IN VIAGGI
… per conos
IN VIAGGIO
. …
MI SCOPRO
LA DISCONTINUITÀ COME
ELEMENTO CHE CREA PROGRESSO.
PERCORSO LINGUISTICO CLASSE 3^ B
SCUOLA PRIMARIA PLESSO R. FUCINI
CIRCOLO DIDATTICO E. SOLVAY
Anno scolastico 2013/2014
Lo aveva già capito Einstein
VEDIAMO COME…..
PRIVILEGIAMO IL MOMENTO DELLA
DISCUSSIONE
 I bambini si offrono a turno di presentare il
proprio oggetto ai compagni. L’esposizione
orale è libera e personale.
 Segue una serie di domande da parte dei
bambini per avere più informazioni e per rendere
più ricca l’esposizione, invitando il bambino che
espone ad utilizzare aggettivi e qualità più
appropriati.
 Dopo la negoziazione per una descrizione orale
più chiara, i bambini sono invitati a descrivere il
proprio pupazzo liberamente, con un breve testo.
ORA SCRIVIAMO
Il momento dell’autovalutazione
 Vengono sorteggiati tre testi
da leggere alla classe.
 Fra questi tre i bambini
scelgono quello che sembra più
completo.
 La classe dovrà eseguire il
disegno dell’oggetto descritto
senza poterlo vedere.
 Intanto il pupazzo descritto è
stato nascosto.
 Poi tiriamo fuori il pupazzo
dall’armadio.
 Se i disegni si avvicinano molto
al vero, la descrizione è ben
fatta.
 In caso contrario i bambini
discuteranno per cercare di
capire perché il disegno è
lontano dal reale.
ECCO LA DISCONTINUITA’
che crea il cambiamento di rotta.
I disegni non danno il risultato sperato e la classe comincia a
discutere il perché.
Tommaso N.:” Non sono stati usati gli aggettivi appropriati.”
Martina C.:” Non ha descritto le zampe ed io non sapevo come farle!”
Christian:” Non ha seguito un ordine ed è stato difficile disegnarlo, io
non riuscivo ad immaginarlo e poi non ci ha detto della coda!”
L’INSEGNANTE MEDIATORE E GUIDA
Questo risultato è servito per guidare i bambini a
cercare una soluzione.
Questa crisi ha messo in evidenza una discontinuità
nel percorso. Durante un lavoro costruito in classe
dai bambini, non sempre si ottengono i risultati
previsti. Nella lezione frontale tutto è già stabilito, la
nostra vecchia programmazione, il modo di fare
didattica in classe era lineare, predefinita, non
ammetteva conflitti, non necessitava negoziazioni. Il
sapere si trasmetteva e il bambino lo “ingoiava”, ma
non lo digeriva. Anzi lo dimenticava . Adesso lo
costruisce .
IL BAMBINO RISOLUTORE
Ecco che il bambino diventa risolutore, prova a
proporre, prova a negoziare e si allena ad accettare le
opinioni dell’altro e l’insegnante in tutto questo è
soltanto un arbitro, perché si fida dei bambini e i
bambini lo avvertono. Sono questi i momenti più
costruttivi del percorso perché imparano a “SAPER
ESSERE” e l’insegnante favorisce l’autostima. Anche i
più timidi osano di più perché non sono di fronte alla
richiesta diretta dell’adulto, ma si sentono invitati dal
gruppo.
In questo modo il processo di apprendimento dei
bambini diventa commovente e gratificante.
COME RISOLVERE IL PROBLEMA?
Costruiamo una scaletta guida per descrivere un
oggetto.
I bambini dettano alla maestra le caratteristiche
necessarie per guidare la descrizione di un oggetto.
UNA NUOVA COMPETENZA
Sono questi i momenti più costruttivi del percorso
perché imparano a “SAPER ESSERE” e l’insegnante
favorisce l’autostima. Anche i più timidi osano di più
perché non sono di fronte alla richiesta diretta
dell’adulto, ma si sentono invitati dal gruppo.
In questo modo il processo di apprendimento dei
bambini diventa commovente e gratificante
UNA NUOVA GESTIONE DELLA
CLASSE
• Si formano due squadre;
• I bambini nominano il loro coordinatore;
• Viene consegnato un oggetto a ciascuna squadra,
senza che ogni squadra veda l’oggetto dell’altra;
• Le squadre lavorano in aule diverse per descrivere
l’oggetto assegnato, dandosi dei criteri.
Nel vedere i bambini lavorare da soli sono rimasta stupita di
come si sono autoregolati sia dal punto di vista disciplinare
che metodologico imparando una nuova competenza:
QUESTO E’ SAPER FARE
…nel gioco di squadra
UN LAVORO AUTOGESTITO…
I bambini stanno lavorando da soli: si danno regole di gestione
del gruppo, regole di partecipazione, di attenzione e si
sentono liberi. Anche i bambini più agitati hanno sentito la
responsabilità di lavorare con serietà.
IN UN LABORATORIO PER
IMPARARE AD OSSERVARE.
La valenza di questo
gioco sta nel fatto
che i bambini fanno
esperienza:
• guardano l’oggetto
con metodo scientifico
cercando parole adatte a
spiegare forma colore
dimensioni e dettagli;
• si servono entrambe le
squadre della scaletta
preparata insieme.
• utilizzano il dizionario
dei sinonimi e contrari.
IL SUCCESSO
Ultimata la descrizione si riuniscono le
due squadre per la verifica finale.
Vince la squadra che riesce a fare
indovinare agli altri il proprio oggetto.
PER FORTUNA IL RISULTATO E’ UN
PAREGGIO!
Questo è stato un modo nuovo per
autovalutarsi e il risultato ha decretato
per tutti la capacità di descrivere un
oggetto.
IL TESTO DELLA PRIMA SQUADRA
IL TESTO DELLA SECONDA SQUADRA
IL TESTO D’APPOGGIO
Nella lezione successiva viene presentato
un testo d’appoggio per rinforzare quanto
imparato, al fine di eseguire una chiara
descrizione . Tale testo viene dettato, per
rendere più movimentato il lavoro e poter
eseguire una verifica ortografica.
I BAMBINI LAVORANO SUL
TESTO D’APPOGGIO …
DETTATO
… E SCOPRONO CHE UNA DESCRIZIONE
BEN FATTA CI FA IMMAGINARE MEGLIO CIO’
DI CUI SI PARLA E CHE QUANDO UN
AUTORE DESCRIVE NON RISPETTA UN
ORDINE PRECISO.
FINESTRA DI RIFLESSIONE
Alcuni bambini scoprono che quando descriviamo un oggetto si
usa la terza persona perché l’oggetto è il protagonista del testo.
Successivamente si chiede se il testo è piaciuto.
Qualcuno risponde di no:
Simone B. : Ma questo testo sembra un elenco della spesa!
Martina C.: E’ vero è un elenco di qualità.
A questo punto intervengo per far capire che stiamo descrivendo
un oggetto, parliamo solo di come è fatto e questo testo si
chiama descrizione OGGETTIVA. Quando uno scienziato descrive
un fenomeno usa la terza persona e non aggiunge altro.
I nostri sensi ci informano su forme, colori, dimensioni , odori,
rumori e sul tipo di effetto che l’oggetto dona al tatto.
LA VERIFICA
I BAMBINI ADESSO POSSONO RECUPERARE TUTTE
LE INFORMAZIONI SU UN TESTO DESCRITTIVO E
PROVANO A DESCRIVERE UN PUPAZZO SCELTO FRA
QUELLI PORTATI DAI BAMBINI. ED ECCO
BOBONE.
Dalla descrizione oggettiva
a quella soggettiva
I bambini a questo punto del percorso sono
abbastanza critici, sono più abituati a discutere
e affermano di non essere attratti da un testo
che descrive solo le caratteristiche fisiche.
Come fare per rendere il testo più piacevole?
Simone B. : Si potrebbe aggiungere qualche
paragone!
Manaseb: Si potrebbero aggiungere dei
commenti personali.
Mettiamoci il cuore
Io suggerisco di mettere il cuore in ciò
che si descrive e chiedo:
“Cosa vuol dire mettere il cuore?”
Manaseb: “Dire chi ce l’ha regalato, da
quanto ce l’abbiamo!”
Martina C.: “Dire cosa abbiamo fatto la
prima volta che lo abbiamo visto.”
Cecilia: “Ma io non le so tutte queste
cose!”
L’INTERVISTA A
CASA
 I bambini preparano l’intervista per i genitori.
 i piccoli giornalisti scrivono liberamente e
questo rende il lavoro più motivante.
 ogni intervista preparata viene letta e ognuno
può intervenire per chiarimenti se le domande
non sono coerenti e ordinate secondo una
logicità.
Questo nuovo modo di fare
didattica crea quella discontinuità,
quella crisi, che alla fine conduce al
successo. I bambini mettono in atto
tante competenze: chiedono,
criticano, suggeriscono nuove
strategie, risolvono, cooperano.
Se avessimo imposto la nostra
intervista , avremmo chiesto ai
bambini di dimostrare di saper
eseguire solo l’ ennesimo dettato
ortografico.
LA MAMMA RISPONDE
ALL’INTERVISTA
LE RISPOSTE DELLA
MAMMA MI AIUTANO AD
ARRICCHIRE IL MIO TESTO SUL
MIO PUPAZZO.
Attenzione alla coerenza!
METTIAMOCI ALL’OPERA!
RIORDINIAMO LE INFORMAZIONI
RACCOLTE
L’insegnante invita i bambini a:
 Recuperare la descrizione oggettiva
dell’oggetto.
 Utilizzare le informazioni raccolte con
l’intervista
 Scrivere un nuovo testo più ricco ed
emozionante del precedente.
IL NOSTRO TESTO
SOGGETTIVO
IL TESTO
D’APPOGGIO
CONSOLIDA LE
NOSTRE
SCOPERTE
I bambini nel testo
scoprono la voce
narrante che parla in
prima persona.
UN ALTRO LABORATORIO:
LAVORIAMO A COPPIE
 I bambini vengono
disposti a coppie o a
gruppi di tre e devono
descrivere il pupazzo di
uno di loro.
 Ognuno individualmente
descrive l’oggetto.
DUE PRODUZIONI PERSONALI A
CONFRONTO
 IL TESTO DI TOMMY, PROPRIETARIO DEL PUPAZZO...
…E QUELLO DI MATTEO
IL PUNTO DI VISTA…
NON SOLO NELL’ARTE DELLA SCRITTURA,
MA NELLA VITA
 SI LEGGONO I TESTI DI OGNI GRUPPO E SI CHIEDONO ALLA CLASSE
LE DIFFERENZE RISCONTRATE.
 SIMONE: SONO DIVERSI PERCHÉ IL PROPRIETARIO DEL PUPAZZO HA
RACCONTATO ANCHE LE SUE EMOZIONI
 TOMMASO N.: “LA DESCRIZIONE SOGGETTIVA DI CHI NON ERA
PROPRIETARIO E’ DIVERSA PERCHE’ NON HA VISSUTO CON LUI.”
 I BAMBINI HANNO SCOPERTO IL PUNTO DI VISTA ED È UN PASSO
IMPORTANTE PER FARLI USCIRE DAL LORO EGOCENTRISMO E
CONOSCERE L’ALTRO ATTRAVERSO LA DESCRIZIONE DELLE
EMOZIONI ALTRUI.
ENTRIAMO
NELL’IMMAGINARIO:
il punto di vista del
pupazzo
DISCUSSIONE
MA COME MI VEDREBBE IL MIO
PUPAZZO PREFERITO?
IMMAGINIAMO CHE IL
PUPAZZO CI POSSA
OSSERVARE E POTESSE
PARLARE DI NOI
CONCLUSIONI
CIO’ CHE INIZIALMENTE SEMBRAVA IMPOSSIBILE, PIANO PIANO E’
STATO REALIZZATO CON SUCCESSO PERCHE’ TUTTO CIO’ CHE FANNO I
BAMBINI E’ BEN FATTO.
L’INSEGNANTE HA UN RUOLO NUOVO:
 E’ CHIAMATO A FRENARE LE PROPRIE AMBIZIONI E A RACCOGLIERE
CON PAZIENZA I FRUTTI CHE OGNI BAMBINO SA DONARE SENZA
PRESENTARE UNA LEZIONE GIA’ CONFEZIONATA E SOPRATTUTTO
SENZA ANTICIPARE CIO’ CHE I BAMBINI SCOPRIRANNO INSIEME.
 DEVE MOSTRARE LA CAPACITA’ DI GUIDARE, MODERARE O
INCENTIVARE LA LORO PARTECIPAZIONE.
 DEVE SAPER GESTIRE LA CLASSE E DEVE SAPERE DOVE VUOLE
ANDARE
 PREPARARE L’AMBIENTE IN MODO CHE IN CLASSSE SI RESPIRI UN’
ARIA SERENA E CONFIDENZIALE TALE DA PROMUOVERE UN
APPRENDIMENTO PERMANENTE.
 SCEGLIERE POCHI NUCLEI FONDANTI NEL SUO CURRICOLO.
Scarica

In viaggio... mi scopro