UN LABORATORIO... PER LA
CONTINUITA’
Progetto di continuità tra la scuola dell’infanzia di Villa
Meglia, la Casa dei Bambini Montessori, le scuole
elementari San Martino e San Lorenzo e la scuola
media G. Pascoli
“L’arte di insegnare consiste tutta e soltanto
nell’arte di destare la naturale curiosità delle
giovani menti, con l’intento di soddisfarla in
seguito” (Anatole France)
Un laboratorio... per conoscerci
Come saremo accolti dagli alunni più grandi ?
Questo timore accompagna, quasi sempre, i bambini che si
apprestano a cambiare ordine di scuola.
Spesso il timore nasce dalla non conoscenza .
Gli insegnanti dei tre ordini di scuola, grazie al progetto
continuità, hanno organizzato una esperienza diretta con i
bambini della Scuola dell’ Infanzia e con i futuri compagni della
Scuola Media..
Noi alunni della classe quinta del plesso San Martino abbiamo
preparato un laboratorio sui profumi.
Le finalità
 Le finalità sono quelle di insegnare ai bambini a ricercare le
giuste informazioni per “imparare a fare qualcosa” (nel nostro
caso il profumo) in un clima collaborativo in cui ognuno ha un
ruolo.
 Questa collaborazione diretta, con la presenza discreta degli
insegnanti, ha permesso ai bambini di dialogare, di aiutarsi, di
scambiarsi opinioni ed esperienze.
 Nel laboratorio, così diverso dall’aula, i bambini hanno
guardato, ascoltato,odorato, toccato, cercato di capire e creato
un profumo personale.
Gli obiettivi del progetto
 Ricercare informazioni sia sui libri, riviste, musei, internet e sul





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territorio;
scegliere, classificare ed elaborare informazioni e conoscenze;
conoscere l’utilizzo del profumo nella storia e nelle tradizioni;
studiare il suo processo di realizzazione;
imparare a creare un profumo usando sia le essenze che le erbe
aromatiche;
saper comunicare ad altri la propria esperienza;
collaborare e cooperare per raggiungere obiettivi comuni;
documentare in forma multimediale il percorso
Il metodo
Le metodologie utilizzate sono:
 la ricerca
 l’apprendimento per tentativi ed errori
 il cooperative learning.
I bambini dovranno sperimentare le varie composizioni delle
essenze fino a trovare una profumazione gradevole. Ogni
bambino creerà il proprio profumo scegliendo tre essenze e
indicandone la composizione.
Il lavoro didattico, vista la complessità delle informazioni, è stato
adeguato alle diverse età degli alunni ospiti.
Le fasi
 Ricerca di informazioni sul profumo e sulla sua storia;
 drammatizzazione sull’uso del profumo nella storia e
nella tradizione;
 gita a Grasse per visitare il Museo e la fabbrica dei
profumi;
 attività di laboratorio;
 i bambini cercano di condividere le loro esperienze con
tutti i bambini ospiti.
BENVENUTI NEL MONDO DEI
PROFUMI!
“I profumi ci fanno capire i valori e i costumi
delle culture che li generano, sono preziosi
strumenti d’analisi storica e sociologica”
(da Histoire en parfums di Arielle Picaud)
Sentire non è un atto volontario: la respirazione conduce
spontaneamente gli odori verso la cavità nasale.
Il naso non è sempre l’organo dell’olfatto. Negli animali,
può presentarsi sotto forma di una lingua biforcuta
(serpenti) o di antenne (farfalle)
Il profumo nella tradizione…
alla nascita di Gesù, i Re Magi offrono in omaggio incenso e mirra,
due resine profumate, preziose e rare quanto l’oro !
“…Lei ha unto i miei piedi di profumo” da Luca (26 8,2)
 Questo è uno dei momenti più densi di significati
spirituali dei Vangeli. Protagonista è Maria di Magdala,
la Maddalena, peccatrice che si riscatta nel suo amore
per Gesù.
A, Taggia, in un bosco dove sorge una
chiesetta dedicata a Santa Maria
A, Taggia,
in un bosco doveogni
sorge una
chiesetta
a Santa
Maddalena,
anno,
adedicata
luglio,
si Maria
Maddalena, ogni anno, a luglio, si celebra una festa in cui i
“Maddalenanti”(componenti
della confraternita)
celebra una festa
in cui i confezionano degli
alberelli ornati di lavanda odorosa, per ricordare l’episodio del Vangelo.
“Maddalenanti” (componenti della
confratenita) confezionano degli
alberelli ornati di lavanda odorosa, per
ricordare l’episodio del Vangelo.
Le piante odorose vengono messe nell’alambicco.
L’alambicco fu inventato nell’anno 1000 da Avicenna, un medico
arabo.
La Scuola dell’Infanzia Villa Meglia ascolta la
spiegazione del maestro prima di entrare nel
laboratorio.
Avicenna scoprì che facendo bollire in un alambicco dei fiori, parte
della loro essenza, profumatissima ed in minima quantità, passava
nel distillato.
E’ pronto il distillato che…al profumiere, chiamato familiarmente,
“naso”, servirà per creare un nuovo profumo.
A Versailles, esiste una scuola per “nasi”. Per accedervi bisogna
riconoscere almeno 400 odori diversi.
Dopo un anno i partecipanti saranno in grado di individuare almeno
1500 odori. I “super nasi”, 10 in tutto il mondo, dopo 10 anni di
studio, riconoscono circa 3.500 odori.
La creazione di un profumo è un’opera d’arte, come un’opera
musicale. Il “naso” sceglie le essenze come un compositore
sceglie le note.
E’ nella scelta dei diversi prodotti che mescolerà e nelle loro
proporzioni che si rivela il genio del creatore e da cui dipende il
successo di un profumo.
Curiosità.
Da mangiare o da odorare?
Nel piatto, grasso di bue e fiori di gelsomino. E’ “l’enfleurage”
Fin dall’antichità, l’uomo aveva potuto osservare che alcuni grassi
assorbivano gli odori. Erano così nate delle tecniche particolari.
Una di queste tecniche era “l’enfluerage” che consisteva nel
disporre fiori freschi e delicati (gelsomino., violetta…) su di uno strato
di grasso. Per il gelsomino bisognava utilizzare circa 1.000 chili di
fiori per ottenere 1 litro di essenza pura, con costi notevoli!
Fino all’inizio del 1900, i profumi erano naturali, poi le essenze
cominciarono ad essere costruite chimicamente.
Nel 1921 fu inventato il primo profumo moderno, un profumo
sintetico: Chanel N° 5. Il numero 5 corrispondeva al numero
civico dell’atelier di Coco Chanel.
Grasse, città famosa per la produzione di essenze e profumi, era già nota nel
Medio Evo, per la coltivazione di piante aromatiche e perché sede di numerosi
artigiani e conciatori di pelli.
Oggi si può visitare la fabbrica dei profumi Fragonard e il Museo del Profumo.
Nell’antichità si curava già con olii essenziali (aromaterapia). Oggi
questa tecnica sta tornando di moda.
L’aroma di mela e cannella fa scendere la pressione dei malati e
delle persone nervose.
Perché il limone elimina la paura dell’ascensore? Mistero.
Si dice che nel momento della morte, i santi emanassero talvolta
un profumo di fiori. Santa Teresa avrebbe emanato un profumo di
violette e rose.
Una volta si facevano mazzetti di lavanda per profumare cassetti ed
armadi.
Il profumo nella storia
Non sappiamo se l’uomo preistorico fosse sensibile ai profumi.
Bisogna aspettare le civiltà egizie e sumeriche perché
l’Occidente conoscesse il ruolo importante delle materie prime
odorose, componenti essenziali dei riti religiosi, simbolo di
potere, raffinatezza e piacere.
Reperto gentilmente
offerto dall’alunno
Champollion che
giura…appartenesse ad
un suo trisavolo.
Il nostro percorso storico alla Scuola Media
Pascoli.
Le egiziane…
Dall’ Egitto l’uso dei profumi si diffuse agli altri popoli dell’Oriente e
seguì di pari passo lo sviluppo delle varie civiltà.
A Roma

I Romani
profumavano
le loro
case
e persino
i
Fino
al primo secolo
avanti Cristo,
due frasi
riassumono
ciò che
loro cani
cavalli.
si pensava
dei eprofumi.
“Una donna ha un buon odore
quando non ha nessuno odore”
(Plauto)
“Si apprezza molto di più ciò che
sa di terra di ciò che sa di
incenso”
(Cicerone)
Un secolo più tardi... tutto è cambiato.
Le rappresentazioni pubbliche e le feste sono sempre accompagnate
da spruzzi di profumo, oli profumati e unguenti orientali.
I Romani profumavano le loro case e perfino i loro cani e cavalli.
.
“Secondo la stima più bassa l’India, la Cina e la Penisola
Araba, sottraggono al nostro impero 100.000.000 sesterzi
all’anno”
scrive Plinio in un’epoca in cui un solo sesterzo rappresenta
la paga di un lavoratore.
Nel Medio Evo
Nella prima parte dell’epoca, il rigore imposto dalla Chiesa cattolica e la sua
influenza sui costumi occidentali determina il declino dell’uso profano dei
profumi.
Il profumo, tuttavia, acquista un ruolo igienico e terapeutico importante, nel
1348, quando i medici cominciano a diffidare dell’acqua, a causa della peste
nera che distrusse un quarto della popolazione europea.
Essi pensavano che l’acqua,aprendo i pori della pelle, avrebbe favorito
l’ingresso nel corpo dell’aria pestilenziale. Le sostanze odorose dovevano
sostituire l’acqua nella pulizia.
Le maschere usate dai medici per
difendersi dalla peste erano di cuoio.
Il Rinascimento
Il gusto per il lusso del Rinascimento, rilancia i profumi, tanto più
che in questa epoca ci si profuma più di quanto ci si lavi!
A Versailles
Alla corte del Re Sole si profuma tutto: corpo, capelli,
parrucche, vestiti, guanti, scarpe, mobili, lettere, fazzoletti…
C’è da dire che non ci si lava praticamente mai !
Luigi XIV, prima di diventare allergico al
profumo per averne abusato, si lavava così:
le mani con alcool di vino, la pelle con
saponette di Bologna agli agrumi e asciutte,
i capelli con olio alla rosa, alla lavanda e al
gelsomino
Col passare del tempo l’uso del profumo diventa sempre più
generalizzato, le tecniche di produzione si affinano grazie anche
allo sviluppo dell’industria e alle scoperte della chimica che
consentono di abbassare i costi e di avere prodotti abbondanti.
Oggi profumi e aromi scandiscono la nostra vita quotidiana.
Le materie prime.
Origini animali
Il daino muschiato
maschio dell’Himalaia
porta sul davanti
dell’addome un sacco che
si riempie di una sostanza
odorosa per attirare la
femmina.
Il daino viene ucciso, il
sacco tolto e seccato e il
contenuto venduto con il
nome di “muschio”.
“L’ambra grigia” è
costituita da calcoli che si
formano nello stomaco
del capidoglio e vengono
trovati sulle spiagge.
Origini vegetali.
La gran parte delle materie prime proviene dai vegetali (più di
300.000 specie sulla Terra).
Visita a Grasse
Il Museo del profumo: storia e lavorazione del profumo
La fabbrica dei profumi Fragonard
La guida ci spiega e ci mostra le fasi di lavorazione del profumo.
In questa specie di
vasi, che raccolgono
le essenze, si
possono sentire tanti
odori.
In questi recipienti c’è il grasso di origine animale, elemento base
per preparare “l’enfluerage”.
Il laboratorio del “naso”, ma lui non c’è.
La guida ci spiega che il “naso” non può lavorare per molto tempo di
seguito.
Finalmente possiamo odorare tanti profumi ed acquistare
qualche regalino. Quante belle cose che ci sono qua, non
solo profumi, ma anche saponette, creme, oli...
Il laboratorio
Per allestire il nostro laboratorio, ci procuriamo le erbe aromatiche,
l’alambicco e le essenze.
Alcuni bambini mettono l’acqua nell’alambicco…
altri preparano e aggiungono le erbe
aromatiche.
Alcuni fanno odorare le essenze
Chiodi di garofano, citronella (che tiene lontane le zanzare)...
Fiori di lavanda
Incenso e mirra
Aspettiamo il distillato dall’alambicco
Questa bambina ha appena creato il suo profumo e sta scegliendo il
nome.
Confrontiamo odori diversi.
I bambini della “Casa dei bambini” Montessori stanno
toccando la mirra.
Il nostro caro direttore è venuto a farci
visita nel laboratorio…
…abbiamo ricevuto visite anche dall’estero.
Questa gentile signora è una professoressa svedese
venuta nella nostra scuola per il Progetto Comenius.
Gli amici della Scuola Media Pascoli assistono al
nostro percorso sui profumi.
La ricostruzione del percorso storico che
noi abbiamo allestito alla Scuola Media.
Il nostro “naso” fa odorare le essenze. Gli amici delle
medie possono sceglierne tre, fra quelle che
preferiscono, e creare il loro profumo a cui daranno un
nome.
Controlliamo il distillato…
Abbiamo creato un nuovo distillato con i fiori di
lavanda.
Prepariamo i profumi per i nostri amici.
A loro volta, i ragazzi della scuola media
“G.Pascoli”
aiutati dalla Professoressa, Sara Muraglia,
hanno presentato degli istruttivi ed interessanti
esperimenti scientifici
Così tra provette, fornelli, calamite, ma
anche tra semplici bottiglie di plastica ed
imbuti.
hanno proposto alcuni esperimenti scientifici:
La dilatazione dei solidi,
la dilatazione dei liquidi,
la dilatazione dei gas.
Sembrava proprio facile eseguire questi esperimenti e
così abbiamo provato anche noi.
Abbiamo separato con la calamita, da un miscuglio,
la limatura di ferro dallo zolfo.
Conoscendo e lavorando con gli alunni e i professori
della Scuola Media, il nostro timore è, in parte,
svanito.
E il prossimo anno…
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