ESEMPIO. Proviamo a consolidare l'affermazione precedente con un esempio più banale e non riguardante la medicina veterinaria, ma che concettualmente ricalca quello dei polmoni con polmonite. Supponiamo di avere due sacchetti di numeri da tombola contenenti ciascuno i numeri da 1 a 90; un sacchetto è di colore bianco, mentre l'altro è nero. Supponiamo ora di estrarre 10 numeri dal sacchetto bianco e 10 da quello nero e di ottenere il seguente risultato: Fra i numeri estratti dal sacchetto bianco, 7 sono dispari e 3 sono pari; fra i numeri estratti dal sacchetto nero 5 sono dispari e 5 sono pari. Puoi forse concludere che i numeri del sacchetto bianco sono «associati» alla disparità? Mi spiego meglio: supponi di non sapere che nei due sacchetti sono contenuti numeri da tombola... immagina di sapere soltanto che nei sacchetti ci sono semplicemente dei numeri. Osserva ancora i numeri estratti: i dati ottenuti sono sufficienti a concludere che l'ignota «popolazione» di numeri contenuti nel sacchetto bianco è composta prevalentemente da numeri dispari? ovviamente la risposta è «no», poichè i risultati dell'estrazione sono influenzati dal caso. Resta ora da rispondere alla seguente domanda: se è vero che il caso può influenzare i risultati, come posso dimostrare l'esistenza di associazioni ed essere ragionevolmente sicuro che le differenze osservate non sono dovute al caso? La risposta deriva dalla scienza statistica che, attraverso metodi che verranno accennati in seguito, consente di escludere (con un certo grado di probabilità, ma mai con assoluta certezza) che una eventuale associazione sia dovuta appunto al caso (vedi schema seguente). Resta ancora da dimostrare che i due fattori siano legati da un rapporto causaeffetto. In altre parole, «associazione» non è sinonimo di «causalità». ASSOCIAZIONE NON É SINONIMO DI CAUSALITÀ Associazioni non causali: Fattori di confondimento esempio FUMO / CAFFE’ / INFARTO Supponiamo di effettuare uno studio epidemiologico su questa malattia, al fine di dimostrare l'esistenza di associazioni tra le seguenti variabili: 1. presenza del parassita; 2. iperplasia della mucosa dell'abomaso; 3. anemia. Sicuramente riusciremo ad evidenziare l'esistenza di associazioni statisticamente significative tra: 1. presenza del parassita ed iperplasia della mucosa 2. presenza del parassita ed anemia 3. iperplasia della mucosa ed anemia. Di queste associazioni, le prime due sono causali, mentre la terza è un'associazione non causale. Ogni studio epidemiologico può essere svolto ad un qualsiasi livello organizzativo; l'elemento costitutivo del livello organizzativo prescelto viene detto «unità di analisi» o «unità di interesse» di quello studio Popolazione a rischio FATTORI RELATIVI ALL’AGENTE EZIOLOGICO Contagiosità: capacità di un agente patogeno di propagarsi all’interno di una popolazione mediante contatto diretto o indiretto. Si misura mediante il tasso di attacco (soprattutto quando il periodo di esposizione è breve). Se il periodo e lungo si calcola con l'IN cumulativa Per ovviare: stabilire i tempi di misurazione (Tasso di attacco secondario?! Termine non chiaro che può confondere le idee). n° casi in focolaio – casi primari T.A.S = ------------------------------------------tot. pop. recett. – casi primari • Infettività: capacità di penetrare nell’ospite e moltiplicarvisi. • Misurabile con la (D.I. 50) o mediana • D.I.50 = n°di Ag necessari per scatenare un’infezione • Misura la probabilità che il contatto di un Ag. con una popolazione o un singolo soggetto abbia esito positivo. • (D.I. minima = n° di microrganismi suff. per iniziare l’infezione.) – L’infettività può variare a seconda della specie ospite, dell’età, della via di penetrazione, ecc., ma in linea di principio è caratteristica del microrganismo, che può avere alta, media, bassa infettività • Invasività o potere invasione: capacità dell’Ag., di diffondere, una volta penetrato, nei tessuti, e negli organi. – Non è misurabile direttamente indirettamente: – capacità di dare setticemia o viremia – “ di adesione o penetrazione – “ di produrre tossine invasive ma • Virulenza: diversa capacità di "causare danno" nell’ambito di uno stesso agente. – Dipende dal ceppo o stipite e può essere modificata • naturale (es. cambiamento di clima in risposta ad una selezione • artificiale (es. radiazioni) – Virulenza esprime la gravità di una mal. – Misurabile con: • Tasso di letalità • o/e dei casi di debilitazione permanente. • D.L.50 o dose efficace mediana • Patogenicità: concetti di conseguenza "logica" infettività /invasività dei / virulenza –è un carattere qualitativo dall'importanza che di assumono queste tre variabili dipende volta in volta Classificazione degli Ag. infettanti: • • • • • a) > frequenza di infezioni inapparenti non accompagnate da sintomi solo una parte di animali infetti e di questa una minoranza muore es. TBC : Esami di laboratorio eseguiti sistematicamente. • Infezione riconoscibile anche a distanza di tempo: • con prove sierologiche ed allergiche • b)> frequenza forme cliniche diagnosticabili • < frequenza forme cliniche inapparenti • c) praticamente solo forme clinicamente evidenti (es. Afta). • a)= poco patogeni e poco virulenti • b)= molto patogeni ma poco virulenti • c)= alta patogenicità ed alta virulenza Resistenza: un Ag. è tanto più resistente quanto più a lungo può rimanere infettante al di fuori di un ospite. • Fattori: Fisici, chimici, biologici (essiccamento – raggi U.V. – temp. – pH –umidità – putrefazione…) • La resistenza è assicurata da strutture esterne con funzione protettiva. • Capacità di dare infezioni persistenti o latenti. FATTORI RELATIVI ALL’OSPITE – a) Specie animale • domestici • selvatici = meno recettivi? = falso – diversa soglia di monitoraggio – Altra all’interno delle specie domestiche. – Es. esistente tra famiglie b) Razza: razze rustiche + resist. di quelle selezionate e specializzate (spec. nelle produzioni). Razze autoctone mediante (pressione selettiva naturale) ad opera di patogeni endemici incontro (insieme ai patogeni) processo di co-evoluzione equilibrio ospite/agente minore gravità malattia questi (fattori genetici) sono da sommare ad altri fattori: immunità nat. passiva immunità di popolaz. infezioni inapparenti ecc. c) Età: importante fattore individuale molte mal inf. presentano un rischio differenziato a seconda dell'età perinatali, mal. legate sviluppo di organi e apparati. mal. geriatiche d) Sesso: patologia della sfera genitale, intervento dell'uomo altera le mortalità e morbilità differenziali per sesso e) Condizioni generali di salute: fattori concomitanti predisponenti per det. mal. oppure che favoriscono le sovrainfezioni, ecc. f) Trattamenti terapeutici e/o profilattici: es. ostacolano naturale decorso delle mal., ecc. g) Stress: per trasporto (Italia + +), interventi veterinari, cambiamenti di clima, sovraffollamento, siccità, mancanza di pascolo ( es. allev. esten. Nomade), ecc. h) Caratteristiche produttive: spinta al massimo delle produzioni = tecnopatie. Genetica miglioramento produzioni modificazioni atomiche e funzionali i) Professione: zoonosi professionali. Interazione tra fattori dell’ospite condizionano evoluzione malattia fattori dell’Ag. eziologico Possibilità di evoluzione: abortiva malattia p.d. ospite portatore. Portatore: ospite che alberga, eliminandolo o meno, un Ag. Eziol. fase clinica Possibilità del portatore con sintomi irrilevanti oppure senza sintomi Per cui l’eliminaz. dell’Ag. eziol. può avvenirte in stadi: Portatore preclinico “ clinico/sintomatico “ convalescente “ cronico “ asintomatico “ latente “ a fondo cieco FATTORI RELATIVI ALL’AMBIENTE Questi non agiscono causando, ma modulando “l’andamento” di una mal. inf. in una popolazione di ospiti. recettivi. L’ambiente condiziona frequenza probabilità diffusione andamento gravità Fattori biotici: Densità: (capi/Km2) della popolazione di ospiti recettivi = è determinante per la diffusione e la persistenza di determinate mal. inf. Presenza stabile di popolazioni: suffi. numerose di altri ospiti recettivi, necessariamente siano il serbatoio. Disponibilità di ospiti intermedi: per parassiti o di vettori biologici per Ag. trasmessi da artropodi (ciclicità stagionale legata al ciclo biol. sia dell’ospite che de vettore) Sistema e tipologia dell’allevamento: in relazione alla densità degli allevamenti in un territorio o al n° medio di animali presenti nei singoli allevamenti (tipo intensivo, familiare, estensivo nomade). c. d. punti di acqua e di pascolo Risorse alimentari Uomo: presenza/assenza di tecnici, strutture diagnostiche efficienti. ambiente sociale: mancanza di educazione sanitaria usi e costumi. che non Fattori abiotici a) Condizioni pedologiche: importanti per Ag. di malattie non contsagiose per nematodi, platelminti, gli artropodi. ecc., per gli artropodi. Il diverso tipo di suolo in relaz con il pH, temp., umidità, ecc.) può condizionare lo sviluppo, la disseminazione e la sopravvivenza degli Ag. sporigeni, o con possibilità di vita saprofitica o di stadi vita libera di alcuni nemat., ecc. b) Il macroclima (temperatura, umidità, piovosità) condiziona densità popol. di vettori e ospiti intermedi. Difficil. modificabile è determinante in tutte le malattie trasmesse da artropodi. Uomo può agire solo con interventi sui ricoveri e gli spostamenti Il macroclima condiziona il microclima dei ricoveri con tutte le conseguenze del caso. c) Inadeguatezza o mancanza di impianti igienici es. (fogne, depuratori) permanenti d) Viabilità e mezzi di comunicazione occasionali Modalità di trasmissione degli agenti infettanti La trasmissione delle infez. può essere di due tipi orizzontale verticale T. Orizzontale: quando l’ag. passa da un anim. a un altro o a un gruppo di altri aa. “indipendentemente” dalla generazione a cui appartiene” T. verticale: compotra la trasmissione dell’ag. da una generazione all’altra. diretta Trasmissione orizzontale indiretta Diretta contatto fisico con ospite inf. morso lambitura graffio coito ecc. secreti/escreti veicoli Indiretta mediante vettori animali (trasmettitori passivi) Veicolo: qualsiasi oggetto o materiale che serve da tramite al passaggio di un agente da un ospite ad un altro. La trasmissione tramite veicolo implica un periodo di permanenza dell’ag. fuori dall’ospite. I veicoli sono più pericolosi quando gli agenti sono molto resistenti ed hanno la possibilità di moltiplicarsi e svilupparsi nel veicolo. La trasmissione può essere solo meccanica (ag. sopravvive nel veicolo) o con propagazione e sviluppo. Fomites: Stalle, fiere, mercati, mostre. Nelle infezioni del bestiame oggetti di uso più frequente nel: trasporto, contenimento, cura e governo degli animali. Altri veicoli: Carne: (es. Afta, pH, congelamento; Peste bovina, temperatura; P.S.E., pH e acidificazione; P.S.A., pH e temperatura. Sono pericolosi avanzi di cucina poco cotti) Farina: derivata da carne, sangue, ossa, pesce. Fasi di lavorazione e stoccaggio. Se la carica batterica è bassa (es. salmonelle) e gli animali sono eliminatori. Latte: alterazione secrezione lattea. La pastorizzazione è indispensabile.(es. leptospira, afta, brucella, mycoplasmi). Importanti pastore e mungitura. Alimenti vegetali o foraggi: contaminati con spore batteriche e forme larvali infestanti di parassiti. Pelli, lane, altri prodotti: possono veicolare ag. sporigeni o virus molto resistenti come quello del vaiolo ovino. Materiale seminale: importante, oltre che nella trasmissione orizzontale, per le problematiche connesse alla fecondazione artificiale: L’ag. può contaminare materiale durante le fasi di raccolta o giungere al seme dell’app. urogenitale. La maggior parte degli ag. infettanti sopporta bene operazioni di congelamento e scongelamento fatti con metodi per preservare gli spermatozoi. Gli antibiotici non inibiscono virus e batteri mobili. Acqua: rappresenta la principale fonte di contagio di diverse infezioni. Ad es. ag. resistenti.(acque dolci: ag. sensibili a shock osmotici. acque salmastre viceversa.) Suolo: importante riserva di ag. infettanti, es. malattie telluriche generalmente sostenute da batteri, miceti e parassiti che sviluppano forme di resistenza. Vettore: ospiti vettori sono artropodi o altri invertebrati in grado di trasmettere agenti infettanti da un animale vertebrato ad un altro. il termine vettore = mai riferito ad ospiti vertebrati nei quali l'agente si moltiplica (trasmettitore) vertebrato trasportano l'agente passivamente con il proprio corpo (trasmettitore passivo) meccanico o passivo Vettore biologico o attivo Vettore meccanico: agisce come trasportatore dell'agente dall'animale infetto al recettivo senza che l'agente subisca alcuna replicazione o sviluppo. Es. - se l'ag. viene trasmesso mediante puntura (sangue) "ago volante" - se mediante contatto con secrezioni o mat. contam. in genere "tampone volante" tipo di trasmissione + o - importante presenza del vettore nell'ambiente condiz. Igienico-ambient Nel vettore biologico l'ag. può: - moltiplicarsi prima della trasmissione( t. propagativa) - compiere una fase essenziale del suo sviluppo (trasmissione con sviluppo) - andare incontro sia a moltip. Ched sviluppo (trasm. ciclo propagativa). Alcuni vettori possono fungere sia come mecc. }diff. distinzione biol. Il vettore biol. diviene infettante solo dopo un certo lasso di tempo dall'assunzione dell'Ag. - periodo necess. Per moltiplicarsi o svilupparsi nell'vettore - periodo prepatente nel vettore (periodo che intercorre tra l'infezione dell'ospite ed il rinvenimento dell'ag. nell'ospite stesso). I vettore sono ospiti dell'ag. a tutti gli effetti. In alcuni casi l'invert. = l'ospite di mantenimento dell'Ag. infettante = il verteb. rappresenta un ospite accidentale o amplificatore. In altri casi l'invert. = ospite a fondo cieco senza alcun ruolo di vettore (situazione più diffusa di quanto sui pensi) Tropismo vettori, ecc. VIE DI INFEZIONE E MODALITA’ DI TRASMISSIONE ORIZZONTALE Le principali vie attraverso gli agenti penetrano fuoriescono Trasmissione per : via orale via respiratoria via mucoso-cutanea via venerea Trasmissione per via orale: frequente in agenti a localizzazione enterica, alcuni si localizzano esclusiv. a livello dell’apparato digerente, sono escreti soltanto con le feci danno luogo a un ciclo di trasmissione oro-fecale. Altri Ag. (penetr. oral.) diffondono nel circolo sanguigno, raggiungono organi e tessuti eliminati escreti e secreti e trasmessi attraverso carni, latte, ecc… La penetrazione può avvenire a diversi livelli dell’app. digerente. Microrganismi sensibili al pH riescono difficilmente a superare la barriera gastrica. Trasmissione per via aerogena: frequente con agenti localizzati a livello dell’apparato respiratorio, colpi di tosse espulsi nell’aria tramite starnuti, normali atti respiratori. Avviene anche se la localizzazione non è nell’apparato respiratorio ma eliminati per altre vie e poi dispersi nell’aria. Ag. disperdono nell’aria gen. + a particelle solide (grani di polvere) o liquida (goccioline, aerosol) che rimangono in aria (+ - a lungo) a seconda delle loro dimensioni: se<5µ, rimangono per periodi molto lunghi Atti respiratori forzati = dimensioni 15-100µ e tendono a sedimentare perché più pesanti. Se perdono H2O per evaporazione le particelle saranno disidratate (2-10µ) rimangono nell’aria quasi stabilm. per cui possono essere trasportate a distanze notevoli dalle correnti aeree.. Le dimensioni delle particelle condizionano la capacità di penetrazione in profondità dell’app. respiratorio: p es.o solo quelle <5µ raggiungono gli alveoli. a) distanza ravvicinata Trasm. aerogena: b) distanza notevole: a) condizionata da ambienti chiusi b) con scarsa ventilazione e contenenti scarsi vol. di aria in rapporto alla densità degli aa., ecc… p. es. gli animali di grossa taglia processano una > quantità d’aria in un atto respiratorio. in tali cond. anomalia di trasm. T. aerogena a distanza si verifica solo in coincidenza di fatt. la dispersione che favoriscono la sopravvivenza deposito a distanza. del ag. soprav. dipende da temperatura, luce solare, contaminazione chimica, e + + + umidità relativa (ad es. i virus con envelope) influenza il deposito di particelle (le particelle disidratate si reidratano e sedimentano). precipitazioni atmosferiche. Deposito particelle dipende loro transito in zone sotto vento Trasmissione mediante contatto o inoculazione (via mucoso cutanea): gli agenti vengono trasmessi mediante contatto delle superfici cutanee e/o mucose. Questo avviene difficilmente, a meno che non ci siano delle soluzioni di continuo. Se sono trasmessi con punture o ferite si parla di inoculazione: morsi, graffi, puntura d’insetto, pratiche mediche (iatrogena, sono compresi anche i trapianti). Trasmissione per via venerea: attraverso il coito (sperma e secrezioni vaginali o prepuziali) ma anche con gli scambi di sangue. Può rimanere localizzato o diffondersi. Trasmissione verticale: 1) Mediante trasmissione genetica: Quando sono in causa virus in grado di integrare il proprio genoma con quello delle cellule dell’ospite e di essere trasmesso ereditariamente come segmenti genomici all’interno delle cellule germinali. 2) Mediante trasmissione congenita: a) Cellule germinali infette: uccelli attraverso l’uovo b) Per trasmissione dalla madre all’embrione o al feto (ematogena o ascendente) c) Durante il passaggio attraverso il canale del parto. Quando la trasmissione dell’infezione avviene durante la vita uterina è importante considerare lo stato immunitario del feto: Se avviene prima dell’immunocompetenza si avrà immunotolleranza e, se sopravvive fino alla fine della gravidanza rimarrà infetto per tutta la vita. Attraverso latte e colostro = trasmissione. orizzontale. La trasmissione verticale negli artropodi ha importanza epidemiologica quando fungono da vettori biologici. Avremo trasmissione transovarica quando gli agenti possono passare da una generazione ad un’altra attraverso l’uovo infetto. Avremo trasmissione transtadiale quando l’antigene rimane nell’animale durante i suoi stadi di sviluppo (larva, ninfa, adulto). Le infezioni latenti sono +++ insidiose perché sono infezioni persistenti anche se non eliminano virus. Difficilmente identificabili con normali tecniche diagnostiche possono essere contagiose quando riprende l’escrezione dell'ag. . Strategie degli ag. per mantenersi in natura Agente infettante o semplicemente AGENTE: virus, batterio, micete, parassita o agente trasmissibile non convenzionale in grado di infettare un ospite, moltiplicarsi, svilupparsi, trasmettersi ad altri animali, compiere il suo ciclo vitale e mantenersi in natura Agenti eziol. devono superare difficoltà: interno esterno ospiti. All’Interno: meccanismi di difesa naturali meccanismi di difesa immunitari inoltre superare la competitività con altri ag. fisiche, All’esterno dovranno affrontare ingiurie chimiche e Biologiche Mettono in atto i seguenti meccanismi: 1) Evitano fasi di vita nell’ambiente esterno. 2) Sviluppano forme di resistenza. 3) Passano rapidamente da un animale all’altro. 4) Stabiliscono infezioni latenti e persistenti. 5) Estendono il loro host range e superano le barriere di specie. 6) Ricombinazione genetica trasformazione trasduzione conversione fagica coniugazione Fuga di un agente eziologico dalla sua NICCHIA a) Introduzione di nuove specie ospiti in un ecosistema di cui l’agente è parte. b) Introduzione di un ospite infetto in un nuovo ecosistema . c) Modificazioni della dinamica di popolazione di un ospite (serbatoio, nuovo ospite potenziale). d) Modificazioni ecologiche che portano a contatto due ecosistemi precedentemente separati. e) Modificazioni delle abitudini degli ospiti (es. alimentari). f) Modificazioni tecnologiche. g) Mutazioni o ricombinazioni genetiche Ospite: animale vertebrato od invertebrato recettivo all’ag. infettante e perciò in grado di contribuire al completamento del suo ciclo vitale. Ospite primario, naturale o mantenimento: specie animale, popolazione o sostanza inanimata in cui l’Agente si moltiplica e/o si sviluppa DA CUI DIPENDE LA SUA SOPRAVVIVENZA COME SPECIE IN QUEL DETERMINATO AMBIENTE. E’ il più importante per il mantenimento dell’infezione in natura. Nelle infezioni che si prestano ad essere studiate con un approccio epidemiologico di tipo ecologico riserva naturale dell’ag. in un det. ecosistema serbatoio. Ospite secondario o accidentale: specie o popol. animale che occasionalmente o sistematicamente contrae l’infezione con tutti gli esiti possibili, ma NON RISULTA DETERMINANTE NEL CICLO BIOL. DELLA MAL. L’infezione dell’os. sec. non è necessaria per la sopravvivenza dell’ag. nell’ecosistema = osp. a fondo cieco. Ospite amplificatore: Quello che in particolari situazioni contribuisce a diffondere l’ag. in natura senza svolgere un vero ruolo di serbatoio. Ospite indicatore o sentinella: Contrae l’infezione clinicamente apparente per cui ci svela l’infezione presente in forma criptica. Ospite definitivo e intermedio: (partic. importanti in parassitologia): nei quali l’ag. compie una fase sessuata (nel primo) e asessuata (nel secondo) del suo ciclo riproduttivo. Andamento delle malattie infettive L'andamento di una malattia in una popolazione rappresenta la descrizione delle frequenze con cui essa si verifica nel tempo. L'espressione grafica di tali dati, particolarmente quelli relativi a una epidemia, sotto forma di un istogramma o di un poligono di frequenza, per un intervallo di tempo definito, viene definita "curva epidemica". Disegnare una curva epidemica (mettendo i casi in ordinata e il tempo in ascissa) è uno dei metodi più utili per visualizzare la dinamica di una particolare malattia in una popolazione. Nella classificazione dell'andamento di una malattie si prendono in considerazione tre variabili: la popolazione, l'area geografica e il tempo. Sporadica: malattia che in una popolazione si verifica raramente e senza regolarità. quesito Dov’è la malattia quando non è presente in modo apparente? 1) L'infezione persiste nella popolazione in modo “inapparente” e solo se colpisce determinati animali diviene “apparente”. quesito In cosa sono diversi gli animali che manifestano i sintomi? 2) L’infezione non è gen. presente e la mal. si evidenzia solo quando un animale infetto viene introdotto nella popol. dall'esterno. 3)L’infezione si mantiene in altre specie animali presenti nello stesso ambiente e solo occasionalmente si verificano le cond. favorevoli ad una trasmissione interspecie dell'infezione cui consegue il manifestarsi della malattia. Quale evento ha condizionato il manifestarsi della malattia? Endemica : malattia che si manifesta in una popolazione con una frequenza nel tempo regolarmente prevedibile e solo con fluttuazioni di modesta entità. Viene detta endemica in una popolazione e autoctona in una det. area geografica). oloendemiche iperendemiche mesoendemiche ipoendemiche Epidemica: se in una popolazione si verifica, durante un dato intervallo di tempo, chiaramente in eccesso rispetto alla frequenza prevedibile. Il numero assoluto di casi di per sè non è determinante per considerare una malattia come epidemica. Pertanto, il fatto che la frequenza osservata per una particolare malattia rappresenti o meno una epidemia potrà variare da un luogo all'altro e da una popolazione all'altra. Quando la frequenza prevedibile è zero anche un numero bassissimo di casi sono da ritenersi una epidemia. Focolaio termine impreciso sinonimo epidemia, Pandemia è una epidemia su larghissima scala. I tre tipi di “andamento” comportamento dinamico Popolazione (biologica): Complesso di individui o aggregati di individui classificabili secondo uno o più criteri comuni. P. es. Criteri individuali: età, sesso, razza Indirizzo produttivo: anim. da carne “ “ latte ecc. Area geog. o amministr.di appartenenza: nazione, regione ecc. Struttura genetica: progenie ceppo ecc. Popolazione a rischio: Quando una popolazione o un sottoinsieme della stessa presenta un rischio più o meno elevato di diventare “UN CASO” p.es.: contrarre una det. mal. p. es. nella specie bovina riproduttori brucella, vitelli strongiloides papillosus, zone endemiche la rabbia. Il concetto di popol. a rischio non implica che la popol. bovina nel suo complesso non possa essere colpita dalle malattie indicate Significa semplicemente che la probabilità che si verifichi l’evento morboso è maggiore nella popolazione a rischio (sottoinsieme della popolazione bovina) rispetto alla popolazione bovina considerata globalmente. Questa popol. viene usata come DENOMINATORE dei tassi e/o delle proporzioni che servono a descrivere in termini quantitativi il verificarsi di eventi ad es. di natura morbosa. Curva epidemica Sporadica Endemica Epidemica