2013
Farmacia Dell’Ospedale Serristori (Figline Valdarno)
Farmacia Dell’Ospedale Serristori di Figline Valdarno.
L
a singolare storia dell’Ospedale
Serristori di Figline Val d’Arno
ha consentito la preservazione
di una farmacia-museo di grandissima
importanza perché riflette l’immagine
di diversi secoli vissuti dall’istituzione
in questo appartato, antico comune toscano.
Nel 1399, in seguito a una miracolosa
apparizione della Madonna a un contadino del Delfinato, nacque un esteso movimento devozionale detto “dei
Bianchi” per il colore dell’abito da penitenti indossato dai confratelli. Dalle
loro file uscì un nobile notaio fiorentino, ser Ristoro di Iacopo, che con il
suo testamento diede origine alla fondazione dell’ospedale.
Situato in un palazzo del centro murato della città venne dedicato alla Vergi-
ne della Numptiata e in memoria dei 12
Apostoli tale fu il numero iniziale dei
letti. Per ben sei secoli la stessa famiglia
Serristori riuscì ad esercitare gli originari diritti sull’istituto, tra cui la nomina
degli “spedalinghi” a capo dell’amministrazione, malgrado i numerosi tentativi di acquisizione da parte dello Stato.
Questo favorì ovviamente la salvaguardia di un archivio ricco di 224
volumi più diverse pergamene e delle
suppellettili tra cui si distinguono gli
arredi e le ceramiche della farmacia.
La sua istituzione fu molto precoce e
ciò è dovuto al fatto che già al tempo della prima visita del vescovo di
Fiesole, nel 1439, il numero dei letti
destinati all’infermeria era di gran lunga maggiore di quelli per i pellegrini.
I primi acquisti di vasi destinati alla
spezieria risalgono all’inizio del XVI
secolo, secondo quanto dicono i libri
mastri; la prima serie ancora esistente
comprende 13 ampolloni ansati con
decoro a palmetta persiana, policromi
secondo una tipologia quattrocentesca
riprodotta poi nel secolo successivo.
L’approfondito studio di Alessandro
Conte li attribuisce alle manifatture di
Montelupo, come il gruppo di quarantacinque brocche dello stesso tipo del
XVII secolo con decoro a rami fogliati
e a grottesca, alcune con cartigli scritti,
altre con il primo stemma dell’ospedale. Oltre venti tra brocche e albarelli
dipinti a stile compendiario e generalmente più tardi provengono da altre
fonderie toscane.
Della stessa foggia il decoro di 45 pezzi
appartenenti al secolo successivo in cui
lo stemma è contornato da un nastro,
mentre due orci alti 85 cm. e destinati forse alla teriaca e al mitridate sono
dipinti a macchia con effetto marmorizzante.
Uno degli armadi, settecenteschi come
le cassettiere per le erbe, mostra ampolline e albarelli di vetro di provenienza locale, ma anche di Murano e
di Boemia. Contengono residui di medicamenti ottocenteschi, dichiarati nei
“polizzini” di carta, decorativi come
i nastri che ornano i tappi di tali recipienti delle più varie fogge.
La descrizione della Sala Rossa, trasformata in spezieria quando l’ospedale
alla fine del’800 fu trasferito nella villa
Serristori che ancora occupa sulla collina di S. Cerbone, non sarebbe completa senza citare le opere pittoriche.
Una magnifica tavola fondo oro di un
maestro del primo ‘400, forse Gherardo Starnina, mostra la Madonna col Bambino e sei angeli, detta di
Orsanmichele. È il cimelio più antico
e reca proprio la data di fondazione
(1399).
Matteo Rosselli dipinse nel 1630 la Testa del Redentore, per noi molto interessante a causa dell’atteggiamento misericordioso e dell’inclinazione del capo
che ricordano l’immagine del Cristo
Farmacista, tanto cara ai pittori di una
certa tradizione mitteleuropea. Numerosi ritratti di benefattori dell’istituto,
quasi tutti della famiglia Serristori, sovrastano gli scaffali di questa sala che
non nasconde il gusto del secolo passato, costituendo tuttavia un invidiabile insieme, degno di competere con i
numerosi musei dell’arte farmaceutica
sparsi in tutta Europa.
A. C.
Indice
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
Farmacia
Dall’Armi
Farmacia
dell’Università
Farmacia
Petrarca
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
Farmacia
S. Giuliano
Farmacia
al Redentor
Farmacia
Minisini
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE
Farmacia
Alvigini
Farmacia
Cairoli
Antica Farmacia
Guareschi
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEMBRE
Farmacia
Franceschi
Antica
Farmacia
Grimaldi
Antica
Farmacia
Lombardo
L’ACCADEMIA ITALIANA
DI STORIA DELLA FARMACIA
- FONDATA NEL 1950 invita tutti coloro che amano l’arte collegata alla storia della
professione a segnalare l’esistenza di antichi arredamenti,
collezioni di ceramiche ed altro materiale impiegato per la
preparazione dei farmaci in epoca preindustriale.
Lo scopo a cui mira il presente calendario è quello di ostacolare
la progressiva scomparsa delle nostre autentiche radici.
Presidenza dell’Accademia: dr Antonio Corvi
Via Nova, 15 - 29100 Piacenza
Tel. 0523 338434 - 384830 - Fax 0523 312574
L’associazione all’Accademia è consentita a chi condivide
questo pensiero. Chiedete le informazioni preliminari e un
saggio della nostra rivista A.M.
Farmacia
Dell’Ospedale
Serristori
Farmacia Dall’Armi
Pattini dr. Alberto e dr.ssa Alessandra
Piazza Duomo, 10
38122 Trento
Tel. 0461 236139
L
a farmacia Dall’Armi, situata sotto i portici nord orientali di piazza del Duomo a
Trento, possiede antiche e nobili origini:
basti pensare ai vari illustri personaggi che si sono
susseguiti come proprietari e speziali nell’arco di
sei secoli. Il palazzo Dall’Armi, ubicato ai numeri
civici 10 ed 11 sotto i portici tardo medievali, fu
fatto costruire dai conti Balduini a metà del 400
e poggia in parte le sue fondamenta sul cardo
massimo della strada romana imperiale Claudia
Augusta.
La facciata rivolta verso la torre Civica e la piazza
del Duomo, realizzata nel periodo clesiano, presenta sei belle finestre archivoltate rinascimentali, un verone con ringhiera in ferro battuto e due
porta-bandiera in ferro battuto, mentre sotto i
portici merita attenzione l’incorniciatura lignea di
noce. L’arredamento della farmacia fu realizzato
dagli artigiani Luigi ed Ernesto Segantini nel 1906
su progetto di Giovanni Telaiti per commissione
del farmacista proprietario Rinaldo TamaniniDall’Armi. II mobilio è stato realizzato in noce in
stile liberty (in base all’influenza dei secessionisti
viennesi) con particolari intagliati nel legno di color ottone, secondo il gusto dell’epoca di impronta
austro-ungarica.
Tra i secoli 1400 e 1900 solo tre famiglie assunsero la proprietà della farmacia Dall’Armi: Balduini (dal 1400 al 1532), Crivelli (dal 1532 al 1772)
e Dall’Armi (dal 1772 al 1928). I conti Balduini,
notissimi medici e speziali, abitavano nella parte
occidentale della piazza del Duomo, nel palazzo
che ancora oggi prende il nome di Palazzo Balduini. Il notaio Balduini fu il padre di Arcangelo
e di Girolamo, illustri speziali e medici e proprietari della farmacia. Arcangelo, console della città
nel 1473 divenne medico personale del Principe
Vescovo Giovanni IV Hinderbach ed in seguito
del Principe Vescovo Uldarico III de Frundsberg.
L’anello di congiunzione nella conduzione della
farmacia tra la famiglia Balduini e la famiglia Crivelli avvenne nel 1525, quando il conte Andrea
Crivelli, divenuto membro del Magistrato consolare di Trento, sposò Aurelia, figlia dello speziale
Girolamo Balduini. Andrea fu il più illustre speziale della farmacia e fu un uomo dalle spiccate doti
di ingegno rinascimentale, come dimostra il fatto
che riuscì ad emergere in vari campi della scienza.
Svolse l’attività di procuratore legale curando gli
interessi di due notevoli nobili dell’epoca, Giovanni Antonio Pona detto Geremia e Antonio Giroldi
a Prato e fu eletto tesoriere e procuratore della città. Assunse anche le funzioni di maggiordomo del
principe Vescovo ed assistente dell’ingegnere che
si occupava della costruzione
del Magno Palazzo (Castello
del Buonconsiglio) ed in seguito assunse la
sovrintendenza
alla costruzione
del “Castello
Novo” commissionata da
Bernardo Clesio.
La farmacia rimase in mano
alla
famiglia
Crivelli
fino
a quando, nel
1772, Bartolomeo Antonio
Dall’Armi, medico ed apotecario, ereditò la farmacia in seguito alla morte
del conte Dionisio Crivelli, medico e speziale e
fratello di Marta Crivelli che aveva sposato Andrea Dall’Armi. Il figlio Francesco Dall’Armi e
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poi sua moglie Teresa ereditarono la proprietà
della farmacia in seguito alla sua morte. La vedova Dall’Armi nominò prima direttore Giuseppe
Bertamini e poi suo figlio Francesco (1822-1871).
Teresa Dall’Armi trasmise poi per titolo ereditario al nipote Rinaldo Tamanini la proprietà della
farmacia. Illustre protagonista della storia trentina
diresse per quarantadue anni il Corpo dei “Civici
Zappatori Pompieri”, rimase a capo della farmacia
per cinquantasette anni fino a quando non fu rinchiuso nel campo di concentramento di Katzenau
a causa delle sue ideologie irredentiste. La farmacia passò poi per un breve periodo al dott. Eligio
Armanini e poi al cav. dott. Angelo Paolazzi.
Dopo la seconda Guerra Mondiale fu acquistata
nel 1948 dal dott. Icilio Pattini che la gestì fino
al 1976 per poi cederla in eredità al figlio dottor
Alberto Pattini in base al decreto regio del 1830
che stabiliva la farmacia di diritto alienabile e non
personale in quanto esistente alla data del 1775.
Per oltre trentacinque anni il dott. Alberto Pattini
ha diretto la farmacia contando sulla preziosa collaborazione della moglie Aurora Prati e nel 2011
ha affidato la direzione della farmacia alla figlia
dottoressa Alessandra Pattini.
Alberto e Alessandra Pattini
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Gennaio
Farmacia dell’Università
dr. Giorda
Via Po, 14
10123 Torino
Tel. 011 8125907
www.farmaciauniversita.it
fotografia: studio fotografico biancoenero-vercelli
A
rrivando da piazza Castello e percorrendo i lunghi portici di via Po, densi
di attività commerciali di ogni tipo,
di antica e nuova tradizione, al n° 14 si scorge la devanture in legno con insegna a vetro
degli anni ‘40 della Farmacia dell’Università.
All’interno l’arredo in stile ottocentesco (ma
costruito probabilmente agli inizi del ‘900)
si propone a sviluppo semicircolare e alterna armadi a vetrina a scansie a giorno, decorati con piccoli capitelli arrotondati e dorati.
L’armadio centrale, dietro al bancone a semiluna con marmo grigio e fregio a serpenti
intrecciati, presenta una grande nicchia a
vetro e specchio che originariamente proteggeva una tela raffigurante la Vergine, poi
sostituita da putto in marmo e ora da un albarello di recente manifattura.
Ai lati sinistro e destro il barometro e l’orologio.
I vetri degli armadi laterali hanno struttura
in piombo e decori fogliacei in oro che si
ripetono sui vetri degli sportelli, con ripiani a scaletta, ai lati delle belle porte decorate (si legge la firma del valente vetraio C.
JORGER-TORINO).
La porta a sinistra permette di accedere ad
altro locale, ove oggi si svolge l’attività di dispensazione, forse un tempo ospitava una
macelleria in quanto è presente la scala che
porta alla sotterranea cella frigorifera.
Numerosi stipetti sono nascosti tra gli armadi che nella parte sottostante presentano
antine in radica di noce bionda con maniglie
in ottone a foggia di piccolo serpente.
Originariamente collocata presso i locali della vicina Università e forse traslocata
negli attuali dopo i bombardamenti di via
Po durante il secondo conflitto mondiale,
annovera fra i precedenti titolari i nomi dei
dottori TORTA, FERRERO e DESANTIS.
I piccoli stucchi del soffitto, la coppa di Igea
riportata sui mobili e rappresentata nel mosaico a pavimento in marmo verde, le tre
sedie in stile, arricchiscono l’arredo di questa elegante farmacia torinese, diretta dalla
giovane dott.ssa Tiziana Giorda, titolare dal
2009, che con entusiasmo e particolare predisposizione famigliare accoglie l’affezionata clientela cittadina e di passaggio, piacevolmente abituata ad ammirare questo piccolo
scorcio di salotto farmaceutico.
Carlo L. Bagliani
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Febbraio
Farmacia Petrarca
dr. Cazzani
Piazza Francesco Petrarca, 4
27100 Pavia
Tel. 038 2301445
L
'accuratezza con cui vennero definiti
gli ambienti della Farmacia Pedotti
di via Garibaldi è confermata anche
dall’importante arredo del retro, utilizzato
successivamente per la Farmacia Petrarca.
Paraste ioniche scanalate con basi e capitelli
dorati inquadrano la scaffalatura a vista.
La zoccolatura, il bancone e le porte presentano una nitida decorazione a losanghe;
i riquadri che costituiscono le sovrapporte,
profilati da una cornice decorata a fogliette,
si fregiano di una corona di quercia e d’ulivo circondata da un intrico di serpi... (Luisa
Erba, 1991).
Anche la Farmacia Petrarca, come la Pedotti, faceva parte della Società FAPA (Farmaceutica Pavese), ed era collocata in Strada
Nuova, nella sede attualmente occupata
dall’Armeria Fracassi.
Fu Alessandro Bonalumi (che nel 1926 insieme al Pecci e al Rusconi aveva dato vita
alla FAPA), nel 1930, a trasferire la farmacia
in piazza Petrarca nei locali che occupa tuttora.
Ecco perchè gli arredi del retro della Farmacia Pedotti sono alla Petrarca: esse negli
anni ‘20 erano affiliate e facevano parte dello stesso “consorzio”.
Ad Alessandro Bonalumi subentra il figlio
Antonio e nel 1977 il dott. Mario Cazzani.
Il dott. Cazzani, orgoglioso della sua bella
farmacia in stile primo Impero, mostra i
dieci vasi in porcellana decorata con piccole
palme e colori vivaci, e racconta delle tante cartine di acido acetilsalicilico e caffeina
che la farmacia preparava quando ancora da
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piazza Petrarca partiva il treno (“gambadilegno”) che diretto arrivava a Milano e dei
tanti viaggiatori che intorno alla farmacia si
radunavano.
Interessanti i Verbali di Visita del 1918 e del
1928, dove compaiono i nomi del Bonalumi
e del Rusconi, ed il “Registro dei Veleni” del
1925 (utilizzato ancora fino al 1996 dal dott.
Cazzani) dove sono registrate le uscite di
anidride arseniosa, sublimato corrosivo e acetato di
piombo (che veniva utilizzato per fare l’acqua
vegeto-minerale da usarsi negli impacchi
contro le contusioni).
Tanti erano i clienti che provenivano dai
paesi vicini (Lardirago, Gropello, etc.) e che
si fermavano davanti alla farmacia prima di
prendere il treno “gambadilegno”.
Carlo L. Bagliani
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Marzo
Farmacia S. Giuliano
dr. M. L. Tomellini
Via Cavour, 5
21053 Castellanza (VA)
Tel. 0331 501122
Accademia italiana
di storia della farmacia
Via Nova, 15 - 29100 Piacenza - Tel. 0523 338434
Orciolo e albarelli, manifatture di Montelupo Fiorentino del xvi secolo
Progetto e realizzazione editoriale: Ediprima s.r.l
Via S. Merli, 60 - 29122 Piacenza - Tel. 0523 388953 - Fax 0523 331912 • www.ediprima.com • e-mail: [email protected] • ftp://www.ediprima.com
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