EpiComNews
n. 25
Notiziario a cura del Servizio
Epidemiologia e Comunicazione
Dipartimento Sanità Pubblica
Febbraio 2012
La salute della popolazione straniera immigrata nell’Ausl di Cesena
Nel nostro territorio l’immigrazione straniera è ormai un fenomeno in crescita; gli immigrati da Paesi
poveri rappresentano, con le persone a basso livello socio-economico, uno dei gruppi più a rischio di
incorrere in disuguaglianze di salute e di accesso ai servizi. Il presente lavoro ha l’intento di fornire una
lettura dei bisogni e della domanda di salute della popolazione immigrata per contribuire ad orientare la
programmazione sociale e sanitaria in un’ottica di sempre maggior equità.
Il contesto
Aspetti demografici
Al 1/1/2011 gli stranieri residenti nei Comuni del territorio
cesenate sono 20.781, pari al 10% della popolazione
complessiva; la percentuale è in linea col dato regionale
(11%), mentre è superiore a quello nazionale (7% al
1/1/2010). La presenza di immigrati è in crescita, con
incrementi consistenti dal 2003 agli anni successivi.
Gli stranieri residenti sono una popolazione giovane rispetto
a quella locale, equamente distribuita per sesso e con una
presenza di minori pari al 22% del totale degli immigrati.
La popolazione straniera si ripartisce in maniera pressoché
uguale nei due distretti: 10.753 stranieri nel distretto di
Cesena-Valle Savio e 10.028 nel distretto Rubicone.
Rispetto alla popolazione totale, la percentuale di stranieri
è più alta nel distretto del Rubicone (11% rispetto al 9% del
distretto Cesena-Valle Savio).
I Comuni con percentuale più elevata di residenti stranieri
sono Savignano sul Rubicone (14,7%), Gatteo (12,6%) e San
Mauro (12,2%).
Le comunità più numerose sono quella albanese con 3.955
persone (19%), seguita dalla marocchina con 3.079 (15%),
dalla rumena con 2.708 (13%), dalla bulgara con 1.624 (8%) e dalla
cinese con 1.101 (5%).
Nel distretto di Cesena-Valle Savio prevalgono rumeni
(14%), albanesi (12%) e marocchini (12%). Nel distretto del
Rubicone è ancor più forte la presenza di albanesi (26%) e
marocchini (18%), seguiti da rumeni (12%) e cinesi (9%), la
cui presenza si concentra prevalentemente in questo
distretto (79% dei cinesi residenti nel territorio cesenate).
La maggior parte degli stranieri regolari (86%) ha espresso la
scelta del Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera
Scelta; la quota di stranieri che non hanno espresso questo
diritto è però più alta rispetto agli italiani (14% rispetto al 5%).
Alla popolazione regolare va aggiunta la popolazione straniera
presente senza un regolare permesso di soggiorno che la Caritas
italiana stima sia pari al 10% della popolazione regolare.
Percentuale di popolazione straniera residente (1998-2011)
12
10
8
6
4
2
0
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Distretto Cesena-Valle Savio
A usl Cesena
Italia
Distretto Rubico ne
Emilia-Ro magna
Fonte: Provincia Forlì-Cesena
Percentuale di residenti stranieri per Comune al 31.12.2010
14,7
Savignano sul Rubicone
12,6
Gatteo
12,2
San Mauro Pascoli
11,7
Gambettola
10,5
Mercato Saraceno
10,1
Sogliano al Rubicone
10,1
Roncofreddo
9,3
Cesena
9,2
Cesenatico
7,7
Sarsina
Longiano
7,5
Montiano
7,4
Bagno di Romagna
7,2
Borghi
7,1
Verghereto
5,6
Fonte: Provincia Forlì-Cesena
1
Agli stranieri temporaneamente presenti (STP) sul
territorio viene garantito l’accesso alle cure urgenti o
essenziali e agli interventi di medicina preventiva
presso le strutture del SSN (come previsto dalla
legge 286/1998).
STP in carico e nuovi iscritti.
Ausl Cesena (2000-2011)
1200
1001
1000
731
800
600
400
200
511
361
361
736
724
500
2001
263 307
2002
509
396
264
626
414 455
0
2000
666
577
2003
2004
nuovi iscritti
2005
2006
275 200 141
2007
2008
2009
187
79
95
2010
2011
soggetti in carico
Fonte: Anagrafe Sanitaria
Nel 2011 gli stranieri temporaneamente presenti iscritti
nell’anagrafe sanitaria STP (cioè quelli che hanno avuto
un contatto con le strutture sanitarie) sono stati 187, in
diminuzione rispetto agli anni precedenti.
L’età media degli STP è di 33 anni; il 63% è nella
fascia di età 20-44 anni e i minori costituiscono il
12%. Le nazionalità più frequenti sono Albania (16%),
Marocco (11%), Senegal (10%).
A partire dal 2008 è previsto il rilascio del codice
ENI – Europei Non Iscritti – che permette di
fornire assistenza sanitaria anche ai cittadini
comunitari che soggiornano in Italia da oltre tre mesi
e che risultano privi di copertura sanitaria o che si
trovano nelle condizioni di non poter richiedere
l’iscrizione al SSN o disporre della tessera TEAM o
del documento sostitutivo.
A livello locale i numeri relativi a tali codici sono
ancora bassi: nel 2011 hanno avuto una tessera ENI
valida 29 persone (15 rumeni, 13 bulgari e 1 polacco).
Condizioni socio-economiche
Nell’ultimo periodo anche nella Provincia di ForlìCesena il mercato del lavoro ha fatto rilevare un
andamento contrassegnato da spiccati elementi di
difficoltà (fonte: Camera di Commercio di Forlì-Cesena).
Nel comune di Cesena nel 2010-11 le domande presentate
da stranieri sono state 666, rispetto alle 483 del 2009
(+38%) e rappresentano il 43% delle domande totali
(quota in calo rispetto al bando precedente).
Nel 2010 il tasso di occupazione complessivo (15-64 anni)
è risultato pari al 68,8% in linea col dato regionale
(67,5%) e superiore a quello nazionale (56,9%). Il
sistema considera “occupate” anche le persone in cassa
integrazione, aumentate nel periodo considerato.
Le condizioni di deprivazione materiale1 (ISTAT)
riguardano circa un terzo delle famiglie con stranieri
(35%) rispetto al 14% delle famiglie composte
solamente da italiani. Il divario è più rilevante nelle
regioni del Nord e del Centro. Quasi un quarto delle
famiglie con stranieri (23%) si è trovato in arretrato
almeno una volta negli ultimi 12 mesi con il pagamento
delle bollette, contro l’8% delle famiglie italiane. Tra
le famiglie che vivono in affitto, oltre un quarto (26%)
ha dichiarato di essere stata in arretrato con il
pagamento del canone (rispetto all’11% di quelle
italiane). Inoltre, le famiglie con stranieri si trovano
più spesso in difficoltà nel far fronte alle spese
quotidiane necessarie e nell’incapacità di far fronte a
spese impreviste di importo pari a 750 euro (65%,
rispetto a 31%).
Il tasso di occupazione degli stranieri è pari al 63,7%,
stabile rispetto al 2009.
Il tasso di disoccupazione a livello provinciale è
risultato pari al 6%, più elevato del valore regionale
(5,6%) e inferiore a quello nazionale (8,3%); il dato è
pressoché costante rispetto al 2009.
Il tasso di disoccupazione degli stranieri è
complessivamente diminuito (9,8% nel 2010 rispetto al
10,6% nel 2009), con differenze fra uomini (da 9,9% a
8,1%) e donne (da 11,5% a 12,2%).
Un’indagine nazionale condotta nel 2009 (ISTAT) ha
evidenziato come le famiglie con stranieri si trovano più
spesso rispetto a quelle italiane, in condizioni di grave
deprivazione abitativa, ovvero in una condizione di
sovraffollamento unita ad almeno un altro grave
problema abitativo quali: assenza di bagno interno o
vasca da bagno o doccia; tetti, soffitti, finestre o
pavimenti danneggiati; presenza di umidità; scarsa
luminosità (nel 13% dei casi contro il 5% degli italiani).
Solo il 23% delle famiglie con stranieri vive in abitazioni
di proprietà, rispetto al 72% delle famiglie italiane.
Nel biennio 2009-10 nel territorio dell’Ausl di Cesena
le domande per l’inserimento nelle graduatorie per
l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale
pubblica (ERP) sono state 1.260.
In Emilia Romagna (PASSI 2007-10) la percentuale di
stranieri che ha dichiarato di avere difficoltà
economiche è significativamente superiore a quella
degli italiani. Il 27% degli stranieri ha riferito di
avere molte difficoltà economiche (9% negli italiani), il
45% qualche difficoltà (34% negli italiani) e il 29%
nessuna difficoltà (57% negli italiani).
1
L’indicatore sintetico di deprivazione materiale è rappresentato
dalla quota di famiglie che presentano almeno tre deprivazioni tra le
seguenti: 1) non riuscire a sostenere spese impreviste di 750 euro; 2)
non potersi permettere una settimana di vacanza l’anno; 3) trovarsi in
arretrato sui pagamenti; 4) non potersi permettere un pasto adeguato
(almeno ogni due giorni; 5) non potersi permettere di riscaldare
adeguatamente l’abitazione; non potersi permettere: 6) lavatrice, 7)
tv a colori, 8) telefono, 9) automobile
2
La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi
Accessi al Pronto Soccorso
Nel 2010 sono stati registrati 9.570 accessi di
cittadini stranieri (residenti e non) presso il Pronto
Soccorso dell’Ausl di Cesena, pari al 10% del totale; gli
accessi sono costanti rispetto all’anno precedente ed
equamente distribuiti tra i due sessi.
Considerando solo i residenti compresi nelle classi di
età 0-64 anni, nell’Ausl di Cesena si registrano 379
accessi ogni 1.000 residenti stranieri rispetto ai 278
degli italiani. Gli stranieri accedono pertanto al Pronto
Soccorso in misura maggiore rispetto agli italiani:
+17% gli uomini, +33% le donne. Le ragioni di questo
maggior utilizzo del Pronto Soccorso possono
verosimilmente essere legate ad una sua maggiore
accessibilità, ad una scarsa conoscenza dei servizi di
base e delle loro modalità di fruizione.
L’analisi dei diversi codici assegnati in uscita
(indicatori di un utilizzo più o meno appropriato del
Pronto Soccorso) non mostrano differenze tra italiani
e stranieri: in entrambi prevale un utilizzo del Pronto
Soccorso per problemi non sempre urgenti.
La diagnosi generica di “malattia” rappresenta per gli
stranieri la causa principale di accesso al Pronto
Soccorso (56%), seguita da traumi accidentali (15%),
infortuni sul lavoro (11%) e incidenti stradali (4%).
Tassi standardizzati di accesso al Pronto Soccorso per 1.000
residenti di età minore di 65 anni. Ausl di Cesena 2007-2010
450
400
350
300
250
200
150
100
2007
2008
2009
2010
Donne italiane
Uomini italiani
Donne straniere
Uomini stranieri
Fonte: Data base Pronto Soccorso
Pronto Soccorso Codice in uscita (residenti di età minore
di 65 anni). Ausl di Cesena anno 2010
Stranieri
Codice
uscita
bianco
verde
giallo
rosso
Altro
Totale
Italiani
Totale
N
%
N
%
N
1.710
5.046
400
14
419
22,5
66,5
5,3
0,2
5,5
7.358
28.192
2.826
145
1.591
18,3
70,3
7,0
0,4
4,0
9.068
33.238
3.226
159
2.010
7.589
100,0
40.112
100,0 47.701
bianco = non urgente, verde=urgenza minore, giallo =urgente, rosso= emergenza
Fonte: Data base Pronto Soccorso
Ricoveri ospedalieri
Nel 2010 i ricoveri ospedalieri di cittadini stranieri
residenti nell’Ausl di Cesena sono stati 2.390, pari al
7% del totale dei ricoveri, in linea col dato regionale.
La popolazione straniera registra una maggior
percentuale di ricoveri ordinari in urgenza (66% negli
stranieri residenti rispetto al 49% negli italiani).
Il tasso di ricovero ordinario per tutte le età è pari a
90 ricoveri all’anno ogni 1.000 stranieri residenti,
minore rispetto al tasso degli italiani (131 ogni 1.000
italiani residenti) e in linea col dato regionale.
Considerando solo la fascia 0-64 anni, il rischio di
ricovero2 è più elevato nelle donne straniere rispetto alle
italiane (+10%), mentre è più basso negli uomini stranieri
rispetto agli italiani (-23%).
L’andamento del tasso è in diminuzione in particolare
per le donne straniere.
Tasso grezzo di ricovero ordinario (residenti, tutte le età)
per 1.000 abitanti Ausl di Cesena 2010
tassi grezzi
italiani
stranieri
EmiliaRomagna*
Italia*
131
90
127
90
126
84
*2009
Fonte: Schede di dimissione ospedaliera
Tassi standardizzati di ricovero ordinario per 1.000
abitanti (residenti 0-64 anni) Ausl di Cesena 2007-2010
140
120
100
80
60
40
2007
2
Ausl
Cesena
2008
2009
2010
Donne italiane
Uomini italiani
Donne straniere
Uomini stranieri
Rischio di ricovero = tasso standardizzato di ospedalizzazione degli stranieri / tasso standardizzato di ospedalizzazione degli italiani.
3
200
150
100
50
-6
4
-5
9
60
-5
4
55
-4
9
50
-4
4
45
-3
9
40
-3
4
35
-2
9
30
-2
4
25
-1
9
20
10
-1
4
0
15
Riguardo alle nazionalità prevalgono Albania e Marocco
(40% dei ricoveri), Romania (10%) e Bulgaria (8%).
250
04
Tra le patologie più frequenti negli uomini stranieri si
individuano le malattie dell’apparato respiratorio, i
traumatismi e le patologie dell’apparato digerente. I
ricoveri per tumori e malattie cardiocircolatorie sono
più rilevanti fra gli italiani.
Tassi età specifici di ricoveri ordinari (residenti di età minore
di 65 anni) per 1.000 abitanti Ausl Cesena Anno 2010
59
I tassi di ricovero più elevati si registrano nelle donne
straniere in età fertile (15-49 anni), principalmente per
motivi connessi alla sfera riproduttiva e alla gravidanza,
e nei bambini di 0-4 anni.
Donne italiane
Uomini italiani
Donne straniere
Uomini stranieri
Fonte: Schede di dimissione ospedaliera
Principali cause di ricovero per gli UOMINI in percentuale.
Ausl Cesena 2010
M. apparato respiratorio
Principali cause di ricovero per le DONNE in percentuale
Ausl Cesena 2010
Complicazioni gravidanza, parto e
puerperio
M. apparato digerente
M. apparato genito urinario
Traumatismi e avvelenamenti
M. apparato respiratorio
M. del sistema circolatorio
Malattie infettive e parassitarie
M. apparato digerente
M. sistema osteomuscolare e del
tessuto connetivo
Tumori
60
0
10
20
Stranieri
Fonte: Schede di dimissione ospedaliera
50
60
straniere
Numero di ricoveri e relativi importi di ricoveri di STP.
Ausl Cesena 2000-2010
350
700
625
570
200
600
500
250
407 428
346
150
100
367
345
116
133
107
200
97
50
90
57
N. ricoveri
Fonte: Schede di dimissione ospedaliera
10
20
09
20
07
20
06
20
05
20
04
20
00
100
0
0
20
400
300
171
132
123
290
264
180
150
500
420
Importi
migliaia di €
300
03
STP,
come
sono
per il
Le cause più frequenti di ricovero concernono l’apparato
riproduttivo (14%), di queste 6 per Interruzioni
Volontarie di gravidanza (IVG) e 2 parti; disturbi
dell'apparato respiratorio (11%) e disturbi mentali (11%).
4
40
Fonte: Schede di dimissione ospedaliera
20
Nel 2010 si sono registrati 57 ricoveri di
corrispondenti a un importo di 290 mila euro;
previsto dalle norme di legge, questi importi
imputabili per il 73% alla Prefettura (urgenze) e
27% alle risorse Regionali (minori, psichiatria).
30
italiane
08
50
20
40
02
italiani
30
01
20
20
10
20
0
Salute materna e infantile
La salute materna e infantile è uno degli ambiti prioritari di intervento per ridurre le disuguaglianze in salute in
un’ottica di lungo periodo. Interventi rivolti alla salute prenatale e pediatrica consentono infatti di intervenire sulle
fondamenta della salute lungo tutto l’arco della vita dell’individuo rappresentando quindi importanti investimenti per
il futuro dei singoli e della collettività.
La gravidanza
Il contributo delle donne straniere alla ripresa della
natalità è rilevante: nel 2010 i parti di donne
straniere sono stati 456, circa un quarto (24%) dei
1.902 parti avvenuti nell’Ausl di Cesena.
Le partorienti straniere si confermano mediamente più
giovani rispetto alle italiane: circa il 60% delle straniere
ha meno di 30 anni, rispetto al 25% delle italiane.
Il tasso medio di parti per 1.000 donne in età
feconda è risultato pari a 74 per le donne straniere
rispetto al 35 per le italiane.
Le donne straniere presentano inoltre un tasso di
aborti spontanei doppio rispetto a quello delle
italiane (2 vs 4 per 1.000).
Tassi età specifici di parto per 1.000 donne in età
feconda (15-49 anni). Ausl Cesena 2009
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
15-19
20-24
25-29
30-34
35-39
Italiane
40-44
45-49
straniere
Fonte: Schede di dimissione ospedaliera
Un’assistenza prenatale non adeguata favorisce un
rischio più elevato di complicanze e di patologia
neonatale; per valutare questa condizione sono stati
esaminati alcuni indicatori suggeriti dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) come predittivi di rischio
per la salute materna e fetale.
La percentuale di donne che effettuano la prima visita in
gravidanza dopo l’undicesima settimana è più alta tra le
donne straniere (22%) rispetto alle italiane (6%).
Elaborazioni condotte a livello regionale evidenziano nelle
donne con cittadinanza straniera un più alto rischio di
parto pretermine rispetto alle italiane e di neonati con
peso alla nascita molto basso (< 1500 gr.).
Viceversa per le cittadine straniere è presente un
minore ricorso al parto cesareo (a prescindere
dall’età della madre), con differenze in base al Paese
di provenienza della madre.
Nel corso della gravidanza le donne straniere si
rivolgono in larga parte ai servizi pubblici (83%),
mentre le italiane a ginecologi privati (75%).
Uno studio condotto nel 2010 dall’Ausl di Cesena
oltre a confermare questi dati di letteratura, mostra
che le donne straniere rispetto alle italiane:
• presentano tassi più elevati di gravidanza nelle
minorenni (5 rispetto a 7 per 1.000 donne di 1517anni), ma queste ricorrono all’interruzione
volontaria di gravidanza molto meno rispetto alle
coetanee italiane (30% rispetto a 77%)
• partecipano in minor misura ai corsi in
preparazione al parto (21% rispetto a 67%)
rispetto alle primipare italiane
• fumano meno in gravidanza rispetto alle italiane
(3% rispetto a 8%)
• allattano di più al seno (al 5° mese: 81% rispetto a 63%)
più difficilmente tornano al lavoro dopo la
nascita di un figlio (a 2 anni: 28% rispetto a
69%), probabilmente per carenza di una rete
parentale di sostegno nella cura del bambino.
•
Le Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG)
Nel 2010 a livello nazionale e regionale il tasso di IVG è
risultato in calo rispetto all’anno precedente.
L’integrazione, la stabilizzazione e la migliore conoscenza
dell’offerta di servizi sembrano essere elementi che
hanno operato a favore di una diminuzione dell’evento.
Nel 2010 nell’Ausl di Cesena si sono registrate 341 IVG, di
cui 128 in donne straniere con un tasso di abortività
(numero di IVG per 1.000 donne di 15-49 anni) pari a 18
rispetto a 5 per 1.000 delle italiane; in Emilia-Romagna
sono rispettivamente 24 e 6.4 per 1.000. I tassi delle
straniere pur essendo più elevati sono in forte diminuzione.
Tra le donne che ricorrono all’IVG prevalgono quelle con
scolarità bassa: 88% nelle italiane e 94% nelle straniere.
Le minorenni sono il 3% tra le italiane e l’1% tra le
straniere. Le donne si rivolgono prevalentemente al
consultorio pubblico (49% delle italiane vs 77% delle
straniere) e al ginecologo privato (39% italiane verso 22%
straniere). Circa la metà delle donne straniere ha già avuto
una precedente IVG rispetto al 20% delle italiane.
Tassi di ricorso a Interruzione volontaria di gravidanza
Ausl Cesena 2005-2010
35
30
25
20
15
10
5
0
2005
2006
2007
2008
italiane
2009
2010
straniere
Fonte: Schede di dimissione ospedaliera
5
Gli Screening
I dati regionali e nazionali (Sistema di Sorveglianza
PASSI 2007-09)3 segnalano un’adesione agli screening
più bassa per le donne straniere rispetto alle italiane.
In Emilia-Romagna:
• il 70% delle donne straniere di 25-49 anni ha
riferito di aver eseguito un Pap-Test preventivo
negli ultimi tre anni (87% delle italiane)
• il 62% delle straniere di 50-69 anni ha riferito di
aver eseguito una mammografia preventiva negli
ultimi 2 anni (84% delle italiane).
Al fine di incrementare l’adesione allo screening
della cervice uterina nel territorio cesenate è stato
sperimentato un intervento che prevede incontri
informativi e telefonate dei mediatori culturali alle
donne straniere che non hanno risposto all’invito. Il
risultato raggiunto è decisamente incoraggiante: la
percentuale di adesione delle donne straniere è
passata da 32% nel biennio 2007-08 al 49% nel
2009-10. questo dato conferma la crescente
adesione da parte delle donne straniere se
adeguatamente informate.
I bambini
In letteratura sono segnalati maggiori rischi per la
salute dei bambini figli di genitori stranieri.
Nell’Ausl di Cesena nel 2010 tra i minori di 0-14 anni di età
si sono registrati 1.738 ricoveri di cui il 17% ha riguardato
bambini stranieri: i minori stranieri presentano un tasso di
ricovero più elevato (74 ogni 1.000 bambini) rispetto ai
coetanei italiani (59 per 1.000).
Per i figli di genitori stranieri le principali cause di
ricovero sono “Malattie dell’apparato respiratorio” e
“Malattie infettive ” che riconoscono tra i fattori di
rischio condizioni di svantaggio sociale ma anche
diverse modalità di accesso ai servizi.
Tasso di ospedalizzazione per le principali patologie.
Minori 0-14 anni. Ausl Cesena 2010
M. apparato respiratorio
Malattie infettive e parassitarie
Sintomi, segni, e stati morbosi
mal definiti
Traumatismi e avvelenamenti
Malformazioni congenite
• accedono al Pronto Soccorso più spesso degli
italiani, in particolare nel primo anno di vita (1.165
accessi per 1.000 bambini stranieri rispetto 725
per gli italiani)
0
5
stranieri
10
15
20
italiani
Fonte: Schede di dimissione ospedaliera
• presentano carie più spesso degli italiani (a 11
anni: 44% rispetto al 16%).
Malattie Infettive
Le malattie infettive non sono particolarmente
frequenti fra gli immigrati; le più diffuse (varicella,
scarlattina) non mostrano né un incremento
dell’incidenza né sensibili differenze con la
popolazione italiana; alcune particolari patologie
infettive (tubercolosi, malaria, HIV) meritano
comunque una riflessione.
La Tubercolosi (TB) è una malattia spesso associata
a condizioni socio-economiche precarie e scadenti
condizioni igieniche.
In Italia è caratterizzata da una bassa incidenza
(meno di 10 casi per 100mila abitanti) e colpisce
maggiormente gli immigrati e gli anziani, si segnala
un aumento della proporzione di casi in cittadini non
italiani (45% nel 2008).
È più frequente tra gli irregolari o tra gli stranieri
di più recente immigrazione per i quali rappresenta
3
per lo più la riacutizzazione di un’infezione contratta
nel Paese d’origine.
Nel 2010 nell’Ausl di Cesena i nuovi casi di TB
polmonare ed extrapolmonare sono stati 15, 10 dei
quali occorsi a stranieri; negli anni 2006-2010 si è
registrato un tasso di incidenza pari a 6 per 100mila
abitanti nettamente inferiore alla media nazionale (10
per 100mila).
Nell’Ausl di Cesena nel 2010 sono stati notificati 5
casi di Malaria tutti occorsi a soggetti di recente
immigrazione provenienti da aree endemiche o di
ritorno dai paesi di origine senza aver fatto la
profilassi raccomandata.
La popolazione immigrata pare essere più esposta
all’infezione da virus HIV poiché soggetta a
numerosi fattori di rischio: provenienza da Paesi ad
alta endemia, emarginazione sociale, barriere
linguistiche culturali e socio-economiche.
PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia)
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Il tasso di incidenza di nuove diagnosi da HIV
2010) in Emilia-Romagna è risultato pari
100mila abitanti (31 negli stranieri rispetto al
italiani). L’andamento del tasso di incidenza
(20069 per
7 degli
per gli
Tassi di incidenza di nuove diagnosi da HIV (per
100mila abitanti). Emilia-Romagna 2006-2009.
stranieri è più elevato, anche se tende a decrescere
negli anni.
Tra gli stranieri il contagio avviene in genere per
rapporti eterosessuali (75%), bassa la proporzione di
diagnosi correlate all’uso di droghe iniettive e a
rapporti omo-bisessuali.
Gli stranieri presenta un rischio doppio di diagnosi
tardiva rispetto agli italiani: questo comporta un
ritardo dell’inizio del percorso terapeutico e un
aumento
della
probabilità
di
trasmissione
dell’infezione.
Su 10 donne che hanno scoperto la sieropositività in
gravidanza 8 sono straniere: il dato è rilevante in quanto
l’utilizzo delle terapie antiretrovirali è efficace nella
prevenzione della trasmissione dell’infezione al figlio e la
percentuale di rischio di avere un bambino sieropositivo
si abbassa se si ricorre all’allattamento artificiale
anziché a quello al seno.
Infortuni sul lavoro
Gli infortuni sul lavoro sono da più di 5 anni in lenta
diminuzione sia a livello nazionale che locale. In
Italia nel 2009 (ultimo dato disponibile) si sono
registrati 790.000 infortuni (-10% rispetto al 2008)
e 1.050 morti sul lavoro (-6% rispetto all’anno
precedente). La riduzione reale degli infortuni sul
lavoro depurata della componente “perdita di lavoro”
dovuta alla crisi economica, si può stimare pari a -7%
per gli infortuni in generale e del -3% per quelli
mortali.
I lavoratori stranieri assicurati INAIL sono diminuiti
lievemente rispetto all’anno precedente (-1%), la crisi
economica ha inciso anche sulla riduzione degli
infortuni, che sono calati del 17% in un solo anno,
riduzione molto più accentuata rispetto a quella
complessiva del 10%.
In Italia nel settore Servizi Industria e Artigianato
l’indice di incidenza infortunistica risulta più elevato
per gli stranieri rispetto a quello dei colleghi italiani:
si passa dai 28 infortuni indennizzati ogni 1.000
assicurati negli stranieri provenienti da Paesi a forte
Pressione Migratoria (PFPM) a 23 degli italiani; in
Emilia Romagna dai 43 ai 34. La maggiore incidenza
negli stranieri è da imputare alla prevalenza di
lavoratori di sesso maschile, impegnati in attività e
settori più a rischio. (INAIL 2009).
Il rischio di incorrere in un infortunio per gli
immigrati è circa il doppio rispetto a quello degli
italiani nella Fabbricazione dei mezzi di trasporto e
nella metalmeccanica, nella Lavorazione di minerali
non metalliferi è più alto del 45% e nell’Industria
alimentare del 30%.
Nel 2009 nel territorio dell’Ausl di Cesena sono
stati riconosciuti 604 infortuni a persone nate
all’estero (circa il 20% rispetto al totale degli
infortuni). Il 17% degli infortuni degli stranieri
avviene nel settore Costruzioni, il 14% in
Agricoltura, il 12% nei Trasporti e l’11%
nell’Industria Alimentare.
Il 16% degli stranieri infortunati è nato in Marocco, il
12% in Albania e l’11% in Romania.
Per quanto riguarda la gravità degli infortuni, pur
registrando più incidenti rispetto agli italiani, gli
stranieri presentano infortuni di gravità minore; nel
periodo considerato si è però registrato il decesso
di un lavoratore immigrato.
Stili di vita e comportamenti a rischio
Gli stili di vita e comportamenti a rischio hanno un
ruolo rilevante nel determinare le condizioni di
salute della popolazione, la loro analisi può fornire
utili elementi di riflessione per le strategie di
prevenzione e suggerire la necessità di intensificare
le attività di educazione e promozione della salute
rivolta alla popolazione straniera, da adattare alle
culture dei paesi d’origine.
Occorre precisare che gli stranieri intervistati
parlano e comprendono bene la lingua italiana per
poter sostenere un’intervista telefonica, e pertanto
rappresentano un campione non rappresentativo di
tutta la popolazione straniera, ma verosimilmente di
quella presente da più tempo in Italia.
Il Sistema di Sorveglianza PASSI (anni 2007-2010)
consente di rilevare dati sugli stili di vita nelle persone
straniere residenti in Emilia-Romagna tra i 18 e i 49 anni.
salute: l’81% riferisce di sentirsi bene o molto
bene rispetto al 76% degli italiani
• fumano meno (26% rispetto al 34% degli italiani)
Dai dati emerge che gli stranieri, rispetto agli italiani,:
• percepiscono in modo migliore il proprio stato di
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• sono in minor percentuale bevitori a rischio (14% vs
22%);
questo
aspetto
mostra
differenze
significative in base alla nazionalità: il consumo a
rischio è più diffuso negli stranieri provenienti dai
paesi dell’Est europeo.
• utilizzano più spesso i dispositivi di sicurezza
stradale (cinture anteriori: 91% vs 89% e
posteriori: 29% vs 18%)
• sono più sedentari (28% rispetto al 19% degli
italiani)
In merito ad alcuni interventi di prevenzione
emergono alcune difficoltà:
• è più alta la percentuale di cittadini stranieri che
riferiscono di non aver mai misurato la pressione
arteriosa (16% rispetto all’7% degli italiani) o la
colesterolemia (36% rispetto al 17% degli italiani)
• Le donne straniere di 18-49 anni sono state vaccinate
contro la rosolia nel 25% dei casi (53% le italiane).
• La percentuale di persone straniere che riferisce di
aver ricevuto consigli da parte degli operatori
sanitari sui corretti stili di vita è minore rispetto a
quella degli italiani.
Considerazioni Conclusive
La popolazione immigrata è più giovane rispetto a quella italiana ed è connotata da una situazione socio
economica più difficile (tasso di disoccupazione più elevato, più frequenti condizioni di deprivazione materiale e
abitativa); nonostante queste criticità non si evidenziano malattie particolarmente diffuse fra gli immigrati.
I tassi di accesso al Pronto Soccorso sono superiori a quelli degli italiani, verosimilmente per un uso
inappropriato (comune anche alla popolazione italiana) della struttura ed una non consolidata abitudine ad
utilizzare i servizi per l’assistenza di base.
Gli uomini stranieri vengono ricoverati meno degli italiani, mentre le donne straniere hanno tassi di ricovero
maggiori delle italiane per condizioni legate alla gravidanza e al parto. La maggior parte delle donne straniere è
assistita durante la gravidanza dai servizi pubblici, anche se l’accesso alle cure prenatali avviene ancora con
maggiore ritardo rispetto alle donne italiane, con un potenziale rischio di assistenza prenatale inadeguata, parti
pretermine e basso peso dei neonati. Viceversa ricorrono meno al taglio cesareo, fumano meno in gravidanza e
allattano di più al seno i loro figli.
I bambini figli di genitori stranieri accedono più frequentemente al Pronto Soccorso e vengono ricoverati più
frequentemente dei loro coetanei italiani.
Nelle donne straniere l’adesione agli screening mammografico e cervicale è inferiore rispetto alle donne italiane.
Persistono alcuni indicatori di fragilità sociale che occorre contrastare (Interruzioni Volontarie di Gravidanza,
Infortuni sul lavoro, etc.): ad oggi il fenomeno dell’IVG sembra essere in progressiva diminuzione, mentre gli
infortuni sul lavoro restano uno dei problemi principali, ancora non di facile lettura per problemi legati al
Sistema Informativo e alle caratteristiche del mercato del lavoro.
Gli stranieri fumano meno degli italiani, sono meno frequentemente bevitori a rischio, ma sono più sedentari e più
carenti riguardo a pratiche preventive quali misura della pressione arteriosa e della colesterolemia.
Di difficile stima, ma da considerare con attenzione è la diffusione di disagio psichico e depressione spesso legata a
criticità del progetto migratorio e a rapporti con un contesto che non sempre accoglie, ma discrimina e isola.
L’emergere delle seconde generazioni di immigrati con l’insorgere di problemi connessi al possibile disagio dei
giovani e l’invecchiamento delle prime correlato al presentarsi di patologie cronico degenerative invitano a
sviluppare sempre più politiche di integrazione, favorire l’accessibilità ai servizi e accrescere le conoscenze in
tema di prevenzione collettiva e di promozione della salute
A cura di:
Mauro Palazzi, Patrizia Vitali, Nicoletta Bertozzi, Giorgia Vallicelli
(Servizio Epidemiologia e Comunicazione Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl di Cesena)
Per ricevere copia del presente report
Tel. 0547 352031-352072 e-mail [email protected]
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La salute della popolazione straniera immigrata nell`Ausl di Cesena