PIANTE IN VASO E FIORIERE
accorgimenti e tecniche
MODULARTE progetta e produce vasi e fioriere
singole e modulari che possono consentire tutti
i tipi di coltivazione qui di seguito esposti,
sempre comunque dando grande risalto al
design, colori e materiali della fioriera.
Con i vasi e fioriere Modularte sarà facile
ottenere ottimi risultati, basta un minimo di
conoscenze e passione. Leggete le minime
conoscenze necessarie di tecnica di
giardinaggio in vaso qui di seguito, e se volete
approfondite gli argomenti sul nostro BLOG.
Scegliere le giuste piante per le vostre esigenze
e soprattutto adottare le migliori tecniche e
accorgimenti di coltivazione in vaso è basilare
per un buon successo di crescita e portamento
delle vostre piante.
Prima di scegliere le piante e il loro contenitore:
• immaginate sempre le piante nel loro
ambiente e per quanto possibile
riproducetene le condizioni
• nella scelta della fioriera (per colori e
materiali) e della pianta (per dimensioni e
altezza) deve tener conto dell’ambiente in cui
saranno collocate e del resto dell’arredo
• il fertilizzante è l'ultima cosa a cui pensare
• imparate a dosare acqua e luce
• scegliere la pianta per dimensioni,
portamento e condizioni di luce dei vostri
ambienti.
1
PANORAMICA DI TUTTE LE TECNICHE DI COLTIVAZIONE IN VASO
I metodi di coltivazione si fondano su:
TIPO DI SUBSTRATO DI COLTIVAZIONE
(T) coltivazione in un substrato di terriccio (la
tradizione) da cui la pianta riceve nutrimento.
(AE) coltivazione in un substrato di argilla espansa
(substrato inerte) addizionando gli elementi nutritivi
nell’acqua.
COME SI SOMMINISTRA L’ACQUA
(IA) irrigazione dall’alto bagnando il terriccio (la
tradizione),
(IB) irrigazione dal fondo senza bagnare il terriccio
(l’acqua viene versata al fondo tramite tubo inserito
in fase di installazione della fioriera - sul fondo un
letto di argilla espansa), l’acqua sale per
capillarità.
Combinando la scelta del substrato di coltivazione e del metodo
di irrigazione si ottengono tutti i diversi tipi di coltivazione
possibile in vaso: alcuni ideali per un certo tipo di piante, altri per
gli interni, altri per coltivazioni intensive di ortaggi….
Si consideri che la pianta ha bisogno di:
– nutrimento e questo lo ricava dal terriccio o
dagli integratori disciolti nell’acqua (idrocoltura),
– acqua per tutte le funzioni vitali apportata con
innaffiature (dal basso o dall’alto),
– sostegno per ergersi e crescere in altezza (la
consistenza del substrato in cui cresce).
Qui di seguito presentiamo uno schema riassuntivo di tutte le tecniche di giardinaggio in vaso.
Tutto si fonda nella combinazione del tipo di substrato e del metodo di irrigazione.
Variando la composizione del substrato e del modo di innaffiare otterrete diverse tecniche di
giardinaggio.
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3
T + IA =
coltivazione in terriccio e irrigazione dall’alto
(la tradizione in vaso)
E’ il metodo di coltivazione tradizionale, che tutti
conosciamo e che a tanti ha comportato perdite
di piante e la consapevolezza di non avere il
pollice verde.
Spesso si perdono piante per eccesso di
innaffiature e quando si va in vacanza le si
perdono per mancanza d’acqua prolungata.
Questo metodo tradizionale consiste nel
mettere a dimora la pianta in un substrato di
terriccio (il terriccio da fiori che si compra in ogni
negozio va bene), sul fondo del vaso c’è un foro
di scarico dell’acqua di drenaggio e sotto al
vaso si mette un sottovaso per contenere
l’acqua di scarico.
Questo metodo tradizionale funziona bene
quando si ha una buona esperienza (si sente
con il dito se il terriccio è umido) e quando
si ha il tempo di innaffiare ogni settimana o
anche intervalli minori. Quando mancano
questi due requisiti fate attenzione.
Se si innaffia troppo, si bagna in modo
eccessivo il terriccio e si forma ristagno
dell’acqua nel sottovaso (o peggio nel
portavaso e quindi non a vista) porterà
all’asfissia delle radici, infatti il 90% dei casi di
perdita di piante è dovuto a questo. Se poi
come avviene negli uffici e ambienti di lavoro la
manutenzione e innaffiatura deve avvenire ogni
15 giorni o ogni mese (o quando si va in
vacanza per un mese) il terriccio si
seccherebbe e la pianta soffrirebbe.
argomenti trattati).
Anche in un vasetto di pochi cm. c'è un prezioso
equilibrio eco-biologico, che si instaura con
lunghi tempi di maturazione. Il fornire acqua dal
sottovaso favorisce l'allungarsi delle radici in
basso, e la conseguente loro fuoriuscita dal foro
di scolo, ma forse è meglio questo che non
l'avere le radici perennemente esposte all'aria,
e l'equilibrio biologico ed enzimatico del terreno
costantemente disturbato e massacrato dai getti
dell'acqua fornita da sopra che dilavano il
terriccio.
La pianta sfrutta solo l’acqua che bagna il
terriccio e non quella che sgronda, anzi questa
dilava il terriccio e lo impoverisce lasciando sul
fondo fanghiglia (elementi nutritivi preziosi per
la pianta che andrebbero persi).
Innaffiare dal basso, cioè riempiendo il
sottovaso e lasciando che l'acqua, per
capillarità, salga lentamente su per il terriccio,
può essere migliorativo (vedere prossimi
4
T + AE + sottovaso =
terriccio, irrigazione dal basso, sottovaso
con argilla espansa
Di norma il sottovaso viene visto come un
oggetto da porre sotto il vaso (o portavaso
contenitore esterno alto), in modo che non resti
l’indesiderata patina circolare sul piano
d'appoggio del vaso.
La funzione del sottovaso con la irrigazione dal
basso consiste nel creare una riserva d’acqua
alla base del vaso.
Quando diamo l'acqua alle piante in vaso,
regolarmente dall'alto, simuliamo una pioggia
che va ad inzuppare il terreno; parte di questa
acqua se ne va dal foro alla base del vaso, in
parte viene trattenuta dal terriccio ed in parte
evapora per i tepori domestici. In sostanza su 1
litro che diamo al vaso, si può considerare che
più della metà viene persa.
Pensiamo al terreno naturale dove vive la
pianta, la maggior parte dell'acqua non viene
dall'alto ma dal basso, viene cioè assorbita
dalle radici proprio dal basso. Questo
permette alle radici di prendere l'acqua che
realmente è necessaria, senza inutili sprechi.
LIMITI
1
Questa è una tecnica che ha un limite
nell’altezza del sottovaso:
- se il sottovaso è basso la riserva d’acqua
sarà minima e molto probabilmente la pianta
non riuscirà a ricevere la quantità d’acqua
necessaria;
- se il sottovaso è alto la quantità d’acqua in
riserva sarà sufficiente anche per 1-2
settimane.
2
l’acqua in riserva nel sottovaso è a
contatto con l’aria, quindi evaporerà con la
conseguenza minor durata.
L’uso corretto del sottovaso dovrebbe tener
conto di questo principio (subirrigazione):
riempite il sottovaso di argilla espansa,
appoggiatevi il vaso e versate nel sottovaso
l'acqua. Sostanzialmente in questo modo si
cerca di creare le condizioni su cui si fondano le
tecniche di subirrigazione trattate di seguito.
Dal sottovaso l'acqua risale per capillarità
attraverso lo strato di argilla fino alla base del
vaso, qui per differenza di umidità viene
richiamata dai fori del vaso e va ad inumidire il
primo strato di argilla espansa dentro al vaso e
il terriccio sovrastante ad esso.
In questo modo possiamo innaffiare dal
sottovaso (subirrigazione) dopo che la pianta ha
propagato le radici in prossimità del fondo del
vaso.
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T + AE + IB =
coltivazione in terriccio con fondo di argilla
e irrigazione dal basso
SUBIRRIGAZIONE con riserva d’acqua:
assimilazione dell’umidità da parte della
pianta tramite un sistema di assorbimento
dal basso.
Si avvicina alle tecniche di idrocoltura, però il
substrato di coltivazione è terriccio e non argilla
espansa (materiale inerte) e si innaffia con
acqua senza aggiungere nutrimento.
Il nutrimento alla pianta viene garantito dal
terriccio stesso.
E’ il metodo di coltivazione che più si addice
allo stile di vita d’oggi: poco tempo, tanta voglia
di buoni risultati e inesperienza.
Questo metodo consiste nel mettere a dimora la
pianta in un vaso con uno strato di 5-8 cm di
argilla espansa sul fondo. Per aumentare la
quantità d’acqua in riserva si può inserire un
pannello in plastica con fori da posizionare sul
fondo del vaso prima di inserire l’argilla
espansa: in questo modo al di sotto del
pannello si potrà avere una maggiore quantità
d’acqua che manterrà bagnata l’argilla.
L’acqua in riserva di fondo si trova tra e dentro
ad ogni granello di argilla espansa; l’acqua per
capillarità risalirà dall’argilla espansa al terriccio
e quindi alle radici che affondano nel terriccio
stesso.
Le radici quindi ricevono l’acqua dal basso
(fondo del vaso) come avviene in natura, quindi
cresceranno in modo bilanciato andandosi a
posizionare nello strato di terriccio che riceve
sufficiente umidità per capillarità.
Le radici crescono dove trovano terriccio
umido da cui ne trarranno il nutrimento.
Il fondo del vaso (non ha foro di scarico nell’uso
per interni) ha una riserva d’acqua sufficiente
per almeno un mese di vegetazione, inoltre
dopo 20-30 giorni è bene lasciare la pianta
senza acqua sul fondo per dar modo alle radici
di ossigenarsi bene (periodo secco molto utile
per il benessere della pianta).
Il metodo di innaffiatura dal basso
(subirrigazione) crea una situazione di
umidità del terriccio omogenea; la pianta ne
riceve un beneficio per la crescita razionale e
costante, senza quindi subire il trauma delle
innaffiature a intervalli di tempo.
L’ossigenazione delle radici è importante e
avviene grazie al fatto che l’argilla espansa
(granuli di circa 1 cm di diametro) lascia
passare aria tra un granello e l’altro.
Il controllo del livello dell’acqua presente nel
fondo di riserva si esegue con un indicatore
(con galleggiante) inserito all’interno del carter o
tubo in dotazione al vaso posizionato in un
angolo.
L’innaffiatura la si eseguirà proprio da questo
carter o tubo in angolo, in questo modo si
porterà l’acqua in riserva sul fondo senza
dilavare il terriccio e obbligando le radici a
ricevere l’acqua dalla base come in natura.
Metodo particolarmente indicato per innaffiare
una sola volta al mese.
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INDOOR
IN INTERNO: il vaso non ha il foro di troppo
pieno, quindi il livello dell’acqua in riserva di
fondo deve necessariamente essere controllato
con l’indicatore di livello galleggiante.
OUTDOOR
IN ESTERNO: il vaso può ricevere acqua anche
piovana, quindi per preservare la pianta il foro di
troppo pieno lascerà fuoriuscire l’acqua in
eccesso. In questo caso l’indicatore di livello può
anche non esserci visto che ad ogni innaffiatura
si potrà vedere quando l’acqua inizierà ad uscire
per eccesso dal foro di troppo pieno.
La fioriera MODULARTE per esterni ha un fondo
con riserva d’acqua regolabile in altezza: è
l’unica fioriera sul mercato che offre questa
possibilità. E’ un importante punto di forza
perché ogni pianta ha diverse esigenze e
soprattutto un apparato radicale più o meno
profondo.
Quindi se si desidera tener in vaso piante con
radici poco profonde e si desidera allo stesso
tempo una fioriera alta, il fondo regolabile in
altezza può risolvere il caso.
Nel caso di radici poco profonde e una riserva
d’acqua molto profonda la pianta soffrirebbe
siccità perché l’apporto di umidità dal basso
sarebbe minimo o nullo.
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MATERIALI NECESSARI:
• terriccio da fiori (a cui si può
aggiungere torba, lapilli vulcanici,
zeolite, sabbia…)
• argilla espansa da posare sul fondo
• corteccia di pino da posizionare alla
base delle piante per mantenere
umidità del terriccio sottostante.
La fioriera MODULARTE per esterni ha un fondo
con riserva d’acqua in plastica di proprio design
e produzione.
Il fondo ha 2 livelli di riserva d’acqua e il tubo in
dotazione viene posizionato nel primo livello (1)
alto di riserva d’acqua.
L’acqua di innaffiatura dal tubo riempie la riserva
d’acqua alta (1) e da questa tracima riempiendo
la riserva di fondo (2).
Sai nel fondo (2 - cm da 6-8) che nella riserva
d’acqua perimetrale alta (1 – cm 3) viene posata
l’argilla espansa.
La riserva d’acqua mantiene umido per capillarità
il terriccio in cui affondano le radici delle piante.
La parte di terriccio più umida è la centrale della
fioriera e grazie alla riserva alta di acqua (1)
l’umidità arriva alle radici delle piante nel
perimetro della fioriera di solito piante con radice
più corta.
Questo doppio sistema di riserva d’acqua, in
combinazione alla possibilità di regolazione della
profondità del fondo, consente la creazione del
contenitore di coltivazione ideale per ogni tipo di
pianta e combinazioni di piante proprio perché si
adatta la profondità e l’apporto di umidità dal
basso alle esigenze e tipo di piante.
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L’ARGILLA ESPANSA si presenta in granelli di
diametro da 8 a 12 mm di diametro, è molto
leggera e viene acquistata in sacchetti nel
garden center.
Utilizzare SOLO argilla espansa per uso
giardinaggio e non quella per usi edili.
Messe a dimora le piante ricoprite il terriccio con
4-5 cm di CORTECCIA DI PINO, la quale ha
una la funzione di mantenere umido il terriccio
sottostante.
La corteccia si acquista in sacchi in qualsiasi
garden center.
IINNAFFIATURA
n dotazione alla fioriera viene dato un TUBO in
plastica in cui innaffiare: in questo modo l’acqua
arriva direttamente in riserva d’acqua garantendo
quindi l’apporto di acqua dal basso alle radici
come avviene in natura.
PRIMO PERIODO: dopo l’impianto per le prime
6-8 settimane innaffiare dall’alto e dentro al tubo
in riserva, in questo modo si terrà umido il
terriccio dando modo alle radici di crescere e
allungarsi in profondità per raggiungere la riserva
d’acqua.
DOPO E PER SEMPRE: dopo il primo periodo
innaffiare SOLO nel tubo e quindi mantenere la
riserva d’acqua: innaffiare a seconda della
stagione 1 o 2 volte ogni 4 settimane.
Grazie all’innaffiatura dal basso il terriccio non
viene dilavato, quindi tutti gli elementi nutritivi del
terriccio stesso restano a disposizione delle
radici delle piante senza dover ricorrere a
concimi. Solo dopo svariati anni sarà necessario
concimare: ogni terriccio da fiori è ricco di
nutrienti.
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COME AVVIARE UN VASO CON RISERVA D’ACQUA
Appena messe a dimora le
piante innaffiare da sopra per
dar modo alle radici di
crescere e raggiungere il
fondo in argilla espansa
Le radici in 1-2 mesi
crescono e si
propagano, mentre il
terriccio riceve
umidità per
capillarità dal basso
della riserva
d’acqua.
Dopo un mese si può
innaffiare SOLO da sotto
mettendo acqua dal tubo che
collega direttamente la
riserva d’acqua, quindi senza
dilavare il terriccio
11
AE + IB =
coltivazione in argilla espansa e
irrigazione dal basso =
IDROCOLTURA PASSIVA
Questa è la tecnica conosciuta come
IDROCOLTURA PASSIVA.
Con i metodi in idrocoltura (coltivazione
denominata anche con il termine “idroponica”)
le piante non ricevono il nutrimento dal
terriccio, bensì dall’acqua a cui si è
addizionato il nutrimento (liquidi o granuli
disciolti in acqua = soluzione nutritiva). Con
l’aggettivo “passiva” si indica il fatto che l’acqua
dal fondo sale alle radici per capillarità, mentre
con i sistemi “attivi” l’acqua (soluzione nutritiva)
viene fatta circolare con una pompa, quindi
irrigando le radici più volte ogni ora.
elementi nutritivi (scelti a seconda del tipo di
pianta).
Anche in questo caso una settimana di secco
ogni mese aiuterà l’ossigenazione delle radici
per il benessere della pianta.
Metodo particolarmente indicato per
innaffiare una sola volta al mese.
Rispetto al metodo precedente si addiziona
l’acqua con elementi nutritivi, quindi si ha sotto
controllo totale la crescita della pianta, mentre
con il metodo precedente, in cui le radici
assumono nutrimento dal terriccio, prima o poi
si deve fertilizzare il terriccio (liquidi che
troverete in ogni garden center).
In entrambe i casi non si devo usare concimi
naturali, questi possono portare parassiti e non
riuscireste a controllare bene l’apporto nutritivo.
Metodo molto usato negli ambienti pubblici e
uffici dove la manutenzione viene affidata il
appalto (interventi una volta al mese).
Con i vasi Modularte potete coltivare in
idrocoltura passiva .
La coltivazione in idrocoltura PASSIVA è
sostanzialmente come la precedente vista
sopra con la variante: substrato tutto in argilla
espansa e irrigazione con acqua addizionata di
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AE + IA + pompa =
ricircolo con pompa e irrigazione dall’alto =
IDROCOLTURA ATTIVA
La tecnica si fonda su: irrigazione con soluzione
nutritiva e posa a dimora della pianta in
substrato completamente in argilla espansa
(l’argilla non apporta nutrimento serve solo per
sorreggere la pianta e lasciare aria tra un
granello e l’altro: ottima ossigenazione delle
radici).
In questo caso però anziché alimentare le radici
per capillarità si aziona la pompa di ricircolo (36 volte al giorno per esempio per 3-5 minuti): la
soluzione nutritiva viene pompata alla
sommità del vaso e le radici ricevono una
doccia di soluzione nutritiva, mentre l’argilla a
grossa granulometria lascia passare bene l’aria
consentendo ad ogni irrigazione una efficace
ossigenazione.
La sperimentazione è la chiave per trovare un
programma ideale di pompaggio che si adatta al
proprio ambiente e tipo di piante.
Metodo particolarmente indicato per la
coltivazione di ortaggi sui balconi e terrazzi,
dove si cerca di ottenere il miglior risultato nel
minor tempo possibile, quindi anche più di un
raccolto per anno.
Mentre non serve per la coltivazione di piante
da appartamento dove non sono necessari cicli
di crescita molto spinti.
Richiede discreta esperienza nel programmare i
cicli di irrigazione e le piante devono essere
state coltivate in idrocoltura (oppure vedere
come eseguire il passaggio nelle prossime
pagine).
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AE + IB + pompa + vassoio di allagamento =
IDROCOLTURA ATTIVA flusso/deflusso
Ci sono in idrocoltura attiva altri metodi sempre
funzionanti con l’ausilio di una pompa come il caso
qui esposto (metodo flusso e riflusso o anche detta
per inondazione = E&F in inglese).
La soluzione nutritiva viene pompata tramite una
pompa di ricircolo, dalla riserva sul fondo al vassoio
di allagamento su cui si appoggiano le radici che
fuoriescono dal vaso contenitore della pianta;
il vassoio si allaga fino al livello e un forellino lascerà
scaricare lentamente l’acqua verso il fondo di
accumulo, da cui verrà poi di nuovo pompata al
vassoio di allagamento.
Raggiunto il livello di scarico, la soluzione defluirà
dal contenitore fino al serbatoio.
Quando la pompa viene spenta, l'acqua di scarico
tornerà completamente nel serbatoio.
Per una buona riuscita di questa tecnica si dovranno
sperimentare i giusti intervalli d'inondazione,
indicativamente possiamo fissare 4 intervalli di
inondazione giornaliera, da 15 minuti cadauno.
Il vantaggio principale di questa tecnica è l’ottima
ossigenazione delle radici della pianta, le quali dopo
ogni inondazione restano all’aria e protette dentro
la fioriera: intervallare sistematicamente nel tempo
acqua con elementi nutritivi (inondazione) e aria si
stabiliscono condizioni ottime per avere crescita
veloce delle piante (ideale per ortaggi, non per
piante da appartamento).
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T + AE + IB =
VASI CON RISERVA D’ACQUA E
ASSORBIMENTO CON STOPPINO
Il sistema consiste in un doppio vaso: un vaso
esterno che contiene il tutto e funge da serbatoio
dell’acqua sul fondo, e un vaso interno che contiene
la pianta e il substrato di coltivazione da cui
fuoriescono gli stoppini in nylon.
Lo svantaggio è la mancanza di aerazione alle radici
delle piante, con rischio di marciume all'apparato
radicale a causa della fornitura costante di soluzione
nutritiva, quindi si consiglia di miscelare il terriccio
con un buon 30% di argilla espansa.
Metodo indicato per piante di appartamento o
anche in esterno.
L’apparato radicale assorbe la giusta quantità di
acqua richiesta dalla pianta stessa (corde in nylon
che per capillarità inumidiscono gli strati di argilla e
terriccio del vaso in cui cresce la pianta).
La capienza del serbatoio (fondo del vaso
contenitore) garantisce una sensibile diminuzione
della frequenza di irrigazione (massimo una volta al
mese).
Con questo sistema si evitano dannosi ristagni
d’acqua sul fondo del vaso che contiene la pianta
dovuti ad un eccessivo innaffiamento in altri sistemi:
qui il vaso interno che contiene la pianta non è
immerso nella riserva d’acqua.
All’installazione della pianta riempire la riserva
d’acqua con 5 cm. di acqua, innaffiare comunque
direttamente il terreno dall’alto per circa 4/6
settimane in modo da favorire il completo
radicamento della pianta.
Per raggiungere completamente l’apparato radicale
della pianta installare più stoppini semplicemente
forando il vaso interno e infilando gli stoppini
sufficientemente lunghi e arrotolati nel terriccio e
intorno alle radici.
Questa tecnica è la stessa che si usa quando
andiamo in vacanza lasciando le piante in casa.
Infatti mettiamo uno o più stoppini di materiale
assorbente da un secchio d'acqua alla pianta che
piano piano succhierà la quantità d'acqua
necessaria.
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PIANTE E TERRICCIO
Il suolo in natura è costituito da diversi
componenti: sostanze minerali, radici delle
piante, microrganismi, animali viventi,
sostanza organica (humus) presente in vari
stadi di decomposizione, acqua e atmosfera
gassosa.
La differente distribuzione di questi costituenti
nel terreno produce una grande diversità a
livello della microporosità con notevoli
variazioni della permeabilità ai liquidi e ai gas
del suolo.
La maggior parte degli organismi viventi del
terreno acquistano la loro energia e le loro
sostanze nutritive direttamente dal terreno
stesso, sia dai minerali, sia dalla sostanza
organica e anche da altri esseri viventi
presenti nel terreno stesso.
La frazione minerale del terreno rappresenta
un'importante sorgente di costituenti nutritivi,
anche come magazzino di sostanze nutritive.
Le argille minerali del terreno sono cariche
negativamente e tendono ad adsorbire sulla
superficie i cationi, quali ammonio, calcio,
magnesio e potassio. I cationi legati in questo
modo sono poi liberati nella soluzione
circolante del terreno mediante un processo
conosciuto come scambio ionico.
In conclusione la presenza delle argille
produce un grande effetto sul movimento delle
sostanze nutritive del terreno stesso.
Il contenuto di sostanza organica del terreno
comprende piante, animali e residui microbici
presenti in vari stadi di degradazione e
rappresenta la sorgente principale della
nutrizione microbica.
L'aggiunta di sostanze organiche al terriccio è
di notevole importanza ecologica ai fini della
costituzione di una riserva di sostanze
nutritive. Alcuni animali del terreno che
utilizzano la sostanza organica sono chiamati
saprofagi ed includono lombrichi. termiti,
formiche, millepiedi, ecc.
La microfauna del suolo non solo utilizza la
sostanza organica del terreno per se stessa,
ma si rivela particolarmente importante anche
per altri microrganismi.
Similmente alla frazione argillosa del terreno
la frazione organica serve come magazzino e
come sorgente di sostanze nutritive per gli
organismi del terreno.
16
Differenza tra assorbimento e permeabilità
del terreno
In un terreno l'acqua filtra quando, cadendo
per effetto della forza di gravità passa
attraverso un terreno più o meno permeabile,
come si può verificare versando l'acqua sopra
diversi tipi di terreno (ghiaioso, sabbioso,
argilloso).
L’assorbimento invece vince la forza di
gravità.
Se innaffiamo una pianta che ha il suo
sottovaso, vediamo che dell’acqua passa nel
sottovaso, filtrando attraverso il terreno
bagnato e una parte finisce nel sottovaso, ma
dopo un po’ questa acqua viene assorbita
dalla terra e poi dalle radici della pianta e
scompare.
L’assorbimento dell’acqua da parte di
materiali particolari come in questo caso la
terra, dipende dal principio qui esposto.
L’acqua come tutte le sostanze è formata da
molecole, che sono la più piccola parte della
sostanza acqua. Queste molecole stanno
unite tra loro per mezzo di una forza chiamata
forza di coesione, che fa sì che, per esempio,
si formi una goccia d’acqua.
Esistono anche altre forze che si chiamano
forze di adesione (che sono molto potenti
negli adesivi come le colle), che fanno aderire
l’acqua a molecole di altre sostanze, come il
vetro del bicchiere, la nostra mano, quando la
mettiamo dentro all’acqua, i panni quando li
laviamo, ecc.; ecco perché diciamo che
l’acqua bagna: un po’ delle sue molecole
restano attaccate ad altri materiali costituiti
anch’essi da molecole, ma di diverso tipo.
Nella sostanza acqua le forze di ADESIONE
sono maggiori di quelle di COESIONE.
L’acqua si "arrampica" sulle pareti. Se le
pareti sono molto vicine si "arrampica" ancora
di più.
L'acqua sale nei vasi capillari; l’acqua nei vasi
capillari si dispone su livelli diversi, cioè più il
capillare è sottile, più va in alto.
Vedere il caso dei vasi con irrigazione a
mezzo di stoppino (pezzo di corda di nylon)
dove i migliori risultati di portata si ottengono
con diametri di corda piccoli (2 mm), rispetto
ai più grandi.
I materiali che possono essere paragonati a
capillari: carta assorbente, mattone, gesso,
stoffa, terreno, cioè tutti materiali POROSI,
dove i pori sovrapposti possono essere
considerati come tanti tubicini.
Ecco perché il terreno assorbe e perché un
albero alto anche 100 metri riesce a fornire di
acqua tutte le sue foglie, anche quelle più in
alto, grazie ai sottilissimi vasi conduttori
presenti nelle radici e nel fusto delle piante.
Gli spazi che si formano tra i "granuli" che
compongono il terreno formano come canali
sottili (vasi capillari) dentro i quali l'acqua
risale. Più i canali sono sottili e più in alto
l'acqua risale.
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Zeolite: granelli ad azione idratante
del terriccio
Nella preparazione del substrato di
coltivazione nei vasi si dovrebbe ricorrere
miscele di materiali che tengano conto delle
esigenze delle piante da coltivare, quindi
spesso si miscelano a terriccio da fiori con
una buona parte di humus, sabbia, torba e
materiali di vari tipo (granelli di roccia
vulcanica, lapilli vulcanici, pomice, zeolite),
spesso anche per alleggerire le fioriere per
esigenze statiche del proprio balcone e
terrazzo.
La ZEOLITE è un materiale vulcanico dalle
innumerevoli capacità benefiche sulle piante,
infatti:
è ricco di elementi nutritivi, quali fosforo,
potassio, ferro, magnesio, calcio, manganese,
molibdeno, indispensabile al corretto sviluppo
delle piante.
irrigazione;
•
Migliora la disponibilità nutritiva,
evitando squilibri, durante le fasi di crescita;
•
Catturando i cationi del calcio del
terreno trasforma il fosfato tricalcico
(insolubile) in fosfato monocalcico (solubile).
Da ricerche effettuate su piante in vaso si è
osservato che le piante coltivate con la zeolite,
riescono ad esplorare completamente il
terreno a loro disposizione a differenza di
quelle senza la zeolite, dove le radici vanno
direttamente sulle pareti del vaso, limitando
così lo sviluppo e facendo sì che le piante
siano più soggette a stress idrici e termici.
DOSE D''IMPIEGO 1 kg/ 50 lt di terriccio.
INDICATO nella preparazione dei substrati di
semina, integratore nei substrati di
coltivazione per piante in vaso ed a terra.
Vantaggi che offre:
•
Ha una notevole capacità dello
scambio ionico (processo chimico-fisico
consistente nello scambio del catione
contenuto all'interno della struttura cristallina
con ioni presenti in soluzione e che
possiedono dimensioni e proprietà
elettrostatiche compatibili con la struttura
entro la quale vanno ad inserirsi);
•
Aumenta la ritenzione e la capacità
idrica;
•
Riduce la durezza delle acque di
18
IRRIGAZIONE
microrganica.
L’acqua è elemento essenziale per la vita
delle piante, in quanto è in diretta relazione
con la quasi totalità dei processi fisiologici dei
vegetali stessi.
Nel rispetto di dette condizioni, diventa quindi
assai importante stabilire i turni ed i volumi
ottimali di annacquamento, in diretta relazione
con le caratteristiche pedologiche ed
ambientali nelle quali ci si trova ad operare.
Agli effetti dell'assorbimento radicale è anche
opportuno sapere come si comporta l'acqua
nel terreno quando si interviene con
l'irrigazione.
Solo una minima parte (1 - 2% circa)
dell'acqua assorbita dalla pianta viene
effettivamente fissata per la formazione di
nuova sostanza organica: tutto il resto ritorna
nell'ambiente sotto forma di vapore, liberato
per evapo-traspirazione dal terreno e
attraverso i tessuti vegetali, in particolar modo
attraverso le foglie.
La traspirazione è in diretta relazione con la
espansione della superficie fogliare, della
luce, della temperatura e dell'umidità relativa
ambientale.
Le funzioni fondamentali dell'acqua si
possono distinguere in:
• fisiche: la solubilizzazione dei sali nei
terreno, il loro assorbimento e veicolazione,
come linfa grezza, fino alle foglie, oltre
all’effetto di termoregolazione all'interno dei
tessuti vegetali
• chimiche: attività fotosintetica nella
produzione dei carboidrati.
E’ vitale la funzione dell'acqua per i vegetali,
altrettanto importante è ricordare che nel
terreno deve sempre esistere un giusto
equilibrio con l'aria, quale fonte prevalente dl
ossigeno.
Alla sua presenza infatti sono dovuti i processi
ossidativi delle sostanze nutritive e lo sviluppo
dell'apparato radicale della pianta oltre che
l'effetto positivo su una eventuale attività
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CONCIMAZIONE
Gli elementi necessari alla crescita di una pianta sono molti e si dividono in
•
Microelementi:
azoto, fosforo e potassio
•
Mesoelementi:
magnesio, calcio e zolfo
•
Macroelementi:
ferro, boro, cadmio.
Tipologie di concime:
•
organici: provengono da materiali vegetali o animali (esempio lo stallatico);
•
organico chimici: sono concimi composti da parte organica (solitamtente l’azoto in questi
concimi è di origine organica) e parte chimica (nella maggioranza dei casi il fosforo e potassio
sono di origine chimica o di sintesi);
•
chimici: sono concimi esclusivamente chimici o di sintesi.
Sottoforma:
pellettati: solitamente gli organici;
in scaglie o granuli: sia chimici che organici;
liquidi: sia chimici che organici.
Adatti alle più svariate applicazioni :
fertirrigazione: per bagnare le piante
fogliari: per nebulizare le piante
da "spargere": da lasciare sul terriccio (tipo i pellettati ).
La buona concimazione deve innanzitutto tenere conto di 3 fattori:
•
il terriccio
•
l’esposizione
•
l’umidità
Il vero motore per la crescita di una pianta è il sole, i concimi servono a dare elementi maggiori allo
sviluppo di una pianta.
Il concime ha il massimo dell’efficacia quando la pianta ha il massimo della sintesi clorofilliana,
quindi è bene cercare di posizionare il vaso nella posizione più illuminata.
Nel terriccio abitano una serie di batteri e funghi buoni che servono a degradare il concime e
renderlo assorbibile per l’essere vegetale. Il concime chimico ha il pregio di avere un pronto
effetto.
Una pianta coltivata in terriccio povero di humus e ghiaioso, dove la flora batterica è inesistente, il
concime rischia di essere dilavato o addirittura rappresentare un pericolo a causa della sua
incompleta decomposizione. Lo stesso succede per i concimi organici, dove per essere resi utili
per la pianta il tempo da aspettare è ancor maggiore in caso di terricci asettici senza humus.
Un minimo di sostanza organica nel terriccio è necessaria, nulla vive nei sassi; inoltre più è potente
il concime, più il terriccio deve contenere humus (concimare un olivo in sola pomice con urea pura
(azoto al 45%) equivale a bruciarlo - usare l’urea su un olivo in piena torba vuol dire farlo crescere
velocemente).
Anche l’acqua svolge una funzione importante, è sia un veicolante (come nei concimi da
fertirrigazione o fogliari) che un coadiuvante.
Coadiuvante perché può influire sull’assorbimento del concime stesso in quanto potrebbe variare il
ph del terreno rendendo non disponibili alcuni elementi necessari.
Si può concimare con concimi potenti ma il terriccio non deve mai asciugare altrimenti le
concentrazioni di salinità salgono e si danneggiano i capillari.
Il miglior concime:
•
ha il massimo della disponibilità di macro e microelementi (i mesoelementi devono essere
dati in base alle specifiche della pianta stessa, tipo calcio per drupacee, zolfo per acidofile …),
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•
ha il massimo della sicurezza (niente danni da eccesso)
•
ha il minor costo.
Lo scambio cationico:
perché è importante avere un terriccio con forte presenza di humus
Per scambio cationico si intende la capacità di una "sostanza" di accumulare cationi per poi
rilasciarli nel tempo.
In parole povere alcuni elementi o minerali hanno una grande capacità di immagazzinare elementi
nutritivi per poi rilasciarli lentamente nel tempo.
L’humus (parte organica del substrato di coltivazione della pianta) ha un elevato scambio
cationico, cioè è in grado di accumulare in se stesso una grande parte del concime per poi
rilasciarla lentamente, vengono poi le argille e i minerali argillosi che anch’essi hanno un elevato
scambio cationico.
Nei terricci ciò che concorre allo scambio cationico sono le particelle di minerali che costituiscono il
suolo e che riescono a fare da conduttore per il suolo stesso.
Quindi legando lo scambio cationico con i batteri "digestori" (detti anche nitrificatori) si evince che
quanto più in un terriccio vi è la presenza di humus o argilla, tanto il concime viene immagazzinato
e distribuito equamente nel tempo.
Nel caso della sola torba dove basta concimare una sola volta per avere una "riserva" di concime
nel tempo, la capacità di scambio cationico è alta, mentre nella sola pomice dove la capacità di
scambio cationico è bassa si è costretti a concimare più frequentemente.
Per concludere sarebbe meglio
•
praticare una concimazione pellettata nei terreni ultradrenanti o composti da rocce a basso
scambio cationico che verrebbero sciacquate di continuo (nel caso di coltivazione con irrigazione
dall’alto),
•
mentre per i terricci più argilloso/torbosi si possono anche usare concimi liquidi.
Ovviamente in caso di piogge prolungate (o innaffiature dall’alto in vaso) la disgregazione dei
concimi organici sarà elevata e quindi anche in presenza di uno scambio cationico elevato molta
parte delle sostanze verrà percolata dai fori di drenaggio. Ecco perché nella coltivazione in vaso si
preferisce l’irrigazione dal basso che non porta a dilavare il terriccio e quindi ad impoverirlo.
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come avviare un vaso con riserva d`acqua