RIVISTA PER AUTOCOSTRUTTORI
DI SISTEMI AUDIO DI ALTA QUALITÀ
www.costruirehifi.net
HIFI
N.179
LIBERTE’:
UN SUONO
LIBERO DA
CONDIZIONAMENTI
TEORIA
PRATICA
▲ PreamPLIfIcatOre a tubI
accOPPIameNtO catOdIcO
termOIONIcI ad
▲ amPLIfIcatOrI Per cuffIa - VII: Le mIsure deL
L’amPLIfIcatOre mP-HP ▲ PrOVa d’ascOLtO amPLI mP-HP (secONda
Parte) ▲ aLgOL: uN mONOtrIOdO dI 2 a 3 daNNatameNte effIcace!
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L’offerta del mese
in collaborazione con
audikom
Il Club Blu Press è lieto di presentare i nuovi PCB audikom per la prototipazione
e l’assemblaggio dei filtri crossover, solo per questo mese con uno
Sconto Speciale!
Le basette audikom sono state progettate
per semplificare notevolmente l’assemblaggio
di un filtro crossover, poiché dotate di forature adatte per le dimensioni notevoli dei reofori degli induttori e condensatori e le piazzole a
quadrifoglio per poter connettere più componenti tra loro senza dover creare ponticelli.
Il grande vantaggio di avere già predisposto
Possibili configurazioni dei PCB:
IN
OUT
IN
OUT
una pista di connessione del negativo tra
ingresso ed uscita semplifica notevolmente la
realizzazione del filtro crossover eliminando la
difficoltà nel creare tale connessione. Il
PCB01 ha una dimensione di 10 x 15 cm,
consente l’assemblaggio di un filtro di piccole
dimensioni a due vie bi-wiring o tre vie monowiring. Per la configurazione mono-wiring è
IN
(OUT)
PCB01
PCB02
Cod.
Cod.
Cod.
PCB01 Prezzo Promo €
PCB02 Prezzo Promo €
TB01 Prezzo Promo €
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IN
(OUT)
Solo per questo mese:
OUT
OUT
5,00+s.s.
necessario cortocircuitare i due negativi. Il
PCB02 ha una dimensione di 22 x 16.7 cm,
consente l’assemblaggio di un filtro di buona
complessità a tre vie bi-wiring o quattro vie
mono-wiring. Per la configurazione monowiring è necessario cortocircuitare i due negativi. Una piazzola del terminale centrale deve
essere connessa al negativo del woofer o del
tweeter in base alle proprie esigenze. Il particolare PAD costituito da 4 piazzole con un foro
da 1.2 mm ed una centrale con foro da 1.6
mm per il PCB01, e 4 piazzole da 1.4 mm ed
una centrale con foro da 1.9 mm per il PCB02
consente l’interconnessione di più componenti senza dover più realizzare ponticelli. È possibile anche connettere due o più componenti, se non sono nello stesso PAD, utilizzando i
reofori dei componenti stessi per cortocircuitare i vari PAD. Tutti i PAD sono pre-stagnati con
stagno all’argento per garantire la massima
facilità nella saldatura e la massima conducibilità. Le piazzole di ingresso ed uscita prevedono l’installazione di un morsetto di alta qualità
(TB01) o la possibilità di saldare un cavo.
11,00+s.s.
1,90+s.s.
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PCB01
Cod.
Cod.
PCB02
TB01
Per informazioni ed ordini: Club Blu Press - T. 0744 44.13.39 - E. [email protected]
COSTRUIRE HIFI
Periodico mensile
Reg. Trib. Terni n° 14/1992
S OMMARIO
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Via F. Mancini 23 - 05100 Terni (TR) - T +39 0744 44.13.39 - F +39 0744 43.20.18
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Diffusore acustico a labirinto Liberte’
Studio di un piccolo diffusore dal cuore grande.
di Marco Schiaffino
16
Preamplificatore a tubi termoionici
ad accoppiamento catodico
di Paolo Citterio
24
Amplificatori per cuffia - VII:
Le misure dell’amplificatore MP-HP
(Head-Phone)
di Pierluigi Marzullo
COLLABORANO CON CHF
Mauro Accorsi, Bartolomeo Aloia, Alberto Bellino, Marco Bonioli, Piercarlo Boletti, Francesco
Callegari, Giorgio Campagna, Luca Comi, Gianni Cornara, Ciro Cravetto, Mattia D’Antonio, Andrea
Damiani, Giuseppe Diamantini, Paolo Franceschi, Carlo Franzini, Alessandro Furlanetto, Marco
Gilardetti, Alberto Guerrini, Alberto Maltese, Pierluigi Marzullo, Paolo Mattei, Alberto Minarelli, Davide
Munaretto, Diego Nardi, Maurizio Natoli, Claudio Negro, Sandro Perusini, Claudio Petucco, Ari
Polisois, Paolo Pontello, Marco Polizzi, Giacomo Pruzzo, Gianluca Romani, Valerio Russo, Diego
Sartori, Marco Schiaffino, Giovanni Schiavon, Roberto Vagli, Paolo Viappiani, Giancarlo Zunino.
Finito di stampare nel mese di Marzo 2014
Casa Editrice BLU PRESS: Via F. Mancini, 23 – 05100 Terni (TR) - Iscrizione R.O.C. n° 13.343
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38
48
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BLU PRESS edita:
Casa HI-TECH, Costruire HIFI, Fedeltà del Suono, Gusto Magazine, Hi-Blog, Horror Show, I
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del Suono USATO, Nuova Hera, Scooter Facile, Secreta, Vinnie, XXX Tuning
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UNI EN ISO 9001:2000
COVER STORY
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TEORIA
PRATICA
CHF179
Direttore
Fulvio Chiappetta
[email protected]
T +39 0744 44.13.39
F +39 0744 43.20.18
Prova d’ascolto ampli MP-HP (seconda parte)
di Marco Bonioli
Algol: un monotriodo di 2A3
dannatamente efficace!
di Stefano Buttafoco
VARIE
Editoriale
Compro & Vendo
Il Club Blu Press
EDITORIALE
Fermate le rotative,
datemi un’ora ancora: ho uno scoop!!!
Forse ho un poco esagerato nel
titolo di questo editoriale, titolo
confezionato in pieno spirito giornalistico; ma tutto sommato non
credo poi di aver calcato la mano
più di tanto. La novità c’è ed è
anche notevole, ma non voglio
tirarla ancora per le lunghe: ecco
di che cosa si tratta.
Un’azienda particolarmente attiva
ed innovatrice, la PS Audio, ha
annunciato un nuovo prodotto
che verrà commercializzato entro
tempi brevissimi (dell’ordine di
grandezza del mese): si tratta di
un DAC realizzato secondo una
tecnologia che dovrebbe, a dire del
costruttore, costituire una pietra
miliare nel settore. Il DAC in questione infatti lavora sempre e soltanto in modalità rigorosamente
DSD (per intenderci, lo standard
del Super Audio CD) e, allorquando deve gestire segnali di tipo
PCM, li trasduce prima in DSD e
quindi li processa successivamente in quest’ultimo formato. Dov’è
la convenienza di un tal modo di
operare? Elementare, tutto il processo è semplice, lineare e, almeno
apparentemente, estremamente
rispettoso della integrità del mes-
saggio audio. Analizziamo dettagliatamente in qual modo agisce il
sistema nel caso di file PCM: come
detto il processo di divide in due
fasi. Il primo passaggio è quello
che vede la conversione dal formato PCM a quello DSD: tale operazione è affidata né più né meno
che ad un processore il quale, grazie ad opportuni algoritmi, opera
tale trasduzione. Il risultato, per
ottenere il quale non è necessario
né eseguire una elaborazione, né
attuare una conversione dal dominio numerico a quello analogico,
può essere considerato perfetto: in
realtà si tratta di una operazione
matematica scientificamente rigorosa e, almeno in teoria, scevra da
possibili errori. Il secondo passo è
invece quello più delicato: la conversione vera e propria da DSD a
segnale audio. Anche in questo
caso si tratta di una operazione
relativamente semplice e soprattutto che poco o nulla influenza la
qualità del suono. Infatti, un convertitore DSD è in buona sostanza,
volendo semplificare al massimo,
null’altro che un filtro passa basso
molto efficace, ma di implementazione neppure tanto complessa,
di Fulvio Chiappetta
considerando la estrema differenza tra le frequenze dei
segnali desiderati e quelli da reiettare. Questo passaggio risulta di
elementare effettuazione grazie
all’elevatissimo campionamento
proprio del sistema DSD. Sembra
davvero l’uovo di Colombo: la
supremazia di detto procedimento
rispetto agli altri oggi attuati,
almeno sul piano tecnico, è da considerarsi assolutamente scontata;
se poi si aggiunge la sua estrema
semplicità, ci si dovrebbe solo
chiedere perché finora non si è
fatto sempre così!
I più informati tra voi lettori
potrebbero obiettare che la tecnica
su esposta non è del tutto nuova,
dal momento che già diversi anni
fa fu introdotta da EMM LABS e
poi utilizzata anche da altri
costruttori. E allora dov’è lo
scoop? E’ reale? A mio parere sì. Se
è vero infatti che la metodologia
non è originale, la novità consiste
tutta nella implementazione introdotta da PS Audio, estremamente
semplificata e lineare, così come
testimonia la figura che ho tratto
dalla documentazione tecnica
dello stesso produttore. Questo
determina un costo davvero molto
contenuto: speriamo che tutto ciò
comporti, in tempi brevi, la diffusione di un siffatto sistema pure
presso altri costruttori; se ciò accadesse non dubito che i costi
potrebbero ulteriormente abbattersi e divenire addirittura di livello consumer. Cosa non impossibile, considerando che, investimenti
per la ricerca a parte, l’implementazione della nuova tecnologia
dovrebbe risultare più economica
di quella relativa al prodotto tradizionale.
Se quanto auspicato si verificasse,
potremmo davvero affermare di
essere all’alba di una nuova era!
Buona lettura a tutti.
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di autocostruttori... e non solo
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Costruire HiFi offre ai propri lettori la possibilità di
vedere pubblicata la propria recensione del prodotto
del cuore.
Nella nuova rubrica “Recensore per un giorno” verrà
inserito l’articolo che, a insindacabile giudizio della
redazione, sarà ritenuto il migliore del mese e verrà premiato con un abbonamento all’edizione digitale di
Costruire HiFi.
Buon lavoro!
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200 euro, sintoampli JVC nivico
5550u a 300 euro, ampli DENON
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SANYO TP240 a 80 euro, diffusori
PHILIPS RH457 a 150 euro.
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Orchestra diretta da Toscanini; RCA
Victor Red Seal stampa italiana dei
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COVER STORY
di Marco Schiaffino
Diffusore acustico a labirinto
Libertè
Studio di un piccolo diffusore dal cuore grande
Con il diffusore Liberté ho voluto provare a realizzare un piccolo diffusore che
potesse avere una buona tenuta in potenza ed una dignitosa resa acustica,
pur senza spendere cifre astronomiche.
ITER PROGETTUALE
E SCELTA DEL WOOFER
E’ noto che per il dimensionamento delle dimensioni fisiche
del labirinto acustico a ¼ d’onda
a sezione costante, vuoto o parzialmente riempito di materiale
fono-assorbente di bassa/media
densità, si parte dalla frequenza
di risonanza Fs e dalla superficie
della membrana Sd del woofer,
applicando le relazioni:
L=86,25/Fs lunghezza della linea
S=Sd sezione costante della
linea
Non mi dilungo in questa sede
con altri concetti in merito, perché ne ho già parlato più che
esaustivamente su questa rivista
in altri miei precedenti articoli
(vedasi diffusori Cerisier e
Audace) e non vorrei annoiarvi
oltre modo.
Per ovvie motivazioni ho cercato
un woofer di piccole dimensioni
con una frequenza di risonanza
Fs non eccessivamente alta.
Come al mio solito ho consultato
il ricco catalogo Ciare e come già
avevo ipotizzato a priori, la mia
scelta è andata sull’ottimo e noto
woofer Ciare HW131, un must
fra i woofer da 13 cm.
Si tratta di un woofer da 13 cm
fuori tutto, con ottimi dati di
targa. Il complesso magnetico è
decisamente ben dimensionato e
tutti i parametri dichiarati da
mamma Ciare lo rendono dav-
8
Costruire Hi-Fi N. 179
vero appetibile. Il rapporto qualità – prezzo è addirittura eccellente: vi sfido a trovare qualcosa
di meglio allo stesso costo.
Nel corso degli anni ho potuto
provare woofer e altoparlanti
larga banda o gamma estesa del
medesimo diametro di svariati
marchi, ma spesso mi sono scontrato con un problema: la tenuta
in potenza. Alcuni altoparlanti
promettono bene fin quando si
ascolta a volumi da bisbiglio, o
comunque non eccessivo, ma
non appena si aumenta il volume, iniziano a starnazzare e a
manifestare limiti evidenti.
Con Ciare, sinceramente, non ho
mai avuto problemi: tengo a precisare di non essere uno “smanettone” del volume ma talvolta,
con brani musicali coinvolgenti
e ricchi di dinamica, non disdegno di ruotare la manopola del
volume verso le ore 12… Con le
mie amplificazioni mi rendo
conto che gli altoparlanti Ciare
non mi hanno mai deluso. La X
max=2,85 mm dichiarata per il
nostro HW131 è piuttosto restrittiva; questo perché fa parte
ancora del vecchio catalogo
Ciare ma il costruttore marchigiano asserisce, comunque, nei
nuovi cataloghi, che il valore
dichiarato per gli altoparlanti
più datati andrebbe aumentato
di ¼ dell’altezza del traferro;
pertanto ritengo, pur mantenendo un dato prudenziale, che si
possa considerare senza grossi
errori di fondo Xmax=3,5 mm.
Approfitto di quest’articolo, al
fine di fugare qualsiasi dubbio
in merito, per precisare che non
ho alcun interesse commerciale
con l’azienda di Senigallia (AN).
Nel 2010, quale giurato del
Trofeo
Ciare
per
Auto
Costruttori, ho potuto toccare
con mano i prodotti direttamente all’interno della fabbrica,
ammirandone l’iter costruttivo,
e mi sono reso conto dell’ottima
qualità produttiva degli altoparlanti Made in Senigallia, nonché
della immensa disponibilità che
Massimo Minardi mette in gioco
per noi appassionati. Ritengo
che il rapporto qualità – prezzo
di Ciare sia davvero degno di
nota, pertanto attingo sempre
dalla loro vasta produzione i trasduttori consoni ai miei progetti.
Scusate la parentesi off topic, ma
tenevo a puntualizzare la mia
estraneità a qualunque tipologia
di rapporto commerciale. Sono
soltanto un appassionato hobbista.
Torniamo ora ai diffusori
Libertè.
Il woofer HW131 è accreditato
per una Fs pari a 68 Hz; applichiamo dunque la relazione
poco prima citata:
L=86,25/Fs=86,25/68=1,268 metri
pari a 126/127 cm circa.
Possiamo tranquillamente prendere per buono il valore di
COVER STORY
L=126 cm approssimato per
difetto, poiché la presenza del
fono assorbente e gli inevitabili
ripiegamenti allungheranno la
lunghezza virtuale della linea L
vista dal woofer; inoltre è possibile considerare, rispetto alla Fs
dichiarata, una tolleranza di +/5 Hz.
Ho dunque ragionato un bel po’
su come condensare nel minor
spazio possibile il labirinto e per
complicarmi la vita ho deciso
per inserire anche il cosiddetto
volume di disaccoppiamento
alle spalle del woofer, che funge,
anche se in maniera blanda, da
filtro passa basso. Tale volume è
in realtà molto utile per abbattere o almeno ridurre le ottave
superiori alla F sulla quale viene
dimensionata la linea e che nel
nostro caso è pari a 68 Hz. Le
ottave superiori saranno pari a
quasi tutto il labirinto, lasciandone l’ultima parte vuoto (Foto
1 e 2 e progetto).
Veniamo ora alla sezione S del
labirinto. Partendo dalla Sd del
Ciare HW131 (sezione della
membrana) arriviamo facilmente a una sezione pari a 82 cm
quadri che ho approssimato alla
cifra tonda di 80 cm quadri, pari
a 20 cm x 4cm, al fine di facilitare il più possibile i lavori di falegnameria. Tale approssimazione
non comporterà alcun problema
di sorta, perché la presenza del
fonoassorbente e l’allargamento
della sezione nelle curve della
linea andranno a compensare la
tolleranza. Dopo vari disegni e
ripensamenti sono giunto al progetto definitivo che, peraltro,
con un po’ d’impegno e ingegno,
potrebbe essere base di partenza
per altri labirinti di differenti
altoparlanti, aggiungendo semplicemente sezioni successive e
F1=68x2=136Hz
F2=136x2=272Hz
Grazie al contenuto valore del
Vas dell’altoparlante, possiamo
ottenere un volume di disaccoppiamento accettabile dato dalla
relazione:
Vdis= ((FsxQts/0,5)xVas)/Ft
dove la Ft è la frequenza alla
quale inizia l’effetto passa basso
(ricavabile da una semplice formula inversa con il Vdis imposto
dalle misure del box).
A conti fatti e considerando
anche l’ingombro dei traduttori,
in Liberté il blando effetto passa
basso avverrà già alla frequenza
di 82,5 Hz e pertanto, al fine di
non aumentare ancora le dimensioni finali del cabinet, non ho
previsto alcun altro risonatore,
ma ho optato per inserire una
buona quantità di poliuretano
bugnato da 1 e 2 cm e cascame di
lana nel Vdis (praticamente
riempito ma non pressato); poi,
dall’inizio della linea ho inserito
solo poliuretano da 2 cm lungo
Figura 1 –Progetto Libertè
Costruire Hi-Fi N. 179
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COVER STORY
SCELTA DEL TWEETER
Il tweeter selezionato quale compagno per l’HW131 è il piccolo
Ciare HT259. Perché tale componente? In effetti, la domanda è
lecita: sulle guide progetti Ciare
non si trova alcun progetto di
diffusore acustico con tale elemento e sinceramente non me ne
capacito. Si tratta di un tweeter
dalla sensibilità media e dalla
sonorità piacevole. Tenendo
conto che ho deciso a priori di
realizzare un filtro semplice,
ecco che l’HT259 si accoppia
perfettamente con il nostro woofer HW131 (Foto 8).
Nessuna smania di grandezza:
trattasi di un tweeter semplice,
comunque ben costruito, con
una buona tenuta in potenza e
dal prezzo incredibile: costa
meno di molti prodotti orientali!
E allora ben venga anche lui:
massima resa con minima spesa;
inoltre, dopo il giusto rodaggio,
ritengo sia dolce e molto piacevole nell’emissione. Intorno ai 10
KHz tende a mettersi un poco in
mostra, ma tale caratteristica
Foto 2 – Disposizione fono
assorbente
Foto 1 – Sezione labirinto
modificando sia la larghezza, sia
il volume di disaccoppiamento.
Ovviamente, nella progettazione
del box e del Vdis, occorre valutare la profondità del complesso
cestello + magnete del woofer,
soprattutto nella prima parte del
box: nel nostro caso ho adottato
una profondità del Vdis pari a
5,4 cm, giusta per ospitare
l’HW131 montandolo “a coperchio” senza fresature.
IL MOBILE
Il legno utilizzato è multistrato
di pioppo da 14 mm di spessore:
è di ottima reperibilità, sordo e
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Costruire Hi-Fi N. 179
facilmente lavorabile. La stessa
conformazione complessa del
labirinto irrobustisce notevolmente il mobile, pertanto l’utilizzo di spessori maggiori sarebbe stato realmente inutile. Dopo
l’assemblaggio con colla e morse
è stato carteggiato con carte 60120-240 e poi rifinito con olio
paglierino rosso e cera noce.
Non ho voluto utilizzare alcuna
tinta, né alcun rivestimento,
lasciando così in evidenza le
venature del legno multistrato
(Foto 3, 4, 5 e 6).