Prof. Elisa Prearo
LST 2007/2008
Geomorfologia 2
Azione dei ghiacciai, del vento, del mare. Carsismo.
I ghiacciai
Un ghiacciaio è una grande massa di ghiaccio delle regioni montane e
polari, adunata negli avvallamenti, formata dalle nevi sotto l'azione del gelo
(ghiaccio compatto), scorrente verso il basso. I ghiacciai occupano circa il
10% delle terre emerse. Perché si cominci a formare un ghiacciaio, è
necessario che la quantità di neve che cade e che si accumula nell'arco di
un anno (alimentazione), superi la quantità di quella che viene persa per
fusione (ablazione). La neve si accumula nel tempo al di sopra di una quota
detta limite delle nevi permanenti; a quote più basse generalmente
tutta la neve si scioglie nel corso dell'anno. Il limite delle nevi permanenti
dipende sia dalla temperatura ( dalla latitudine) che dall'intensità delle
precipitazioni nevose. All'equatore è di circa 4.500 m., mentre verso i poli si
abbassa fino al livello del mare; sulle Alpi esso varia tra i 3.100 m. della Valle
d'Aosta, dove le precipitazioni sono più scarse, e i 2.500 m. del Friuli, dove
nevica più spesso.
Come si trasforma la neve in ghiaccio?
I fiocchi di
neve
Si compattano
L’acqua di
scioglimento
fa da cemento
L’aria viene
progressivamente
espulsa
Si forma il ghiaccio
I ghiacciai si dividono in due categorie: le calotte glaciali continentali (chiamate
anche inlandis, termine norvegese) che hanno una forma largamente convessa con
la tendenza di fluire dal centro verso i margini; in questa categoria rientrano i due
enormi ghiacciai Antartico e Groenlandese (insieme questi due rappresentano il
99% dei ghiacciai totali).
L'altra grande categoria è rappresentata dai ghiacciai di montagna che come
abbiamo visto sono solo 1% del totale. Questi possono essere dei ghiacciai vallivi,
cioè si limitano ad essere una lingua che da un bacino alimentatore si snoda lungo
una valle; possono essere dei ghiacciai vallivi ramificati, cioè si hanno più zone
di alimentazione e le lingue che se ne sviluppano poi si uniscono a formare
un'unica colata lungo la valle.
I ghiacciai vallivi: morfologia
Elementi morfologici:
 Il bacino collettore è la zona di
alimentazione del ghiacciaio
 Il bacino ablatore è la zona di fusione
 Il fronte è la parte terminale verso valle
Movimento di un ghiacciaio
Il lento movimento del ghiacciaio è provocato dal suo peso e
dalla forza di gravità. Lo strato alla base in contatto con le
rocce è parzialmente fuso (per azione della pressione), è
raòlentato dall’attrito con il fondo, agisce da lubrificante e
consente il movimento del ghiacciaio per scivolamento. La
velocità dello spostamento dipende dalla pendenza e dalla
presenza di irregolarità sul fondo; nei ghiacciai montani sono
dell’ordine delle decine o centinaia di metri all’anno (50-100 m).
Forme superficiali
La superficie del ghiacciaio si comporta come un corpo rigido, i movimenti
differenziali dei vari strati che lo compongono determinano la frantumazione
del ghiaccio in blocchi dando origine ai crepacci, che spesso si incrociano
isolando blocchi e formando profonde fenditure, i seracchi.
Azione geomorfologica: forme di erosione
I ghiacciai esercitano un’azione erosiva potente ed efficace sulle rocce del
fondo e sui versanti. Si esplica attraverso due processi:
La rimozione dei frammenti già disgregati
L’estrazione di detriti dai versanti e dal fondo.
I detriti sono trasportati nella massa di ghiaccio o sulla sua superficie.
L’azione erosiva sul fondo è detta esarazione. Le rocce vengono levigate e
striate solo sul lato rivolto verso monte, sono così asimmetriche e vengono
dette rocce montonate.
Erosione glaciale
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Le valli glaciali sono tipicamente a U
poiché il ghiaccio erode sia il fondovalle
che i versanti, hanno un profilo ondulato
perché il ghiacciaio tende ad accentuare
le irregolarità. Spesso le valli fluviali si
sovrappongono, al ritiro del ghiaccio, alle
preesistenti glaciali (molte valli alpine).
Dove due o più ghiacciai confluiscono si
possono formare valli sospese.
Forme di accumulo e deposito

Morene : sono cordoni, piccole colline,ed altri piccoli rilievi che il ghiacciaio
abbandona al suo ritiro. Sono costituite da frammenti non classati, detti till,
un materiale eterogeneo sia come forma che granulometria, disposto
caoticamente e senza stratificazione. Si possono distinguere:
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Morena di fondo: si forma tra il ghiaccio e il fondo. Contiene argille, silt e tutti i
materiali inglobati nella massa del ghiaccio;
Morena laterale: alimentata dai massi che si staccano dalle pareti laterali e
tendono a formare cordoni allungati;
Morena frontale: segnano il limite massimo dell’espansione di un ghiacciaio ed
hanno una caratteristica forma ad anfiteatro. Sono il residuo di tutto ciò cheil
ghiacciaio ha trasportato e accumulato.
Massi erratici: sono blocchi rocciosi di grosse dimensioni trasportati nella
massa del ghiaccio e depositati poi molto lontani dal luogo di origine.
Morena frontale del Gran Paradiso.
L’azione geomorfologica del vento

Questo tipo di morfologia trova le sue forme più evolute negli
ambienti aridi (con l'esclusione delle coste dei mari e degli
oceani) dove la mancanza di umidità e di vegetazione lascia il
suolo indifeso. Quindi l'ambiente ove si riscontra
maggiormente è il deserto che ha come carattere
fondamentale la scarsità di precipitazioni (in genere non
superiori a 250 millimetri all'anno; a Milano è di 1200
millimetri circa). Questo tipo di morfologia è chiaramente
legata all'azione del vento e alla sua energia, quindi alla sua
capacità di trasportare a distanza particelle solide (chiamata
deflazione) che avviene prevalentemente in sospensione o
per saltazione, dipendendo dalla dimensione, il peso specifico
e la forma delle particelle stesse
La maggior parte del trasporto quindi
coinvolge elementi molto piccoli, come le
polveri, le ceneri vulcaniche o le sabbie
finissime, che vengono prelevate dal terreno
e poi trasportate in sospensione, soprattutto
quando soffia un vento vorticoso capace di
sollevare questi elementi a grandi altezze,
anche 3 Km; In alcune condizioni particolari
queste particelle possono formare i nuclei di
condensazione del vapore acqueo per poi
essere trasportate a terra con la pioggia: è il
fenomeno delle piogge di sangue, soprattutto
nelle zone mediterranee, dovuta a sabbia
rossastra proveniente dal Sahara. Le
rimanenti
particelle
grossolane
che
interrompono quindi l’erosione vanno a
formare il “pavimento del deserto”.
A differenza di altre tipologia di trasporto sedimentario può essere attuato anche
lungo una superficie in salita (quindi contro la normale forza di gravità) e ciò spiega
l'erosione in conche chiuse con il loro svuotamento e approfondimento.
Forme di erosione

Si chiama corrasione l'azione del vento contro superfici di rocce coerenti,
e si realizza grazie all'azione abrasiva delle particelle solide trasportate dal
vento che consumano e modellano le rocce coerenti. Questo fenomeno è
particolarmente intenso vicino alla superficie del suolo, fino a qualche
metro di altezza, e per questo spesso le rocce prendono la forma a "fungo",
e sulla superficie stessa i ciottoli subiscono un'azione abrasiva che dà vita a
ciottoli sfaccettati. Altre forme di corrasione di maggiori dimensioni sono
gli yarding che descrivono dei rilievi allungati, paralleli alla direzione del
vento; si osservano questo tipo di forme d'erosione in sedimenti sabbiosoargillosi parzialmente cementati. Queste forme si ritrovano anche nel
deserto del Sahara, anche se di dimensioni ridotte, a sud di Tibesti, scolpite
in argille e diatomiti dell'antico bacino del Ciad.
Forme di deposito

Le più tipiche sono le dune che possono essere di svariati tipi, forme e
dimensioni; solitamente la forma delle dune è definita e non sono accumuli
casuali di sabbia, mentre possono variare notevolmente le dimensioni e
solitamente si raccolgono a formare dei campi di dune. Possiamo avere le
dune longitudinali disposte parallelamente alla direzione del vento, la
sabbia si accumula formando dune che possono arrivare a lunghezze di
oltre 100 Km. Al contrario le dune trasversali sono poste
ortogonalmente alla direzione del vento dominante (cioè quello che soffia
con maggior potenza, quello regnante soffia per un periodo di tempo più
lungo) e sono create dal vento stesso che modella il suolo secondo le
modalità del suo flusso. Infatti negli strati bassi dell'atmosfera, subisce una
turbolenza ritmica abbastanza regolare poiché risente dell'effetto frenante
della superficie terrestre.
Le dune sono formate da una parte anteriore, verso dove la duna si muove, e da una parte
posteriore. La duna ha una cima che assume la forma di cresta quando è allungata. La cresta
divide la parte anteriore da quella posteriore. Il vento preleva granelli di sabbia dalla parte
posteriore e facendoli saltare oltre la cima della duna li trasporta in aria per un tratto fino a
depositarsi al suolo; il punto di caduta è la base su cui si formerà la duna successiva. Ogni
duna viene "smantellata" dal vento, un granello di sabbia alla volta, per costruirne un'altra più
avanti; una nuova duna continua a crescere fino a quando non più coperta da altre dune la
quantità di sabbia che le viene levata dal vento supera quella apportata.
barcane
trasversali
longitudinali
paraboliche
Possiamo anche avere delle dune di forma
complessa formate dalla combinazione di due
venti che soffiano periodicamente con direzioni
diverse (soprattutto negli erg, mari di dune del
Sahara).
Le dune costiere, che si trovano
in prossimità appunto delle coste,
sono formate dal trasporto della
sabbia delle spiagge adiacenti; in
una fase successiva la vegetazione
può frenare o arrestare il
fenomeno prima che si propaghi
nell'entroterra.
Il loess
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Il löss, più frequentemente trascritto come loess è un tipo di sedimento eolico molto fine
(delle dimensioni tra 0,001 e 0,05 mm, );
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E’ un sedimento che viene originato dal trasporto e dalla deposizione di particelle da parte del
vento. Ciò causa la particolare selezione granulometrica che lo caratterizza.

Le aree di origine del sedimento possono essere diverse: in alcuni casi, le particelle
provengono da depositi inconsolidati di origine glaciale che sono molto suscettibili di
erosione, tuttavia le aree di ablazione dei maggiori depositi lössici sono costituite da ampie
aree desertiche.

Dopo la rideposizione, i depositi lössici rimangono spesso instabili e possono essere erosi in
tempi relativamente brevi; questo destino si compie generalmente anche in mancanza di azioni
perturbatrici di origine antropica.

Le deposizioni di löss si estendono spesso su vaste aree: molto importanti sono l'Altopiano
del Loess, nella Cina centro-settentrionale e i suoli neri di steppa della Russia europea
meridionale, della Siberia sudoccidentale e delle Grandi Pianure nordamericane.

L'Altopiano del Loess, nella Cina centro-settentrionale è uno dei depositi di löss più estesi e
più studiati. Questi sedimenti si sono accumulati durante l'ultimo milione di anni con spessori
variabili fino a qualche centinaia di metri e sono caratterizzati da una alternanza di strati di
löss veri e propri e suoli. I primi si accumulano durante i periodi glaciali, secchi e ventosi; i
secondi si sviluppano durante i periodi interglaciali con clima caldo e umido.
Huangtu Gaoyuan ("altopiano di loess"), situato
nella provincia cinese dello Shanxi
Loess in Ungheria
L’azione geomorfologica del mare
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L’energia della massa d'acqua, che si trasferisce alla linea di costa e
ne modifica la morfologia prende il nome di abrasione marina ed
è provocata dalle correnti, dalle onde e dalle maree. in particolare
l'azione modificatrice del mare si esplica in modalità diverse:
l'azione idraulica dell'acqua stessa, la corrasione cioè quando le
onde e le correnti trascinano con sé dei sedimenti contro le coste,
l'usura e l’arrotondamento che subiscono i ciottoli e frammenti vari
nella zona dei frangenti e la corrosione cioè l'azione chimica
dell'acqua di mare (soprattutto per le coste calcaree); anche la
gravità e gli organismi (litodomi e madreporari) contribuiscono al
modellamento.
Il fattore principale rimane comunque l'azione idraulica del mare che
durante le tempeste può arrivare a scagliare contro la costa migliaia
di tonnellate d'acqua.
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
Nella baia di Wick Bay, in Scozia, durante una tempesta è stato
asportato un blocco frangiflutti in acciaio e calcestruzzo del peso di
2600 tonnellate
Le acque marine trasportano i detriti sia lungo la costa (i frammenti
più grossolani) che al largo (i sabbie e fanghi), dove si depositano.
Morfologia costiera
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Determinata da:
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Natura delle rocce
Struttura geologica
Presenza di fiumi o ghiacciai
Abbassamenti e innalzamenti della linea di costa (trasgressioni
e regressioni marine)
Coste di sommersione: formate durante una fase
trasgressiva, spesso su morfologie continentali
preesistenti;
Coste di emersione: in seguito all’azione modellante
del mare sulla piattaforma emersa.
Tipi di coste

Classificazione delle coste: è difficile e non esiste un criterio omogeneo:
spesso i criteri di catalogazione sono puramente morfologici, basati
sull’osservazione verticale e orizzontale delle coste stesse. Diritte o
frastagliate, alte o basse.
Coste alte
Coste basse
Le coste alte
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L’azione erosiva del mare è intensa, determinata dal moto
ondoso. Se l’abrasione è uniforme, nella zona intercotidale
si forma il solco di battigia, che col tempo può portare
al crollo della roccia sovrastante e l’arretramento della
linea di costa. Spiaggia assente o ridotta, prevale l’erosione
sulla deposizione. I materiali franati vengono portati sul
fondale in prossimità della costa dai frangenti.
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Falesie
Rias
Fiordi
Coste tettoniche
Falesie
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
Costituite da rocce stratificate a
giacitura suborizzontale, tipiche della
Normandia.
Quando il solco di battigia diventa
troppo profondo, la parte alta della
falesia
crolla.
Col
procedere
dell’erosione, al posto della falesia
crollata, resta una piattaforma rocciosa
leggermente inclinata verso il mare e
sommersa, la
piattaforma
di
abrasione. Se il moto ondoso non
raggiunge più la base della falesia
arretrata si parla di falesia morta. Alla
base spesso sono presenti anfratti e
grotte (grotta del bue marino in
Sardegna)
Torre dell’Orso
Etretat
Rias

Tipiche della costa galiziana spagnola, Corsica
occidentale, Grecia. Sono coste di sommersione
alte e frastagliate, dovute all’ingresso marino
all’interno di una preesistente valle fluviale. Il
risultato è una costa con rilievi e insenature.
Fiordi

Tipici delle zone che
durante le glaciazioni sono
state ricoperte dai ghiacciai.
Sono coste di sommersione
dove il
mare penetra
all’interno delle valli glaciali:
sono insenature molto
penetranti, anche oltre i 200
Km, poco ramificate, strette
e a pareti quasi verticali. Il
fondale è piuttosto piatto e
la parte più profonda è
invece all’interno.
Coste tettoniche

Alte e frastagliate, originate da deformazioni tettoniche a pieghe, falde e
ricoprimenti. Sono coste di sommersione: le anticlinali emergono e
formano penisole e isole, le sinclinali formano golfi e insenature (pieghe
trasversali) oppure, stretti canali paralleli alla linea di costa e isole strette e
lunghe.Tipiche della Dalmazia, Scozia e Canada.
Coste basse


Si formano dove la sedimentazione prevale sull’erosione, il
materiale trasportato si deposita e si formano ampie zone
sabbiose, poiché le coste sono protette dall’azione
erosiva delle onde.
Spiagge formate da sabbie e ghiaie.


Barre sabbiose sottomarine: cumuli allungati paralleli alla
costa;
Cordoni litoranei: lingue di sabbia parallele alla costa
frequenti all’ingresso di insenature e baie; quando le insenature
vengono separate dal mare aperto restano solo degli stretti
passaggi mantenuti aperti dalle correnti di marea, formando
così le lagune.


Se le lagune si chiudono completamente si formano i laghi
costieri.
La presenza di sporgenze quali promontori o moli artificiali
provocano al deviazione delle correnti di deriva, sedimentando
così materiali che, in presenza di isole costiere, formano i
tomboli (Monte Argentario).
Cordone litoraneo
La laguna di Venezia
Laghi costieri del Circeo: Sabaudia,
Caprolace , i Monaci e Fogliano.
Varano
Lesina
Laghi Alimini
(Otranto)
Laguna di Orbetello
Riserva Naturale Duna Feniglia
Evoluzione di una linea di costa
La rifrazione delle onde è una caratteristica molto
importante poiché, tendendo le onde a propagarsi
parallelamente alla costa, l'azione erosiva si concentra
contro i lati e le estremità dei promontori e risulta
molto meno intensa all'interno delle baie; questa
caratteristica fa si che le coste tendono a
regolarizzarsi nel senso che l'erosione marina tende a
smussare le sporgenze e a trasformare le linee di costa
irregolari in linee di costa rettilinee.
Carsismo
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