UNIONE COMUNI VAL D’ENZA
SERVIZIO SOCIALE INTEGRATO
PERCORSI E PROTOCOLLO OPERATIVO
PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI RELATIVI AL
MALTRATTAMENTO MINORILE
L’INTERESSE PREVALENTE DEL BAMBINO
L’art. 3 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, approvata dall’Assemblea
generale dell’ONU il 20 Novembre 1989 (ratificata in Italia con la legge
176/91) afferma:
“in tutte le decisioni riguardanti i bambini che scaturiscono da istituzioni di
assistenza sociale private o pubbliche, tribunali, autorità amministrative o
organi legislativi,
l’interesse prevalente del bambino deve costituire oggetto di primaria
considerazione”.
Questo principio si ritiene debba essere esteso anche ai servizi educativi e
alla scuola che partecipano ai percorsi di crescita dell’individuo e che,
attraverso le loro figure professionali, sono risorsa insostituibile a favore del
diritto dei bambini e dei ragazzi ad essere rispettati nei loro bisogni evolutivi
e ad essere tutelati dalla sofferenza prodotta dal loro eventuale
coinvolgimento in condizioni di disagio, maltrattamento e abuso.
LE COMPETENZE DEI COMUNI RISPETTO
ALLE FAMIGLIE CON FIGLI
I Comuni (L’Unione dei Comuni), attraverso l’organizzazione
del Servizio Sociale professionale, svolgono la funzione di
tutela attraverso la realizzazione di tutti gli interventi volti a
tutelare i minori da situazioni conclamate di trascuratezza
e/o abuso favorendo, laddove è possibile, il recupero delle
risorse genitoriali/familiari (prevenzione terziaria).
In quest’ottica i Comuni assumono anche il ruolo di
“rappresentanti” dell’interesse del minorenne nei casi di
allontanamento protettivo (art. 403 c.c.) oltre all’obbligo di
protezione successivamente all’allontanamento, così come
la competenza di predisporre un progetto educativo in suo
favore, nonché di rappresentanza istituzionale nei confronti
dell’utenza, degli altri Enti e dell’autorità giudiziaria.
PARTECIPAZIONE DEI SERVIZI PRE-SCOLARI E DELLA SCUOLA NELLA
PREVENZIONE DELLE SITUAZIONI DI DISAGIO, MALTRATTAMENTO E ABUSO DI
BAMBINI E RAGAZZI
I servizi prescolari e la scuola rappresentano un contesto privilegiato per poter osservare e
cogliere eventuali segnali di disagio e sono risorse indispensabili per la prevenzione delle
situazioni di disagio, maltrattamento e abuso.
Infatti rappresentano:
• le uniche istituzioni da cui passano tutti i bambini e i ragazzi,
• le uniche istituzioni in cui vi rimangono per parecchie ore al giorno e per diversi anni;
• il personale educativo e scolastico conosce i bambini e i ragazzi nella loro quotidianità,
nei loro comportamenti più immediati ed autentici;
• gli insegnanti possono dare tantissime informazioni non solo sul rendimento scolastico,
ma anche sugli atteggiamenti dei bambini e dei ragazzi che possono essere segnali di
disagio prima che la loro situazione di sofferenza diventi così grave da rendere molto
difficile o addirittura impossibile l’intervento di aiuto;
• il luogo in cui i bambini e ragazzi sono coinvolti in una rete di rapporti con la possibilità di
comunicare, di essere ascoltati e di interagire con coetanei e con adulti;
• il luogo dove poter osservare nel tempo i cambiamenti di comportamento dei bambini e
dei ragazzi;
• il luogo di interazione non solo con i bambini e i ragazzi, ma anche con i loro genitori
• il luogo di promozione della partecipazione delle famiglie.
DEFINIZIONE COMPLESSIVA DI DISAGIO,
MALTRATTAMENTO E ABUSO DI BAMBINI E
RAGAZZI
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
“l’abuso o il maltrattamento sull’infanzia è rappresentato da tutte
le forme di cattivo trattamento fisico e/o affettivo, abuso
sessuale, incuria o trattamento negligente nonché
sfruttamento sessuale o di altro genere che provocano un
danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo
sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione
di responsabilità, fiducia o potere”.
LE FORME CLINICHE DEGLI ABUSI
ALL’INFANZIA
Per maltrattamento si intendono anche
“Gli atti e le carenze che turbano gravemente il bambino,attentano alla sua
integrità corporea, al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e
morale,le cui manifestazioni sono la trascuratezza e/o le lesioni di
ordine fisico e/o psichico e/o sessuale,da parte di un familiare o di altri
che hanno cura del bambino”.
(IV Colloquio Criminologico Consiglio d’Europa, Strasburgo 1978)
DEFINIZIONE COMPLESSIVA DI DISAGIO,
MALTRATTAMENTO E ABUSO DI BAMBINI E
RAGAZZI
La letteratura descrive un’ampia gamma di indicatori, ad esempio nell’abuso
sessuale , la cui genericità spazia da
un grado medio,
nel caso di linguaggio scurrile, di conoscenze «eccessive», in relazione all’età in
materia sessuale, di atteggiamenti o giochi erotizzati,
ad un grado più elevato,
come nel caso di - posizioni-reazioni di particolare chiusura/apertura nei
confronti dell’altro sesso,
- di disturbi dell’alimentazione o del sonno o dell’attenzione, o dell’umore,
- di immotivate reazioni di aggressività, di tendenza all’isolamento, di
trascuratezza nell’igiene (o rifiuto di lavare certe parti del corpo), di disturbi
somatici, come la stitichezza ed altro
Qualora ricorrano tali indicatori, seppure non sussiste l’obbligo della denuncia
di reato, è opportuna la segnalazione agli organi di PROTEZIONE
DELL’INFANZIA
LE FORME CLINICHE DEGLI ABUSI
ALL’INFANZIA
Del grave e diffuso fenomeno del maltrattamento ovvero della violenza
all’infanzia e all’adolescenza si occupano attraverso indagini
epidemiologiche sia le organizzazioni internazionali (ONU, UNICEF,
WHO, Save the Children, Child on Europe...) sia i governi nazionali
attraverso obblighi di legge.
Il WHO (World Health Organization) nel 2002 “Report on Health and
Violence” definisce la violenza ai minori come
“tutte le forme di cattiva salute fisica e/o emozionale, abuso
sessuale, trascuratezza o negligenza o sfruttamento
commerciale o altro, che comportano un pregiudizio reale o
potenziale per la salute del bambino, per la sua
sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità
nell’ambito di una relazione caratterizzata da
responsabilità,fiducia o potere”.
LE FORME CLINICHE DEGLI ABUSI
ALL’INFANZIA
Oggi, negli studi svolti nel settore del maltrattamento e abuso
all’infanzia si utilizza il termine più ampio di Esperienze
sfavorevoli infantili (ESI) che comprende:
sia l’abuso subito in forma diretta (abuso sessuale,
maltrattamento psicologico, fisico, trascuratezza),
che le modalità indirette che rendono il contesto familiare
inadeguato: l’alcolismo o la tossicodipendenza dei genitori,
le malattie psichiatriche e, soprattutto, la violenza assistita,
cioè il coinvolgimento del minore in atti di violenza compiuti
su figure di riferimento affettivamente significative
LE FORME CLINICHE DEGLI ABUSI
ALL’INFANZIA
Patologia delle cure
Si riscontra quando i genitori non sono in grado di comprendere
e provvedere ai bisogni affettivi e materiali dei propri figli,
anche in riferimento al momento evolutivo, quindi non
riescono a curarli, proteggerli e farli crescere in modo sano ed
equilibrato.
Tali carenze e/o omissioni degli adulti minacciano in modo serio
l’adeguata crescita psico-fisica e, in alcuni casi, la
sopravvivenza dei bambini.
La patologia delle cure comprende:
LE FORME CLINICHE DEGLI ABUSI
ALL’INFANZIA
Incuria
L’incuria si può manifestare attraverso un abbigliamento inadeguato alle condizioni atmosferiche, la
trascuratezza igienica, sanitaria o alimentare, l’ isolamento affettivo e/o sociale, l’inadempienza scolastica,
etc.
Corrisponde alla mancanza, parziale o totale, delle cure essenziali di cui ha bisogno il bambino. Tale mancanza
ha ripercussioni sullo stato di salute con segni fisici e comportamentali.
Discuria
Si riscontra quando vengono fornite al bambino cure distorte rispetto all’età cronologica e al momento evolutivo
e ciò può condurre ad imposizione di ritmi di acquisizione precoci, aspettative irrazionali, iperprotettività
eccessiva.
Ipercura
Si registra quando viene offerto, in modo patologico, un eccesso di cure anche attraverso inutili e ripetuti
ricoveri ospedalieri (hospital shopping) e/o somministrazione di farmaci che risultano dannosi per il
bambino. La forma più grave di ipercura e la sindrome di Munchausen per procura caratterizzata dalla
produzione deliberata o simulazione di segni e sintomi fisici o psichici in un’altra persona che è affidata
alle cure del soggetto. Tipicamente la vittima è un bambino piccolo e il responsabile è la madre del
bambino. Meadow la definisce: “Situazione in cui i genitori o inventando sintomi e segni che i propri figli
non hanno, o procurando loro sintomi e disturbi (per esempio somministrando sostanze dannose), li
espongono ad una serie di accertamenti, esami, interventi che finiscono per danneggiarli o addirittura
ucciderli”.
LE FORME CLINICHE DEGLI ABUSI
ALL’INFANZIA
Maltrattamento fisico
Il maltrattamento fisico si verifica quando i genitori o comunque le persone legalmente responsabili del
bambino o dell’adolescente eseguono o permettono che si eseguano comportamenti che gli provochino
danno fisico e psicologico. Può essere attuato attraverso punizioni corporali, pugni, calci, bruciature, graffi,
sbattimento contro pareti o pavimenti, uso di cinghie, di bastoni o di altre forme di tortura.
Può manifestarsi come episodio singolo ma più frequentemente come comportamenti ripetuti.
Maltrattamento psicologico
Si verifica quando il bambino o l’adolescente viene sottoposto a frustrazioni, negazioni della sua individualità,
svalutazione delle proprie potenzialità e capacità.
E’ la forma più diffusa di violenza di un adulto contro un bambino e nello stesso tempo è la forma più difficile da
riconoscere; è fatta di ricatti, minacce, punizioni, indifferenza, rifiuto,squalifiche, mancanza di rispetto,
eccesso di pretese, limitazione dei rapporti sociali, richieste sproporzionate all’età e alle caratteristiche del
bambino o dell’adolescente. La violenza psicologica può essere estremamente distruttiva e accompagna
sempre tutte le altre forme di maltrattamento.
LE FORME CLINICHE DEGLI ABUSI
ALL’INFANZIA
Violenza assistita
Per violenza assistita da minori in ambito familiare si
intende :
qualsiasi atto di violenza fisica,psicologica, sessuale ed
economica, compiuta su figure di riferimento o su
altre figure significative, adulte o minori; di tale
violenza il bambino può fare esperienza direttamente
quando essa avviene nel suo campo percettivo o
indirettamente quando il minore è a conoscenza
della violenza e/o ne percepisce gli effetti.
LE FORME CLINICHE DEGLI ABUSI
ALL’INFANZIA
Abuso sessuale
Per abuso sessuale si intende il coinvolgimento di un minore in attività
sessuali, con o senza contatto fisico, anche non caratterizzate da violenza
esplicita, alle quali egli non può liberamente consentire in ragione dell’età
o della preminenza dell’abusante. Più precisamente: “qualsiasi atto in cui
un adulto utilizzi il proprio potere su un bambino, per ottenere una
gratificazione sessuale, approfittando della vulnerabilità e fiducia del
bambino stesso” (Child Sexual Abuse, Markovitz L., 1992).
Manifestazioni di violenza e sfruttamento sessuale sono anche: la violenza
sessuale assistita, l’induzione alla visione di materiale pornografico e/o
pedopornografico, il coinvolgimento del minore per la produzione di
materiale o spettacoli pornografici, la prostituzione minorile, adescamento
di minore via internet nelle sue varie forme (adescamento sotto falsa
identità, scambio di fotografie e/o materiale pornografico, appuntamenti).
LE FORME CLINICHE DEGLI ABUSI
ALL’INFANZIA
Il maltrattamento familiare comporta pesanti conseguenze lungo tutto il percorso di vita.
Ciascuna delle forme di maltrattamento sopra descritte comporta problemi a livello emotivo,
cognitivo e relazionale che si manifestano sia in età infantile che in età adulta.
- Nell’area emotiva emerge la compromissione del legame di attaccamento (attaccamento
insicuro), scarsa autostima, aggressività, scarso controllo dell’emotività (impulsività),
sentimenti di impotenza, vergogna e colpa; nei casi più gravi possono comparire
comportamenti autolesivi e idee suicide. In età adulta compaiono difficoltà nelle relazioni di
coppia e nell’assunzione di ruoli parentali.
- Nell’area cognitiva si presentano difficoltà cognitive e di problem solving che si manifestano
attraverso difficoltà di apprendimento, mancanza di creatività e flessibilità e problemi
scolastici. Possono essere presenti ritardi cognitivi di varia entità a seconda della gravità del
maltrattamento.
- Nell’area della socializzazione, infine, si struttura una immagine negativa e una scarsa fiducia
nell’altro con difficoltà comportamentali e relazionali. Lo stile di interazione può essere o
eccessivamente passivo e ritirato o, al contrario, reattivo.
Nelle vittime di abuso sessuale, in particolare, si possono manifestare comportamenti
sessualizzati inappropriati all’età (mimare atti sessuali, disegnare parti genitali…). Inoltre
possono presentarsi disturbi psicosomatici, del sonno, stati ansiosi e depressivi.
OBBLIGO DI DENUCIA
NORME DI RIFERMENTO
Art. 331 codice di procedura penale
DENUNCIA DA PARTE TI PUBBLICI UFFICIALI E INCARICATI DI UN
PUBBLICO SERVIZIO
«1. salvo quanto stabilito dall’art 347 del c.p., i pubblici ufficiali (357 c.p.) e gli
incaricati di pubblico servizio (358 c.p.) che nell’esercizio o a causa delle loro
funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un REATO PERSEGUIBILE
D’UFFICIO, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia
individuata la persona alla quale il reato è attribuito.
2.La denuncia è presentata, o trasmessa senza ritardo al pubblico ministero
(51) o a un ufficiale (57) di polizia giudiziaria (art 107 att; 221 coord)
3. Quando più persone sono obbligate alla denuncia per il medesimo fatto,
esse possono anche redigere e sottoscrivere un unico atto.
4. Se, nel corso di un procedimento civile o amministrativo emerge un fatto
nel quale si può configurare un REATO PERSEGUIBILE D’UFFICIO, l’autorità
che procede redige e trasmette senza ritardo la denuncia al Pubblico
Ministero (106 att.)»
OBBLIGO DI DENUNCIA
NORME DI RIFERIMENTO
Art. 332 codice di procedura penale
CONTENUTO DELLA DENUNCIA
«1. la denuncia contiene l’esposizione degli elementi essenziali del fatto e
indica il giorno dell’acquisizione della notizia , nonché le fonti di prova
già note. Contiene inoltre quando è possibile, le generalità, il domicilio e
quanto altro valga all’identificazione della persona alla quale il fatto è
attribuito, della persona offesa e di coloro che siano in grado di riferire
su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti.»
OBBLIGHI DI SEGNALAZIONE
Artt. 357, 358 codice penale NOZIONE DI PUBBLICO UFFICIALE E DELLA PERSONA
INCARICATA DI PUBLICO SERVIZIO
Agli effetti della legge penale sono PUBBLICI UFICIALI:
1. Gli impiegati dello stato o di un altro ente pubblico che esercitano, permanentemente o
temporaneamente, una Pubblica Funzione legislativa, amministrativa o giudiziaria;
2. Ogni altra persona che esercita, permanentemente o temporaneamente , gratuitamente o
con retribuzione, volontariamente o per obbligo, una Pubblica Funzione , legislativa,
amministrativa o giudiziaria
Agli effetti della legge penale sono PERSONE INCARICATE DI UN PUBBLICO SERVIZIO:
1. Gli impiegati dello Stato o di un altro Ente Pubblico, i quali prestano permanentemente o
temporaneamente, un Pubblico Servizio;
2. Ogni altra persona che presta, permanentemente o temporaneamente, gratuitamente o
con retribuzione, volontariamente o per obbligo, un Pubblico Servizio
Il personale insegnante e il personale di segreteria, rientrano nella categoria dei Pubblici
Ufficiali o delle Persone incaricate di pubblico servizio.
OBBLIGHI DI SEGNALAZIONE
OGGETTO DELL’OBBLIGO DI DENUNCIA
L’obbligo di denuncia non è limitato ai casi di ABUSO SESSUALE, ma si estende a
TUTTI I REATI PERSEGUIBILI D’UFFICIO.
Si possono citare, ad esempio, nell’AREA DELLA TUTELA PENALE DEI MINORI DI
ETA’ i reati di cui agli artt. 570, commi 1 e 2 (VIOLAZIONE DEGLI
OBBLIGHI DI ASSISTENZA FAMILIARE), 571 (ABUSO DEI MEZZI DI
CORREZIONE), 572 (MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA O VERSO I
FANCIULLI), 610 (VIOLENZA PRIVATA), 612, comma 2 (MINACCIA
GRAVE), 582 (LESIONI PERSONALI DI UN CERTO RILIEVO), 605
(SEQUESTRO DI PERSONA) codice penale.
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Percorsi e protocollo operativo per la gestione dei problemi relativi