Guida alla stesura degli
elaborati
Parte IV
L’analisi della bibliografia
moderna
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L’analisi dei materiali bibliografici:
Tecniche di lettura veloce
• Una ricerca nelle discipline antichistiche implica quasi
sempre la lettura di numerosi contributi: anche per i nostri
elaborati i materiali bibliografici sono piuttosto abbondanti,
in relazione al tempo a disposizione.
• Quasi mai si tratta di una lettura integrale ed analitica: è
importante apprendere tecniche di lettura veloce per
rendersi conto rapidamente se un contributo è
interessante e in quali punti è interessante.
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Aiutarsi con il Sommario e gli Indici analitici.
Leggere solo l’Introduzione e le Conclusioni.
Leggere solo la prima frase di ogni paragrafo.
Guardare i punti “forti” del testo (titoli di capitoli e paragrafi,
citazioni, Nomi propri di persona).
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La lettura analitica
• I contributi (o le parti di essi) fondamentali
per la nostra ricerca, individuati anche
attraverso la lettura veloce, devono essere
oggetto di una lettura integrale e analitica.
• Una lettura passiva o distratta è solo fatica
inutile: meglio dedicare alla faticosa lettura
analitica un tempo più limitato, ma
conservando la concentrazione.
• Le tecniche di lettura analitica hanno
profonde analogie con le tecniche di
studio.
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Tecniche di lettura analitica
• Una triplice lettura:
– Prima lettura: una lettura rapida, finalizzata a farsi
un’impressione generale del testo e a
comprenderne il senso complessivo.
– Rilettura con analisi: una lettura più lenta,
finalizzata a cogliere le unità logiche del testo, che
potranno essere evidenziate con sottolineature,
numerazioni e note a margine.
– Rilettura finale: una rapida rilettura, finalizzata a
controllare se l’analisi compiuta è corretta.
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Prendere appunti
• Quando si legge la bibliografia moderne è opportuno
prendere qualche appunto.
• Molto comodo utilizzare fotocopie, cartacee e digitali,
sottolineare e scrivere note a margine, ma la fotocopia
può creare l’illusione di aver assimilato quel dato
contributo anche se lo si è letto piuttosto distrattamente.
• Anche gli appunti relativi ai diversi contributi che si sono
presi in esame possono essere organizzati in un archivio.
• In testa agli appunti relativi ad ogni singolo contributo
vanno accuratamente riportati tutti i dati necessari ad una
corretta citazione (da raffrontare con quelli presenti nel
proprio archivio bibliografico).
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Quale forma dare agli
appunti?
•
Gli appunti possono in genere
assumere le tre seguenti forme, di
crescente lunghezza e complessità:
1. Schema argomentativo
2. Sintesi
3. Parafrasi
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Lo schema argomentativo
• La forma più sintetica di appunti, che è caratteristica anche degli
appunti presi a lezione.
• Si usa in particolare per quei contributi che rimarranno sempre a
portata di mano per controlli successivi.
• Consiste nello “scheletro” del contributo, che ne individua la tesi
centrale, le argomentazioni principali intese a dimostrare la tesi
e le prove che sostengono tali argomentazioni.
• Può assumere la forma grafica di una mappa o di un elenco
puntato o numerato: in ogni caso uno schema argomentativo
non è mai discorsivo.
• Nella redazione di uno schema argomentativo si può fare largo
uso di simboli e abbreviazioni.
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La sintesi
• La forma intermedia di appunti, si usa in particolare per quei
contributi che non si potrà sempre avere a portata di mano.
• Consiste nel rielaborare il testo di partenza in forma più breve,
ma conservando tutte le informazioni più importanti (tesi centrale,
argomentazioni, prove).
• Assume una forma discorsiva, in cui ad ogni singola unità logica
del testo di partenza corrisponde un paragrafo.
• Anche nella redazione di una sintesi si può fare uso di simboli e
soprattutto di abbreviazioni.
• Inutile trascrivere alla lettera alcuni passaggi del testo di
partenza, sperando che possano darci una sintesi del contenuto.
• Sforzarsi di riassumere l’intero contenuto: rielaborare significa
comprendere.
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La parafrasi
• La forma più complessa di appunti, da
impiegare con cautela per il tempo che
richiede.
• Si usa in particolare per contributi di
particolare complessità o in lingua straniera,
soprattutto quando non li si potrà sempre
avere a portata di mano.
• Consiste nel rielaborare il testo di partenza,
producendo un testo di lunghezza più o meno
analoga, ma semplificando la sintassi e il
linguaggio.
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Cosa includere negli appunti?
• Nel prendere appunti si potranno anche riportare
citazioni letterali di passi particolarmente significativi,
ponendole tra virgolette e badando a ricopiarle
accuratamente e a segnare la pagina dalla quale le si
è tratte.
• Soprattutto si ricorrerà alla parafrasi o alla sintesi del
contenuto dei contributi presi in esame.
• Sarà opportuno annotare i propri dubbi e le proprie
osservazioni, distinguendole con qualche espediente
grafico dal riassunto e dalla parafrasi del contributo.
Alcune di queste note personali potranno rivelarsi
preziose per dare impulso ad una ricerca originale.
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Rileggere gli appunti
• È bene, alla conclusione del lavoro di analisi
della bibliografia, rileggere le proprie note:
– Talvolta la memoria può fare difetto e solo una
rilettura finale e complessiva consente di cogliere
connessioni (o contraddizioni) che in un primo
momento possono essere sfuggite.
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