The Italo-Australian Press:
Media and Mass
Communication
in the Emigration World
1900 - 1940
Amedeo Tosco
Bachelor of Arts with Honors (Griffith University)
Master of Arts (History), (University of Queensland)
A Thesis
Submitted in Fulfilment of the requirements
of the Degree of Doctor of Philosophy
School of Humanities
Faculty of Arts
Griffith University
December 2002
1
La verità non esiste. Anche se
esistesse
non
potremmo
conoscerla e anche se la
conoscessimo
non
potremmo
comunicarla agli altri.
Truth does not exist. Even if it were
to exist we could not know it. Even
if we could know it, we could not
convey it to others.
Gorgia da Lentini
III century B.C.
2
ABSTRACT
L'idea di questa tesi nasce da una serie di circostanze, prima tra tutte la
professione dell'autore che per quindici anni ha svolto in Italia l'attività di
giornalista, lavorando prima al Messaggero di Roma, come cronista, e
successivamente alla Rai - Radiotelevisione Italiana in qualità di redattore di
"giudiziaria" 1 . Inoltre, l'autore di questa tesi, ha fatto una interessantissima
esperienza professionale
sia come critico cinematografico e sia come
"pastonista politico" 2 presso la redazione romana del Giornale Nuovo coordinata in quegli anni da Cesare Zappulli - quando era direttore il grande e
indimenticabile Indro Montanelli, prima cioè che quell'arruffapopoli di
Berlusconi affondasse completamente il giornale, trasformandolo nel bollettino
parrocchiale di quel guazzabuglio politico che è "Forza Italia"
Questo non è il nostro primo cimento nel campo della storia del giornalismo in
quanto segue una tesi di Master, conseguita al dipartimento di Storia
dell'University of Queensland e che ha avuto come relatore il Dr. Don Dignan,
dal titolo "Press and Consensus in Fascist Italy".
In questa prima tesi è stata affrontata la fascistizzazione della stampa italiana
tra il 1922 ed il 1940 e il modo in cui Mussolini, che capì esattamente
l'importanza dei media e del controllo dell'informazione, creò quella corrente
di consenso che permise al fascismo di governare indisturbato per tutto il
"ventennio". In quella tesi di Master è stato anche affrontato e studiato il modo
in cui i giornalisti (gli sceneggiatori del regime) ed i giornali, sia essi
"indipendenti" e di partito, manipolarono le notizie per darle in pasto ai propri
1
Il redattore di giudiziaria è quel giornalista che si interessa della cronaca di quei processi
che hanno una certa risonanza e dei vari procedimenti penali in corso. In Italia le
indagini sono portate avanti dai giudici istruttori, quelli che nel mondo anglosassone
sono chiamati "public persecutors". La Polizia ha solo funzioni di "longa manu" dei vari
giudici istruttori. e non ha alcuna funzione decisionale nello sviluppo delle indagini.
3
lettori, con tutte quelle interpolazioni, ridondanze ed ombre che identificano il
modo tuttora esistenze di concepire e fare un giornale.
Nella nostra tesi di Ph.D. seguiremo una traccia similare, cercando di vedere
e di analizzare se anche la stampa etnica ha usato, direttamente o
indirettamente, forme di manipolazioni, di interferenze o di ridondanze nel
creare e porgere le notizie al lettore italo-australiano. Inoltre è nostro intento
accertare fino a che punto questa stampa ha creato un consenso verso
particolari scelte politiche, sociali e di costume e se questo consenso è stato
accettato dai lettori etnici, e in che misura. In altre parole il quesito che in linea
di massima ci poniamo è identificare che influenza ha avuto la stampa etnica
sulla comunità italiana. I problemi che questo tipo di ricerca implica sono stati
numerosi, soprattutto dovuti al fatto che non esiste una letteratura specifica e
non vi sono studi, nel campo del giornalismo italo-australiano, dei primi
quaranta anni del novecento. Inoltre la maggior parte dei giornali pubblicati in
quegli anni sono andati distrutti.
Si è cercato inoltre di delineare una immagine dei problemi e delle aspirazioni
della comunità italo-australiana attraverso l'analisi della stampa etnica, visto
che la maggior parte degli autori hanno affrontato, fino ad oggi, questo tema
usando documenti ufficiali o racconti e testimonianze di persone vissute nel
periodo analizzato dalla nostra tesi. Abbiamo cercato, quindi, di dare una
nuova luce e, quando è stato possibile, di dare la giusta dimensione agli
avvenimenti accaduti dato che quanto veniva pubblicato sulle colonne dei
giornali era scritto a "caldo", senza influenze burocratiche e senza il filtro del
tempo e delle memorie che spesso distorcono la realtà creando affabulazioni
lontane dalla realtà.
2
Nel gergo redazionale il "pastonista politico" è quel redattore che cuce insieme, in un solo
articolo, gli avvenimenti politici della giornata commentandoli secondo le direttive
imposte dalla direzione del giornale.
4
INDICE
ABSTRACT
2
ACKNOWLEDGMENTS
6
STATEMENT OF ORIGINALITY
7
PREMESSA
8
CAPITOLO I
Funzione dei giornali come elemento di controllo
politico e mezzo di creazione di consenso - La stampa
etnica come problema specifico
16
CAPITOLO II Literature Review
51
CAPITOLO III Relazioni e rapporti tra comunità italiana e stampa
92
Periodo di formazione
99
Periodo di transizione e consolidamento
119
CAPITOLO IV Sviluppo e caratteristiche del periodo di formazione
1900-1915
131
Stampa etnica e stampa provinciale australiana:
una premessa
133
5
studi specifici:
Uniamoci
143
L'Italo-Australiano
162
Oceania
190
CAPITOLO V Sviluppo e caratteristiche del periodo di consolidamento
1922-1940
studi specifici:
219
Il Giornale Italiano
222
La Stampa Italiana
267
L'Italo-Australian
296
CAPITOLO VI Stampa etnica e Governi australiani
328
CONCLUSIONI
358
APPENDICE L'Italo-Australiano (Gennaio-Luglio 1885)
367
Ministero della Cultura Popolare e "Stefani"
380
Ufficio stampa del Partito Nazionale Fascista
387
Indice dei nomi
397
BIBLIOGRAFIA
404
6
ACKNOWLEDGMENTS
Desidero ringraziare i relatori, il professore David Moss e il Dr Don Dignan,
per il costante aiuto e i fondamentali suggerimenti che mi hanno dato nella
preparazione della tesi. La loro esperienza mi ha permesso di affrontare e
superare le difficoltà incontrate in questa ricerca, dato che il tema esaminato è
completamente nuovo e non vi sono precedenti studi su questo particolare
argomento.
È mio dovere ringraziare anche il professore Richard Bosworth per i suoi
articoli sulla Stampa Italiana e sul suo fondatore Luigi Mistrorigo, e Catherine
Marguerita Dewhirst, pronipote del conte Giovanni Battista Attanasio Pullè,
editore dei giornali L'Italo-Australiano e di Oceania, per le informazioni
gentilmente fornitemi sulla storia delle due testate.
I miei ringraziamenti
vanno allo staff della Griffith University che mi ha
permesso di raccogliere il materiale necessario alla compilazione della tesi. In
particolare a: Catherine Ashley, Team Leader - Nathan Document Delivery;
Christine Cordwell, Arts Librarian; Colette Smith-Strong, Team Leader Nathan Education Products and Services. Un grazie anche alla Flinders
University che gentilmente ha acconsentito ad inviare per Interlibrary Loan i
microfilms dell'Italo-Australian 1922 -1933.
I miei più cari ringraziamenti vanno a mia moglie Maria Pia che non solo mi ha
incoraggiato in questo difficile lavoro ma che, con costante dedizione, ha letto
più volte la mia tesi, divenendo una insostituibile collaboratrice ed una perfetta
correttrice di bozze. Infine dedico questa tesi a mia figlia Irene affinché
conosca le lotte, i travagli e le battaglie che la comunità italiana ha dovuto
affrontare e superare per trovare un suo giusto e dignitoso inserimento in
seno alla società Australiana.
7
STATEMENT OF ORIGINALITY
This work has not previously been submitted for a degree
or diploma in any university. To the best of my knowledge
and belief, the thesis contains non material previously
published or written by another person except where due
references is made in the thesis itself.
_________________________
( Amedeo Tosco, M. A. )
8
PREMESSA
Quanto ci prefiggiamo con questa tesi è duplice. Il primo scopo
sarà
affrontare uno studio ed una analisi della stampa italo-australiana, fino ad ora
mai fatta se non marginalmente o in relazione ad altri temi, identificando la
sua evoluzione e il suo affermarsi nella comunità italiana. Il secondo scopo
sarà quello di analizzare le testate di lingua italiana come elemento di
informazione e controllo sociale attraverso la creazione di consensi su
specifiche scelte politiche ed economiche decise dai gruppi dominanti sia
Australiani che Italiani. Queste testate, come d'altra parte tutti i giornali etnici,
hanno dovuto sempre bilanciarsi tra le sollecitazioni che venivano dalle
nazioni di origine e quelle che giungevano dal Paese ospitante. Questa
dualità risulta estremamente evidente nei giornali pubblicati tra le due guerre
dove i quotidiani come Il Giornale Italiano
e L'Italo-Australian, i quali
ricevevano finanziamenti dal MIN.CUL.POP. e dal partito fascista, si
trovavano spesso a dovere difendere e appoggiare punti di vista e scelte che
contrastavano con gli scopi del Governo Australiano. I punti di maggiore
contrasto furono quelli riguardanti la politica dell'assimilazione etnica, che i
gruppi dominanti australiani cercavano di applicare sugli emigranti, per non
parlare poi della propaganda nazionalista e filo fascista che i giornali italiani
facevano dalle loro colonne
Volendo quindi sintetizzare, vi dovranno essere due tipi specifici di analisi. Nel
primo la stampa italiana dovrà essere studiata da un angolo storico
comprendente anche, tra le varie cose, una cronaca minuziosa delle alterne
fortune delle singole testate, la loro evoluzione, l'affermarsi nell'ambito della
comunità, il livello di circolazione, la pubblicità e la politica redazionale.
Il secondo tipo di analisi dovrebbe essere essenzialmente sociologico,
cercando di esplorare il processo di rapporto interattivo che viene a crearsi
tra l'emigrante e la società ospitante. In questo processo il giornale in lingua
etnica diventa il principale elemento di comunicazione e di mediazione tra i
9
due attori. Chiaramente il gruppo sociale ricevente ha maggiore potere di
influenza sul singolo emigrante e non viceversa, ma a questo punto il giornale
assume la funzione, oltre che di mediatore, di portatore di una nuova cultura e
di nuove tradizioni e di nuove richieste.
Quindi questa tesi si prefigge di usare il giornale come fonte primaria di
ricerca e di analisi storica e sociologica, sia per quanto riguarda le testate
stesse e sia per quanto concerne la comunità italo-australiana. Chiaramente
formulare una definizione attendibile del giornale come fonte storica non è un
compito facile. C'è da chiedersi se, a parte il genere storiografico specifico
sulla stampa stessa, il giornale può essere considerato come una fonte
attendibile per una ricerca storica degli aspetti più importanti della vita politica,
economica, sociale e culturale di una società estremamente peculiare come la
comunità italiana in Australia.
Una risposta molto generale la si può ricavare dagli studi storiografici di questi
ultimi decenni tra i quali, uno tra i primi esempi, possiamo indicare Bruno
Vigezzi con il suo libro Dopoguerra e Fascismo 1919-1925 3 , il quale ha
indicato una nuova strada agli storici di come bisogna guardare ai quotidiani
cogliendone le sollecitazioni e le implicazioni che essi propongono.
Non dobbiamo dimenticare che il giornale, nel suo più ampio contesto, può
essere preso in considerazione come fonte storica solo tenendo presente che
i vari momenti informativi, che vengono proposti, non sono dati al pubblico
come un prodotto fine a se stesso, dettato da scelte momentanee e
contingenti, ma deve essere visto in un contesto più vasto che contiene
principalmente tre elementi inscindibili anche se ben differenziati. I tre
elementi sono: i. l'indirizzo politico-economico della proprietà del giornale; ii. il
commento al testo; iii. le manipolazioni, le interpolazioni e le interferenze
tipiche della tecnica dell'informazione.
Questi tre elementi sono una costante del giornalismo e dei giornali in
qualsiasi situazione storica, anche se una innegabile differenziazione deve
10
farsi in relazione all'ambiente in cui il giornale opera. Ci riferiamo a strutture
democratiche o a regimi totalitari anche se, a nostro avviso, tale
differenziazione è solo formale e non del tutto sostanziale. In tutti i sistemi,
anche i più liberali, la stampa è sempre controllata e pilotata dal gruppo
(regime dittatoriale) o dai gruppi (regimi democratici) che detengono il potere.
Non a caso Noam Chomsky asserisce che la stampa nella società
contemporanea ha "societal purpose". In pratica la stampa è un mezzo per
imporre un certo tipo di sistema economico e la sua conseguente difesa, per
privilegiare la politica di gruppi di potere e di pressione a livello nazionale e
internazionale.
Chiaramente questi sono esempi di stampa e quotidiani che rispecchiano
interessi e componenti mille miglia lontani dalle nostre molto più modeste
testate etniche, ma siamo del parere che i giornali italo-australiani
rispecchiano, nel loro microcosmo, gli stessi problemi che travagliano giornali
come il New York Times o Il Corriere della Sera.
Per quanto riguarda il primo dei tre punto che caratterizzano la stampa - la
proprietà - non vi sono difficoltà per la ricerca, in quanto i dati riguardanti la
composizione politica e imprenditoriale che possiede il giornale sono
facilmente reperibili, anche se le notizie che si ricavano dai dati ufficiali
spesso non rispecchiano i confini reali del gruppo economico-finanziario che
controlla una testata o una concentrazione di testate, Un esempio italoaustraliano di concentrazione sono Il Globo, La Fiamma e la stazione Radio
Italia.
In certi casi però il ricorso a prestanomi attendibili o società di comodo create
all'uopo, qualche volta con sede all'estero, possono depistare e stendere un
velo impenetrabile. In questo caso la nostra ricerca procederà per
approssimazione e attingerà le notizie da varie fonti verificandole poi con un
riscontro della lettura del giornale sotto analisi. Chiaramente il problema si
3
Bruno Vigezzi, Dopoguerra e Fascismo 1919-1925, La Terza, Bari, 1965.
11
complica quando il giornale ha cessato le pubblicazioni da un certo numero di
decenni ed i suoi animatori sono passati a migliore vita.
Non bisogna dimenticare che la consultazione di archivi, per quanto riguarda i
giornali italo-australiani, non è semplice. Solo una parte, poco meno di una
ventina, risultano le testate fino ad ora archiviate o riprodotte su microfilms e
giacenti presso le biblioteche statali. Si tratta dei quotidiani più importanti con
circolazione a livello nazionale. Secondo le informazioni raccolte sembra che
vi sia sempre stata, fino dall'inizio del secolo, una proliferazione di giornali, se
così possiamo definirli, a livello regionale se non addirittura a livello di
comunità italiana nell'ambito della città di pubblicazione. Molti di questi
giornali erano scritti a mano e ciclostilati.
A parte il mito nato attorno a questi giornali fantasma, vissuti lo spazio di un
mattino ed ingoiati dal turbine della seconda guerra mondiale, rimane sempre
la necessità di giungere ad una loro identificazione e catalogazione se non
altro approssimativa. Un problema similare si è avuto recentemente in Italia
quando alcuni storici decisero di analizzare ed identificare la diffusione di tutta
la stampa Italiana negli anni venti, sia per quanto riguardava la "grande
stampa" che quella minore (giornali regionali e soprattutto gli innumerevoli
giornali e giornaletti che nascevano a seguito dei vari raggruppamenti più o
meno fascisti che si formavano in quegli anni). Una risposta a questi quesiti fu
data da una minuziosa lettura delle corrispondenze tra i vari prefetti, le
direzioni di polizia e la segreteria del PNF, conservate nei vari archivi.
Il problema della diffusione dei giornali italo australiani, compresi quelli minori,
può essere affrontato negli stessi termini. Dovranno essere consultati gli
archivi della polizia federale australiana e dei vari Stati; gli archivi dei
Departments of Justice sia federali che statali; e non ultimi gli archivi militari,
sia per quanto riguarda il periodo bellico che per quei giornali stampati nei
campi di internamento civili e militari.
La conoscenza della diffusione e della tiratura di un giornale è importante per
avere un quadro ben preciso del volume di pubblicità che il quotidiano ospita.
Questo ci dà la misura del livello di imprenditorialità delle testate oltre a quello
12
politico e di manipolazione dell'opinione pubblica. La pubblicità è importante
per fare fronte alle spese di gestione che gli abbonamenti e le vendite
coprono solo in minima parte. Come abbiamo già accennato, Chomsky
identifica nella pubblicità uno dei cinque "filtri" usati dai gruppi di potere per
controllare ed imbrigliare la stampa. Oggi in un quotidiano come Il Corriere
della Sera o Il Messaggero la pubblicità copre circa il 70% delle entrate.
Bisognerà
quindi
verificare
in
che
percentuale
la
pubblicità,
o
i
sovvenzionamenti del MIN.CUL POP tra gli anni 20-40, hanno colmato il
deficit delle varie testate Italo-australiane.
Il rapporto tiratura-publicità ha un suo fascino sottile e delle implicazioni
spesso sconcertanti. I nostri nonni, con quello sciovinismo che li
caratterizzava, avrebbero detto che la pubblicità è imprevedibile, volubile e
spesso illogica come una bella donna. Noi, meno sciovinisti e più politicizzati,
ci associamo a Chomsky e come esempio ci riferiamo a quanto succede in
Italia dove la regola, secondo la quale una maggiore tiratura implica una
maggiore pubblicità, subisce delle fondamentali eccezioni. Prima di tutto non
bisogna dimenticare che le grosse compagnie distributrici sono quasi sempre
potenti gruppi industriali che possono tranquillamente negare la pubblicità a
quotidiani che considerano "nemici politici" e quindi lesivi ai loro interessi
politico-economici, anche se poi questi giornali discriminati sono un veicolo
molto efficace di pubblicità.
In Italia due esempi famosi e tipici furono, negli anni del secondo dopoguerra,
il boicottaggio pubblicitario fatto all'Unità, organo del PCI, e al Giorno,
dell'Ente Nazionale Idrocarburi, dalla Confederazione Nazionale dell'Industria
e dai suoi associati. Vi sono stati invece casi di giornali, insulsi e privi di una
reale circolazione a livello nazionale, che sono stati gratificati e finanziati con
larghe fette di pubblicità solo ed esclusivamente per ragioni politiche, uno di
questi giornali fu il Luna Sera (alla fine degli anni 60) diretto da Ermanno
Messina e voluto da Giulio Andreotti.
Un altro elemento fondamentale di analisi è l'identificazione del gruppo
dirigente del giornale. Questo tipo di informazione va oltre la semplice firma
degli articolisti o dei grossi nomi che compaiono al termine degli articoli più
13
importanti. Vi è sempre un direttore che con il suo nome da una chiara
indicazione della piega politica del quotidiano. Per non parlare poi del
caporedattore, eminenza grigia di tutti i giornali, che raramente scrive e firma
articoli ma che ha una importante funzione politica in quanto, interpretando le
indicazioni ricevute dal direttore, coordina ed imposta la stesura del giornale.
Infatti spesso si arriva alla conclusione che l'identità di un giornale non
sempre coincide con quella presentata dai "grossi nomi" che firmano (in
neretto, corpo 12) i più succulenti articoli del quotidiano. Come ci ha insegnato
la storia del giornalismo italiano, gli articoli che hanno cambiato l'indirizzo
politico del nostro Paese sono stati sempre anonimi o firmati con pseudonimi.
Le funzioni di un giornale si possono indicare in due serie di obiettivi: quelli
dichiarati e quelli non dichiarati. I primi sono quelli di fornire notizie e
commenti, intrattenere i lettori, e pubblicizzare enti e strutture sia private che
pubbliche. Gli obiettivi non dichiarati sono politici e sempre i più importanti e
decisivi nella compilazione di un quotidiano. Importanti sono anche le fonti di
informazione di cui il giornale si serve.
In Italia le fonti sono evidenti: centri di potere e personalità del mondo politico
ed economico, strutture statali come Procura della Repubblica, polizia e
agenzie stampa. Nella nostra ricerca si dovrà identificare da quali fonti di
informazione i giornali italo-australiani hanno attinto le proprie notizie. Solo
dopo la seconda guerra mondiale, agli inizi degli anni '50, troviamo i primi
collegamenti con l'ANSA per via Intercable, collegamenti che con gli anni si
sono fatti sempre più sofisticati. Risulta evidente, da una prima sommaria
lettura dei giornali italo australiani tra le due guerre, di una maggiore
presenza di notizie australiane, più o meno commentate, rispetto a quelle
italiane, proporzione che tende ad invertirsi passando dagli anni venti ai
trenta.
Volendo continuare nella nostra critica al testo giornalistico non dobbiamo
perdere di vista l'impaginazione. A parte i giornali dichiaratamente politicizzati,
in tutti gli altri troviamo che l'impaginazione e la titolazione hanno particolari
funzioni di persuasione e di pressione. Infatti cliché messi in una particolare
positura tendono ad attrarre l'attenzione del lettore distogliendolo da altre parti
14
della pagina. Anche il tipo di carattere scelto per comporre il titolo può aiutare
a fare passare quasi inosservato un articolo. E' quel gioco di interferenze,
ridondanze, ancoraggi che Fiske descrive nel suo libro. Un classico esempio
di quanto stiamo dicendo apparve sulla prima pagina del Corriere della Sera
del 4 febbraio 1943: l'articolo annunciava la disfatta delle truppe italotedesche a Stalingrado. L'articolo ed il titolo, anche se posizionati a cinque
colonne in centro pagina, passano inosservati ad un
esame veloce e
superficiale. Chiaramente il contenuto del titolo dava poi la sua dose di
propaganda.
Quindi non c'è alcun dubbio che uno studio della tecnica di titolazione, e non
solo grafico, dei giornali italo-australiani costituisce un elemento basilare per
un approccio conoscitivo e di lettura di questo tipo di stampa. Il titolo, nella
sua più complessa struttura, può modificare o travisare il contenuto di un
avvenimento in relazione a interessi politici o di mercato del giornale. Un
discorso a parte va anche fatto sulla struttura del quotidiano e della divisione
e dell'accomunamento degli articoli nelle pagine interne. Anche in queste
scelte vi è una volontà della direzione del giornale di operare una ben
specifica operazione di informazione-persuasione sul lettore.
Un ultimo elemento importante da verificare è la funzione del nostro giornale
etnico come elemento di mantenimento del tessuto sociale e delle istituzioni
della comunità italo-australiana. Questi fattori di coesione si esprimono
attraverso i vari club, associazioni e strutture di cooperazione. Quindi troviamo
un elemento nuovo e completamente sconosciuto alla stampa italiana: il
giornale come elemento di sopravvivenza e punto di riferimento socioculturale. In pratica si dovrà verificare come quelle funzioni, che in Italia sono
tipiche di certe istituzioni statali, vengono amministrate dalle strutture editoriali
e presentate ai lettori.
Un'ultima cosa da chiarire è il significato che dovremo dare al concetto di
"opinione pubblica" quando ci riferiremo,
con questa espressione, alla
comunità italo-australiana. E' sempre esistita
una ambiguità su questo
termine nato all'interno di gruppi sociali dove è sempre più incerto il confine di
distinzione tra opinioni diffuse dal vertice del potere politico e divenute,
15
attraverso una serie di amplificazioni, ridondanze e ancoraggi, voce comune e
quelle, al contrario, nate tra i gruppi subalterni e adottate, anche queste con le
debite correzioni, dai gruppi di potere dominante. Spesso si usa identificare
l'opinione pubblica con due elementi: o con le opinioni che prevalgono nelle
maggioranze parlamentari, oppure con quelle che hanno maggiore riscontro
nella stampa politica.
Si è tentato anche di teorizzare una istituzionalizzazione del concetto,
delimitandolo e legandolo a dati verificabili e obiettivi. Si è tentato pure di
stabilire un ampliamento del concetto di opinione pubblica in momenti
particolari e di crisi di tipo pre-rivoluzionario, con una fusione di quanto
sostiene la maggioranza parlamentare, i giornali più autorevoli e quello che
viene espresso liberamente dal gruppo sociale subalterno.
Chiaramente queste teorie sono rimaste relegate tra coloro che le hanno
pensate e scritte, in quanto è inaccettabile un concetto di opinione pubblica
così ristretto e inevitabilmente manovrato dai gruppi di potere dominante. E'
altrettanto vero che è molto difficile dare una definizione di questo concetto. A
nostro avviso si può parlare di reazioni che emergono dalla società civile, a
seguito di situazioni contingenti sia storiche, economiche e politiche, e che
giungono attraverso i più svariati canali - i più comuni sono i sondaggi di
opinione - ai vertici istituzionali con funzione di correzione e spesso
antagonista a chi gestisce il potere.
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