“La gestione dello stress
in ambito lavorativo”
6 Marzo 2013
Dott.ssa Michela Colosio
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Piano di lavoro
Obiettivo:
• Diffondere una maggiore consapevolezza sui
temi che riguardano il proprio ruolo, le
competenze richieste, il rapporto con i diversi
interlocutori e i possibili rischi da stress.
• Sviluppare i comportamenti organizzativi
necessari per una migliore gestione dello stress.
Argomenti:
• Il proprio ruolo e le competenze richieste
• I possibili rischi: lo stress
• Alcuni suggerimenti
L’esposizione di strumenti e modelli teorici di riferimento si alternerà a
momenti di confronto fra i diversi attori coinvolti
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Il patrimonio di un’organizzazione
Tecnologia/
organizzazione
Risorse
finanziarie
Risorse
Umane
Le “Risorse Umane” sono uno dei fattori
che costituiscono il patrimonio di un’organizzazione
Conoscere i diversi fattori è il punto di partenza
per la definizione di strategie efficaci
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Qualità Risorsa Umana
Qualità
Risorsa Umana
Competenze richieste
dal ruolo
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Competenze possedute
dall’individuo
È importante quindi che la risorsa sappia gestire il ruolo
nella sua complessità
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Il ruolo
Status
Posizione
Mansione
Settore
Livello
Posto
Incarico
Funzione
Nomina
Inquadramento
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Il ruolo
In generale, il ruolo può essere definito
come l’insieme strutturato di aspettative
e comportamenti attesi riguardanti un
individuo che occupa una determinata
posizione in una rete di relazioni sociali.
In ambito lavorativo è una “spazio di
attività” affidato ad una persona che
occupa una determinata posizione
all’interno di un sistema.
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Il ruolo
Area discrezionale
espressione della modalità individuale di interpretare e agire il ruolo
Area prescritta
i comportamenti richiesti per il
ruolo che si ricopre
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Il ruolo
le aspettative rivolte ad un ruolo sono differenti in relazione
all’attore sociale che concretamente le rivolge.
Giovani
………………………
……………….
Insegnanti
Ruolo
Bibliotecario
Sindaci/Assessori
Responsabili
Colleghi
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Il ruolo
Le aspettative dei diversi attori possono:
Essere ambigue
Essere incompatibili tra loro
Modificarsi nel corso del tempo
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Il ruolo
Ricoprire al meglio un ruolo
non significa solo svolgere correttamente dei compiti,
significa interpretare quotidianamente le attese dei
diversi interlocutori e dell’ambiente e rapportarsi
consapevolmente con la loro complessità.
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La competenza
conoscenze
• Area intellettuale
• Area gestionale
• Area relazionale
capacità
Esperienze
finalizzate
motivazione
comportamento
competenza
contesto
Prestazione
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Le capacità da possedere
Flessibilità di pensiero
Visione d’insieme
Organizzazione
Abilità relazionale
Intelligenza sociale
Negoziazione
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Le capacità da possedere
Area intellettuale
Flessibilità di pensiero: approcciarsi ai problemi senza essere
condizionati da schemi o da chiusura preconcetta, integrando i
dati che provengono dall’esterno ampliando così il campo
d’indagine.
Visione d’insieme: considerare i diversi aspetti della situazione
che si affronta in modo integrato, tenendo sotto controllo il
maggior numero di variabili possibile.
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Le capacità da possedere
Area gestionale
Organizzazione: impostare in modo funzionale ed efficiente le
attività avendo ben chiaro l’obiettivo da raggiungere, cogliendo
le priorità, individuando le risorse disponibili e prevedendo
eventuali ostacoli.
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Le capacità da possedere
Area relazionale
Abilità relazionale: sapersi muovere risultando efficace nei
diversi contesti, comunicando in modo chiaro il proprio
pensiero, stando attenti ai feed-back dell’interlocutore e
dell’ambiente.
Intelligenza sociale: saper “leggere”, comprendere e prevedere
il contesto di riferimento oltre alle motivazioni, le aspettative e
i comportamenti dei diversi interlocutori, utilizzando tale
comprensione per instaurare e mantenere rapporti efficaci.
Negoziazione: porsi come un interlocutore autorevole e
credibile, ascoltando le motivazioni dell’altro e superando le
possibili obiezioni facendo passare il proprio punto di vista.
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Autovalutazione
“chi conosce gli altri è sapiente,
ma chi conosce se stesso è saggio”
Tao, 33
L’autovalutazione è un’occasione per aumentare il grado di
consapevolezza delle nostre risorse.
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I possibili rischi
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Lo stress: definizione
STRESS
Nasce in ambito metallurgico, indica la tensione a cui è
sottoposto un metallo
In Psicologia lo STRESS è una risposta di difesa a determinati
stimoli diversi e considerati pericolosi
GLI STRESSOR
(sollecitazioni ambientali, psichiche e relazionali)
Lo stress non consiste quindi nel subire passivamente certe
situazioni, ma in una reazione personale verso determinati
eventi valutati negativamente e considerati pericolosi.
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Lo stress: definizione
Lo stress è quindi l’insieme delle risposte adattative
che mettiamo in atto
per rispondere alle diverse sollecitazioni ambientali (stressor)
Lo stress non ha quindi di per sé un valore negativo, anzi,
viene considerato in modo adattivo,
in quanto permette all’organismo,
posto di fronte a stimoli stressanti (stressor),
di mettere in atto risposte che tendono a ristabilire l’equilibrio.
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Lo stress: definizione
Ogni STRESSOR
predispone il corpo al meccanismo di
attacco o fuga
con la conseguente possibilità di fronteggiare le condizioni,
ambientali o interne all’organismo, da cui origina lo stress.
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Lo stress
Ogni stressor
percepito coscientemente o meno
causa reazioni regolative
neurologiche, locomotorie, ormonali
e immunologiche.
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Lo stress
Stressor
risposta di attacco o fuga
reazioni regolative
fronteggiamento della situazione
adattamento all’ambiente
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La nostra Reazione
Davanti ad un pericolo (stressor) il nostro organismo risponde
automaticamente:
Aumento del ritmo cardiaco
Aumento della frequenza respiratoria
Si irrigidiscono i muscoli
Aumenta la coagulazione e la vasocostrizione periferica
Aumenta la sudorazione
Si blocca la digestione
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La nostra Reazione
Lo stress è quindi una reazione sana del nostro organismo e
indica che stiamo affrontando una situazione di emergenza.
Sia di fronte ad un vero pericolo fisico sia davanti ad un
pericolo immaginato/temuto, mente e corpo mettono in atto
una serie di meccanismi fisiologici atti a garantire un’efficace
risposta di adattamento.
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Stress pericoloso
Ma allora quando lo
stress diventa
pericoloso?
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Stress pericoloso
Si parla di stress pericoloso quando le richieste esterne
(ambientali e non) superano le nostre risorse percepite.
richieste esterne
nostre risorse percepite
A quel punto lo stress diventa uno stato di tensione continua e
sgradevole causata da un compito o da una richiesta a cui non
sappiamo se siamo effettivamente in grado di rispondere.
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Sindrome generale di Adattamento
La risposta che l'organismo mette in atto
quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipi di stressor,
quali stimoli ambientali (ad es. caldo/freddo, rumore),
psichici (ad es. noia, paura, divergenza d’opinioni),
socio-relazionali (ad es. senso di respinta, senso di dipendenza)
è detta "Sindrome Generale di Adattamento” (Selye)
si compone di tre fasi distinte:
Allarme
Resistenza
Esaurimento
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Sindrome generale di Adattamento
Allarme
Resistenza
L'organismo risponde agli stressor mettendo in atto
meccanismi di fronteggiamento sia fisici sia mentali.
Esempi sono costituiti dall'aumento del battito cardiaco,
pressione sanguigna, tono muscolare, diminuzione delle
secrezione salivare, etc.).
L'organismo tenta di adattarsi alla situazione e gli indici
fisiologici tendono a normalizzarsi anche se lo sforzo per
raggiungere l'equilibrio è intenso.
Se la condizione stressante continua, oppure risulta
troppo intensa, il soggetto può venire sopraffatto non
Esaurimento riesce più a difendersi, la naturale capacità di adattarsi
viene a mancare .e possono prodursi effetti sfavorevoli
permanenti a carico della struttura psichica e/o
somatica.
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Reazione soggettiva
La reazione dello stress è mediata dalla
nostra soggettività
Persone esposte agli stessi eventi stressanti
rispondono ad essi differentemente
e non tutti sviluppano quindi sintomi da stress
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Reazione soggettiva
Da cosa sono
determinate queste
differenze?
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Reazione soggettiva
lo stress non è solo qualcosa che
sta là fuori, nell’ambiente,
ma è il risultato di
un processo di valutazione
dell’individuo.
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Elaborazione cognitiva
Negli esseri umani la risposta allo stressor
è influenzata
dalle funzioni cognitive.
Gli stressor,
subiscono infatti sempre un'elaborazione di tipo cognitivo,
dalla quale dipende in gran parte la reazione della persona.
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L’elaborazione cognitiva
Neutro
Stimoli
Valutazione
cognitiva
Minaccia
Personalità
Esperienza
passata
Pensieri
automatici
RISPOSTA
ATTACCO O
FUGA
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Fattori essenziali
Lo stress dipende da come giudichiamo
ed interpretiamo l’evento.
Fattori essenziali nell’insorgere dello
stress:
1) la valutazione
2) le abilità di coping
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Fattori essenziali
VALUTAZIONE
SOGGETTIVA
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La valutazione degli eventi
Valutiamo se la situazione che dobbiamo
affrontare rappresenta per noi
irrilevante
neutro
minaccia
sfida fuga
attacco
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La valutazione degli eventi
Valutiamo se abbiamo le risorse/i mezzi
per affrontare la situazione
Ci chiediamo: “sono in grado di affrontarla?”… “posso farcela?”
In questa valutazione entra in gioco il grado di conoscenza e di
fiducia che abbiamo nelle nostre capacità per affrontare la
situazione.
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Il coping: definizione
“l’insieme dei tentativi per controllare gli eventi ritenuti difficili
o superiori alle nostre risorse” (Lazarus)
La nostra capacità di far fronte alle situazioni problematiche
attraverso efficaci strategie
Questi tentativi dipendono da:
Esperienze già avute in situazioni analoghe
Convinzioni riguardanti noi stessi e l’ambito in cui viviamo
Disponibilità di risorse personali ed ambientali
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Due tipi di coping
1) coping centrato sul problema:
l’individuo agisce sul problema trovando soluzioni
efficaci
2) coping centrato sull’emozione:
l’individuo si sforza di ridurre le reazioni emozionali
negative dello stress
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Chi decide lo stress?
Vivere una situazione come più o meno stressante dipende da
diversi fattori psicologici
Siamo noi infatti che con il nostro modo di vivere gli eventi li
rendiamo più o meno stressori e che con il coping li
affrontiamo in modo positivo o negativo.
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Distress e Eustress
Lo stress permette
l’ adattamento all’ambiente circostante.
Nella sua accezione più ampia dunque lo stress non ha valenza
negativa.
La assume però nel momento in cui esistono le condizioni di
preallarme ma non la possibilità di fuggire o lottare, come nel
caso di esperienze di vita a cui non si può porre rimedio, es:
lutti, malattie, attività professionali pressanti, situazioni socioeconomiche disagiate e così via.
In questi caso si parla di DISTRESS, (Dis: Cattivo, morboso).
Provoca scompensi emotivi e fisici difficilmente risolvibili.
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Distress e Eustress
Quando invece l’individuo può efficacemente reagire
modificando a proprio favore le condizioni esterne si parla di
EUSTRESS (Eu: buono, bello).
Lo stress buono, è quello indispensabile alla vita,
che si manifesta sotto forma di stimolazioni ambientali
costruttive ed interessanti.
Un esempio può essere una promozione lavorativa, la quale
attribuisce maggiori responsabilità ma anche maggiori
soddisfazioni.
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Stress positivo
Dobbiamo quotidianamente convivere con lo stress, quindi
perché non utilizzarlo a nostro vantaggio?
Quando lo stress è positivo?
Prestazione
Maggiore
efficacia
Liv. di stress
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Rimedi contro il distress
Possiamo trovare strategie per
affrontare le situazioni in modo
adattivo ed efficace
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I sintomi principali
Tra i sintomi più frequenti dello stress ricordiamo:
Frequente sensazione di stanchezza generale
Accelerazione del battito cardiaco
Difficoltà di concentrazione
Attacchi di ansia
Disturbi del sonno
Dolori muscolari
Ulcera dello stomaco
Facilità ad ammalarsi
Irritabilità
Abbassamento delle difese immunitarie
Etc…
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Interventi sugli stressori
Identificare quali sono gli stressori
nella nostra vita,
cercare di eliminarli, ridurli o
modificarli.
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Comportamenti a rischio
Alcune ricerche (Friedman e Rosenman, 1959) hanno esaminato il
rapporto tra la personalità e la tolleranza allo stress; in particolare è
stato possibile suddividere i comportamenti umani in due gruppi,
definiti Tipo A e Tipo B.
Gli individui appartenenti al Tipo A (più esposti allo stress),
presentano una maggiore probabilità di soffrire di qualche disturbo
fisico/psichico dovuto alla pressione di eventi stressanti. Essi sono, per
esempio, molto vulnerabili nei confronti delle malattie cardiovascolari
(infarto, ictus, ipertensione etc.).
Coloro che appartengono al Tipo B invece, (più capaci di fronteggiare
situazioni potenzialmente stressanti), di conseguenza meno esposti al
rischio di ammalarsi.
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Comportamento di tipo A e B (1/2)
A
• Competitività spinta e diffusa a
tutti gli aspetti della vita.
Tendenza alla sfida e alla lotta
• Aggressività (spesso repressa)
presente costantemente in tutte
le interazioni personali e sociali
• Impazienza, insofferenza per i
diversi ritmi altrui
• Tensione muscolare, difficoltà al
rilassamento, ipervigilanza
• Alimentazione irregolare ed
eccessiva
B
• Competitività selettiva e
proporzionata all’importanza
degli obiettivi da raggiungere
• Aggressività "fisica" indotta da
stimoli adeguatamente frustranti
aggressività di base ridotta
• Capacità di adeguarsi e di
tollerare la diversità degli altri ed
i loro differenti ritmi
• Rilassamento muscolare, discorso
tranquillo, facilità di rilassamento
• Alimentazione controllata
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Comportamento di tipo A e B (2/2)
A
• Tendenza a voler fare e ottenere
un illimitato numero di cose in
un limitato periodo di tempo
• Necessità di avere sempre il
controllo totale nelle situazioni
• Spinta all'acquisizione di
oggetti, beni, in generale al
consumo
• Fumo, alcool, attività orali
ripetitive
• Poca attività fisica
• Pochi interessi oltre al lavoro
B
• Tendenza a proporzionare le
cose da fare e da ottenere in
rapporto al tempo disponibile
• Ridotta importanza dell'avere
costantemente il controllo in
tutte le situazioni
• Relativa indifferenza al consumo
e all'acquisizione di cose inutili
• Fumo e alcool molto limitati
• Attività fisica
• Interessi alternativi al lavoro
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Tipo A e B
Le persone che posseggono le caratteristiche del Tipo A
sono anche quelle che risentono in misura maggiore
dello stress, anche in ambito lavorativo.
Infatti le pressioni lavorative, le scadenze, il sovraccarico, le
difficoltà con i colleghi, le richieste lavorative a cui è difficile
rispondere, possono incidere profondamente sui modi con cui
una persona percepisce e considera il proprio lavoro.
Sentirsi sotto grave tensione costituisce un esito negativo,
mentre sentirsi sfidati e in grado di rispondere a tali sfide
rappresenta un risultato positivo.
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Stress sul lavoro
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Stress sul lavoro
Da sempre l’ambiente di lavoro è un vero e proprio centro di
produzione di stress, per svariati motivi.
Tra i principali fattori stressogeni in ambito lavorativo troviamo:
• Un ambiente di lavoro inadeguato:
l’ambiente di lavoro è molto importante, lavorare con attrezzature
inadeguate o in un ambiente sgradevole e inadatto (scarsa
illuminazione, cattiva areazione, rumore eccessivo, etc…) può
incidere negativamente sul proprio lavoro.
• La monotonia delle attività svolte:
Le attività sono sempre le stesse e sono eseguite in modo meccanico
e senza partecipazione.
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Stress sul lavoro
• Incertezza nella definizione dei ruoli e nelle istruzioni ricevute:
quando molte persone si ritrovano regolarmente insieme, è possibile
che si verifichi uno stato di tensione. Le differenti personalità
possono entrare in conflitto e può verificarsi un’incertezza nella
definizione chiara dei diversi ruoli, influenzando così negativamente
l’efficienza del gruppo stesso o generando confusione nelle istruzioni
ricevute.
Possono nascere rivalità che portano a contrasti che non hanno nulla
a che fare con il lavoro da svolgere. Un generale dissenso nei
confronti di obiettivi e procedure, può compromettere il buon
completamento di un incarico o di un progetto.
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Stress sul lavoro
• La quantità di lavoro assegnata è eccessiva o insufficiente:
sebbene scadenze o termini da rispettare facciano parte del lavoro,
per cui un progetto deve essere completato entro una data
prestabilita, non sempre questo avviene in modo semplice e
naturale.
A volte le scadenze sono stabilite da persone non direttamente
coinvolte nel progetto e quindi si rivelano irragionevolmente serrate
o addirittura impossibili da rispettare. Il risultato è che si finisce per
essere frustrati o arrabbiati.
Viceversa, anche quando la quantità di lavoro assegnata è scarsa e di
conseguenza gran parte del tempo impiegato al lavoro trascorre nella
noia e nell’improduttività, si può facilmente cadere nella trappola
dello stress.
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Stress sul lavoro
• Un management insensibile:
la maggior parte delle persone lavora alle
dipendenze di un superiore, il quale spesso anziché
essere dotato di leadership, non è in grado di
comunicare, di motivare e sostenere i propri
collaboratori, scadendo invece in critiche poco
costruttive, in eccessi di aggressività, atteggiamenti
direttivi poco funzionali e corretti.
• Inadeguatezza sul piano del ruolo ricoperto:
chi riveste un ruolo di responsabilità, spesso è stato investito di tale
ruolo per le proprie competenze professionali, pur essendo privo di
quelle doti di buon leader che gli consentirebbero di essere un buon
capo. Questo senso di inadeguatezza sul piano della qualifica può
generare molto stress.
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Stress sul lavoro
• Rapporti difficili con i colleghi:
chiunque abbia lavorato con persone “difficili” sa quanto può essere
faticoso. La rabbia e il risentimento tra colleghi possono inasprirsi
fino al punto di provocare grave stress e alla fine persino malattie.
• L'insufficienza o la mancanza di un riconoscimento o di una
ricompensa per una buona prestazione.
• L'assenza di discrezionalità e di controllo:
quando non è possibile controllare in modo diretto i propri compiti e
viene a mancare la possibilità di poterli svolgere nella maniera che si
desidera.
• La presenza di eccessive responsabilità.
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Stress sul lavoro
• L'insoddisfazione, la mancanza di realizzazione personale:
quando manca, per esempio, la certezza di un lavoro stabile o la
possibilità di avanzamento professionale. Oppure non è possibile
esprimere il proprio talento e le proprie capacità.
• L'essere oggetto di pregiudizi, minacce, vessazioni:
queste situazioni portano a ciò che viene definito "mobbing".
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Abilità di fronteggiamento
Se ci sentiamo stressati e non sono in
vista dei cambiamenti organizzativi nel
posto in cui lavoriamo possiamo
comunque fare qualcosa per stare
meglio.
E’ necessario riconoscere i primi segnali d’allarme e identificare
le strategie utili per gestire lo stress.
Ognuno di noi reagisce in modo diverso allo stress percepito,
ciascuno ha strategie diverse per vincerlo.
Se riusciamo a identificare le strategie che ci hanno aiutato in
passato possiamo utilizzarle anche per far fronte allo stress
percepito nel presente.
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Abilità di fronteggiamento
Ecco alcuni suggerimenti:
A) Acquisiamo consapevolezza di cosa ci sta realmente stressando
Cerchiamo di identificare le fonti di stress, anche elencandole
materialmente su un foglio. Quale aspetto della nostra vita
lavorativa ci crea maggior sofferenza o tensione? Ci preoccupa di
più? È su questo o questi aspetti che è urgente intervenire.
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Abilità di fronteggiamento
B) Modifichiamo la valutazione cognitiva dell’ambiente
Prima di tutto riconosciamo la differenza tra le cose che possiamo
controllare e quelle che non possiamo controllare. Chiediamoci
come stiamo vivendo la situazione, se esistono modi alternativi di
affrontarla. Se riteniamo la nostra realtà lavorativa immodificabile,
cerchiamo di dare minore importanza agli eventi che ci accadono
quotidianamente. Se il nostro capo ci bistratta perché ha un brutto
carattere, non prendiamola come qualcosa di personale e
soprattutto evitiamo di cadere nel circolo vizioso delle ripicche e dei
dispetti (magari sotto forma di “dimenticanze” o di ritardi nella
consegna del lavoro). Cerchiamo di mantenere comunque un
atteggiamento professionale e distaccato.
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Abilità di fronteggiamento
C) Pianifichiamo le attività
È fondamentale iniziare ogni giornata pianificandola nei dettagli in
modo tale da ottimizzare le proprie risorse.
Spinti dalla preoccupazione di non riuscire a portare a termine il
lavoro, spesso tendiamo ad accelerare i tempi e a darci da fare tutto
il giorno senza sosta. Agire così, spinti dall’agitazione e senza essersi
dati prima delle priorità e un’organizzazione, porta a perdere tempo
e disperdere energie, anziché produrre maggiormente, come si
intenderebbe fare.
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Abilità di fronteggiamento
Può essere utile:
• Scrivete ogni cosa che deve essere fatta
• Evidenziate le questioni più urgenti
• Stralciate dalla “lista urgenti” le questioni che non avete voglia
di affrontare, risolvete quelle per prime, per non pensarci più!
• Preparatevi a cancellare o posticipare le questioni non
importanti se alla fine della giornata non vi resta tempo
sufficiente per affrontarle.
• Stabilite un orario limite entro il quale lavorare e non
superatelo.
• Chiedete aiuto o delegate
• Abituatevi a terminare un lavoro prima di iniziarne un altro.
Potete anche non finire tutto quanto riportato sull’elenco, ma
almeno avrete completato la maggior parte dei compiti, invece di
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averli tentati tutti senza risultato.
Abilità di fronteggiamento
D) Prendiamoci delle pause
Facciamo dei break nel corso della giornata, anche semplicemente
per fare dei respiri profondi e sentire che la nostra mente si rilassa.
Poi saremo in grado di tornare al lavoro con rinnovata energia e
lucidità.
E) Pensiamo positivo
Prendiamo nota del lavoro fatto bene e ricompensiamoci. Poniamoci
degli obiettivi a breve termine e sentiamoci soddisfatti quando li
abbiamo raggiunti. Cerchiamo di non considerare le critiche come
un attacco personale, ma come un’opportunità per crescere nel
nostro lavoro.
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Abilità di fronteggiamento
F) Impariamo a coltivare lo humor, a ridere di noi
G) Rivediamo la scala di valori
Diamo il giusto peso a ciò che esiste al di fuori del lavoro: la famiglia,
gli amici, altri interessi. Tutti ambiti in cui la situazione può essere
migliore e le soddisfazioni compensare lo stress da lavoro.
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Regole per ridurre gli stressori (1/4)
Alcune delle strategie utili possono essere le seguenti:
• Non affaticarti in cose di poco conto, fai una scelta. Tutto ciò
che è eliminabile eliminalo, ciò che non lo è diluiscilo nel
tempo
• Impara a gestire il tuo tempo (lavoro, svago, riposo). Sviluppa
altri interessi oltre al lavoro, praticare con una certa continuità
almeno un hobby, permette di distrarre la mente e ricaricare le
batterie
• Impara a programmare: mettere ordine nella vita aiuta a
rimanere ancorati alla realtà
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Regole per ridurre gli stressori (2/4)
• Separa la vita privata da quella lavorativa imponendoti di non
lavorare nei fine settimana: anche se si lavora meno, la propria
produttività professionale aumenterà man mano che si diventa
più rilassati e concentrati
• Investi tempo nelle relazioni con persone con cui ti trovi bene:
può essere utile dedicare almeno 30 minuti al giorno ai
rapporti sociali. Può trattarsi di una telefonata o andare a
trovare degli amici.
• Non concentrare troppi cambiamenti nello stesso periodo
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Regole per ridurre gli stressori (3/4)
• Fai esercizio fisico con regolarità: l’esercizio fisico costante
libera endorfine endogene, una sorta di “droga naturale” che
aiuta a prevenire sia i danni cardiovascolari che quelli muscoloscheletrici
• Controlla la dieta, non assumere troppa caffeina o teina
• Dormi a sufficienza per rigenerare le energie
• Apprendi tecniche specifiche per rilassarti
• Stai attento alle vacanze troppo dinamiche!
• Cerca di correre il meno possibile
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Regole per ridurre gli stressori (4/4)
• Smetti di preoccuparti per il futuro
la trappola consiste nella convinzione irrazionale che con
questo ragionamento si stia programmando e tenendo sotto
controllo gli eventi
In realtà ci si sta solo preoccupando e ossessionando
Può aiutare chiedersi solo: “qual è la cosa peggiore che
potrebbe capitare?” e trovare delle soluzioni.
• Smetti di preoccuparti per il passato, ormai è passato e non
puoi modificarlo, andrà meglio la prossima volta!
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Riassumendo
• Vivi il presente in modo consapevole!
Il presente è l’unico tempo che ci è dato di vivere!
• Credi nelle tue potenzialità, se non hai fiducia in te stesso chi
può averla in te?
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