A. L’ASSEMBLEA LITURGICA
CHI CELEBRA?
Corso Base
di formazione liturgica
SECONDO INCONTRO
La celebrazione eucaristica è azione di Cristo e della Chiesa,
cioè del popolo santo riunito e ordinato sotto la guida del
vescovo. Perciò essa appartiene all’intero Corpo della
Chiesa, lo manifesta e lo implica; i suoi singoli membri, poi,
vi sono interessati in diverso modo, secondo la diversità
degli stati, dei compiti, dell’attiva partecipazione. In questo
modo il popolo cristiano, «stirpe eletta, sacerdozio regale,
nazione santa, popolo che Dio si è acquistato», manifesta il
proprio coerente e gerarchico ordine. Tutti, perciò, sia i
ministri ordinati sia i fedeli laici, esercitando il loro ministero
o ufficio, facciano solo e tutto ciò che è di loro competenza.
(OGMR n. 91)
1.
Che cos’è
cos’è l’assemblea liturgica?
Se da come la chiesa prega dipende ciò che la
chiesa è, può essere opportuno che ci si
interroghi su cosa significhi lasciare che
l’assemblea liturgica interpelli il nostro modo di
essere chiesa.
Si tratta di acconsentire che la struttura e la
dinamica che costituiscono l’assemblea liturgica
diventino la struttura e la dinamica della vita
della chiesa.
1.
Che cos’è
cos’è l’assemblea liturgica?
Il concetto cristiano di Chiesa (dal
greco εκκλησια ekklesia) è derivato
dall'uso che se ne ha nel Nuovo
Testamento.
Il termine greco εκκλησια significa
letteralmente convocazione. Era un
termine governativo e politico, usato
per
denotare
una
convocazione
cittadina, un raduno, un consiglio
dall'obiettivo comune.
1.
Che cos’è
cos’è l’assemblea liturgica?
L’assemblea del Sinai
1.
• La parola ebraica “qahal” indica
l’assemblea del Sinai (Es. 19.24.34) e
significa espressamente
“convocazione”, “raduno”.
• Alcuni elementi di questa convocazione
si possono trovare anche nelle
convocazioni delle nostre assemblee.
1.
Che cos’è
cos’è l’assemblea liturgica?
Popolo di Dio, corpo di Cristo
• Il mistero della salvezza in Cristo è di fatto la
costituzione d'un nuovo Popolo di Dio , una
riunione nell'unità dei figli di Dio dispersi (Gv
11,52), un'assemblea: la Chiesa (Mt 16,18-20).
• Il mistero della salvezza in Cristo è di fatto la
costituzione d'un nuovo Popolo di Dio , una
riunione nell'unità dei figli di Dio dispersi (Gv
11,52), un'assemblea: la Chiesa (Mt 16,18-20).
1.
Che cos’è
cos’è l’assemblea liturgica?
L’assemblea del Sinai
•
È Dio che prende l’iniziativa: ha il potere di
decidere che quel popolo sarà “sua proprietà
tra tutti i popoli, un regno di sacerdoti e una
nazione santa” (Es. 19, 5-6). È ancora nel
nome di Dio che Mosè convoca il popolo.
•
Attraverso Mosè Dio parla e propone una
alleanza. “Tutto il popolo rispose insieme e
disse: Quanto il Signore ha detto, noi lo
faremo” (Es. 19,8).
•
L’alleanza è suggellata con un sacrificio:
“Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha
concluso con voi sulla base di tutte queste
parole” (Es. 24,8).
Che cos’è
cos’è l’assemblea liturgica?
Popolo di Dio, corpo di Cristo
• l'assemblea liturgica è la manifestazione più
espressiva, una vera 'epifania' della Chiesa: essa
la mostra e la rivela . Essa ne è talmente il segno
che lo stesso termine, in S. Paolo, designa l'una
e l'altra; negli Atti, la Chiesa dei primi giorni
appare come una riunione di preghiera quasi
permanente.
• I Padri dicono dell'assemblea liturgica
particolare ciò che è proprio di tutta la Chiesa:
essa è il Corpo di Cristo, al punto che non venire
all'assemblea è diminuire il Corpo di Cristo.
• I cristiani sono invitati a riunirsi “come un solo
Tempio di Dio”. La voce dell'assemblea è la voce
della Chiesa, sposa di Cristo.
1.
Che cos’è
cos’è l’assemblea liturgica?
Popolo di Dio, corpo di Cristo
• “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome,
io sono in mezzo a loro”. Queste parole di
Gesù in Mt 18,20, i Padri, specialmente san
Giovanni Crisostomo, le applicano
all'assemblea liturgica per affermare che
essa comporta una presenza del Signore.
• La presenza di Cristo è legata al segno della
riunione dei battezzati in uno stesso luogo
per pregare.
2.
L’Assemblea soggetto della celebrazione.
La partecipazione attiva
«La principale manifestazione della
chiesa si ha nella partecipazione
piena e attiva di tutto il popolo di Dio
alle medesime celebrazioni
liturgiche».
(Sacrosanctum Concilium, n. 24)
1.
Che cos’è
cos’è l’assemblea liturgica?
Popolo di Dio, corpo di Cristo
• L'assemblea è l'immagine anticipata della
Chiesa del cielo, colta nell'oscurità della
fede.
• Ecco perché S. Giovanni, nelle visioni
dell'Apocalisse, descrive il cielo come
un'assemblea liturgica. vi vede la stessa
assemblea del popolo di Dio; vi ode le
stesse acclamazioni, gli stessi cantici (il
cantico di Mosé in particolare).
1. La partecipazione attiva
Il termine participatio-partecipazione
non è nuovo nel
linguaggio liturgico. Nelle antiche orazioni dei Sacramentari
indica
l’aver preso parte ai misteri celebrati,
condivisione dell’uomo alla natura divina di Cristo
e di Cristo alla natura umana
partecipi della stessa sorte gloriosa del santo martire
Nella liturgia
antica
Onnipotente e misericordioso Dio, che ci
rendi e partecipi e ministri dei tuoi
sacramenti, fa’ che maturiamo in essi
attraverso una fedele unità e un degno
servizio (Ve n. 392).
1. La partecipazione attiva
1. La partecipazione attiva
La madre chiesa desidera ardentemente che tutti i fedeli vengano guidati a
quella piena, consapevole e attiva partecipazione delle celebrazioni
liturgiche, che è richiesta dalla natura della stessa liturgia e alla quale il
popolo cristiano, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che
Dio si è acquistato» (1Pt 2,9; cf. 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del
battesimo.
A tale piena e attiva partecipazione di tutto il popolo va dedicata una
specialissima cura nella riforma e nell’incremento della liturgia: essa infatti è
la prima e per di più necessaria sorgente dalla quale i fedeli possano
attingere uno spirito veramente cristiano; e perciò i pastori d’anime, in tutta
la loro attività pastorale, devono cercare di ottenerla attraverso un’adeguata
formazione.
(SC 14)
Il Vaticano II (1962-1965)
il principio: la piena consapevole partecipazione
la sorgente «ontologica»: il sacerdozio battesimale
il luogo nativo di esercizio: la natura stessa della liturgia
le conseguenze pastorali:
il diritto – dovere dei fedeli di
partecipare alla liturgia
la necessaria formazione liturgica
di tutte le componenti del popolo di Dio.
Il Vaticano II (1962-1965)
B. AL SERVIZIO DELL’ASSEMBLEA
I ministeri liturgici
1. La partecipazione attiva
La
a.
b.
partecipazione attiva è parte
costitutiva di ogni azione liturgica
integrante
e
partecipare attivamente
PRENDERE PARTE AI SANTI MISTERI
CELEBRATI “RITUALMENTE” (linguaggi simbolici)
QUINDI VANNO
CONCRETE
d.
DA UNA VARIETA’ DI COMPETENTI DIVERSI (ministri)
e.
LA PARTECIPAZIONE ATTIVA È L’OGGETTO PROPRIO DELLA
PASTORALE LITURGICA
(1962-1965)
IN
“AZIONI”
DI
per far partecipare attivamente
c.
Il Vaticano II
TRADOTTI
Sentirsi parte integrante dell’assemblea
PERSONE
Partecipazione
piena,
attiva,
comunitaria, fruttuosa
2. A servizio dell’
dell’assemblea: I MINISTRI
2. A servizio dell’
dell’assemblea
La diversità dei ministeri
I cristiani col battesimo sono partecipi della missione di Cristo
•
Il ministero crea il rapporto: uno – tutti – alcuni
Ministero è gia in uso nel NT, ma non indica qualunque servizio
reso. Riguarda:
•
•
l’annuncio della Parola
il servizio dei fratelli
la dimensione liturgica della vita della chiesa.
2. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri della Parola
I Fedeli
Il Diacono
Anch’essi hanno ruoli specifici nelle
azioni liturgiche,
ma qui approfondiamo il ruolo dei
ministeri laicali
vescovo,
presbiteri,
diaconi
ministri laici istituiti
ministri laici di fatto
2. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri della Parola
Colui che presiede
ministri ordinati:
Ministero indispensabile istituito o di
fatto
Preparato
Spiritualità biblica e liturgica
Esperto nell’arte del leggere
Il lettore
2. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri della Parola
Il lettore istituito, e di riflesso quello di fatto, ha
un ruolo ben definito e non secondario (OLM 51-53;
OGMR 194-198).
Le sue competenze specifiche sono: proclamare
la lettura profetica e apostolica (letture non
evangeliche);
2. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri della Parola
Le sue competenze pastorali derivate dal ruolo
liturgico sono:
educare nella fede e nella conoscenza della
Scrittura fanciulli e adulti (catechista);
preparare i fratelli a ricevere i sacramenti;
l’annuncio missionario della Parola;
educare i lettori occasionali
il luogo del suo ministero è l’ambone;
suo libro proprio è il Lezionario.
CEI, I ministeri nella chiesa, Roma 1973, n. 7
Il lettore
2. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri della Parola
Canta il salmo responsoriale
Può intonare il canto al Vangelo
Spiritualità biblica e liturgica
Esperto nell’arte del salmodiare
Il lettore
2. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri della Parola
Il Salmista
Propone opportune
monizioni e
spiegazioni
Chiare, sobrie,
preparate
Riviste dal presidente
Da un luogo adatto
Il commentatore
3. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri dell’
dell’altare
3. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri dell’
dell’altare
L’ accolito istituito, e di riflesso quello di fatto, ha
un ruolo ben definito e non secondario (OGMR 187-193).
Le sue competenze pastorali derivate dal ruolo
liturgico sono:
Le sue competenze specifiche sono: il servizio
all’azione liturgia (ceri, croce, incenso, libro,
ricevere i doni, servire il presidente all’altare)
Diventare animatore di unione fraterna e
promotore di culto a Dio in Spirito e verità
il luogo del suo ministero è l’altare;
educare alla preghiera e alla conoscenza della
Liturgia fanciulli e adulti (catechesi liturgica);
CEI, I ministeri nella chiesa, Roma 1973, nn. 2d. 8
L’accolito
L’accolito
3. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri dell’
dell’altare
Le sue competenze pastorali derivate dal ruolo
liturgico sono:
Visitare i malati per servire il Corpo di Cristo non
solo all’altare, “strumento dell’amore di Cristo e
della Chiesa nei loro confronti”;
educare chi fa servizio nelle azioni liturgiche
CEI, I ministeri nella chiesa, Roma 1973, nn. 2d. 8
L’accolito
4. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri del canto
Tra i fedeli esercita un proprio ufficio liturgico
la schola cantorum o coro, il cui compito è
quello di eseguire a dovere le parti che le sono
proprie, secondo i vari generi di canto, e
promuovere la partecipazione attiva dei fedeli
nel canto.
Quello che si dice della schola cantorum, con
gli opportuni adattamenti, vale anche per gli
altri musicisti, specialmente per l'organista.
(OGMR 103)
I cantori
4. A servizio dell’
dell’assemblea: i ministri del canto
È opportuno che vi sia un
cantore o maestro di coro per
dirigere e sostenere il canto del
popolo. Anzi, mancando la
schola, è compito del cantore
guidare i diversi canti, facendo
partecipare il popolo per la
parte che gli spetta.
(OGMR 104)
5. A servizio della convocazione dell’
dell’assemblea
assemblea
Esercitano un servizio liturgico anche:
a)
Il sacrista, che prepara diligentemente i libri liturgici, le vesti
liturgiche e le altre cose che sono necessarie per la celebrazione della
Messa.
b)
Il commentatore, che, secondo l'opportunità, rivolge brevemente ai
fedeli spiegazioni ed esortazioni per introdurli nella celebrazione e
meglio disporli a comprenderla.
c)
Coloro che raccolgono le offerte in chiesa.
d)
Coloro che, in alcune regioni, accolgono i fedeli alla porta della
chiesa, li dispongono ai propri posti e ordinano i loro movimenti
processionali.
(OGMR 105)
Il cantore
5. A servizio della convocazione dell’
dell’assemblea
È bene che, almeno nelle chiese cattedrali e
nelle chiese maggiori, vi sia un ministro
competente o maestro delle celebrazioni
liturgiche, incaricato di predisporre con cura i
sacri riti, e di preparare i ministri sacri e i fedeli
laici a compierli con decoro, ordine e
devozione.
OGMR 106)
Il cerimoniere
Il sacrista e altri
6. A servizio dell’
dell’assemblea oltre l’
l’assemblea
Le loro competenze pastorali derivano dal ruolo
dell’accolito, in assenza dei ministri ordinati:
distribuiscono la Comunione ai fedeli
nella Messa;
portano l’eucaristia ai malati e agli assenti,
prolungando così il segno dell’assemblea
oltre la celebrazione liturgica
I ministri straordinari della
Comunione
5. A servizio dell’
dell’assemblea oltre l’
l’assemblea
Nel Corpo di Cristo che è la Chiesa, se un membro soffre, soffrono con
lui tutti gli altri membri (1 Cor 12, 26)19. Perciò la misericordia verso gli
infermi e le cosiddette opere caritative e di mutuo aiuto, destinate ad
alleviare ogni umano bisogno, sono tenute dalla Chiesa in grande
onore.
… È quindi ottima cosa che tutti i battezzati partecipino a questo mutuo
servizio di carità …
In questo servizio di carità, prestato a sollievo dei malati, hanno un
compito tutto particolare i familiari dei malati stessi e coloro che in
qualsiasi modo sono addetti alla loro cura
6. A servizio della costruzione dell’
dell’assemblea
Nuove ministerialità per l’accompagnamento
Garanti
alla fede:
Catechisti
Padrini
[I Genitori]
Nei riti di iniziazione svolgono un vero e proprio ministero liturgico;
Nel catecumenato sono i formatori alla fede con la Scrittura e la
Liturgia.
I ministri della “consolazione”
6. A servizio della costruzione dell’
dell’assemblea
I catechisti hanno un compito molto importante per il
progresso dei catecumeni e la crescita della comunità;
abbiano perciò parte attiva nei riti, tutte le volte che sarà
possibile. Insegnando, abbiano cura a che il loro
insegnamento sia permeato di spirito evangelico, in linea con
il simbolismo liturgico e con il corso dell'anno, adattato ai
catecumeni e per quanto possibile arricchito delle tradizioni
locali. Inoltre, per delega del vescovo, possono compiere gli
esorcismi minori e le benedizioni.
RICA n. 48
I ministri dell’iniziazione
Concludendo 1
Qualche suggerimento
1. Lasciarsi prendere dalla celebrazione.
2. Farsi carico della preghiera di tutti.
3. Mediare tra norma e creatività.
4. Elevare l'assemblea al mistero.
5. Sapere per vivere.
6. Dare anima a gesti e parole.
I ministri dell’iniziazione
Concludendo 2
Concludendo 3
Aiutata e servita dai ministri, l’assemblea corrisponde
e partecipa, cioè prende parte attivamente e
consapevolmente, a ciò che le è proposto e in questo
modo entra in rapporto con il Signore e risponde alle
sue richieste.
L’istituzione di questi ministeri suppone,
pertanto, sempre una vita di comunità molto
dinamica: una Chiesa raccolta attorno alla
parola di Dio e all’eucaristia con la costante e
viva tensione che la Parola "cresca, e si
moltiplichi il numero dei discepoli" (At 6,7)
mediante il "ministero dell’Evangelo"; e gli
uomini
dell’Evangelo
raggiunti,
possano
"offrire se stessi come sacrificio vivo, santo,
gradito a Dio" (Rm 12,1).
LUIGI DELLA TORRE, Abbecedario dei gruppi liturgici,
Queriniana, Brescia 1995, p. 15
CEI, I ministeri nella chiesa, Roma 1973, n. 12
Attraverso i vari ministeri esercitati nell’assemblea il
Signore Gesù è ancora oggi a servizio dei suoi fedeli,
così da poter dire: “Io sono in mezzo a voi come uno
che serve” (Lc 22,26).
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