Prestazioni e Qualita’ di volo
Maurizio Pizzamiglio
Prestazioni vs Qualità di volo
• Le prestazioni sono la primaria
considerazione durante la vendita di un
velivolo.Si basano su principi standard di
sicurezza come la salita,il decollo, etc.
• Le qualità di volo assicurano che il velivolo
certificato, possa essere volato senza
eccezionali skill , e sforzi.
2
Assi del velivolo
Asse di
rollio X
Asse di
beccheggio Y
Asse di
imbardata Z
3
Legge di inerzia
• La prima legge di Newton dice :
“ Un corpo a riposo tende a rimanere nelle
stesse condizioni ,così come un corpo in
movimento tende a rimanere in movimento,
se non viene disturbato da un’altra forza “
(∑F=0 ;∑M=0)
4
Legge di accelerazione
• La seconda legge di Newton dice :
“ L’accelerazione è direttamente
proporzionale alla forza, ed inversamente
proporzionale alla massa,ed ha la direzione
della forza “
(F = m a)
5
Legge di azione/reazione
• La terza legge di Newton dice che:
“ Per ogni azione, esiste una reazione uguale
ed opposta “
6
IL VELIVOLO COMPLETO
PORTANZA E RESISTENZA TOTALI
Valgono le stesse relazioni già viste per l’ala isolata:
L=1/2CLρSV2
D=1/2CDρSV2
Solo che ora la S è la superficie EQUIVALENTE a tutte quelle che concorrono a creare
portanza (non è la superficie di tutto il velivolo) e i coefficienti CL e CD sono relativi a
questa superficie. Per quanto riguarda la resistenza, si ha anche una resistenza dovuta
all’interferenza fra le varie parti del velivolo.
Resistenza
dell’ala
Resistenza
indotta
Resistenza
di profilo
Resistenza
parassita
Resistenza dovuta
all’interferenza
Resistenza
d’attrito
Resistenza di
forma (o di scia)
7
IL VELIVOLO COMPLETO
PORTANZA DEL VELIVOLO COMPLETO
In condizioni di volo livellato, cioè moto rettilineo e uniforme, la portanza deve
eguagliare il peso del velivolo, pertanto:
L=W=1/2CLρSV2
dalla quale si può ricavare il coefficiente di portanza
CL=2L/(ρSV2)= 2W/(ρSV2)
Si può quindi notare come CL dipenda da:
• forma
• configurazione (S)
• angolo d’attacco ()
8
IL VELIVOLO COMPLETO
EFFETTO DEL PESO W
Per un dato velivolo, fissate
CL
CL max
stallo

•
la velocità V
•
la quota Q (e quindi ρ)
Per sopportare un peso W maggiore devo
aumentare la portanza L, quindi il CL che
si ottiene aumentando .
EFFETTO DELLA QUOTA
Fissate
•
la velocità V
•
il peso W
Passando ad una quota maggiore, ρ diminuisce e per mantenere L costante si deve
aumentare CL, cioè si deve aumentare α.
9
IL VELIVOLO COMPLETO
RESISTENZA DEL VELIVOLO COMPLETO
La resistenza totale del velivolo è la somma della resistenza indotta e della resistenza
parassita:
Di=1/2CDiρSV2
Di=2L2/( ρSV2)
Cdi=CL2/()
L=1/2CLρSpV2
RESISTENZA INDOTTA
Sp superficie portante equivalente
Dp=1/2CDpρSrV2
RESISTENZA PARASSITA
Sr superficie resistente equivalente
RESISTENZA TOTALE
D= Di +Dp=1/2CDρSV2
10
IL VELIVOLO COMPLETO
EFFETTO DELLA VELOCITA’
Per un dato velivolo, fissati
Di
Dp
•
il peso W
•
la quota Q (e quindi ρ)
La Di varia in proporzione inversa al
quadrato della velocità. Questo perché
aumentando la velocità si può ridurre ,
con un conseguente minor spostamento
d’aria verso il basso.
VEmax
V
La resistenza parassita varia secondo
una proporzione diretta con il quadrato
della velocità.
Alle basse velocità predomina la resistenza indotta, mentre alle alte velocità
predomina la resistenza parassita
11
IL VELIVOLO COMPLETO
EFFETTO DEL PESO W
Fissate
CL
CL max
•
la velocità V
•
la quota Q (e quindi ρ)
Per n=1  L=W
stallo

C’è una proporzionalità diretta tra la
resistenza indotta Di con il quadrato di W
perché aumenta l’incidenza α.
La resistenza parassita è indipendente
dal peso.
EFFETTO DELLA QUOTA
Di varia in proporzione inversa con la quota, la Dp in proporzione diretta. Ad esempio
al livello del mare ρ=1, mentre a 40000 ft ρ=0.25: pertanto la resistenza indotta si
quadruplica, mentre quella parassita si riduce di 1/4.
12
IL VELIVOLO COMPLETO
EFFETTO DELLA CONFIGURAZIONE DEL VELIVOLO
Fissati
•
il peso W (e quindi L)
•
la quota Q (e quindi ρ)
•
la velocità V
Si deduce che ad una variazione della configurazione del velivolo, ad esempio dovuta
all’abbassamento dei flaps e del carrello, corrisponde una diminuzione della superficie
portante equivalente S e quindi la resistenza indotta aumenta. Anche la resistenza
parassita aumenta in seguito all’aumento della superficie resistente equivalente.
Da quanto detto risulta chiaro che la resistenza totale dipende dalla configurazione di volo
del velivolo.
13
IL VELIVOLO COMPLETO
EFFETTO DELL’ALLUNGAMENTO ALARE 
La resistenza indotta diminuisce con l’aumentare dell’allungamento alare.
Velivoli da bassa velocità
(alianti, velivoli da trasporto)
Velivoli da alta velocità
(velivoli da combattimento)
Elevato  per
compensare l’alta
resistenza indotta
dovuta all’alto CL
Basso CL dovuto ai
bassi angoli d’attacco
che compensa il basso
allungamento 
14
L’EFFICIENZA AERODINAMICA
E=P/R=Cp/Cr
Cr
Cp
E
Emax è l’angolo d’attacco di minima
resistenza aerodinamica totale del
velivolo.
Quest’angolo ha notevole importanza
per ottenere i valori di autonomia
massima del velivolo.

E max
st
15
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
F=0
La condizione di equilibrio alla traslazione richiede che la
sommatoria di tutte le forze F sia nulla
M=0
La condizione di equilibrio alla rotazione richiede che la sommatoria
di tutti i momenti M rispetto a qualsiasi asse, comunque orientato e
passante per qualsiasi punto, sia nulla.
16
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
VOLO RETTILINEO UNIFORME ORIZZONTALE
P portanza (lift)
P
R resistenza (drag)
W peso (weight)
T spinta (thrust)
T
R
Sotto l’azione di queste forze il velivolo deve
essere in equilibrio dinamico in ogni istante.
W
P=W=1/2CpρSV2
Nel volo rettilineo orizzontale
R=T=1/2C ρSV2
r
17
LO STALLO
Al di sopra di una certa incidenza e al di sotto di una certa velocità, il flusso di aria
che circonda un profilo alare (o anche tutto il velivolo) si stacca da esso e non si
generà più alcuna portanza: in queste condizioni si dice che si è arrivati alle
condizioni di stallo.
CL
Cp max
Vstallo =
2W
Cp max ρS
stallo 
La velocità di stallo dipende dunque dal peso e dalla quota. Si può ricavare una
formula analoga per condizioni di volo in manovra.
Vstallo =
2nW
Cp max ρ S
dove n=P/W è il fattore di carico che
tiene conto della accelerazioni subite dal
velivolo durante una manovra.
18
LO STALLO
Ad esempio, se il velivolo è in virata, con un angolo di sbandamento di 45°, il fattore di
carico è
Lcos 
=45° W=Lcos 
1
n= cos  =1.44
L

Lsen 
Cioè aumentando l’angolo di sbandamento
aumenta la velocità di stallo.
W
W/cos 
In volo livellato L= W e quindi n=1

0°
15°
30°
45°
60°
75.5°
n
1
1.035
1.154
1.414
2
4
19
LO STALLO
In fase di decollo e atterraggio, la velocità di stallo viene diminuita con l’abbassamento
dei flaps che causano un aumento di Clmax e una riduzione di stallo.
UP
flap
MNVR
UP
MNVR
slat
TAKEOFF
TAKEOFF/LANDING
LANDING
All’abbassamento dei flaps corrispondono alcuni importanti cambiamenti aerodinamici:
flap giù
CL
CL maxf
CL max
• il momento aerodinamico da nullo
diventa picchiante: si deve manovrare a
cabrare per riequilibrare l’aereo;
• aumenta la resistenza aerodinamica: si
deve dare manetta per non ridurre
troppo la velocità;
CL
• aumenta il CL: si deve ridurre
l’incidenza.
f 
stallo

20
LO STALLO
CARATTERISTICHE D’INNESCO DELLO STALLO
IN RELAZIONE ALLA FORMA DELL’ALA
Come si vede lo stallo si genera in
punti differenti a seconda della
forma geometrica dell’ala
21
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
Per il mantenimento delle condizioni di equilibrio appena viste si ottengono queste
due relazioni:
V=((2W)/(CpρS))
V=((2T)/(CrρS))
La V varia in proporzione diretta
con il peso W e inversamente
con l’incidenza  (con Cp) e con
la quota (con ρ)
La V varia direttamente con la
spinta T e inversamente con
l’incidenza  (con Cr) e con
la quota (con ρ)
Queste relazioni valgono solamente per una determinata configurazione del velivolo:
infatti abbassando i flaps ed il carrello (configurazione di atterraggio) si ha un
aumento di Cp, Cr, S e quindi si ha un abbassamento della velocità di equilibrio
22
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
SALITA
P

T
Wcos
W
Wsen
Per l’equilibrio si ha:
T=R+ Wsen
P= Wcos
L’angolo  è detto angolo di rampa e
rappresenta l’inclinazione della traiettoria del
velivolo rispetto all’asse orizzontale.
R
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
SALITA
V
Vz
P
Vx
T
W
R

T=R+ Wsen,
Moltiplichiamo tutto per la velocità V, ed otteniamo:
TV=RV+ W
senV. Ma senV,è uguale a Vz, per cui ottengo
Vz=(TV-RV)/W
24
Polare delle velocita’
Ogni vettore uscente dall’origine , come O-H,rappresenta la velocita’ necessaria Vns,
su una traiettoria inclinata γs sull’orizzontale.
O-C salita Rapida
O-D salita Ripida
25
Citius
Salita Ripida
Salita Rapida
26
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
VIRATA
Pcos 
P

Psen 
Fc
W
W/cos 
Il velivolo durante una virata, per essere
in equilibrio, la forza centrifuga Fc
deve essere bilanciata da una forza
uguale e opposta: nasce quindi un
angolo di rollio  tale che
Psen=Fc
Inoltre il peso deve essere equilibrato dalla
componente verticale della portanza
Pcos=W
Affinché la sola componente Pcos sia in grado di sopportare il peso W, la portanza P
deve aumentare mediante un incremento di angolo d’attacco 
27
LO STALLO
Se il velivolo è in virata, con un angolo di sbandamento di 45°, il fattore di carico è
P
Pcos 
=45° W=Pcos 
1
n= cos  =1.44

Psen 
Cioè aumentando l’angolo di sbandamento
aumenta la velocità di stallo.
W
W/cos 
In volo livellato P= W e quindi n=1

0°
15°
30°
45°
60°
75.5°
n
1
1.035
1.154
1.414
2
4
28
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
Planata
R
V
W
Vz

Vx
R= Wsen, P= W cos 
Moltiplichiamo tutto per la velocità V, ed otteniamo:
RV= W senV , PV=W cos V
Ma senV,è uguale a Vz, e cos V= Vx
29
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
Planata
R
V
W
Vz
Vx

:
RV= W Vz , PV= W Vx
Ricavando dalle formule Vx e Vz, e faccendo il rapporto
Otteniamo Cp/Cr=E o meglio ancora Lx /Lz, cioè
quanto spazio percorriamo perdendo in quota.
30
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
POTENZA NECESSARIA
La spinta necessaria è la spinta che determina l’equilibrio alla traslazione orizzontale.
In generale si può dire che la spinta necessaria è la spinta utile a vincere la resistenza
del velivolo durante il moto.
La potenza necessaria è data dal prodotto della spinta necessaria per la velocità
Wn= R V
31
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
POTENZA
NECESSARIA
Wn
Wn

VEmax
V
32
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
1° regime 2° regime
Wn
A
C
Wn
B
min
Vs
2°
1°
V
A= V stallo
B= max autonomia oraria
C= max autonomia kilometrica
33
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
DIPENDENZA DELLA POTENZA NECESSARIA DAL PESO
Fissate quota (ρ) e configurazione (S):
• un aumento del peso Q aumenta la potenza necessaria
• dai diagrammi si nota come al diminuire del peso per mantenere il velivolo in
condizioni di volo livellato devo diminuire la velocità
34
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
DIPENDENZA DELLA POTENZA NECESSARIA DALLA QUOTA
Pn
Wn2
Wn1
β
VEmax
V
Fissate peso (Q) e configurazione (S):
• un aumento della quota comporta una variazione tale da far traslare verso destra la
curva della potenza necessaria sempre lungo la tangente;
• l’angolo β rimane costante
•la potenza minima aumenta perché è inversamente proporzionale alla densità
35
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
POTENZA DISPONIBILE
La potenza disponibile Wd è la spinta che il motore è in grado di fornire a seconda
delle condizioni di volo.
Pertanto, mentre la curae della potenza necessaria dipende dalle caratteristiche
aerodinamiche del velivolo, la potenza disponibile dipende dalle caratteristiche del
motore
Wd
GETTO
ELICA
V
36
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
SALITA

Per l’equilibrio si ha:
T=R+Qsen
sen=(T-R)/Q=(Wd-Wn)/Q
L’angolo  è detto angolo di rampa e
rappresenta l’inclinazione della traiettoria del
velivolo rispetto all’asse orizzontale.
L’angolo di rampa dipende dall’eccesso di
potenza Wd-Wn
Wd-Wn>0 possibilità di salita
Wd-Wn=0 solo volo orizzon.
Wd-Wn<0 solo volo in discesa
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
Si definisce velocità ascensionale la componente verticale della velocità:
Va=Vsen=V(Wd-Wn)/Q
GETTO
ELICA
Wn
Wd
Vstallo VEmax
V
Vstallo VEmax
V
38
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
Si deduce che, per un determinato peso Q del velivolo, la massima velocità ascensionale
corrisponde al massimo eccesso di potenza disponibile rispetto alla potenza necessaria:
(Wd-Wn)max
Wd-Wn>0
possibilità di volo in salita
Wd-Wn=0
solo volo orizzontale
Wd-Wn<0
solo volo in discesa
39
DIPENDENZA DELL’ECCESSO DI SPINTA E DI POTENZA DALLA QUOTA
Quota
Quota
V
Va max
Va max
V
DIPENDENZA DELL’ECCESSO DI SPINTA E DI POTENZA DAL PESO
Q
Q
Va max
V
Va max
V
Citius
41
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
AUTONOMIA
Autonomia chilometrica specifica: quantifica la distanza chilometrica percorsa
dal velivolo per unità di carburante consumato.
S spazio percorso
Ak=S/Q=V/F
Q quantità di carburante consumato
V velocità
F flusso di carburante consumato
Autonomia oraria specifica: quantifica il tempo di volo del velivolo per unità di
carburante consumato.
t tempo di volo
Ao=t/Q=1/F
F
Q quantità di carburante consumato
F flusso di carburante consumato
V di max
aut. oraria
V di max aut.
chilometrica
42
V
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
VIRATA
Pcos 
P

Psen 
Fc
W
W/cos 
Il velivolo durante una virata, per essere
in equilibrio, la forza centrifuga Fc
deve essere bilanciata da una forza
uguale e opposta: nasce quindi un
angolo di rollio  tale che
Psen=Fc
Inoltre il peso deve essere equilibrato dalla
componente verticale della portanza
Pcos=W
Affinché la sola componente Pcos sia in grado di sopportare il peso W, la portanza P
deve aumentare mediante un incremento di angolo d’attacco 
43
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
FATTORE DI CARICO
Durante la virata il velivolo è soggetto a delle accelerazioni: tali accelerazioni vengono
quantificate dal fattore di carico, definito come il rapporto fra l’aumento della
portanza e e il peso
In condizioni di volo
rettilineo P=Q e n=1.
n=P/W=1/cos
Come abbiamo detto durante la virata si ha un aumento dell’angolo di attacco e della
portanza: questi incrementi causano un aumento della resistenza indotta e di
conseguenza per poter effettuare la manovra la potenza e le spinta necessaria saranno
maggiori. L’aumento di spinta e potenza necessaria per mantenere la quota è tanto più
cospicuo quanto più è bassa la velocità.
Tn
W
n
Volo in virata
Volo in virata
Volo livellato
Volo livellato
Spinta necessaria in più
Potenza necessaria in più
V
V
44
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
RAGGIO DI VIRATA
Fc=WV2/(gr)=Psen
g accelerazione di gravità
n=P/W=1/cos
r raggio di virata
P
Pcos 

Fc
Psen 
r = V2 / 10
W
W/cos 
Il raggio della traiettoria è direttamente proporzionale al quadrato della
velocità e inversamente all’angolo di sbandamento
Virate strette ad alta velocità richiedono un elevato  e quindi un elevato
fattore di carico che grava sia sulla struttura del velivolo che sul pilota.
45
Portanza
Forza aerodinamica
M
Resistenza
Incidenza
Fuoco
Centro di pressione
Aeroclub Savon
fuoco
 = 12° 9° 4° 0°
F
curva
metacentrica
Il fuoco si trova sempre al 25% della corda
alare.
Il punto di pressione ove è applicata la forza
varia la sua posizione in funzione dell’angolo
di attacco e del profilo. Generalizzando:
bassi 
4050% della corda
alti 
2728% della corda
Il momento M della forza aerodinamica
risultante, rispetto al fuoco dell’ala, è sempre
un momento picchiante.
47
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
CONCETTI DI EQUILIBRIO E STABILITA’
Il concetto di EQUILIBRIO dell’aereo in volo implica la considerazione di tutte le
forze e di tutti i momenti ad esso applicati.
F=0
La condizione di equilibrio alla traslazione richiede che la
sommatoria di tutte le forze F sia nulla
M=0
La condizione di equilibrio alla rotazione richiede che la sommatoria
di tutti i momenti M rispetto a qualsiasi asse, comunque orientato e
passante per qualsiasi punto, sia nulla.
48
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
Asse di
rollio X
Asse di
beccheggio Y
Asse di
imbardata Z
Il concetto di STABILITA’ implica che, al variare dell’assetto (per cause qualsiasi), il
velivolo ritorni per propria tendenza verso l’assetto l’iniziale.
FUOCO DEL VELIVOLO: è il punto del velivolo nel quale ha effettivamente
luogo ogni variazione di portanza.
49
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
L’EQUILIBRIO ALLA ROTAZIONE
Le forze applicate al velivolo sono:
• portanza P dell’ala
• portanza l dei piani di coda
• resistenza R
Considerate passanti
per il baricentro del
velivolo
• peso Q
• spinta motore T
A) CG anteriore al centro C di pressione dell’ala
P
CG
Q
l
X
x
P-l-Q=0
eq. traslazione
P·X-l·x=0
eq. rotazione attorno a CG
Per soddisfare le equazioni di equilibrio il
piano di coda deve essere deportante
50
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
B) CG posteriore al centro C di pressione dell’ala
P
CG
l
Q
X
x
P+l-Q=0
eq. traslazione
P·X-l·x=0
eq. rotazione attorno a CG
Per soddisfare le equazioni di equilibrio il
piano di coda deve essere portante
La posizione del baricentro varia in continuazione durante il volo a causa del consumo
di carburante o per il variare del peso del carico (in seguito a sganciamenti di serbatoi,
lancio di armi, ecc.…)
Un arretramento del baricentro durante il volo, a parità di posizione della manetta, causa
un progressivo aumento dell’incidenza ed un progressivo aumento della quota. Per
ovviare a tutto questo il pilota può agire sul trim: in questo modo l’angolo d’attacco
diminuisce e di conseguenza la velocità aumenta (per la diminuzione della resistenza):
pertanto il pilota deve anche agire sulla manetta diminuendo la spinta per mantenere
costante la velocità.
51
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
DECOLLO
Il decollo consiste nel far assumere al velivolo una velocità sufficiente al distacco dal
suolo e successivamente permettergli di superare eventuali ostacoli a fondo pista.
Nell’esame delle caratteristiche del decollo dell’aereo il parametro fondamentale è la
distanza di decollo S, in relazione alla lunghezza della pista a disposizione.
I fattori che determinano direttamente la distanza di decollo sono la velocità e
l’accelerazione.Anche altri fattori influiscono su S, come il vento, la quota
della pista e la sua pendenza.
Il decollo può essere diviso in tre fasi:
1)
Fase 1° accelerazione del velivolo sino alla velocità di decollo Vd
2)
Fase 2° rotazione
3)
Fase 3° salita e superamento di un ostacolo di 15m
52
DECOLLO
• Dopo i controlli esterni effettuati secondo le relative check
list, si avvia il motore, si attende che l’olio salga alla
temperatura di esercizio( arco verde), si esce dal
parcheggio e si porta il velivolo rullando a bassa velocità
sino al punto attesa, come da autorizzazione della torre. Al
punto attesa si effettuano tutte le verifiche come da check
list, e dopo autorizzazione della torre, si porta il velivolo in
testata pista e si allinea. A questo punto il pilota tenendo
frenato il velivolo, porta il motore alla potenza di decollo,
controlla che la potenza non sia inferiore a quella
necessaria per il decollo, come da manuale operativo,indi
sblocca i freni ed inizia la corsa di rullaggio.
53
DECOLLO
• All’inizio della corsa tutto il peso dell’aereo grava
sul carrello. Durante la 1° fase, i sobbalzi delle
ruote man mano si attenuano indicando che il peso
del velivolo passa progressivamente dal carrello
all’ala. Quando la velocità raggiunge un valore
efficace per l’equilibratore, il pilota cabra
leggermente in modo da alleggerire il ruotino
anteriore, facendo così continuare la corsa di
decollo sul carrello principale, raggiungendo così
la velocità Vd.
54
DECOLLO
• Nella fase di rotazione si passa all’assetto con
Cpmax, in modo che la portanza superi il peso, ed il
velivolo si distacchi dal suolo. Subito dopo il
distacco la traiettoria deve essere poco inclinata
sull’orizzonte allo scopo di acquisire velocità sulla
traiettoria. Con l’aumento della velocità ha inizio
la salita per il superamento dell’ostacolo a fondo
pista. Pertanto la corsa di decollo è la sommatoria
delle 3 fasi più la distanza al suolo necessaria al
velivolo per superare un ostacolo di 15 metri
55
DECOLLO
• Se durante la fase di decollo abbiamo vento
in prua, o una componente del vento al
traverso, la corsa di decollo si accorcia,
perché la velocità all’aria del velivolo è:
V=Vs+vp
Succede il contrario quando il vento è in coda.
56
Citius
20
40
60
Distanze in metri
80
100 120
140
160
Distanza di decollo 15 mt ( 50 ft)
Corsa a terra
1400
4620
1200
3960
1000
3300
800
2640
600
1980
400
1320
200
660
TORA ( mt/ft)
PESO
472,5 Kg
450 Kg
420 Kg
365 Kg
335 Kg
Corsa a terra
per il decollo
29 mt
24,2 mt
20,3 mt
14,1 mt
11,4 mt
Distanza
per il decollo
117 mt
108 mt
99,1 mt
85,9 mt
79,9 mt
0
Altitidine in piedi
Altitidine in metri
15 mt
0
20
40
60
80
100 120
Distanze in metri
140
160
Corsa a terra per il decollo
Distanza di decollo superamento ostacolo 15 mt
57
DECOLLO
Condizioni sfavorevoli.
• Manetta non a fondo corsa
• Bassa temp.olio
• Anticipo all’accensione
mal regolato
• Aria calda al carb
• Temp. Ambiente troppo
alta
• Umidità troppo alta
• Acqua nella benzina
• Ecc.Ecc
• Regolare frizione
• Adeguato riscaldamento
• Prova motore
• Controllo pre decollo
• Dec in ore meno calde
• Idem come sopra
• Controllo pre volo
58
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
EFFETTO DELLA VELOCITA’ DI DECOLLO
La velocità di decollo deve essere superiore alla velocità di stallo . I manuali di volo
riportano per ogni tipo di velivolo la sua velocità minima di decollo. Si deve fare
attenzione a non effettuare la manovra di rotazione (rotazione attorno al suo carrello
principale e per staccare il ruotino da terra) al di sotto della velocità minima di
decollo, per non cadere nello stallo e non avere il velivolo scarsamente controllabile
in volo.
Inoltre, la rotazione prematura del velivolo potrebbe far staccare le ruote dalla pista
per effetto suolo e si potrebbe avere anche una velocità ascensionale troppo bassa.
D’altro canto non si può neanche aumentare troppo la velocità di decollo consigliata
dal manuale perché altrimenti si avrebbe una distanza di decollo troppo lunga
rispetto alla pista a disposizione (S aumenta con il quadrato della velocità).
EFFETTO DEL PESO
Tanto maggiore è il peso, tanto minore è l’accelerazione e quindi tanto maggiore sarà lo
spazio percorso; inoltre all’aumentare del peso aumenta la velocità minima di decollo
(perché Q=P), per cui ne consegue anche un aumento della resistenza e della forza
d’attrito.
59
LE PRESTAZIONI DELL’AEREO
ATTERRAGGIO
Parametro fondamentale è la distanza di atterraggio in relazione alla lunghezza della
pista.
La velocità di atterraggio deve essere superiore alla velocità di stallo e della velocità
minima di controllo (per consentire un eventuale riattacco da parte del pilota).
La distanza di atterraggio sarà più lunga con pista bagnata o ghiacciata.
60
Citius
60
80
Distanze in metri
100 120 140 160
180
200
Distanza di atterraggio 15 mt (50 ft)
Corsa a terra
1400
4620
1200
3960
1000
3300
800
2640
600
1980
400
1320
200
660
soglia pista
PESO
472,5 Kg
450 Kg
421 Kg
363 Kg
306 Kg
Corsa a terra
56 mt
53,4 mt
50 mt
43,1 mt
36,4 mt
Distanza per
l’atterraggio
179,6 mt
171,1 mt
166,2 mt
156,1 mt
146,3 mt
0
Altitidine in piedi
TORA
LDA ( mt/ft)
Altitidine in metri
15 mt
0
60
80
100 120 140 160
Distanze in metri
180
200
Corsa a terra per arrestarsi
Distanza di atterraggio ( superamento ostacolo 15 mt )
61
ATTERRAGGIO
•
•
•
•
•
Circuito d’atterraggio
Controlli pre atterraggio
Correzioni
Riattaccata
Atterraggio con vento
62
SALITA
• Salita rapida
• Salita ripida
• Tangenza teorica / pratica
63
Tangenza Teorica/Pratica
Avvicinandosi alla quota di tangenza la
tende a zero, quindi, la continuazione della salita sarebbe possibile solo in aria perfettamente
calma, impiegando per raggiungerla un tempo infinito. Questa circostanza giustifica la
definizione che è data a tale quota di tangenza teorica.
Sorge ,allora, la necessità di stabilire la quota massima raggiungibile in condizioni normali
o quota di tangenza pratica. Essa e’ fissata alla quota alla quale la velocità ascensionale del
velivolo si e’ ridotta al valore di 0.5
64
Tecniche di volo
•
•
•
•
•
•
•
•
Volo per assetti
Perché e come si usa il trim
Volo orizzontale
Virate a quota costante
Salite discese livellamenti
Avvicinamento
Scivolata
Riattaccata
65
Centraggio
• Il centraggio del velivolo consiste nel
disporre i carichi di bordo in modo che il
baricentro si trovi nell’intervallo ammesso
• Precedentemente i progettisti dispongono
gli elementi strutturali i componenti, gli
impianti, ecc.ecc.,in modo che il baricentro
del peso a vuoto si trovi in una opportuna
posizione
66
Centraggio
• In conclusione il costruttore del velivolo
inserisce nel manuale operativo il
“diagramma di carico” ovvero il grafico
mediante il quale è possibile disporre i
carichi da trasportare in modo che
l’escursione del baricentro dell’aereo
completo non superi i limiti stabiliti, per
qualsiasi condizione di utilizzo.
67
Citius
APPOGGIO
Peso in Kg
Braccio in mm
Momento Kg.mm
MEDIA delle tre
Ruota sinistra
140,5
680
95540
letture di pesata
Ruota destra
142,5
680
96900
74,5
- 740
- 55130
357,5
384,09
137310
Ruotino anteriore
TOTALI
68
Citius
480
472,5
Velivolo vuoto
Pilota
Passeggero
Carburante
Bagaglio
TOTALI
Peso in Kg
357,5
75
0
36
2
470,5
Braccio in mm
384,09
590
590
660
1340
442,08
Momento Kg.mm
137310
44250
0
23760
2680
208000
460
450
440
430
420
Posizione CG al decollo
Velivolo vuoto
Pilota
Passeggero
Carburante
Bagaglio
TOTALI
Peso in Kg
357,5
75
0
21,6
2
456,1
Braccio in mm
384,09
590
590
660
1340
435,54
Momento Kg.mm
137310
44250
0
14256
2680
198496
P e s o in K g
410
400
Posizione CG all'atterraggio
390
380
370
360
350
340
330
320
310
300
290
mm.
100
200
302
400
518
600
69
PA 32
70
Diagramma di manovra e di
raffica
• Il diagramma di manovra altro non è che
l’andamento dei fattori di carico ammessi
per quel velivolo, in funzione della velocità.
• Il fattore di carico n, è il rapporto tra la
portanza ed il peso durante manovre a
traiettoria curvilinea
• Descriviamo il diagramma di manovra.
71
Diagramma di manovra e di
raffica
•
•
•
•
Vs = velocità di stallo in configurazione pulita
Vsr = velocità di stallo in volo rovescio
Va = velocità di manovra
Vd = velocità di progetto in picchiata
•
•
•
•
n1 = max fattore carico positivo
n2 = max fattore carico negativo a Vd
n3 = max fattore di carico negativo
n4 = max fattore positivo a Vd
72
Diagramma di manovra e di
raffica
n
C
A
D
n1
1
S
n4
Vs
Va
Vd
V
Vsr
-1
n3
n2
E
H
G
F
73
Diagramma di manovra e di
raffica
• I velivoli devono sopportare queste sollecitazioni. Questi carichi si
chiamano di “ contingenza”. In Inglese “limit loads” , sono quelli
anticipati , che a loro volta vengono moltiplicati per un margine di
sicurezza (“safety factor”).Il prodotto da il cosiddetto “ ultimate
loads”, cioè il carico che l’aereo deve sopportare prima di
collassare.Questi però sono carichi statici, mentre l’aereo viene
progettato a fatica. Ci sono raffiche d’ampiezza variabile ad esempio
un aereo civile sopporta raffiche d’ampiezza 0.3g, mentre i militari
1,5g, che si ripetono da 10 a 40 volte l’ora. Pertanto si utilizzano due
criteri di progetto a) safe life( vita sicura a termine)=4, e fail safe(
progetto con riserva strutturale, cioè l’inizio di una rottura non deve
dare adito a collasso strutturale) = 2.
74
Diagramma di manovra e di
raffica
n
66 fps
50 fps
A
C
D
25 fps
n1
1
S
n4
Vs
Va
Vne
Vd
V
Vsr
-1
n3
n2
25 fps
E
H
G
66 fps
50 fps F
75
76
Qualità di volo
Le qualità di volo assicurano che il
velivolo certificato, possa essere volato
senza eccezionali skill , e sforzi.
77
Stabilità-Controllabilità-Manovrabilità
• Stabilità è la possibilità, quindi la qualita’ di
ritornare ad una prefissata condizione di
equilibrio.
• Controllabilità è la possibilità di determinare una
condizione di equilibrio
• Manovrabilità è la possibilità di mantenere una
condizione di equilibrio,quindi la facilità con la
quale l’aereo si può muovere attorno agli assi.
78
CONCETTI DI EQUILIBRIO E STABILITA’
Il concetto di EQUILIBRIO dell’aereo in volo implica la considerazione di tutte le
forze e di tutti i momenti ad esso applicati.
F=0
La condizione di equilibrio alla traslazione richiede che la
sommatoria di tutte le forze F sia nulla
M=0
La condizione di equilibrio alla rotazione richiede che la sommatoria
di tutti i momenti M rispetto a qualsiasi asse, comunque orientato e
passante per qualsiasi punto, sia nulla.
79
CONCETTI DI EQUILIBRIO E STABILITA’
P
CG
Q
l
X
P-l-Q=0
eq. traslazione
P·X-l·x=0
eq. rotazione attorno a CG
x
Disturbo
Equilibrio
Equilibrio
Equilibrio
Stabile
Instabile
Indifferente
CONCETTI DI EQUILIBRIO E STABILITA’
Si comprende facilmente come sia fondamentale che il velivolo debba sempre trovarsi
nello spirito del primo caso, perché il suo volo sia confortevole e soprattutto sicuro. Infatti
il velivolo, se perturbato, non solo deve reagire in modo da annullare la perturbazione
(stabilità statica), ma ciò deve realizzarsi attraverso un moto oscillatorio rapidamente
smorzato (stabilità dinamica).
E’ necessario precisare che la stabilità, statica o dinamica, deve intendersi non associata ad
alcun intervento del pilota, cioè è una qualità che il velivolo deve possedere
intrinsecamente, sia a comandi liberi (superfici di governo libere di muoversi intorno alle
proprie cerniere) che a comandi bloccati (superfici di governo fisse in una posizione).
In altre parole il velivolo dove essere in grado di continuare in sicurezza il
volo anche se viene abbandonato a se stesso. In pratica ciò non avviene in
quanto il velivolo oltre che stabile deve essere anche manovrabile con una
certa facilità o maneggevole.
81
STABILITA’ - MANOVRABILITA’
Asse di
rollio X
+
L
+M
Asse di
beccheggio Y
L momento di rollio
M momento di beccheggio
N momento di imbardata
+
N
Asse di
imbardata Z
82
Si definisce STABILITA’ STATICA di un velivolo la tendenza a tornare alla posizione
di equilibrio dopo un disturbo, quale un’azione del pilota o una perturbazione esterna.
Un velivolo è in grado di volare se risponde ai seguenti requisiti:
• il velivolo deve poter manovrare in un ampio range di velocità e quote;
• il velivolo deve poter raggiungere una condizione di equilibrio
Un aereo è in equilibrio quando la risultante delle forze e momenti riferiti al suo
baricentro è nulla. Se questa condizione è soddisfatta il velivolo è in condizioni di volo
trimmate, a cui consegue uno sforzo di barra nullo. Se la risultante è diversa da zero,
allora il velivolo è soggetto ad accelerazioni. Per poter tornare alle condizioni di
equilibrio si devono produrre forze e momenti.
STABILITA’
POSITIVA

CG
STABILITA’
NEUTRA

Ritorna
a zero


Rimane
costante
CG
t
STABILITA’
NEGATIVA

CG
t
Diverge
t

83
Nella STABILITA’ DINAMICA si considera con quale legge si torna o meno alle
condizioni di equilibrio.


CG

t

t
t
t

POSITIVA
NEUTRA
NEGATIVA
Legame tra stabilità statica e dinamica:
Stabilità
dinamica
Positiva
Neutra
Neutra
Negativa
Negativa
Stabilità
statica
Positiva
Neutra
La stabilità statica di
un aereo non
necessariamente
comporta la stabilità
dinamica. Di
conseguenza l’aver
conferito, in sede di
progetto e di
costruzione dell’aereo,
la indispensabile
stabilità statica
longitudinale non
esclude che l’aereo
possa avere stabilità
dinamica neutra o
addirittura negativa.
Negativa
84
MANOVRABILITA’


Per mantenere il corpo nella posizione  si
deve mantenere applicata la forza F
a
O
F·b=Q·a
O
CG
b
CG
Q
F
La manovrabilità è misurata dalla forza F
necessaria a portare il corpo in una nuova
posizione.
O
O
O
CG
CG
CG
CGO
CG
O
Diminuisce la stabilità statica, ma aumenta la manovrabilità
85
STABILITA’ STATICA LONGITUDINALE
CG
F
Si ha una stabilità statica positiva quando il
fuoco F è posteriore al baricentro CG.
La posizione del baricentro cambia al
variare del consumo di carburante e con la
presenza o meno di carichi esterni (serbatoi,
armi, …)
Q
La stabilità è tanto maggiore
quanto maggiore è la distanza tra il
fuoco e il baricentro.
La manovrabilità è tanto
maggiore quanto minore è la
Si cerca di avere un compromesso fra
grado di stabilità e grado di
manovrabilità, a seconda del tipo di
velivolo considerato.
distanza tra il fuoco e il baricentro.
Velivoli militari
Velivoli civili
Elevata manovrabilità, bassa stabilità
Elevata stabilità, bassa manovrabilità
86
Aumento di 
+M
STABILITA’ STATICA
POSITIVA
Aumento di L
Nasce un LX
picchiante rispetto alla
condizione di equilibrio
che contrasta l’aumento
di 
L
Riduzione di 
Condizione iniziale
di equilibrio
Riduzione di L
-M
Nasce un LX cabrante
rispetto alla condizione di
equilibrio che contrasta la
diminuzione di 
Stallo: una aumento eccessivo
di  porta allo stallo e
richiede un momento
picchiante che eccede il
disponibile
87
+M
Diminuzione di 
Riduzione di L
STABILITA’ STATICA
NEGATIVA
Nasce un LX picchiante
rispetto alla condizione di
equilibrio che amplifica la
diminuzione di 
L
Aumento di 
Aumento di L
Condizione iniziale
di equilibrio
-M
Nasce un LX cabrante
rispetto alla condizione
di equilibrio che
amplifica l’aumento di

88
Se la posizione del baricentro rimane costante rispetto al fuoco, la pendenza della
curva rimane costante perché dipende dalla distanza del fuoco dal baricentro.
+M
M
L
M=l·(F-CG)
L
-M
La manovrabilità longitudinale è ottenuta con il timone di profondità il cui diverso
angolo di attacco fa cambiare la condizione di equilibrio
+
M
-L
CG
E
20
°
10
°
0°
10
°
20
°
M
+
L
L
F
X
W
x
l
Con la deflessione del timone di profondità
non cambia la pendenza perché non cambia la
posizione del CG rispetto ad F.
Si ottiene lo stesso risultato anche lasciando a 0° il timone di profondità e
trimmando lo stabilizzatore.
89
INFLUENZA DELL’APPARATO PROPULSIVO
ELICA
A) CONTRIBUTO DIRETTO
T
Tv

Aumentando l’angolo d’attacco,
aumenta la componente verticale
Tv della trazione
To
Elica spingente: stabilizzante se sotto il baricentro, instabilizzante se sopra
Elica traente: stabilizzante se sopra il baricentro, instabilizzante se sotto
90
B) CONTRIBUTO INDIRETTO
Dipende dalla variazione, provocata dall’elica, del campo aerodinamico dello
stabilizzatore.
Un aumento di incidenza
devia maggiormente il
flusso d’aria verso il basso,
a valle dell’elica,
diminuendo l’angolo
d’attacco dello
stabilizzatore e quindi la
sua efficacia.
91
STABILITA’ STATICA LONGITUDINALE
92
STABILITA’ STATICA DIREZIONALE
Si consideri un velivolo che stia volando con un certo angolo , in azimut, rispetto ad una
direzione di riferimento. Si consideri inoltre che una perturbazione esterna, oppure
un’azione momentanea sulla pedaliera da parte del pilota, faccia variare l’orientamento
del velivolo di un angolo , detto angolo di deriva.
VENTO
+
 >0 se il vento
arriva da destra
 <0 se il vento
arriva da sinistra
93
CONTRIBUTO DELLE PARTI
Deriva: il centro di pressione della deriva è posteriore al baricentro e quindi crea un
momento stabilizzante
Fusoliera: essendo il centro di pressione della fusoliera anteriore al baricentro si crea
un momento instabilizzante
Alette stabilizzatrici: quando presenti riducono l’effetto instabilizzante della fusoliera
Motore: l’elica anteriore crea un momento instabilizzante diretto e indiretto; velivoli
getto e prese d’aria creano dei momenti instabilizzanti se posti anteriormente al
baricentro
N+
Sola coda
Velivolo completo
con alette
stabilizzatrici
Velivolo
completo
+
Sola
fusoliera
N-
94
Con l’aumentare dell’angolo 
si ha una progressiva riduzione
delle forze stabilizzanti ed
instabilizzanti, fino allo stallo.
Stallo
CL
Stallo
Deriva
Ma dato che la fusoliera è
l’ultima a stallare, l’effetto
globale finale è negativo.
Fusoliera

+N
Stabilità statica
direzionale
Neutra
Positiva
Negativa
-
+
Negativa
Positiva
Neutra
-N
95
CONTROLLO DIREZIONALE - VIRATA
Abbassando l’ala
Alzando l’ala
sx
Aumenta 
Riduce 
 crescente
L
dx
Per controllare lo sbandamento si
deve azionare il timone in modo da
creare un momento opposto
Nasce una
componente di
forza indietro
Nasce una
componente di
forza in avanti
Dx
Sx
Espone il lato Dx
96
STABILITA’ LATERALE
Si parla di stabilità laterale quando nasce una perturbazione dell’angolo di
sbandamento .
Per quanto detto per il controllo
direzionale, durante un moto di rollio,
si ha anche un moto imbardante: cioè
durante il movimento angolare di
sbandamento provocato dalla
perturbazione esterna, l’aereo tende a
+
portare avanti l’ala che si abbassa e
Vento
indietro l’ala che si alza (si genera un
angolo )
L
+
Per effetto di questo spostamento
angolare di derive, sulle parti del
velivolo nascono forze trasversali che,
intervenendo con un momento di rollio
L e un momento di imbardata N
causano l’annullamento sia dell’angolo
di sbandamento, che dell’angolo di
deriva indotto.
97
STABILITA’ LATERALE
98
CONTRIBUTO DELLE PARTI
ALA
DIEDRO
L
Incrementa la
portanza
EFFETTO
STABILIZZANTE
Decrementa la
portanza
Si scompone
FRECCIA
Dx
Sx
La semiala Sx viene investita da
una componente della velocità
relativa maggiore di quella che
investe la semiala Dx: pertanto
si la portanza sarà maggiore
sull’ala Dx e si genera un
momento di rollio che tende a
diminuire la portanza sulla
semiala Dx
EFFETTO
INSTABILIZZANTE
99
CONTRIBUTO DELLE PARTI
100
STABILITA’ LATERALE
101
DERIVA
L
Scomponendo
sx
dx
L’effetto globale sul momento di rollio può essere eccessivo ed il velivolo potrebbe avere
troppa tendenza all’imbardata, specialmente in velivoli supersonici che richiedono una
deriva piuttosto ampia. In questo caso si riduce il diedro dell’ala fino a renderlo anche
negativo.
102
VITE NORMALE
Velivolo subsonico
CL , CD
CL
CD

st
Lo stallo ben definito
103
STATI DI PERICOLOSITA’ ED EMERGENZA
VITE NORMALE
Raggiunto st, inizia lo
stallo
Lo stallo è di diversa entità
tra le due semiali
L’ala più stallata si abbassa
iniziando un movimento di
rollio
L’ala che si abbassa per effetto della
componente ascendente del vento aumenta 
L’ala che si alza per effetto della componente
discendente del vento diminuisce 
Lo stallo progredisce e diminuisce la
portanza e aumenta la resistenza (con )
Lo stallo regredisce e aumenta la portanza e
diminuisce la resistenza (con )
Nascono un momento di rollio (per L)
dello stesso verso del rollio dato dalla
caduta d’ala e un momento di imbardata
(per  D). L’ala che si abbassa indietreggia.
RIMESSA: contrastare la rotazione in imbardata con il timone di
direzione. L’ala che si abbassa acquista velocità e aumenta la portanza
contrastando il momento di rollio. Ridurre anche  con il timone di
profondità
AUTOROTAZIONE
Dopo 2-3 giri
VITE
STABILIZZATA
STATI DI PERICOLOSITA’ ED EMERGENZA
EFFETTO SUOLO
Generalmente il velivolo è in effetto suolo quando la sua quota sul terreno è inferiore alla
sua apertura alare.
L
F1
Come noto, il flusso d’aria a valle del profilo alare è deviato verso il basso a causa della
velocità indotta. Quando il velivolo si trova in alta quota, nell’equilibrio dei momenti è
presente un momento dovuto ad una forza supplementare F1 che agisce sullo stabilizzatore
creato dal flusso discendente.
105
STATI DI PERICOLOSITA’ ED EMERGENZA
Quando si è in condizioni di effetto suolo, l’interferenza aerodinamica con il suolo riduce
l’entità del flusso discendente e quindi
L
F2 < F1
Si altera l’equilibrio dei momenti
F2
L’aereo acquista la tendenza a picchiare che deve essere contrastato con la barra a cabrare.
Se il carico fosse molto avanti, il comando potrebbe non essere sufficiente.
Un altro effetto della eccessiva vicinanza dell’aereo con il suolo è quello della diminuzione
dei vortici d’aria alle estremità dovuti al pareggiamento fra le pressioni superiore ed
inferiore. Ciò provoca una diminuzione della velocità indotta, con conseguente aumento di
angolo d'attacco e di portanza. Si ha una specie di senso di “galleggiamento”.
Se in queste condizioni la velocità fosse appena sufficiente ad ottenere il distacco delle
106
ruote dal suolo, il velivolo ricadrebbe subito.
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