ESEMPIO. Proviamo a consolidare l'affermazione precedente con un esempio più
banale e non riguardante la medicina veterinaria, ma che concettualmente ricalca quello
dei polmoni con polmonite. Supponiamo di avere due sacchetti di numeri da tombola
contenenti ciascuno i numeri da 1 a 90; un sacchetto è di colore bianco, mentre l'altro è
nero. Supponiamo ora di estrarre 10 numeri dal sacchetto bianco e 10 da quello nero e
di ottenere il seguente risultato:
Fra i numeri estratti dal sacchetto bianco, 7 sono dispari e 3 sono pari; fra i numeri
estratti dal sacchetto nero 5 sono dispari e 5 sono pari. Puoi forse concludere che i
numeri del sacchetto bianco sono «associati» alla disparità?
Mi spiego meglio: supponi di non sapere che nei due sacchetti sono contenuti numeri da
tombola... immagina di sapere soltanto che nei sacchetti ci sono semplicemente dei
numeri. Osserva ancora i numeri estratti: i dati ottenuti sono sufficienti a concludere che
l'ignota «popolazione» di numeri contenuti nel sacchetto bianco è composta
prevalentemente da numeri dispari?
ovviamente la risposta è «no», poichè i risultati dell'estrazione sono influenzati dal caso.
Resta ora da rispondere alla seguente domanda:
se è vero che il caso può influenzare i risultati, come posso dimostrare
l'esistenza di associazioni ed essere ragionevolmente sicuro che le
differenze osservate non sono dovute al caso?
La risposta deriva dalla scienza statistica che, attraverso metodi che
verranno accennati in seguito, consente di escludere (con un certo grado
di probabilità, ma mai con assoluta certezza) che una eventuale
associazione sia dovuta appunto al caso (vedi schema seguente).
Resta ancora da dimostrare che i due
fattori siano legati da un rapporto causaeffetto. In altre parole, «associazione» non è
sinonimo di «causalità».
ASSOCIAZIONE NON É SINONIMO DI CAUSALITÀ
Associazioni non causali:
Fattori di confondimento
esempio
FUMO / CAFFE’
/
INFARTO
Supponiamo di effettuare
uno studio epidemiologico
su questa malattia, al fine di
dimostrare l'esistenza di
associazioni tra le seguenti
variabili:
1. presenza del parassita;
2. iperplasia della mucosa dell'abomaso;
3. anemia.
Sicuramente riusciremo ad evidenziare l'esistenza di associazioni
statisticamente significative tra:
1. presenza del parassita ed iperplasia della mucosa
2. presenza del parassita ed anemia
3. iperplasia della mucosa ed anemia.
Di queste associazioni, le prime due sono causali,
mentre la terza è un'associazione non causale.
Ogni studio epidemiologico può essere svolto ad un qualsiasi livello
organizzativo; l'elemento costitutivo del livello organizzativo prescelto
viene detto «unità di analisi» o «unità di interesse» di quello studio
Popolazione a rischio
FATTORI RELATIVI ALL’AGENTE EZIOLOGICO
Contagiosità: capacità di un agente patogeno di
propagarsi all’interno di una popolazione
mediante contatto diretto o indiretto.
Si misura mediante il tasso di attacco (soprattutto
quando il periodo di esposizione è breve).
Se il periodo e lungo si calcola con l'IN cumulativa
Per ovviare: stabilire i tempi di misurazione
(Tasso di attacco secondario?! Termine non chiaro che può confondere le idee).
n° casi in focolaio – casi primari
T.A.S = ------------------------------------------tot. pop. recett. – casi primari
• Infettività:
capacità
di
penetrare
nell’ospite
e
moltiplicarvisi.
• Misurabile con la (D.I. 50) o mediana
• D.I.50 = n°di Ag necessari per scatenare un’infezione
• Misura la probabilità che il contatto di un Ag. con una popolazione
o un singolo soggetto abbia esito positivo.
• (D.I. minima = n° di microrganismi suff. per iniziare l’infezione.)
– L’infettività può variare a seconda della specie ospite,
dell’età, della via di penetrazione, ecc., ma in linea di
principio è caratteristica del microrganismo, che può avere
alta, media, bassa infettività
• Invasività o potere invasione: capacità
dell’Ag., di diffondere, una volta
penetrato, nei tessuti, e negli organi.
– Non è misurabile direttamente
indirettamente:
– capacità di dare setticemia o viremia
–
“
di adesione o penetrazione
–
“
di produrre tossine  invasive
ma
• Virulenza: diversa capacità di "causare
danno" nell’ambito di uno stesso agente.
– Dipende dal ceppo o stipite e può essere
modificata
• naturale (es. cambiamento di clima in risposta ad
una selezione
• artificiale (es. radiazioni)
– Virulenza esprime la gravità di una mal.
– Misurabile con:
• Tasso di letalità
• o/e dei casi di debilitazione permanente.
• D.L.50 o dose efficace mediana
• Patogenicità:
concetti
di
conseguenza
"logica"
infettività
/invasività
dei
/
virulenza
–è
un
carattere
qualitativo
dall'importanza che di
assumono queste tre variabili
dipende
volta in volta
Classificazione degli Ag.
infettanti:
•
•
•
•
•
a) > frequenza di infezioni inapparenti
non accompagnate da sintomi
solo una parte di animali infetti
e di questa una minoranza muore
es. TBC : Esami di laboratorio eseguiti
sistematicamente.
• Infezione riconoscibile anche a distanza di
tempo:
• con prove sierologiche ed allergiche
• b)> frequenza forme cliniche diagnosticabili
• < frequenza forme cliniche inapparenti
• c) praticamente solo forme clinicamente
evidenti (es. Afta).
• a)= poco patogeni e poco virulenti
• b)= molto patogeni ma poco virulenti
• c)= alta patogenicità ed alta virulenza
Resistenza: un Ag. è tanto più resistente quanto più a
lungo può rimanere infettante al di fuori di un ospite.
• Fattori: Fisici, chimici, biologici (essiccamento – raggi
U.V. – temp. – pH –umidità – putrefazione…)
• La resistenza è assicurata da strutture esterne con
funzione protettiva.
• Capacità di dare infezioni persistenti o latenti.
FATTORI RELATIVI ALL’OSPITE
– a) Specie animale 
• domestici
• selvatici = meno recettivi? = falso
– diversa soglia di monitoraggio
– Altra  all’interno delle specie domestiche.
– Es.  esistente tra  famiglie
b) Razza: razze rustiche + resist. di quelle
selezionate e specializzate (spec. nelle produzioni).
Razze autoctone  mediante  (pressione selettiva naturale) ad opera di patogeni
endemici  incontro (insieme ai patogeni)

processo di co-evoluzione equilibrio ospite/agente

minore gravità malattia
questi (fattori genetici) sono da sommare ad altri fattori:
immunità nat. passiva
immunità di popolaz.
infezioni inapparenti
ecc.
c) Età: importante fattore individuale
molte mal inf. presentano un rischio differenziato a seconda
dell'età
perinatali,
mal.  legate sviluppo di organi e apparati.
mal. geriatiche
d) Sesso: patologia della sfera genitale,
intervento dell'uomo altera le
mortalità e morbilità differenziali per sesso
e) Condizioni generali di salute:
fattori concomitanti predisponenti per det. mal.
oppure che favoriscono le sovrainfezioni, ecc.
f) Trattamenti terapeutici e/o profilattici: es. ostacolano naturale decorso
delle mal., ecc.
g) Stress: per trasporto (Italia + +), interventi veterinari,
cambiamenti di clima, sovraffollamento, siccità,
mancanza di pascolo ( es. allev. esten. Nomade),
ecc.
h) Caratteristiche produttive:
spinta al massimo delle produzioni = tecnopatie.
Genetica 
miglioramento produzioni
modificazioni atomiche e funzionali
i) Professione: zoonosi professionali.
Interazione tra 
fattori dell’ospite
condizionano
 evoluzione malattia
fattori dell’Ag. eziologico
Possibilità di evoluzione: abortiva  malattia p.d. ospite portatore.
Portatore: ospite che alberga, eliminandolo o meno, un Ag. Eziol.
fase clinica
Possibilità del portatore  con sintomi irrilevanti
oppure senza sintomi
Per cui l’eliminaz. dell’Ag. eziol. può avvenirte in  stadi:
Portatore preclinico
“
clinico/sintomatico
“
convalescente
“
cronico
“
asintomatico
“
latente
“
a fondo cieco
FATTORI RELATIVI ALL’AMBIENTE
Questi non agiscono causando, ma modulando “l’andamento”
di una mal. inf. in una popolazione di ospiti. recettivi.
L’ambiente condiziona
frequenza
probabilità
diffusione
andamento
gravità
Fattori biotici:
Densità: (capi/Km2) della popolazione di ospiti recettivi = è determinante per la
diffusione e la persistenza di determinate mal. inf.
Presenza stabile di popolazioni: suffi. numerose di altri ospiti recettivi,
necessariamente siano il serbatoio.
Disponibilità di ospiti intermedi: per parassiti o di vettori biologici per
Ag. trasmessi da artropodi (ciclicità stagionale legata al ciclo biol. sia
dell’ospite che de vettore)
Sistema e tipologia dell’allevamento: in relazione alla densità degli
allevamenti in un territorio o al n° medio di animali presenti nei singoli
allevamenti (tipo intensivo, familiare, estensivo nomade).

c. d. punti di acqua e di pascolo
Risorse alimentari
Uomo: presenza/assenza di tecnici, strutture diagnostiche efficienti.
ambiente sociale: mancanza di educazione sanitaria
usi e costumi.
che non
Fattori abiotici
a) Condizioni pedologiche: importanti per Ag. di malattie non contsagiose
per nematodi, platelminti, gli artropodi.
ecc., per gli artropodi.
Il diverso tipo di suolo in relaz con il
pH, temp., umidità, ecc.) può condizionare
lo sviluppo, la disseminazione e la
sopravvivenza degli Ag. sporigeni, o con
possibilità di vita saprofitica o di stadi vita
libera di alcuni nemat., ecc.
b) Il macroclima (temperatura, umidità, piovosità)
condiziona  densità popol. di vettori e ospiti intermedi.
Difficil. modificabile è determinante in tutte le malattie trasmesse da
artropodi.
Uomo può agire solo con interventi 
sui ricoveri
e gli spostamenti
Il macroclima condiziona il microclima dei ricoveri con tutte le conseguenze del caso.
c) Inadeguatezza o mancanza di impianti igienici
es. (fogne, depuratori)
 permanenti
d) Viabilità e mezzi di comunicazione 
occasionali
Modalità di trasmissione degli agenti infettanti
La trasmissione delle infez. può essere di due tipi 
orizzontale
verticale
T. Orizzontale: quando l’ag. passa da un anim. a un altro o a un gruppo di altri aa.
“indipendentemente” dalla generazione a cui appartiene”
T. verticale: compotra la trasmissione dell’ag. da una generazione all’altra.
 diretta
Trasmissione orizzontale
 indiretta
Diretta contatto fisico con ospite inf. 
morso lambitura graffio coito ecc.
secreti/escreti
 veicoli
Indiretta mediante  vettori
 animali (trasmettitori passivi)
Veicolo: qualsiasi oggetto o materiale che serve da tramite al passaggio di un agente da
un ospite ad un altro.
La trasmissione tramite veicolo implica un periodo di permanenza dell’ag. fuori
dall’ospite.
I veicoli sono più pericolosi quando gli agenti sono molto resistenti ed hanno la
possibilità di moltiplicarsi e svilupparsi nel veicolo.
La trasmissione può essere solo meccanica (ag. sopravvive nel veicolo) o con
propagazione e sviluppo.
Fomites: Stalle, fiere, mercati, mostre. Nelle infezioni del bestiame oggetti di uso più
frequente nel: trasporto, contenimento, cura e governo degli animali.
Altri veicoli:
Carne: (es. Afta, pH, congelamento; Peste bovina, temperatura; P.S.E., pH e
acidificazione; P.S.A., pH e temperatura. Sono pericolosi avanzi di cucina poco cotti)
Farina: derivata da carne, sangue, ossa, pesce. Fasi di lavorazione e stoccaggio. Se la
carica batterica è bassa (es. salmonelle) e gli animali sono eliminatori.
Latte: alterazione secrezione lattea. La pastorizzazione è indispensabile.(es. leptospira,
afta, brucella, mycoplasmi). Importanti pastore e mungitura.
Alimenti vegetali o foraggi: contaminati con spore batteriche e forme larvali infestanti
di parassiti.
Pelli, lane, altri prodotti: possono veicolare ag. sporigeni o virus molto resistenti come
quello del vaiolo ovino.
Materiale seminale: importante, oltre che nella trasmissione orizzontale, per le
problematiche connesse alla fecondazione artificiale: L’ag. può contaminare materiale
durante le fasi di raccolta o giungere al seme dell’app. urogenitale. La maggior parte
degli ag. infettanti sopporta bene operazioni di congelamento e scongelamento fatti con
metodi per preservare gli spermatozoi. Gli antibiotici non inibiscono virus e batteri
mobili.
Acqua: rappresenta la principale fonte di contagio di diverse infezioni. Ad es. ag.
resistenti.(acque dolci: ag. sensibili a shock osmotici. acque salmastre viceversa.)
Suolo: importante riserva di ag. infettanti, es. malattie telluriche generalmente sostenute
da batteri, miceti e parassiti che sviluppano forme di resistenza.
Vettore: ospiti vettori sono artropodi o altri invertebrati in grado di trasmettere agenti
infettanti da un animale vertebrato ad un altro.
il termine vettore = mai riferito ad ospiti vertebrati
 nei quali l'agente si moltiplica (trasmettitore)
vertebrato
 trasportano l'agente passivamente con il proprio corpo
(trasmettitore passivo)
meccanico o passivo
Vettore
biologico o attivo
Vettore meccanico: agisce come trasportatore dell'agente dall'animale infetto al
recettivo senza che l'agente subisca alcuna replicazione o sviluppo.
Es. - se l'ag. viene trasmesso mediante puntura (sangue)  "ago volante"
- se mediante contatto con secrezioni o mat. contam. in genere

"tampone volante"

tipo di trasmissione + o - importante

presenza del vettore nell'ambiente

condiz. Igienico-ambient
Nel vettore biologico l'ag. può:
- moltiplicarsi prima della trasmissione( t. propagativa)
- compiere una fase essenziale del suo sviluppo (trasmissione con sviluppo)
- andare incontro sia a moltip. Ched sviluppo (trasm. ciclo propagativa).
Alcuni vettori possono fungere sia come
 mecc.
}diff. distinzione
 biol.
Il vettore biol. diviene infettante solo dopo un certo lasso di tempo dall'assunzione
dell'Ag. - periodo necess. Per moltiplicarsi o svilupparsi nell'vettore -   periodo
prepatente nel vettore

(periodo che intercorre tra
l'infezione dell'ospite ed il
rinvenimento dell'ag. nell'ospite stesso).
I vettore sono ospiti dell'ag. a tutti gli effetti.
In alcuni casi l'invert. = l'ospite di mantenimento dell'Ag. infettante
= il verteb. rappresenta un ospite accidentale o
amplificatore.
In altri casi l'invert. = ospite a fondo cieco senza alcun ruolo di
vettore (situazione più diffusa di quanto sui pensi)
Tropismo vettori, ecc.
VIE DI INFEZIONE E MODALITA’ DI TRASMISSIONE ORIZZONTALE
Le principali vie attraverso gli agenti 
penetrano
fuoriescono
Trasmissione per : via orale
via respiratoria
via mucoso-cutanea
via venerea
Trasmissione per via orale:
frequente in agenti a localizzazione enterica,
alcuni si localizzano esclusiv. a livello dell’apparato digerente,
sono escreti soltanto con le feci
danno luogo a un ciclo di trasmissione oro-fecale.
Altri Ag. (penetr. oral.) diffondono nel circolo sanguigno, raggiungono organi e tessuti
 eliminati escreti e secreti e trasmessi
attraverso carni, latte, ecc…
La penetrazione può avvenire a diversi livelli dell’app. digerente.
Microrganismi sensibili al pH riescono difficilmente a superare la barriera gastrica.
Trasmissione per via aerogena:
frequente con agenti localizzati a livello dell’apparato respiratorio,
colpi di tosse
espulsi nell’aria tramite  starnuti,
normali atti respiratori.
Avviene anche se la localizzazione non è nell’apparato respiratorio
ma  eliminati per altre vie e poi dispersi nell’aria.
Ag.  disperdono nell’aria gen. + a particelle solide (grani di polvere) o liquida
(goccioline, aerosol) che rimangono in aria (+ - a lungo) a seconda delle loro
dimensioni: se<5µ, rimangono per periodi molto lunghi
Atti respiratori forzati = dimensioni 15-100µ
e tendono a sedimentare perché più pesanti.
Se perdono H2O per evaporazione le particelle
saranno disidratate (2-10µ) rimangono nell’aria quasi stabilm. per cui possono
essere
trasportate a distanze notevoli dalle correnti aeree..
Le dimensioni delle particelle condizionano la capacità di penetrazione in
profondità dell’app. respiratorio:
p es.o solo quelle <5µ raggiungono gli alveoli.
a) distanza ravvicinata
Trasm. aerogena:
b) distanza notevole:
a) condizionata da ambienti chiusi
b) con scarsa ventilazione e contenenti scarsi vol. di aria in rapporto alla densità degli
aa., ecc…
p. es. gli animali di grossa taglia processano una > quantità d’aria in un atto
respiratorio.
in tali cond.  anomalia di trasm.
T. aerogena a distanza si verifica solo in coincidenza di fatt.
la dispersione
che favoriscono  la sopravvivenza 
deposito a distanza.
del ag.
soprav.  dipende da temperatura, luce solare, contaminazione chimica,
e + + + umidità relativa (ad es. i virus con envelope)
influenza il deposito di particelle
(le particelle disidratate si reidratano
e  sedimentano).
 precipitazioni atmosferiche.
Deposito particelle dipende
 loro transito in zone sotto vento
Trasmissione mediante contatto o inoculazione (via mucoso cutanea):
gli agenti vengono trasmessi mediante contatto delle superfici cutanee e/o mucose.
Questo avviene difficilmente, a meno che non ci siano delle soluzioni di continuo.
Se sono trasmessi con punture o ferite si parla di inoculazione:
morsi, graffi, puntura d’insetto, pratiche mediche (iatrogena, sono compresi anche i
trapianti).
Trasmissione per via venerea:
attraverso il coito (sperma e secrezioni vaginali o prepuziali) ma anche con gli scambi di
sangue. Può rimanere localizzato o diffondersi.
Trasmissione verticale:
1) Mediante trasmissione genetica: Quando sono in causa virus in grado di integrare
il proprio genoma con quello delle cellule dell’ospite e di
essere trasmesso ereditariamente come segmenti genomici all’interno
delle cellule germinali.
2) Mediante trasmissione congenita:
a) Cellule germinali infette: uccelli attraverso l’uovo
b) Per trasmissione dalla madre all’embrione o al feto (ematogena o
ascendente)
c) Durante il passaggio attraverso il canale del parto.
Quando la trasmissione dell’infezione avviene durante la vita uterina è importante
considerare lo stato immunitario del feto: Se avviene prima dell’immunocompetenza si
avrà immunotolleranza e, se sopravvive fino alla fine della gravidanza rimarrà infetto
per tutta la vita.
Attraverso latte e colostro = trasmissione. orizzontale.
La trasmissione verticale negli artropodi ha importanza epidemiologica quando
fungono da vettori biologici.
Avremo trasmissione transovarica quando gli agenti possono passare da una
generazione ad un’altra attraverso l’uovo infetto.
Avremo trasmissione transtadiale quando l’antigene rimane nell’animale durante i
suoi stadi di sviluppo (larva, ninfa, adulto).
Le infezioni latenti sono +++ insidiose perché sono infezioni persistenti anche se
non eliminano virus.
Difficilmente identificabili con normali tecniche diagnostiche possono essere
contagiose quando riprende l’escrezione dell'ag. .
Strategie degli ag. per mantenersi in natura
Agente infettante o semplicemente AGENTE: virus, batterio, micete, parassita o
agente trasmissibile non convenzionale in grado di infettare un ospite, moltiplicarsi,
svilupparsi, trasmettersi ad altri animali, compiere il suo ciclo vitale e mantenersi in
natura
Agenti eziol. devono superare difficoltà: 
interno
esterno
 ospiti.
All’Interno: 
meccanismi di difesa naturali
meccanismi di difesa immunitari
inoltre   superare la competitività con altri ag.
fisiche,
All’esterno dovranno affrontare ingiurie  chimiche e
Biologiche
Mettono in atto i seguenti meccanismi:
1) Evitano fasi di vita nell’ambiente esterno.
2) Sviluppano forme di resistenza.
3) Passano rapidamente da un animale all’altro.
4) Stabiliscono infezioni latenti e persistenti.
5) Estendono il loro host range e superano
le barriere di specie.
6) Ricombinazione genetica trasformazione trasduzione
conversione fagica coniugazione
Fuga di un agente eziologico dalla sua NICCHIA
a) Introduzione di nuove specie ospiti in un ecosistema
di cui l’agente è parte.
b) Introduzione di un ospite infetto in un nuovo ecosistema .
c) Modificazioni della dinamica di popolazione
di un ospite (serbatoio, nuovo ospite potenziale).
d) Modificazioni ecologiche che portano a contatto due ecosistemi
precedentemente separati.
e) Modificazioni delle abitudini degli ospiti (es. alimentari).
f) Modificazioni tecnologiche.
g) Mutazioni o ricombinazioni genetiche
Ospite: animale vertebrato od invertebrato recettivo all’ag. infettante e perciò in grado
di contribuire al completamento del suo ciclo vitale.
Ospite primario, naturale o mantenimento: specie animale, popolazione o sostanza
inanimata in cui l’Agente si moltiplica e/o si sviluppa DA CUI DIPENDE LA SUA
SOPRAVVIVENZA COME SPECIE IN QUEL DETERMINATO AMBIENTE.
E’ il più importante per il mantenimento dell’infezione in natura.
Nelle infezioni che si prestano ad essere studiate con un approccio epidemiologico di
tipo ecologico  riserva naturale dell’ag. in un
det. ecosistema  serbatoio.
Ospite secondario o accidentale: specie o popol. animale che occasionalmente o
sistematicamente contrae l’infezione con tutti gli esiti possibili, ma NON RISULTA
DETERMINANTE NEL CICLO BIOL. DELLA MAL.
L’infezione dell’os. sec. non è necessaria per la sopravvivenza dell’ag.
nell’ecosistema = osp. a fondo cieco.
Ospite amplificatore: Quello che in particolari situazioni contribuisce a diffondere
l’ag. in natura senza svolgere un vero ruolo di serbatoio.
Ospite indicatore o sentinella: Contrae l’infezione clinicamente apparente per cui ci
svela l’infezione presente in forma criptica.
Ospite definitivo e intermedio: (partic. importanti in parassitologia):
nei quali l’ag. compie una fase sessuata (nel primo) e asessuata (nel secondo) del
suo
ciclo
riproduttivo.
Andamento delle malattie infettive
L'andamento di una malattia in una popolazione rappresenta la
descrizione delle frequenze con cui essa si verifica nel
tempo.
L'espressione grafica di tali dati, particolarmente quelli relativi a una epidemia, sotto
forma di un istogramma o di un poligono di frequenza, per un intervallo di tempo
definito, viene definita "curva epidemica".
Disegnare una curva epidemica (mettendo i casi in ordinata e il tempo in ascissa) è
uno dei metodi più utili per visualizzare la dinamica di una particolare malattia in una
popolazione.
Nella classificazione dell'andamento di una malattie si prendono in considerazione tre
variabili: la popolazione, l'area geografica e il tempo.
Sporadica: malattia che in una popolazione si verifica raramente e senza
regolarità.

quesito

Dov’è la malattia quando non è presente in modo apparente?
1) L'infezione persiste nella popolazione in modo “inapparente”
e solo se colpisce determinati animali diviene “apparente”.
quesito

In cosa sono diversi gli animali che manifestano i sintomi?
2) L’infezione non è gen. presente e la mal. si evidenzia solo
quando un animale infetto viene introdotto nella popol. dall'esterno.
3)L’infezione si mantiene in altre specie animali presenti
nello stesso ambiente e solo occasionalmente si verificano
le cond. favorevoli ad una trasmissione interspecie
dell'infezione cui consegue il manifestarsi della malattia.



Quale evento ha condizionato il manifestarsi della malattia?
Endemica : malattia che si manifesta in una popolazione con una
frequenza nel tempo regolarmente prevedibile e solo
con fluttuazioni di modesta entità.
Viene detta endemica in una popolazione e autoctona in una det. area geografica).
oloendemiche
iperendemiche
mesoendemiche
ipoendemiche
Epidemica: se in una popolazione si verifica, durante un dato intervallo
di tempo, chiaramente in eccesso rispetto alla frequenza
prevedibile.
Il numero assoluto di casi di per sè non è determinante per considerare una malattia
come epidemica.
Pertanto, il fatto che la frequenza osservata per una particolare malattia rappresenti o
meno una epidemia potrà variare da un luogo all'altro e da una popolazione all'altra.
Quando la frequenza prevedibile è zero anche un numero bassissimo di casi sono da
ritenersi una epidemia.
Focolaio  termine impreciso  sinonimo epidemia,
Pandemia è una epidemia su larghissima scala.
I tre tipi di “andamento” comportamento dinamico
Popolazione (biologica): Complesso di individui o aggregati di
individui classificabili secondo uno o
più criteri comuni.
P. es.
Criteri individuali: età, sesso, razza
Indirizzo produttivo: anim. da carne
“
“ latte
ecc.
Area geog. o amministr.di appartenenza: nazione, regione
ecc.
Struttura genetica: progenie ceppo ecc.
Popolazione a rischio: Quando una popolazione o un sottoinsieme
della stessa presenta un rischio più o meno elevato
di diventare


“UN CASO” p.es.: contrarre una det. mal.
p. es. nella specie bovina  riproduttori  brucella,
 vitelli  strongiloides papillosus,
 zone endemiche la rabbia.
Il concetto di popol. a rischio non implica che la popol. bovina nel suo
complesso non possa essere colpita dalle malattie indicate
Significa semplicemente che la probabilità che si verifichi l’evento morboso è maggiore
nella popolazione a rischio (sottoinsieme della popolazione bovina) rispetto alla
popolazione bovina considerata globalmente.
Questa popol. viene usata come DENOMINATORE dei tassi e/o delle proporzioni che
servono a descrivere in termini quantitativi il verificarsi di eventi ad es. di natura
morbosa.
Curva epidemica
Sporadica
Endemica
Epidemica
Scarica

Epidemiologia: varie definizioni e aspetti generali