Esercizi spirituali e filosofia
ellenistica
Prima parte: imparare a vivere
(cfr. P. Hadot, Esercizi spirituali e
filosofia antica, Einaudi, Torino, 2005,
pp.29-42)
Una nuova epoca
• L’età ellenistica convenzionalmente è
compresa tra l’inizio della spedizione di
Alessandro Magno nel 334 a.C. e
l’affermarsi del dominio romano sulla
Grecia nel 146 a. C., tuttavia dal punto di
vista culturale, le scuole filosofiche e
“l’anima” ellenistica giungono a permeare
di sé tutta la cultura fino al secondo secolo
d.C.
La cultura
•
1)
2)
Si possono sintetizzare le grandi linee che hanno
caratterizzato la filosofia di questi secoli in relazione
anche alle mutate condizioni storiche:
Il greco parlato dai macedoni diventa lingua
internazionale e giunge ad influenzare e a subire le
influenze delle culture orientali
L’impero cosmopolitico di Alessandro contribuisce a
diffondere la cultura e la filosofia greca, ma al tempo
stesso ne modifica alcuni tratti. Per esempio scompare
l’orizzonte politico del pensiero della Grecia classica,
che era la città-Stato, scompare l’idea di libertà propria
delle democrazie classiche e l’orgoglio di cittadinanza
che le caratterizzava
Cittadino e individuo
2a) Ciò comporta una separazione tra l’uomo e il cittadino
che vale anche per i filosofi. Questi nel contesto della
città elaboravano un sapere che si collocava
immediatamente nell’alveo dei valori e degli interessi
della comunità. La comunità era un organismo, cioè una
sorta di corpo vivente che riproponeva nei suoi confini
chiusi la perfezione e il limite dell’ordine cosmico.
Ora tale limite è stato infranto nella grande compagine
imperiale sempre in espansione. La comunità locale si
stempera nella cosmopoli e i suoi legami si sfaldano:
NASCE L’INDIVIDUO
che deve risolvere in modo personale le questioni più
importanti della sua vita e deve ricostruire a partire da sé
un ordine dell’esistenza
La saggezza
• Dunque non più la polis, cioè l’ordine dato che
riflette l’ordine del cosmo e dell’essere, come
base di partenza della riflessione, ma il Sé che si
orienta nel mondo cercando la propria
dimensione a prescindere dalla politica.
Non il filosofo engagé, ma il saggio che cerca la
via della felicità.
(non che la politica scompaia, ma viene rivista a
partire da questa ottica individuale)
ETICA
• Di qui la centralità dell’ETICA, cioè della scienza
del comportamento, di quella disciplina, cioè,
che si pone il problema di orientare le azioni
secondo il criterio della giustizia e in vista della
realizzazione più piena della persona.
• (ovviamente qui si tratta di una questione di
accenti. I problemi etici erano già stati
ampiamente approfonditi dal Platone e
Aristotele, tuttavia solo adesso diventano la
questione principale e fondamentale della
filosofia)
Esercizio spirituale
• Etica vuol dire “guida del comportamento”. Ciò
implica una dimensione squisitamente pratica
(praxis=agire):
• Bisogna imparare ad agire bene e per farlo
bisogna conoscere le ragioni ultime del nostro
fare, ma anche imparare ad applicare i criteri
individuati alla vita di tutti i giorni. Per fare ciò
bisogna
ESERCITARSI
in una disciplina che tiene in sé entrambi gli aspetti
dell’esistenza: pensiero e comportamento
Pensiero e comportamento
La locuzione
esercizio spirituale
dà conto di entrambi gli elementi.
Noi la usiamo per delineare la vocazione di tutte le
correnti filosofiche di questo periodo, anche se
questa caratteristica ha già una tradizione nei
filosofi classici (Socrate, Platone,Aristotele) per i
quali non poteva esistere una filosofia che non
fosse anche vita pratica e impegno quotidiano
Fare il proprio volo ogni giorno
Ma i saggi dell’epoca ellenistica in quale precisa
ottica vedevano la loro filosofia?
Con che obiettivo volevano “esercitarsi
spiritualmente?
“Fare il proprio volo ogni giorno! Almeno un momento che può essere breve, purché sia
intenso. Ogni giorni un “esercizio spirituale”, da solo o in compagnia di una persona
che vuole parimenti migliorare. Esercizi spirituali. Uscire dalla durata. Sforzarsi di
spogliarsi delle proprie passioni, delle vanità, del desiderio di rumore intorno al
proprio nome (che di tanto in tanto prude come un male cronico). Fuggire la
maldicenza. Deporre la pietà e l’odio. Amare tutti gli uomini liberi. Eternarsi
superandosi. Questo sforzo su di sé è necessario, questa ambizione giusta.
Numerosi sono quelli che si immergono nella politica militante, nella preparazione
della rivoluzione sociale. Rari, rarissimi quelli che, per preparare la rivoluzione, se ne
vogliono rendere degni” (G. Friedman, La Puissance et la Sagesse, Paris, 1970, p.
359 in P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, Torino, 2005, p. 29)
Perché spirituali?
Anche le locuzioni esercizi intellettuali, etici, di
pensiero possono dare l’idea di che cosa fosse
la filosofia per epicurei, stoici etc., ma noi
diciamo spirituali per sottolineare il fatto che
Grazie agli esercizi spirituali, l’individuo si eleva
alla vita dello SPIRITO OGGETTIVO, ossia si
colloca nella prospettiva del tutto…e si tratta di
un individuo che è
CORPO; ANIMA; PENSIERO; PAROLA; AZIONE
CONVERSIONE, STILE DI VITA,
RAZIONALITÀ
• In particolare l’esercizio spirituale mira a
1) Un metanoia o conversione della mente
e del cuore
2) Un cambiamento dello stile di vita e del
modo di agire della persona
3) Secondo un criterio RAZIONALE che
corrisponde all’intima razionalità che
muove l’intero universo
S. Ignazio di Loyola (1491-1556)
• E’ colui che nella nostra civiltà ha
introdotto in modo esplicito l’idea di un
“esercizio spirituale”.
• Ebbene, i suoi “esercizi spirituali”
rappresentano il modo in cui il
cristianesimo ha recepito l’antica
tradizione ellenistico-greca e l’ha fatta
propria “cristianizzandola”.
IMPARARE A VIVERE
• Entriamo ora più nei particolari:
• Per gli stoici la filosofia NON É:
1) Insegnamento di una teoria astratta
2) Esegesi dei testi
MA
ARTE DI VIVERE
Cioè
un atteggiamento concreto e uno stile di vita
determinato che impegna TUTTA l’esistenza
L’atto filosofico
• Quindi l’atto filosofico
Non comporta solo l’aspetto della
conoscenza o dell’erudizione
MA
SOPRATTUTTO il tentativo di mettere in
discussione il SÉ, cioè tutto il proprio
essere
CONVERSIONE
• Si fa filosofia in vista di una CONVERSIONE
da una
Vita inautentica, caratterizzata dall’incoscienza e
dalla preoccupazione per cose non degne del
nostro interesse
ad una
Vita autentica, caratterizzata dalla coscienza di sé,
da una visione esatta del mondo, da pace e
libertà interiore
Per giungere ad una vita
autentica…
• Bisogna superare la principale causa della
sofferenza ossia
LE PASSIONI
Cioè i desideri disordinati e i timori esagerati.
LE PASSIONI
sono il male
LA filosofia è una
TERAPIA DELLE PASSIONI
PER GLI STOICI…
• L’infelicità è dovuta al fatto che,
mossi dalle passioni,
ricerchiamo beni difficili da conseguire e facili a
perdersi
In particolare cerchiamo di evitare mali inevitabili.
La filosofia educa a ricercare beni ottenibili e
stabili, relativi cioè alla propria interiorità e libertà
e a considerare indifferente tutto ciò che non
dipende da noi.
Il destino
• Tutto ciò che non dipende da noi è DESTINO da
accettare serenamente.
• “Le cose sono di due maniere, alcune in nostro potere,
altre no. Sono in nostro potere l’opinione, il movimento
dell’animo, l’appetizione, l’avversione, in breve tutte
quelle cose che sono nostri propri atti. Non sono in
nostro potere il corpo, gli averi, la reputazione, le alte
cariche, in breve quelle cose che non sono nostri atti. Le
cose che sono in nostro potere sono di natura libere, non
possono essere impedite né ostacolate. Quelle altre
sono deboli, schiave, sottoposte a ricevere impedimento,
e infine sono cose di altri” (Epitteto, Manuale, 1)
Bisogna accettare il destino
• Anche se capita qualcosa di male all’individuo
singolo, una malattia, un rovescio economico,
bisogna che la ragione lo accetti come
inevitabile:
COME?
Elevando la propria personale ragione ad una
dimensione universale. Qui si capirà come tutto
ciò che accade ha una NATURALE
RAZIONALITÀ che guarda al tutto e non al
singolo. Il male del singolo ha dunque una
ragione d’essere nel meccanismo di
funzionamento del tutto
Un esercizio in comune per sviluppare una
consapevolezza rasserenante
• La consapevolezza che ciò che mi appare male
è in realtà un bene se guardo al tutto è oscurata
dalle passioni, che mi rimandano al mio
particulare impedendo la vista di ciò che deve
essere.
• La forza delle passioni è grande e la lotta contro
di esse ha bisogno di allenamento e di esercizio.
• Le scuole filosofiche sono propriamente delle
PALESTRE dove ci si esercita in comune e ci si
aiuta nella lotta contro le passioni
Le tecniche
• Filone di Alessandria (20 a.C. – 50 d.C), ci
tramanda due elenchi di tecniche per l’esercizio
spirituale filosofico. Al loro interno possiamo
individuare 3 grandi tipologie di esercizio:
• Esecizi pratici: attenzione, meditazione, ricordi di
ciò che è bene (memorizzazione)
• Esercizi teorici e intellettuali: ricerca, esame
approfondito, lettura, ascolto.
• Esercizi attivi: dominio di sé, compimento dei
doveri, terapia delle passioni
L’attenzione o prosoché
• È un esercizio fondamentale dello stoico e
consiste nell’
Avere sempre sottomano la distinzione tra
ciò che dipende da me e ciò che non
dipende da me …
Per applicare tale distinzione al presente …
In una costante concentrazione dell’anima
su di sé.
Un’attenzione liberatoria
• L’attenzione libera dalla preoccupazione
per il futuro e per il passato ed esalta il
valore infinito dell’istante come momento
di manifestazione della legge razionale del
kosmos
Il Kanòn
• L’attenzione presuppone la conoscenza
del kanòn, ossia della regola di vita
applicata dalla comunità, ossia ancora dei
principi etici che la comunità filosofica ha
adottato sulla base delle riflessioni del
fondatore.
L’adesione del singolo a tale regola ha per
conseguenza una trasformazione radicale
della sua personalità
Esercizi del pensiero e
dell’affettività
Per ottenere un’ adesione completa al kanòn
e sviluppare sempre di più l’attenzione
sono necessari:
Memorizzazione
Utilizzo dell’immaginazione
Meditazione
Memorizzazione
• I principi del kanòn vanno mandati a
memoria altrimenti sarebbe impossibile
una sua pronta applicazione anche agli
eventi improvvisi e imprevisti
Immaginazione
• L’applicazione del kanòn deve essere tuttavia
anche preparata:
• Bisogna mettersi davanti agli occhi gli eventi
della vita e l’appello che essi costituiscono nei
riguardi della personalità.
Ciò avviene durante l’esame di coscienza
mattutino e serale
Al mattino si progetta la giornata in base ai principi
del kanòn
Alla sera si valutano i risultati dal punto di vista
etico, rilevando mancanze e successi
Meditazione
• Consiste nel guardare in faccia i mali e le
sofferenze: “preparatio malorum”, rendendosi
conto che essi sono indifferenti. In tal modo ci si
sforza di
ordinare e padroneggiare il discorso interno in
base al principio universale della distinzione tra
ciò che dipende e ciò che non dipende da noi
per mutare la nostra
ATMOSFERA INTERIORE
attraverso la parola.
Esercizi intellettuali
• Meditazione e memorizzazione richiedono
di essere alimentati:
lettura, ascolto, ricerca ed esame
approfondito hanno propriamente questa
funzione.
Lettura e ascolto
• La lettura e l’ascolto riguardano
l’approfondimento e la comprensione delle
riflessioni filosofiche dei maestri della
scuola, sia attraverso i testi sia attraverso
la comunicazione orale. Alcuni testi sono
concepiti come raccolte di sentenze
proprio in vista della memorizzazione e
della meditazione.
Ricerca ed esame approfondito
• In questo contesto si cercherà di applicare gli
insegnamenti ricevuti dalla lettura dei testi e
dall’ascolto dei filosofi alle proprie condizioni di
vita al proprio kosmos attuale, abituandosi a
guardarlo dal punto di vista suggerito dai filosofi.
Gli eventi saranno dunque adeguatamente
SITUATI nella razionalità del tutto, se ne
riconosceranno gli aspetti fisici e la natura in
base alla specifica visione scientifica promossa
dalla filosofia.
Gli esercizi pratici
(indifferenza alle cose indifferenti, padronanza di sé,
compimento dei doveri sociali)
Arrivano in ultimo con il fine di
CREARE ABITUDINI DI VITA
secondo il principio del
COMINCIARE DALLE COSE PIÙ FACILI
con l’obiettivo di
ESERCITARSI A VIVERE
Stoici
• Gli stoici utilizzano tutte le tecniche or ora
accennate per sviluppare quella tensione
dell’anima che permette loro di vivere
secondo il LOGOS eterno che governa
l’universo, rinunciando a ciò che non
dipende da noi e cercando di compiere
l’azione retta conforme alla ragione.
Epicurei
• Anche per gli epicurei la filosofia si
caratterizza come esercizio spirituale
Benché possa a prima vista apparire meno
necessario consigliare esercizi per
raggiungere la finalità del piacere
L’edonismo epicureo
• In realtà l’edonismo epicureo è molto più
raffinato di quanto non lasci supporre
l’immagine popolare dell’epicureo un po’
volgare, dedito al godimento immediato di
tutti le comodità mondane e materiali.
Filosofia e terapia
• La ricerca del piacere è per gli epicurei
una TERAPIA DEI MALI DELL’ANIMA.
La condizione che si ricerca non è una
soddisfazione crassa di tutte le nostre
voglie ma una condizione di serenità e di
assenza di turbamento, cioè appunto di
SALUTE INTERIORE
La salute interiore come
ATARASSIA
• L’atarassia o assenza di turbamento è il
fine ultimo della vita umana e per essere
raggiunto ha bisogno dello sviluppo di una
precisa consapevolezza filosofica che
comporta una ricerca sulle nostre capacità
conoscitive e logiche (canonica), una sulla
conformazione del mondo e su “come
stanno le cose (fisica) e infine una
propriamente relativa ai nostri
comportamenti in questo mondo (etica).
Il tetrafarmaco
In base ai risultati di tale discipline, si svilupperà
una nuova coscienza circa alcune delle
questioni che più affliggono la nostra vita, sulle
quali si svilupperà la seguente prospettiva:
• Non aver paura della morte perché “quando ci
siamo noi la morte non c’è, quando c’è la morte
non ci siamo noi”
• Non aver paura degli dei, poiché essi non si
occupano delle faccende umane
• Il piacere è facile a raggiungersi
• l dolore è facile a evitarsi
L’atarassia e il piacere
• Bisogna cercare dunque una serenità interiore.
• Essa è raggiungibile attraverso la ricerca di una
forma speciale di godimento che non richiede
ricerca spasmodica, né è soggetto ad alterne
fortune, né genera desiderio smodato e dunque
angoscia.
• E’ un piacere sobrio che comporta il semplice
soddisfacimento delle necessità fisiche naturali
sulla base delle quali siamo condotti a
partecipare fino in fondo al PIACERE DI
ESSERE
Liberazione dalle paure e dai
desideri
Il godimento del semplice piacere di essere
comporta l’eliminazione delle paure
infondate
(della morte e degli dei)
e dei desideri disordinati
(piaceri non naturali né necessari)
Meditazione
• A tal fine bisogna meditare continuamente sui
fondamenti della fisica e dell’etica
sia attraverso le raccolte di sentenze costituite allo
scopo
sia attraverso lo studio approfondito delle grandi
opere del maestro e fondatore della scuola
Questo rappresenta un esercizio spirituale che
gli epicurei hanno in comune con gli stoici
Diversamente dagli stoici
• Tuttavia, diversamente dagli stoici, gli
epicurei pensano gli esercizi spirituali non
in funzione di una
TENSIONE DELL’ANIMA
ma in funzione di una sua
DISTENSIONE
L’anima distesa
• fissa lo sguardo sui piaceri passati e presenti invece che
prepararsi ai mali
• non vigila per essere sempre pronto in ogni istante a
salvaguardare la propria libertà morale, ma cerca di
allentare la tensione per favorire la GRATITUDINE verso
la natura e la vita
• non si concentra sul presente per continuamente
scegliere e giudicare, ma per COGLIERE la sua bellezza
(carpe diem) e contemplare il mondo non rivolto alla
forza coattiva del destino ma a ciò che il mondo stesso
può dare in termini di gioia e consolazione
Sfida e consolazione
MENTRE per gli stoici il mondo costituisce
una continua sfida e l’esercizio spirituale ci
allena ad affrontarla,
per gli epicurei esso è una consolazione e
l’esercizio spirituale ci insegna ad
accoglierla
amicizia
• Gli esercizi epicurei sono dunque esercizi di gratitudine
che si compiono in comune. Questa comunanza è al
tempo stesso mezzo e fine:
• È l’amicizia con cui (mezzo) ci si aiuta ad apprendere lo
stile di vita della comunità e i suoi fondamenti filosofici
• È l’amicizia-piacere, una delle grandi consolazioni della
vita con la quale si ricevono beni corporei e spirituali
che conducono a godere appieno della vita
• Nell’amicizia trovano senso altre pratiche volte a
stimolarla e ad approfondirla come la confessione
pubblica delle proprie colpe, la correzione fraterna,
l’esame di coscienza. Tutti esercizi DEFATICANTI.
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