Capitolo 9
Il Bilancio Sociale
9.1. Il Bilancio Sociale: cenni storici
Il Bilancio Sociale è un documento pubblico, rivolto a tutti gli stakeholder (portatori di
interesse) che desiderano informazioni specifiche per una valutazione dell’Organizzazione Non
Profit. Si tratta di un documento non imposto nel nostro Paese da alcuna norma imperativa di
legge (a parte alcune eccezioni di cui si dirà nel seguito), ma la cui redazione scaturisce dalla
libera iniziativa di ciascun ente.
Attraverso il Bilancio Sociale, i lettori devono essere messi nelle condizioni di valutare il grado
di attenzione e considerazione che l’ente non profit riserva nella propria gestione alle esigenze,
aspettative ed istanze degli stakeholder.
La natura pubblica del Bilancio Sociale, pur redatto su basi volontarie, comporta che l’ente non
profit si adoperi per la divulgazione del Bilancio Sociale tramite idonei percorsi divulgativi.
Il Centro Nazionale Sportivo Libertas crede fermamente nell’utilità del Bilancio Sociale quale
strumento di informazione e comunicazione; a dimostrazione di ciò nel 2012 è stato attuato il
progetto di formazione “Libertas trae il bilancio sociale” sotto l’egida del Ministero del Lavoro
e delle Politiche sociali, al quale hanno partecipato numerosi dirigenti, operatori del settore non
profit ed appassionati della materia.
Il Bilancio Sociale rappresenta un efficace strumento per rendere conto agli interlocutori sociali
delle attività svolte, delle risorse utilizzate e dei risultati raggiunti per la costruzione di un bene
comune, anche in funzione degli oneri che tale attività può comportare.
L’analisi storica dello sviluppo del bilancio sociale non può prescindere dal riconoscere gli stati
maggiormente attivi in questo settore in Germania, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Anche
l’Italia tuttavia è parte attiva in questo processo.

Fino agli anni ‘60
VADEMECUM FISCALE 2013 Il periodo storico che porta agli anni ’60 si può considerare una fase particolarmente embrionale
dello sviluppo del Bilancio Sociale.
Gli stati più attivi in questo periodo furono Germania e Stati Uniti.
La prima esperienza di accostamento di nozione di natura sociale al bilancio economicofinanziario fu della società tedesca AEG nel 1938. Il prospetto redatto in quell’occasione, che
potrebbe essere definito un precursore dell'attuale bilancio sociale, non era altro che un quadro
sintetico delle prestazioni e servizi a favore del personale e delle spese sostenute per la
collettività. Tale esperienza rimase sostanzialmente un evento isolato, almeno fino alla fine
degli anni ’60.

Anni ‘70
Gli anni settanta furono l’inizio di un percorso di studio e di sviluppo verso l’elaborazione di
principi e linee guida volte alla comunicazione della responsabilità sociale attraverso lo
strumento oggi denominato “Bilancio Sociale”.
Durante quegli anni, Germania, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno rappresentato
l’avanguardia della ricerca.
Negli Stati Uniti, la diffusione delle multinazionali americane e la conseguente conquista di un
ruolo predominante all’interno dell’economia mondiale, fece emergere da diversi settori sociali
la richiesta di informazioni in relazione ai comportamenti adottati da queste imprese: nacquero
pertanto i codici di comportamento come mezzi di risposta alle richieste di informazioni
provenienti dalla comunità, allo scopo di esporre la propria politica aziendale e di definire una
serie di regole per le relazioni interne ed esterne.
Anche lo scandalo “Watergate” e il verificarsi di alcune catastrofi ambientali, ad esempio quella
di “Exxon Valdez”, incrementò e sensibilizzò la richiesta del pubblico di trasparenza da parte
delle grandi imprese, accusate di pratiche sociali ed ambientali scorrette.
Sempre negli anni ’70, negli Stati Uniti, la Security Exchange Commission (ente governativo
statunitense preposto alla vigilanza della Borsa, organismo equivalente dell’italiana Consob),
coinvolta sul possibile inserimento nel bilancio d’esercizio di informazioni riguardanti
l’ambiente, sostenne l’esigenza della redazione di un apposito documento al fine di illustrare
non solo l’analisi costi-ricavi, ma anche le modalità con cui l’impresa si rapporta nei confronti
della questione socio-ambientale anche attraverso l’utilizzo di stime contabili ed extracontabili.
Si svilupparono pertanto i primi documenti di rendicontazione in ambito “sociale”.
Si rinviene esplicito riferimento alla responsabilità sociale delle imprese verso la collettività
anche in un documento delle Nazioni Unite del 1977: l’impresa, secondo il documento in
questione, doveva rendere conto della sua attività verso la società, in particolare per l’impiego
delle risorse umane e naturali e le conseguenti ripercussioni sull’ambiente. Europa, Inghilterra e
VADEMECUM FISCALE 2013 Francia, nazioni particolarmente sensibili alle tematiche sociali e ambientali, sono stati i primi
Paesi a divulgare a livello legislativo la cultura del bilancio sociale.
In Francia, l’obbligo di redazione del bilancio sociale è stato introdotto con la Legge n. 77/69
del 1977 nelle imprese con più di settecentocinquanta dipendenti, che prevedeva obblighi di
rendicontazione su settori quali occupazione, salari, salute, sicurezza, formazione, condizioni di
lavoro e rapporti industriali; dal 1982 tale obbligo è stato esteso a tutte le aziende con più di
trecento dipendenti.
In Gran Bretagna, il mondo imprenditoriale si dimostrò molto sensibile al fenomeno della
rendicontazione sociale: infatti il bilancio sociale era principalmente rivolto agli stakeholder
esterni. In Italia, negli anni ’70 si attuarono ricerche al fine di programmare la sperimentazioni
per l’attivazione di un progetto di rendicontazione sociale. Si ebbero alcune esperienze
significative tra le quali l’Industria Merloni S.p.A., che nel 1978 redasse il primo bilancio
sociale. Purtroppo questa sperimentazione rimase un’esperienza isolata.
Si dovranno attendere gli anni ’90 per ritrovare rinnovato interesse per l’argomento.

Anni ‘80
Nel corso degli anni ’80, in particolare, si va affermando l’idea di un bilancio sociale in
funzione di certificazione della legittimità sociale dell’operato aziendale e dei suoi impatti
sull’ambiente esterno.
Nasce la teoria degli stakeholder. La stakeholder theory è la teoria della gestione organizzativa
e dell’etica aziendale che si rivolge alla morale e ai valori nella gestione di un'organizzazione.
La stakeholder theory è la teoria che individua nei confronti di quali soggetti, in concreto, le
imprese devono essere responsabili.
In origine, questa teoria fu elaborata dal filosofo e professore di economia aziendale R. Edward
Freeman (1984), che diede anche la prima definizione di stakeholder, come “l’insieme dei
soggetti senza il cui supporto l'impresa non è in grado di sopravvivere”. Tale definizione
identifica e modella i gruppi che sono parte attiva di una società; descrive e consiglia i metodi
con cui il management può dare debito conto agli interessi di questi gruppi.
Con il termine stakeholder (o "portatori di interesse") si individuano i soggetti influenti nei
confronti di un'iniziativa economica, sia essa un'azienda o un progetto.
Gli stakeholder sono tutti quei soggetti e gruppi ben identificabili da cui l'impresa dipende per la
sua sopravvivenza.
Fanno parte di questo insieme:
- i clienti
- i fornitori
- i finanziatori (banche e azionisti),
VADEMECUM FISCALE 2013 - i collaboratori,
ma anche gruppi di interesse esterni, come i residenti di aree limitrofe all'azienda o gruppi di
interesse locali.
A partire dagli anni ’80, in Italia, si sono sviluppati i primi studi a livello teorico sulla
rendicontazione sociale. Tuttavia, questo decennio fu caratterizzato, sul piano pratico, da
un’evidente inattività nella produzione di documenti di rendicontazione sociale.

Anni ‘90
In questo decennio si assiste ad un’ampia e progressiva diffusione della rendicontazione sociale
in tutti i paesi industrializzati. Lo studio e l’applicazione della rendicontazione sociale viene
arricchito dall’inclusione dei diversi stakeholder nella governance aziendale.
E’ agli inizi degli anni ’90 che, grandi multinazionali, iniziano a produrre spontaneamente
rapporti ambientali per recuperare in termini di immagine aziendale, a causa delle critiche
ricevute dai media e da associazioni ambientaliste riguardo a determinati comportamenti nei
confronti dell’ambiente. Se all’inizio, quindi, l’intenzione è quella di “tranquillizzare” i propri
stakeholder, con il passare degli anni la comunicazione ambientale si struttura e si arricchisce di
contenuti, documentando le performance con sempre maggiore accuratezza.
Si sviluppa in questo decennio la tesi del concetto esteso di Responsabilità Sociale: “Triple
Bottom Line”. Il termine “Triple Bottom Line” (TBL) è stato coniato dall’inglese John
Elkington, autorità mondiale sulla responsabilità e sviluppo sostenibile nel libro “Cannibals
with Forks: The Triple Bottom Line of 21st Century Business” (1998). Con questo pratico e
scardinante testo, Elkington dimostra come qualsiasi tipo di affare possa adottare una triplice
strategia per il futuro, che includa non solamente la prosperità economica, ma anche la
salvaguardia ambientale e l’equità sociale, ovvero il resoconto aziendale integrativo di tre
aspetti:
- l’aspetto tradizionale economico e finanziario,
- l’aspetto sociale,
- l’aspetto ambientale.
Così, nel lessico quotidiano della corporate community internazionale, con “TBL” si indica una
metodologia di approccio integrato che rendiconta le prestazioni aziendali sotto tre profili. Le
imprese sviluppano investimenti sostenibili e decisioni societarie partendo dalla base (bottom)
perseguendo simultaneamente i tre obiettivi (triple line), che sono:
- la prosperità economica
- la qualità ambientale
- l’equità sociale.
VADEMECUM FISCALE 2013 Secondo le indicazioni del Global Reporting Initiative (istituzione indipendente, fondata nel
1997 con il sostegno dello United Nations Environment Programme), le performance
dell’impresa, ma anche gli investimenti di qualità “sociale” devono essere rendicontate in un
bilancio di tipo “triple bottom line”.
L’obiettivo della GRI è, infatti, quello di sviluppare linee guida comuni, applicabili a livello
internazionale, al fine di rendere la rendicontazione della performance ambientale e sociale delle
imprese rigorosa, confrontabile e verificabile al pari dei rendiconti economici e finanziari.
La Global Reporting Initiative produce lo schema di rilevazione più utilizzato per le
prestazioni sui diritti umani, lavoro, ambiente, lotta alla corruzione, e altre problematiche
connesse alla collettività.
In Italia si registra una crescente attenzione e interesse per il tema del bilancio sociale dall’inizio
degli anni ’90, particolarmente nel settore del non profit, nel settore pubblico e negli enti locali
in particolare.
Così le Fondazioni bancarie, i Comuni, le Province e le Cooperative, con lo scopo di perseguire
valori collettivi e finalità di utilità generale si avvicinarono sempre più alla rendicontazione
sociale al fine di gestire e comunicare in modo responsabile e trasparente la propria
responsabilità sociale nei confronti dei portatori di interessi. Importante iniziativa italiana si
verificò nel 1998 con la nascita del “Gruppo di Studio per la statuizione dei Principi di
redazione del Bilancio Sociale”; venne realizzato così il primo modello “GBS” con l’obiettivo
di aiutare i soggetti ad avvicinarsi alla rendicontazione sociale fornendo una guida sulle finalità
e sulle procedure di formazione del bilancio sociale.
Alla fine degli anni ’90 saranno già parecchi i Comuni e le Province che redigeranno il bilancio
sociale.

Anni 2000
Gli anni 2000 sono attraversati da un progressivo e costruttivo dibattito internazionale sulla
Responsabilità Sociale d'Impresa o RSI (o Corporate Social Responsibility, CSR).
Per “CSR” si intende l'integrazione di preoccupazioni di natura etica all'interno della visione
strategica d'impresa, si tratta cioè di una manifestazione della volontà delle grandi, piccole e
medie imprese di gestire efficacemente le problematiche d'impatto sociale ed etico al loro
interno e nei settori e nelle loro zone di attività.
L'Unione Europea, nel suo “Libro Verde”, pubblicato nel 2001, definiva la Responsabilità
Sociale d'Impresa come un’azione volontaria, ovvero come integrazione volontaria delle
preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro
rapporti con le parti interessate.
VADEMECUM FISCALE 2013 L’incoraggiamento allo sviluppo della Corporate Social Responsibility, secondo i principi
enunciati nel Libro Verde, dovrebbe portare ad una crescita aziendale, con benefici superiori
rispetto all’apparente incremento dei costi dovuto agli “investimenti di qualità”.
All’inizio degli anni 2000, il Global Reporting Initiative elabora la definiva stesura delle
“Sustainability Reporting Guidelines”, termine ampio considerato sinonimo di altri usati per
descrivere le relazioni sugli impatti economici, ambientali e sociali quale ad esempio la “Triple
bottom line”. A livello internazionale l’associazionismo sportivo può fare riferimento alle Linee
guida del Global Report Iniziative (GRI) mentre in ambito nazionale sono disponibili i Principi
di redazione del Bilancio sociale del Gruppo di Studio per il Bilancio sociale (GBS).
Quest’ultimo documento rappresenta uno dei modelli più diffusi a livello nazionale, cui anche il
presente scritto farà riferimento nei paragrafi che seguiranno.
Inoltre sono stati elaborati nel tempo numerosi altri standard applicativi, tra i quali i “Principi
generali e le linee guida per l’adozione del Bilancio sociale delle aziende non profit” del
Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti – Commissione aziende non profit (2004), le
“Linee Guida per la redazione del Bilancio Sociale e di Missione delle Organizzazioni di
Volontariato” (2008), “Le Linee Guida per la redazione del Bilancio sociale delle
organizzazioni non profit” da parte dell’Agenzia per il terzo settore (2011) in collaborazione
con ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica), documento ritenuto
indispensabile
per
sensibilizzare
presso
le
organizzazioni
non
profit
la
cultura
dell’accountability quale strumento determinante per lo sviluppo e rafforzamento culturale e
strutturale del Terzo settore.

In conclusione
I principali aspetti positivi registrati dal soggetto che redige il Bilancio Sociale sono:

la trasparenza delle proprie attività,

una miglior immagine sociale con evidente ricaduta sulle possibilità di ottenere
finanziamenti,

il miglioramento delle condizioni di lavoro,

il miglior impiego e rapporto nei confronti delle risorse umane.
Attualmente, le finalità della rendicontazione, sia economica sia sociale, si differenziano in
funzione della natura del soggetto a cui ci si riferisce.
Si assiste così alla diffusione di diverse procedure e tecniche di redazione del bilancio sociale in
relazione alle imprese, alle aziende pubbliche, agli enti non profit e alle organizzazioni private il
cui obiettivo sia esclusivamente il profitto.
9.2. La redazione del Bilancio Sociale secondo le Linee Guida dell’Agenzia per il Terzo Settore
VADEMECUM FISCALE 2013 Il bilancio di esercizio (o rendiconto economico-finanziario nel caso di enti di più modeste
dimensioni) delle Organizzazioni Non Profit resta il documento fondamentale per fornire le
informazioni economiche finanziarie e patrimoniali atte a rappresentare i risultati di esercizio e
la situazione dell’ente alla data di bilancio.
Quale allegato al bilancio, é previsto la relazione di missione che prevede l’obbligo per gli
amministratori di fornire informazioni rispetto a tre ambiti principali:
- missione e identità dell’Ente;
- attività istituzionali, volte al perseguimento diretto della missione;
- attività "strumentali", rispetto al perseguimento della missione istituzionale.
Se la relazione di missione è compilata correttamente, soprattutto per gli enti di minori
dimensioni, può essere sufficiente per rappresentare anche la missione ed i risultati sociali
dell'ente stesso.
Considerata, però, la loro finalità sociale e/o ideale, per le Organizzazioni Non Profit può essere
opportuno integrare l’informativa (il bilancio nel suo complesso) con apposito documento
separato, denominato Bilancio Sociale, che diventa indispensabile soprattutto per le realtà più
grandi e complesse.
Il Bilancio Sociale é uno strumento di accountability, ovvero di rendicontazione delle
responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici delle attività
svolte da un' organizzazione.
Tale documento ha il fine di offrire un’informativa strutturata e puntuale a tutti i soggetti
interessati non ottenibile a mezzo della sola informazione economica contenuta nel bilancio di
esercizio.
In Italia non ci sono disposizioni normative che rendono obbligatoria la redazione del Bilancio
Sociale, fatta eccezione per:
- le fondazioni bancarie,
- le imprese sociali,
- le cooperative sociali.
Negli altri casi il Bilancio Sociale resta uno strumento volontario, che viene adottato
allorquando l’Organizzazione Non Profit ritenga di "dare conto" del proprio agire ai vari
portatori d’interesse (stakeholder).
Il documento predisposto dall’Agenzia per il Terzo Settore per la compilazione del Bilancio
Sociale si articola in tre sezioni:

finalità e caratteristiche del Bilancio Sociale, in cui sono definiti lo scopo e i principali
elementi che caratterizzano questo documento di rendicontazione;
VADEMECUM FISCALE 2013 
contenuti del Bilancio Sociale, in cui sono indicati la struttura e le informazioni che il
Bilancio Sociale deve contenere;

realizzazione del Bilancio Sociale, in cui si definisce la metodologia per la sua
realizzazione e la sua implementazione.
In particolare, il bilancio sociale:
a) consente all’Organizzazione Non Profit di rendere conto ai propri stakeholder del grado di
perseguimento della missione e, in una prospettiva più generale, delle responsabilità, degli
impegni assunti, dei comportamenti e soprattutto dei risultati prodotti nel tempo;
b) costituisce un documento informativo importante che permette ai terzi di acquisire elementi
utili ai fini della valutazione delle strategie, degli impegni e dei risultati generati
dall’Organizzazione nel tempo;
c) favorisce lo sviluppo, all’interno dell’Organizzazione, di processi di rendicontazione e di
valutazione e controllo dei risultati, che possono contribuire ad una gestione più efficace e
coerente con i valori e la missione.
Affinché il Bilancio Sociale costituisca uno strumento di informazione efficace, secondo
l’Agenzia per il Terzo Settore, devono essere rispettate alcune condizioni essenziali:
- l’Organizzazione Non Profit deve considerare la pluralità dei propri stakeholder, indicare il
tipo di relazione esistente con i medesimi e valutare la coerenza tra i risultati raggiunti e i loro
bisogni e aspettative;
- la redazione del Bilancio Sociale deve essere partecipata, ovvero deve prevedere il
coinvolgimento degli organi di governo, della struttura amministrativa, degli operatori interni
all’organizzazione e delle diverse categorie di stakeholder;
- la rilevazione delle informazioni qualitative e quantitative relative alle attività svolta
dall’Organizzazione Non Profit contenute nel Bilancio Sociale deve essere puntuale e
continuativa (annuale).
Il Bilancio Sociale redatto secondo le Linee Guida dell’Agenzia per il Terzo Settore, é un
documento pubblico, rivolto a tutti gli stakeholder interessati a reperire informazioni e/o alla
valutazione dell’Organizzazione Non Profit.
Proprio per questo motivo é opportuno che il Bilancio Sociale sia approvato dagli organi di
governo prima della sua pubblicazione, segnalando ai terzi l’assunzione di responsabilità in
merito alla veridicità e correttezza del contenuto del documento, pur redatto su basi volontarie.
Inoltre, la natura pubblica del documento, comporta che l’Organizzazione Non Profit si adoperi
per la divulgazione del Bilancio Sociale, tramite modalità e canali di diffusione idonei, anche in
funzione degli oneri che tale attività può comportare.
VADEMECUM FISCALE 2013 Secondo l’Agenzia per il Terzo Settore, le cui funzioni dal 2 marzo 2012 sono state trasferite al
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nella stesura del Bilancio Sociale
l’Organizzazione Non Profit deve rispettare i seguenti principi:

chiarezza: esprimere le informazioni in modo chiaro e comprensibile;

coerenza: fornire informazioni idonee a far comprendere agli stakeholder il nesso
esistente tra la missione dichiarata, gli obiettivi strategici, le attività effettivamente
svolte e i risultati prodotti;

completezza: identificare gli stakeholder che influenzano e/o sono influenzati
dall’organizzazione e inserire tutte le informazioni ritenute utili per consentire a tali
stakeholder di valutare i risultati sociali, economici e ambientali dell’Organizzazione;

inclusione: coinvolgere tutti gli stakeholder rilevanti per assicurare che il processo e
il contenuto del Bilancio Sociale rispondano alle loro ragionevoli aspettative e/o
esigenze, motivando eventuali esclusioni o limitazioni;

rilevanza: rendicontare le attività che riflettono gli impatti significativi economici,
sociali e ambientali, o che potrebbero influenzare in modo sostanziale le valutazioni
e le decisioni degli stakeholder, motivando eventuali esclusioni o limitazioni delle
attività rendicontate;

periodicità: la rendicontazione deve essere periodica, sistematica e tempestiva;

trasparenza: rendere chiaro il procedimento logico di rilevazione e classificazione
delle informazioni; le eventuali stime o valutazioni soggettive effettuate devono
essere fondate su ipotesi esplicite e coerenti;

veridicità: fornire informazioni veritiere e verificabili, riguardanti gli aspetti sia
positivi sia negativi della gestione.
Per la costruzione del Bilancio Sociale devono essere assemblate una serie di schede contenenti
diversi tipi di dati relativi all’ente non profit. Vi sono schede (schede comuni) che possono
essere utilizzate da tutti gli enti indistintamente e schede (schede specifiche) che invece sono da
utilizzarsi in relazione al tipo di ente interessato e all’attività da esso svolta.
Schede comuni: Informazioni generali Caratteristiche istituzionali ed organizzative Dimensione economica ed ambientale Schede specifiche: Caratteristiche istituzionali e organizzative Personale retribuito o volontario Finanziamento progetti e gestione patrimoniale Raccolta e distribuzione di beni Assistenza, disagio e famiglia VADEMECUM FISCALE 2013 Sport, manifestazioni ed eventi Scuola, cultura e tempo libero Integrazione lavorativa Cooperazione internazionale e Diritti Figura 1 COSTRUZIONE DEL BILANCIO SOCIALE (adattamento alle realtà associative del CNSLibertas) Schede comuni Contenuti INFORMAZIONI GENERALI CARATTERISTICHE ISTITUZIONALI ED ORGANIZZATIVE DIMENSIONE ECONOMICA ED AMBIENTALE Schede specifiche Contenuti CARATTERISTICHE ISTITUZIONALI ED ORGANIZZATIVE PERSONALE RETRIBUITO O VOLONTARIO FINANZIAMENTO PROGETTI E GESTIONE PATRIMONIALE RACCOLTA E DISTRIBUZIONE DI BENI CULTURA, SPORT E TEMPO LIBERO Capitoli Introduzione e nota metodologica Identità dell’organizzazione non profit Mappa e coinvolgimento degli stakeholder Obiettivi di miglioramento e questionario di valutazione Assetto istituzionale Reti Struttura organizzativa Dimensione economica Dimensione ambientale Capitoli Composizione del gruppo di appartenenza Composizione della base sociale Personale retribuito Volontari Finanziamento dei progetti di terzi Gestione patrimoniale Raccolta e distribuzione dei beni Attività sportiva dilettantistica Attività ricreativa Tutela ambientale Attività di promozione sociale Per tutte le informazioni richieste è auspicabile, già dalla prima redazione o in quelle successive,
utilizzare dati comparati nel tempo (due o più anni) in modo da mostrare al lettore
un’informazione relativa all’evoluzione dei dati ed assicurare un aggiornamento nel tempo delle
informazioni rilevanti fornite nel Bilancio Sociale di anno in anno.
Ciascuna Organizzazione Non Profit può inserire informazioni aggiuntive rispetto a quelle
"essenziali" e "volontarie" individuate nelle schede, allorquando le ritenga necessarie per
rappresentare in modo più completo e puntuale la propria attività ed i risultati ottenuti.
Anche l’ordine delle informazioni (e delle schede) scelto dall’Organizzazione può essere
diverso da quello indicato.
VADEMECUM FISCALE 2013 La qualità del processo di rendicontazione incide direttamente sulla capacità del Bilancio
Sociale di rispondere alle esigenze conoscitive degli stakeholder.
Per questo motivo è auspicabile:
- che la decisione di stesura e pubblicazione del Bilancio Sociale sia assunta dal vertice
dell’Organizzazione Non Profit. La condivisione di tale decisione, quantomeno all’interno
degli organi di governo dell’Organizzazione Non Profit, costituisce una premessa importante,
- che il vertice dell’Organizzazione Non Profit definisca le politiche di coinvolgimento degli
stakeholder,
- che sia individuato un Gruppo di Lavoro preposto alla realizzazione delle attività di
rendicontazione sociale.
- che al processo di rendicontazione sociale, da cui discende la periodica pubblicazione del
Bilancio Sociale, partecipino gli stakeholder interni ed esterni.
In sostanza, il processo di costruzione del Bilancio Sociale si sviluppa come segue: dopo una
prima fase nella quale i soci danno mandato agli organi istituzionali per redigere il Bilancio
Sociale, segue una seconda fase di organizzazione del lavoro. Successivamente, la terza fase
prevede l’impostazione di adeguati flussi per la raccolta delle informazioni e la stesura del
documento. Dopo aver redatto il documento, la quarta fase prevede l’approvazione e la
diffusione del Bilancio Sociale. Infine, dall’analisi del Bilancio Sociale dovranno scaturire
un’attenta valutazione delle informazioni e la conseguente definizione degli obiettivi di
miglioramento.
La comunicazione è inoltre un altro momento strategico nel processo di adozione del Bilancio
Sociale. Essa può essere realizzata sulla base di un piano più o meno articolato di azioni di
diffusione del documento e di confronto con gli stakeholder, nonché mediante l’attivazione di
una serie di canali e di iniziative che l’Organizzazione Non Profit ritenga coerenti con gli
obiettivi di trasparenza informativa e con l’onere che tali programmi comportano sia sul fronte
economico, sia sul fronte operativo.
Il processo di rendicontazione sociale descritto si ispira ad una logica partecipata, che può
essere applicata anche in modo progressivo nel tempo.
A tale riguardo, in sede di elaborazione del Bilancio Sociale occorre indicare:
- le modalità di identificazione delle diverse categorie di stakeholder, il tipo di relazione
instaurato con ciascuna di tali categorie, le esigenze e le aspettative di ciascuna categoria,
- le politiche di coinvolgimento degli stakeholder definite, le azioni effettivamente realizzate
(modalità e strumenti di coinvolgimento), le fondamentali questioni e criticità emerse e le
eventuali conseguenti decisioni e interventi di miglioramento effettuati dall’organizzazione.
VADEMECUM FISCALE 2013 Le modalità e i canali di diffusione del Bilancio Sociale possono essere diversi: il documento
può essere presentato in modo cartaceo oppure su supporti digitali e la sua distribuzione può
essere associata ad eventi o a semplici attività relazionali promosse dall’Organizzazione.
Il Bilancio Sociale deve, inoltre, essere pubblicato sul sito internet dell’Organizzazione Non
Profit o su un sito specifico creato ad hoc, o veicolato da eventuali siti internet titolati, oppure
mediante reti e network a cui l’Organizzazione partecipa.
Possono essere anche organizzati workshop o convegni volti a condividere il processo di
rendicontazione sociale e a presentare i contenuti del Bilancio Sociale.
9.3. Modello di Bilancio Sociale “consigliato” per enti sportivi
Secondo il modello proposto, il Bilancio Sociale di un Ente sportivo viene redatto secondo i
principi del Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale (GBS), parzialmente adattato alla realtà
degli enti associativi. Secondo tale modello, il Bilancio Sociale è composto da cinque sezioni,
ovvero:
I sezione
Descrizione dell’identità aziendale
II sezione
Prospetto di determinazione del valore aggiunto
III sezione
Prospetto di rappresentazione dell’efficacia azi endale
IV sezione
Relazione con gli interlocutori sociali e politiche ambientali
V sezione
Prospetto di valutazione degli indicatori sociali
I sezione
Descrizione dell’identità aziendale
La prima sezione del bilancio sociale è tesa ad evidenziare l’identità dell’ente. In essa sono
evidenziate le sue caratteristiche distintive, la sua storia, il suo assetto istituzionale. In questa
sezione vengono individuati i valori-guida aziendali che orientano la missione, il piano
gestionale e strategico adottato, le linee politiche e le scelte d’intervento. Inoltre, in questa
prima parte, viene presentata la “mappatura” degli interlocutori aziendali (stakeholder). Le
informazioni contenute in tale sezione costituiscono la “chiave di lettura” dell’intero
VADEMECUM FISCALE 2013 documento, poiché consentono di comprendere il legame esistente tra interessi istituzionali e
obiettivi perseguiti, nonché la coerenza fra questi ultimi e i comportamenti adottati.
Figura 2 Descrizione dell’identità aziendale
1.1. Storia dell’Ente Sportivo Anno di costituzione Sede Durata Compagine sociale e Soci Fondatori Altre categorie di Soci Risultati dell’attività sportiva conseguiti negli anni, dalla nascita al momento attuale 1.2.Valori di riferimento Indicazione dei valori guida che esplicitamente o implicitamente influenzano le scelte strategiche e le relazioni con i diversi interlocutori dell’Ente Sportivo 1.2. La missione Descrizione delle principali finalità dell’organizzazione in campo sociale, assistenziale, culturale e sportivo 1.4. Assetto istituzionale Organigramma dell’ente sportivo Organi statutari 1.5. Strategie Descrizione degli obiettivi a medio -­‐ lungo termine che l’Ente Sportivo persegue e le scelte che intende attuare per la loro realizzazione in termini di programma, iniziative, azioni, progetti e risorse 1.6. Politiche Illustrazione degli obiettivi a breve termine e delle scelte di indirizzo e di intervento 1.7. Identificazione degli interlocutori sociali (stakeholder) Mappa degli stakeholder dell’Ente Sportivo II sezione
Prospetto di de terminazione e ripartizione del valore aggiunto
Il Prospetto di determinazione del valore aggiunto è l’aggregato contabile che evidenzia come è
generato valore nell’esercizio. Esso, assieme al prospetto di ripartizione, rappresenta il
principale tramite di relazione con il bilancio di esercizio, rendendo evidente l’effetto
economico che l’attività dell’ente ha prodotto su alcune principali categorie di stakeholder. In
particolare, il valore aggiunto globale netto rappresenta il valore economico generato dall’ente
attraverso lo svolgimento delle proprie attività.
Figura 3 Prospetto di determinazione e ripartizione del valore aggiunto
Prospetto di determinazione del valore aggiunto
A) B) VALORE DELLA PRODUZIONE 1. Attività centrale RICAVI DELLA PRODUZIONE TIPICA COSTI INTERMEDI DELLA PRODUZIONE VADEMECUM FISCALE 2013 N N + 1 C) A)+B)+C)=D) E) D)-­‐E) 1. Costi per attività sportiva 2. Funzionamento e costi generali 3. Accantonamenti per rischi ed oneri VALORE AGGIUNTO CARATTERISTICO LORDO COMPONENTI ACCESSORI E STRAORDINARI Saldo gestione accessoria Saldo gestione straordinaria VALORE AGGIUNTO GLOBALE LORDO -­‐ Ammortamenti della gestione VALORE AGGIUNTO GLOBALE NETTO N N + 1 Prospetto di distribuzione del valore aggiunto
A) B) C) D) E) A)+B)+C)+D)+E) DISTRIBUZIONE DEL VALORE AGGIUNTO Remunerazione del personale Personale dipendente Personale non dipendente Totale remunerazione del personale Remunerazione della Pubblica Amministrazione Imposte dirette Imposte indirette Totale remunerazione della Pubblica Amministrazione Remunerazione del capitale di credito Totale remunerazione del capitale di credito Liberalità esterne Contributi a tesserati Totale liberalità esterne Risultato di esercizio VALORE AGGIUNTO GLOBALE NETTO III sezione
Prospetto di rappresentazione dell’efficacia aziendale
Nella terza sezione del documento devono essere riportate le attività svolte dall’ente sportivo,
raggruppate in sette macro aree, ritenute fondamentali per la determinazione della performance
aziendale:
• Risultati agonistici
• Diffusione pratica sportiva
• Struttura federale
• Attività promozionali e sviluppo
• Comunicazione e marketing
• Formazione, didattica e ricerca
• Impiantistica sportiva.
Per ciascuna di tali macro aree sono stati formulati degli indicatori volti ad esprimere in termini
quantitativi le attività svolte nell’area individuata in relazione a specifiche tematiche. Tali
indicatori possono essere modificati in relazione alle caratteristiche peculiari di ciascun ente.
Figura 4 Prospetto di rappresentazione dell’efficacia aziendale
VADEMECUM FISCALE 2013 PROSPETTO DI RAPPRESENTAZIONE DELL'EFFICACIA AZIENDALE Macroarea Tematica Indicatori di performance n n+1 A% N ° direttori tecnici nazionali Assistenza tecnica N° allenatori nazionali N° allenatori giovanili N° medici squadre nazionali N° fisioterapisti N°org. nazion. di cui fanno parte dirigenti N° comitati organizzatori di cui fanno parte dirigenti N° atleti diversamente abili tesserati Assistenza sanitaria RISULTATI AGONISTICI Dirigenti presenti in organismi terzi Disabilità Organizzazione attività agonistica nazionale Organizzazione attività agonistica regionale N° manifestazioni nazionali realizzate N° manifestazioni regionali realizzate N° società affiliate N° atleti tesserati N° società con diritto di voto N°allenatori iscritti all'albo DIFFUSIONE PRATICA SPORTIVA Affiliazione e tesseramento N° allenatori diplomati N° giudici arbitri N°soci onorari N°soci benemeriti Presenza di sistemi informatici di tesseramento Contributo economico destinato alle società affiliate N° eventi di promozione Rapporti con le società sportive STRUTTURA ENTE Dirigenza eletta Management e Risorse Umane STRUTTURA ENTE (SEGUE) Finanze ATTIVITA’ PROMOZIONALI E SVILUPPO Progetti Scuole di avviamento alla disciplina VADEMECUM FISCALE 2013 N° partecipanti all'assemblea federale N ° partecipanti al Consiglio federale N° Consigli federali svolti N° Comitati regionali N° Delegati provinciali N ° riunioni consulte svolte N° Consiglieri Comitati regionali N°Commissioni centrali N°Commissioni periferiche N° dirigenti N° collaboratori (a progetto, stage, ecc.) N° dipendenti donne/uomini N°dipendenti diversamente abili N°dipendenti laureati/diplomati Tot. Contributi da Stato, Regione, enti Locali Tot. Contributi CONI Tot. Costi per Attività sportiva Tot. Funzionamento e costi generali N°progetti realizzati N ° programmi tecnici N° Scuole di avviamento alla disciplina presenti sul territorio N° atleti iscritti Attività con il Ministero Pubblica Istruzione Presenza Campionati studenteschi inerenti la disciplina Programmi inerenti la disciplina nella scuola dell'obbligo o superiore COMUNICAZIONE E MARKETING COMUNICAZIONE E MARKETING (segue) N° collaboratori Ufficio stampa Ufficio stampa e marketing N° collaboratori Ufficio marketing N ° riviste specializzate Web site Tot. Budget dedicato alla gestione del sito N°main sponsor/partner House Organ Newsletter Sponsor Iniziative promo-­‐
pubblicitarie FORMAZIONE DIDATTICA E Corsi per tecnici RICERCA Corsi per dirigenti Circolari informative Pubblicazioni N° fornitori ufficiali N° pagine pubblicitarie N° partecipazioni a fiere e mostre Tot. Introiti da pubblicità e sponsorizzazioni Tot. Costi per la comunicazione N°riviste, brochure, depliant realizzati N° corsi di I livello N° corsi di II livello N° corsi dì III livello N°partecipanti corsi di I livello N° partecipanti corsi di II livello N° partecipanti corsi di III livello N° corsi e seminari organizzati per dirigenti N°dei dirigenti che partecipano ai corsi e ai seminari Contratti stipulati e accordi commerciali Tot. Introiti da sponsor IMPIANTISTICA SPORTIVA Valorizzazione degli impianti Tipologia degli impianti Caratteristiche N'impianti Tot. Costi di gestione impianti sportivi Manutenzioni e miglioramenti Figura 5 Esempio di compilazione della Sezione III VADEMECUM FISCALE 2013 VADEMECUM FISCALE 2013 VADEMECUM FISCALE 2013 VADEMECUM FISCALE 2013 Fonte: Federazione Motociclistica Italiana -­‐ Bilancio Sociale 2009 pagg 53 -­‐56 IV sezione
Relazione con gli interlocutori sociali e politiche ambientali
La quarta parte del documento ha il compito di fornire un resoconto accurato delle politiche
attuate dall’ente nei confronti di ciascuna categoria di stakeholder individuata.
L’identificazione degli interlocutori principali è frutto di un attento esame dell’ente e delle
relazioni instaurate con i propri interlocutori sociali. Questa sezione è dunque strutturata nel
modo seguente:
a) si individuano gli interlocutori primari, ad esempio:
- Tesserati
- Dipendenti e Collaboratori
- Volontari
- Fornitori e Partner Commerciali
- Comunitá Locale
- Pubblica Amministrazione
- Politiche Ambientali b) si individuano delle sottocategorie, ad esempio per la categoria “Tesserati”:
- servizi per i tesserati
- politica antidoping
- turn over tesserati
- progetti per favorire la continuità nella pratica sportiva, etc.
c) per ognuna di esse sono descritte le pratiche aziendali e sono espressi gli indici volti a
misurare il livello di impatto e di impegno sociale dell’ente non profit.
V sezione
Prospetto di valutazione degli indicatori sociali
Il primo prospetto, denominato “Prospetto di valutazione degli indicatori sociali”, comprende
una serie di valutazioni specifiche che descrivono e sintetizzano, attraverso un giudizio
qualitativo, quanto rilevato dagli indicatori inseriti nella sezione IV (relativamente a ciascuna
VADEMECUM FISCALE 2013 area tematica e alle rispettive sub-tematiche). Tali valutazioni sono riportate nel prospetto in
corrispondenza delle tematiche e sub-tematiche cui fanno riferimento. Esse esprimono un
giudizio compreso tra “per niente” e “in modo ampio” (da 0 a 100) sulla Responsabilità Sociale
dell’ente non profit, in particolare:
- per niente (0-10) sta a significare che nessuna procedura e/o pratica è documentata, né sono
stati mai attuati impegni concreti e iniziative relative al tema in oggetto;
- in piccola parte (15-50): l’ente documenta l’uso di pratiche aziendali e/o impegni, un positivo
sviluppo e/o un buon livello in alcune aree da un certo numero di anni;
- in buona parte (55-90): l’ente documenta l’uso di sistematiche pratiche aziendali e/o impegni,
un positivo sviluppo e/o un alto livello in alcune aree da un certo numero di anni;
- in modo ampio (95-100): l’ente documenta l’uso di sistematiche pratiche aziendali e/o
impegni, un positivo sviluppo e/o un alto livello nella maggior parte delle aree da un certo
numero di anni.
SEZIONE V Per niente In piccola parte In buona parte L’Ente ha sviluppato politiche per la lotta al doping? In modo ampio L’Ente ha sviluppato politiche di fair play? 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.1.1 Etica nello sport 4.1. Tesserati 4.1.2 Servizi/assistenza tesserati Per niente In piccola parte In buona parte L'Ente ha realizzato politiche di sviluppo dei servizi offerti? L'Ente ha realizzato programmi di promozione dei servizi? In modo ampio 4.1.3 Fedeltà dei tesserati alla disciplina sportiva/all’ente L'Ente ha sviluppato politiche per incentivare i propri tesserati/soci? Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.2 Dipendenti e collaboratori Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 4.2.1 Area dello svantaggio L'Ente ha assunto dei lavoratori diversamente abili? L'Ente presenta al suo interno delle barriere architettoniche? 4.2.2 Pari opportunità L'Ente ha svolto politiche in favore delle pari opportunità? VADEMECUM FISCALE 2013 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.2.3 Salute e sicurezza dei tesserati L'Ente ha adottato politiche di tutela della salute e della sicurezza dei tesserati? L'Ente organizza e/o propone corsi di formazione sulle tematiche della salute e della sicurezza? Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.2.4 Formazione e sviluppo Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio L'Ente adotta programmi relativi allo sviluppo professionale dei dipendenti e collaboratori e dei propri associati? La crescita del personale è in linea con gli obiettivi strategici dell'Ente? 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.2.5 Comunicazione con i dipendenti e collaboratori L'Ente adotta un sistema dì comunicazione/dialogo con i dipendenti e collaboratori? Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.2.6 Remunerazione e altri benefici L'Ente prevede forme di incentivi legate ai risultati conseguiti? Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio L'Ente offre una serie benefici ai suoi dipendenti e collaboratori? 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.2.7 Gestione del cambiamento (Ristrutturazione) L'Ente ha gestito il cambiamento organizzativo tenendo conto delle possibili ripercussioni interne? La struttura organizzativa è sufficientemente dimensionata in funzione delle attività e obiettivi da conseguire? Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.3 Fornitori e partner commerciali 4.3.1 Critèri di selezione e gestione dei fornitori e partner commerciali L'Ente adotta criteri etici di selezione di partner e fornitori? L'Ente ha fornitori che possiedono certificazioni ambientali ed etiche? Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.4 Comunità locale 4.4.1 Liberalità, donazioni, supporto ad iniziative sociali L'Ente adotta programmi di supporto ad iniziative sociali? L'Ente adotta programmi di sviluppo e supporto della comunità locale? VADEMECUM FISCALE 2013 4.4.2 Scuole e università L'Ente adotta programmi specifici di collaborazione con le scuole e le università? L'Ente adotta programmi di promozione della pratica sportiva presso le scuole e/o università ? Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.5.1 Programmi di collaborazione con le Istituzioni L'Ente adotta programmi specifici di collaborazione con le istituzioni locali/nazionali? L'Ente ha mai avuto contenziosi con la Pubblica Amministrazione? Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 4.5.2 Attività istituzionali finanziate da Coni e da Enti territoriali L'Ente in quale percentuale è in grado di autofinanziarsi? L'Ente riceve altre tipologie di contributi rispetto a quelli del CONI? I contributi finanziati vengono investiti interamente? Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 -­‐-­‐-­‐ 95/100 Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 Per niente In piccola parte In buona parte In modo ampio 4.4.3 Coinvolgimento degli atleti nella comunità locale L'Ente adotta programmi per supportare gli atleti che svolgono attività di volontariato o fanno donazioni? L'Ente ha atleti e associati che svolgono attività per il sociale? 4.5 Pubblica amministrazione 4.6 Ambiente 4.6.1 Rapporto ambientale L'Ente adotta una politica ambientale secondo la normativa vigente? L'Ente adotta politiche dì prevenzione ambientale? 4.6.3 Trasporti/logistica L’Ente adotta una politica per ridurre i consumi nel trasporto e rendere la logistica meno inquinante? 4.6.4 Sensibilità e coscienza ambientale L’Ente adotta programmi interni/esterni per migliorare la coscienza e la sensibilità ambientale? L’Ente possiede certificazioni ambientali? VADEMECUM FISCALE 2013 0 5/10 15/20/25/30/35/40/45/50 55/60/65/70/75/80/85/90 95/100 Prospetto di calcolo dell’indice di responsabilità sociale
Raccolte tutte le valutazioni all’interno del prospetto sopra descritto – Prospetto di valutazione
degli indicatori sociali – viene elaborata, per ogni singola sub-tematica al suo interno contenuta,
una media aritmetica di tutti i punteggi parziali attribuiti a ciascun parametro delle subtematiche, in modo da giungere ad un punteggio complessivo (successivamente definito
“punteggio” all’interno del “Prospetto di calcolo dell’indice di responsabilità sociale”).
Tutti i valori espressi nel prospetto di valutazione degli indicatori sociali sono poi trasferiti al
“Prospetto di calcolo dell’indice di responsabilità sociale”, imputati (nella colonna “punteggio”)
in corrispondenza di ciascuna sub-tematica indagata.
Calcolati tutti i punteggi, e riportati gli stessi nel Prospetto di calcolo dell’indice di
responsabilità sociale, questi vengono successivamente ponderati in base al peso specifico di
ogni sub-tematica rispetto alla tematica indagata (punteggio per peso) ottenendo un risultato. La
somma complessiva dei risultati relativi a ciascuna sub-tematica fornisce un parametro
indicativo della responsabilità sociale dell’ente non profit.
Calcolati tutti i risultati di ciascuna sub-tematica, questi vengono sommati. Il numero risultante
è un possibile indice di responsabilità sociale che indica il grado di sensibilità dell’ente non
profit (in una scala da 0 a 100). La valenza di questa sezione e più nello specifico del suo
risultato finale, espresso attraverso un indice, è data dalla duplice possibilità di applicare un
sistema di misurazione appositamente creato, che renda possibile da un lato confrontare nel
tempo le performance sociali all’interno di un ente non profit, e dall’altro porre le condizioni per
una futura comparazione in senso più ampio tra tutti gli enti di una data categoria (esempio le
associazioni sportive dilettantistiche). Di seguito è riportato l’intervallo di valori in cui può
essere compreso l’indice e la valutazione conseguente:
- 0–10: l’ente non profit non agisce in modo socialmente responsabile;
- 11–31: l’ente non profit agisce in modo socialmente responsabile molto limitatamente;
- 32–62: l’ente non profit agisce in modo socialmente responsabile in modo limitato;
- 63–83: l’ente non profit agisce in modo socialmente responsabile ad un buon livello;
- 84–100: l’ente non profit agisce in modo socialmente responsabile ad un alto livello.
Figura 6 FMI – Indice di responsabilità sociale
VADEMECUM FISCALE 2013 Fonte: Federazione Motociclistica Italiana -­‐ Bilancio Sociale 2009 pag. 86 VADEMECUM FISCALE 2013 
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Capitolo 9 Il Bilancio Sociale