Costumi tra vita di corte e
definizione del personaggio:
Marie Antoniette di Sofia
Coppola
La moda
• Il termine Moda viene dal latino “modus”
che significa misura giusta, appropriata.
• Ad ogni indumento dunque che si tratti
di regole rispettate o regole infrante, di
cose opportune o di cose inopportune,
corrisponde sempre qualcosa di
prestabilito e non c’è spazio di
mediazione o di autonomia.
La moda al cinema
• Nel momento in cui la moda si interseca con
il cinema anche quando sembra cedere alla
tentazione del gusto e dell’oggetto
propriamente “di moda” sotto sotto c’è
sempre uno scopo da raggiungere una
strumentalità nel rapporto con la cosa che
appare tutto sommato rassicurante. Infatti al
cinema compito della moda è trovare la
giusta misura ovvero l’habitus adatto a donne
o uomini soggetto.
Marie Antoniette di Sofia
Coppola (2006)
• La donna soggetto di cui ci occupiamo è la
regina di Francia moglie di Luigi XVI Maria
Antonietta così come la racconta Sofia
Coppola nel suo”Marie Antoniette” film del
2006.
• In questo film la moda è vista solo in parte
come ricostruzione attendibile di un
determinato periodo storico ed è invece
soprattutto creazione figurativa che mostra
codici sociali prescritti e un fine determinato a
priori.
Marie Antoniette di Sofia
Coppola (2006)
• Poiché la natura effimera degli stili di
vestiario li rende emblema di
determinati momenti storici e questi
finiscono per coincidere inevitabilmente
con una fase precisa della vita degli
individui in “Marie Antoniette” la Storia si
trasforma in psicologia e l’ancien regime
diviene emblema dell’adolescenza.
Marie Antoniette di Sofia
Coppola (2006)
• “Marie Antoniette” pur vivendo di un
apparato scenografico in cui la cura
filologica è tutt’altro che indifferente (il
film è girato a Versailles cercando la
mimesis tra luoghi mobili acconciature e
abiti d’epoca) è soprattutto la storia di
una adolescente che prende le misure
di sé e del mondo dando vita a una
sorta di romanzo di formazione.
Marie Antoniette di Sofia
Coppola (2006)
• L’epoca la scenografia e il costume non
servono al racconto della Storia ma invece a
smascherare questa piccola donna che è
Maria Antonietta piccola star di fine
Settecento e che il Settecento prima di viverlo
lo indossa.
• Nelle mani della Coppola ogni vestito e ogni
scenografia rappresentano una faccia della
femminilità.
Marie Antoniette di Sofia
Coppola (2006)
• I saloni le scalinate e gli abiti che si
vedono nella Versailles della Coppola
servono dunque alla regista per
raccontare la crescita e poi la discesa
della sua regina.
• Maria Antonietta è la fanciulla che le
cose intorno a lei fanno avanzare verso
la fine.
Marie Antoniette di Sofia
Coppola (2006)
• In foggia settecentesca dunque Sofia
Coppola mette in scena uno
straordinario ritratto di disagio femminile
e lo fa mettendo in campo il peso della
Storia e della Politica pur lasciandole
tuttavia fuori campo fuori scena anche
se poi sono proprio la Storia e il Potere
a determinare il destino di questa
ragazza interrotta.
Il rito di passaggio
• Una delle lenti per leggere “Marie Antoniette”
al di là della “grandeur” che Sofia Coppola
insuffla nella sua prima produzione ad alto
budget è il rito del passaggio l’incosciente
approccio alla vita di una adolescente.
• E’ un passaggio fittizio però perché da
quando Maria Antonietta diviene la promessa
sposa di Luigi XVI le è in realtà proibito
cambiare e così immobilizzata nella recita di
corte in quel passaggio muore in lei la donna
che l’adolescente ha in potenza di essere.
Il rito di passaggio
• Paradossalmente dal rito di iniziazione la
Delfina non seguirà più il suo naturale
percorso di crescita rimanendo bloccata e
intrappolata in un mondo che non comprende
e da cui non è compresa.
• La donna che Maria Antonietta avrebbe
potuto diventare viene eliminata
costantemente subordinata e forzatamente
accantonata per la rappresentazione del
ruolo ufficiale di sovrana. Un ruolo
chiaramente impostole e in cui non si
riconosce.
Il rito di passaggio
• Maria Antonietta dunque non diventerà mai
una donna ed è allora l’abito ciò che le
consentirà di creare se stessa diventando la
Delfina di Francia prendendo commiato da
tutto ciò che apparteneva alla sua vita
precedente nel simbolico rito della vestizione
nel padiglione che la accoglie al passaggio
dall’Impero austriaco al Regno di Francia.
Il rito di passaggio
• L’inquadratura che la ritrae sola mentre esce
dal padiglione è la prima a rappresentare la
successiva e sempre presente solitudine
della protagonista.
• Questo rito di iniziazione diventa una
celebrazione dalla forte connotazione teatrale
in quanto codificato da regole precise come
una scena di teatro ma la serietà e l’ufficialità
del momento sono annullate agli occhi dello
spettatore dal dolore di Maria Antonietta che
trova ingiusto e crudele abbandonare il suo
piccolo carlino Mops.
Il rito della vestizione
Le Petit Trianon
• In seguito il trasferimento dalla reggia di
Versailles alla piccola residenza di “le Petit
Trianon” fatta costruire nel parco della reggia
è nella vita della regina e all’interno del film
un altro momento di passaggio.
• In questa piccola residenza Maria Antonietta
può dedicarsi realmente a se stessa
abbandonando le ampie gonne i comprimenti
bustini e le vertiginose capigliature.
Le Petit Trianon
Le petit Trianon
• La luce in queste riprese è più naturale
ed è quella solare che investe il volto
della giovane sovrana mentre
passeggia nel prato.
• Connotativo diventa anche in queste
sequenze l’uso della steadycam per
restituire la naturalezza di determinate
scene.
Le Petit Trianon
• Nella reggia l’impressione è quella del
soffocamento della mancanza d’aria
l’unica atmosfera è quella opprimente
del pettegolezzo dei nobili e del
protocollo di corte.
• A le Petit Trianon al contrario una
brezza leggera e piacevole accarezza i
fili d’erba e i corpi dei personaggi.
Le scarpe
• L’ossessione calzaturiera di regina e regista
(le inquadrature di scarpe costituiscono una
buona percentuale del minutaggio del film)
richiama Andy Warhol e insieme al rito di
passaggio è un altro elemento che consente
a Sofia Coppola di allontanarsi dal XVIII
secolo in favore di un evidente elemento pop
che caratterizza il Settecento di questo film.
Le scarpe
Le scarpe
• Le scarpette ossessivamente inquadrate
nell’episodio in cui la regina e le sue dame
scelgono abiti e accessori sono simili almeno
dal punto di vista concettuale all’opera
“Scarpe Diamond dust” del 1980 di Andy
Warhol e sono una chance di riscatto
concessa al sistema delle cose rispetto alla
trappola in cui le invischia la corte di
Versailles e la moda del Settecento.
Le scarpe
Le scarpe
• Tra le scarpe anche un paio di scarpe
da ginnastica azzurre Converse All Star
intervengono fortemente a marcare
l’episodio che vede la regina e le sue
dame di compagnia scegliere abiti e
accessori in una sorta di shopping
maniacale.
Le scarpe
Le scarpe
• Escludendo il contesto cortigiano e
settecentesco questo episodio ben si
adatterebbe a qualunque altro film di
ambientazione contemporanea con
protagonista una adolescente. Ancora una
volta dunque Sofia Coppola tradisce il ‘700 in
favore della costruzione della sua
protagonista adolescente e di sentimenti
disagi e reazioni che sono sempre gli stessi a
prescindere da spazio e tempo perché non
hanno età.
Abiti e accessori
• All’interno del film i costumi e gli accessori
hanno il ruolo di scandire i diversi momenti
della vita di corte e dunque siamo in
presenza di quella che gli studiosi sono soliti
chiamare “narrativizzazione dell’abito” che
introduce abiti e accessori nel circuito della
narrazione filmica ponendoli in relazione con
tutti gli altri elementi di cui una narrazione si
compone innanzi tutto al tempo da cui abiti e
accessori ricevono la possibilità di allineare e
di accumulare significati e di articolare quindi
una narrazione propria.
Abiti e accessori
• Ogni giorno è uguale a un altro per Maria
Antonietta e questa ritualità è la
rappresentazione stessa del potere.
• A fronte di questa ripetitività gli abiti della
regina sono sempre diversi ogni giorno e in
certi casi più volte al giorno. E’ il cambio
d’abito a indicare allo spettatore lo scorrere
del tempo che altrimenti non verrebbe
compreso a causa della somiglianza tra
alcune scene.
Abiti e accessori
Abiti e accessori
Abiti e accessori
• Anche nella relazione extraconiugale con il
conte Fersen l’abito o meglio la mancanza
dell’abito delinea il cambiamento del
personaggio nell’approccio all’atto sessuale e
all’amore. La regina prende coscienza del
proprio corpo e della propria carica seduttiva
e così abbandona le camicie da notte lunghe
fino ai piedi per indossare solo un paio di
calze e agitare nel suo gioco erotico un
ventaglio.
Abiti e accessori
Abiti e accessori
• Il ruolo di Maria Antonietta dunque fin
dall’incipit emerge e si definisce
attraverso le numerose scene di
vestizione della regina per essere
interpretato sul palcoscenico
rappresentato dai saloni della reggia e
nei vari luoghi di rappresentanza.
Abiti e accessori
• L’abito di Maria Antonietta è anche una
immensa bolla color pastello capace di
dare immediatamente l’idea della sua
freschezza della sua vitalità e anche di
ricordare i dolci e i pasticcini di cui era
golosa ed ecco allora il verde dei
pistacchi, il rosa della glassa, il giallo
della crema.
Versailles come lo star system
• Attraverso una ricca trama di inserimenti
anacronistici si sottolineano numerose
analogie con il presente: Versailles somiglia
così al mondo dello star system e al jet set
internazionale in cui vige la regola
dell’apparire (che coincide in fondo con il
desiderio di una giovane regina che si è
appena affacciata all’età adulta) in una
continua ricerca di nuove mode a discapito
della presenza di valori umani.
La regina di Francia come una
diva
• Maria Antonietta diventa così una giovane
diva che ha conosciuto molto presto le luci
della ribalta ma è già in declino a causa di un
pubblico capriccioso che non l’apprezza.
• Dunque la regista sembra declinare il
percorso di ascesa e rapida discesa di una
diva oltre a quello della regina di Francia.
La decadenza
• Alla fine del film la fiducia nell’alta sartoria
nella messa in scena nella favola e nello
splendore del racconto decade e il
travestimento si rivela infine gretto e
imbarazzante: mentre in sottofondo infuria la
rivolta popolare la regina è diventata ridicola
e così quel che resta è la camera reale
saccheggiata e distrutta dopo l’incursione dei
rivoluzionari a indicare la fine di un
personaggio ma anche metafora del suo
stato d’animo dal punto di vista psicologico.
La fine
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• C. Ceretti, I costumi in “Marie Antoniette” di
Sofia Coppola. Una lettura critica, Università
di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia,
Corso di laurea in Cultura e Tecnologia della
Moda, relatore Prof. Roberto Zemignan, a.a.
2007 - 2008
Filmografia
• “Marie Antoniette”, 2006, regia di Sofia
Coppola
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Marie Antoniette di Sofia Coppola