Periodico della parrocchia
numero 34 / Estate 2011
ESTATE 2011
Sommario
in copertina
Giorgio Vasari
“Vocazione di Pietro e Andrea”
Periodico della parrocchia di
San Bartolomeo apostolo
Roveredo in Piano e Villotte
Direttore:
don Ruggero Mazzega
Direttore responsabile:
don Bruno Cescon
Vice direttori:
Francesca Muner
Daniele Miotti
Redazione:
Enrico Gladulich
Silvia Badia
Collaboratori:
Sergio Gentilini (per la Cultura)
Bruno De Luca (per lo Sport)
Eugenio Latin (per le Villotte)
Hanno scritto:
don Ruggero Mazzega - mons. Basilio Danelon - Enrico Gladulich - Maria De Mattia - Gianni Lorenzon - Ivana De Mattia e Adriano Valeri - don
Renato De Zan - Mirella, Luisa e suor
Cecilia - Chiara Soldera - Silvia Badia - Antonio Arcolin - Deborah Gelisi - Gruppo Corale Gialuth - Valentina e Barbara Falomo - Maria Vittoria
Aucone - Sergio Gentilini - Marika
Brun - Giacomo Bomben - Annalisa Barbariol - Gabriella Santarossa
- Bruno De Luca - Eugenio Latin Commercianti, liberi professionisti,
artigiani.
03 • Cara famiglia ti scrivo...
04 • Un Dono
05 • Il nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale
06 • Notizie dal Camerun • Il gruppo dei lettori
07 • Un atteso incontro
08 • Prima Confessione • Il mistero della Vocazione
09 • Attività della Pastorale Giovanile in Unità Pastorale
10 • GMG: perché no?
11 • “Sacro Cuore” e “Punto Gioco”
15 • Beato Giovanni Paolo II ... anche tra i roveredani
16 • Buon Compleanno
17 • 50 anni di matrimonio
18 • Musica!
19 • “Musica… e oltre”
20 • Le donne del commercio equo e solidale
• I laboratori di ceramica e falegnameria di Coop Noncello
21 • Affreschi devozionali • Alla “scoperta” di Roveredo
22 • Pictor Modernus tra i giovani
23 • Polisportiva Vis-Virtus
24 • Un individuo pericoloso
26 • Le ‘nostre’ campane
27 • Una piazza da riscoprire
28 • Benemerenza dalla F.I.G.C.
29 • Fotocronaca
30 • Scrigno dei ricordi
31 • Anagrafe parrocchiale
Queste le date stabilite dal Consiglio Pastorale Parrocchiale
per le prossime celebrazioni dei Battesimi di quest’anno 2011;
preghiamo gli interessati di attenersi a tali date,
salvo particolarissime eccezioni da concordare con il Parroco
31 luglio: ore 10.30 - 28 agosto: ore 10.30
25 settembre: ore 11.00 - 30 ottobre: ore 11.00
27 novembre: ore 11.00 - 26 dicembre: ore 11.00
Orario estivo S. Messe
Sabato:
Domenica:
ore 19.00 in parrocchiale
ore 8.00 - 10.30 in parrocchiale
ore 19.00 in S. Antonio
Impaginazione grafica:
Silvia Badia
Stampa:
Grafiche Risma srl • 110909
il periodico esce dal 1954.
Il numero è stato chiuso il 15 maggio 2011.
Redazione: Piazza Roma, 3
33080 Roveredo in Piano.
[email protected]
www.sanbartolomeo-roveredopn.it
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Orari ufficio parrocchiale
dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 12.00
don Ruggero è disponibile
telefonando al n. 0434 94009
numero 34 / estate duemilaundici
EDITORIALE
don Ruggero Mazzega
Cara famiglia ti scrivo...
1. La via dell’amore tra l’uomo e la donna. «Tre cose sono
per me così misteriose dice il libro dei Proverbi che non le comprendo: il percorso dell’aquila
nell’aria, il sentiero del serpente
tra le rocce, la rotta della nave in
alto mare. E ce n’è soprattutto
una quarta: la via dell’amore tra
un uomo e una donna» (30,19).
Il sentiero dell’uomo nel cuore
della donna, la via dell’amore tra
l’uomo e la donna ha in sé qualcosa di inspiegabile e di in ponderabile; la parola di Dio lo chiama mistero (Ef 5,32).
Mistero non tanto come realtà oscura, ma come dimensione
tanto profonda che mai nessuno
riuscirà a spiegare o a esaurirne
la ricchezza né per scienza né
per esperienza.
E ancora la parola di Dio che
rivela come il cuore sia la cosa
più difficile da capire e da tenere
sotto controllo, sia un enigma per
l’uomo stesso: «Più mutevole di
ogni altra cosa è il cuore, difficilmente inguaribile, chi lo può conoscere?» (Gn 17,10).
Ma perché finisce un amore?
È il dramma stesso di Dio Sposo nei riguardi della sua donnasposa-Israele-Chiesa che gli fa
chiedere: «Che cosa potevo fare
che non ho fatto» (Is 5,4).
La via dell’amore tra l’uomo
e la donna è mistero nel suo nascere, nel suo evolversi, nel suo
realizzarsi, nel suo morire, nel
suo risorgere. È mistero il cammino d’amore di due sposi che dura
oltre la morte come è mistero la
vicenda di ogni amore coniugale
che fallisce e che finisce.
2. Per Dio la via dell’amore
tra l’uomo e la donna è il suo
grande mistero
Creando l’Uomo come maschio e femmina Dio gli fa scoprire e provare l’Amore, cioè, il divinumero 34 / estate duemilaundici
no, e Dio ne gusta tutto l’umano.
La prima e permanente rivelazione di chi sia il nostro Dio è la relazione maschio e femmina, uomo
e donna, sposo e sposa, nella
quale si svela la storia d’amore
di Dio con l’uomo e la sorprendente coscienza della Chiesa dal
concilio ad oggi. Basti ascoltare
anche solo due affermazioni. Una
di Giovanni Paolo II «La famiglia
è il grande mistero di Dio. Come
Chiesa domestica è la sposa di
Cristo... non si può comprendere
la Chiesa senza riferirsi al grande
mistero espresso nell’essere una
sola carne». L’altra è di Benedetto XVI: «L’amore tra un uomo e
donna, nel quale corpo e anima
concorrono inscindibilmente e
all’essere umano si schiude una
promessa di felicità che sembra
irresistibile, emerge come archetipo di amore per eccellenza di
fronte al quale tutti gli altri tipi di
amore sbiadiscono».
E per la Chiesa in Italia i vescovi, nel Direttorio di pastorale
familiare, parlano di «annunciare, celebrare, e servire il Vangelo
del matrimonio e della famiglia».
La Chiesa, cioè, è chiamata non
solo a dire la bella notizia sul matrimonio e sulla famiglia, ma a
riconoscere che «la famiglia con
il suo stesso esistere, prima che
attraverso specifiche attività, in
quanto stato di vita cristiana è
annuncio del Vangelo e partecipa
alla missione evangelizzatrice di
tutta la Chiesa».
3. Per la Chiesa la via
dell’amore tra l’uomo e la donna è un suo grande problema
La famiglia è un soggetto forte nel magistero della Chiesa,
ma è un soggetto debole nella
sua prassi pastorale. Fa fatica a
fare esperienza che «l’ordine e il
matrimonio sono due sacramenti ordinati alla salvezza altrui...
essi conferiscono una missione
particolare nella Chiesa e servono all’edificazione del popolo di
Dio».
Spesso l’interesse pastorale
per la famiglia non è dovuto al
fatto che essa è in sé un soggetto
creativo di Chiesa ed è grazia, ma
che oggi, più che mai, fa e crea
problema. I soggetti chiamati ad
interagire sono ancora due: da
una parte la singola persona e
dall’altra la comunità (parrocchia,
aggregazioni). Per cui la famiglia
viene chiamata in causa o per le
persone che la compongono o
perché è in funzione o serve alla
comunità. Ancora oggi quando la
famiglia arriva in parrocchia viene
divisa in singoli soggetti o per età
o per categoria (bambini, ragazzi, giovani...) o per esperienze di
servizio. Paradossalmente viene
da chiedersi: se il matrimonio
non fosse un sacramento, cosa
cambierebbe della vita pastorale
delle nostre comunità? È diverso fare una pastorale partendo
dalla famiglia come problema o
come grazia-Chiesa domestica.
La Chiesa rivela il suo volto materno quando non si serve della
famiglia, ma serve la famiglia, la
grande opera di Dio.
(da Orientamenti Pastorali,
dossier “Il volto materno della
Chiesa accogliente per le famiglie in difficoltà”; Carlino Panzeri)
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EDITORIALE
La nostra comunità intende sottolineare l’eccezionale avvenimento dell’arrivo del nuovo Vescovo Giuseppe
con un articolo scritto per la Voce da un collaboratore inconsueto: mons. Basilio Danelon, Vicario Generale della
Diocesi, che ringraziamo di cuore.
Mons. Basilio Danelon
Un dono
La nostra Chiesa di Concordia-Pordenone ha ricevuto
il dono di Papa Benedetto XVI: il nuovo Vescovo mons.
Giuseppe Pellegrini. Dono presentato alla comunità diocesana dal Vescovo mons. Ovidio Poletto, in due solenni
celebrazioni di ingresso, domenica 10 aprile, nella cattedrale di Concordia e nella concattedrale di S. Marco in
Pordenone, con una partecipazione di numerosi fedeli e
sacerdoti.
Con la consegna del pastorale al nuovo Vescovo, gesto
simbolico di passaggio della guida pastorale, mons. Poletto gli ha rivolto brevi parole di benvenuto: “Noi ti accogliamo nella fede come un dono grande e riconosciamo
che la Chiesa di Concordia-Pordenone è particolarmente
benedetta da Dio in questo Pastore. Non ti nascondiamo
che nel volto della nostra Chiesa ci sono anche delle rughe,
qualche stanchezza, sofferenza e fragilità. Ci conforta il
sapere che in te oltre ad un pastore, avremo anche un amico che si farà pellegrino e prossimo a ciascuno di noi nello
stile del buon Samaritano, con l’olio della consolazione e
il vino della speranza”.
Il Vescovo Giuseppe ha risposto presentandosi: “Eccomi
tra voi. Accolgo tutti con grande gioia nel cuore. Vengo ad
annunciare con fedeltà coraggio e passione il Vangelo di
Gesù: portare il suo messaggio di salvezza e liberazione ad
ogni persona in particolare ai giovani: i più vulnerabili, i
più fragili, ma anche i più cari. So di trovare una Chiesa
viva, ricca non solo di storia, ma di presenze vivaci, di
istituzioni operose e molteplici iniziative. Tutte le accolgo
e benedico con il desiderio che ciascuno metta a servizio
di tutti i doni ricevuti. Mi dispongo con voi a servire tutti
per amore e far sentire la vicinanza della Chiesa a tutti,
in particolare a coloro che stanno vivendo situazioni di
povertà, di precarietà morali e sociali. Cercherò di stare in
modo semplice tra la gente negli ambienti di vita”.
Queste sono le linee programmatiche del nuovo Vescovo. Alle comunità e ai singoli cristiani l’impegno di
saper accogliere il dono del Signore, mettersi con generosa
disponibilità in cammino con il nuovo pastore e guida,
con fedeltà alla propria vocazione e missione in spirito di
responsabilità per costruire una Chiesa viva nella continuità del percorso fatto con il Vescovo Ovidio “in Unitate Spiritus” e in ascolto della lieta notizia del Vangelo
da meditare, vivere, annunciare con la testimonianza di
vita, sollecitati dal motto del Vescovo Giuseppe: “Andate
annunciate il Vangelo ad ogni creatura”.
Lo stemma
Nella sezione destra dello stemma, che richiama il nome del Vescovo, troviamo i simboli
del pellegrino: il bastone, la conchiglia, la bisaccia. Questa bisaccia è particolare: è vuota.
Essa vuole riempirsi di ciò che il pellegrino incontra lungo il suo cammino e ritiene prezioso. Nella sezione centrale troviamo i raggi con i colori missionari dei 5 continenti, cioè il
mondo intero che fuoriescono da un libro aperto, il Vangelo, contornato d’oro che indica
la regalità di Cristo, con l’alfa e l’omega: la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, per
dire che la parola di Gesù è un annuncio di salvezza completo. Tutti i doni che il pellegrino
raccoglie nella sua bisaccia non può trattenerli, può solo donarli, proclamarli. Nella sezione
di sinistra sono raffigurati dei monti, due fiumi e il mare: un richiamo alla terra di Verona
con il fiume Adige e Monteforte con il fiume Alpone e contemporaneamente la terra della
diocesi di Concordia-Pordenone adagiata sui monti, racchiusa da due fiumi (Tagliamento e Livenza) e affacciata sul
mare. Il motto: “Euntes Evangelium praedicate” - andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura
(Mc. 16,15) - cioè incontrare uomini e donne là dove essi vivono.
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numero 34 / estate duemilaundici
CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
VITA DELLA COMUNITÀ
Enrico Gladulich
Il nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale
numero 34 / estate duemilaundici
Parrocchiale auguriamo un buon
lavoro e innalziamo la preghiera:
“Guarda, Signore, questi tuoi figli che ora assumono l’incarico
di servire la nostra comunità.
Illuminali con la tua Sapienza e
sostienili con la potenza della tua
Grazia, perché risuoni nelle loro
parole la voce di Cristo. Infondi
nei loro cuori il tuo Santo Spirito,
perché lavorino per il bene del
Vangelo e, nel servizio pastorale,
cerchino sempre la tua gloria e il
bene dei fratelli, soprattutto dei
più poveri”.
Un ringraziamento va a tutti i
consiglieri uscenti che in questi
5 anni, ricchi di avvenimenti importanti, hanno saputo rappresentare la comunità regalando
il proprio tempo, il proprio consiglio, la propria disponibilità a
servire amorevolmente questa
nostra Parrocchia.
RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Composizione del CPP
CONSIGLIERI
Nei giorni sabato 9 e domenica 10 aprile 2011, si sono svolte
le elezioni per la designazione
dei membri eletti del Consiglio
Pastorale Parrocchiale. Il 14
aprile, la Commissione Elettorale composta da don Ruggero
Mazzega, Italo Collavizza, Gianni Lorenzon, Giuseppe Mazzon,
Maria Teresa Sanavia, ha provveduto allo spoglio delle schede con il seguente risultato: 162
schede di cui 2 bianche e 3 nulle.
Il Consiglio, in carica per la
durata di cinque anni, è luogo di
Comunione e di Missione. Non
è semplicemente una struttura
organizzativo - funzionale, una
Commissione sopra le altre o
una centrale di studi e di programmi da calare alla base o un
puro strumento democratico che
rivendica ciò che gli è proprio. È
espressione della Comunità ecclesiale, un luogo d’incontro di
impegno pastorale: rappresenta
l’intera Comunità parrocchiale
nell’unità della fede e nella ricchezza e varietà di carismi e ministeri.
È strumento che esprime e
favorisce la comunione del parroco con l’intero popolo di Dio e
dei fedeli con il loro pastore.
Consente e garantisce le responsabilità di tutti i membri
della parrocchia alla vita della
Chiesa e alla sua missione nel
mondo; è un organismo che si
pone come segno rappresentativo della Comunione e della
Unità di tutta la comunità locale
nel duplice momento di crescita
interiore e di missione; è luogo
dove convergono e si fondano
tutti i doni e i carismi per il servizio degli altri; dove trovano eco
i bisogni, le necessità, i desideri
e le attese che emergono dalla
vita della Comunità locale.
Al nuovo Consiglio Pastorale
don Ruggero Mazzega
Maria Teresa Sanavia
don Fabio Magro
Suor Maria Gabriella
Gianluigi Gottardi
Giorgio Toffoli
Maria De Mattia
Silvano Redivo
Gianni Lorenzon
Stefania Summo
Vito Galderisi
Enrico Pascoli
Laura Cadelli
Ivana De Mattia
Berenice Rezzadore
Silvia Badia
Ivan Monaco
Antonio Arcolin
Enrico Gladulich
Angelo Lisetto
Mattia Benedet
Pietro Bertolo
Pierluigi De Mattia
Elena Diffen
Domenica Giusto
Emanuela Gobbo
Sergio Milani
Daniele Miotti
Francesca Muner
Adriano Pigatto
Giuliano Pozzolo
Pierino Pulzato
Andrea Radovan
Dino Ojan
presidente
vice-presidente del CPP
assistente
suore e Commissione Battesimi
diacono
Consiglio Affari Economici e Oratorio
Apostolato della Preghiera
Ancilla Domini
Lettori
Ministranti e Segretaria del CPP
Ministri Straordinari della Comunione
Coro Adulti
Coro Giovani
Azione Cattolica
Catechisti e Caritas
Pastorale Giovanile e Segretaria CPP
Scout
Scuola Materna
Corrispondente de IL POPOLO
Casa Tramonti
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VITA DELLA COMUNITÀ
APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - GRUPPO LETTORI
Maria De Mattia
Notizie dal Camerun
“Bonsoir, c’est la première fois
que je vous écrit par email et j’espère que vous le recevrez...”
Così, in francese, la sua lingua
ufficiale, invia una mail il seminarista Avom Yannick dal Camerun
che il gruppo dell’Apostolato Della Preghiera sostiene economi-
Il seminarista Avom Yannick (nella foto a sinistra) con un confratello e (sopra) con i compagni e il professore del III anno di Teologia.
camente nei suoi studi di preparazione al Sacerdozio.
Ci ha raccontato della sua
malattia - polmonite - e del suo
recupero. “Ho finito gli studi del
primo semestre e spero di concludere bene anche l’anno”; sta
facendo il terzo anno di teologia.
Ha ricevuto l’accolitato che è
l’ultimo passo prima del diaconato e del presbiterato.
Ringrazia e saluta tutti in particolare Maria De Mattia che tiene i “collegamenti” e augura che
sempre possiamo essere sale e
luce del mondo.
Gianni Lorenzon
Il gruppo dei Lettori
Don Walter Costantin scriveva
nella premessa alla “Guida minima per proclamare la Parola in
chiesa”:
“Nel libro del Profeta Ezechiele 3,27 ritroviamo una delle più
belle espressioni per sintetizzare
il significato e il valore del servizio di lettore, per rilevare la grandezza del ruolo e per definire la
sua identità “Quando ti parlerò
ti aprirò la bocca e tu riferirai
loro: Dice il Signore...”
Chiunque sia il lettore o la lettrice, qualunque sia la lettura biblica da fare, quest’uomo o questa
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donna si trovano all’improvviso
nella situazione che: Dio parla a
loro, Dio apre la loro bocca, Dio
affida a loro la missione di parlare agli uomini in suo nome.
“Quando ti parlerò…” il lettore è il primo uditore, il primo
ascoltatore della Parola di Dio.
Come potrebbe essere diversamente se vuole parlare in nome
di Dio?
“Io ti aprirò la bocca…”Dio
di cui nessuno conosce la voce.
Dio che nessuno ha mai visto, per
parlarci apre la bocca ad un lettore.
“Riferirai loro…..” il lettore
serve Dio che vuol farsi sentire e
per riuscirci non ha altro mezzo
che usare la sua voce.
Nella nostra comunità parrocchiale di San Bartolomeo, da
diversi anni si è consolidato un
gruppo di circa venti lettori, che
si dedicano con continuità e dedizione a questo servizio.
Essi sono coordinati da un calendario mensile, che fissa per
ciascuno una lettura alle principali
messe domenicali delle ore 9.30 e
delle 11.00. Le letture delle messe festive delle ore 8.00 e 19.00
numero 34 / estate duemilaundici
AZIONE CATTOLICA
e prefestiva sono invece affidate
a volontari presenti al momento
della celebrazione.
Il calendario viene esposto
all’albo del sagrato e alle due bacheche poste nei pressi dell’entrata principale della chiesa ed
inviato via internet ai lettori in
possesso di un indirizzo e-mail.
Già da due anni, il Gruppo Liturgia dell’Unità Pastorale organizza un incontro di istruzione per
i lettori già “in servizio” e per chi
volesse rendersi disponibile in futuro.
Lo scopo è quello di migliorare
il servizio della Parola e di rendere
il lettore stesso più consapevole
dell’importanza del suo ruolo.
Don Roberto
Laurita è stato il
perfetto relatore dei due corsi
già tenuti con
grande partecipazione di lettori dell’Unità
Pastorale.
Confidiamo che questa
collaborazione
prosegua anche per il prossimo anno, e
soprattutto, che porti nuove adesioni.
Rivolgiamo l’invito a chi si sente di poter contribuire al bene del-
VITA DELLA COMUNITÀ
la nostra comunità parrocchiale,
dando l’adesione al parroco don
Ruggero oppure a Gianni Lorenzon [email protected]
Ivana De Mattia e Adriano Valeri
Un atteso incontro
Il 5 maggio u.s. abbiamo incontrato don Fabio Magro, nuovo assistente diocesano di A.C.
da poco residente in parrocchia.
Dopo la presentazione molto serena e poco formale, gli abbiamo
fatto conoscere il percorso fatto fin qui: quest’anno è iniziato
con l’approfondimento di alcuni capitoli da “Educare alla vita
buona del Vangelo” guidati da
Piero Plazzotta e da don Ruggero, nostro prezioso assistente. Molto importante è stata la
partecipazione di alcuni giovani
presenti alla veglia diocesana di
preghiera, svoltasi a Cordenons il
16 aprile, presieduta dal Vescovo
Giuseppe. In tale occasione si è
meditato sul percorso spirituale
terreno della giovane Chiara Luce
Badano, morta di tumore e beatificata recentemente. Don Fabio
ha quindi proposto le 4 linee guida che ci accompagneranno nel
triennio appena iniziato.
1 - Formazione spirituale della persona (riscoprire gli esercizi
numero 34 / estate duemilaundici
spirituali)
2 - La vita associativa al servizio dell’educazione (aiutare le
famiglie in percorsi da proporre).
3 - L’ A.C. per il bene comune
(partecipare in modo attivo anche alla vita civile e politica del
paese).
4 - La cura del legame associativo (dialogare con tutti e instaurare legami associativi che
portino a sentirsi corresponsabili
sia a livello parrocchiale che diocesano.
Un particolare incitamento
don Fabio lo ha rivolto ai giovani presenti affinchè con l’aiuto e
la preghiera di tutti, facciano ripartire quel servizio così bello e
importante rivolto ai bambini e ai
ragazzi: l’A.C. Ragazzi. Per i fututi impegni vi preghiamo di tener
d’occhio il foglietto settimanale
“Vita della comunità”.
Grazie don Fabio e adesso
attendiamo nuove occasioni per
pregare e lavorare insieme.
don Fabio Magro
Nato il 20 ottobre 1974,
viene ordinato sacerdote il
16 febbraio 2003.
Ha conseguito il Dottorato in
Teologia Morale.
In Diocesi è Assistente Unitario
e Adulti dell’Azione Cattolica;
direttore dell’Ufficio
Pastorale Famiglia e Vita;
insegna Teologia Morale
in Seminario Diocesano e
all’Istituto Superiore di Scienze
Religiose di Portogruaro.
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VITA DELLA COMUNITÀ
CATECHESI
don Renato De Zan
Il mistero della Vocazione
La Parrocchia di S. Bartolomeo Apostolo in Roveredo in Piano ha organizzato per il periodo
postpasquale una serie di cinque
incontri sul tema della vocazione.
Il tema è particolarmente importante perché tutta la storia della
salvezza è percorsa dal tema
della vocazione. Dio viene definito, fra i tanti modi, ho kalòn, colui che chiama. La chiamata divina è rivolta fondamentalmente
a tutti affinché obbediscano alla
sua verità (Gal 5,8), conoscano la
sua gloria (Rm 9,24), siano santi perché Lui è santo (1Pt 1,15).
Enorme, dunque, è la portata della chiamata di Dio. Si tratta di una
realtà che diventa quasi impossibile per l’uomo accogliere e portare a compimento. Dio, però, è
colui che dona all’uomo la possibilità di rispondere alla chiamata
divina in modo adeguato perché
dona al chiamato la santità e la
perfezione (1Ts 5,24).
Secondo il racconto delle origini la prima vocazione dell’uomo
è quella di essere immagine e
somiglianza di Dio (Gen 1,27), a
collaborare con Dio nel gestire il
creato (Gen 2,8.15) ad essere interlocutore di Dio (Sir 17,1-11) e
ad essere collaboratore con Dio
del proprio destino (Gen 2,1617). Poi l’uomo pecca e Dio con
pazienza, attraverso la vocazione
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dei Patriarchi riprende il dialogo
con l’umanità. Di questo lungo
cammino, il Parroco, don Ruggero Mazzega, ha scelto delle
figure indicative per gli incontri:
il patriarca Abramo, il profeta Geremia, il primo degli Apostoli cioè
Pietro e l’Apostolo della Genti,
Paolo. Da ultimo, come riflessione conclusiva, è stata scelta la
vocazione del cristiano.
Per cinque mercoledì, a cadenza settimanale, un gruppo
nutrito di parrocchiani e non, ha
seguito le riflessioni che venivano
proposte attraverso dei personaggi detti sopra. Si è trattato di
immedesimarsi in alcuni testi che
sono stati illustrati da don Renato
De Zan. Attraverso la lettura attenta e rispettosa dei dati, i singoli brani hanno fatto emergere
alcune tematiche riguardanti la
vocazione che non sono tipiche
solo del personaggio biblico illustrato, ma sono presenti, in modi
molto variegati, anche nelle persone dei singoli credenti.
Attraverso la figura di Abramo
è subito emerso un particolare significativo. La vocazione avviene
sia attraverso gli avvenimenti storici sia attraverso una esperienza spirituale profonda. Una non
esclude l’altra. Inoltre la vocazione inizialmente non è sempre ben
definita. Lungo lo svolgersi del
tempo Dio interviene e attraverso altre chiamate parziali, affina e
precisa quale sia la Sua volontà
nei confronti del credente.
Attraverso la figura di Geremia, invece, la Scrittura ha manifestato come il “chiamato” possa
non sentirsi all’altezza del compito affidato da Dio. Vede oggettivamente l’impossibilità di portare a compimento ciò che Dio gli
chiede. La vocazione, dunque, è
chiara, ma è chiara anche la coscienza di non riuscire a portare a
compimento quanto Dio chiede.
Geremia opporrà alla chiamata di
Dio un dato oggettivo: è giovane
e nessuno lo prenderà sul serio.
Anche Maria dirà all’angelo che
ella è nell’impossibilità (umana)
di diventare Madre. Dio rassicura
Geremia perché Egli stesso metterà le sue parole nella bocca del
profeta, come l’angelo assicurerà
a Maria che niente è impossibile
a Dio.
La figura di Pietro ha fornito
altri dati di notevole valore teologico. Il chiamato può, per debolezza umana, venir meno alla
sua vocazione. Dio, tuttavia, non
si arrende e con la pazienza e
la determinazione che contemporaneamente rispetta la libertà
dell’uomo e che comunque intende portare avanti il Suo piano di salvezza, Dio ri-interpella
il chiamato con un dialogo non
certo di rimprovero, ma di amore: Pietro mi ami tu? La risposta
di Pietro è insieme conversione
e modifica radicale del proprio
modo di vedere il rapporto con il
Maestro. Qui nasce l’Apostolo, il
Papa, il martire.
Paolo, il persecutore della
Chiesa, ha invece offerto un modello di chiamato tutto speciale.
Egli vive contemporaneamente
due esperienze intrecciate insieme. Da una parte l’evento di
Damasco è una vera e propria
conversione: da persecutore a
credente. Dall’altra, lo stesso
evento è una chiamata. Paolo
diventerà, da qui in avanti, l’Apostolo dei Pagani. Per Paolo la
conversione è stata una chiamata e la chiamata, una conversione. C’è anche da aggiungere che
l’evento di Damasco fu per Paolo
un evento mistico. Visto il carattere che Paolo dimostra di avere e che si manifesta non tanto
velatamente nelle sue lettere, si
numero 34 / estate duemilaundici
CATECHESI
VITA DELLA COMUNITÀ
Mirella, Luisa e Suor Cecilia
può dire che l’apertura all’esperienza mistica dovrebbe far parte
di ogni cristiano, indipendentemente dalla santità o dal carattere che possiede.
Infine, la vocazione del cristiano, letta attraverso tre testi
- la Trasfigurazione di Gesù, il
discorso di Gesù sul discepolato
e le parole di Paolo nella prima
lettera ai Corinti - si manifesta
come un invito chiaro a modellare la propria vita sulla persona di
Gesù. Egli è la fede del discepolo.
Come Gesù anche il discepolo è
chiamato a modellare i suoi rapporti con il Padre, con la vita, con
la morte, con la gioia, il futuro, il
dolore, ecc. Come Gesù, poi, il
credente è chiamato a coltivare
il modo di pensare, di decidere e
di agire tanto da poter dire come
Paolo: non sono più io che vivo,
ma è Cristo che vive in me. Imitazione di Cristo e condivisione con
Lui sono il fulcro di ogni ulteriore
specificazione della pluralità delle vocazioni cristiani, sia orientate alla vita coniugale sia orientate
alla vita da single. Ambedue sono
vocazioni piene, anzi, Paolo le
chiama addirittura carismi.
Prima Confessione
Il 17.04.2011, domenica delle Palme, abbiamo festeggiato con la
Comunità l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Nel pomeriggio i bimbi
di III elmentare hanno conosciuto la gioia del perdono.
Per l’occasione la chiesa è stata adornata con un grande sole con
al centro il volto di Gesù, verso il quale tanti girasoli volgevano le loro
corolle per cercare luce, vita e calore. Come i girasoli così noi volgiamo il nostro sguardo, il nostro cuore a Gesù, sole della nostra vita.
Con tanta trepidazione i bambini si sono avvicinati al Sacramento
della riconciliazione, felici di ricevere la grazia che li rende preziosi
come perle, capaci di donare luce, amici radiosi di Gesù pronti ad
accogliere la Sua parola: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua
mente, e il tuo prossimo come te stesso”
Silvia Badia
Attività della Pastorale Giovanile in Unità Pastorale
Il gruppo per la Pastorale
Giovanile per l’Unità Pastorale
di Fontanafredda sta prendendo corpo!
A fine anno, in genere, si tirano un po’ le somme e devo
dire che sebbene ci stiamo
muovendo “in punta di piedi”,
le proposte fatte sono ben riuscite. Ingrediente primo e
fondamentale è il contributo di
ciascuno dei componenti della consulta che mette anima e
corpo affinché tutto sia organizzato con cura.
numero 34 / estate duemilaundici
L’intento è
quello di far
incontrare
i
giovani delle
nostre
parrocchie, farli
socializzare
non solo con
incontri ludici
ma sopratutto di fede, nei
quali possono
condividere la propria esperienza e sostenersi reciprocamente. Come ben sappiamo, nel
mondo giovanile, molti sono i
ragazzi che non hanno, forse, il
coraggio di testimoniare il pro-
9
VITA DELLA COMUNITÀ
PASTORALE GIOVANILE
prio credo perché spesso non
sono incoraggiati dai coetanei.
Il nostro desiderio è che non si
sentano soli in questo cammi-
10
no di crescita
e sembra che
i nostri ragazzi inizino ad
accogliere le
proposte
rispondendo
con una buona partecipazione.
150 i giovani che hanno
partecipato,
accompagnati dai loro catechisti e animatori, alla Via Crucis
Giovani dello scorso 1° aprile.
5 le stazioni con partenza dalla
chiesa di San Giorgio di Fontanafredda e arrivo al Santissimo
Redentore di Villadolt. Il cammino accompagnato dai canti,
le stazioni guidate da riflessioni
di santi (quasi tutti) “moderni”
quali S. Gianna Beretta Molla,
don Tonino Bello, Beata Chiara
Luce Badano, Beato Giovanni Paolo II. Tutte testimonianze forti, coraggiose quasi ad
incitare ancora, nel ricordo di
Giovanni Paolo II, questi nostri giovani a non aver paura di
spalancare le porte del nostro
cuore a Cristo poiché solo Lui
sa cosa c’è dentro l’uomo. Bello il rientro accompagnato da
canti che seppur non “liturgici”
hanno dato un respiro di gioia e
un ritorno a “cuor leggero”.
L’entusiamo e l’ottimismo
non sono mancati anche se
il meteo non ci ha sostenuto
nella giornata del 15 maggio
dove il primo “UPtornei” ha dovuto svolgersi al chiuso dato
il maltempo ma in un clima di
simpatia e gioiosa sportività. I
partecipanti si sono sfidati in
diverse discipline quali Calcio
balilla, Ping-pong, Briscola,
3sette, Scala 40. Praticamente
era assente solo una Parrocchia su sette e due parrocchie
erano rappresentate da un solo
iscritto al torneo ma nemmeno
questo li ha scoraggiati, infatti,
Nave con Giacomo aiutato da
Luca di Villadolt (evviva la sportività!!!), è riuscito a guadagnare il terzo posto parimerito con
Roveredo: infatti don Ruggero
in coppia con Roberta di Vigonovo (ri-evviva la sportività!!!)
ha vinto il torneo di briscola
guadagnando, appunto, il terzo posto. Al secondo posto si
è classificata la parrocchia del
Santissimo Redentore di Villadolt mentre il primo posto lo
ha guadagnato la parrocchia
di Vigonovo, padroni di casa,
portando a casa la Coppa “UPtornei”.
numero 34 / estate duemilaundici
PASTORALE GIOVANILE
VITA DELLA COMUNITÀ
Chiara Soldera
GMG: perché no?
“Radicati e fondati in Cristo,
saldi nella fede” (cfr Col 2,7). Questa è la frase di S. Paolo da cui il
papa ha voluto trarre il tema per
la GMG di Madrid di quest’anno.
È una frase semplice, chiara, che
però può non essere facilmente
accettata, resa parte della propria vita: la fede è un dono che va
coltivato e per dei giovani, come
me, che spesso si approcciano
solo razionalmente alle cose, alle
esperienze, che si fanno mille domande su tutto, la fede diventa
un mistero molto più incompren-
sibile. Ma come cristiana mi sento di dire che l’amore, e la fede in
sè, vanno oltre i dubbi e le questioni: bisogna porsi domande,
ricercare Dio sempre perchè solo
così lo si può incontrare.
Se mi chiedessero perchè ho
scelto di partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di
Madrid risponderei che, be’, mi
sono sentita di doverlo fare, che
è un’opportunità unica, a cui non
si può dire di no e che... ma perchè no? Cosa c’è di più bello di
incontrare miglioni di giovani della tua età o quasi, con culture alle
spalle da condividere e conoscere, con domande ed idee simili
alle tue e con la stessa voglia di
dire “Sono qui con voi, con e per
Gesù”. Negli incontri che abbiamo già tenuto in previsione della
GMG, dal primo in seminario alla
veglia di Cordenons, le parole
fondamentali di cui abbiamo parlato sono state: CONDIVIDERE
e TESTIMONIARE. Sono i verbi che riassumono il fine di ogni
GMG, dal momento che partecipare ad un evento simile vuol dire
innanzitutto accantonare l’io per
passare al noi, riconoscersi come
fratelli, come figli di Dio e dare testimonianza del suo più grande
messaggio: “AMARE”. Ritrovarsi
in una città con migliaia e migliaia
di giovani che pregano, cantano,
ballano per il Signore ti fa sentire
davvero parte di una famiglia che
è quella della Chiesa.
Antonio Arcolin
I nostri asili parrocchiali: “Sacro Cuore” e “Punto Gioco”
Sintesi dei progetti e laboratori proposti durante l’anno scol.
2010/2011 alla scuola dell’infanzia “Sacro Cuore” e del nido integrato “Punto gioco”
La scuola dell’infanzia “Sacro
Cuore”, per rispondere ai bisogni
dei bambini sulla base delle necessità degli stessi, quest’anno
scolastico ha reintrodotto (oltre
alla programmazione per progetti) il modello laboratoriale ai fini di
un’offerta educativa più diversificata e significativa.
1. Progetto accoglienza (settembre/ottobre). Atto ad accogliere i bimbi nuovi, dedicando
numero 34 / estate duemilaundici
tre giornate solo al loro inserimento prima dell’arrivo dei bimbi
medi e grandi e successivamente l’appoggio costante dell’insegnante trasversale. Ciò consente
di avere un approccio “morbido”
al nuovo contesto scolastico e
sostenerli nell’accettare il distacco dai familiari.
2. Progetti fuoco, aria, terra
e acqua (novembre/dicembre,
gennaio/febbraio, marzo/aprile,
maggio/giugno, tutte le sezioni).
Questi quattro elementi della natura sono serviti quali filo conduttore della programmazione didattica. Ne sono scaturite attività
che hanno accompagnato i bimbi
nel lavoro di sezione a partire dal
mese di Novembre. A tali progetti
si sono collegate delle uscite didattiche alla Caserma dei Vigili
del fuoco a PN, al Parco-zoo di
Lignano Sabbiadoro e all’immaginario scientifico di Torre di PN.
3. Progetto educazione religiosa (tutto l’anno, bimbi piccoli,
medi e grandi). Le attività svolte
offrono occasioni per lo sviluppo integrale della personalità dei
bambini, valorizzando la dimensione religiosa, promuovendo la
riflessione sul loro patrimonio di
esperienze e contribuendo a ri-
11
VITA DELLA COMUNITÀ
SCUOLA MATERNA E NIDO
Uscita didattica “Al riccio” dei bimbi del nido, maggio 2011.
spondere al loro bisogno di significato di cui sono portatori.
4. Laboratorio tattile (ottobre/
novembre, bimbi piccoli e medi).
Questo laboratorio è nato per favorire la reciproca conoscenza
dei gruppi sezione dei piccoli e
medi. I laboratori proposti hanno
avuto come intenzionalità progettuale quella di far percepire ai
bimbi le diverse sensazioni tattili
offerte dai materiali a disposizione facendoli lavorare in piccoli
gruppi eterogenei.
5. Laboratorio creativo (tutto
l’anno, bimbi grandi). Il laboratorio si sviluppa in quattro nuclei dedicati alle stagioni le quali
rappresentano un meraviglioso e
naturale contenitore da cui attingere spunti da rielaborare con i
bimbi, attraverso l’esplorazione e
la valorizzazione di ciò che muta
attorno a loro.
6. Progetto Biblioteca (tutto
l’anno, per medi e grandi). Il progetto nasce dalla volontà di voler
utilizzare il più possibile la biblioteca realizzata all’interno della nostra scuola offrendo un’opportunità ai bimbi di educarli al piacere
di sentirsi raccontare e creando
in loro curiosità, indispensabile
affinchè in loro possano scaturire
interesse e curiosità nella lettu-
12
ra. Si sono realizzate delle uscite presso la Biblioteca Civica del
paese
7. Progetto la topologia (ottobre/dicembre). Ogni bambino
è consapevole che può trovarsi quotidianamente in posizioni
spaziali diverse: l’obiettivo del
progetto è quello di avviarli ad
una simbolizzazione sempre
più precisa e corretta di questa
consapevolezza mediante giochi
che li coinvolgono attivamente e
li guidino alla rappresentazione
simbolica, padroneggiando sempre di più un linguaggio logico.
8. Progetto le nostre storie”
(da gennaio a marzo, bimbi grandi). L’intenzionalità progettuale
di questo lavoro nasce per potenziare le capacità linguistico/
lessicali e stimolare ipotesi di un
“finale per le storie”.
9. Progetto dò i numeri con la
matematica!!! (da gennaio a giugno, bimbi grandi). Il progetto si
basa sulle competenze e sulle dimensioni di sviluppo dei bambini
dell’età prescolare partendo dalla
“matematica parlata” per evolversi verso quella “simbolica e
scritta”. Si concretizza sulla consapevolezza che tante attività dei
bimbi richiedono abilità matematiche di discriminazione, conteggio, misurazione, classificazione,
quantificazione, localizzazione,
ecc.
10. Progetto parole, parole che divertimento (da gennaio
a giugno, bimbi grandi). Molte
delle attività svolte nella scuola
dell’infanzia hanno come finalità l’acquisizione dei prerequisiti
necessari al bambino per poter
affrontare in seguito l’apprendimento della lettura e della scrittura; questo progetto quindi ha
come finalità l’avvicinare il bimbo
alla lingua scritta e scoprirne i
suoi aspetti più caratteristici.
11. Laboratorio di musica.
L’educazione musicale è inserita nel P.O.F. della nostra scuola
Progetto acquaticità in collaborazione con la piscina Gymnasium di PN.
numero 34 / estate duemilaundici
SCUOLA MATERNA E NIDO
come strumento utile ed importante che contribuisce allo sviluppo della personalità attraverso
l’espressione musicale e vocale.
Essa deve costituire per il bambino qualcosa di vivo, spontaneo,
rappresentando per lui un altro
modo di esprimersi, non molto
distante da quello abituale, cioè
il linguaggio. Lo scopo sarà dunque non quello di formare futuri
musicisti, ma quello di far sì che
il bambino si senta più felice, più
libero, più “se stesso” e possa così esprimere con intensità
sempre maggiore tutta la ricchezza del suo mondo interiore.
Tutto questo sarà più facile se
iniziato nell’età della Scuola Materna, quando la spontaneità del
bambino facilita ogni espressione e quando la sua stessa natura
lo porta a registrare e imparare
facilmente quanto gli viene proposto.
12. Laboratorio di pratica
psicomotoria. Le sedute di pratica psicomotoria rappresentano un’operazione educativa che
mette il bambino in un contesto
pensato per lui, per permettergli
di vivere un percorso di maturazione in un clima di sicurezza, di
accettazione e fortemente relazionale. Il laboratorio di pratica
Psicomotoria permette a ogni
bambino di fare esperienze nuove, intense e motivanti sia sul piano del rapporto con gli altri che
su quello della scoperta delle
proprie capacità e limiti. Per tale
attività la scuola si avvale di psicomotriciste esterne e anche di
un’insegnante interna che segue
solo la sua sezione.
13. Laboratorio di lingua inglese (bimbi grandi, da ottobre ad
aprile). S’intende offrire un’opportunità ai bambini di cinque
anni al fine di arricchire la loro
personalità e le capacità espressivo-creative per una migliore socializzazione. Più che a precise
conoscenze linguistiche si mira
a sensibilizzare i bambini alla
numero 34 / estate duemilaundici
nuova lingua. Il percorso si articola attraverso il gioco, canzoni
tradizionali inglesi per l’infanzia,
drammatizzazione di alcune fiabe familiari e tipiche inglesi. La
scuola si avvale di un’insegnante
esterna.
14. Progetto educazione ambientale. Questo progetto, che
è stato proposto a tutte e tre le
sezioni della scuola, ha avuto
come obiettivo quello di sensibilizzare i bimbi a come produrre
meno rifiuti possibile. Il progetto
ha proposto un itinerario dove,
attraverso attività di sezione e
laboratori si sono motivati i bambini ad adottare atteggiamenti,
comportamenti e stili di vita che
consentano di ridurre il più possibile i rifiuti. Il progetto “io riciclo” proposto dalla nostra scuola
è stato integrato dal laboratorio
didattico “rifiuto in che senso?”
realizzato con la collaborazione
di esperti esterni (Eupolis) e dalla
collaborazione della scuola Statale con le attività del progetto
“da cosa nasce cosa” per il quale
il Comune ha partecipato offrendo alle scuole un contributo pari
ad Euro 1.000,00.
15. Progetto acquaticità. Introdotto lo scorso anno scolastico, questo progetto è stato
richiesto dai genitori e ripresentato quest’anno per il notevole
successo ottenuto. L’attività acquatica, che viene proposta alle
sezioni dei bimbi medi e grandi, ha come fine la conoscenza
dell’ambiente piscina, conoscenza dell’acqua, l’adattamento psicologico per il controllo dell’ansia
per superare la paura dell’acqua,
rafforzare l’autonomia personale oltre che la gioia, la serenità
,la sperimentazione e l’iniziativa.
Viene eseguito presso la piscina Gymnasium di Pordenone da
personale specializzato.
Il nido integrato Punto Gioco
con le sue quattro sezioni omogenee per età, propone attività
VITA DELLA COMUNITÀ
Pratica psicomotoria.
Progetto biblioteca in collaborazione
con la biblioteca civica di Roveredo in
Piano.
Laboratorio di musica in collaborazione
con la Filarmonica di Roveredo in Piano.
facenti capo a progetti comuni,
tarati in modo differente a seconda dell’età dei bambini.
13
VITA DELLA COMUNITÀ
SCUOLA MATERNA E NIDO
Sintesi progetti nido integrato della comunicazione linguistica
“Punto Gioco” - periodo settem- proponendo attività strutturate e
meno con condivisione di oggetti,
bre -maggio a. s. 2010/2011
Progetto di educazione ambientale con
la collaborazione del Comune di Roveredo in Piano.
Alcuni momenti nella Casa parrocchiale
di Tramonti di Sotto.
14
I bimbi frequentanti la struttura
del nido integrato sono suddivisi in 4 sezioni omogenee per età
chiamate: coccodrilli, elefantini,
pesci e tartarughe.
Le attività proposte fanno
capo a progetti didattici comuni,
tarati in maniera differente a seconda delle età dei bimbi.
Dopo il periodo dell’inserimento che coinvolge bimbi ed
insegnanti per circa due mesi
(settembre/ottobre) al momento
sono stati proposti questi 3 progetti:
1. Coloriamo il Natale con proposte inerenti all’area emozionale
consolidando le dimensioni relative alla consapevolezza emotiva e
della dimensione religiosa e proponendo attività percettive a livello sensoriale ed emozionale.
2. Evviva il Carnevale con proposte inerenti alle aree dell’identità, relazione e comunicazione, consolidando le dimensioni
dell’iniziativa personale, della relazione condivisa, dell’ascolto e
spazi, idee e ascolto dell’altro.
3. I colori della natura con
proposte inerenti all’area della
comunicazione/ascolto/linguaggio predilegendo gli aspetti
dell’ascolto consapevole, ascolto
guidato, ascolto dell’altro. Vengono fatte fare esperienze in riferimento al linguaggio cromatico.
Per concludere, domenica
8 maggio 2011, assistiti da una
splendida giornata, in ben oltre
160 partecipanti ci siamo ritrovati nella casa Parrocchiale di
Tramonti quale momento di condivisione con le famiglie. Dopo la
celebrazione della S. Messa un’
agguerrita schiera di cuochi genitori ci hanno deliziato proponendo un menù da veri chef.
Confidiamo di ritrovarci ancora più numerosi il prossimo 10
giugno a conclusione dell’anno
scolastico alla tradizionale “festa
del ciao” dove verranno salutati
i bimbi della sezione dei grandi
che si apprestano ad effettuare, a
settembre, il passaggio alla scuola primaria.
numero 34 / estate duemilaundici
ROVEREDANI IN FESTA
VITA DELLA COMUNITÀ
Beato Giovanni Paolo II ... anche tra i roveredani
1985 - Giovanni Paolo II incontra Augusto Cigana in occasione dell’udienza
con i sordomuti.
Alberto Turchet, accompagnato dalla sua
mamma, riceve una carezza da Giovanni Paolo II.
Maggio 2003 - Il Primo Maresciallo
Bersagliere, Maurizio Redivo, riceve dalle mani di Giovanni Paolo II la fiaccola
della pace e della speranza, portata da
Roma a Lourdes, con una corsa a staffetta, da 5 tedofori militari in occasione
del pellegrinaggio militare internazionale, dopo aver percorso un totale di 1.609
km in 9 giorni. Essa è stata testimone, in
un entusiasmante viaggio itinerante, di
numerose manifestazioni e testimonianze dei valori universali come la pace e la
fratellanza che accomunano persone che
vivono in luoghi diversi, concludendo
questa straordinaria corsa nel santuario
di Lourdes, luogo di sofferenza e di speranza ma anche di pace e serenità interiore.
numero 34 / estate duemilaundici
15
VITA DELLA COMUNITÀ
ROVEREDANI IN FESTA
Luigia Bertolo, il 22 gennaio 2011, ha
festeggiato i suoi 100 anni con i suoi 8
figli, 18 nipoti, 26 pronipoti e i 6 figli
dei pronipoti.
Domenica 6 febbraio si è svolta la festa
per i 91 anni di Ida Redivo nata il 2 febbraio 1920. Presenti i figli Bruna, Pietro e Franco con rispettive famiglie, figli e
nipoti. Per l’occasione l’hanno raggiunta
la nipote Stefania da Bergamo, il marito
e l’ultimogenita Erika.
Lo scorso 19 febbraio, collaboratori e
amici hanno organizzato una festa di
compleanno in Oratorio per la nostra
superiora Suor Maria Gabriella e il parroco don Ruggero Mazzega.
16
numero 34 / estate duemilaundici
ROVEREDANI IN FESTA
VITA DELLA COMUNITÀ
Annniversari
50 anni di matrimonio
A sinistra: Olimpia Zecchin e Ferruccio Benedet festeggiano, insieme alla famiglia, i loro 65 anni di vita insieme.
Sotto: Rina Ongaro e Franco Babuin, il 30 aprile scorso
insieme ai quattro figli, ai quattro nipoti e ai parenti
hanno festeggiato i 50 anni di matrimonio.
A sinistra: Ines Barbaresco e Enrico
Fasolo hanno festeggiato i 50 anni
di matrimonio con i figli e parenti
tutti.
Sopra: 3/04/1961 - 3/04/2011. Nozze d’oro per Marisa
Menna e Nicola Summo, ritratti con i nipoti Federica,
Alessia, Marco, Francesca ed Alessandra.
A sinistra: Lidia Redivo e Armando Santin hanno festeggiato il 50° anniversario di matrimonio con i figli
che augurano loro ancora tanti anni insieme.
numero 34 / estate duemilaundici
17
ASSOCIAZIONI
Deborah Gelisi (12 anni)
Musica!
La Società Filarmonica di Roveredo in Piano è stata fondata
nel 1873 e su volere di un gruppo di persone appassionate alla
musica. Questo sodalizio ha superato la prima guerra mondiale,
la crisi economica del 1929, la
seconda guerra mondiale e supererà sicuramente, senza nessuna difficoltà, anche l’attuale crisi
economica, ciò a dimostrare che
la musica unisce e aiuta a superare le gravi difficoltà che i popoli
attraversano, perché essa rappresenta una grande famiglia e un
punto di riferimento per le vecchie
e le nuove generazioni, che nella
banda musicale si ritrovano. Essere un componente della banda
musicale di Roveredo è un motivo
d’orgoglio perché si sente la necessità di portare avanti questa
istituzione creata dai nostri antenati; inoltre il nome di Roveredo
in Piano viene esportato in ogni
dove, rallegrando le centinaia e
centinaia di persone che ci ascoltano durante i nostri concerti.
Imparare la musica dal vivo,
andare costantemente alle prove
musicali e partecipare alle uscite, è un modo per educare e far
crescere gli individui e questo ci
servirà soprattutto nella vita, insegnandoci a relazionare con gli
altri e il rispetto nelle attività quotidiane e soprattutto nel mondo
18
del lavoro.
Il clima della banda non è rigido come qualcuno può pensare, ma è un clima allegro dove
si rafforzano le vere amicizie, tra
persone anche di età diverse; per
quanto mi riguarda, infatti, presso
la Filarmonica di Roveredo in Piano ho maturato delle fantastiche
amicizie, che penso mi rimarranno per sempre. Io mi auguro che
nuovi ragazzini si avvicinino ad
imparare la musica attraverso la
B-Band, perchè in quest’epoca
della tecnologia avanzata (computer, Facebook, I-Phone, cellulari d’ogni tipo, Play-Station e
qualsiasi altro video-gioco), la
banda musicale è il miglior antidoto per distogliere l’attenzione
dalle sopra citate tecnologie, in
quanto suonando siamo noi gli
artefici del costruire e sicuramente non siamo soggetti passivi.
Basti pensare che solo nel
mese di maggio oltre al bellissimo saggio allievi, con l’intero
oratorio gremito in ogni posto
che ha chiuso (mancano solo gli
esami finali) l’anno scolastico, la
banda giovanile B-Band ha partecipato per la prima volta il 7
maggio a Corno di Rosazzo UD
(nella categoria superiore nonostante la giovanissima età dei
componenti) al Concorso Regionale di Bande Giovanili piaz-
zandosi al quarto posto. Sempre
presente nel sociale, sabato 14
maggio la Filarmonica ha organizzato proprio per la B-Band e
la Bimbo-Band, un bellissimo
spettacolo benefico a sostegno
dell’Associazione “L’Arcobaleno
ONLUS” di Porcia, proponendo,
in collaborazione con la prestigiosa “Scuola di Danza Dania
– Città di Pordenone” e patrocinato dal Comune di Roveredo in
Piano, di Porcia e in coedizione
con la Provincia di Pordenone,
presso il Teatro Auditorium Concordia di Pordenone, un Concerto denominato”Musiche dal
Mondo” che ha visto l’intero teatro gremito, spaziando da musiche originali per banda ad arie
celebri come il “Nessun Dorma”
di Puccini, allo “Schiaccianoci” di
Tchaikosvky con la Bimbo-Band.
A giugno poi un grande regalo per i nonni di Casa Serena a
Pordenone con la B-Band in concerto e la Rassegna Regionale di
Valvasone insieme alla BimboBand.
La Filarmonica a luglio partirà
poi per la volta del Lussemburgo
per grandi concerti (di cui uno in
Piazza d’Armi in Città del Lussemburgo) e gemellaggi.
Vi aspettiamo numerosissimi
ai nostri concerti e manifestazioni.
numero 34 / estate duemilaundici
ASSOCIAZIONI
Gruppo Corale Gialuth
“Musica… e oltre”
Taluni pensano alla musica
come una scatola piena di offerte disparate, perlopiù noiose
e “di nicchia”. Noi crediamo che
la musica, in particolare quella
corale, sia invece un modo per
crescere culturalmente, fare festa, condividere le gioie e i dolori
della vita e perché no, distrarsi
dalle “beghe” quotidiane e dalla
quotidianità stessa che è fonte di
stress e di litigiosità. “Soul food”
ovvero “cibo per l’anima”: questo
è la musica per noi.
Quando abbiamo cominciato
a pensare ai festeggiamenti per
il nostro 25° compleanno, ci siamo posti molte domande: “Organizziamo una
celebrazione? Incidiamo
un CD? Scriviamo un libro? Organizziamo qualche concerto? Invitiamo
altri cori?”. Troppo poco;
troppo scontato. La nostra deve essere più di
una festa; deve essere
una “ri-nascita”. Dobbiamo riuscire a coinvolgere
tutta la comunità roveredana. Vogliamo stupire.
Vogliamo che tutti i coristi che hanno cantato con
noi siano fieri di noi e del
nostro percorso, vogliamo che i nostri concittadini ci conoscano.
Quando abbiamo partecipato alla “Notte Tricolore” ed abbiamo eseguito
quattro brani nel Palazzetto dello Sport (tutto tranne
numero 34 / estate duemilaundici
una buona sala per ascoltare un
coro), molte persone tra il pubblico presente ci hanno detto che
non avrebbero mai creduto che
un coro potesse fare quel tipo di
repertorio. Molti non ci avevano
mai sentito cantare. Molti, forse,
non sapevano nemmeno della
nostra esistenza! Eppure, sono
25 anni che facciamo parte delle
associazioni roveredane! In questi lustri abbiamo girato tutte le
regioni d’Italia, abbiamo cantato
per più di mezza Europa, abbiamo partecipato e vinto concorsi,
abbiamo portato in giro con orgoglio il nome del nostro paese.
Abbiamo partecipato a centinaia
di concerti e progetti importanti.
Abbiamo cantato nelle piazze, in
grandi teatri e in bellissime chiese.
Per il nostro 25°, organizzeremo il concerto di “Voci dal mondo” venerdì 8 luglio. Questo appuntamento con cori provenienti
da diverse parti del mondo è or-
mai divenuto tradizione e, proprio
le compagini che negli anni scorsi hanno cantato per noi, hanno
riscosso notevole successo al
Concorso Internazionale “C.A.
Seghizzi” di Gorizia, vincendo
sempre importanti premi. Ancora
in luglio saremo impegnati nell’incisione di un CD che vuole essere una fotografia del percorso
compiuto sino ad oggi. Contemporaneamente, proporremo una
mostra fotografica che ripercorra
la nostra storia, inserita nella storia del paese. La mostra sarà presente durante la Sagra del Gialut
e proseguirà in Municipio. Poi, in
autunno, ci sarà la nostra Rassegna Cafe’ Denole che, proprio
in occasione dell’anniversario,
ospiterà cori importanti. Inoltre,
ci piacerebbe poter organizzare
una “giornata della musica” nella quale coinvolgere le altre associazioni musicali di Roveredo
e qualche personaggio famoso
della musica pop italiana.
Oltre a ciò che proporremo a Roveredo, abbiamo
ricevuto per il 2011 molti
inviti per concerti importanti tra i quali vale la pena
sottolineare l’esecuzione
della “Missa Audi Filia” nel
Duomo di Giarre (Ct) nei
primi giorni di dicembre, e
due concerti di “vocal pop”
in Toscana nel periodo
dell’Epifania.
Per una piccola entità come la nostra ci pare
davvero molto. Gradiremmo che tutti voi che state
leggendo, partecipaste alle
nostre proposte per vedervi sempre numerosi e
festeggiare insieme degnamente questo nostro compleanno.
BUONA MUSICA A
TUTTI!!!
19
ASSOCIAZIONI
Valentina e Barbara Falomo
Le donne del commercio equo e solidale
Il 14 maggio si festeggia la
giornata mondiale del commercio equo e solidale: non è forse
una data da segnare nei calendari come Natale e Pasqua, ma
è certamente un’occasione speciale per tutte le realtà nel mondo
che contribuiscono attivamente
alla costruzione di un’economia
equa e giusta. Dai produttori ai
volontari di bottega.
Quest’anno
Altromercato,
la principale organizzazione di
commercio equo in Italia e di cui
L’altrametà di Pordenone è socia, dedica la giornata alle donne:
“fatto dalle donne per le donne”
è lo slogan scelto. Si tratta di un
riconoscimento rivolto all’universo femminile, motore pulsante
dell’economia nella società di
oggi, sia nei Paesi del Nord che
in quelli del Sud del Mondo.
“L’importanza del ruolo della donna nella società odierna è
sotto gli occhi di tutti. Purtroppo il loro prezioso contributo,
anche nell’ambito specifico del
commercio equo e solidale, non
viene riconosciuto a sufficienza.
Troppo spesso, infatti, le donne,
ancora oggi, soffrono di una posizione sociale marginale e di indigenza”, dichiara Guido Vittorio
Leoni, Presidente di Altromercato. “Con l’iniziativa ‘Fatto dalle
donne per le donne’ si vuole sottolineare il ruolo che il commercio
equo e solidale può avere e per
molte donne già ha, come strumento di riscatto, emancipazione
ed empowerment”.
Secondo dati ufficiali, il ruolo delle donne in agricoltura è
fondamentale, poiché tra il 50 e
l’80% di esse lavora in questo
settore, ma non in ruoli di rappresentanza o direttamente legati
alla vendita, considerati invece
maschili. Il sistema di mercato
tradizionale fomenta le differenze
di genere.
Nel commercio equo, le donne rappresentano il 70% dei produttori, non è un caso se si pensa
che molte cooperative di cui fanno parte nascono con lo scopo
di sostenere e ridare dignità agli
individui più deboli della società,
tra cui proprio i malati e le donne.
Queste hanno la possibilità di affermare i propri diritti attraverso
il lavoro, divengono autonome,
riacquisiscono un ruolo sociale e
contribuiscono al sostentamento
delle proprie famiglie. Il fatto che
gran parte di loro rivesta anche
ruoli dirigenziali e amministrativi
dipende da due fattori: da un lato,
lo statuto del commercio equo e
solidale prevede la parità di generi e la democrazia organizzativa, permettendo quindi a tutti i
componenti delle organizzazioni
appartenenti di partecipare attivamente alla gestione e ai processi decisionali; dall’altro, sono
le donne stesse che divengono
consapevoli di sé e della propria
capacità di agire.
Questo è l’empowerment femminile, un processo che coinvolge individuo e collettività insieme
e che destruttura il significato di
potere: esso è prima di tutto capacità e possibilità di agire, oltre
limiti e stereotipi, che richiede
maturazione e consapevolezza.
Maria Vittoria Aucone
I laboratori di ceramica e falegnameria di Coop Noncello
Coop Noncello, cooperativa
di servizi con sede a Roveredo in
Piano, da più di 10 anni gestisce
al suo interno un laboratorio di
ceramica ed uno di falegnameria.
I gruppi di lavoro sono formati da
pazienti del Distretto di Salute
Mentale della provincia di Pordenone, i quali, coordinati da istruttori con competenze nello specifico campo, hanno la possibilità
di esprimere la loro creatività realizzando prodotti in ceramica ed
in legno.
20
Lo scorso anno il laboratorio di
ceramica, su progetto dell’istruttrice, ha prodotto un oggetto
chiamato “pout-aux-fous” (pentola folle) il quale è stato presentato con grande successo nell’ottobre 2010 alla manifestazione di
“Slow Food” a Torino, all’interno
del programma di “Terra madre”
ed alla manifestazione appena
conclusasi di “Squisito!” a San
Patrignano. Questo prodotto fa
parte di una serie di oggetti che
il laboratorio propone come solu-
zioni di regalo ed inoltre, a richiesta, è in grado di produrre articoli
per ogni tipo di cerimonia come
battesimi, comunioni e matrimoni.
Il laboratorio di falegnameria
si diversifica in due attività ben
distinte: la produzione di piccoli oggetti come taglieri, mensole
porta spezie, piattaie, pannelli decorativi, sottopentola, etc.,
utilizzando legno di recupero (ad
esempio i bancali), mentre la seconda attività impegna il gruppo
numero 34 / estate duemilaundici
ARTE
CULTURA
Sergio Gentilini
di lavoro nel restauro mobili antichi e nel recupero ed ammodernamento di mobili che versano in
cattivo stato.
Affreschi devozionali
Roveredo si arricchisce di un’altra immagine che raffigura la Madonna di Motta
di Livenza (Treviso) apparsa il 9 marzo 1510 a tal Giovanni Cigana mentre
pregava ad un capitello, tutt’oggi esistente: sul luogo in seguito è sorto l’attuale
celebre “Santuario della Madonna dei
miracoli”. Il dipinto, di forma circolare,
opera del roveredano Vincenzo Muriano, compare in Via Cavour sulla parete esterna dell’abitazione della famiglia
Cigana-Nadal, molto devota e religiosa,
che ha voluto anche con questa immagine invocare la protezione della Vergine
sulla propria famiglia.
Sergio Gentilini
Alla “scoperta” di Roveredo
I nostri istruttori, inoltre, sono
disponibili ad organizzare corsi di
ceramica e restauro per gruppi di
scolaresche.
I laboratori, che hanno sede
presso Coop Noncello, in Via
dell’Artigianato, 20, Roveredo in
Piano, si possono visitare liberamente da lunedì a venerdì dalle
ore 9.00 alle ore 13.00.
Per informazioni contattare il
numero 0434-386811.
numero 34 / estate duemilaundici
Interessante l’iniziativa delle scuole medie di Roveredo, realizzata nel mese di marzo: dopo una accurata ‘ricerca’ da parte degli scolari della Prima Media A e B è seguita la visita ai Capitelli
roveredani di sant’Anna, della Madonna del vial, della Madonutha
de la lovèra e di san
Bastian, accompagnati dallo scrivente,
che si è complimentato per i loro ‘risultati’ raccolti anche in
alcuni fascicoli, corredati da altrettante
immagini fotografiche, a futura memoria.
La lodevole iniziativa è stata coordinata e seguita dalle insegnanti proff. Maria
Brunetta, Lara Bottos e Stefano Marcogliese cui rivolgiamo
i più vivi complimenti
per il felice ‘esperimento’ storico-artistico e religioso, unitamente alla preside
prof. Carla Varnier.
21
CULTURA
LIBRI
Marika Brun
Pictor Modernus tra i giovani
Folto pubblico a Roveredo per la presentazione
del libro “Pictor Modernus - gli ultimi giorni del Pordenone tra storia e leggenda” degli autori Alberto
Magri e Roberto Vecchione. Saluto dell’assessore
Barbariol e introduzione di Sergio Gentilini.
Alberto Magri - poco più che ventenne - ha dato
alla luce il suo progetto quinquennale illustrando
magistralmente la storia del Pordenone, scritta a
quattro mani - con l’aiuto dell’amico Roberto Vecchione. La casa editrice L’Omino Rosso ha creduto
nella potenzialità dei due giovani autori che hanno
saputo raccontare in modo semplice e diretto alcuni
aspetti della vita del pintòr - pensando ad un target
giovanile. Ecco il motivo per cui la storia fa da cornice per dedicare maggior spazio alle illustrazioni che
fanno sognare e piacciono - create, appunto, dal figlio d’arte Alberto Magri, di Roveredo in Piano. Opere realizzate, dopo attento studio e numerosi sopralluoghi nelle località familiari del Pordenone quali,
Venezia o Ferrara - dove morì nel 1539. Inevitabile
l’intensa ricerca per ricostruire più fedelmente possibile il quotidiano del Cinquecento. Molte erano infatti le proposte artistiche a quel tempo tanto che il
Pordenone cercò di distinguersi facendo emergere
la propria identità pittorica. Non a caso il duca Ercole II d’Este lo scelse per realizzare i cartoni prepara-
22
tori per gli arazzi, emblema di eleganza di corte.
Gli autori hanno scelto di raccontare la storia in
chiave fiabesca, una dimensione quasi teatrale,
guidando anche il bambino lettore al percorso del
pictor modernus rappresentando luoghi e personaggi significativi. L’intento è quello di stimolare
fantasia ed interesse nel lettore per accompagnarlo
dentro la storia.
Fumetto o libro illustrato? La risposta la troverete tra le bellissime pagine di questo piccolo capolavoro locale di Alberto Magri e Roberto Vecchione.
numero 34 / estate duemilaundici
STORIA ROVEREDANA
CULTURA
Giacomo Bomben
Polisportiva Vis-Virtus
La Polisportiva è stata originariamente fondata nel
1911 da un pioniere dell’associazionismo e dell’aviazione, il milanese di Porta Romana Cirillo Steffanini
(1859-1946), in arte Stephenson, socio della Società Ginnastica Milanese Forza e Coraggio. Fu protagonista nel 1891 all’Arena di Milano della prima
ascensione di una mongolfiera da lui realizzata e di
numerose esibizioni, volava appeso ad un trapezio
utilizzando una mongolfiera, cosa rara in quel periodo dominato dai palloni a gas, dopo circa 200 ascensioni entra a far parte
della Brigata Specialisti
Genio dell’esercito. Oltre a costituire il sodalizio sportivo, Steffanini fu
l’ideatore della costruzione, che avvenne ad
opera del volontariato
roveredano, di un fabbricato adibito fino ad
una trentina d’anni fa a
teatro e cinematografo,
fu regista e realizzatore
di manifestazioni teatrali
e musicali, organizzatore di gare sportive, promosse anche la costituzione di un Comitato Pro
Roveredo, allo scopo di dotare il paese di un mezzo
meccanico per lo spegnimento degli incendi. La sala
Vis et Virtus, edificata nel centro dell’abitato, fu il fulcro di molte attività: la ginnastica, il teatro, poi feste
da ballo, sala riunioni, ecc., l’associazione diede anche vita alla prima squadra di calcio. Attorno agli anni
‘70 la Società venne congelata dall’allora Consiglio
Direttivo in attesa di tempi migliori.
numero 34 / estate duemilaundici
1926 - Cirillo Steffanini “Stephenson”; ascensione libera in
mongolfiera (foto: museo pro patria).
Sopra: la scritta all’ingresso del cortile dello stabile.
Sotto: lo stabile della “Vis-Virtus”, ex teatro e cinimatografo,
chiuso da tempo inizia a dare segni di cedimento.
23
CULTURA
STORIA ROVEREDANA
Annalisa Barbariol
Un individuo pericoloso
Non ricordo esattamente a quando risalga il primo accenno a questo mio originale bisnonno. Quel
che è certo è il fatto che spesso sentii i miei genitori
dirsi l’un l’altro: “ Te te penseto de che vuolta che ‘l
nono Piero…”, formula di rito che dava il via al racconto di uno dei tanti aneddoti per i quali il bisavolo
era famoso.
Così negli anni mi feci l’idea che il suddetto
nono Piero fosse un individuo assai originale, indubbiamente generoso ma così fuori dagli schemi
da immaginarlo oggi come un hippy ante litteram.
A quanto si diceva, la sua originalità si era manifestata soprattutto dopo il suo confinamento a S.
Onofrio di Calabria, durato tre anni e dovuto a “dichiarazioni antifasciste” in un’epoca che indubbiamente lasciava molta poca libertà di espressione.
Per un fortuito caso della vita, qualche mese fa
lessi un articolo che informava in merito all’apertura, negli Archivi di Stato, del Casellario Politico Giudiziario e capii che vi era la possibilità di accedere a
tutta la documentazione. Così, inoltrata la richiesta,
con una celerità che mai si attribuirebbe ad un ufficio pubblico, ricevetti la risposta e, a stretto giro
di posta, copia di tutto il carteggio intercorso fra
24
la Prefettura di Udine e il Ministero fra il 1934 e il
1941.
Ebbi così fra le mani diversi atti che mi permisero di far luce sulle vicende che portarono al confinamento del bisnonno in terra di Calabria.
Negli atti del 27 ottobre 1934 a firma del Prefetto
di Udine, si documenta che il roveredano Barbariol
Pietro fu Osvaldo (23.7.1869 - 24.1.1949), confinato politico, “è irriducibilmente contrario al Consorzio irriguo Cellina - Meduna; si è opposto in tutti i
modi e con tutti i mezzi al pagamento dei contributi al consorzio stesso, vantandosi con gli abitanti
del luogo che nessuna autorità riuscirà mai a farlo
pagare”. Si precisa inoltre che il soggetto “… pur
trovandosi in buone condizioni economiche … da
S. Onofrio, dove in atto si trova, ha scritto al figlio di
non pagare assolutamente il contributo.” Nel documento si respinge infine la sua domanda di grazia
poiché l’uomo “si guarda bene dal promettere di
modificare il suo atteggiamento riprovevole.”
La stessa Prefettura, in data 28 marzo 1941,
scrive al Ministero dell’Interno precisando che
“l’antifascista in oggetto non è iscritto al P.N.F. né
numero 34 / estate duemilaundici
STORIA ROVEREDANA
CULTURA
ai Sindacati Fascisti e sebbene di avanzata età non
ha dato sincere prove di ravvedimento politico.” Si
chiarisce inoltre, con una formula piuttosto lapidaria, che “viene vigilato”.
Segue un carteggio fra le due amministrazioni
con richieste di ulteriori approfondimenti.
Il Ministero dell’Interno, in una notarella del 15
maggio 1941 chiede quindi alla Prefettura di Udine
“in base a quali elementi l’individuo in oggetto sia
stato considerato antifascista” e si risponde dicendo che “il nominato è da considerarsi antifascista
per aver a suo tempo ostacolato e fatto propaganda
contraria, fra i contadini del luogo, alla costituzione
del Consorzio irriguo Cellina-Meduno, rifiutandosi
inoltre di versare il relativo contributo dimostrando
così di far opera contraria alle direttive del Regime.”
Questo è quanto emerge dalla documentazione
in mio possesso.
I parenti rammentano invece che, nel periodo di
confinamento, il suddetto bisnonno fu ricoverato
presso la canonica del paese di S. Onofrio, dove
continuò a fabbricare zoccoli che distribuiva fra i
bisognosi del luogo.
Si racconta pure – e questa è la nota di colore
che maggiormente viene menzionata - che “per far
dispetto a Mussolini” egli si fosse rifiutato di lavarsi
per i tre anni del periodo di confinamento. A tale
proposito gli anziani ancora ricordano l’aspetto di
quest’uomo, al momento del ritorno a casa, e ripetono una sua frase “Al someava un individuo… e
che… pericoloso…”.
numero 34 / estate duemilaundici
25
CULTURA
STORIA ROVEREDANA
Sergio Gentilini
Le ‘nostre’ campane
Una recente convenzione tra la Protezione civile
regionale e le Arcidiocesi e le Diocesi del Friuli Venezia Giulia è stata firmata il 6 maggio di quest’anno nel Castello di Udine.
Rinasce pertanto con questo accordo, un’antica
tradizione radicata nel nostro territorio, quella degli
“scampanotadôrs”, utilizzando le campane anche
per avvertire la popolazione in caso di necessità.
Con questo accordo i volontari della Protezione civile potranno accedere alle centinaia di torri campanarie della nostra Regione (circa 600 in Friuli) se
dovesse scattare un’emergenza, per suonare ‘a
martello’ le campane e mettere così in allerta i cittadini in caso di imminente pericolo, anche in caso di
calamità che impediscano l’uso dei moderni sistemi
di comunicazione.
In tal modo si viene a ricuperare un’antica radicata tradizione della nostra terra: infatti sin dal Medioevo il suono delle campane ha scandito i ritmi
della vita individuale e collettiva, segnando il tempo
della festa e del lavoro.
Simboli sonori della comunità le campane hanno da sempre svolto una pluralità di funzioni: hanno
sottolineato le festività, i momenti di gioia collettiva,
annunciato incendi, disgrazie e malattie, richiamato
alle armi, scongiurato la grandine, invocato l’aiuto e
la protezione divina. Un linguaggio il loro, diverso da
paese a paese, simile ma non uguale e ogni campana ha il suo suono specifico. Ultimamente si è
proceduto ad un interessante censimento dei campanili e delle campane (vèdasi un recente libro in tal
proposito, primo di una collana che schederà l’intero territorio regionale). Piace ricordare qualche dato
riferito a Roveredo, dove un tempo le ‘nostre’ campane oltre al servizio ecclesiastico, dal marzo 1880
servivano anche per altri scopi: la campana minore
chiamava gli alunni alla Scuola pubblica; la mezzana suonava per avvisare la popolazione dell’arrivo
del Medico di Condotta; la campana maggiore serviva per la batteria dell’orologio comunale appllicato alla torre campanaria; infine ‘suonando assieme’
fungevano da segnale d’allarme in caso d’incendio
o per pubblica calamità.
Ricordiamo anche che il 10 giugno 1940 i roveredani sono chiamati in piazza (richiamati dalle
campane e dalle sirene) per l’annuncio via radio
della dichiarazione di Guerra (data in cui inizierà
‘l’oscuramento’): suoneranno poi a distesa per annunciare la fine della Guerra , all’alba di lunedi 30
aprile 1945. Nel 1939 i loro rintocchi funebri avevano dato notizia della morte di Papa Pio XI (Achille
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Ratti) cui seguirà uno scampanìo festoso (la sera
del 10 marzo) per annunciare l’elezione del nuovo
Papa Pio XII (Eugenio Pacelli).
Oggi Roveredo vanta tre campane nuove, installate e inaugurate nel 1984: il 5 settembre il loro primo scampanìo ‘a festa’ alle ore 16. Le nostre campane, quelle di «Lavoreit tais ans indrìo (cantata in
poesia dalla Silene Pasut)... ‘na glesia e do ciampanes chi sunan da muart e da fiesta... ».
Al termine, chi desidera deliziarsi con gli ‘scampanotadôrs’ in azione e gustare i diversi argentini
suoni delle ‘nostre’ campane friulane, clicchi su internet la parola ‘scampanotadôrs’ e... buon ascolto!
Trascriviamo quanto è stato inciso sulle nostre campane:
CAMPANA GRANDE (peso 12,84 q.)
Immagini: S. BARTOLOMEO AP. - Patrono della Parrocchia. • S. GIULIO Patrono di Roveredo Grigioni (Svizzera)
a ricordo del gemellaggio. • MADONNA DEL ROSARIO.
• IMMACOLATA. Parole: AVE, MARIA, PIENA DI
GRAZIA! • LAUDO DEUM VERUM, PLEBEM VOCO,
CONVOCO CLERUM, lodo il Dio vero, chiamo il popolo,
convoco il clero.
CAMPANA MEZZANA (peso 8,93 q.)
Immagini: S. ANTONIO DI PADOVA. S. ANTONIO
ABATE. Parole: DEFUNCTOS PLORO, NIMBOS FUGO,
FESTAQUE HONORO, piango i defunti, metto in fuga i
nembi, sono il decoro delle feste. • IN TE, DOMINE, SPERAVI. NON CONFUNDAR IN AETERNUM, in Te, o
Signore, ho sperato. Non sarò confuso in eterno. • EXCITO
LENTOS, scuoto i fiacchi.
CAMPANA PICCOLA: (peso 6,26 q.)
Immagini: S. ANNA. • S. SEBASTIANO. • S. MARCO
Patrono delle Villotte. Parole: A SOLIS HORTU USQUE
AD OCCASUM LAUDABILE NOMEN TUUM, DOMINE, dal sorgere del sole, fino al suo tramonto, è da lodarsi il tuo
nome, o Signore.
Su tutte tre: lo stemma del Papa Giovanni Paolo II: “TOTUS
TUUS!”, Tutto tuo (o Maria!).
Note: Re - Mi - Fa diesis.
numero 34 / estate duemilaundici
STORIA ROVEREDANA
CULTURA
Gabriella Santarossa
Una piazza da riscoprire
Anni fa, consultando alcuni documenti relativi all’abitato
di Roveredo in Piano conservati
presso l’Archivio storico di Venezia e risalenti alla prima metà
dell’Ottocento ho riscontrato più
volte il termine “cortina” in corrispondenza di alcuni mappali siti
nella piazza odierna.
Con il termine “cortina” sostanzialmente si definisce una
struttura fortificata costruita dalle
comunità presso i borghi rurali.
Si tratta di un fenomeno difficilmente collocabile nel tempo ma
che si diffonde dall’alto medioevo (VIII-IX secolo) sino al XV secolo. La cortina veniva utilizzata
solo nei momenti di necessità per
la difesa degli abitanti del villaggio dalle frequenti invasioni di altre popolazioni. Si trattava quindi di una struttura utilizzata solo
all’occorrenza; solitamente costituita da un fossato che circondava un modesto rialzo, a sua volta
circondato da un muro di cinta
in pietra (la cosiddetta “cortina”).
La cortina era dotata di un unico
accesso costituito da un unico
portone con probabile ponte levatoio. All’interno del muro di cinta trovavano spazio pochi poveri
edifici: la cappella, sempre presente, la torre per l’avvistamento
e altri edifici utilizzati per l’immanumero 34 / estate duemilaundici
gazzinamento delle provviste alimentari, per l’alloggio, ecc. Questi elementi subiscono nel tempo
notevoli trasformazioni: quando
dal XVI secolo in poi vengono
meno le condizioni per mantenere in vita tali strutture, esse sono
abbandonate e pian piano vanno
in rovina. I muri di cinta sono demoliti o spesso inglobati in costruzioni che si addossano alla
cortina e i fossati riempiti. Solo
un elemento, l’edificio di culto,
veniva mantenuto, anzi ricostruito con dimensioni maggiori e,
solitamente, trasformato in chiesa parrocchiale. Un disegno risalente al 1606 rappresentante
la “cortina di Vivaro” ci fornisce
una immagine molto interessante
di questo tipo di sistema difensivo. Il tema delle “cortine” è stato
approfondito solamente in questi
ultimi anni, uno studio molto interessante lo possiamo individuare
in quello eseguito sulla “cortina di
Santa Croce di Casarsa”; in questo caso, dopo ricerche d’archivio mirate, sono state eseguite in
loco delle indagini di tipo archeologico che hanno dato degli esiti
molto interessanti.
Miotti Tito, in “ Castelli del Friuli. Storia ed evoluzione dell’arte
delle fortificazioni in Friuli “, testo
molto accurato sull’argomento,
ci presenta una lista di “cortine”
presenti in Friuli; tra queste troviamo citata anche la “cortina di
Roveredo in Piano”. Dunque è
una conferma che anche a Roveredo vi fosse la “cortina”.
Un riscontro a questo fatto lo
possiamo avere proprio dall’osservazione sia delle mappe catastali risalenti alla prima metà
dell’ottocento, dove vediamo
come la “roggia di Roveredo” segua uno strano andamento curvilineo proprio passando nei pressi
della chiesa, sia della mappa del
perito Antonio Gornizaj del 1709,
dove notiamo sul lato est della
chiesa la “roggia di Roveredo”
dividersi in due parti. Il primo tratto segue il percorso a noi conosciuto, mentre il secondo risale
verso nord, probabile traccia del
vecchio tratto di roggia che lambiva la chiesa verso nord e che
andava a chiudere il cerchio del
“sistema della cortina”.
Mi auguro che questa breve ricerca storica possa contribuire a
suscitare l’interesse per ulteriori
approfondimenti sulla “cortina di
Roveredo in Piano”; si tratta di un
“elemento” importante del nostro
territorio, di cui credo bisogna tener conto nella realizzazione del
nuovo progetto della piazza.
27
SPORT
Bruno De Luca
Benemerenza dalla F.I.G.C.
Il Ciclocross è una disciplina
sportiva praticata abitualmente
in autunno e nei mesi invernali. I percorsi sono generalmente
su prati e boschi, con brevissimi
tratti in asfalto, con fondo e pendenze continuamente variabili.
Spesso il corridore, a causa delle pendenze e/o della presenza
di fango, è costretto a scendere
dal mezzo sportivo e superare
l’ostacolo a piedi, trasportando
la bicicletta in spalla. Le competizioni, la durata delle quali varia
secondo le categorie, consistono
in circuiti molto brevi da ripetersi
più volte.
Come ad ogni inizio anno a
Roveredo (questa volta nella
giornata di domenica 16 gennaio) magistralmente organizzato
dalla asd Società Ciclistica Roveredo in Piano con sede presso
il Bar-Ristorantino K2, ha avuto
luogo il 12° Gran Premio delle
Cave presso la Ditta Dell’Agnese
Cave Asfalti s.r.l.. La Società su
citata ha come Presidente un ex
corridore professionista Gianni
Vignaduzzi, come direttor sportivo Giovanni Taschetto e come
Segretario Marco Marano. VicePresidenti: Gerald Polo Del Vecchio ed Elvio Bianchet. Consiglieri: Marco De Luca, Ermanno
Del Piero, Ivano Martin, Paolo
Danieli, Stefano Rusalen e Renzo Vian. Revisore dei Conti: Sara
Zanchetta. Direttore di Corsa:
Giacomo Fracas.
Alla competizione, valida per
il Trofeo Friuli Venezia Giulia
2010/2011, hanno preso parte
più di 100 atleti provenienti dal
Friuli, Veneto e Trentino; alcuni di
questi sono Campioni Nazionali,
Triveneti e Regionali di specialità. Il Ciclocross è nato nei primi
anni del Novecento ma solo negli
anni “Quaranta” l’U.C.I. cominciò
a regolarne l’attività.
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Per la cronaca, i vincitori, per categoria, della gara di quest’anno,
sono stati:
Categoria
Nominativi
Società
Provenienza
Elite SportMaster 1-2-3
Cusin
Simone
Cycling Team
Friuli
Udine
Open
Visinelli
Rafael
Gruppo
Sportivo
Forestale
Roma
Master 4-5-6
Dal Grande
Giuseppe
Cycling Team
Friuli
Udine
Junior
Molaro
Alex
ABS Team Danieli
Buttrio (UD)
Women
1-2-Juniores
Donne
Mercante
Chiara
asd
Crisoforetti Cord. Co.
Trento
Donne Allieve
Romanin
Sara
C.S. Libertas
Scorzè (VE)
Allievi
Casanova
Simone
Girelli Cicli/D.R.
Mobili
S. Giustina
(BL)
Esordienti
Donne
Bez
Giulia
Girelli Cicli/D.R.
Mobili
S. Giustina
(BL)
Esordienti
Cesca
Costantino
Jam’s Bike Team
Buja (UD)
Giovanissimi
G6
Pitton
Federico
Polisportiva
Trivium
Spilimbergo
Giovanissimi
G5
Felice
Manuel
Jam’s Bike Team
Buja (UD)
Giovanissimi
G4
Chiandussi
Michele
G. S. Doni 200
Pagnacco
(UD)
Alcuni concorrenti impegnati durante la gara di ciclocross presso le Cave Dell’Agnese
a Roveredo.
numero 34 / estate duemilaundici
FOTOCRONACA
numero 34 / estate duemilaundici
VITA DELLA COMUNITÀ
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SCRIGNO DEI RICORDI
1936.
In posa davanti all’edificio scolastico.
24 agosto 1950.
Don Mario Del Bosco fa ingresso come parroco
di Roveredo in Piano.
Foto ricordo di amici, classe del 1933.
1941. Festa dei ragazzi.
Si riconosce, il secondo alla destra di don
Luigi Indri, don Riccardo De Mattia.
30
numero
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atte duemilaundici
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ANAGRAFE PARROCCHIALE
Battesimi (al 15.05.2011)
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nella comunità Roveredana
Conzato Margherita (nella foto)
di Antonio e Francesca 06.02.2011
Valenza Aaron
di Maurizio e Barbara 27.03.2011
Pibiri Giada
di Alessandro e Micaela 06.02.2011
Lanzara Sofia
di Massimiliano e Anna 27.03.2011
Tamai Sami Francesca
di Francesco e Gabriella 13.03.2011
Mazzolo Mattia
di Michele e Antonella 02.04.2011
Nogherot Riccardo
di Lorenzo e Monica 27.03.2011
Porro Cesare
di Alessandro e Antonella 23.04.2011
Ottaviano Sofia
di Salvatore e Irjna 27.03.2011
Zedda Alessandro
di Christian e Valeria 01.05.2011
un grande “benvenuta” ad
Anna Casagrande
di Ercole e Martina Toffoli
nata il 19.02.2011
Sposi
Luana Barel e Lucio Rivera
24.10.2010
numero 34 / estate duemilaundici
Annalisa Maruccia e Filippo Calzolato
30.04.2011
31
ANAGRAFE PARROCCHIALE
NELLA PACE DEI
SANTI
Anniversari
Irma Bernobich
† 1981
30° anniversario
Luciano Bessich
† 20.05.1991
20° anniversario
Simeone
Gasparini
† 1993
18° anniversario
Maria
Giurissevich
† 19.03.2001
10° anniversario
Domenico Feletto
Oliva Meneghel
†21.08.2002
9° anniversario
† 24.05.2008
3° anniversario
Ermenegildo
Bosdachin
Giuseppe
Montalbano
† 19.02.2006
5° anniversario
† 10-07-2006
5° Anniversario
Antonio Bessich
† 30.09.1983
27° anniversario
Maria Marcon
Mario Redivo
Romilda Barbariol
† 4.12.2007
4° anniversario
† 31.01.1997
14° anniversario
† 3.01.2003
8° anniversario
Severino Cancian
Sante Moras
Elvio Galletti
Antonio Galletti
Nereo Galletti
† 19.03.1997
14° anniversario
6° anniversario
9° anniversario
11° anniversario
† 08.05.2009 - 2° anniversario
È il secondo anno che tu non
sei più con noi e vogliamo dirti
che ci manchi tanto, ma veramente tanto. La tua immagine
sfiora dolcemente ma costantemente la nostra mente. La tristezza invade i
nostri cuori. Il vuoto che hai lasciato è grande e
niente può colmare la tua assenza.
Perchè te ne sei andato? Eri tutto per noi. Ti abbiamo voluto tanto bene e te ne vorremo sempre.
La moglie Graziella e il figlio Gianni.
16.06.2011
A papà, a Milio .... un angelo tra di noi
“Dieci anni sono passati, il tempo sta scorrendo veloce i ricordi vivi di te restano nell’aria,
nel cuore delle persone che ti amano ... il tuo animo così forte risplende in tutti i noi, la tua
forza, il tuo coraggio, la tua allegria e passione per la vita sono sempre presenti nei nostri
giorni come se tu non te ne fossi mai andato.
Guardiamo il cielo e vediamo i tuoi occhi limpidi, chiari e azzurri ... il faro che illumina
il nostro cammino, che dà luce ai nostri momenti bui di sconforto quando tutto sembra
Renato Pajer
Amalia Valente
perduto...
† 9.01.1980
† 2.01.1999
Non è facile ricordarti con poche parole ... hai avuto una vita ricca di gioia e sofferenza, e nonostante tu abbia
attraversato dei periodi devastanti per la tua salute e il tuo stato morale che sembravano non giungere al termine, hai sempre reagito con dignità, umiltà e con
una grinta che poche persone sono in grado di avere per abbattere i muri, quei muri che sembravano non voler crollare mai ... hai avuto ragione, la speranza
è l’ultima a morire e bisogna fare ogni cosa con passione perché possa riuscire al meglio anche se non sembra avere importanza, anche se sembra la fine ...
lottare sempre per noi stessi e per le persone che ci amano.
Sei un uomo che stimiamo e ricordiamo per la voglia di vivere e di vincere le avversità, ancora oggi ci chiediamo come facevi ... Sei stato un padre generoso e
premuroso, un marito fedele e presente, un grande amico, un tenore impeccabile, una persona unica che ha lasciato la sua impronta e che ci mancherà ogni
istante della nostra vita. Grazie per averci dato la fortuna di averti conosciuto, amato, vissuto e per ciò che ora possiamo ricordare di te”.
Con amore, Alessia, Paolo e Luciana.
32
numero 34 / estate duemilaundici
NELLA PACE DEI
SANTI
ANAGRAFE PARROCCHIALE
Sono ritornati al Padre
La vita
oltre la
morte è
un mistero
che tocca
le nostre
anime e le nostre più intime
attese ma la speranza
cristiana ci ricorda come
il Paradiso è sempre la nostra
ultima mèta
Virgilio Pes
Elia Del Piero
Eugenio Favaretto
Attilio Giacometti
† 17.07.2004
di anni 87
+ 06/01/2011
di anni 80
+ 08/01/2011
di anni 80
+ 13/01/2011
Spartaco
Turchetto
Costantino
De Mattia
Gino Vettorello
Amorina
Santarossa
di anni 91
+ 29/01/2011
di anni 88
+ 30/01/2011
Livio Santarossa
Remo Tinor Centi
di anni 85
+ 21/01/2011
di anni 90
+ 26/01/2011
Girolamo Conzato
Giulio Lughignani
Ritta Barbariol
Bruna Andrigo
Antonio Gheno
Elvira Gnocato
di anni 74
+ 9/02/2011
di anni 71
+ 9/02/2011
di anni 100
+ 11/02/2011
di anni 70
+ 14/02/2011
+ 21/03/1970
41° anniversario
+ 15/11/1997
14° anniversario
Graziana
Del Piccolo
di anni 76
+ 15/02/2011
numero 34 / estate duemilaundici
Dino Pes
di anni 64
+ 17/02/2011
Pier Giorgio
Sopracasa
di anni 66
+ 23/02/2011
Elvio Lacchin
di anni 77
+ 4/02/2011
di anni 91
+ 5/02/2011
La tua vita, anche se di breve durata,
l’hai vissuta intensamente, amando
molto intensamente, tutto e tutti.
Che il nostro buon Dio ti conceda
l’eterno riposo, Elvio, faccia risplendere a te la luce perpetua e ti faccia
riposare in pace.
Amen.
Ciao, Nilla e Filippo.
di anni 60
+ 18/03/2011
33
ANAGRAFE PARROCCHIALE
NELLA PACE DEI
SANTI
Sono ritornati al Padre
Graziana Fievoli
Vittorio Bertolo
Giorgio De Mattia
Luciano Camerani
Evelina De Luca
Ferruccio Benedet
di anni 70
+ 20/03/2011
di anni 70
+ 24/03/2011
di anni 86
+ 26/03/2011
di anni 79
+ 5/04/2011
di anni 95
+ 10/04/2011
di anni 86
+ 12/04/2011
Adelia Barbini
Stefano Cadelli
Adriana Luvisotto
Mario Cadelli
di anni 86
+ 24/04/2011
di anni 45
+ 9/05/2011
+ 8/09/2009
2° anniversario
+ 25/03/2006
5° anniversario
Eugenio Latin
Ricordo del prof. Guido Porro
Non è facile con un breve articolo ricordare la figura del compianto prof. Guido Porro, ci vorrebbe
certamente molto di più. Ma umilmente cercherò di ricordare i momenti più importanti dopo che
per tanti anni ho avuto il piacere e l’onore di conoscerlo e di collaborare con lui, trattando delle
nostre comuni vicende di profughi istriani.
Lui che non si stancava mai di testimoniare il dolore dell’esodo subito, e con la sua nota “verve”
oratoria lo potevi ascoltare per ore senza mai annoiarti. E sia che raccontasse della nostra vera
storia, sia che ci divertisse con le note “Maldobrie Istriane”, era capace di mantenere alta e viva
l’attenzione sull’argomento che trattava.
Guido Porro
Ricordo i primi contatti avuti con lui quando era da poco arrivato in quel di Roveredo: si mostrò
di anni 78
subito disponibile a collaborare con la comunità delle Villotte attraverso il Circolo Ricreativo, che è
+ 10/04/2011
il motore delle attività sociali e culturali.
Nel corso degli anni si fece apprezzare in molteplici occasioni e in particolari ricorrenze come gli anniversari della
nostra comunità. In occasione dei 40 anni dell’insediamento partecipò attivamente agli incontri e alle tavole rotonde
organizzate per i festeggiamenti alle Villotte. Ricordo che allora la maggior parte della gente ancora non lo conosceva,
ma furono tutti così entusiasti dei suoi interventi che nelle successive occasioni in molti chiedevano se fosse presente anche
il Professore.
Per noi il suo ricordo migliore rimane la splendida prefazione storica che fa da preludio ai libro di Luigino e Nicoletta
Vador “Opzione italiani”, pubblicato in occasione del 500° anniversario dell’insediamento Istriano-Veneto alle Villotte. In quelle pagine, oltre ad esprimere il suo personale pensiero, interpreta concretamente ed interamente i fatti storici
34
numero 34 / estate duemilaundici
NELLA PACE DEI
SANTI
ANAGRAFE PARROCCHIALE
e lo stato d’animo delle centinaia di migliaia di persone che, come lui, subirono l’esodo dai paesi natii.
Ma fu negli ultimi anni che i suoi interventi si fecero ancora più frequenti, in particolare dopo l’istituzione nel 2004
della giornata nazionale del ricordo dell’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia. La sua attività, soprattutto a favore dei
giovani studenti cui aveva dedicato tutta la sua vita lavorativa come docente, era instancabile tanto che, anche dopo
la meritata pensione, era sempre pronto nell’anniversario del 10 febbraio ad andare nelle scuole per spiegare veramente
e senza vizi come si svolsero le tragiche vicende dell’ultimo dopoguerra sul nostro confine orientale, che per tanti anni
erano state taciute o falsamente raccontate.
Non solo per queste cose, ma per tante altre che l’amico Guido ha fatto, tutti noi lo ricorderemo; per la sua umile e
discreta presenza nelle attività della comunità roveredana in cui ha avuto modo di farsi apprezzare, mai dimenticando
i grandi valori cristiani a cui era rigorosamente fedele.
Mi sento di dire un grazie di cuore per averlo conosciuto e per tutto quello che ci ha lasciato con il suo insegnamento.
La sua persona mancherà moltissimo, specialmente a noi come comunità istriana, ma ci riempie di gioia aver potuto
vivere un pezzo della nostra storia assieme a lui.
Chi non ricorda la chiarezza, la serietà di argomentazione e lungimiranza con cui scriveva l’articolo di fondo per
il nostro bollettino parrocchiale? Rispecchiava il suo animo genuino, pulito e aperto alla speranza. Lo ringraziamo
e pensandolo tra le braccia di Dio Padre, chiediamo che ancora collabori con noi. La Redazione
Commercianti, liberi professionisti, artigiani e amici
Ricordo di Martino Fantinel
Martino Fantinel
di anni 30
+ 19/04/2011
Caro Martino,
ci hai lasciati improvvisamente nel fiore dei tuoi giorni. Per noi tutti non te ne sei andato per
sempre; in ognuno di noi hai lasciato un piccolo o grande segno che non morirà mai: il tuo dolce
sorriso sempre presente come un raggio di sole anche nelle giornate più buie, la gioia dei tuoi occhi,
la tua allegria e compagnia, la tua umiltà e pazienza, l’altruismo e la disponibilità di donare
anche pochi minuti di attenzione e ascolto a tutti, senza giudizi.
Non possiamo più sentire la tua voce ma per noi tutti resterai un esempio, e il tuo ricordo vivrà nei
nostri cuori: più forte di qualsiasi abbraccio, più importante di qualsiasi parola...Ciao Martino!
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Per eventuali chiarimenti è possibile scrivere a: [email protected]
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Periodico della parrocchia - Parrocchia San Bartolomeo Apostolo