NAVIGARE
TRA
PROGRAMMI
E
COMPETENZE
R. Didoni – Ottobre 2010
UNA RIFORMA EPOCALE?
'Rispetto
tutti
coloro
che
protestano -ha affermato Gelminima credo che questo non sia,
comunque, il primo anno di
proteste.
UN AVVIO NORMALE!
La scuola
di Adrio
Il caro libri
LA SCUOLA CHE VORREI?
"Prima di tutto che funzioni"
Questa è stata la risposta di un gruppo di giovani universitari
interpellati dai ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca. Ecco la
fotografia di quello che vorrebbero per studiare meglio. Nulla di
trascendentale. Ma difficile da ottenere.
La Repubblica 4 ottobre 2010
LICEI: 9 INDIRIZZI
• CLASSICO
• SCIENTIFICO
OPZIONE SCIENZE APPLICATE
• LINGUISTICO
• ARTISTICO
dal terzo anno
• MUSICALE e COREUTICO
• SCIENZE UMANE
ARTI FIGURATIVE
ARCHITETTURA e AMBIENTE
DESIGN
AUDIOVISO MULTIMEDIA
GRAFICA
SCENOGRAFIA
OPZIONE ECONOMICO-SOCIALE
LICEI: ORGANIZZAZIONE
• 5 anni divisi in due bienni e un quinto anno
• Materie comuni: italiano, storia e geografia, filosofia (dal III anno),
storia dell’arte, scienze naturali, matematica, fisica, scienze motorie e
sportive, religione o attività alternative
• 27 ore settimanali nel primo biennio (34 artistico e 32 musicalecoreutico) che aumentano negli anni successivi a seconda degli
indirizzi
• Esame di stato finale per conseguimento diploma di istruzione
liceale
• Lingua straniera è studiata per 5 anni (ultimo anno insegnamento
di una disciplina tecnico-professionale in lingua straniera)
ISTITUTI TECNICI:
2 SETTORI, 11 INDIRIZZI
SETTORE TECNOLOGICO:
• MECCANICA, MECCATRONICA ED ENERGIA
• TRASPORTI E LOGISTICA
• ELETTRONICA ED ELETTROTECNICA
• INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI
• GRAFICA E COMUNICAZIONE
• CHIMICA, MATERIALI E BIOTECNOLOGIE
• TESSILE, ABBIGLIAMENTO E MODA
• AGRARIA E AGROINDUSTRIA
• COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO
SETTORE ECONOMICO:
• AMMINISTRAZIONE,
FINANZA E MARKETING
• TURISMO
ISTITUTI PROFESSIONALI:
2 SETTORI, 6 INDIRIZZI
SETTORE DEI SERVIZI:
• SERVIZI PER L’AGRICOLTURA E LO
SVILUPPO RURALE
• SERVIZI SOCIO-SANITARI
• SERVIZI PER L’ENOGASTRONOMIA E
L’OSPITALITA’ ALBERGHIERA
• SERVIZI COMMERCIALI
SETTORE INDUSTRIA E
ARTIGIANATO:
• PRODUZIONI ARTIGIANALI E
INDUSTRIALI
• MANUTENZIONE E ASSISTENZA
TECNICA
RIORGANIZZAZIONE
DEGLI INDIRIZZI
• Una riorganizzazione degli indirizzi che ricostruisce
un quadro di possibilità più chiaro (a fronte di una
eccessiva
frammentazione
creata
dalle
sperimentazioni)
• Una adeguata quota di flessibilità che permette
alle scuole di recuperare (almeno in parte) gli
aspetti positivi delle sperimentazioni
• Un avvenire incerto per gli istituti professionali (la
formazione professionali regionale)
QUALE IMPATTO SUL DOCENTE?
Dal punto di vista del docente l’impatto principale
di questa riorganizzazione è percepito come un
cambiamento delle condizioni di lavoro: orari e
classi.
• per alcuni più classi per altri meno,
• per molti meno ore e per alcuni più ore.
LA QUANTITA’ ORARIA NON E’ UNA
VARIABILE SIGNIFICATIVA
In media, gli studenti quindicenni della Lombardia hanno
27 ore e mezzo alla settimana di istruzione, tempo che
supera di 3 ore e mezza la media dell'OCSE (24 ore)
(media Italia: 26 ore e mezza).
Tra i Paesi con il numero di ore settimanali più basso (2223 ore) vi sono Finlandia, Germania, Polonia, e Stati Uniti,
mentre tra quelli con il numero di ore più elevato (da 27 a
30) vi sono Austria e Corea.
M.T. Siniscalco, OCSE PISA 2003
UN PROBLEMA DI
PROGRAMMAZIONE?
Le modifiche di orario e
classi per alcuni docenti
sono minime, per altri
sono più accentuate, ma
in entrambi i casi il
compito che si trova
davanti il docente è la
necessità di rivedere i
programmi.
IL RIFIUTO SNOBISTICO
“Almeno dicci che programma fai.” […]
Io non riesco a programmare nemmeno le
ferie a un mese da Ferragosto, figuriamoci il
programma del prossimo anno. Però non
posso dirlo alle mie colleghe che farò quel
che mi frullerà al momento: e la
programmazione? E gli obiettivi didattici? E i
percorsi?“Si certo, adesso ne parliamo” riesco
a dire sperando che per il momento basti.
P. Mastracola, La gallina volante
LA CONDOTTA
PROFESSIONALE
Tuttavia, il lavoro per lui non significava seguire
un «programma», come è invece per i pavidi
nevrastenici, i quali si rifugiano nell'orario fisso,
nella regola, per sfuggire al loro disordine
interiore; il suo lavoro, ossia il singolare
insieme di attività, di condotta, di sentimenti e
intenzioni che riempivano le giornate di
quell'anonimo e - secondo Kristóf - grande
educatore, si organizzava invece sotto le sue
mani in modo casuale.
S. Màrai, Divorzio a Buda
LA PROGRAMMAZIONE E’
ATTENZIONE ALLE CONDIZIONI
La pratica della programmazione dovrebbe essere uno
strumento della professionalità docente
PROGRAMMAZIONE
PRATICA DIDATTICA
RIFLESSIONE
Il professionista riflessivo (P.R.) è colui che nell’agire professionale si
pone come ricercatore, e – grazie a tale atteggiamento – accresce
conoscenze e competenze riflettendo nel/sul suo agire professionale.
D. Schon, Il professionista riflessivo
E LE COMPETENZE?
I
documenti
che
accompagnano
la
riorganizzazione sono costruiti su due filoni (non è
una novità):
• da un lato diversi strati di premesse dove si
indicano finalità di ampio respiro (esiti, profili,
competenze)
• da un altro lato un appendice dove si elencano i
contenuti (i programmi)
LICEI: PROFILO
I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti
culturali e metodologici per una comprensione
approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con
atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di
fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed
acquisisca conoscenze, abilità e competenze sia adeguate
al proseguimento degli studi di ordine superiore,
all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro,
sia coerenti con le capacità e le scelte personali.
(art. 2 comma 2 del regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei…”)
LICEI: METODO
Per raggiungere questi risultati occorre il concorso e la piena valorizzazione di
tutti gli aspetti del lavoro scolastico:
• lo studio delle discipline in una prospettiva sistematica, storica e critica;
• la pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari;
• l’esercizio di lettura, analisi, traduzione di testi letterari, filosofici, storici,
scientifici, saggistici e di interpretazione di opere d’arte;
• l’uso costante del laboratorio per l’insegnamento delle discipline scientifiche;
• la pratica dell’argomentazione e del confronto;
• la cura di una modalità espositiva scritta ed orale corretta, pertinente, efficace e
personale;
• l‘uso degli strumenti multimediali a supporto dello studio e della ricerca.
UNA NUBE TOSSICA?
Il dibattito sulle competenze ha assunto
una tale vastità da diventare quasi una
nube tossica, perdendo il suo originario
valore e senso e cioè la capacità di dare
risposta
a
domande
complesse,
mobilitando
e
integrando
tratti
tradizionalmente separati: conoscenze,
abilità, atteggiamenti, consapevolezza,
autoregolazione
LA FORMULA DELLA
COMPETENZA
La Competenza Effettiva (CE) di una persona (M in una situazione (Si)
è in funzione: della comprensione che la persona ha della situazione
(Co); del grado di coinvolgimento della persona allo scopo di
conseguire certi risultati (Coi); delle risorse interne della persona
cognitive motivazionali e fisiche) che sono utili nel trattare con la
situazione (RI); delle risorse esterne (materiali, sociali e spazio
temporali) inerenti alla situazione e al contesto, che sono utili nel
trattare con la Si (RE); delle possibilità di azione della persona che
sono vincolate da Si e dal contesto (AP); della riflessione critica della
persona sulle sue azioni e suoi risultati (CR). Il concetto è sintetizzato
nella formula (CE/P) x Si = (Co x Coi x RI x RE x AP x CR x... ).
Jonnaert (2007)
DEFINIZIONI DEL QUADRO
EUROPEO DELLE QUALIFICHE
• Conoscenze: risultato dell’assimilazione di informazioni
attraverso l’apprendimento.
• Abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di
utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere
problemi.
• Competenze: comprovata capacità di utilizzare conoscenze,
abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in
situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale
e personale.
Raccomandazione 18/12/06
COME SI RACCORDANO
COMPETENZE E PROGRAMMI?
• Basta togliere qualcosa da una parte o aggiungere
qualcosa da un’altra?
• Mettere in secondo piano un argomento o ridurre
ai minimi termini un contenuto?
SAPERI ESSENZIALI
NUCLEI FONDANTI
"La prima finalità dell'insegnamento è stata
formulata da Montaigne: è meglio una testa
ben fatta che una testa ben piena". (E. Morin,
La testa ben fatta)
Ad un primo livello può essere sufficiente una
ragionata selezione che individui quali parti sono più
significative.
Ma significative perché? Per cosa?
COME SELEZIONARE?
Si possono dare solo criteri molto generali. Ogni
docente ci deve mettere la sua competenza
personale.
•Per il valore di attualizzazione dei contenuti della
disciplina
• Per la messa alla prova dei metodi di indagine
specifici della disciplina
• Per il suo contributo alla
padronanza della disciplina
costruzione
della
SISTEMATICITA’ DELLA
DISCIPLINA
L’insegnamento – apprendimento disciplinare procede
passo passo, pezzo per pezzo.
E’ sempre necessario che qualcosa preceda
qualcos’altro. A volte è possibile che il prima e il dopo
siano oggetto di scelte personali. In altri casi il prima
e il dopo sono ordinati secondo una logica più
vincolante.
La competenza disciplinare va costruita procedendo
per unità piccole, elementari e operando in modo
guidato.
M. Gusso, Per una didattica interculturale della letteratura
IL CANONE OCCIDENTALE
Il ‘canone occidentale’ di Harold Bloom (cfr. Bloom, 1999), fondato
sull’autonomia dell’estetica, include 26 autori, di cui 22 scrittori e 4
scrittrici (Jane Austen, George Eliot, Emily Dickinson e Virginia Woolf),
22 europei e 4 extraeuropei (2 nordamericani e 2 sudamericani), 13
scrittori di lingua inglese (di cui 11 britannici, ossia gli inglesi
Shakespeare, Chaucer, Milton, Samuel Johnson, Wordsworth, Jane
Austen, Dickens, George Eliot, Virginia Woolf e gli irlandesi Joyce e
Beckett; e 2 statunitensi: Whitman e Emily Dickinson) e 13 non di
lingua inglese, di cui 3 francesi (Montaigne, Molière e Proust), 3 di
lingua tedesca (il tedesco Goethe, il moravo Freud e il boemo Kafka),
un norvegese (Ibsen), tre ispanofoni (lo spagnolo Cervantes, l’argentino
Borges e il cileno Neruda), un portoghese (Pessoa), un italiano (Dante)
e un russo (Tolstoj). Narratori e poeti prevalgono nettamente su autori
teatrali e saggisti: il canone tende, infatti, a gerarchizzare i generi
letterari (al vertice la lirica, la narrativa, poi il teatro; ultime la
memorialistica e la saggistica ecc.).
E QUESTO BASTA A
SVILUPPARE COMPETENZE?
Può bastare laddove ci siano studenti che:
• studiano normalmente per 3, 4, 5 ore al giorno
• sono sistematicamente interrogati e devono
rispondere in modo appropriato
• sono ripetutamente chiamati a ricostruire significati da
una lingua all’altra, da un codice all’altro
• viene loro richiesto non solo di esporre conoscenze ma
anche darne una valutazione critica
• e lo fanno ….
FINALITA’ - COMPETENZE
Hanno acquisito
un metodo di
studio
Possiedono una
buona autostima
Hanno
sviluppato
competenze di
cittadinanza
Se sono
sopravvissuti
Sono capaci
di affrontare
le difficoltà
Hanno affrontato una
molteplicità di esperienze
Sanno riflettere su
se stessi e
valutarsi
E LADDOVE MANCANO
QUESTE CONDIZIONI?
E’ sempre necessario costruire in modo sistematico la
disciplina ma bisogna anche prevedere momenti e
progettare situazioni che in modo più mirato
favoriscano il consolidarsi di competenze trasversali.
Ecco una buona ragione per recuperare il concetto di
competenza come situazione che richiede di
affrontare problemi di maggior complessità.
DUE PROSPETTIVE DIDATTICHE
Sistematicità disciplinare
Promozione di competenze
Compiti elementari
Compiti complessi
Si procede con gradualità
Si procede per tentativi
Si opera in modo guidato
Maggior libertà d’azione
Carico personale
Condivisione sociale
Orario curricolare
Quota di flessibilità
Programmare
Progettare
IL CONTRIBUTO DELLE
ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI
Depositarie di un effettivo
sapere professionale non
sono tanto né le università,
né
le
organizzazioni
sindacali, ne il MIUR, ma
soprattutto le associazioni
professionali.
PERCHÉ NON AVEVAMO CAPITO…
Nel corso delle ultime settimane le circostanze mi
avevano fatto scoprire che abisso di ignoranza ero. […]
Quello che mi faceva rabbia, quello che mi faceva
disprezzare loro e me stesso, erano la loro sicurezza e
cultura, la disinvoltura con cui parlavano d'arte, di teatro,
di viaggi o di architettura, e poi le lingue che
conoscevano e le parole che usavano; il loro muoversi a
proprio agio in ogni campo. Era un capitale inestimabile e
non rimpiazzatile…
Poveri idioti! Che ignoranti! Perché non avevamo
capito…
H. Kureishi, Il Budda delle periferie
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tra programmi e competenze