Anno XVII Numero 2 dicembre 2015 “AIP Informa” “Poste Italiane in A.P. art.2 comma 20/c legge 662/96 Brescia” Editore: AIP onlus - Via L. Galvani, 18 - 25123 Brescia Direttore responsabile: Sergio Castelletti Redazione: Gloria Berretta, Giorgio Filippini Realizzazione grafica: AIP ONLUS Stampa: Color Art s.r.l. Rodengo Saiano Bs informa Iscrizione Trib. di Brescia n. 41/1999 del 20/12/1999 Periodico di informazione dell’Associazione Immunodeficienze Primitive onlus 2016 Aggiornamento Scientifico AIP INFORMA • dicembre 2015 2 Terapia con immunoglobuline, NON SOLO SOSTITUTIVA Claudio Lunardi, Giuseppe Patuzzo, Alessandro Barbieri, Giuseppe Argentino, Policlinico G.B. Rossi - Verona ❘› Le immunoglobuline sono da tempo utilizzate con successo nella cura delle immunodeficienze primitive, e per molte forme ne rappresentano la terapia d’elezione, basti pensare all’immunodeficienza comune variabile o all’agammaglobulinemia di Bruton. Le immunoglobuline utilizzate in terapia sono ottenute per mezzo della precipitazione a freddo in etanolo. Tale tecnica fu ideata da Edwin Joseph Cohn, biochimico statunitense che per primo la mise a punto e gettò così le basi per l’“estrazione” di immunoglobuline su scala industriale. Oggi le immunoglobuline sono ricavate dal sangue di parecchie migliaia di donatori e la loro composizione riflette quella del plasma, dove le IgG rappresentano la frazione gammaglobulinica predominante. Durante il processo di estrazione, le immunoglobuline sono ripetutamente controllate e vanno incontro a specifiche procedure che consentono di eliminare eventuali “impurità” contenute al loro interno. L’utilizzo di migliaia di donatori è inoltre importante perché garantisce che in ciascuna fiala le IgG presenti siano assai varie in modo tale che possano riconoscere diversi agenti patogeni e proteggere così il ricevente da molte infezioni microbiche. Nel 1981 Paul Imbach infuse le immunoglobuline in un paziente che presentava una grave diminuzione delle piastrine per cause autoimmuni. L’inaspettato successo di tale intervento terapeutico pose le basi per l’utilizzo delle immunoglobuline nella cura delle malattie autoimmuni. Ad oggi sono ormai molte le malattie di questo tipo che possono giovarsi della somministrazione di immunoglobuline, come la piastrinopenia autoimmune, alcune forme di neuropatia demielinizzante, la sindrome di Guillain – Barré, la malattia di Kawasaki. Accanto a queste, l’uso delle immunoglobuline è proposto anche per il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide, il pemfigo, la graft host versus disease, la neutropenia autoimmune, la dermatomiosite e per molte altre condizioni ancora. Nonostante da più di 30 anni le immunoglobuline siano impiegate per la cura delle malattie autoimmuni, non sono ancora noti i meccanismi attraverso i quali le immunoglobuline sono in grado di modulare la risposta immunitaria. Negli ultimi anni molti gruppi di ricerca hanno tentato di comprendere meglio questo affascinante aspetto. Uno dei meccanismi proposti prevede che le immunoglobuline riconoscano e si leghino a particolari citochine, neutralizzandole. Le citochine sono piccole molecole che le cellule utilizzano per scambiarsi messaggi. È intuibile perciò come, se www.aip-it.org ASSOCIAZIONE IMMUNODEFICIENZE PRIMITIVE onlus AIP informa, periodico d’informazione di AIP onlus “Poste Italiane in A.P. art.2 comma 20/c legge 662/96 Brescia” Editore: AIP ONLUS - Via L. Galvani, 18 - 25123 Brescia Direttore responsabile: Sergio Castelletti Redazione: Gloria Berretta, Giorgio Filippini Realizzazione grafica: AIP onlus Stampa: Color Art s.r.l. - Rodengo Saiano Bs Iscrizione Tribunale di Brescia n. 41/1999 del 20/12/1999 Sede Legale Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Brescia. Piazzale Spedali Civili,1 - 25123 Brescia Segreteria Via Luigi Galvani,18 -25123 Brescia Tel. e Fax 030 3386557 www.aip-it.org - [email protected] C.F. 98042750178 Comitato scientifico Presidente: Prof. Alessandro Plebani (Brescia) Prof.ssa Luciana Chessa (Roma) Prof. Bruno Dallapiccola (Roma) Prof. Domenico De Mattia (Bari) Prof.ssa Marzia Duse (Roma) Dott.ssa. Silvana Martino (Torino) Dott. Baldassarre Martire (Bari) Prof. Andrea Pession (Bologna) Prof.ssa Maria Cristina Pietrogrande (Milano) Prof. Claudio Pignata (Napoli) Prof. Francesco Puppo (Genova) Prof.ssa Isabella Quinti (Roma) Prof. Paolo Rossi (Roma) Dott.ssa Annarosa Soresina (Brescia) Prof. Giuseppe Spadaro (Napoli) Prof. Pier Angelo Tovo (Torino) Prof. Alberto Ugazio (Roma) Come iscriversi all’AIP - Come socio Ordinario, con una quota annuale di € 20 - Come socio Volontario con l’impegno di partecipare attivamente alla vita dell’Associazione, con una quota annuale di € 20 Entrambe le forme danno la possibilità di ricevere questo notiziario e di poter usufruire dei servizi offerti dall’Associazione. Chi intende iscriversi ad AIP dovrà compilare il modulo scaricandolo dal sito www.aip-it.org o richiedendolo in segreteria, ed inviarlo con allegata copia della ricevuta del versamento della quota di iscrizione. Come aiutare l’AIP - c/c postale n. 11643251 intestato all’Associazione per le Immunodeficienze Primitive onlus - c/c bancario Banca Popolare di Bergamo, Filiale Bergamo Piazzale Repubblica IBAN IT 16 R 05428 11120 000000000646 intestato all’Associazione per le Immunodeficienze Primitive onlus Ricordiamo che dal 1 gennaio 2015 i contributi offerti da privati sono detraibili/deducibili dal reddito fino ad un massimo di € 30.000 all’anno, nel limite del 26%, mentre da Enti e Imprese sono deducibili per un importo massimo annuo pari a 30.000 euro, ovvero pari al 2% del reddito d'impresa. Crediti fotografici © Fotolia.com, © Stefano Poggialini-Teseo un’immunoglobulina è in grado di riconoscere una citochina che porta un messaggio di attacco, la neutralizzazione di quest’ultima non innescherà alcun tipo di segnale. Le immunoglobuline sono anche in grado di riconoscere e legare autoanticorpi, particolari immunoglobuline che i linfociti B producono in modo errato. Questi autoanticorpi sono, infatti, diretti contro strutture dell’organismo di cui fanno parte, e possono potenzialmente innescare una risposta infiammatoria contro un bersaglio errato. La neutralizzazione di questi autoanticorpi rappresenta un altro meccanismo attraverso cui le immunoglobuline agiscono sul sistema immunitario. Ancora, le immunoglobuline sono in grado di legarsi a specifici recettori sulla superficie cellulare. I recettori possono essere paragonati a dei sensori, che, una volta attivati o spenti dal legame con una determinata molecola, inviano alla cellula un determinato tipo di segnale che ne condizionerà il comportamento. E’ facile capire pertanto come le immunoglobuline, legandosi a questi recettori, possano influire sull’attività cellulare. Il nostro gruppo ha recentemente pubblicato su Plos One, nota rivista scientifica, uno studio che dimostra come le immu- Aggiornamento Scientifico dicembre 2015 • AIP INFORMA www.aip-it.org noglobuline abbiano un’azione incisiva sul sistema immunitario di pazienti affetti da immunodeficienza comune variabile. In particolare, abbiamo valutato in primo luogo il ruolo che la terapia infusiva con immunoglobuline ha sull’espressione genica delle cellule del sistema immunitario e successivamente se tale cambiamento avesse qualche ripercussione sulle cellule stesse. Per far questo abbiamo studiato i globuli bianchi di 30 pazienti con immunodeficienza comune variabile, ottenuti mediante prelievo di sangue periferico, prima dell’infusione di immunoglobuline e dopo 3 giorni dalla stessa. I globuli bianchi sono stati dapprima separati dalle altre cellule presenti nel sangue e quindi destinati una parte allo studio dell’espressione genica e una parte allo studio delle varie popolazioni cellulari, che nel loro complesso costituiscono il nostro sistema immunitario. Per espressione genica s’intende il complesso quanto raffinato processo che permette alla cellula di produrre le proteine di cui necessita per svolgere le proprie attività. Le proteine sono fondamentali per le cellule, perché permettono loro di svolgere complesse attività quali la regolazione delle proprie funzioni vitali (riproduzione, sopravviven- In questo numero Aggiornamento Scientifico p. 2 AIP Notizie p. 10 Testimonianze p. 24 Normative socio-sanitarie p. 26 Grazie a... p. 27 3 Aggiornamento Scientifico AIP INFORMA • dicembre 2015 4 za, crescita, differenziazione), la comunicazione con altre cellule, l’invio di segnali di allarme, di aiuto e di difesa nei confronti di eventuali “aggressori”. Con una metodica particolare, assai complessa e laboriosa, detta “gene array”, abbiamo valutato come l’espressione genica si modifichi dopo infusione con immunoglobuline. Con grande sorpresa le cellule modulano l’espressione di moltissimi geni: alcuni sono maggiormente espressi, altri sono “silenziati”, altri ritornano a essere espressi come in una persona sana. Nel complesso abbiamo osservato che i geni espressi dalle cellule dell’immunità innata, che rappresenta la prima linea di difesa dell’organismo, sono molto più espressi rispetto a quelli dell’immunità cosiddetta adattativa, che costituisce invece una seconda linea di difesa e che proprio nell’immunodeficienza comune variabile è alterata. Verosimilmente questo vuol dire che, in una condizione come è quella dell’immunodeficienza comune variabile, l’immunità www.aip-it.org innata è chiamata a lavorare in modo molto più attivo, nel tentare di sopperire al deficit di quella adattativa. Dopo infusione con immunoglobuline si assiste in parte a una diminuzione dell’espressione dei geni dell’immunità innata, a favore di una maggiore espressione di quelli dell’immunità adattativa, quasi a significare che le immunoglobuline stesse possano in qualche modo “mettere una stampella” all’immunità adattativa. Per vedere se la variazione dell’espressione genica si traduce anche in una modifica del “comportamento” cellulare, abbiamo studiato in particolare i linfociti T e B, cellule cardine dell’immunità adattativa e che, come noto, nell’immunodeficienza comune variabile non sono in grado di assolvere appieno alle loro funzioni. Per quanto riguarda i linfociti T generalmente si osserva una diminuzione dei CD4+ e un aumento dei CD8+. Mentre questi ultimi possono essere paragonati a delle truppe d’assalto, i CD4+ sono maggiormente deputati alla “coordina- zione” del sistema immune. I linfociti B, invece, non sembrano capaci di percorrere in modo corretto tutte le tappe della loro maturazione e conseguentemente non riescono a produrre gli anticorpi necessari alla difesa dell’organismo. Curiosamente, una parte del delicato processo maturativo dei linfociti B è stimolato e incoraggiato dai linfociti T CD4+. Per lo studio di tutte queste popolazioni cellulari ci siamo avvalsi della citofluorimetria a flusso, una tecnica che ci permette di distinguere i diversi sottogruppi di cellule in relazione a caratteristiche proteine che le cellule stesse esprimono sulla loro superficie. In accordo con quanto rilevato mediante l’analisi dell’espressione genica, abbiamo notato che dopo infusione con immunoglobuline si ha il ripristino del rapporto tra linfociti T CD4+ e linfociti T CD8+, con aumento dei primi e diminuzione dei secondi. Molto interessante anche l’osservazione che gli stessi linfociti B sembrano procedere in modo più deciso lungo le tappe della maturazione, con un aumento soprattutto di quelle cellule che si trovano nelle tappe finali del processo. Le nostre osservazioni, nel loro insieme, indicano che la terapia con immunoglobuline ha un profondo impatto sul sistema immunitario, sia per quanto riguarda l’espressione genica, sia per quanto riguarda il comportamento delle cellule che lo compongono. L’infusione con immunoglobuline non è quindi solo una terapia di “replacement”, con il mero scopo di fornire gli anticorpi che i linfociti B non sono in grado di produrre, ma ha anche la straordinaria capacità di modulare l’azione del sistema immunitario, in parte riducendo le alterazioni provocate dalla malattia stessa. ■ UPDATE IN IMMUNOLOGIA Le immunodeficienze nel bambino e nel giovane adulto: un problema internistico MULTIDISCIPLINARE Aggiornamento Scientifico dicembre 2015 • AIP INFORMA www.aip-it.org Il 18 e 19 settembre scorso si è tenuto a Bari il Convegno dal titolo “Le Immunodeficienze nel bambino e nel giovane adulto: un problema internistico multidisciplinare”, presieduto dal dottor Baldassarre Martire e dal professor Angelo Vacca che, insieme al professor Luciano Cavallo e al dottor Ermanno Praitano, hanno così aperto i lavori: "I difetti primitivi dell’immunità sono un gruppo eterogeneo di malattie genetiche potenzialmente letali e cronicamente debilitanti, caratterizzate da un elevato grado di complessità ed eterogeneità del fenotipo clinico, che coinvolgono molteplici organi e apparati. Queste malattie, perciò, richiedono un approccio internistico multidisciplinare articolato e complesso, basato su interventi specifici volti a prevenire un’elevata morbilità e a migliorare la qualità di vita. Tale interazione diventa ancora più critica durante la fase di transizione del paziente all’età adulta, quando storie cliniche complesse, bisogni di cura in crescita, necessità di diversi specialisti rendono l’esigenza di un’assistenza complessa e integrata ancora più urgente". Di seguito un breve sunto dei numerosi temi trattati. Le immunodeficienze viste dal gastroenterologo La malattia infiammatoria cronica intestinale: red flag di immunodeficienza La dottoressa Cinzia Ciullo di Bari ha illustrato le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD, Inflammatory Bowel Disease), che comprendono la malattia di Crohn, la rettocolite ulcerosa e la colite indeterminata. Sembra esserci una correlazione apparentemente paradossale tra IDP e IBD ad esordio precoce (VEOIBD), in quanto le IDP derivano da un difetto della risposta immune mentre le IBD sono causate da un eccesso della risposta. Una VEOIBD deve far porre il sospetto di IDP e pianificare accertamenti diagnostici tesi a svelare una eventuale immunodeficienza. La dottoressa Ciullo ha poi descritto dettagliatamente in quali IDP si può presentare una malattia infiammatoria cronica intestinale e con quali caratteristiche. Immunodeficienza e stato nutrizionale La dottoressa Rosa Maria Dellepiane di Milano ha presentato uno studio italiano multicentrico sullo “Stato nutrizionale nella Agammaglobulinemia”, i cui risultati sono stati pubblicati nel numero di settembre 2015, sulla rivista Journal of Clinical Immunology. Tra aprile 2012 e novembre 2014 è stato valutato lo stato nutrizionale di 73 pazienti con XLA e ARA 5 Aggiornamento Scientifico AIP INFORMA • dicembre 2015 seguiti in 14 centri IPINet e trattati con terapia sostitutiva con immunoglobuline. L’analisi dei dati ha dimostrato una inattesa aumentata frequenza di sovrappeso e obesità (38%) in questa popolazione, rispetto ad una condizione di malnutrizione (5%). Una scarsa attività fisica, in parte motivata da una ingiustificata paura di infezione, abitudini alimentari errate e il peso psicologico di una malattia cronica, possono contribuire al rischio di sovrappeso e di obesità in questi pazienti. Sono necessari ulteriori studi sullo stato nutrizionale dei pazienti con Agammaglobulinemia e altre IDP con l’obiettivo di migliorare i comportamenti alimentari e la quali-tà della vita. Le immunodeficienze viste dallo pneumologo e dall’endocrinologo Complicanze polmonari dei difetti anticorpali Per descrivere le complicanze polmonari nelle immunodeficienze il dottor Francesco Cinetto di Padova ha utilizzato come modello il paziente adulto affetto da CVID. La terapia sostitutiva con immunoglobuline ha drasticamente ridotto le complican ze acute, ma non le complicanze polmonari croniche, quali per esempio la GLILD (Granulomatous-lymphocytic interstitial lung disease). Il dottor Cinetto ha poi parlato del rischio neoplastico nel paziente con CVID e della necessità di una adeguata sorveglianza neoplastica durante il follow-up. www.aip-it.org festazioni cliniche di APECED e, successivamente, quelle più gravi e rare. Ad oggi non esiste una terapia unica per la APECED, ma trattamenti specifici per ogni singola manifestazione. Sono in corso trials clinici sull’utilizzo di immunomodulatori che sembrano risultare efficaci nel trattamento di manifestazioni cliniche severe come la malattia polmonare interstiziale. Le immunodeficienze viste dal neurologo e dal genetista Aspetti neurologici dei difetti primitivi dell’immunità Il dottor Roberto Furlan di Milano ha illustrato la relazione fisiopatogenetica tra sistema immunitario e sistema nervoso. Di seguito ha richiamato gli studi di Robert Malenka (Stanford Neurosciences Institute) e di Jonathan Kipnis dell’Università della Virginia relativi all’influenza che il sistema immunitario esercita sullo sviluppo delle funzioni cognitive. Uno degli obiettivi della neuroimmunologia è l’individuazione di adeguati protocolli di stimolazione per correggere eventuali difetti funzionali neurologici dovuti a deficit immunitari. Il modello della atassia teleangectasia L’ Atassia Teleangectasia è il modello di immunodeficienza che più rispecchia i problemi di interazione tra immunologia e neurologia. Dopo aver descritto la malattia, la professoressa Luciana Chessa di Roma ha illustrato i miglioramenti dei sintomi neurologici che si osservano nei pazienti AT grazie all’impiego di glucocorticoidi. Sono in corso diversi studi per capire il meccanismo patogenetico degli steroidi nella AT. Immunodeficienze e cute Il bambino rosso: non solo dermatite atopica Numerose sono le manifestazioni cutanee associate a immunodeficienza e a malattia autoinfiammatoria. Queste sono state descritte dal professor Domenico Bonamonte di Bari che ha evidenziato come la cute possa essere una spia di disordini immunitari sistemici. Il modello della sindrome APECED La sindrome APECED è una malattia complessa, caratterizzata da candidiasi cronica e poliendocrinopatia autoimmune. La dottoressa Donatella Capalbo di Napoli ha descritto le più comuni mani- 6 Casi clinici La dottoressa Maria Sangerardi della Clinica Pediatrica di Bari ha presentato alcuni interessanti casi clinici, in cui le manifestazioni cutanee hanno portato alla diagnosi di IDP. Immunodeficienze sindromiche e infezioni selettive Immunodeficienze e infezioni selettive Un nuovo capitolo nell’ ambito delle IDP è rappresentato dai difetti della risposta immunitaria caratterizzati da una aumentata suscettibilità a infezioni sostenute da un singolo o ristretto spettro di patogeni. Il professor Alessandro Plebani di Brescia ha descritto queste nuove IDP evidenziando la difficoltà della diagnosi di queste immunodeficienze atipiche che non sono identificabili attraverso i comuni screening immunologici. Aspetti cardiologici dei difetti sindromici dell’immunità: il paradigma della Sindrome da delezione 22q11.2 La dottoressa Maristella Lombardi di Bari ha descritto i sintomi più importanti nella sindrome da delezione del 22q11.2, nella quale si osserva un’incidenza del 75% di cardiopatie congenite, e i relativi trattamenti chirurgici. Ha inoltre sottolineato l’importanza dell’approccio multidisciplinare per il trattamento e la gestione delle singole patologie che questa sindrome presenta. dicembre 2015 • AIP INFORMA colare genetico stia aprendo orizzonti inimmaginabili fino a pochi anni fa. Citopenie autoimmuni e immunodeficienze Sempre in tema di correlazione tra disregolazione immunologica e autoimmunità, il dottor Baldassarre Martire di Bari ha descritto le caratteristiche principali delle citopenie che possono associarsi, e spesso essere, il sintomo di esordio di numerose IDP: WAS, CVID e ALPS in particolare. Le citopenie autoimmuni nelle IDP presentano un decorso clinico particolarmente grave ed una scarsa responsività alla terapia immunosoppressiva. Da ciò la necessità di utilizzare protocolli terapeutici specifici che tengano conto della peculiarità dei meccanismi immuno-patogenetici coinvolti. Aggiornamento Scientifico www.aip-it.org Immunodeficienze e tumori Aumentata suscettibilità ai disordini linfoproliferativi nei difetti primitivi dell’immunità Il professor Franco Locatelli di Roma ha descritto i meccanismi fisiopatologici, genetici e molecolari che spiegano l’elevata associazione fra alcune IDP (CVID, AT, Wiskott-Aldrich) e i disordini linfoproliferativi clonali (linfomi e leucemie). Nuovi protocolli terapeutici, che prevedono l’uso di farmaci biologici, aprono interessanti prospettive nella cura di questi tumori. I dati dei registri IPINET La dottoressa Annarosa Soresina di Brescia ha illustrato i dati dei registri IPINet relativi all’incidenza dei tumori nelle IDP. L’implementazione di questi registri è necessaria per acquisire in maniera più ampia e precisa la relazione epidemiologica fra queste due malattie. Immunodeficienza e autoimmunità Immunodeficit su base genetica con iperimmunità Il professor Claudio Pignata di Napoli ha spiegato come immunodeficienza e autoimmunità siano tra loro legate da una alterazione dei meccanismi che regolano la tolleranza immunitaria, che dà luogo ad una risposta immune diretta verso antigeni del proprio organismo. Il professore ha poi presentato alcuni casi clinici che hanno evidenziato come l’approccio biomole- Nuove prospettive di diagnosi e terapia Nuove tecnologie diagnostiche applicate alle IDP Un grande passo avanti nella diagnosi delle IDP è stato compiuto grazie al sequenziamento del singolo gene e alla Next Generation Sequencing. Il professor Raffaele Badolato di Brescia ha presentato alcuni casi clinici nei quali è stata utilizzata la NGS, metodica che ha consentito l’analisi di più geni contemporaneamente. Per le IDP è indispensabile, infatti, una diagnosi genetica sempre più specifica e rapida per consentire l’avvio di un programma terapeutico tempestivo. 7 Aggiornamento Scientifico AIP INFORMA • dicembre 2015 Nuove frontiere nella cura dei difetti primitivi dell’immunità www.aip-it.org Focus sulle vaccinazioni Vaccini e nuove strategie di vaccinazione La dottoressa Maria Pia Cicalese di Milano ha illustrato i risultati di alcuni trial di terapia genica in corso presso il TIGET. La prima malattia trattata con terapia genica è stata l’ADA SCID e il follow-up a lungo termine su 18 pazienti ha dimostrato un attecchimento persistente delle cellule geneticamente corrette e la ricostituzione del sistema immunitario. Sono allo studio vettori lentivirali (più efficaci e sicuri di quelli usati in precedenza). La WAS è stata la prima IDP trattata con questo tipo di vettori (7 pazienti in terapia). In futuro si spera di poter applicare la terapia genica anche ad altre forme di IDP. Come tutti sappiamo, è in corso una campagna antivaccinazione i cui sostenitori sembrano non ricordare che il vaiolo è stata la prima malattia eradicata nel nostro pianeta proprio grazie alla vaccinazione e che, dopo l’introduzione della vaccinazione antipolio obbligatoria (1966), l’Europa è ora polio free. Il professor Michele Quarto di Bari ha focalizzato questi aspetti e Illustrato il calendario vaccinale stilato nella regione Puglia, segnalando il sito www. vaccinarsi.org che fornisce informazioni sulle vaccinazioni. Immunoglobuline come immuno-modulatori Le vaccinazioni nel soggetto immunocompromesso Mentre è nota l’azione delle immunoglobuline come terapia sostitutiva, non è ancora del tutto nota l’azione delle immunoglobuline relativamente all’effetto antiinfiammatorio e immunomodulante. La professoressa Viviana Moschese di Roma ha quindi descritto l’impatto delle immunoglobuline sul sistema immunitario e i meccanismi immunomodulanti, che cambiano in relazione alla patologia e alla storia genetica del paziente. Terapia sostitutiva con immunoglobuline… l’altra faccia della medaglia La professoressa Isabella Quinti di Roma ha ricordato come ci sia stato negli ultimi anni un aumento della richiesta mondiale delle immunoglobuline e siano cambiati i metodi di preparazione e di somministrazione dei preparati. Obiettivi dell’utilizzo delle immunoglobuline restano sempre comunque l’efficacia, la tollerabilità e il miglioramento globale della qualità di vita. Anche la professoressa Quinti ha insistito sulla necessità di studiare approfonditamente il meccanismo di immunomodulazione svolto dalle immunoglobuline, per poter giungere ad una terapia individualizzata. La professoressa Chiara Azzari di Firenze ha illustrato nel dettaglio quali vaccini possono essere somministrati con sicurezza ai pazienti con immunodeficienza, e quali quelli controindicati, distinguendo tra vaccini virali (vivi o uccisi) e vaccini batterici. Nel corso del Lunch Symposium il professor Spadaro, il dottor Farrugia e la professoressa Quinti hanno parlato di velocità di infusione, tollerabilità e personalizzazione del trattamento con immunoglobuline. I pazienti, l’associazione, la rete di assistenza delle regioni: l’altra faccia della luna Problematiche dell’adulto con IDP: l’importanza della prevenzione delle complicanze La dottoressa Prete di Bari ha illustrato le complicanze della CVID, la più diffusa delle IDP. Le complicanze più frequenti sono di tipo infettivo, polmonari, ematologiche e gastrointestinali, e di queste sono state descritte le relative terapie. Nel 25-30% dei pazienti con CVID si riscontrano manifestazioni autoimmuni e, in circa il 15% dei pazienti adulti, neoplasie. È stata quindi ribadita l’importanza del follow-up neoplastico e dell’autoimmunità. Le immunodeficienze primitive e la società: l’inserimento nel mondo del lavoro, la vita di relazione e le aspettative Le IDP sono sotto diagnosticate e, molto spesso, diagnosticate in ritardo. Si stima che nell’adulto il ritardo diagnostico medio sia di circa 9 anni con danno d’organo irreversibile che determina disabi- 8 dicembre 2015 • AIP INFORMA Aggiornamento Scientifico www.aip-it.org lità permanente o inabilità al lavoro con conseguenti costi sanitari e sociali. La dottoressa Carolina Marasco di Bari ha confermato che, per migliorare le aspettative e la qualità di vita dei pazienti con IDP, sono fondamentali la diagnosi precoce e l’appropriatezza terapeutica. La dottoressa Marasco ha inoltre fatto alcuni riferimenti legislativi circa il riconoscimento dell’invalidità civile, dello stato di disabilità e il diritto al lavoro per le persone disabili. Come affrontare la transizione dall’età pediatrica all’età adulta: il punto di vista del clinico... La professoressa Maria Cristina Pietrogrande di Milano ha illustrato la complessità della gestione del paziente con malattia rara e le difficoltà che si possono incontrare nella transizione dall’età pediatrica all’età adulta. Dopo aver evidenziato le modalità per una corretta transizione, ha descritto come questa sia stata efficacemente strutturata presso la Fondazione IRCCS Policlinico di Milano, grazie anche all’intensa collaborazione tra i medici pediatri e i medici dell’adulto. … e del paziente Daniela Turri di Milano ha riportato le testimonianze di alcuni pazienti sulla ‘transizione’ raccolte durante alcune sedute di “Educazione Terapeutica”. Da queste testimonianze sono emersi i timori e le paure verso il passaggio ad una realtà assistenziale nuova sotto tutti i punti di vista, ma anche come la collaborazione tra il centro pediatrico e quello per gli adulti sia fondamentale nel rendere questa fase meno traumatica. Luca Vurro di Bari, invece, ha affermato che il sistema sanitario italiano è lacunoso nell’organizzazione di questa transizione, e che molte sono ancora le criticità da risolvere. La rete assistenziale dei pazienti con IDP, esperienze a confronto Regione Puglia La dottoressa Giuseppina Annichiarico, coordinatrice del Comitato Regionale Puglia Malattie Rare (CoReMaR), ha illustrato le finalità del comitato, che ha anche censito 123 associazioni di volontariato che hanno fondato AMaRe Puglia, la rete delle associazioni delle malattie rare, presente ai tavoli di lavoro istituzionali per le malattie rare. Dopo aver organizzato la Rete pugliese, la Puglia è entrata nella SIMaRRP, che comprende 9 regioni del territorio nazionale. Regione Toscana Il nostro Presidente Alessandro Segato ha concluso il convegno presentando la storia toscana delle Malattie Rare e la sua realtà attuale: partendo dalla istituzione della Rete Nazionale per le Malattie Rare, ha descritto l’evoluzione normativa della Regione Toscana, che ha portato alla creazione della Rete Regionale, del Registro Toscano Malattie Rare (RTMR) e del Gruppo di coordinamento regionale. I dati del Registro RTMR sono stati raccolti e organizzati in un sistema di gestione dei dati accessibile via web. Il convegno è stato una occasione costruttiva di confronto tra specialisti di molteplici discipline, del bambino e dell’adulto, coinvolti nella cura e nell’assistenza dei pazienti con immunodeficienza, per discutere gli aspetti più controversi sotto il profilo diagnostico e terapeutico, e promuovere l’integrazione fra la rete assistenziale ospedaliera e quella territoriale. ■ Gloria Berretta Consigliere AIP onlus 9 AIP Notizie AIP INFORMA • dicembre 2015 Firenze, www.aip-it.org CURA dei BAMBINI con IDP insieme per la Dallo screening neonatale alle donazioni. Una giornata con gli esperti del Meyer, i genitori dei bambini con IDP, i donatori di sangue e di midollo osseo . 10 Maurizio De Martino, pediatra immunologo di lungo corso, spiega come l’approccio pionieristico dei tempi in cui, giovane ricercatore medico, partecipò all’utilizzo, per primi al mondo, del transfer factor delle AT, abbia lasciato il posto alla ricerca più sofisticata (si pensi alla robotica, ad esempio); il Meyer è stato tra i primi centri ad effettuare il trapianto di fegato fetale e timo in un piccolo con ID combinata grave. A quei tempi erano riconosciute 10 IDP, ora sono più di 150, individuabili anche grazie all’indagine genetica. La terapia si è raffinata; le IGG sono le stesse, ma le tecniche di somministrazione si sono evolute e progrediscono velocemente. Vanto ed orgoglio di Firenze é il successo della terapia, proporzionale all’esperienza del Centro Alberto Zanobini © Stefano Poggialini – Teseo ❘› Sabato 6 giugno nella Hall Serra dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze l’atmosfera era calda, e non solo per la temperatura torrida della mattinata, ma soprattutto per la partecipazione dei numerosi amici dell’ospedale. Una giornata davvero speciale con gli incontri moderati da Franco di Mare, giornalista Rai, che ha saputo condurre la mattinata con semplicità e simpatia. Primo fra tutti parla il Commissario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer, dottor Alberto Zanobini, che si dice privilegiato ad introdurre un Convegno a cui partecipano più attori, appartenenti a categorie così diverse della popolazione, ma tutti legati da un fine comune: salvare e/o migliorare la vita dei pazienti affetti da IDP. In un luogo come il Meyer, in cui il rapporto tra innovazione clinica e ricerca è sempre stato inscindibile, i risultati si vedono sul campo. L’Azienda é giovane, con un’età media dei dipendenti di 40 anni, molti dei quali sotto la soglia dei 30. In un centro di eccellenza, a tre anni dal riconoscimento dell’Ospedale come primo centro in Italia di Immunologia Pediatrica Jeffrey Modell (Fondazione americana che supporta l’Ospedale), viene fatto il punto sui progressi in tema di diagnosi e prognosi dei piccoli pazienti. © Stefano Poggialini – Teseo ed alla precocità della diagnosi. Gli indicatori clinici però sono sempre gli stessi di tanti anni fa: i famosi "10 CAMPANELLI DI ALLARME", che tutti i Pediatri di Libera Scelta dovrebbero avere in testa, risuonando alle prime avvisaglie. Il moderatore coinvolge poi la professoressa Chiara Azzari, Lucia Bernazzi e Gaetano Priolo, entrambi Consiglieri Nazionali dell’Associazione Immunodeficienze Primitive Onlus (AIP). La Professoressa è il Direttore del reparto di Immunologia Pediatrica del Meyer, Lucia una paziente "cresciuta" affetta da IDP e Gaetano è il padre di Annalisa, una piccola a cui è stato effettuato con successo il trapianto di midollo osseo. Il clima si surriscalda ulteriormente quando la Professoressa, con la sua inconfondibile semplicità, parla dell’importanza dello screening neonatale, un esame che costa pochi centesimi di euro e che, da una semplice goccia di sangue del neonato, permette di fare una diagnosi certa della malattia immunitaria, salvando la vita del bambino prima addirittu- Gaetano con la piccola Annalisa ra della sua manifestazione. Gaetano si commuove raccontando la storia di Annalisa: dal dolore della scoperta di questa terribile patologia alla gioia di trovare medici e personale competenti e attenti, capaci di lenire le sue angosce anche via SMS, a qualunque ora del giorno e della notte, e soprattutto la speranza venuta dal fratello più grande, compatibile al 100% e quindi idoneo a donare il midollo alla sorellina. ”Siamo stati sette mesi al Meyer” dice, ma la piccola, saltandogli in collo, lo guarda con i suoi occhioni celesti e lo corregge: “Sei, babbo!” La platea sorride ed applaude. È così: l’Ospedale non sembra un vero ospedale, tanto è curato l’aspetto (pieno di colori, fiori, verde) e l’approccio con i pazienti (ci sono giochi ovunque e camici allegri), ma Annalisa, nonostante la giovane età, si è resa perfettamente conto che a casa si sta meglio! Infine Lucia, una bambina "un po’ cresciuta" e madre di una ragazza di 20 anni, da adulta racconta la sua esperienza: il calvario di una diagnosi ritardata di ben 9 anni e finalmente la cura e la presa in carico da parte dell’Ospedale di Careggi (Ospedale per gli adulti) con il dottor Matucci e la dottoressa Vultaggio che l’hanno seguita prima con le infusioni in vena e poi con la terapia sottocute. Tutta un’altra storia! La vita cambia. Franco Bambi, Direttore del Servizio trasfusionale del Meyer, interviene con franchezza e dice: “Tutto vero; ma la terapia sostitutiva che queste persone devono fare per tutta la vita, come sarebbe possibile senza la materia prima?” In questo momento in Italia ci sono 6.000.000 di donatori di sangue, ma non sono sufficienti per le necessità trasfusionali e per gli emoderivati. Stiamo attraversando un momento difficile. I problemi sono legati alla raccolta di sangue e agli elevati co- sti della lavorazione del sangue raccolto. Si pensi che da 1 litro di sangue si ricavano IGG per un mese per un bambino. Le Associazioni Donatori, oltre all’entusiasmo tipico delle ONLUS, hanno anche una loro peculiare caratteristica: nascono per soddisfare i bisogni degli Ospedali. Detto ciò, però, si devono organizzare a loro spese e strutturare in maniera tale che, quando l’Ospedale chiama, l’Associazione risponda. Lo slogan del momento è "ANDATE A DONARE QUELLO CHE SERVE!". Le Associazioni sono diventate molto brave nel convincere chi è sano a dare aiuto a un malato (perché il malato potresti essere tu, domani). Un dato positivo e confortante: dal 2013 il rischio delle trasfusioni è pari a zero. AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) lancia uno slogan: “Le malattie non vanno in ferie!” ed opera per compiere un lavoro culturale molto impegnativo; in Toscana è stato chiamato “comunicazione tra pari”: alcuni ragazzi (in servizio civile, ad esempio) vanno nelle scuole e parlano della loro esperienza di donatori a loro coetanei, trasmettendo il messaggio dell’importanza della donazione. AVIS vuole sottolineare anche la necessità dell’impegno sociale: le associazioni dei donatori non devono parlare di bilancio economico, ma di bilancio sociale, cioè mettere in evidenza ogni anno quante persone hanno aiutato, devono sottolineare l’aspetto della gratuità e nobiltà del gesto anche tra le diverse culture che oramai fanno parte della nostra popolazione. La donazione non deve essere solo volontaria, anonima e periodica, ma anche consapevole, e quindi socialmente utile. In questo campo poi è importante la formazione che si realizza anche grazie ad aziende come KEDRION (che ha dato un contributo incondizionato all’ini- ›› AIP Notizie dicembre 2015 • AIP INFORMA www.aip-it.org 11 AIP Notizie AIP INFORMA • dicembre 2015 ziativa ed era presente alla manifestazione con il dottor Gianmarco Masi), che organizzano corsi di formazione per l’aggiornamento del personale addetto alle trasfusioni. AVIS ha poi comunicato che sta lavorando ad un progetto di trapianto tra donatori semicompatibili, utilizzando cioè il midollo del donatore “non fratello”, ma “genitore”o ”cugino”. ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) informa che in Italia i donatori di midollo osseo sono 380.000, pochi in raffronto alla Germania che ne conta più di 4.000.000. I numeri sono bassi. Nell’ambito familiare è possibile trovare un donatore “compatibile” (fratello o sorella) con frequenza di probabilità 1 a 4. Se ciò non accade, è necessario ricercare donatori non familiari (la compatibilità tra non consanguinei è 1 su 100.000) che, con un minimo di sacrificio personale ed in modo anonimo e gratuito, si offrono come donatori di cellule staminali emopoietiche del midollo osseo. Tutto ciò rende chiaro che il donatore di midollo osseo è un donatore atipico che, una vol- www.aip-it.org ta chiamato a rispondere della propria disponibilità, ha la consapevolezza di poter salvare, all’occorrenza, la vita altrui. Qualunque individuo di età compresa tra i 18 anni (per motivi legali) e preferibilmente i 35 anni, purché, ovviamente, non sia affetto da malattie del sangue, da malattie croniche gravi o da altre gravi forme infettive, può diventare donatore. La disponibilità del donatore resta valida fino al raggiungimento dei 55 anni (per motivi clinici). Al termine il Magnifico Rettore dell’Università di Firenze, dottor Alberto Tesi, ha salutato la platea sottolineando l’aria informale che si respirava durante l’incontro ed il profondo senso civico che l’esperienza della malattia deve maturare in ognuno di noi. In conclusione il buffet sotto un cedro secolare nel parco dell’Ospedale tra i gazebo dell’AIP, HELIOS, AVIS, ADMO, ANPAS, FRATRES ed il Gruppo Internazionale dei donatori sangue GIDS. ■ Alberto Tesi Lucia Bernazzi Consigliere AIP onlus "La donazione di sangue non deve essere solo volontaria, anonima e periodica, ma anche consapevole, e quindi socialmente utile." 12 Screening neonatale allargato: se n'è discusso a ROMA AIP Notizie dicembre 2015 • AIP INFORMA www.aip-it.org Lo scorso 29 settembre nella Biblioteca del Senato a Roma, AIP, in collaborazione con IPOPI (l'organizzazione internazionale che raggruppa le associazioni di pazienti si occupano di immunodeficienze primitive) ed esperti italiani del settore, ha tenuto una riunione al fine di promuovere lo screening neonatale per la SCID (Immunodeficienza Severa Combinata). ❘› La riunione, presieduta dalla giornalista Maria Emilia Bonaccorso di Ansa Salute, ha visto come protagonisti scientifici la professoressa Maria Cristina Pietrogrande (Milano), il professor Raffaele Badolato (Brescia) e la professoressa Chiara Azzari (Firenze). I medici convenuti hanno spiegato in termini tecnici cosa sia la SCID, quali siano i vantaggi di attuare un controllo dei neonati per scoprire per tempo eventuali nuovi pazienti colpiti da questa grave malattia, che può essere curata se presa nei primi mesi di vita, e portare l’esperienza Toscana che, con un progetto pilota, ha già visto sul campo il risultato di un progetto così importante per salvare la vita di molti bimbi. A rappresentanza delle istituzioni c’era la senatrice Paola Taverna che, con il sostegno della senatrice Laura Bianconi, ha illustrato lo stato attuale del disegno di legge per allargare il controllo dei neonati anche a queste patologie rare. Sono stati toccati aspetti economici di questo progetto, aspetti legislativi, difficoltà sul carattere pratico e politico che questo disegno di legge sta incontrando sul suo cammino, anche se ora, con la nuova legge di stabilità, sembrerebbe essere arrivato quasi al traguardo per essere applicato su scala nazionale. Inoltre è intervenuta anche la dottoressa Serena Battilomo del Ministero della Salute, che ha illustrato in maniera ancora più approfondita e tecnica gli aspetti legali e pratici sul futuro dell’allargamento dello screening neonatale. Essendo un evento promosso da AIP ed IPOPI non poteva mancare il punto di vista dei pazienti che, con l’intervento di Bianca Pizzera (Vice Presidente Onorario di IPOPI) e di Gaetano Priolo (Consigliere AIP) hanno illustrato la storia e la situazione attuale dei pazienti affetti da immunodeficienze primitive a livello internazionale e nazionale. Penso che la toccante testimonianza del nostro Gaetano sia l’intervento che più dovrebbe far riflettere le istituzioni sull’importanza di questo screening applicato su scala nazionale, screening che in molte altre nazioni al mondo viene attuato sistematicamente da anni proprio perché contribuisce a salvare vite, oltre a far risparmiare molti soldi allo stato, quindi sicuramente un’azione vincente a tutto tondo. Hanno presenziato all’incontro il dottor Giovanni Corsello, Presidente della SIP (Società Italiana Pediatria) ed il neoeletto presidente di UNIAMO Nicola Spinelli (Federazione Italiana Malattie Rare). L’incontro si è concluso con la lettura dell’intervento del sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, il quale si è così espresso: "In futuro occorrerà ampliare sempre di più l’attività di prevenzione, allargando lo screening ad altre malattie tra le quali le SCID, con un meccanismo semplice, compatibile ed integrabile con le tecniche di screening che sono oggigiorno la nostra base di partenza. Mi auspico che tutti gli attori del sistema contribuiranno - come hanno fatto finora - al raggiungimento di questo obiettivo nel più breve tempo possibile potendo contare sul supporto del Ministero che rappresento e sull’apporto politico istituzionale". Ora noi tutti ci auguriamo che alle belle parole seguano i fatti reali, noi come AIP ci impegneremo perché questo accada! ■ Andrea Gressani Consigliere AIP onlus L'affollata Biblioteca del Senato 13 AIP Notizie AIP INFORMA • dicembre 2015 Budapest www.aip-it.org 2015 IPIC International Primary Immunodeficiences Congress Nei giorni 5 e 6 novembre si è tenuta a Budapest la seconda edizione dell'IPIC, ovvero la manifestazione internazionale per clinici e pazienti organizzata da IPOPI, l'organizzazione internazionale che raggruppa le associazioni di pazienti che, come AIP, si occupano di immunodeficienze primitive. ❘› scientifico inteso come ricerca e di un livello tecnico più elevato e di maggiore complessità, è un evento rivolto ai clinici e si pone come obiettivo la diffusione della conoscenza delle IDP anche a nuovi medici immunologi che le conoscono poco, ma vogliono approfondire aspetti pratici per la diagnosi e la cura delle nostre malattie. Durante questo evento sono stati affrontati temi molto interessanti, partendo dal primo trapianto di midollo osseo avvenuto su un paziente con la sindrome di Wiskott-Aldrich (WAS), per arrivare agli oltre 4000 pazienti che in tutta Europa, ad oggi, si sono sottoposti alla stessa terapia. Tutti i dati di questi trapianti sono raccolti in un unico registro multinazionale, da cui i medici possono attingere interessanti informazioni scientifiche. È noto come un tempo le tecniche di trapianto fossero meno evolute e più rischiose per i pazienti, ma è stato evidenziato come dal 2000 ad Budapest, il Ponte delle Catene e sullo sfondo il Castello di Buda oggi le nuove Giunta alla seconda edizione, la prima si era svolta nel 2013 a Lisbona, IPIC 2015 ha confermato il crescente interesse da parte della comunità scientifica internazionale, dei pazienti e dei clinici con oltre 650 partecipanti (ne erano attesi circa 400) provenienti da 70 paesi diversi e oltre 150 poster di lavori scientifici sulle IDP presentati, tanto che sono stati divisi in due stanze perché una sola prevista non era sufficiente a contenerli tutti. Ben 15 organizzazioni scientifiche hanno supportato l'iniziativa in quanto la ritengono molto valida e molte case farmaceutiche hanno contribuito economicamente alla riuscita dell'evento. L'IPIC, a differenza dell'ESID, che è un meeting di carattere più 14 tecniche di trapianto, sempre più raffinate, abbiano fatto notare un deciso incremento dei successi di questa procedura che porta alla guarigione completa dei pazienti. Ovviamente stiamo parlando sempre di una procedura ad alto rischio, specie in pazienti non più molto giovani, anche se la comunità scientifica si sta muovendo sempre più per innalzare l'età a cui poter trapiantare un paziente con successo. Ad ogni modo i dati scientifici illustrati parlavano di percentuali di successo molto alte oltre l'85% dei successi a oggi. In questo IPIC c'è stata grande attenzione sulla SCID, un'immunodeficienza molto grave che colpisce seriamente i pazienti fin dai primi mesi di vita. Per questa patologia anche noi di AIP stiamo facendo una campagna di sensibilizzazione sulle autorità nazionali affinché inseriscano la SCID nei protocolli di controllo dei nuovi nati che dovrebbero essere in prossima approvazione a livello nazionale. Esistono 16 geni che esprimono a livello genetico la SCID e 35 geni diversi che esprimono la CVID; la differenza fondamentale fra queste due patologie è che, se non si fa un controllo dei nuovi nati prima che questi vengano colpiti dalla prima infezione, con la SCID è possibile che que- sti neonati muoiano senza dare possibilità ai medici di salvarli e, se anche questi si salvano dalla prima infezione, la possibilità di riuscita di un trapianto di midollo osseo è decisamente più bassa. Pertanto, a livello internazionale, tutti si stanno battendo per fare un controllo dei nuovi nati, così da scoprire per tempo eventuali nuovi casi di SCID e guarirli prima che questa brutta patologia possa colpirli in modo grave. A questo punto i relatori presenti hanno detto in modo unanime che la SCID non é più solo un problema a livello scientifico, ma piuttosto un problema politico che, nei vari paesi, va risolto in tale sede portando avanti programmi nazionali di controllo dei neonati. Per la CVID, invece, è stato evidenziato come, a livello internazionale, ci sia sempre meno la tendenza ad effettuare splenectomie (rimozione della milza), mentre vengano privilegiati percorsi terapeutici con desametasone e retuximab a cicli. È stato presentato uno studio effettuato a San Paolo, Brasile, sul controllo di oltre 18700 neonati che ha dimostrato l'efficacia dell'utilizzo dei Trek (una metodologia di controllo), tanto da renderli validi come standard internazionale assieme ad altre possibili tecniche associate. L'intera manifestazione ha avuto un tenore scientifico molto elevato, sempre con un taglio rivolto ai clinici, ma non sono mancati interventi sull'analisi molecolare di alcuni meccanismi che coinvolgono le nostre patologie e possibili soluzioni alle stesse. Personalmente mi ha fatto molto piacere vedere che c'era una buona presenza di medici Italiani, alcuni già conosciuti ma anche alcune facce nuove, giovani in particolare, che si spera diventeranno i nostri immunologi del domani. Ora mi rivolgo a voi medici: se dicembre 2015 • AIP INFORMA non avete ancora scelto la specialità con cui proseguire, perché non valutate l'immunologia? Abbiamo bisogno di voi! All'interno dell'evento sono stati tenuti anche alcuni simposi sponsorizzati dalle case farmaceuti- Numerosi i relatori che si sono alternati al microfono che nei quali si è (endovena e sottocute) specifiparlato della sicurezza delle imcando vantaggi e svantaggi di enmunoglobuline. trambi i metodi, fermo restando In particolare i rappresentanti l'indiscutibile beneficio per la di Octapharma, un prodotto della salute che questi prodotti hanno quale in passato era stato ritirato su pazienti affetti da immunodedal mercato, hanno spiegato che ficienze che richiedono terapia cosa fosse successo, come è stato sostitutiva con immunoglobuline. risolto il problema e come ora si Sul tema della scelta fra la tepossa stare tranquilli anche con il rapia endovenosa e quella sottoloro prodotto. cutanea sono stati portati diversi Un aspetto interessante di queapprofondimenti e si è visto che sti simposi è che si rivolgevano in molti stati si privilegia la teraanche a medici che questi farmaci pia sottocutanea, perché rende non li conoscono o li conoscono il paziente più autonomo nella poco, per cui si è partiti da come somministrazione, mantiene i riconoscere un'immunodeficienlivelli di immunoglobuline più za per finire poi con le proceducostanti nel sangue, ma è anche re da seguire per giungere ad un stato evidenziato come non tutti corretto dosaggio del farmaco nel i pazienti vogliano questo tipo di paziente. terapie per varie ragioni, di tipo Un approfondimento interespsicologico o di tipo pratico. sante ha riguardato la potenziale Ovviamente è sempre una scelpericolosità degli eccipienti: per ta del medico curante quella di esempio in molte preparazioni di avviare un paziente ad una forimmunoglobuline sono presenti ma di trattamento piuttosto che degli zuccheri, per cui, se vanno all'altra. Si tratta di una valutaziosomministrate a pazienti diabetine che viene fatta da un punto di ci, bisogna tenerne conto o, mavista scientifico ma anche umagari, scegliere delle varianti del no: specie se il paziente è adulfarmaco che non ne contengano. to, bisogna capire se è d'accordo Vi sono alcune preparazioni ad affrontare la sfida della terapia che contengono fruttosio, ma, se sottocutanea, che porta il pazienuna persona è allergica al fruttote ad una maggiore responsabisio, può essere molto pericoloso lizzazione verso la propria terasomministrarle questi prodotti. pia, ma anche ad una maggiore Sono tutti avvisi che sono stati autonomia di gestione. portati in evidenza specie per i Non potevano mancare poi nuovi medici che si affacciano a delle letture sulla terapia geniquesti prodotti per la prima volta. ca, ovvero, per alcune patologie, Successivamente sono state ill'attuale possibile alternativa, lustrate le modalità di somminisebbene ancora sperimentale, al strazione delle immunoglobuline AIP Notizie www.aip-it.org Numerosi che si sono al micr 15 AIP Notizie AIP INFORMA • dicembre 2015 trapianto di midollo osseo. Questa terapia consiste nella correzione in laboratorio delle cellule del paziente mediante l'utilizzo di un retrovirus appositamente programmato per sostituire solamente le parti difettose dei cromosomi del paziente. Successivamente le cellule vengono reinfuse nel paziente e portano alla guarigione completa senza che sia stato necessario trovare un donatore compatibile e con una minor terapia immunosoppressiva rispetto al trapianto di midollo osseo dal momento che sono le cellule del paziente stesso ad essere trapiantate nuovamente nell'organismo una volta corrette. Diversi pazienti sono già stati guariti con la terapia genica, ma essa viene ancora ritenuta una terapia sperimentale in quanto si stanno mettendo a punto nuovi vettori virali che permettano una correzione sempre più precisa, cosa che fino a pochi anni fa non era possibile e rendeva il trattamento potenzialmente più rischioso. www.aip-it.org La speranza è che, entro qualche decina d'anni, questa diventi la terapia di elezione e risolva in modo semplice molte, se non tutte, le immunodeficienze primitive. Nel corso del congresso è stato anche trattato il tema della transizione dal pediatrico all'adulto che, in alcuni paesi, tra preparazione e attività successive, dura alcuni anni: si inizia a 12 anni a preparare il paziente al passaggio per concluderlo attorno ai 16-18 anni con il passaggio completo e definitivo al centro per gli adulti. Ci sono ospedali che hanno messo a punto dei percorsi ben definiti per queste procedure, non solo da un punto di vista scientifico ma anche psicologico e di preparazione del paziente con l'autocoscienza che non saranno più i genitori ad occuparsi della patologia ma sarà il malato in prima persona a doverlo fare. Questi percorsi vengono migliorati di anno in anno con un'attenta valutazione di ciascun paziente che viene passato alla Verona, incontro Medici-Pazienti ❘› Sabato 14 novembre abbiamo organizzato il nostro primo incontro medici-pazienti a Verona. La realizzazione dell’evento ha richiesto parecchio tempo, d’altra parte il gruppo di Verona è giovane e ancora inesperto. Mi sono avvalsa della preziosa collaborazione del gruppo di Firenze, che ci ha invitati a partecipare a uno dei loro incontri e che ci ha sostenuto, insieme a tutto il direttivo AIP, con consigli, indicazioni e suggerimenti. Essendo il primo incontro organizzato fuori dalle mura del Policlinico, abbiamo cercato un luogo suggestivo: il castello scaligero. Per rendere il clima più conviviale nel tentativo di favorire il dialogo e la conoscenza tra tutti i partecipanti, a seguito dell’incontro, abbiamo organizzato un pranzo. Nell’ottica di promuovere la conoscenza della nostra Associazione anche all’esterno dell’ambito sanitario, abbiamo chiesto il patrocinio del Comune di Verona tramite l’Assessore delegato ai Servizi Sociali, Famiglia e Pari Opportunità, Anna Leso, la quale, molto sensibile e 16 gestione adulta dal pediatrico e l’assistenza è facilitata anche dall'utilizzo di nuove tecnologie come app, siti internet e materiale digitale facilmente fruibili per gli adolescenti odierni e più immediati nell’interazione con i professionisti del settore. Degli oltre 150 poster scientifici presentati sono stati premiati i tre lavori ritenuti più rilevanti da un punto di vista scientifico. Il primo premio di 1000 euro è andato ad una giovane ricercatrice iraniana, Samira Asgari, che lavora a Losanna in Svizzera e che ha presentato un lavoro scientifico su una mutazione genetica che porta i bambini ad avere gravi infezioni respiratorie a causa di virus. Infine è stato annunciato che IPIC 2017 si svolgerà a Dubai: chi viene con me a questo importante appuntamento fra due anni? ■ Andrea Gressani Consigliere AIP onlus disponibile, ci ha suggerito la possibilità di promuovere le finalità della nostra Associazione con una conferenza stampa tramite i media locali. Dal punto di vista scientifico, il dottor Giuseppe Patuzzo e, dietro le quinte, il professor Claudio Lunardi hanno curato le relazioni che si sono succedute nella mattinata. Ha aperto l’incontro il presidente di AIP Alessandro Segato, che, insieme alla Consigliera Nazionale Lucia Bernazzi, ci hanno onorato della loro presenza. Siamo passati direttamente al primo intervento, tenuto dal dottor Giuseppe Patuzzo, che ha spiegato, con parole comprensibili anche dai non addetti ai lavori, come funziona il nostro sistema immunitario, da dove originano le cellule che lo compongono, come queste maturino, si differenzino e imparino a svolgere al meglio le loro funzioni. Sono state prese in esame anche alcune delle anomalie che possono disregolare tale sistema e portare allo sviluppo di un’immunodeficienza primitiva. Sono poi intervenuti il dottor Alessandro Barbieri e il dottor Giuseppe Argentino, che lavorano presso il Laboratorio Universitario di Ricerca Medica dell’Università di Verona. L’intervento è stato molto interessante perché ci ha consentito di capire meglio alcune delle tecniche utilizzate per isolare le cellule del sistema immunitario dal Udine, aggiornamento scientifico per medici di base ❘› Il 14 novembre 2015 a Savorgnano del Torre (UD) nella Sala Pax si è svolto un incontro informativo gratuito dal titolo “Immunodeficienze primitive: Cosa sono? Come riconoscerle? Come curarle?”. Su richiesta dei pazienti del Gruppo Udine abbiamo organizzato questo evento per informa- re la popolazione ed i medici di base dell’esistenza di queste nostre malattie rare, come riconoscerle ovvero come farsi venire il dubbio che possa trattarsi di queste patologie e magari avviare i propri pazienti ad accertamenti specialistici più mirati. Il dottor Marco De Carli, specialista in immunologia e medico di riferimento del locale centro di cura, è stato il nostro relatore che ha preparato una presentazione che partiva dalle basi del funzionamento del nostro sistema immunitario, fino ad arrivare ad un approfondimento scientifico ideale per i medici presenti, che portava anche le ultime notizie appena rilevate all’IPIC di Budapest (a cui AIP ha partecipato). In totale una trentina di persone presenti in sala, con un interessante dibattito proseguito in modo informale durante il rinfresco offerto da Max, Romeo, Gigi e la Parrocchia di Savorgano del Torre e AIP che cogliamo l’occasione per ringraziare per l’ospitalità, l’organizzazione e la diffusione dell’informazione dell’evento. ■ Andrea Gressani De Carli durante la presentazione sangue per studiarne la loro evoluzione e il loro funzionamento. La ricerca, unica fonte di conoscenza e passaggio obbligatorio per la scoperta di cure, è indispensabile per approfondire le diagnosi e garantisce, al momento, l’unica speranza per la guarigione delle immunodeficienze primitive. Infine, l’ultimo intervento è stato condotto in coppia dalla dottoressa Cristina Favalli, infermiera che lavora presso il Day Service Polispecialistico, cui afferiscono i pazienti con immunodeficienza primitiva per le infusioni endovenose d’immunoglobuline, e dal dottor Matteo Micheletti, infermiere, che segue i pazienti che eseguono la somministrazione di immunoglobuline per via sottocutanea. All’incontro ha partecipato un numero cospicuo di pazienti provenienti anche da altre province e regioni. Le domande poste sono state sempre pertinenti e interessanti e hanno trovato chiara risposta da parte dei relatori. Il professor Lunardi, in un intervento, ci aggiornati su alcune novità riportate dall’American College of Reumathology tenutosi recentemente a San Francisco. La mattinata si è conclusa con un pensiero sui terribili attentati avvenuti a Parigi, osservando un minuto di silenzio, con la speranza che chi come noi crede e si adopra per la solidarietà con il genere umano continui ad operare per il rispetto dei AIP Notizie dicembre 2015 • AIP INFORMA www.aip-it.org Consigliere AIP onlus valori etici, promuovendo il rispetto per l’Altro e per la vita umana. Chiuso l’incontro ci siamo rifocillati con il pranzo sociale apprestato nel salone di rappresentanza del castello. I partecipanti sono stati molto contenti dell’incontro e si sono dimostrati concordi nel proporre di trovarci ancora per altre iniziative di questo genere. ■ Monica Siani Gruppo Locale Verona Uno scorcio della sala durante l'incontro 17 AIP Notizie AIP INFORMA • dicembre 2015 www.aip-it.org Milano, il PROGETTO FUTURO incontra la cittadinanza Lo scorso 23 settembre è andato in scena lo spettacolo teatrale conclusivo del Progetto Futuro per fare conoscere le IDP e il mondo del volontariato al di fuori della stretta cerchia dell'AIP. ❘› Come vi abbiamo anticipato nell’articolo comparso sul Notiziario dello scorso giugno 2015, per far conoscere il Progetto Futuro al di fuori delle cerchia di pazienti e familiari cui è direttamente rivolto, è stato realizzato il 23 Settembre 2015 uno spettacolo teatrale. Incentrata sul tema del volontariato e dell’auto mutuo aiuto, oltre che dell’immunodeficienza, la rappresentazione ha promosso la conoscenza e la diagnosi precoce della patologia. Grazie alla disponibilità di Don Lidio Zaupa, parroco della Chiesa di Santa Croce che ha messo a disposizione gli spazi del teatro annesso alla Parrocchia, e alla presenza di Ernesto Magnaghi, che ha gestito l’impianto luci e audio per tutta la durata dello spettacolo, il Progetto Futuro ha Maria Cristina Pietrogrande 18 visto il coinvolgimento della cittadinanza in pieno centro di Milano. Ha condotto la serata un attore, autore di testi e formatore, Carlo Giuffra presentato da Amalo, l’associazione partner che si occupa di auto mutuo aiuto. A introdurre il tema della patologia ci ha pensato la professoressa Maria Cristina Pietrogrande che, simpaticamente, ha preferito rinunciare alle diapositive che caratterizzano gli interventi dei convegni scientifici e ripercorrere la propria storia in Clinica Pediatrica accanto ai pazienti, seguiti e coccolati come figli adottivi. La Professoressa ha iniziato a frequentare la Clinica Pediatrica De Marchi all’inizio degli anni 70 come giovane specializzanda nel Gruppo di Immunologia, coordinato dalla professoressa Bardare, e ha così visto i primi bambini con sospetto deficit immunitario. Al gruppo si è aggiunta la dottoressa Rosa Dellepiane alla fine degli anni 70. Man mano che i pazienti aumentavano Cristina frequentemente associava la loro data di nascita con quella dei propri figli. In veste di clinico e di scienziato ha poi descritto le principali immunodeficienze, dalla Malattia di Bruton, alla Immunodeficienza combinata grave, la sindrome da iper-IgE, le immunodeficienze sindromiche e l’immunodeficienza Comune Variabile. Associazione Immunodeficienze Primitive Onlus, AMALO Lombardia, Movimento per la giustizia Robin Hood Onlus Vi invitano allo spettacolo PROGET T O F UT URO un viaggio nel mondo di tre associazioni che collaborano per aiutare i malati rari Mercoledì 23 settembre, ore 21.00 Sala della Comunità della Parrocchia di Santa Croce Via Cicognara 17 angolo Via Goldoni Conduce Carlo Giuffra Attore e autore di teatro e cabaret Interverrà la Professoressa Maria Cristina Pietrogrande Coordinatore IPINET (Net work Italiano Immunodeficienze Primitive) Animano la serata i pazienti e i familiari che partecipano ai gruppi di Auto Mutuo Aiuto del Progetto FUTURO Progetto realizzato con il cofinanziamento di CIeSSeVI Centro Servizi per il Volontariato, fondi bando volontariato 2014 R R R R R R ASSOCIAZIONE IMMUNODEFICIENZE RR PRIMITIVE R R ONLUS R RR R R R ASSOCIAZIONE IMMUNODEFICIENZER PRIMITIVE R R Parallelamente all’individuazione dei deficit che caratterizzavano le varie patologie, il pubblico ha appreso le terapie disponibili agli albori e quelle recenti, che vedono la terapia genica candidata a costituire la speranza per molte immunodeficienze. Molti dei bambini seguiti dal team di Immunologia della Clinica De Marchi, grazie ai progressi terapeutici e alle cure, sono diventati adulti e si è reso necessario pensare al trasferimento al Reparto degli adulti, cioè alla “transizione”. La professoressa Pietrogrande ha terminato l’esposizione spiegando come non è stato facile per i pazienti cambiare reparto e affidarsi alle cure di nuovi medici, lei stessa ha avuto serie difficoltà a interrompere la cadenza delle R ONLUS dicembre 2015 • AIP INFORMA AIP Notizie www.aip-it.org Alcuni protagonisti degli incontri coinvolti in un'intervista dall' attore Carlo Giuffra visite e soltanto l’idea di essere prossima alla pensione l’ha aiutata in questo arduo processo. Alcune domande del pubblico hanno dato modo alla dottoressa Dellepiane di approfondire il discorso sulla terapia e di parlare di immunoglobuline e alla dottoressa Maria Carrabba di spiegare a grandi linee la transizione nel reparto adulti. Giuffra ha quindi intervistato alcuni protagonisti degli incontri di auto mutuo aiuto, due familiari e due pazienti che hanno manifestato entusiasmo per la loro esperienza e la volontà di proseguire, Rosa Maria Dellepiane indipendentemente dal progetto appena concluso. I rappresentanti del gruppo familiari ha ripercorso i temi di particolare interesse quali: • la trattazione di come rapportarsi e fornire sostegno al parente malato; • la trattazione di come rendere meno sgradevoli cure preventive rivolte ai più piccini; • il confronto diretto tra fratelli sani che, soprattutto all’esordio della malattia del congiunto, possono sentirsi trascurati. Dall’intervista ai pazienti inoltre è emerso che il passaggio di energie con e fra pari che caratterizza il gruppo di Auto Mutuo Aiuto aumenta la capacità dei partecipanti nell’affrontare i problemi, la stima di sé, delle proprie abilità e permette una maggior consapevolezza personale. L’imbarazzo che spesso si manifesta di fronte ad un terapeuta, a cui non è sempre facile svelare paure e insicurezze, si risolve quando si incontrano persone che hanno provato esperienze analoghe. In questa logica il proprio vissuto diventa una risorsa per sé e per gli altri e si mette in gioco una modalità per non sen- tirsi più soli davanti alle situazioni più difficili. I referenti delle altre due associazioni Enrica Civelli, di Movimento per la giustizia Robin Hood Onlus, e Amadio Totis, direttore di Amalo, insieme a me hanno confermato la validità dell’iniziativa di volontariato “in rete”. Lo spettacolo si è concluso con uno spassosissimo sketch di Giuffra che ha dato prova di straordinaria capacità anche nel saper coinvolgere il pubblico trattando argomenti di contenuto decisamente più “leggero”. Tre parole infine per ringraziare chi ha dedicato molte energie al Progetto Futuro: oltre ai volontari presenti sul palco, Alessandro, Daniela, Francesca e Rosa, sono infinitamente grata alle mie omonime Silvia Bosi e Silvia Scurati che hanno creduto sin dall’inizio al progetto e sacrificato impegni personali e di lavoro, forti dello slogan che implicitamente motivava la nostra assiduità agli incontri: “NOI, SILVIE, COMUNQUE CI SIAMO!” ■ Silvia Spazzacampagna Consigliere AIP onlus 19 AIP Notizie AIP INFORMA • dicembre 2015 www.aip-it.org ❘› Anche quest’anno la CORRIBURCINA, manifestazione podistica non competitiva nata nel 2004 grazie a Marco Barberis con lo scopo di aiutare AIP, ha richiamato al Parco Burcina, alle porte di Biella, un buon numero amici e di appassionati di natura e sport per un momento d’incontro e di festa. Domenica 27 settembre erano in 130 i “runners”, grandi e piccoli, che si sono ritrovati per correre sull’anello sterrato di circa 1400 metri che ormai da anni costituisce il tradizionale tracciato della manifestazione, da percorrere una volta sola per i bimbi e tre volte per gli adulti; il meteo all’ultimo momento ha tentato di fare lo sgam- Biella, XI betto con un cielo cupo ed un accenno di pioggerellina autunnale, ma poi tutto si è risolto per il meglio ed atleti e amici hanno iniziato ad arrivare al banco delle iscrizioni. Come al solito la soddisfazione più grande è venuta dalla gara dei bambini che hanno affrontato l’impresa da soli oppure, i più piccini, accompagnati dalla mamma o dal papà, sempre con impegno, ma soprattutto con un grandissimo sorriso sulle labbra; è questa l’immagine che ha messo ancora di più in evidenza l’aspetto festoso che caratterizza la manifestazione. Per gli adulti ovviamente il discorso è diverso ma, a parte la possibilità di misurarsi con il cronometro o semplicemente con gli amici, anche per loro si è rinnovata l’occasione di assaporare la felicità di una “sgambata” all’aria aperta. Dopo le gare, per gli affaticati (e non), torte e bevande a volontà ed una “ricca” estrazione finale di premi che non ha lasciato nessuno a mani vuote. AIP era presente con un gazebo dov'erano esposti gadget e materiale divulgativo per illustrare la sua attività; la curiosità dei presenti per la nostra Associazione e la generosità delle offerte ancora una volta hanno mostrato la sincera e concreta disponibilità della gente ad aiutare il prossimo facendo beneficenza a favore di chi è meno fortunato. Come al solito dobbiamo ringraziare la Direzione dell’Ente Parco nella persona del dottor Carlo Bider, che da molti anni ormai permette la realizzazione dell’evento e tutti gli amici, a partire da Andrea Bello, Paolo Carnazzi e Maria Pia Barberis che, nel ricordo di Marco, organizzano sempre al meglio la manifestazione. A tutti i partecipanti un sentito ringraziamento e la promessa di ritornare anche il prossimo anno. ■ Alberto Barberis Direttore AIP onlus 20 Photo: biellaedintorni.it Corriburcinaedizione Lonato, grande confusione sul palco della vita AIP Notizie dicembre 2015 • AIP INFORMA www.aip-it.org Sabato 19 settembre al Teatro Italia di Lonato del Garda (Brescia) è andato in scena lo spettacolo teatrale "Cafè di piöcc" con vari artisti impegnati in commedie, sketch, monologhi e canti. ❘› AIP mi coinvolse alcuni anni fa grazie al sorriso di quella che allora era poco più di una ragaz- zina. Lo confesso, non sapevo nulla di cosa significasse quella sigla e nemmeno conoscevo l'esistenza di un simili patologie. Entrai senza rendermene conto in quel mondo fatto di difficoltà, molte, di problemi, tanti, di persone meravigliose per quel loro modo dignitoso di affrontare i continui problemi che una malattia tanto sleale regala, ognuna con il suo carico di problemi, ognuna con una storia da raccontare. Per loro il mondo ruotava attorno, oltre alle normali difficoltà quotidiane della vita, ai piccoli pazienti e a quella malattia perversa. Mi trovai inghiottito in un mondo, quello dell'AIP, dove il sorriso, la speranza, la volontà di farcela aveva preso il sopravvento sullo sconforto, la tristezza, la delusione. Le persone parevano pervase da un entusiasmo quasi inspiegabile, un'energia positiva e contagiosa. Era bastato un sorriso, il sorriso, di chi convive con mille difficoltà ogni istante della propria vita, per regalarmi un'opportunità straordinaria: capire che l'indifferenza non aiuta a essere persone migliori. Quel sorriso improvvisamente era diventato per me un'occasione. Trovarsi sopra a un palco un sabato sera, quello del teatro di Lonato del Garda, in compagnia di artisti talentuosi, musicisti, attori, con i medici che raccontano il lavoro svolto dall'AIP, dai volontari dell'associazione, dai genitori, dai ragazzi affetti da IDP, è un'emozione complice. C'era gran confusione su quel palco ma, come nella vita, tutto si svolgeva secondo un copione inesistente ma collaudato e una regia sconosciuta e misteriosa. Lo spettacolo. Il pubblico, gli applausi. Tutto perfetto, grandi professionisti gli artisti lassù. Ancora una volta il lavoro dell'AIP aveva acceso i riflettori sopra a un mondo oscuro. Per un istan- te l'indifferenza aveva lasciato il posto alla partecipazione. Una serata teatrale ricca, interpretata da decine di artisti che hanno contribuito alla riuscita dello spettacolo promosso dai volontari dell'AIP. Una serata divertente, fatta di momenti emozionanti, di risate senza freni, di talenti musicali, una serata, dove, per un istante, i problemi della vita sono stati dimenticati. Tre ore, tanto è durato l'evento. Tre ore di grande coinvolgimento per un pubblico che ha partecipato attivamente sino all'ultima battuta. Battuta di chiusura che toccava a me recitare. Parole che dovevano servire a dare un significato alla serata, a ricordare quanto lavoro, impegno, medici, volontari, amici e familiari profondono a favore dell'AIP per il raggiungimento dei suoi obiettivi. E tutto questo è accaduto per quel sorriso, che quel giorno di alcuni anni fa, illuminò il mio orizzonte. ■ Moses Soon Sostenitore AIP onlus 21 AIP Notizie AIP INFORMA • dicembre 2015 AIP a Torino, tra sorrisi e www.aip-it.org ciclamini ❘› Torino, domenica 11 ottobre. Con altre 3 volontarie del gruppo AIP di Torino abbiamo avuto l’opportunità, grazie ad una amica che vi lavora, di allestire al mercato della Crocetta a Torino un banchetto con dei bellissimi ciclamini da donare a chi avesse voluto lasciare un’offerta a favore dell’Associazione. Per me, Cristina, Giusy e Stefania era la prima esperienza di questo genere. Non mancavano dubbi ed incertezze, ma li abbiamo affrontati volentieri, per il desiderio di sostenere, soprattutto in questo momento in cui la crisi economica del Paese si ripercuote pesantemente sulla sanità, l’AIP, associazione che, al fianco dei medici, permette ai nostri figli di vivere una vita migliore. Grazie anche alla bella giornata di sole tutto è andato bene, i passanti sono stati generosi e noi abbiamo dato il nostro piccolo contributo per far conoscere queste patologie rare così spesso diagnosticate solo dopo anni dall’insorgenza. Personalmente però, credo che il risultato più bello sia stato il sentimento d’amicizia che ho respirato tra noi volontarie che ci conoscevamo solo attraverso messaggi whatsapp o fugaci incontri in ospedale. Nel tempo trascorso dietro il banchetto abbiamo potuto parlare, condividere le nostre storie di sofferenza e speranza, e… sentirci meno sole. Il banchetto di ciclamini è stata la nostra prima esperienza da volontarie AIP, e non credo sarà l’ultima: nella condivisione altre idee stanno nascendo e speriamo di riuscire presto a realizzarle. ■ Udine, le IDP sbarcano alla MAGNALONGA Paola Marangon Gruppo Locale Torino ❘› Domenica 7 giugno, a Savorgnano del Torre (UD), assieme ad alcuni componenti del gruppo locale AIP di Udine, abbiamo partecipato alla 10ª edizione della Magnalonga: una suggestiva camminata enogastronomica di sette chilometri attraverso i vigneti del Friuli orientale. Il giro prevedeva una tappa degustativa circa ogni chilometro negli agriturismo della zona, partendo dall’aperitivo e finendo con il dessert, il tutto accompagnato da buon vino e tanta bella musica. Oltre a partecipare abbiamo avuto anche la possibilità di allestire un banchetto per distribuire materiale informativo e gadget e far così conoscere sempre di più l’associazione alle più di mille persone che ogni anno partecipano all’evento. ■ Valentina Conduttore Il gruppo pazienti di Udine e lo stand di AIP 22 Gruppo Locale Udine Molvena, motoraduno solidale AIP Notizie dicembre 2015 • AIP INFORMA www.aip-it.org Anche quest’anno a Molvena, in provincia di Vicenza, gli amici di VAFFANTUR si sono ritrovati per il loro incontro annuale in una bella ed allegra “cena sociale” ed anche quest’anno AIP è stata presente, su invito di Gianna ed Erasmo, soci di AIP, per rinsaldare la vecchia amicizia che lega le due Associazioni. ❘› VAFFANTUR è una piccola associazione, ma soprattutto, si può sicuramente dire, è un gruppo di amici legati dalla passione per le due ruote (a motore) che è diventato un punto di riferimento di una comunità in cui vuole portare la cultura ed il piacere dello stare insieme e partecipare a belle iniziative. Da tempo ormai VAFFANTUR è un sostenitore importante di AIP che, grazie anche al loro supporto economico, può realizzare tante idee e progetti finalizzati al bene dei nostri pazienti. Così il 5 settembre scorso sono stato ospite degli amici di Molvena (Vicenza) dove ho potuto ritrovare il calore e l’allegria che nasce dal bello spirito di questo gruppo. In un ambito sereno ed informale l’incontro dei soci e delle famiglie ha riunito quasi 200 persone che hanno fatto onore all’organizzazione e, soprattutto, all’ottima cucina “della casa”. Al termine della serata, come ormai da tradizione, sono stati assegnati ai partecipanti i bellissimi oggetti messi a disposizione gratuitamente dai tanti amici; il ricavato delle offerte è stato devoluto ad AIP. E’ stata un’ottima occasione per illustrare cos’è e cosa fa AIP e per quali scopi sono stati impegnati i soldi che ci sono stato donati con tanta generosità lo scorso anno, ma è stata anche una bella esperienza a livello personale perché ho potuto ritrovare lo stesso spirito che anima anche la nostra Associazione: la voglia ed il piacere di aggregare, di condividere per poter essere utili agli altri, oltre che a noi stessi. Ringraziamo ancora una volta di cuore VAFFANTUR, con la consapevolezza che quello che fa per AIP è per noi uno stimolo ad operare sempre ed al meglio per essere degni della fiducia che ci viene accordata. ■ Alberto Barberis Direttore AIP onlus Il brindisi del motoclub 23 Testimonianze AIP INFORMA • dicembre 2015 24 www.aip-it.org Clorinda e le mete IMPEGNATIVE ❘› Premetto che ho la passione per la bici e che non disdegno la fatica, ma cimentarmi sulla sella non è stato sempre possibile perché ad un certo punto della mia vita adulta, ho dovuto fare i conti con il mio stato di salute. La diagnosi riguardo le mie condizioni purtroppo non è arrivata subito ma dopo un lungo vagabondare di medico in medico durato circa 15 anni. A Padova finalmente, appena visitata, hanno riconosciuto l’immunodeficienza primitiva. Da allora, seguendo sempre, e dico sempre, alla lettera le indicazioni di terapia, sono in ottime condizioni. Pensate che mi posso permettere, organizzandomi opportunamente, ciò che più desidero: girovagare, senza troppe certezze, con la bici insieme a mio marito. Partendo dalla provincia di Vicenza, dove abitiamo, siamo arrivati a Roma, in Puglia, ad Assisi, poi dalla Croazia abbiamo percorso 400Km fino a Medjugorie, da Saint-Jean siamo giunti a Santiago, abbiamo attraversato il nord della Corsica, la ciclabile del Drava a Maribor in Slovenia, la ciclabile di Mozart….e altre appassionanti località ancora. Con un bagaglio ridotto al minimo composto dalla nostra tendina, sacco a pelo, materassino, oggetti personali, ricambi per la bici abbiamo trasportato sempre le fiale necessarie per la terapia con l’accortezza di mantenerle a bassa temperatura, usando per esempio il ghiaccio dei bar oppure conservandole in un frigorifero per la notte. Quest’anno abbiamo appena concluso “il cammino portoghese” Lisbona-SantiagoFinisterre. Siamo partiti il 9 giugno a cavallo delle nostre bici e abbiamo percorso Iconasentieri sassosi, vallate, strade lastricate, boschi, e, nonostante la pioggia, il vento e il freddo, abbiamo proseguito alla volta della nostra meta. Alla costante ricerca della freccia gialla che indica il cammino, ci accontentavamo di un panino e una banana, direi indispensabile, e di un caffè quando c’era. Una delle nostre difficoltà era trovare posto in un ostello, per fare la doccia e trascorrere la notte…altrimenti toccava piantare la tenda. Fortunatamente per ben due volte in Portogallo siamo stati ospitati nella caserma dei pompieri, poi in strutture religiose o ostelli, solo a Fatima abbiamo campeggiato dietro al santuario con la sorpresa, non troppo gradita, di trovare, il mattino seguente, tutto fradicio!!! Confortati però che Santiago si avvicinava, non vi nascondo che il solo pensiero ci faceva commuovere, dopo 11 giorni siamo arrivati a Santiago e non ancora contenti abbiamo proseguito per Muxía e infine siamo giunti il 23 giugno a Finisterre (Fisterra). Sapete che, a conti fatti, abbiamo pedalato per circa 900 km? Quando pedali ed hai un solo obiettivo, nella tua mente sei libero, portandoti appresso tutte le persone che circondano la tua vita. dicembre 2015 • AIP INFORMA Testimonianze www.aip-it.org Clorinda in una fase "molto impegnativa"... Questa volta, su soffiata del professor Agostini e dei suoi collaboratori che sono intervenuti nell’incontro medici pazienti di Padova, a maggio ho fatto una “ricarica” di immunoglobuline due volte la settimana prima di partire, potendomi così permettere di lasciare a casa il farmaco. La soluzione si è rivelata ottima e al ritorno ho ripetuto la doppia “ricarica”. Sono felicissima di aver trascorso questi giorni nel “cammino” e voglio ricordare le parole ascoltate da un padre: non aspettarsi il paradiso…. Ogni mattina che aprite gli occhi il Paradiso vi è stato dato sfruttatelo assieme a chi è con voi, poi non chiedere mai che strada ti aspetta dopo una salita faticosa, la gente del posto ti risponderà: "el camino es tu vida…hay de todo" (il cammino è la tua vita…c’è di tutto). Vorrei augurare a tutti di fare almeno una parte di questo cammino, che non è altro che la metafora della nostra vita, con imprevisti, difficoltà, fatica ma alla fine saremo in grado di apprezzare la soddisfazione di aver raggiunto delle mete che noi stessi dobbiamo avere!!!! A tutti "Buen Camino!!!" Clorinda Crosara Socia AIP onlus Clorinda con il marito, finalmente alla meta 25 Normative Socio-sanitarie AIP INFORMA • dicembre 2015 www.aip-it.org Nuovi LEA, potrebbero essere approvati entro fine anno La bozza della Legge di Stabilità prevede che siano aggiornati entro 60 giorni dall’entrata in vigore. A questo sarebbero destinati 800 milioni di Euro. ❘› Roma - Se le cose procederanno come ipotizzato in questi giorni, i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), comprendenti l’aggiornamento della lista delle patologie rare esenti, potrebbero essere approvati entro la prossima giornata delle malattie rare, a fine febbraio. Stando infatti all’articolo 42 della bozza della Legge di Stabilità che circola in questi giorni, e il cui esame comincerà la prossima settimana in Senato, l’aggiornamento dei Lea è previsto “entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità 2016” e a questo sarebbero destinati 800 milioni di euro a valere sulla quota indistinta del fabbisogno sanitario standard nazionale. 26 Questa è la speranza dei pazienti, ma la cautela è d’obbligo visto che anche lo scorso anno il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva promesso il tanto atteso aggiornamento entro il 15 gennaio 2015. Lo stesso articolo 42 della bozza di Legge di Stabilità prevede anche l’Istituzione della “Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel Ssn”, nominata e presieduta dal Ministro della salute e composta dal Direttore della Direzione generale della programmazione sanitaria e da quindici esperti qualificati e da altrettanti supplenti, di cui quattro designati dal Ministro della salute, uno dall’ISS, uno dall’Agenas, uno da AIFA, uno dal Ministero dell’economia e delle finanze e sette designati dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano. Tra i compiti affidati vi è quello di formulare annualmente una proposta di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza. Difficile invece prevedere con chiarezza quello che effettivamente sarà il ruolo della Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA: nella migliore delle ipotesi questo organismo potrebbe velocizzare i futuri aggiornamenti, anche se un meccanismo più snello per il riconoscimento delle malattie rare, così come più volte espresso dagli esperti del settore, sarebbe comunque preferibile. Tuttavia c’è anche un’ipotesi peggiore, quella cioè di un organismo complesso e lento – come spesso sono questo tipo di Comitati – e con un occhio molto più attento al controllo della spesa che non al riconoscimento dei bisogni dei pazienti, che nel comitato non sono direttamente rappresentati. Un’ipotesi che al momento è del tutto teorica e che potrà essere verificata solo con il tempo e con l’analisi dei risultati. ■ Ilaria Ciancaleoni Bartoli, Osservatorio Malattie Rare, 20 ottobre 2015 www.osservatoriomalattierare.it Grazie a... ❘› Rivolgiamo il nostro più sincero ringraziamento a tutti coloro che con la loro fiducia e generosità ci aiutano a proseguire la nostra attività volta a migliorare la qualità della vita delle persone affette da Immunodeficienza Primitiva. Un grazie di cuore ai parenti e agli amici di Fabio Capra e Luca Prada, che hanno offerto un contributo all’Aip in ricordo dei loro cari. Grazie a Elena Goldani, Mauro Traina e alle famiglie Filippini, Bontempi, Lusetti per il loro sostegno a favore della ricerca per l’Atassia Telangectasia. Ringraziamo Roberto Moret, Annarita Davì, Nicola Ciampi Sorbo, Antonio Spagnuolo, Viviana Roncallo, la Parrocchia Santa Caterina In Villa, Caterina Sieni, Elena Perticone, Laura Magnani e Mario Spazzacampagna, Francesca Lippi, Ramona Scollo, Grazie a ... Salvo cambiamenti di questa bozza, tale norma potrebbe implicare che finalmente – dopo un’attesa durata 12 anni (perché la lista delle malattie della legge 279/2001 doveva essere aggiornata ogni tre anni, e dunque nel 2004) - per circa un centinaio di malattie rare presenti nel nostro paese e alcune delle quali oggi anche dotate di una terapia, potrebbe finalmente arrivare un riconoscimento ufficiale che andrebbe a facilitare, almeno in parte, la vita dei pazienti e a migliorare i servizi a loro dedicati. Normative Socio-sanitarie dicembre 2015 • AIP INFORMA www.aip-it.org Vincenzo Izzo, Monica Gandini, Tiziano Panato, Gloria Gambaretto, Elena Conti e i familiari, amici, conoscenti di Mattia. Infine siamo riconoscenti a Farmacia Pansini, Intesa Sanpaolo SpA, John Lennon S.n.c. e Idraulica Lombarda Impianti Srl per aver contribuito a sostenere i nostri progetti. ■ 27 10 CAMPANELLI DI ALLARME delle Immunodeficienze Primitive Le Immunodeficienze Primitive (IDP) sono responsabili di infezioni ricorrenti o insolitamente difficili da trattare in bambini e adulti. 1 persona su 500 è affetta da una delle Immunodeficienze Primitive attualmente conosciute. Se tu o qualcuno che conosci presenta almeno 2 dei seguenti Campanelli di Allarme, parlane con il tuo medico per escludere un’Immunodeficienza Primitiva. 1 2 Due o più gravi sinusiti in un anno Quattro o più otiti in un anno 4 3 Più di due mesi di terapia antibiotica con scarso effetto 5 Scarso accrescimento staturoponderale Più di due polmoniti in un anno 7 6 Ascessi ricorrenti della cute e di organi interni 8 Mughetto persistente o altre candidosi dopo l’età di un anno 10 9 Necessità di terapia antibiotica e.v. per ottenere la guarigione Due o più infezioni agli organi interni Servizio presentato da: Jeffrey Modell Foundation Curing PI. Worldwide. Funding was made possible in part by a grant from the U.S. Centers for Disease Control and Prevention (CDC). National Heart, Lung, and Blood Institute (NHLBI) Storia familiare di immunodeficienze primitive Questa informativa è realizzata dalla Medical Advisory Board Jeffrey Modell Foundation. La consultazione con gli esperti di immunodeficienza primaria è fortemente consigliato. © 2 013 Jeffrey Modell Foundation Per informazioni: AssociAzione immunodeficienze Primitive onlus Sede Legale: Clinica Pediatrica Università degli Studi di Brescia, Piazzale Spedali Civili,1 - 25123 Brescia Segreteria: Via L. Galvani, 18 - 25125 Brescia - Tel. e Fax 030 3386557 - e-mail: [email protected] - www.aip-it.org