnosi di bulimia nervosa.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
La bulimia nervosa viene suddivisa in due sottotipi:
a. con condotte di eliminazione;
b. senza condotte di eliminazione.
Nel primo caso la persona pratica regolarmente il vomito autoindotto o usa lassativi o
diuretici o enteroclismi; nel secondo i comportamenti di compenso sono il digiuno o
l'esercizio fisico eccessivo.
Le persone che seguono condotte di eliminazione hanno,
rispetto a quelle che non lo fanno:
- un peso corporeo più basso;
- un'alterazione più marcata dell'immagine corporea;
- una maggior ansia nei confronti dell'alimentazione;
- una più elevata frequenza di comportamenti
autolesionisti e progetti di suicidio;
- un'età più precoce d'insorgenza del disturbo;
- un'elevato tasso di comorbidità per depressione,
disturbi d'ansia e di abuso d'alcol;
- un'elevata incidenza di abusi fisici e sessuali subiti;
- maggiori problemi di disidratazione e di squilibrio
elettrolitico (in particolare
l'ipopotassiemia).
Cinà-Fascella
Disturbi del
comportamentoalimentare
Principali disturbi psicologici del nostro tempo:
dipendenza e compulsività
Tra le affezioni psichiatriche e psicologiche tipiche della nostra epoca, quelle che negli ultimi
decenni hanno assunto un sempre maggiore rilievo clinico e sociale nel mondo occidentale sono:
•- le tossicodipendenze e in generale l'abuso di sostanze
•- i disturbi del comportamento alimentare
•- i disturbi ansioso-depressivi e le patologie fobico-paranoidee con crisi di depersonalizzazione ed
attacchi di panico
Alla base di tutte queste affezioni si riconoscono vari disturbi della personalità,
che tuttavia appaiono sostanzialmente simili nelle loro caratteristiche sia
psicodinamiche che cognitivo-comportamentali:
un più o meno grave difetto strutturale dell'identità psico-fisica
•- un profondo deficit della capacità di simbolizzazione
•- comportamenti o rituali di tipo evitante e/o ossessivo-compulsivo
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
A) il comportamento anoressico-bulimico è un sintomo ambivalente e
multideterminato, interpretabile come:
1) un tentativo disperato di ottenere ammirazione e conferma, di sentirsi unici e
speciali, non importa se poi finisce per essere un modo per ricevere danno o
punizione (ipotesi che pone un forte accento sulle caratteristiche culturali
alienanti e massificanti della nostra società occidentale)
2) un tentativo di attacco alle eccessive aspettative genitoriali (se i genitori
tendono a prendersi cura del bambino in funzione dei propri bisogni, piuttosto
che di quelli del figlio, il bambino sviluppa allora nella prima infanzia un falso
Sé, per far piacere ai genitori, ma cova le matrici di futuri comportamenti
testardi e negativisti, che in adolescenza userà per aggredirli)
3) un tentativo narcisistico-onnipotente di sviluppare, attraverso la disciplina
del corpo e il controllo del cibo, un senso di autonomia e di individualità (un
'falso movimento' messo in atto per tentare di uscire da una dimensione
psicologica ed esistenziale di dipendenza ed impotenza);
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Una delle cose che è bene siano molto chiare è che le patologie alimentari sono
delle vere e proprie malattie che non si curano in famiglia. Non è sufficiente
l’amore e la cura dei genitori per guarire una patologia così complessa. Spesso i
genitori si sentono investiti da questa responsabilità proprio perché vengono
molto criticati e giudicati dalle ragazze anoressiche e bulimiche; loro
pretendono che i genitori si assumano la responsabilità del loro malessere.
Purtroppo spesso su questo punto si instaura una lotta a base di accuse e di
giustificazioni che fanno solo perdere tempo prezioso. E’ molto meglio che i
genitori mettano da parte il loro orgoglio e accettino di accompagnare le
ragazze in terapia, almeno per i primi tempi. Sarà poi compito del
professionista chiedere alle ragazze di iniziare una terapia individuale. Due
atteggiamenti dei genitori sono estremamente dannosi: quello ansioso emotivo
e quello ansioso ipercontrollato
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Nel primo caso i genitori spronano continuamente la figlia, la
assillano con continui consigli, la rimproverano continuamente e
cercano di modificare il suo comportamento facendo leva sul
senso di colpa (sei un’ingrata, ti abbiamo sempre dato tutto!). Nel
secondo caso mascherano la preoccupazione assumendo un
atteggiamento di distacco e di indifferenza di fronte agli
atteggiamenti provocatori delle figlie. Anche in questo caso è
preferibile la via di mezzo. Essere indifferenti è un atteggiamento
finto in una situazione così grave e non è credibile neppure dalle
ragazze, che si sentiranno fortemente frustrate da un
atteggiamento simile. Ma anche quelli eccessivamente ansiosi non
producono effetti positivi: in questo caso le ragazze si lamentano
dell’eccessivo controllo ma in realtà sentono di tenere in pugno i
genitori e questo non è per loro di nessun d’aiuto, anzi.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Una giusta preoccupazione ma senza lasciarsi travolgere dalla
situazione è il comportamento più idoneo. Gli interventi dei
genitori devono essere di tipo educativo, ossia possono
intervenire per correggere i comportamenti non accettabili e le
cattive abitudini che sempre si manifestano in queste patologie.
Non spetta loro intervenire sui sintomi. Questo è compito del
terapeuta. Dunque, non devono accettare che la ragazza si ritiri in
camera sua per mangiare o lo faccia ad orari diversi, così come
non devono pretendere che fratelli e sorelle la assecondino in
tutto per non "farla arrabbiare": la sua è una malattia e i malati
non possono fare quello che vogliono, con la pretesa di curarsi da
soli! Inoltre la ragazza, in questo modo, è costretta a mantenere un
aggancio con la realtà, dalla quale tende a fuggire per rifugiarsi
nelle sue illusioni.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Quindi il contesto in cui vive l’anoressica deve mantenersi
normale; i genitori devono continuare a far rispettare le regole
comportamentali che valgono per tutti i membri della famiglia e
nel frattempo il terapeuta lavora sui sintomi.
In molti casi, invece, i genitori pensano di dover cedere ad ogni
richiesta delle figlie, per dimostrare affetto e comprensione non
riescono più a dirle di no. Poverina è malata, o per non litigare, o
per oscuri sensi di colpa. In questi casi i genitori non svolgono il
loro ruolo e si lasciano condurre dalle figlie anziché essere la loro
guida. Quando la figlia sente di poter chiedere ciò che vuole, alza
continuamente il valore delle sue richieste che a volte diventano
assurde e, spesso, di tipo regressivo ed ecco che queste ragazze
che continuamente rivendicano il loro diritto all’autonomia,
specie in campo alimentare, chiedono di essere accolte nel letto
dei genitori
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Per quanto riguarda la prevenzione, restano alcuni aspetti da
comprendere. Partiamo da un presupposto molto importante: nell’infanzia si gettano le
basi per le future patologie alimentari!
Fin dai primi giorni, gli scambi affettivi tra madre e figlio avvengono attraverso la
nutrizione. La mamma si preoccupa che il bambino si attacchi al seno, poi che passi al
biberon e alle pappe salate e il rifiuto del cibo è sempre fonte di grande ansia ed in
alcuni casi di vera e propria angoscia. Una delle più preoccupanti condizioni dei bimbi
moderni è l’obesità. Ed è molto difficile non ingrassare se si mangiano in continuazione
merendine, patatine, cremine preconfezionate. Poi, a tavola, questi bambini non hanno
fame, mangiucchiano qualcosa per far contenta la mamma, e siccome non hanno
mangiato a tavola si tollera che mangino fuori pasto e così anche per il pasto successivo
non avranno fame. E’ un circolo vizioso che porta ad avere un rapporto con il cibo
estremamente confuso e problematico, ed in più porta ad essere sovrappeso. Ma quando
arriva l’adolescenza quel corpo cicciottello non va più bene, speso anche i genitori lo
criticano, e così si sente il bisogno di una dieta. Quasi tutte le anoressiche riferiscono di
essere state delle bambine sovrappeso; e se prima mangiare era un’ossessione a causa
delle insistenze materne, successivamente il non-mangiare diventa un’ossessione a
causa delle pressioni dei modelli socioculturali.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Anche l’atteggiamento maschile (padri, fratelli,
corteggiatori) nei confronti dell’immagine femminile è
motivo di desiderio di dimagrire. Perciò è possibile fare
un lavoro di prevenzione delle patologie alimentari sin
dalla prima infanzia, creando un corretto rapporto col
cibo. Le madri che rimpinzano i figli, li portano a
pensare al loro corpo come ad un contenitore vuoto, da
riempire fino al desiderio di vuotarlo per provare
sollievo, come succede alle bulimiche. Il sentirsi gonfie,
piene, grasse… sono sensazioni corporee che invadono
la mente e generano un’immagine distorta del proprio
corpo. Un corpo da rifiutare, un’immagine da
cancellare.
Anche l’abbigliamento diventa monotematico:
rigorosamente nero e spesso
dalle fogge informi
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Anoressia e bulimia sono patologie molto più rare nel
genere maschile, anche se i casi di anoressia nei maschi
stanno aumentando. In questi ultimi decenni i
condizionamenti culturali hanno inciso maggiormente
sul ruolo femminile ma ora anche i maschi si sentono
confusi e poco certi del loro ruolo. Il lavoro maschile è
considerato ancora un ruolo primario, mentre per la
donna diventa qualche cosa da conciliare con altri ruoli e
così le donne sono sempre più di corsa e vittime del
tempo; combattute tra il ruolo di casalinghe e il ruolo
professionale, fanno grandi sforzi per integrarli. Le
ragazze sentono questo conflitto ancor prima di viverlo.
Anche l’ideale di bellezza, oltre a quello d’efficienza, è
diverso per le femmine.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Comunque anche l’ideale di bellezza femminile in questi ultimi anni si è
modificato ed i casi d'anoressia non sono più in crescita come negli anni
passati, anzi sembra che la tendenza sia verso la diminuzione. Sono invece in
grande aumento i disturbi legati all’ansia (attacchi di panico, ansia da
prestazione, disturbo d’ansia generalizzato). Questo ci conferma anche la
genesi socioculturale dell’anoressia. Resta comunque qualche certezza
confortante; è importante accettare i figli nella loro individualità, rispettarne la
personalità senza aspettarsi da loro la perfezione. Nella famiglia i figli
assorbono i principi ai quali i genitori si conformano, percepiscono il reale
valore della relazione uomo-donna e attraverso il dialogo si confrontano come
persone. Ma le parole da sole non bastano, quella che dà forza ad una famiglia
e ai suoi componenti, è una profonda sintonia emotiva che permette
l’abbattimento delle barriere interiori e l’uno può rivelarsi all’altro così com’è,
sentendosi pienamente accettato.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
La prima cosa che i genitori si chiedono di fronte
ad una diagnosi di anoressia nervosa è proprio
questa: di chi è la colpa? Soprattutto le madri,
pensano che la malattia della figlia sia una
conseguenza della loro incapacità di essere buone
madri. Tutto questo perché per molti anni si è
fatto risalire questo disturbo ad un cattivo
rapporto con la madre.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Il vero problema è che l’adolescenza è sempre un momento di conflitto con i genitori ed
in particolar modo con il genitore dello stesso sesso. Poiché l’anoressia è una malattia
che colpisce prevalentemente ragazze giovani, in tempi passati, quando si era ancora
alla ricerca di spiegazioni, il rapporto conflittuale tra adolescenti e madri è stata
un’ipotesi da molti ritenuta plausibile. Molte mamme sono iperprotettive ed ansiose con
le loro figlie, ma non per questo le ragazze diventano anoressiche.
Spesso sono proprio i padri che accusano le mogli di aver troppo viziato le figlie: "Le hai
sempre dato tutto quello che voleva" oppure il contrario: "le stai sempre troppo
addosso… sei troppo apprensiva…" e rimproveri di vario tipo sulle loro capacità
educative. In realtà non è il comportamento educativo delle mamme che può favorire lo
strutturarsi di certe caratteristiche caratteriali, ma piuttosto lo stile di vita di tutta la
famiglia. Ad esempio: la preoccupazione del giudizio esterno, che come conseguenza
porta ad attribuire al pensiero degli altri una maggior importanza del proprio, è un
atteggiamento che hanno molte famiglie.
I padri si sentono meno in colpa per questo comportamento delle figlie, anche
perché spesso non si sono occupati molto della loro educazione. Si sono
limitati a fornire i mezzi per "viziare" le figlie.
Questa è una delle accuse che vengono rivolte ai padri dalle mogli: "Non ci sei
mai… non ti interessi di niente per quanto riguarda l’educazione dei figli, e
poi dici a me che vi stresso, ma tu ti sei sempre disinteressato dei suoi
problemi….".
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Non è facile per queste famiglie uscire dall’ottica
che non ha senso parlare di colpe o ad un’unica
causa per spiegare l’insorgere dell’anoressia e
della bulimia. E’ più giusto appellarsi ad una
serie di fattori che interagendo tra loro,
concorrono a determinare questa patologia:
predisposizione, relazioni, contesto e fattore
scatenante. Uno solo di questi fattori, preso
separatamente, non significa nulla. Anche
l'origine genetica è stata presa in considerazione,
ma per il momento è solo un’ipotesi.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Se si fa una ricerca a ritroso nella storia di queste
ragazze, si trova quasi sempre un quadro generale
caratterizzato da bisogni affettivi quasi ossessivi, non
espressi e di conseguenza difficilmente soddisfatti. In
molte situazioni di disturbi dell'alimentazione, la
tipologia di coppia genitoriale è questa: una mamma
molto rigida e normativa, spesso ipercritica ed un papà
poco presente ma molto materno (quando c’è).
Da qui può scaturire la confusione nella percezione del
proprio ruolo affettivo e sociale che spesso caratterizza
le ragazze che soffrono di anoressia e bulimia. Si è anche
ipotizzato una confusione di fondo nell’appartenenza di
genere ed una probabile omosessualità latente.
Cinà-Fascella Disturbi del
comportamentoalimentare
Un altro comportamento tipico della famiglia delle ragazze
anoressiche, ancor più evidente per le bulimiche, è una falsità
velata nei comportamenti relazionali; non si deve mai dire
apertamente ciò che si pensa! Se esprimono il proprio pensiero gli
altri non li accettano oppure pensano di poter "perdere il
controllo" e di arrivare ad offendere l’interlocutore. Meglio
inventare delle scuse accettabili ma continuare ad avere
l’approvazione altrui!
Un altro atteggiamento dei genitori che fa star molto male le
ragazze anoressiche, è l’abitudine di scusare e giustificare sempre
il comportamento degli altri rispetto al loro. Molte ragazze
dicono: "non ho mai capito se i miei genitori mi volessero
veramente bene o se per loro fossero più importanti gli altri"
oppure "ho sempre pensato che i miei genitori si vergognassero di
me".
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Spesso a questi comportamenti si aggiungono percosse e
violenze verbali, che non sono meno dolorose di quelle
fisiche.
I bambini, di fronte a questi comportamenti, non
esprimono la loro collera per essere stati umiliati o
maltrattati ed allora che cosa ne è della sofferenza che
non è e non deve essere espressa? Purtroppo non
scompare nel nulla, ma con il tempo si trasforma in un
odio, più o meno consapevole, contro il proprio sé. Il
bambino deve reprimere e soffocare i suoi sentimenti e
per continuare a vivere con le persone che "lo
maltrattano" deve cercare di dimenticare il
comportamento umiliante che ha provocato la sua rabbia
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Ma se impiega tutte le sue energie nel lavoro di rimozione, che al
momento gli è assolutamente necessario, anzi vitale, ne paga le
conseguenze, molto frequentemente, a lungo termine, poiché la
"rimozione" è un’ingannevole illusione, la cui funzione adattiva
nella fanciullezza, si trasforma nell’adolescenza e nell’età adulta
in una forza distruttiva. Ecco che allora i sentimenti d’impotenza,
d’ira, di frustrazione, estrapolati dalle cause che li avevano
generati, si esprimeranno in atti distruttivi rivolti agli altri o
contro sé stessi, con effetti patogeni. Sono atteggiamenti
sottovalutati dai genitori, perché si ritengono comportamenti
accettabili in educazione, in realtà non è così. Si dovrebbe
imparare a trattare i figli come trattiamo i nostri amici, perché
spesso si è più gentili con gli estranei che con i figli.
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Come in ogni labirintico processo per raggiungere la “conoscenza”, si indaga
dentro di sé, per scoprire e accettare quel che di misterioso abita in noi.
Questo migliorerà la tolleranza, la socialità e porterà a un’accettazione vera e
profonda di sé e dell’altro. Il conoscersi e il riconoscersi consente di
sperimentare altre vie di comportamento più adulte e più mature, senza
ricorrere a regressioni orali, chiarendo il legame con la nostra parte-bambina.
Imparare a convivere con quel vuoto interiore, che prima tanto ci spaventava,
diventerà una opportunità per maturare. Ciascuno di noi ha le sue risposte, i
suoi perché. Si tratta di rintracciarli. (tratto da:- Renate GÖckel“Donne che
mangiano troppo”. Feltrinelli Ed.1994)
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