Rete di Riserve
Destra Avisio
Presentazione Piano di lavoro
PROGETTO DI ATTUAZIONE
(art. 47, comma 5, della Legge provinciale 23 maggio 2007 n. 11)
Cavalese, 30 gennaio 2012
QUADRO NORMATIVO
Legge provinciale 23 maggio 2007, n. 11
“Legge provinciale sulle foreste e sulla
protezione della natura”
“Governo del territorio forestale e montano, dei corsi d’acqua e delle aree protette”
Titolo V – Sistema delle aree protette provinciali (art. 33..53)
art. 34 La rete delle aree protette provinciali è costituita da:
a) la rete ecologica europea “Natura 2000”…;
b) i parchi naturali provinciali…;
c) le riserve naturali provinciali…;
d) le riserve locali…;
e) le aree di protezione fluviale…;
f) la rete di riserve…
Da cosa è costituita una “rete di riserve”?
la rete di riserve è costituita dalle aree
protette presenti fuori parco previste
dalle lettere a), c), d) ed e) dello stesso
articolo 34, “nel caso in cui rappresentino
sistemi territoriali che, per valori
naturali, scientifici, storico-culturali
e paesaggistici di particolare interesse,
o per le interconnessioni funzionali tra
essi, si prestano a una gestione
unitaria, con preminente riguardo alle
esigenze di valorizzazione e di
riqualificazione degli ambienti naturali
e seminaturali e delle loro risorse,
nonché allo sviluppo delle attività umane
ed economiche compatibili con le
esigenze di conservazione”.
aree di
protezione
fluviale
siti della
rete ecologica
europea
“Natura 2000”
riserve
naturali
provinciali
riserve
comunali
int. locale
Come può essere attivata una “rete di riserve”?
L’art. 35 della Legge provinciale 11/2007 recita:
“La rete di riserve è attivata su base volontaria
attraverso accordi di programma tra i comuni
interessati e la Provincia. Negli accordi di
programma i comuni possono, con decisione
unanime in tal senso, coinvolgere le comunità
territorialmente interessate.
Ferme restando le responsabilità e il ruolo dei
comuni e delle comunità, partecipano all'accordo di
programma anche l'Agenzia provinciale delle
foreste demaniali istituita dall'articolo 68, la
Magnifica Comunità di Fiemme, le Regole di
Spinale e Manez e le amministrazioni separate dei
beni di uso civico territorialmente interessate”.

L’art. 47 della L.P. 11/2007 detta quindi le norme fondamentali
ed i contenuti necessari alla
costituzione di una rete di riserve. Data la particolare valenza dell’articolo lo si riporta di seguito in
forma integrale:
“Rete di Riserve”
1. L'accordo di programma previsto dall'articolo 35 per l'attivazione di una rete di riserve individua nei
comuni o loro forme associative o nella comunità il soggetto responsabile per la conservazione delle
riserve in essa comprese e per la predisposizione del piano di gestione.
2. La rete di riserve è gestita attraverso un piano di gestione che comprende le misure di conservazione
previste per i siti facenti parte della rete "Natura 2000", ai sensi dell'articolo 38, comma 3, lettera b),
e comma 5, e le misure previste per le riserve naturali provinciali, per le riserve locali e i parchi
fluviali che in essa ricadono.
3. Il piano di gestione della rete di riserve è approvato dalla Giunta provinciale con le modalità e le
procedure definite dal regolamento.
4. Se la rete di riserve coinvolge riserve naturali provinciali gli interventi possono essere realizzati dai
comuni o dalla comunità, in deroga all'articolo 45, comma 3, e, per gli interventi che ricadono
all'interno di foreste demaniali, previo accordo con l'Agenzia provinciale delle foreste demaniali.
5. L'accordo di programma di costituzione della rete di riserve contiene:
a) il progetto d'attuazione della rete di riserve, comprendente le analisi territoriali, gli obiettivi da
raggiungere, gli indirizzi del programma di gestione e delle norme d'attuazione;
b) l'individuazione di eventuali corridoi ecologici finalizzati ad assicurare l'integrazione funzionale tra i
siti e le riserve che costituiscono la rete;
c) il programma finanziario, suddiviso per priorità d'intervento e per settori operativi;
d) i tempi di redazione e d'attuazione della pianificazione particolareggiata o di aggiornamento di
quella esistente;
e) le risorse finanziarie necessarie per il successivo triennio all'attuazione e alla gestione, e le
modalità di reperimento delle restanti risorse eventualmente necessarie;
f) le unità di personale necessarie per la gestione;
g) le indicazioni programmatiche relative ai contenuti del piano di gestione;
h) le forme di partecipazione alla gestione della rete di riserve da parte delle comunità e dei comuni
interessati, nonché degli enti e delle associazioni rappresentative delle realtà economiche, sociali ed
ambientali;
i) l'individuazione degli organi di gestione della rete di riserve;j) i soggetti competenti alla
realizzazione degli interventi previsti dal piano di gestione.
6. Se la rete di riserve coinvolge riserve confinanti con parchi naturali, il piano di gestione è redatto in
coerenza con il piano del parco.”
in conclusione…
La Rete di Riserve è uno strumento
organizzativo recentemente previsto dalla
normativa provinciale di settore, attivabile su
base volontaria dai comuni territorialmente
interessati per la gestione unitaria e coordinata
di più aree protette, già “gravate” da vincoli di
conservazione disposti dalla normativa in vigore
(direttive CEE, leggi e regolamenti nazionali o
provinciali tra cui PUP e PGUAP), che si
concretizza nella sostanziale delega di
funzioni gestionali attinenti le aree protette
medesime, dalla Provincia Autonoma di Trento
ai comuni interessati, formalizzata a mezzo di
uno specifico Accordo di programma triennale,
rinnovabile, nel quadro d’attuazione del principio
fondamentale della sussidiarietà.
Cosa NON è una RETE DI RISERVE..
NON è: la costituzione di un nuovo parco.
La normativa provinciale prevede espressamente quali siano le sole tre aree protette
con destinazione a parco naturale presenti sul territorio della Provincia Autonoma di
Trento e per queste detta una normativa specifica, diversa da quella che
disciplina la costituzione delle “Reti di Riserve”.
NON è: un modo nuovo per imporre altri vincoli e divieti.
Gli elementi costitutivi le Reti di Riserve non sono altro che siti ed aree già
vincolate in virtù della normativa vigente!
Al contrario, con la costituzione di una Rete, sarà eventualmente possibile
contestualizzare vincoli e divieti esistenti, in modo da rendere semmai meno
gravoso il rapporto tra le aree protette della Rete e le attività umane che
abitualmente si relazionano con esse.
I Piani di Gestione delle Reti di Riserve possono peraltro contenere anche indicazioni
gestionali riferibili ai corridoi ecologici, individuati dall’analisi territoriale, esterni al
perimetro delle aree protette ma funzionali ad assicurarne l’integrazione funzionale.
Nell’ambito dell’Accordo di programma è comunque possibile esplicitare che (cosa
già fatta da altri territori), per la persecuzione degli obiettivi di conservazione attiva
delle aree protette in seno alla Rete e di valorizzazione in chiave educativa e
ricreativa delle stesse, non debbano essere introdotti ulteriori vincoli e divieti rispetto
a quelli già stabiliti dalla normativa comunitaria, nazionale e provinciale per le
specifiche tipologie di aree presenti nella Rete di Riserve, in materia di gestione del
territorio e di svolgimento delle attività tradizionali.
PROGETTO DI ATTUAZIONE - Contenuti

1.
analisi territoriale;

2.
definizione degli obiettivi da raggiungere;

3.
confronto socio-economico e confronto
tecnico sul progetto generale;

4.
indirizzi generali per il piano di gestione;

5.
definizione del modello gestionale.
1 – Analisi territoriale
Per questo primo blocco si prevedono le seguenti attività:







ricognizione delle aree protette esistenti sul territorio (riserve della Rete Natura
2000, riserve provinciali, riserve comunali di interesse locale, aree di protezione
fluviale individuate dal PUP);
recupero di eventuali studi, indicazioni gestionali e/o di veri e propri piani di
gestione sino ad ora realizzati in relazione alle aree protette di cui al punto
precedente;
caratterizzazione fisico-biologica generale dei valori naturalistici, animali e
vegetali, presenti sul territorio dei comuni coinvolti dal progetto, con particolare
riguardo alle relative esigenze di conservazione e connettività;
caratterizzazione storico-culturale nonché socio-economica del territorio dei
comuni coinvolti dal progetto, con analisi dei punti di forza e debolezza emergenti;
individuazione di massima dei possibili “corridoi ecologici” finalizzati ad
assicurare l’integrazione funzionale tra i diversi siti e riserve che costituiscono la
rete, nonché dei possibili corridoi ecologici funzionali all’integrazione della rete
stessa con altri sistemi limitrofi ad elevata valenza ambientale (ZPS “Lagorai” e
Parco naturale Trudener Horn in particolare);
individuazione e valutazione di possibili “aree sensibili” di particolare pregio
naturalistico, paesaggistico o storico-culturale non ancora ricomprese nei confini
consolidati delle aree protette ad oggi censite;
primo esame dell’assetto urbanistico dei comuni coinvolti dal progetto, con
riguardo alle tavole ed alla normativa che disciplina la destinazione d’uso del
territorio.
2 – Definizione degli obiettivi da raggiungere
Questo blocco di attività è principalmente mirato ad individuare quali
obiettivi e funzioni dovrà avere la Rete di Riserve Destra-Avisio, nonché alla
individuazione degli interventi prioritari ed urgenti, materiali ed immateriali che
si prevede di realizzare nel periodo di decollo della Rete di Riserve in vacanza del
Piano di gestione approvato, allo scopo di far fronte alle prime esigenze
conservazionistiche urgenti e alla necessità di rendere visibile e vitale sul territorio la
presenza della nuova Rete di Riserve.
La definizione degli obiettivi consta di due fondamentali diversi momenti:
A) MOMENTO TECNICO

Un gruppo di lavoro tecnico, facente riferimento all’Ufficio Tecnico Forestale della
Magnifica Comunità di Fiemme e stabilmente raccordato con i Servizi competenti
della Provincia Autonoma di Trento, dovrà elaborare la proposta tecnica in
merito alle funzioni, alle linee di indirizzo gestionale, alle azioni/interventi
che dovrà svolgere la Rete di Riserve, elaborando anche una stima dei relativi costi,
delle necessità di personale ed individuando le priorità di intervento.
B) MOMENTO POLITICO

La Conferenza dei sindaci, auspicabilmente con Moena e Vigo di Fassa, allargata
ai rappresentanti della Magnifica Comunità di Fiemme, della Regola Feudale di
Predazzo, della Comunità territoriale della Val di Fiemme e della Val di Fassa, sempre
supportata dal gruppo di lavoro tecnico, sarà invece chiamata a svolgere sugli
obiettivi un sostanziale ruolo di indirizzo nonché ad approvare gli atti finali.
Ruolo della Conferenza dei Sindaci allargata
definire e condividere l’indirizzo politico di progetto;
 valutare le risultanze del confronto socio-economico;
 discutere ed approvare il Progetto di attuazione e la proposta di
Accordo di programma per la costituzione della Rete di Riserve Destra
Avisio.
 Nella fase di elaborazione del Progetto, alla luce delle risultanze del confronto
partecipato, la Conferenza avrà in particolare il compito di proporre quelle
azioni maggiormente legate alla funzione di fruizione sociale della
Rete di Riserve e alla sua valorizzazione in chiave educativa e
ricreativa.
 Spetta alla Conferenza l’individuazione del modello di “governance”, dei
relativi organi, nonché stabilire i tempi della loro costituzione.
 La Conferenza provvederà a nominare un proprio referente all’interno del
gruppo di lavoro tecnico.

----------------
Il referente avrà sostanziali compiti di:
 raccordo e coordinamento tra gli “organi del progetto”, le istituzioni coinvolte
ed i tavoli del confronto partecipato fino al momento della firma dell’Accordo di
programma;
 monitoraggio sul buon andamento delle attività previste dal progetto in
generale.
La proposta economico-finanziaria
Obiettivo finale, congiunto e condiviso, del percorso preliminare volto alla
costituzione della Rete di Riserve è la redazione di una proposta economicofinanziaria da inserire nell’Accordo di programma che dovrà necessariamente
prevedere:
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


le misure urgenti di conservazione attiva;
le prime azioni di comunicazione del progetto Rete;
i costi generali di funzionamento della Rete nella sua prima fase di vita;
le modalità di riparto tra i soggetti aderenti alla Rete, delle quote di
costo non coperte dalla contribuzione provinciale;
i costi e le modalità di reperimento delle risorse per la redazione del
Piano di gestione partecipato.
Il Piano economico-finanziario di cui sopra dovrà, preventivamente, essere
concordato e condiviso tra le diverse Amministrazioni comunali e gli altri
sottoscrittori dell’Accordo. Tra questi, in particolare, l’Amministrazione
provinciale, chiamata a rendere disponibili la gran parte, ancorché non il
complesso, delle risorse necessarie all’attuazione del Progetto.
3 – Confronto socio-economico e confronto tecnico
Questo terzo blocco di attività prevede:
a. l’organizzazione, di alcuni “momenti di confronto” (incontri) sul progetto generale
con i rappresentanti istituzionali e con i referenti delle principali categorie socioeconomiche, portatori principali d’interesse con riferimento al progetto (cacciatori,
pescatori, agricoltori, proprietari forestali, associazioni ambientaliste, locali gruppi
micologici e floristici formalmente costituiti, locali sezioni CAI-SAT, associazioni di
operatori turistici, Azienda per il Turismo Val di Fiemme, associazioni degli impiantisti,
degli accompagnatori di territorio e delle guide alpine del Trentino).
Questo primo sottogruppo di attività, riconducibili al preliminare confronto socioeconomico con il territorio, è sostanzialmente volto:
- alla presentazione del progetto generale di istituzione della “Rete di Riserve”;
- a farne maturare l’idea in modo consapevole e condiviso;
- a raccogliere dai principali attori locali i primi suggerimenti e le prime proposte sul
progetto stesso;
b. di attivare i primi necessari momenti di confronto tecnico, in particolare con le
strutture provinciali competenti in materia di gestione forestale, ambiente,
agricoltura e turismo al fine di raccogliere da queste, anche con riferimento alla
complessiva normativa di settore, indicazioni, suggerimenti e critiche in merito all’idea
progettuale complessiva nonché alle relative modalità attuative, così da evidenziarne
subito le principali potenzialità e criticità. Potranno altresì attivarsi, se necessario,
momenti di confronto con i Servizi tecnici dei comuni aderenti.
--------------
Momento conclusivo del percorso partecipato preliminare: presentazione finale del
Progetto di attuazione e della proposta di Accordo di programma.
4 – Indirizzi generali per il Piano di gestione

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
L’art. 47, comma 5 della L.P. 11/2007 stabilisce che i Progetti di attuazione delle
Reti di Riserve comprendano anche gli indirizzi del programma di gestione e delle
norme di attuazione.
Preso atto che il dettato della norma provinciale non richiede per questa fase la
necessità di redigere un Piano di gestione unitario, le cui modalità d’adozione, sono
specificamente normate dall’art.11 del Regolamento d’attuazione (DPP 3 novembre
2008, n. 50-157/Leg), nell’ambito del Progetto è però previsto lo studio e la
formulazione degli indirizzi generali cui ispirare la sua successiva, nonché
eventuale, redazione.
Detti indirizzi generali dovranno far tesoro, sia delle indicazioni ministeriali sulla
strutturazione dei Piani di gestione di aree protette, che delle indicazioni fornite da
Piani di gestione già approvati dalla Giunta Provinciale di Trento con riferimento in
primis alle Reti di Riserve già avviate, ma anche a singoli siti o aree destinati a
riserva (SIC, ZPS, riserve naturali provinciali).
5 – Definizione del modello gestionale
A mezzo di questo blocco di attività si dovrà provvedere:





alla primaria ricognizione, sia sul territorio provinciale che su realtà esterne ad
esso, ma comunque appartenenti alla macroregione alpina, di una generale
casistica di modelli di gestione integrata dei corsi d’acqua con i territori
attraversati e/o con aree protette del proprio bacino idrografico o limitrofe allo
stesso;
allo studio/confronto dei casi censiti con particolare riferimento ai rispettivi
risultati organizzativi e gestionali conseguiti al fine di ricavarne le più utili indicazioni
per la definizione, tenute in debito conto le specificità locali di Fiemme, del più
adeguato modello di “governance” da proporre per la Rete di Riserve Destra Avisio;
alla definizione delle forme di partecipazione alla gestione da parte dei
soggetti sottoscrittori dell’Accordo di programma nonché delle associazioni
rappresentative delle realtà economiche, sociali ed ambientali;
alla conseguente definizione degli organi di gestione della Rete compresi tempi e
modi della loro costituzione;
alla definizione della struttura tecnico-amministrativa che sarà operativamente
deputata a far funzionare la Rete e dei soggetti competenti alla realizzazione degli
specifici interventi previsti dal Piano di gestione.
----------
La proposta organica di modello di gestione della Rete di riserve andrà
sottoposta alla Conferenza dei sindaci per l'approvazione.
Reti di riserve in Trentino

RETI OPERATIVE
1. Rete di Riserve di Brentonico
Istituita nel 2008, la Rete di Riserve dal 2009 è dotata di regolare piano di gestione,
rendendola pienamente operativa. Nel corso del 2011 il Comune di Brentonico ha
assunto l’iniziativa di allargare la Rete ai comuni limitrofi, (Ala, Avio, Brentonico,
Mori, Nago-Torbole) per costituire la rete di Riserve del Baldo; attualmente è in corso
di definizione la delega della Provincia al Comune di Brentonico (manca solo il via
libera di Avio) per l’elaborazione del Progetto di massima, propedeutico alla stipula
dell’accordo di programma, previsto per la primavera 2012;

RETI ISTITUITE
2. Rete di Riserve del Monte Bondone-Soprassasso
Istituita nel 2008, nei primi anni la gestione della rete di riserve è stata attuata
tramite l’Azienda forestale di Trento e Sopramonte; nel corso del 2011 il Comune di
Trento ha affidato l’incarico di elaborazione del Piano di gestione;
3. Rete di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio
L’Accordo di programma che sancisce la nascita della rete di Riserve è stato siglato il
30 settembre 2011 con 5 Comuni: Grumes (capofila), Capriana, Faver, Grauno,
Valda, e con la Comunità della valle di Cembra, la Magnifica Comunità di Fiemme e
l’Asuc di Rover-Carbonare del Comune di Capriana. La rete di Riserve comprende 4
riserve naturali/ZSC, 8 riserve locali e una porzione dell’area di protezione fluviale
del Torrente Avisio, corrispondente ai cinque territori comunali. Sono stati individuati
inoltre i corridoi ecologi funzionali alla corretta gestione della biodioversità.
Contestualmente è stato adottato il Piano di gestione, che sarà approvato nel 2012.

RETI IN FASE DI STUDIO
4. Rete di Riserve del Basso Sarca
E’ in corso di definizione la delega della Provincia al Comune di Arco per
l’elaborazione del Progetto di massima della Rete di Riserve del Basso Sarca che
coinvolge anche i comuni di Dro, Nago-Torbole e Riva.
5. Rete di Riserve della Val di Ledro
E’ in corso di definizione la delega della Provincia al Comune di Ledro per
l’elaborazione del Progetto di massima della Rete di Riserve della Val di Ledro che
coinvolge anche i comuni di Riva, Tenno, Bondone e Storo. Questo progetto di
massima, che approfondirà anche l’ipotesi di un parco agricolo di fondovalle, è
propedeutico alla stipula dell’accordo di programma, previsto per la primavera 2012.
6. Rete di Riserve del Parco Fluviale del Brenta
Nell’ambito di un più ampio Accordo di programma tra Provincia e Comunità di Valle
della Bassa Valsugana e Tesino, è stata concordata la definizione di un progetto di
massima della Rete di riserve lungo l’asta fluviale del Brenta, che potrebbe essere
propedeutico alla costituzione di un Parco fluviale del Brenta.
7. Rete di Riserve Fiemme-Destra Avisio
Con Determinazione n. 3 dd. 13/12/2011 del Dirigente I.S. per la valorizzazione
della rete delle aree protette, la Provincia Autonoma di Trento ha conferito alla
Magnifica Comunità di Fiemme la delega per la predisposizione del Progetto di
attuazione.
La “Rete di Riserve” Fiemme-Destra Avisio potrebbe coinvolgere 6 ZSC (con 7 S.I.C.
della rete europea Natura 2000), 18 riserve locali e l’area di protezione fluviale del
medio Avisio, per un totale di oltre 5500 ettari.
Aree protette e riserve locali in Fiemme-Destra Avisio (sup. in ha)
IT3120020 - PALÙ LONGA
Torbiera di transizione con specie rare in
tutta la catena alpina.
Si tratta di un biotopo di vitale importanza
per la riproduzione di molte specie di anfibi
e rettili.
Presenza storica di invertebrati dell’allegato
II indicatori di zone umide integre, in forte
declino.
Presenza di invertebrati dell’allegato II che
indicano buona naturalità delle acque
correnti.
IT3120113 - MOLINA - CASTELLO
Buon esempio di vegetazione erbosa
steppica continentale a Stipa capillata,
con altre rarità floristiche.
Il sito è inoltre di rilevante importanza
per la nidificazione, la sosta e/o lo
svernamento di specie di uccelli protette
o in forte regresso, e/o a distribuzione
localizzata sulle Alpi.
IT3120128 - ALTA VAL STAVA
L’interesse è legato alla presenza di un classico esempio di cembreta su substrato calcareodolomitico.
Il sito è di
rilevante interesse
nazionale e/o
provinciale per la
presenza e la
riproduzione di
specie animali in
via di estinzione,
importanti relitti
glaciali, esclusive
e/o tipiche delle
Alpi.
IT3120118 - LAGO (VAL DI FIEMME)
L’interesse del sito è legato alla
presenza relitta di Miricaria
germanica, specie tipica di alvei
fluviali indisturbati, in forte regresso
in tutte le Alpi e quasi del tutto
scomparsa in Trentino.
IT3120106 - NODO DI LATEMAR
Di particolare interesse floristico e vegetazionale risultano i punti di contatto tra la
dolomia ed i basalti, dove si rinviene un certo numero di entità rare.
Per il resto si tratta di
un significativo
esempio di massiccio
dolomitico.
Il sito è di rilevante
interesse nazionale
e/o provinciale per la
presenza e la
riproduzione di specie
animali in via di
estinzione, importanti
relitti glaciali,
esclusive e/o tipiche
delle Alpi.
IT3120026 - BECCO DELLA PALUA
IT3120025 - SELVA DI EGA
(TORBIERE DEL LAVAZÈ)
Aree umide d’indubbio
interesse botanico
confermato dalle
numerose specie ivi
osservate e dalla varietà di
raggruppamenti vegetali.
Numerose le specie di
vertebrati presenti.
Grazie per
l’attenzione
Cavalese, 30 gennaio 2012
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Relazione PowerPoint dott. Stefano Cattoi-MCF