VICENZAPIU.COM: Online il quindicinale diventa quotidiano con i commenti ai fatti del giorno - www.vicenzapiu.com
Vicenza
Fuoco
incrociato
su Variati
pag
3e6
Contrà F. del Gambero, 26
0444 545378
il buon gelato artigiano
Campo Marzo
chiarimenti in vista
con gli immigrati
pag
7
Vicenza
Gioco on-line,
Contrà F. del Gambero, 26
0444 545378
nuove
dipendenze
pag
17 il buon gelato artigiano
www.vicenzapiu.com
n° 204
17 dicembre 2010
euro 1,00
e Ovest - Alto Vicentino
Quindicinale di fatti,
personaggi e vita vicentina
Direttore responsabile Giovanni Coviello
In edicola il venerdì
Il ruolo di Ecoveneta
nell’affaire Marghera: tra silenzi e coperture
La Storia
non siamo noi
di Outsider
Cosa Vi aspettavate? Dopo il conto alla
rovescia di giornali e televisioni, scattata
la fatidica ora X, non è successo nulla che
non potessimo già immaginarci. Diradatosi il gran polverone mediatico, è rimasta solo e proprio lei, la grande X di un
effimero quasi pareggio. Un risultato che
non fa bene e non nuoce concretamente
a nessuno. Ma non bisogna dimenticare
che al peggio del peggio non c’è misura
e forse, per il momento, è meglio che le
cose restino così come sono. La nostra
classe politica va avanti spavalda con decisionismo badogliano. Dunque “niente
di nuovo sul fronte occidentale”. Non resta che sorbirci la ritrita operetta del “ho
vinto io ed hai perso tu” o del “hai perso
tu ed ho vinto io”. E non credete che ciò
succeda solo al Grande Palazzo, dove si
coltivano misteriosi accordi e legittimi
impedimenti, ma anche nelle remote periferie del Regno. Qui piccoli politici crescono, educati alle regole dell’affaire che,
una volta giunti a Corte, dimostrano di
saper mettere in pratica. Dilazioni, mistificazioni e piccoli tradimenti, al servizio di una o due bandiere, oppure inventandosene, mentre infuria apparente la
lotta, un’altra ancora.... su commissione.
Forse è il momento di capire che la Storia
non siamo più noi, almeno fino a quando non avremo il coraggio di riprendere
a scriverla. Ma per il momento, in attesa
di eventi…
Buon Natale
Controcanto
Giglioli
Poche ciàcole
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“ Citizen writers”: inviare a
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scritti con notizie e commenti
sul Vicentino da pubblicare nel
maggior numero possibile sulle
nostre testate cartacee e web.
Collaboratori e corrispondenti:
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per i media del gruppo:
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I
VicenzaPiù libera
l 2010, in Italia come a Vicenza, non sta finendo nel migliore
dei modi; il 2011, non solo il suo
inizio, non si annuncia certo migliore. Per la politica (che brutta cosa, ormai), per l’economia
(male, malissimo quella reale,
bene, benissimo quella speculativa), per l’informazione: migliore
addirittura, osiamo dire, quella
chiaramente di parte, anche se
faziosa. Infima quella a comando
o su commissione, termine ben
noto a chi per togliersi il fango di
cui magari è stato coperto prova
a scaricarlo addosso a chi non ha
né padrini né padroni e scrive per
analizzare e informare. Accusa-
to di sbagliare per il solo fatto di
farlo, a prescindere dai contenuti,
che pure potrebbero e dovrebbero essere commentati o confutati
da chi li osteggia, ma con altrettanto coraggio di chi li pubblica.
Il silenzio per silenziare, in parallelo col continuo attacco alle
risorse economiche della libera
stampa o alla loro subordinazione alla benevolenza collusiva, è,
però, l’arma migliore dei potenti
e dei potentati che li sorreggono
quando non esistono abbastanza
voci per far sì che il fronte da attaccare non sia unico e solo. Non
ci arroghiamo certo il merito, con
tutti i nostri errori (spesso com-
messi, se commessi, proprio perché siamo lontani dalle stanze in
cui le informazioni da silenziare
giacciono), di essere gli unici a
lavorare per l’informazione tout
court. Tanti colleghi lo fanno
negli altri mezzi locali. Ma se ne
intuisce la fatica leggendo quello
che scrivono e soprattutto gli spazi … vuoti. VicenzaPiù da quasi 5
anni prova a fare il suo mestiere
per i lettori della città e, da poco,
anche per quelli di gran parte
della provincia. E perciò, insieme
alle sue testate sul (santo e libero)
web VicenzaPiu.com, SchioPiu.
com, ThienePiu.com, MontecchioPiu.com e BassanoPiu.com,
augura un felice Natale e un migliore 2011 a tutti i lettori e a tutti
gli inserzionisti, che le consentono di dare un’informazione la più
ampia possibile. Anche grazie alle
rubriche Ground Zero, BackStage
e, al suo esordio dal prossimo numero, quella de “L’inno Minato”.
Lo stesso augurio facciamo a chi
vorrebbe restringere o, peggio,
asservire gli spazi dell’informazione, per lo stimolo quotidiano
aggiuntivo che ci danno a conquistarceli, giorno dopo giorno, pagina dopo pagina, clic dopo clic. Per
una VicenzaPiù libera.
Giovanni Coviello
l’intervista
204 del17 dicembre 2010
numero
3
pag
Pdl, l’accusa:
“Da Variati solo parole”
Caso pioppo, post-alluvione, Pat, Aim: Maurizio Franzina (capogruppo in consiglio)
boccia la giunta di centrosinistra perché è solo “fuffa”. E attacca i media: “Poco spazio all’opposizione”
di Alessio Mannino
F
uffa. Questa la parola-chiave
con cui Maurizio Franzina, ex
assessore delle due giunte Hullweck e oggi capogruppo del Popolo
della Libertà in consiglio comunale, sintetizza l’operato dell’amministrazione Variati arrivata ormai
al giro di boa di metà mandato. «Il
sindaco è un maestro nell’applicare un modello vecchio, quello della
melassa democristiana, in modo
nuovo, aggiungendo la capacità di
marketing. E’ bravissimo nel parlare e nel vendere ciò che in realtà
non fa».
Aiutato, se così si può dire, da
un’opposizione di centrodestra, cioè la vostra, che pare
alquanto debole.
Non è vero. L’opposizione sta producendo molto, in termini di interrogazioni, documenti, atti. Non c’è
giorno in cui non solleviamo problemi concreti. Solo che quando
all’opposizione c’era il centrosinistra, ai Ds e ad Alifuoco, ad esempio, erano riservati i paginoni; a
noi, i francobolli.
Neppure la Lega, così combattiva altrove, pare molto
vispa qua a Vicenza. Manuela
Dal Lago, eterna candidata
sindaco, si è eclissata.
La Lega è un alleato stabile ma non
è il mio partito. La Dal Lago è un
ottimo candidato sindaco. Anche
se è altrettanto vero che uno stesso
partito non può avere la presidenza
di Regione, Provincia e Comune.
Il suo partito, qui a Vicenza, è
sempre diviso, col gruppo che
fa capo all’eurodeputata Lia
Sartori che fa la fronda.
Per me le divergenze non finiscono
a tarallucci e vino. Ci sono ancora,
ma il rapporto personale e politico
è sereno. Solo che abbiamo deciso
che le questioni fra noi le discutiamo e risolviamo fra noi.
E’ la linea dettata dal coordinatore cittadino Bruno Carta: i panni sporchi si lavano
in famiglia, non sui giornali.
Eppure, proprio all’indomani
dell’alluvione, il sartoriano
Lucio Zoppello si è dissociato
dall’accusa al sindaco di esse-
re in qualche modo responsabile del disastro.
Detto che la sua posizione era legittima e che comunque Lucio
ha poi riconosciuto che aver reso
partecipe l’universo mondo della sua opinione diversa è stato un
errore, aveva ragione. Abbiamo
sbagliato i tempi. Bisognava dare
un giudizio a mente fredda, aspettare qualche giorno. Però Variati,
fuori dai microfoni, ammette che
la Protezione Civile ha fallito. E
la sua amministrazione ha precise responsabilità: aveva chiuso il
centro d’intervento, aveva chiuso
la centrale operativa di Amcps, e
la delega alla Protezione Civile è
stata palleggiata in questi due anni
fra lui, il consigliere Sgreva e l’assessore Cangini, usandola come un
contentino per chi mugugnava. Ricordo che nel 2009 il piano neve ha
fallito. L’alluvione è stata l’apoteosi
del fallimento. Nel nostro decennio c’era un servizio di protezione
civile che funzionava, Variati l’ha
smantellato.
so tre, dico tre cordoni di polizia
intorno a Palazzo Trissino! Lui sì,
per il pioppo. E ha gestito la vicenda nel modo furbesco di sempre:
prima ha ricevuto i contestatori,
ha fatto loro il predicozzo, e poi
li ha presi in giro. Noi lasciammo
che la sinistra dell’attuale assessore Marco Antonio Dalla Pozza ci si
incatenasse, a quel pioppo.
La gestione del post-alluvione, coi soldi che da Roma arrivano col contagocce e coi
vicentini che neppure li chiedono, come sta andando?
Variati sta usando la disgrazia per
curare la sua immagine. I discorsi
in piazza col presidente Napolitano…
Sullo sfondo c’è sempre il
nuovo piano urbanistico, il
Pat. Come volumi previsti
hanno battuto il vostro.
Sicuramente, peccato sia solo un
libro dei sogni. Se parte il cantiere del nuovo municipio, se si fa la
monorotaia tra Vicenza ovest e
Vicenza est e si realizzare la galleria automobilistica sopra il canale
scolmatore, io sono contento. Ma
non accadrà niente di tutto questo. Scommettiamo? Sono riusciti
a bloccare il nuovo tribunale e il
restauro della Basilica Palladiana
è in ritardo di un anno.
Alt: Napolitano aveva il dovere civile di venire a far visita,
e il sindaco l’obbligo istituzionale di accoglierlo e stare al
suo fianco.
Sì ma tutta l’esagerazione dei libretti, del dvd, del mensile comunale Citylights con le foto col suo
faccione…
Un’amministrazione
più sobria è indispensabile di questi tempi. Ma sono convinto che
tutta questa prosopopea gli si ritorcerà contro.
Eppure sul pioppo di Borgo
Scroffa è stato deciso: lo ha
fatto tagliare, punto e fine.
E’ stata una variatata. Ha negato il
diritto a manifestare ai contestatori.
Suvvia, nel suo partito ai tempi caldi del No Dal Molin se
ne sentivano delle belle, anzi
delle brutte, sul diritto a manifestare…
Sì ma noi non abbiamo mai mes-
Lasciaste fare anche perché
fra gli assessori Zocca e Cicero non c’era accordo sul disegno della rotatoria.
Non si riusciva a trovare una soluzione, è vero. Ma non ci saremmo
sognati di ricorrere ad un’ordinanza di ordine pubblico, un provvedimento grave.
Sa molto di blitz alla Cicero,
l’uomo delle rotatorie e dei
modi spicci, oggi nel centrosinistra.
Sì ma non la considero una cicerata: Cicero è l’operativo sul campo,
il responsabile politico è il sindaco.
Si prepara la corsia preferenziale per qualche operazione
in particolare, vedi nuovo
stadio? Tradotto: c’è il rischio
che vengano favoriti alcuni
costruttori e immobiliaristi
rispetto ad altri, secondo lei?
Io credo che sulla carta Variati accontenti tutti. Ma in realtà prenda
in giro tutti. Mettere il municipio
nell’ex piruea Ftv, ad esempio, farà
schizzare in alto il valore di tutta
l’area. Solo che per me i risultati
non si vedranno. L’anno scorso lo
aveva annunciato come la grande
novità, e va bene. Ma quest’anno
lo ha riannunciato. Come la mettiamo? Questo Comune produce
fuffa, non fatti. Ma le cose non fatte stanno diventando di evidenza
andare spesso e volentieri a mangiare
con Schneck (presidente della Provincia proprietaria
di Ftv, ndr), risolva
lui il problema politico. Se poi invece
ci vogliono far credere che installare i
pannelli solari sugli
edifici pubblici sia
la grande svolta di
Aim, siamo ben lontani da quella che è una politica
d’investimenti.
pubblica, e i vicentini se ne stanno accorgendo.
Aim è stata risanata, ha dichiarato il suo presidente Roberto
Fazioli. Nemmeno questo è un risultato concreto?
Per forza: non avendo fatto nulla, chiaro
che i conti ora sono a
posto.
C’era un passivo, oggi non c’è
più.
I passivi erano prudenziali, dovuti agli accantonamenti fatti
dall’azienda per pagare eventuali
danni se avesse perduto i contenziosi che aveva col Comune, suo
proprietario. Ma li ha vinti. Inoltre il passivo 2007-2008 è dovuto
anche alle scelte non del vecchio
cda, ma del commissario Zanguio.
Il nostro cda qualcosa di buono
l’aveva fatto, o non è forse un buon
affare aver comprato la discarica
di Grumolo che si è ripagata e ora
produce utili?
La piattaforma di Marghera
al centro della nota vicenda
giudiziaria resta come un
brutto ricordo, però.
I soldi spesi per acquistarla e per
bonificarla si ripigliano tutti, visto che l’area è adiacente a Vega2,
la più grande zona di sviluppo del
Veneto. Avere la licenza di smaltire rifiuti tossico-nocivi, poi, non è
da poco. Vogliamo vedere come si
attuerà la dismissione. Se sarà una
svendita, noi diciamo no. La fusione fra Aim Mobilità e Ftv è al palo,
e non solo per colpa dell’Ftv, come
sostiene Fazioli. Se Variati dice di
Fazioli ha detto anche che nel
comparto gas è l’ora delle aggregazioni e delle alleanze,
come voi chiedevate da tempo.
Ah certo, ormai, un’alleanza basta
che respiri… (ride). Sul tavolo non
c’è niente. Il solito nulla di fatto.
Coi nulla di fatto ma con un
diluvio di slogan il presidente
del suo partito, Silvio Berlusconi, ha dominato la scena
del paese per quindici anni.
Variati non potrebbe fare lo
stesso, in piccolo, e battervi
di nuovo nel 2013?
Veramente qualcosa, come da ultimo la riforma dell’università boicottata dagli studenti che manco
l’hanno letta, Berlusconi ha tentato
di farla. Ma le sacche di privilegio
e le corporazioni sono talmente
forti che averle sottovalutate ha
impedito di cambiare il paese. Ma
alla rivoluzione liberale di cui c’è
bisogno non c’è alternativa. Quanto a Vicenza, noi faremo le nostre
proposte, e se perderemo… pazienza, faremo opposizione anche
nel prossimo mandato. Non è un
dramma.
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ALESSIO MANNINO
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Marco Milioni
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Hanno collaborato
a questo numero:
Annamaria De Cillis
Giuliano Corà
Andrea Genito
Carlotta Buosi
GIUSEPPE BEDIN
Giorgio Langella
Giornale chiuso in redazione alle
ore 24,00 di mercoledì 15 dicembre 2010
Stampa
Centro Servizi Editoriali
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Tribunale di Vicenza n. 1181
del 22 agosto 2008
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speciale
204 del17 dicembre 2010
numero
4
pag
Il bidone di Ecoveneta
Tra le pieghe dell’inchiesta sul caso Aim spuntano documenti compromettenti
Mentre il gruppo Maltauro e la procura finiscono nel mirino dell’ex assessore Giglioli
di Marco Milioni
«
Lo stesso Mauro Zanguio,
adesso chiamato in causa ultraottantenne come salvatore della
patria e di Aim, ha fatto parte del
consiglio di amministrazione di
Servizi Costieri legata a Carlo Valle. E vorrò vedere come, di fronte
a questo piccolo dettaglio, si potrà
sostenere l’assoluta superioritas
pro partibus del nuovo commissario... Il sindaco Enrico Hüellweck
deve andare casa dopo che si è mostrato mendace e fellone davanti
alla città. Tutte le cose che ha fatto
il primo cittadino durante questa
consiliatura meritano vendetta al
cospetto di Dio».
Il monito e l’affondo
È il 10 maggio 2007. A Vicenza
l’aria è livida, in consiglio comunale la si affetta col coltello. Si discute
la mozione di sfiducia nei confronti dell’allora capo di una giunta di
centrodestra. Il caso Aim è appena
deflagrato. Ad invocare la vendetta del Supremo non è qualche frate
intriso di millenarismo contemporaneo, ma l’allora consigliere
comunale Emilio Franzina, eletto
come indipendente nelle liste di
Rifondazione. Franzina, a differenza del resto dell’opposizione di
centrosinistra, spara a zero sulla
nomina di Zanguio come presidente pro-tempore. Il centrodestra
barcolla, ma salva il primo cittadino. Il centrosinistra dà segni di
insofferenza per gli attacchi a Zan-
le azzurra Lia Sartori e dai suoi fan
guio. Soprattutto quando Franzina
presso Ecoveneta la Maltauro».
parla di strani intrecci tra «affari,
finanza e politica. Interessi priPrimi bilanci
vati ed interessi collettivi». Poi il
Da quella seduta incendiata dalle
consigliere lancia un monito che
proteste dei cittadini in aula sono
sa di chiaroveggenza: «Vedrete
passati tre anni e mezzo. L’allora
cosa succederà quando i cittadini,
cda di Aim è uscito completamente
gli storici, potranno entrare nedalle indagini ad ecgli archivi e vedere le
cezione dell’ex presicarte». Antonio Dalla
dente Beppe Rossi.
Pozza, oggi assessore
Tra gli indagati di
alla sicurezza del Pd,
punta ci sono poi il
accomodato sul bangeometra Carlo Valle
co della minoranza è
e il commercialista
imbarazzato e porta
Gianni Giglioli, ex
la mano destra alla
assessore alle partebocca; un po’ come fa
cipate della attuale
il suo capo Massimo Zanguio
giunta di centrosiniD’Alema quando è in è stato nel Cda
capitanata dal
difficoltà.
di Servi Costieri stra
democratico Achille
L’aula è sull’orlo di
Variati. L’accusa per
una crisi di nervi.
loro, a vario titolo è
Franca Equizi, ex ledi truffa. Oggetto del contendere
ghista finita nel gruppo misto,
è il conferimento al gruppo Aim
spara a zero: «Durante la dinastia
di una piattaforma per lo smaltiRossi, Maggian, Conte, Sartori
mento di rifiuti tossici a Marghera
Aim è stata sbranata, dilaniata,
di proprietà della Servizi Costieri.
impoverita... i suoi piani alti si
Nella trattativa, grazie alla mesono trasformati in covo di ladri. Il
diazione dei tre, almeno sempre
sindaco è un essere spregevole, che
secondo l’accusa, sarebbe stata
si nasconde dietro una espressione
indebitamente favorita la Servizi
stupida ricoperta di lacca... di Aim
Costieri, chiacchieratissima ditta
sapeva; e sapeva tutto». Equizi poi
di bonifiche che fa riferimento a
nel gelo della sala Bernarda lancia
Carlo Valle, faccendiere vicentino
una manciata di monete all’inarcinoto alle forze dell’ordine. Il
dirizzo di Hüellweck perché «se
bidone tirato al gruppo Aim amle divida col cda di San Biagio».
monterebbe, secondo la procura
Sempre Equizi, poco dopo avere
berica, ad una decina di milioni
terminato l’intervento, a margine
di euro. La notizia che la pubblica
della seduta rincara la dose: «Con
accusa è pronta a chiedere il rinvio
Zanguio c’è il rischio di assistere
a giudizio per i tre (più altri persoall’ennesima pantomima per nanaggi di rango minore) è rimbalscondere i comportamenti di molzata sui media locali il 30 ottobre.
ti. A partire da quelli dall’onorevo-
Ma da quella data in città è stato
un rincorrersi di voci. Se il bidone è costato ad Aim una decina
di milioni di euro perché la magistratura penale non sembra essersi
attivata per recuperare il maltolto?
Il GdV del 30 ottobre non lo spiega. Nessun quotidiano locale lo
spiega. Come nessun quotidiano al
contempo spiega come sia possibile che una truffa di quella portata
sia stata architettata da tre soli individui senza copertura politica.
La reazione
Le difese però non sono rimaste
immobili. Il GdV del 30 ottobre è
chiaro: «Rossi respinge i sospetti
affermando che le decisioni strategiche sono state prese da altri». In
questi mesi però il più intraprendente è stato Giglioli il quale con
molta pazienza ha messo assieme
una corposa memoria con cui intende smontare pezzo per pezzo
l’impianto accusatorio secondo
il quale, sempre secondo il GdV
«avrebbe violato le norme deontologiche, facendo affari con Valle
con un vantaggio di 294 mila euro
poco prima di diventare consulente di Aim nel dicembre 2005,
tacendo la circostanza al Cda, e
“fornendo pareri positivi” sulla
congruità del prezzo di cessione del sito a Valle».
Dichiarazioni shock
Tant’è che Giglioli spiega:
«L’operazione con Valle si
era di fatto chiusa da mesi
quando fui chiamato da Aim
per “trattare” con Ecoveneta
il prezzo di cessione del 49%
della società Aimeco, di cui erano
appunto soci Aim e il gruppo Maltauro... E poi la questione centrale
è un’altra... Quello che la procura
non ha voluto comprendere è che
la decisione di acquistare la quota
della società Aimeco, posseduta
da Ecoveneta, da parte di Aim era
già stata assunta prima di conferirmi l’incarico. Così anche il
prezzo, anche se solo verbalmente... Dall’azione civile presentata
da Aim contro Ecoveneta si ricava
che il trasferimento del contratto
d’affitto d’azienda da Ecoveneta ad
Aimeco non fu corretto, perché avvenne il giorno dopo che l’attività
della piattaforma di Marghera gestita da Ecoveneta fu bloccata dai
Nas per operazioni illegittime di
| Gianni Giglioli
speciale
dono l’annullamento del contratto
Ecoveneta. La sentenza penale di
«per dolo» nonché danni per 15
Venezia l’ha confermato».
milioni di euro. Di più nel ricorDa quel giorno nei palazzi del poso presentato dai legali veronesi
tere vicentino è scoppiato il finisi punta l’indice ancora nei conmondo, che al momento è stato sofronti di Ecoveneta la quale viene
pito. Perché se le dichiarazioni di
accusata di avere omesso nel dare
Giglioli sono vere la ricostruzione
notizia «del sequestro» avvenuto
dell’intero affaire Aim cambia
«il giorno prima». Ancora i legali
prospettiva. Nel ruolo «del cattiparlano della condotta di Ecovevone di turno» infatti non c’è più
neta e la definiscono improntata a
(o quantomeno marginalmente)
«malizia o astuzia volta a realizil plurindagato Valle, ma ci finizare l’inganno perseguito». Nello
sce l’intero gruppo Maltauro. Sì
stesso documento si fa persino riperché c’è una questione di fondo
ferimento a 5.000 tonnellate di rida considerare. Se la piattaforma
fiuti illeciti che starebbero in capo
di Marghera è stata «un bidone»
alla gestione di Ecoveneta e non a
per Aim, «la fregatura», almeno
Servizi Costieri. Sicché gli avvosecondo Giglioli non sarebbe stacati ingaggiati da Guerzoni non
ta interamente rifilata da Servizi
lasciano molto spazio alla fantasia
Costieri ad Aim. Più nel dettaglio
perché il quadro che descrivono
SC avrebbe ceduto l’attività in afassomiglia non poco
fitto ad Ecoveneta,
a quello incastonato
la quale poi avrebnella cornice dell’arbe prima cogestiticolo 640 del codice
to la piattaforma
penale, quello che
veneziana assieme
tratta il reato di trufad Aimeco (gruppo
fa.
Aim) per poi rifilarPer di più quando quela definitivamente a Ecoveneta
avviene a danno di
San Biagio. Almeno
ha sbolognato sta
un ente pubblico o di
sul piano mediatico
una società a prevaperché ovviamente la piattaforma
lente capitale pubblico
nel campo penale le ad Aim
la magistratura deve
responsabilità sono
indagare d’ufficio. Ma
sempre personali.
la magistratura penale
era stata informata di una circoIl carteggio shock
stanza che si configura come una
Ma allora è possibile dare riscontri
possibile notizia di reato? La doalle affermazioni di Giglioli? Per la
manda è più che lecita perché dalle
prima volta VicenzaPiù rende pubcronache locali non si ha contezza
blico un documento in tal senso. Si
di inchieste a carico dei vertici del
tratta della azione civile promossa
gruppo Maltauro-Ecoveneta.
dal presidente di Aim Bonifiche
Renato Guerzoni contro la EcoveLa procura e la novità «sconneta del Gruppo Maltauro. L’aziovolgente»
ne civile (nel dettaglio un ricorso
Cosicché è lo stesso Giglioli a
in ossequio all’articolo 447 bis del
puntare l’indice contro la procura
codice di procedura civile) è stata
berica. «Quando sono stato ascolprotocollata presso il tribunale di
tato dai magistrati inquirenti,
Venezia il 4 marzo 2009 col pronemmeno come indagato peraltro,
gressivo 1652 dagli avvocati veho spiegato per filo e per segno le
ronesi Giulia Ferrarese e Antonio
mie fortissime perplessità su quel
Rosa.
passaggio nella gestione della
A pagina due del documento c’è
piattaforma dal gruppo Maltauro
una precisa ricostruzione degli
al gruppo Aim. Passaggio per il
eventi ad opera dei legali che opequale Servizi Costieri ha un ruolo
rano per conto del gruppo Aim:
ma come detentore della nuda pro«Il 27 maggio 2003 la società Ecoprietà della struttura». Ora Giglioli
veneta spa stipulava con Servizi
è indagato. Quindi potrebbe avere
Costieri srl un contratto d’affitto
un ipotetico interesse a dire una
d’azienda... inerente l’impianto
cosa per un’altra. E soprattutto va
per il trattamento di rifiuti tossici
dimostrato che il commercialista
della Servizi Costieri sito a Marabbia effettivamente informato la
ghera... l’8 marzo su richiesta delprocura berica.
la procura veneziana che indagava
E in questo senso le carte danno
dal 2002 sulla illecita attività di
varie ditte nello smaltimento dei
rifiuti, e fra queste la Servizi Costieri, veniva eseguito il sequestro
(provvedimento del 23 febbraio
2004, tribunale di Venezia)... di
vari impianti... fra cui quello di
Marghera... il giorno successivo
con scrittura privata autenticata del 9 marzo 2004 Aimeco srl
(gruppo Aim) subentrava nel contratto d’affitto ad Ecoveneta spa,
nulla opponendo Servizi Costieri.
Il contratto di cessione d’affitto
d’azienda fu sottoscritto per entrambe le parti dal dottor Bruno
Lombardi nella duplice veste di
amministratore sia di Ecoveneta
sia di Aimeco, a ciò autorizzato...».
Si tratta di parole che pesano
come pietre perché i legali chie-
204 del17 dicembre 2010
numero
ragione a Giglioli: «... tra l’altro il
giorno dopo il blocco dei carabinieri del Noe che avevano sequestrato l’area (di Marghera, Ndr),
Lombardi firmò un passaggio
dell’affitto d’azienda da Ecoveneta alla neocostituita Aimeco, sia
come rappresentante di Ecoveneta, sia come rappresentante di
Aimeco... Ecoveneta aveva “sbolognato” almeno il problema ad Aim
e quindi alla cittadinanza di Vicenza...». Nero su bianco le parole stanno scritte su un un verbale
collegato al procedimento penale
«3062/07 RG Mod U» in carico
alla procura di Vicenza.
«Nell’occasione - spiega Giglioli, era il mattino del 20 febbraio
2008 - la verbalizzazione fu affidata all’ufficiale di polizia giudiziaria Michele Agugiaro», un maresciallo della Guardia di Finanza.
L’interrogatorio venne condotto
invece «direttamente dall’allora
procuratore Ivano Salvarani e dal
sostituto Giorgio Falcone», oggi in
forza alla procura patavina. «Non
ho ancora capito - fa sapere lo
stesso Giglioli - se quanto riferito
ai magistrati sia stato oggetto o
meno di indagine, perché mi pare
che i profili penali non manchino.
Quando ho letto le carte per la
prima volta ho appreso una novità
sconvolgente. Ad ogni buon conto
sconsigliai che Aimeco si prendesse sul groppone anche la parte che
faceva riferimento a Ecoveneta».
Il silenzio dei protagonisti
Ovviamente la ricostruzione così
come si presenta ora è parziale. Per dovere di correttezza chi
scrive ha chiesto un riscontro alla
procura berica e al gruppo Maltauro in primis. Sebbene i commenti siano stati chiesti via fax, i
protagonisti della vicenda hanno
scelto la strada del silenzio. Pure
comune ed Aim sono stati interpellati per iscritto, anche per sapere se intenderanno procedere
penalmente contro il gruppo Maltauro. A San Biagio la presidenza
ci fa sapere che preferisce non rispondere vista l’inchiesta ancora
in corso, mentre il primo cittadino
non si degna nemmeno di replicare. Dalla Maltauro invece fanno
sapere che al momento Lombardi
e Simonetto sono impossibilitati
per ragioni di lavoro.
continua sul prossimo numero
[email protected]
| Ivano Nelson Salvarani e Paolo Pecori
5
pag
Il retroscena
Affaire San Biagio: tra i palazzi del potere
e le retrovie dell’inchiesta
(M.M.) Il Giornale di Vicenza
in questi mesi ha dato prova di
grande abilità nel mimetizzare la
posizione del gruppo EcovenetaMaltauro rispetto alle presunte
responsabilità per la vicenda legata alla piattaforma di Marghera. Il nome della grande impresa
di via dell’Industria viene sempre sottaciuto o citato in modo
molto defilato. Alcuni esempi di
come si è mosso il quotidiano
berico di proprietà di Assindustria: «Un accordo a tre per favorire Servizi Costieri», 30 ottobre
2010 pagina 19. «L’attuale Cda
presieduto da Roberto Fazioli
ha quantificato in 15 milioni di
euro il danno che la municipalizzata di San Biagio avrebbe patito con l’acquisto dal geometra
Carlo Valle della piattaforma di
Marghera per lo smaltimento dei
rifiuti», 4 settembre 2010 pagina
16. «Com’è noto, restano al vaglio
della procura le posizioni dell’ex
presidente della municipalizzata
Giuseppe Rossi, il geometra Carlo Valle, che vendette per 6 milioni e mezzo di euro la piattaforma
di Marghera», 11 maggio 2010
pagina 14. Ora il Gruppo Maltauro, anche stando alle dichiarazioni dell’ex assessore Gianni
Giglioli dovrebbe figurare tra i
protagonisti di primo piano della
vicenda. Questo dicono anche le
carte dell’azione civile promossa
dal gruppo Aim contro il gruppo
Maltauro stesso.
Insomma Valle più che un indagato sembra un parafulmine mediatico: volontario o meno non si
sa. Così la lettura in controluce
di un articolo del GdV del giorno
11 maggio di quest’anno si presta
ad una interpretazione che lascia poco spazio alla chiarezza e
alla trasparenza: «Infine, gli altri due indagati archiviati - e di
cui si era avuta notizia un paio di
mesi fa quando fu depositata la
richiesta di archiviazione - sono
l’ex consigliere di Aim fino al
2004 Alberto Filosofo e l’amministratore delegato di Ecoveneta
Bruno Lombardi, partner di Aim
nel prendere in affitto Marghe-
ra prima che la municipalizzata
l’acquistasse. La richiesta di archiviazione era stata inviata alle
parti offese Aim spa, Aim Bonifiche e Comune di Vicenza, difese
dall’avvocato Enrico Ambrosetti,
perché avrebbero potuto presentare una teorica opposizione.
Questo non è avvenuto e il gip ha
firmato anche per loro l’uscita di
scena».
Come mai prima di essere prosciolti Filosofo e Lombardi non
hanno avuto la stessa attenzione
mediatica di Beppe Rossi? Come
mai i media locali raccontano in
modo così succinto le vicende
giudiziarie di Filosofo e Lombardi? E soprattutto perché non
spiegano di quali reati erano stati accusati e da quali reati sono
stati prosciolti? Ma la figura di
Lombardi è al centro di una strana sciarada politico-economica.
Il GdV del 9 marzo 2010 cita
anche un dispaccio di San Biagio: «Per i medesimi fatti sono
state deliberate le azioni per il
risarcimento dei danni anche
nei confronti di Bruno Lombardi
ex amministratore della società Servizi Costieri, cessionaria
della predetta piattaforma, relativamente al quale si è prescritta
infatti la sola azione penale, non
essendo stata a suo tempo proposta relativa querela». Come
mai Lombardi appare come amministratore di Servizi Costieri? Non era amministratore del
gruppo Ecoveneta-Maltauro? E
perché all’epoca dei fatti nessuno ebbe a redigere una querela
nei suoi confronti? Ovviamente
la querela va redatta quando il
reato è perseguibile solo con tale
strumento, ma la truffa a danno
di una società facente capo ad un
ente pubblico, non va perseguita d’ufficio? A palazzo Negri lo
sanno? E soprattutto come mai
la procura di Venezia è riuscita
ad ottenere una condanna definitiva per Lombardi (seppur con
la veste giuridica del patteggiamento della pena) mentre quella berica sembra procedere con
tanta fatica?
204 del17 dicembre 2010
speciale
numero
6
“Delusione profonda,
Achille”
Due anni e mezzo di amministrazione Variati visti da sinistra
La giunta esiste?
Questa è una domanda che ci poniamo da tempo. In effetti compare quasi esclusivamente il sindaco
di Giorgio Langella
in prima persona e il suo portavoce. Ci sembra un atteggiamento
molto vicino all’apparire più che
l veto del 2008
al fare politica. Una attenzione
Quando, oltre due anni fa, abtroppo alta alla comunicazione.
biamo invitato i nostri elettori a
Cosa non ci piace dell’amminivotare Variati al ballottaggio, e i
strazione vicentina? Tante cose.
voti sono stati determinanti per la
Innanzitutto la mancata disconsua elezione, ci aspettavamo qualtinuità rispetto alla giunta di decosa dal nuovo sindaco. Non certo
stra che ha preceduto l’attuale.
posti o poltrone, non le avevamo
Una sorta di continuità evidenchieste anche se ci erano state
ziata ultimamente dall’ingresso
“promesse”. Ci aspettavamo una
in maggioranza del consigliere
svolta, una chiara discontinuità
Cicero (ex assessore
rispetto alla giunta
di destra, famoso per
precedente. Invece,
le rotatorie) che ha
a metà mandato,
assunto anche la dedobbiamo constatalega (di fatto, n.d.r.)
re che poco o nulla è
alla mobilità. Poi ci
cambiato.
sono le prese di posiNel 2008 eravamo Non c’è vera
zione sulla sicurezza
“rimasti fuori” dalla discontinuità
in città. Quella, percoalizione che ap- rispetto
lomeno ambigua, sui
poggiò Variati al prialla giunta
nomadi non ci è piamo turno per queciuta per niente. Non
stioni di simbolo. Il precedente
parliamo, poi, delle
nostro simbolo (la
dichiarazioni di Vasinistra, l’arcobaleriati sulla costituziono con gli acronimi
ne delle ronde. La sua sostanziale
dei quattro partiti che la compoaccettazione dell’idea di Maroni è
nevano) era stato bocciato da Vauna cosa degna di altre formazioriati e dagli altri componenti della
ni politiche. Ne era convinto, Vacoalizione. Un veto che, forse, era
riati, o era solo un modo di cavalpremonitore di una maniera di far
care la “moda” di apparire come il
politica, di una trasparenza stra“sindaco sceriffo di sinistra” che
na. La sinistra, i comunisti in pargarantisce l’ordine come e meglio
ticolare, potevano portare i voti,
di quelli della Lega?
magari essere determinanti, ma
non apparire... Comunque quando
Cambia il costruttore, non la
lo appoggiammo al ballottaggio lo
sostanza
abbiamo fatto con convinzione e
Il Pat. Lo abbiamo analizzato e ci
speranza.
I
pareva (e ci pare) che non ci fosse la svolta che auspicavamo rispetto a una visione di sviluppo
urbanistico ed edilizio di vecchio
stampo. Aree edificabili, migliaia e migliaia di metri cubi di cemento, una politica di recupero e
messa in sicurezza dell’esistente
molto carente... La discontinuità
non può essere quella di “cambiare il costruttore”. Non è questo il
punto. Il punto è la priorità che si
dà alle cose. Per noi il recupero e
il risanamento dell’esistente (dalle
abitazioni alla zona industriale)
vengono prima, ma molto prima,
rispetto alle nuove edificazioni.
Sul Pat avevamo fatto le nostre
osservazioni politiche e di merito.
Il risultato è stato nullo, neppure
una risposta.
Bye bye no alla base
La questione Dal Molin è stata
presto accantonata. Il simbolo
dell’elezione di Variati a sindaco presto è diventato merce di
scambio per la costruzione di
qualcosa per la città. Una tangenziale che servirà soprattutto
al trasferimento da Ederle a Dal
Molin, un parco che è un contentino e che verrà fatto non si
sa quando né come. Le hanno
chiamate “compensazioni” ma
sono soprattutto il risultato di
una sconfitta. Da quel momento,
dall’accettazione delle “compensazioni” Variati è come sparito
dalla questione Dal Moliin accettando la sconfitta. Anche in
questa vicenda sorge il dubbio
che, per Variati, il Dal Molin fosse un’opportunità da cavalcare
per ottenere consenso.
| Il sindaco con il suo portavoce Jacopo Bulgarini D’Elci
L’allargamento sospetto della giunta
E si potrebbe continuare con altri esempi, fino ad arrivare all’allargamento della maggioranza a
UDC e a Cicero. Un allargamento
incomprensibile ma che insinua
dubbi. Che necessità c’era di allargare la giunta all’opposizione?
Perché, poi, imbarcare Cicero,
l’ex assessore di destra che tanto
si era battuto per la costruzione
della nuova base statunitense al
Dal Molin? Questa mossa nasconde, a nostro avviso, la volontà di
costruire un “listone del sindaco”
fuori e contro i partiti e gli attuali
movimenti. Una lista trasversale
che, accontentando tutti, non faccia del male a nessuno e possa ga-
primo piano
pag
rantire a Variati la rielezione alle
prossime elezioni comunali.
I poteri forti possono sorridere
Tutti questi fatti sono esempi di
un modo di governare vecchio (si
direbbe democristiano) che tende
a seguire l’onda piuttosto che precederla e tracciare strade nuove
rischiando di inimicarsi i poteri
forti che hanno sempre comandato a Vicenza. Noi ci aspettavamo
un colpo d’ala, qualcosa di nuovo,
un segnale di discontinuità, una
politica di svolta... Ci siamo trovati una giunta silenziosa, un’amministrazione che parla solo per bocca del sindaco o del suo portavoce.
Siamo profondamente delusi.
INJOY Vicenza
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204 del17 dicembre 2010
numero
7
pag
Scienze della Formazione,
la facoltà della disunità d’Italia
Regole diverse tra sedi universitarie del nord e del sud: ecco perché Lega e Liga in Veneto avranno sempre più elettori
Numeri imbarazzanti: più crediti a chi fa meno ore di studio o tirocinio
(E.S.) Non è finito nel dimenticatoio l’ordine del giorno con il
quale, il 18 novembre scorso, il
Consiglio Provinciale di fatto
denunciava una discriminazione esistente a livello nazionale
tra gli studenti che si preparano in Veneto all’insegnamento e
quelli che invece si preparano in
altre regioni. Alla faccia del buonismo natalizio, dell’artificioso
“volemose bene” per i 150 anni
dell’Unità d’Italia, l’assessore
provinciale all’istruzione Morena Martini sembra determinata
a portare avanti la battaglia per
ripristinare un’unità nazionale
di fatto e non solo di etichetta.
Una battaglia che dovrebbe procedere con un’opera di
sensibilizzazione-protesta nei
confronti della Conferenza dei
Rettori delle Università Italiane
(CRUI). L’ordine del giorno era
stato presentato dal consigliere
della Liga Veneta per l’autonomia Bortolino Sartore, ma i dati
lasciano poco spazio a possibili
Si riscontra poi una disparità
accuse di antimeridionalismo
tra Facoltà nell’impegno richiepadano. In Puglia e in Campasto per il tirocinio obbligatorio:
nia si studia per 3.675 ore, a PaPadova richiede 500 ore per lo
dova per 4.375: alla fine si è in
svolgimento del tirocinio e l’asentrambi i casi maestri elemensegnazione di 29 crediti a fronte
tari. In Veneto si fanno più ore
ad esempio della
di tirocinio e si hanno
Facoltà di Salermeno crediti. La tesi
no, che per un tidi laurea qui vale 8
rocinio di 400 ore
crediti, in Campania
ne assegna 48, o
e in Puglia invece 21.
della
Calabria,
In Veneto c’è una geche per 296 ore ne
nerazione di futuri, o
assegna 37. Ma il
meglio di potenziali In Sicilia due
Veneto esce svaninsegnanti che temo- libri in meno
taggiato
anche
no per il proprio fu- di qui per lo
dal confronto con
turo e coltivano l’idea
altre regioni del
di vivere in un Paese stesso esame
nord: Emilia Rodove la concorrenza
magna e Trentino
sleale è diventata reinfatti assegnano 48 crediti per
gola. Da un confronto del nume400 ore. “Denunciamo la differo di accessi programmati alle
renza di impegno, fatica e lavoro
Facoltà di Scienze della Formaper arrivare ad ottenere gli steszione, si nota che alle Facoltà
si titoli di studio - lamenta Sardella Regione Veneto viene assetore - Nel Veneto si studia per
gnato un numero di accessi net700 ore in più rispetto a Puglia
tamente inferiore (156) rispetto
e Campania, ma chi in queste
a Campania (260) e Lazio (500).
due ultime regioni ha studiato,
sta lavorando nella scuola veneta. Denunciamo il fatto che nel
Veneto si abbiano condizioni di
studio più impegnative di altre
regioni, soprattutto perché da
altre regioni arrivano a lavorare
qui attraverso una concorrenza
sleale ai residenti. Proponiamo
di seguito altre differenze. Esame di Didattica della lingua inglese in un’Università siciliana
2 libri; stesso esame nel Veneto
4 libri, sempre nella Facoltà di
Scienze della Formazione Primaria. Tirocinio per diventare
Fisioterapista, stesso numero di
ore nelle rispettive Università di
Medicina: in Campania vengono
dati 59 crediti, nel Veneto 48.
Esame di Anatomia, Università
di Padova, 2 semestri e 188 ore
complessive di lezione. Stesso
esame a Napoli, Università Federico II: 1 semestre, 0 corsi, 0
seminari, 0 laboratori. Pretendiamo per il 2011 che sia adottato il criterio di residenza per
| Morena Martini, assessore istruzione
l’accesso all’insegnamento nella
scuola del Veneto come forma
fondamentale,
costituzionalmente riconosciuta, di tutela per
chi progetta e realizza la propria
vita, intima, civile e professionale, contribuendo allo sviluppo
della regione Veneto”.
Campo Marzo
Quelle proposte
portate via dall’alluvione
Intervista al Presidente dell’Unione Immigrati Ousmane Condè per non dimenticare che sull’area verde c’era un progetto
che coinvolgeva anche i cittadini stranieri. Se ne riparlerà a breve.
di Carlotta Buosi ed Enrico Soli
C
’era una volta un insieme di
buoni propositi, sottoscritti
dall’amministrazione, per risolvere i problemi di Campo Marzo non
solo con la repressione ma anche
attraverso il dialogo con gli immigrati. Era il 22 di ottobre e Variati
la definì un’ “operazione di educazione civica”. Il primo cittadino disse anche di voler bruciare i tempi.
Signor Condè, sono passati due mesi dall’inizio delle
restrizioni operate in Campo Marzo, che idea si è fatto dell’operazione? “Quella
dell’amministrazione è stata una
scelta dolorosa per me, ma mi rendo conto che fosse necessaria. La
situazione non è certo positiva, ma
non condivido il fatto che la colpa
venga data solamente agli immigrati. La delinquenza c’è non solo
dove si trovano gli stranieri: è una
bugia dettata dalla xenofobia di
molte campagne elettorali. Dalle
ultime restrizioni stiamo facendo il
massimo per garantire il controllo;
sono state fatte anche alcune proposte all’amministrazione. Purtroppo l’alluvione ha ostacolato il
progetto”.
Può ricordarci quali fossero
le proposte?
“Per esempio si era pensato di affliggere cartelli e pubblicare volantini nelle lingue più parlate dagli
immigrati per ricordare di non
buttare cartacce per terra e di coin-
volgere anche alcuni mediatori italiani che spiegassero che cosa fare e
ricordassero le norme a cui bisogna
attenersi. Molte associazioni hanno dato la loro disponibilità a fare
da mediatrici, e questo è positivo
anche se non possono certo svolgere l’azione delle forze dell’ordine
che in molti casi è necessaria. Certo è che il pugno di ferro, da solo,
non risolve il problema, ma, come è
già successo, lo sposta in altre zone
della città”.
Si tratta quindi di cercare
degli individui che diventino
esempi nelle loro comunità?
“Sì. Molti rappresentanti delle associazioni poi parlano durante la
preghiera o nelle occasioni di ritrovo, ma la collaborazione con gli
italiani è fondamentale. Entro una
settimana abbiamo in programma
di trovarci per decidere il futuro
delle proposte con l’amministrazione”.
Spostandoci in un ambito più
generico, che cosa ne pensa
riguardo al nuovo termine di
tempo, più lungo, e alle condizioni poste per ottenere la
cittadinanza italiana?
“Condivido per quanto riguarda
la lingua: è fondamentale per chi
voglia vivere e lavorare qui parlare
italiano, ma è anche vero che bisognerebbe organizzare per questo
più corsi, più iniziative per aiutare
chi non lo sa. Anche quest’anno abbiamo organizzato dei corsi autofinanziati, ma ci rendiamo conto di
quanto sia importante. Per quanto
riguarda il periodo più lungo di
attesa, è indispensabile valutare
distinguendo i diversi casi e i mo-
tivi che spingono qualcuno a venire
qui”.
In qualità di recente cittadino
italiano, di fronte ai casi di discriminazione che purtroppo
talvolta si verificano, le capita
di sentirsi offeso?
“Il problema di molti stranieri, è
che dopo anni che non vivono nel
loro paese, quando vi tornano vengono etichettati come “italiani”,
mentre qui li chiamano extracomunitari. Di dove sono, dunque,
queste persone? I bambini appena
arrivati qui piangono perché non
capiscono, vogliono andare a casa,
ma spesso per la seconda generazione è ancora peggio: per quei
ragazzi che, senza permesso di soggiorno, non possono stipulare contratti lavorativi e quindi avere una
vita normale”.
www.vicenzapiu.com
numero
8
pag
Vendola, l’Obama italiano
Il governatore pugliese (e leader di Sel) fa tappa a Vicenza. Ecco perché potrebbe deludere la sinistra
di Alessio Mannino
N
ichi Vendola a Vicenza. Finalmente anche qui, nella ultramoderata ex sacrestia d’Italia, chi
si professa di sinistra (a scanso di
equivoci: noi non siamo fra quelli) sentirà dire qualcosa di sinistra. Già si staglia come l’Obama
italiano, il governatore pugliese.
Barack è nero, lui è omosessuale.
La differenza, razziale o sessuale,
fa la differenza. L’eloquio, poi: forbito, fascinoso, immaginifico, ma
spesso involuto. In ogni caso: vuole far sognare. Come il presidente
Usa. E come Obama, secondo noi,
una delusione annunciata.
Identikit
Tanto per cominciare: chi è Vendola? Nasce a Bari, penultimo di
due fratelli e una sorella, nel 1958.
La sua famiglia è cattolica e comunista. Lui erediterà entrambe
le fedi, e di suo aggiungerà una
caratteristica che gli rovinerà i
rapporti coi genitori fino a solo
qualche anno fa quando è avvenuta la riconciliazione: l’omosessualità. Divoratore di libri, autore
prolifico lui stesso, appassionato
di poesia, si laurea in lettere e filosofia con una tesi su uno scrittore
comunista, omosessuale e guarda
caso molto sensibile, come Nichi,
al retaggio delle tradizioni rurali:
Pierpaolo Pasolini. Più che il Capitale di Marx, la sua bibbia è la
Bibbia che conosce attraverso l’insegnamento di don Tonino Bello,
teologo della “differenza” e vescovo di Terlizzi, da lui riconosciuto
come maestro morale (per farsi
un’idea, basterà dire che ha firmato una «Teologia degli oppressi»).
Iscrittosi nel 1972 alla Fgci, effettua un brillante cursus honorum
nell’apparato del Pci fino a entrare
nel 1990 nel comitato centrale del
partito. Si oppone alla svolta della
Bolognina con cui Occhetto mette
fine a settant’anni di comunismo
italiano e con Cossutta e Garavini
fonda Rifondazione. Parlamentare dal ’92 al 2001, non è ben chiaro se rivendichi ancor oggi la definizione di comunista. Nel 2005, a
Bari, dichiara: «Io voglio mettere
in discussione e bruciare la mia
tradizione culturale, quella di chi
non si dichiara ex, ma comunista». L’anno scorso, introducendo
il seminario sulla Rifondazione
per la Sinistra a Chianciano, afferma invece: «Siamo comunisti non
per replicare, nei secoli dei secoli,
una storia codificata, una liturgia
monotona, una forma statica che
contiene una verità rivelata: ma
per liberarci dai fantasmi e dai
feticci di un mondo che strumentalizza la vita, mercifica il lavoro,
distrugge la socialità». Quel che è
certo è che Vendola è un animale
politico a tutto tondo, che ha capito che con la nostalgia masturbatoria della falce e martello non
andrebbe da nessuna parte. A ben
guardare, la realizzazione su fondamenta più solide, vissute e di
sinistra del sogno (di cartapesta)
veltroniano di mettere assieme
«istanze cattolico-progressiste,
movimentiste,
post-berlingueriane, la cultura dell’antimafia e
quella dei diritti civili», come ha
scritto il Riformista, una volta
tanto azzeccandoci, analizzando
il vendolismo in gestazione.
Amici suoi
E difatti la gente di sinistra dovrebbe essere indotta al sospetto
dal fatto che il loro homo novus
riceva elogi sperticati dall’establishment “padronale”. La presidentessa di Confindustria, Emma
Marcegaglia, è una fan entusiasta
del cattocomunista pugliese. E si
capisce. Il generoso governatore
ha donato su un piatto d’argento
al gruppo di Emma un affarone:
la costruzione di un inceneritore vicino Cerignola, nel mezzo di
una zona agricola fra le più belle
della Puglia. Vendola si schermisce chiamandolo col rassicurante
nome di “termovalorizzatore”. In
realtà, come hanno dimostrato
i comitati locali che vi si oppongono, si tratta di un impianto di
incenerimento vero e proprio, che
fa a pugni con l’epica dell’energia
rinnovabile sbandierata ai quattro venti da Nichi il rosso(verde).
Ma non è finita qui. Mentre è ansioso di dar battaglia al berlusconismo, il paroliere delle Puglie fa
affari con Berlusconi e i suoi sodali. Il futuro complesso ospedaliero di Taranto se l’è accaparrato
la Fondazione San Raffaele del
Mediterraneo, filiazione meridionale di quella fondata a Milano da
don Luigi Verzè, padre spirituale
di Silvio (per farvi capire il tipo:
è stato riammesso al sacerdozio
dopo la sospensione decisa da
papa Montini che così lo ammonì:
«occupati più di sacramenti che
degli affari»). Attenzione: il tutto
senza gara d’appalto, come se la
Fondazione fosse un ente di carità, quando al contrario il Consiglio di Stato ha stabilito che il San
Raffaele svolge attività commerciale a tutti gli effetti. Il 15 febbraio scorso don Luigi dichiarò solennemente: “Vengo in Puglia per
trovare un amico: Vendola. Nichi,
fossero come te tutti i politici.
Non dovrei parlare di politica ma
ve lo confesso: Silvio Berlusconi è
entusiasta di Vendola”. E ti credo:
il capo del governo ci guadagnerà
direttamente perché nei nosocomi di Verzè lavora un’azienda specializzata nella cura del cancro, la
MolMed Spa, partecipata al 24%
dalla Fininvest (nonché dall’amico
Ennio Doris della Mediolanum).
Vicepresidente del San Raffaele
del Mediterraneo è Renato Botti,
contemporaneamente consigliere
di amministrazione della MolMed
e direttore dell’area sanità del San
Raffaele di Milano.
Veltronismo rosso
Non che qualche buona idea non
ce l’abbia, Nichi. Diamo per buona
la sua condanna senza se e senza
ma del precariato giovanile. E sottolineiamo con stupefatta ammirazione che nel Vendola-pensiero
c’è posto per «un esercito europeo» da costituire per risparmiare, ad esempio, sui 20 miliardi
spesi quest’anno dallo Stato italiano per i cacciabombardieri (ora
chi si professa di sinistra, appena
sente proferire parola su qualsiasi
cosa abbia a che fare col mondo
militare, cioè con la guerra - le
“missioni umanitarie” sono rassicuranti menzogne - viene assalito
da orticaria istantanea. Vendola è obbiettivamente coraggioso
nell’affrontare il problema, in una
situazione internazionale che vede
le guerre moltiplicarsi anziché diminuire, alla faccia del pacifismo
obbligato delle bandiere arcobaleno). Il problema è che, in con-
creto, il vendolismo finora non ha
superato l’handicap del veltronismo: parlare molto per dire poco
o nulla. Molto fumo e pochissimo
arrosto. Gratta gratta, dopo aver
ascoltato e letto il nuovo messia
in innumerevoli presenze televisive e interviste sui giornali, non
rimane in testa granché a parte
un diluvio di metafore, similitudini, allitterazioni, allegorie con cui
il freak in giacca, cravatta e orecchino copre di retorica una sostanziale mancanza di argomenti.
Un esempio su tutti: la crisi economica mondiale, il fatto centrale
di questi anni. Vendola sostiene
correttamente che è sbagliato
presentarla come «uno tsunami,
una catastrofe naturale senza responsabilità». Se la prende,
anche qui giustamente, col
centrosinistra, che ha
«un respiro corto che
non porta da nessuna
parte». Eppure, eccetto
un fuggevole riferimento all’Fmi, si guarda
bene dal fare i nomi dei
colpevoli limitandosi a
parlare genericamente di
«tecnocrazia che ha
legittimato la finanziarizzazione delle
risorse e occultato le rapine degli
speculatori». E soprattutto non s’arrischia a dare non
diciamo una proposta di cambiamento
del
sistema intrinsecamente speculativo e autodistruttivo dell’economia globalizzata, ma neppure una
diagnosi approfondita del criminogeno primato della finanza sovranazionale sulla “democrazia”.
Anzi, Nichi è abbarbicato al mito
della crescita infinita, of course da
riformare con la green economy, e
sullo strapotere delle oligarchie
affaristiche solo qualche parolone
di rito. Ha detto bene, credendo di
fargli un favore, l’iperliberista Bill
Emmott, ex direttore dell’Economist, quando di recente lo ha paragonato a Obama, il lifting nero
fatto al Potere, che «con l’oratoria
e il carisma evoca i sogni». Beninteso facendoli restare tali, al puro
stato di promesse oniriche. Perciò,
caro Vendola, ci permetta di
rivolgerle alcune domande. Così, per passare
dal sogno alla realtà.
Caro Nichi, permetta una domanda…
Q
uando è stato ospite di Confindustria a Vicenza lei ha
dichiarato che la Lega è fra i responsabili della morte della lotta
di classe nel Veneto. Ha mai sentito parlare del “padroncino”, cioè
dell’ex dipendente che per mentalità e abitudini si sente, aspira ad
essere e diventa uguale al “padrone”?
Sempre qui a Vicenza ha correttamente spiegato, con una battuta,
che la crisi mondiale non è come
“la depressione di mia zia”, un
evento irrazionale e senza colpa né
colpevoli. Vogliamo fare i nomi di
costoro, e vogliamo proporre, se
non una ricetta precisa, almeno
qualche idea meno vaga di come
si supera l’ingiustizia di fondo del
sistema finanziario globale, in
mano a pochi centri di potere bancario?
Secondo lei si può e si deve tornare
alla sovranità sulla moneta, come
voleva fare Kennedy in America
prima che lo ammazzassero, visto
che l’euro, come prima la lira, è
di proprietà della Bce, a sua volta
controllata dalle banche nazionali,
a loro volta di proprietà delle banche private?
Secondo lei il ricorso agli inceneritori è compatibile con una riorganizzazione del ciclo dei rifiuti
basato su riduzione dei consumi,
meno sprechi, riciclo e riutilizzo?
Sa cos’è il pensiero della decrescita
felice, e se sì, è una strada condivisibile e percorribile?
Come infondere, nel concreto,
un’anima politica, una missione,
un senso che vada al di là del monetarismo e dell’economia, all’Eu-
ropa dei burocrati? E ha ancora un
senso il Patto Atlantico, cioè l’alleanza obbligata con gli Stati Uniti?
Se il federalismo è buono a patto
di essere, come Lei ha sostenuto,
“solidale”, come conciliarlo con
un’applicazione vera, che non contempla solo il federalismo fiscale,
ma anche e soprattutto un molto
più accentuato autogoverno politico locale?
In definitiva, e senza arrampicarsi
in frasi fatte, quando lei invoca e
dice di voler offrire all’Italia una
“narrazione” alternativa al berlusconismo, a cosa pensa nei fatti?
Per esempio: ammesso che Lei si
proponga di abolire (ripetiamo:
abolire, non “riformare”) la legge
Biagi, come si regola il rapporto
di lavoro per conciliare garanzie e
libertà?
Monte di Malo,
residenti contro
la centrale Enel
pag
10
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204 del17 dicembre 2010
focus
Quindicinale di fatti,
personaggi e vita vicentina
Schio, la moschea
raddoppia
in zona industriale
pag
12
Ovest
Alto Vicentino
Direttore responsabile Giovanni Coviello
In edicola il venerdì
Poveri
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Pedemontana:
il responsabile
unico Fasiol
spiega gli espropri
di Giuseppe Bedin
S
ono iniziate in questi giorni le procedure di esproprio relative all’acquisizione dei terreni per la costruzione della
Superstrada Pedemontana Veneta. I primi ad essere interessati al procedimento
sono stati i cittadini di Sarcedo, comune
che insieme a Breganze, Thiene, Montecchio Precalcino, Villaverla, fanno parte
del primo lotto di lavori che comprende
il tratto che va dalla Valdastico al casello di Breganze Ovest; a questi comuni si
aggiungono quelli di Mason Vicentino
e Romano d’Ezzelino per le aree di cantiere. Entro fine anno verrà approvato il
progetto esecutivo, che come spiegato in
quello definitivo, approvato lo scorso 20
settembre, potrà essere redatto per singoli stralci data l’estensione e la complessità
dell’opera. Il calendario dei lavori prevede che all’inizio del prossimo anno partiranno le operazioni di bonifica relativa
gli ordigni bellici, seguiranno le indagini
archeologiche per arrivare verso aprile/
maggio all’apertura dei primi cantieri.
I comuni su cui passerà l’infrastruttura
stanno predisponendo gli uffici per dare,
in base alle loro possibilità, un aiuto ai
cittadini interessati dalle procedure di
esproprio. Nel tratto Breganze - Sarcedo i
proprietari interessati sono oltre 200.
Arzignano,
la nuova faccia
dei mediatori civici
pag
13
Natale all’insegna
del risparmio,
ma nei doni
spopola l’eros
Continua a pag 13...
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Regali da un euro. Chi fanno felice?
di Andrea Genito
C
olpa della crisi o semplicemente una risposta
obbligata alle più ridotte capacità economiche dei cittadini? Chi avesse visitato il
centro storico di Schio solo
qualche anno fa, stenterebbe
a riconoscerlo oggi, costellato da decine di empori con in
bella evidenza la scritta “outlet” o con offerte a basso costo, oltre al proliferare di call
center ed alimentari gestiti
da immigrati che hanno so-
stituito le tradizionali vetrine
e i negozi di lusso. Insomma
l’ex Manchester d’Italia non
parrebbe più un’isola felice
per il commercio, adattandosi piuttosto alle necessità
dei tempi. Il turn over è stato
rapidissimo: molte le attività
che hanno dovuto chiudere,
in difficoltà nell’ammortizzare i costi, subito soppiantate da stock houses o spacci
che offrono griffe scontate
anche oltre il 50%, soprattutto nel settore dell’abbigliamento e delle calzature. I
riscontri sembrano premiare
la nuova situazione, con una
ripresa dei consumi, tanto
che si preannuncia un Natale decisamente low cost. Il
sociologo vicentino Massimo
Cippelletti ha però recentemente sollevato la questione
su un quotidiano locale, lamentando il rischio di una
paradossale
diminuzione
dell’offerta, o meglio della
diversificazione dell’offerta.
Continua a pag 10...
204 del17 dicembre 2010
schio
numero
Il gestore del sexy-shop Doppio Senso fa un bilancio, a due anni dall’apertura. Scommessa vinta
I residenti sul piede di guerra ad un anno dalla delibera che ha dato via libera all’Enel
Di Andrea Genito
“
Questa centrale non s’ha da
fare, né ora né mai. Per lo meno
non qui”. Parafrasando il manzoniano don Abbondio, i quattrocentoventi firmatari del comitato di Monte di Malo promettono
to contatti giornalieri), si fa forza
con l’appoggio di Legambiente e
Coldiretti, però anche su quest’ultimo fronte c’è qualche scricchiolio, motivato dalla necessità di
avere più energia, come chiedono
a gran voce commercianti ed industriali per evitare i black-out
verificatisi di recente. “Sono traviati da previsioni catastrofiche,
ma sballate - sottolineano dal Comitato- Basta solo evitare sprechi
e razionalizzare le linee, tutt’al più
potenziando la vicina centrale di
Liviera. Qui le aziende chiudono
per la crisi e gli abitanti non aumentano di certo. Dov’è questa
necessità di avere più corrente,
inquinando e sbancando il poco
verde rimasto a Monte di Malo?
Perché piuttosto non sfruttano i
grandi capannoni vuoti della zona
industriale di Schio, tipo quello
dell’ex Lanerossi?” L’Enel ribadisce invece di non avere alternative: “Questo è l’unico sito adatto e
smentisco che la nostra presenza impedirà all’azienda agricola
di operare- sottolinea l’ingegner
Guido Volpe- Occuperemo molto
meno spazio di quanto sento dire.
Dovunque abbiamo installato impianti abbiamo cercato di sederci
ad un tavolo con le controparti,
trovando compromessi e mai prevaricando”. I residenti però non
mollano e ventilano altre manifestazioni di protesta, dopo quella dell’aprile scorso, che mobilitò
anche persone da paesi limitrofi.
“Si tratta di una battaglia di tutti- sottolinea una signora di San
Vito di Leguzzano- non solo per
gli ecologisti. Parliamo di sviluppo sostenibile e poi violentiamo
così il territorio? Qui da noi hanno già fatto danni con una cava di
bentonite a cielo aperto, sventrata
e poi abbandonata. Nei paraggi c’è
il Buso della Rana, paradiso degli
speleologi (dichiarato recentemente sito di interesse Comunitario, ndr), se fanno quella centrale
non verrà più nessuno. Abbiamo
già dato e non permetteremo un
altro abuso”.
Regali da un euro
Chi fanno felice?
...Segue da pagina 9
“
Dubito che l’esigenza parta dal
consumatore- ha specificatoPiuttosto credo che gli outlet rappresentino una logica difesa degli
stessi commercianti rispetto alla
crisi, per smaltire un magazzino
ed un invenduto sempre più cospicui. Però così si dequalifica il livello dell’offerta, tendendo all’omologazione; uno scenario preoccupante in una città come Schio, in
cui venivano a comperare da tutta
la provincia”. Sarà, ma appunto la
gente pare apprezzare questa opportunità, se è vero che alla vigilia
delle festività proprio questi “nuovi” negozi sono tra i più frequentati. “Qui entra sempre tantissima
gente, ma nell’imminenza del Natale il via vai è triplicato- conferma Antonio, commesso di ‘Tutto a
un Euro’, shop in franchising della
centralissima Piazza Almerigo-
Tra i clienti c’è anche chi sappiamo
essere benestante: evidentemente
la crisi ha abbassato le pretese e
si torna al classico pensierino. Il
nostro target è vario, siamo aperti
da due anni ed inizialmente entravano per lo più extracomunitari,
ora appunto accontentiamo un po’
tutti, anche perché, nonostante
i prezzi irrisori, offriamo anche
consulenza e cortesia”. Non sono
più solo i cinesi, dunque, a dare
risposte concrete a chi non vuole
svenarsi troppo per fare un regalo. Tra i primi a crederci in città
è stato Aldo Munarini che cinque
anni fa, in tempi non sospetti di
benessere diffusi, osò aprire un
outlet di scarpe a due passi dal
Duomo. “Meglio svendere che accumulare magazzino, è la mia filosofia - spiega- Io ci ho creduto e
non me ne pento. Non ne ha risentito il mio negozio principale, che
ha comunque il suo giro d’affari.
11
pag
Qui non c’e’ crisi, anzi!”
Insurrezione a Monte di Malo
cui posizionare l’impianto che dovrebbe congiungersi con le linee
provenienti dal Trentino, il destino di Contrà Gamba pare segnato. Così anche quello di una delle
più produttive aziende agricole
del territorio, una fattoria modello con una sessantina di mucche,
che rifornisce tra l’altro le Latterie
Vicentine. “Come faremo a convivere con quel mostro di cemento a
pochi metri, con l’inquinamento
elettromagnetico generato e col
via vai di mezzi che comporterà
questa centrale? - lamenta Franco
Chiumento, titolare dell’azienda
agricola - Dovremo chiudere, in
barba alle migliaia di euro investite da poco per rendere più efficiente la produzione. La nostra colpa
è lavorare nell’unica area pianeggiante nel raggio di chilometri,
ma almeno potevano avvisarci di
quanto avevano deciso per noi:
lo abbiamo saputo solo dai giornali”. Il Comitato “No Centrale”,
che occupa un frequentatissimo
spazio su Facebook (oltre duecen-
204 del17 dicembre 2010
numero
“Schio bigotta?
Megacentrale
battaglia ad oltranza, nonostante
la decisione dell’Enel di costruire
in Contrà Gamba un megaimpianto di trasformazione elettrica da
220 Megawatt stia oramai facendo breccia tra le istituzioni che di
primo acchito vi si opponevano.
Dopo la delibera comunale che
esattamente un anno fa consentì
a Terna, azienda partecipata Enel,
di iniziare la fase progettuale dopo
l’individuazione dei 90.000 mq su
schio
10
pag
Espongo fine serie, numeri difficili o scarpe leggermente fuori
moda, ma pur sempre di marca.
Tutto a partire da metà prezzo e
vedo che molti stanno seguendo
l’esempio, anche se ci sono non
pochi outlet mascherati, diciamo
non proprio genuini, messi in piedi solo per svuotare scaffali. Il mio
bilancio natalizio? Ottimo, forse
proprio perché sono partito in anticipo e la gente già mi conosce”.
E i consumatori, come giudicano
questo nuovo scenario commerciale? “Mi sono appena comperata
una tuta da sci che avevo visto in
una pubblicità e che pensavo avrei
al massimo potuto ammirare in
vetrina- confessa Elisa Smiderle,
universitaria di Schio- senza neppure dover aspettare i saldi. Quanto l’ho pagata? Meno di cento euro,
in linea col mio risicato budget”.
Andrea Genito
Di Andrea Genito
C
i vuole coraggio, e forse un
pizzico di sana incoscienza,
per piazzare nel pieno centro storico della puritana Schio un negozio i cui scaffali hanno in bella
vista vibratori, bambole gonfiabili,
dvd, preservativi colorati e lingerie
molto, molto hard. Cesare Pasin
lo ha avuto e la sua scommessa è
stata vinta alla grande, a giudicare
dal giro di clienti accumulato. “Di
qui sono passate centinaia di persone, di tutte le età e status socia-
l’altro sapevo che certi articoli li
li - conferma il titolare del Doppio
vendevano…di straforo altri negozi
Senso, con le vetrine ad un passo
non proprio specializzati. L’impredalla discussa Piazza del Bào - c’è
sa più difficile è stata convincere
una sorta di passaparola tra chi si è
mia moglie Barbara, che era scetgià rifornito, magari qualcuno tortica essendo Schio
na assieme con l’amiconsiderata
una
co a l’amica. In sopiazza molto partistanza ho un ricamcolare. Poi lei stessa,
bio di campionario
vedendo che i clienquindicinale e zero
ti non mancavano e
magazzino, viste le
che si trattava di un
richieste”. Un esperto
commercio tutt’altro
del delicato settore o
che squallido o traun mago del marke- Il “bello” del
sgressivo, è diventata
ting
commerciale? negozio è al
fondamentale nella
Macché, Pasin per un piano di sopra
vendita. E’ Barbara
vita è stato dipendeninfatti che fa conte di una nota azienda
sulenza ed indirizza
di smaltimento rifiugli acquirenti indecisi, cogliendo
ti, ma ha sempre
anche esigenze inespresse”. Un
avuto l’abito imvalore aggiunto importante, sicuprenditoriale
e
ramente, ed in effetti girando per
così, poco più di
la zona superiore si ha l’idea, per
un paio di anni fa,
quanto possibile, di un’esposizioha rilevato un
ne soft e raffinata della merce. “Ci
negozio lowteniamo molto- prosegue Pasincost, di quelQui, ripeto, arrivano anche perli che vensone di spessore e non vogliamo
dono gran
dare l’idea del solito sexy-shop da
parte degli
camionista, con tutto il rispetto.
articoli ad
Vengono semplicemente per un reun
euro.
galo, uno scherzo o per un addio al
“A ll’inizio
celibato, ma molto più spesso per
ho proserivitalizzare la loro vita di coppia,
guito
la
e mi confermano che funziona. Via
stessa attimail avvisiamo i clienti quando
vità, poi ho
arrivano gli articoli richiesti, così
capito che
non perdono tempo e vanno sul
il piano di
sicuro. Poi debbo dire che, forse
sopra, più
grazie all’immagine che ci siamo
discreto, pocostruiti, siamo diventati un punto
tevo adattarlo
di riferimento importante per gay
diversamente e tra
e single, che anche loro hanno giustamente le loro esigenze e spesso
invece altrove provano imbarazzo
ad aprirsi. Sì, siamo un po’ psicologi anche noi e non crediamo di fare
nulla di male, anzi”. Il nome “Doppio Senso” non è casuale: al piano
di sotto, appunto, si continuano a
vendere alberelli di Natale, candele, gadget, cancelleria o piccola oggettistica, poi se uno vuole,
preavvisato da opportuno cartello, può dare un’occhiata di sopra.
Il distributore automatico di dvd,
munito di lettore magnetico, seleziona la clientela maggiorenne in
base al codice fiscale dei badge. Gli
articoli più richiesti? “Direi i vibratori, anche lì cerchiamo di personalizzare l’acquisto e ce ne sono di
molto discreti come quello a forma
di rossetto, che sta comodamente
questa piazza. Considerano questa
in borsetta. Però vanno a ruba anuna zona solo di parcheggio auto
che i capi di lingerie sexy prodotti
e stanno spostando il baricentro
da una ditta specializzata tedesca:
della città altrove, togliendoci promolto chic nel loro erotismo, non
gressivamente iniziative e maniroba volgare. Sotto le feste vendo
festazioni oramai tradizionali che
tanti abiti da “Babba” Natale (in
costituiscono momenti di aggregaeffetti è entrata a ritirarne uno
zione importanti. Aluna giovane cliente,
cuni colleghi hanno
proprio durante la nogià chiuso i battenti,
stra intervista ndr)”.
il rischio di deser“In quelle case credo
tificare la zona insi divertiranno molsomma è forte”. Per
to” ammicca Pasin.
ora, comunque, qui
Preannuncia che prela crisi pare lontana,
sto organizzerà una
forse anche grazie a
sfilata a tema e, ne Ora vanno
prezzi decisamente
siamo certi, ne bene- i vestiti da
ficerà il giro d’affari. “Babba” Natale abbordabili. La richiesta più strana?
Il titolare del Doppio
“Una signora voleva
Senso però paventa
contattare Rocco Sifpure una preoccupafredi (nota porno star abruzzese) e
zione e lancia un appello all’ammici ha chiesto il telefono. Per questo
nistrazione comunale scledense:
servizio non siamo ancora attrez“non certo per il sottoscritto, ma a
zati, si vedrà”.
nome di tutti noi commercianti di
schio
204 del17 dicembre 2010
numero
12
Non chiamatele Moschee
I centri culturali musulmani a Schio adesso sono due. Dopo quello di via Venezia, eccone un altro in zona industriale
Nessun problema di convivenza con residenti e commercianti.
di Andrea Genito
B
envenuti a Schio, dove l’integrazione religiosa e culturale
non è mai stata un problema. Nel
quartiere di S.Croce da parecchi
anni infatti c’è uno dei più importanti centri di preghiera dei Testimoni di Geova, la nutrita comunità
rumena ha la sua messa ortodossa
e quella ancora più numerosa dei
musulmani (circa 1.500 immigrati
tra marocchini, egiziani, algerini,
tunisini, senegalesi, macedoni e
bengalesi) da qualche settimana
ha addirittura due moschee per
celebrare il proprio culto. “Per la
verità preferiamo chiamarle Centri
Culturali- precisa Frimane Abderrazak, Imam di quella di Via Venezia, in pieno centro storico, inaugurata nel 1997- Le vere Moschee
in Italia sono solo tre, mentre questi sono solo luoghi dove potersi
raccogliere ed ascoltare la lettura
del Corano. I nostri fedeli vengono
liberamen-
te a pregare cinque volte al giorno,
ma le porte sono sempre aperte
per tutti, anche a non musulmani”. Una presenza, quella di Via
Venezia, che in tredici anni non ha
mai preoccupato nessuno, tanto
che i residenti parlano pressoché
all’unisono di “corretto vicinato”.
Il via vai è continuo, a partire dalle sei di mattina, ma il capiente
parcheggio da 200 posti allestito
dall’Amministrazione
Comunale proprio di fronte alla moschea,
pardòn centro culturale, azzera
ogni possibile disagio legato al
traffico. “I musulmani che vengono qui sono molto cordiali, ci sono
anche molti bambini, educatissimi- spiega Wilma Perini- Capita
di sentire dalle nostre finestre le
litanìe o i canti, ma non ci dà alcun
fastidio, anzi se tutte le moschee
fossero così credo che nessuno
guarderebbe con sospetto chi le
frequenta”. Un comportamento
voluto proprio dall’Imam, per facilitare l’integrazione: “Ospitiamo
scambi culturali e confronti con
tutte le religioni, ovviamente i
thiene
pag
204 del17 dicembre 2010
numero
13
pag
Superstrada Pedemontana:
il responsabile unico Fasiol spiega gli espropri
gio Meneghello: “Detto che il progetto è quello che ci troviamo oggi
di fronte, crediamo ancora che la
migliore soluzione, pur attraverdi Giuseppe Bedin
sando il nostro territorio, sarebbe
stata di proseguire lungo il sedi...Segue da pagina 9
me della Nuova Gasparona fino a
Thiene, come di fatto avviene sino
a Breganze. Ci sarebbe stato un
Il Comune di Breganze, attraunico taglio territoriale ed il corriverso l'assessore ai lavori pubdoio in direzione Thiene esiste già.
blici Massimo Stefani - spiega il
Corridoio dove ora attendiamo che
Sindaco Silvia Covolo - sta già tela Società Autostradale Brescia Panendo appuntamenti personalizdova realizzi il raccordo fra Nuozati per i singoli espropriati, che
va Gasparona e circonvallazione
ci constano essere stati invitati
ovest di Thiene, dando seguito ai
singolarmente presso la sede istipropri obblighi conseguenti alla
tuita da Veneto Strade a Cassola
concessione della Valdastico. Tale
per negoziare l'indennità di esproraccordo è assolutamente necesprio. Il nostro compito è quello di
sario anche in vista
supportarli e chiarire
dell'apertura
del
loro quali siano i crinuovo polo ospedateri di liquidazione
liero di Santorso”. In
dell'indennità in base
merito all'iter esproal Protocollo di Intesa. Meneghello
priativo il sindaco
L'ufficio Lavori Pubattende il
spiega: “Per quanto
blici attraverso l'ingeriguarda la fase degner Tollardo si è sem- raccordo
pre reso disponibile Nuova Gasparona gli espropri, garantiamo il supporto
ad offrire consulenza circonvallazione
tecnico
tecnica e spiegazioni
ovest di Thiene dell'ufficio
comunale per tutai singoli cittadini”.
ti quanti avessero
Sulle realtà abitative
necessità di nostri
soggette a demolizione
chiarimenti In particolare seguila Covolo precisa: “Avendo la deleremo la fase di valutazione degli
ga all'urbanistica, le sto seguendo
edifici interferiti per i quali serve
io”. Ma le attenzioni delle ammiuna soluzione condivisa anche con
nistrazioni non sono solo sugli
noi. In passato tutti i proprietari
espropri. La nuova infrastruttura
degli edifici interferiti sono stati
richiede infatti soluzioni anche
più volte sentiti dall'amministrasulla viabilità ordinaria, come
zione comunale in modo da conospiega il Sindaco di Sarcedo Gior-
“
contatti più importanti sono col
mondo cattolico. Qui non si fa certamente apologia del terrorismo”.
Un percorso simile è stato scelto
anche dall’Associazione “Amal”
che ha allestito recentemente un
altro grosso centro di preghiera in
zona industriale, soprattutto per
venire incontro alle necessità di
preghiera dei tanti operai e lavoratori immigrati del circondario di
Schio. “Per molti di noi era sempre
più difficile trovare il tempo di
andare in centro per pregare, nelle brevi pause pranzo
o prima di rientrare a casasottolinea Belhassan DrissQui siamo più comodi.
Inoltre c’era bisogno di
un altro spazio per le iniziative dei
nostri fedeli, sempre più numerosi. Abbiamo tra noi anche qualche
scledense convertito, perfino una
donna”. Oltre alle funzioni, in Via
Veneto c’è una scuola coranica e
di lingua araba per bambini, curata dallo stesso Imam. I primi di
dicembre, alla tradizionale “festa
del sacrificio dell’agnello” (la più
importante ricorrenza musulmana
dopo il Ramadan), erano oltre trecento i fedeli arrivati da Marano,
Thiene, Zanè ed altri paesi limi-
trofi. Anche qui nessun problema
coi residenti (pochi, per la verità)
e con i commercianti della zona.
“Non ci sentiamo penalizzati, né
danneggiati- rassicura uno di loroAnzi i musulmani vengono a consumare nei nostri bar per cui anzi
il giro d’affari è aumentato grazie
alla loro presenza. Qualche collega
ha storto il naso, magari perché
prevenuto, però non credo possa
lamentarsi di come si comportano.
Magari qualche nostro connazionale facesse lo stesso”.
| Silvia Covolo, sindaco di Breganze
scere a fondo la loro posizione e
tenerne conto nei contatti e nelle
osservazioni relative al progetto”. “Questa fase di immissioni in
possesso delle aree destinate al
passaggio della Superstrada Pedemontana Veneta e le definizioni
dello stato di consistenza dei beni
che verranno successivamente
| Giuseppe Fasiol, responsabile unico SPV
cedura di immissione in possesso
sarà l'accordo stilato tra la Regione Veneto, il commissario delegato
per l'opera, le diverse associazioni
di categoria e il concessionario che
ha definito le procedure, i tempi e
modalità di calcolo dei beni soggetti a esproprio. Regole uguali
per tutti e definite a priori come
per il passante di Mestre. “Nel documento - ha spiegato Fasiol - c'è
l'individuazione esatta di chi può
beneficiare dell'indennizzo, sono
| Giorgio Meneghello, sindaco di Sarcedo
indicati i parametri per il calcolo
automatico dei danni indiretti, il
riconoscimento del danno indiespropriati è un passaggio delicaretto per gli edifici all'interno dei
to - ha spiegato l’ingegner Giusep40 metri della fascia di rispetto e
pe Fasiol, responsabile unico del
i componenti della commissione
procedimento per la realizzazione
tecnica per l'eventuale soluzione
della SPV nell'incontro organizzaottimale di contenziosi”. “Tempi
to dall'amministrazione comunale
certi per gli indendi Sarcedo, lo scorso
nizzi - ha più volte
14 dicembre, dove
detto Fasiol durante
erano presenti anche
l'incontro - se si aril direttore dei lavori
riva in questa prima
ingegner Picca e il refase ad un accordo
sponsabile per le probonario e ogni caso
cedure
d'esproprio
verrà preso in condella SIS geometra Fasiol assicura
siderazione con la
D'Agostino - La com- tempi certi
dovuta attenzione.
plessità di questo pri- per gli
In questo primo pasmo passaggio sta nel
saggio sono esclusi
fatto che verrà messo indennizzi
dall'immissione in
nero su bianco la reale
possesso gli edifici
consistenza del bene e
soggetti a demolizione. L'obiettiil documento stilato sarà il punto
vo è quello di rendere percorribile
di partenza per valutare l'esproquesto primo tratto entro tre anni
prio, quindi sarà il presupposto
dalla data di apertura dei cantieper il calcolo dell'indennità”. Dori”.
cumento di riferimento per la pro-
arzignano
204 del17 dicembre 2010
numero
14
pag
Dalle pettorine rosse
a quelle blu
Ad Arzignano i mediatori civici ci sono ancora,
solo che vestono la divisa della polizia
“Risparmiamo ed è efficace” spiega
l’assessore comunale alla sicurezza Enrico Marcigaglia
lizzando però personale interno
al comune. In sostanza, vincolati
dalla necessità di risparmio, abbiamo preso l’esperienza speridi Enrico Soli
mentale dei mediatori culturali
per mettere a sistema una serie di
azioni ed attività che ora sono gel 30 ottobre scorso in “D”, supstite a costo zero da diversi uffici
plemento femminile de “La
del comune. Dall’ottima esperienRepubblica”, è uscito un pezzo
za dei mediatori, infatti, sono stadi elogio alle “pettorine rosse” di
te analizzate alcune criticità parArzignano, cioè i mediatori civici
ticolarmente legate
promossi nel 2008
al fenomeno dell’imdall’allora
sindaco
migrazione: piccole
Stefano Fracasso in
controversie condocollaborazione con
miniali, problemi di
l’Università di Padoconvivenza causata
va. Nell’articolo firdal sovraffollamento
mato Fabrizio Ravelli
Un poliziotto
degli appartamenti,
si critica il ministero
difficoltà nella gedegli Interni per aver controlla le
stione differenziata
escluso il progetto assemblee
dei rifiuti, sovraffoldai
finanziamenti condominiali
lamento degli uffidei Fondi europei per
ci comunali causati
l’integrazione, rendalla mancanza di
dendo così impossibiun sportello dedicato al cittadino
le la prosecuzione dell’esperienza.
straniero, necessità di una figura
Dal pezzo, a parte Maroni, escono
istituzionale che frequenti i quarbene tutti: Fracasso per l’idea e
tieri raccogliendo segnalazioni e
l’attuale sindaco Giorgio Gentilin
richieste. Dall’analisi di queste
perché quel progetto avrebbe voparticolari criticità, frutto di qualuto portarlo avanti. “Ad Arzignasi due anni di lavoro dei mediano- conclude Ravelli- aspettano
tori, abbiamo attivato i seguenti
di conoscere la motivazione del
servizi: la polizia di quartiere,
taglio”.
con lo scopo di girare per le zone
Nella città del Grifo però l’ammiresidenziali a reperire informanistrazione non è rimasta con le
zioni e gestire, se necessario, semani in mano. Abbiamo quindi
gnalazioni relative ad eventuali
chiesto all’assessore alla sicurezza
controversie tra cittadini italiani
Enrico Marcigaglia come si stia
e stranieri;
muovendo la giunta Gentilin sul
sempre tra le funzioni della politema della mediazione. “Quanzia di quartiere è previsto il condo abbiamo appreso che non satrollo della corretta gestione dei
rebbero più giunti finanziamenti
rifiuti per la raccolta differenziadal ministero, non ci siamo persi
ta; all’interno della polizia locale
d’animo -spiega Marcigaglia - Abè stato istituito inoltre il ‘nucleo
biamo ottimizzato le esperienze
immigrazione’, che assieme ad un
positive fatte, cercando di riprotecnico comunale ha la funzione
porre i punti fondamentali uti-
I
di verificare e controllare settimanalmente il rispetto dei requisiti igienico-sanitari all’interno
degli appartamenti, allo scopo di
evitare il rischio di sovraffollamenti; relativamente ai problemi
di convivenza nei condomini è
stato istituito un particolarissimo servizio, molto apprezzato dai
cittadini, che prevede la presenza
su invito, di un agente di polizia
durante le assemblee condominiali, allo scopo di dare assistenza
all’amministratore condominiale
e per quanto possibile, fare un po’
di formazione sulle basilari leggi
che regolano una civile convivenza; è stato creato, all’interno del
comando di polizia locale, l’ufficio
unico per l’immigrazione, grande
innovazione che va a beneficio
della semplicità e comodità d’accesso a tutte quelle pratiche amministrative che vengono richieste dagli stranieri. Infine abbiamo
creato un innovativo regolamento
‘anti-moschea abusiva’, allo scopo di garantire, nel rispetto delle
basilari regole igienico-sanitarie,
pari dignità e decoro a qualunque
professione religiosa”. L’amministrazione comunale si è data da
fare, non c’è che dire, però i trenta
mediatori civici originari erano
formati da quindici professionisti
e quindici volontari formati allo
scopo (quattordici dei quali stranieri). “Personalmente ritengo
che l’esperienza dei mediatori sia
stata fondamentale per meglio inquadrare e raccogliere in maniera
analitica tutte quelle problematiche che caratterizzavano il fenomeno dell’immigrazione all’interno della nostra città - dice Marcigaglia- La scommessa del mio
assessorato, adesso sta nel fare
tesoro di quell’esperienza per cre-
attività finalizzate a meglio geare e gestire servizi sempre più vistire e controllare il fenomeno,
cini alle reali necessità dei nostri
cercando di dare pari dignità ed
cittadini, e possibilmente a costo
opportunità a tutti i residenti arzero. Preciso infatti che il progetto
zignanesi (siano essi stranieri o
di mediazione culturale all’epoca
italiani), ma ci tengo a sottolineaera costato circa 400.000 euro e,
re che per quanto riguarda le leggi
sebbene finanziato dal ministero
e le norme di civile convivenza, a
per un grossa percentuale, oggi
mio avviso c’è poco da mediare,
ritengo che un tale impegno di
in quanto le regole ci sono e vanspesa sarebbe improponibile per
no fatte rispettare, con fermezza
le casse comunali. Sottolineo che
e
professionalità.
i nuovi servizi intePertanto confermo
grati all’interno della
nuovamente il motpolizia locale tecnito mio e del sindaco
camente non costaGentilin: massima
no nulla in quanto
disponibilità e sensvolti con personale Creato un
sibilità a chi viene
e strutture già esiinnovativo
ad Arzignano per
stenti. Voglio fare
lavorare rispettando
una precisazione sul regolamento
la nostra città, le noprincipio di media- anti-moschea
stre leggi e le nostre
zione culturale, in abusiva
tradizioni…. ma linea
quanto come si può
durissima e massima
notare, il comune di
severità contro chi
Arzignano, vista aninvece pensa di venire qua per deche la considerevole percentualinquere o non rispettare le nostre
le di immigrati (oltre il 21%), ha
regole”.
sviluppato una serie di servizi ed
| Giorgio Gentilin ed Enrico Marcigaglia, qui con Flavio Tosi
204 del17 dicembre 2010
arte
numero
16
re di differenti civiltà, dal gotico
europeo all’architettura araba, dai
pattern ornamentali di tessuti e
tappeti all’astrattismo geometrico
dell’arte contemporanea, per constatare come vi sia un’attrazione
fatale che guida la predilezione degli artisti nell’esercitare un senso
dell’ordine, nel creare forme semplici senza riferimento al mondo
naturale. Se la dimensione di un
disegno “puro” sottende il piacere di applicare simmetria e ripetizione secondo un principio di
ritmo ininterrotto, con un’azione
ripetitiva ma travolgente, profondamente connaturata all’essere
umano come l’esigenza di scandire
il tempo e lo spazio o il desiderio
di classificazione, una certa parte della contemporaneità tende a
sfuggire con convinzione la componente decorativa per agognare
ad una determinazione minimalista ed assoluta delle proprie installazioni. Anche per Matteo Fato la
decorazione è un simulacro a cui
sottrarsi, ma pure un’ossessione
ricorrente; le sue opere recenti si
connotano come studi sulla funzione della decorazione e sulla sua
negazione, sulla visione della parola e del linguaggio
come modello del
reale tendenti all’essenziale ma condotti anche attraverso
il riemergere del disegno, che, assieme
alla pittura, accompagna da sempre
la sua produzione,
ora impostata su un
flusso di indagini
percettive, di essenzializzazione della
forma perché, come
scrive Wittgenstein,
“ il pensatore somiglia molto al dise-
gnatore che vuol riprodurre nel
disegno tutte le connessioni possibili”. La tensione verso l’accumulo
o la scomparsa della decorazione
sottende anche il lavoro di Maria
Elisabetta Novello che cerca il grado zero della rappresentatività ponendo sotto teca polvere di cenere
con un accumulo construens e destruens che crea effetti di ombre e
di luce evocando così Paesaggi che
guardano non si sa dove, simulano vedute e finestre su non si sa
cosa, ma corteggia con eleganza
l’apparizione estrema e labile della decorazione nei suoi mandala di
pulviscolo con parole o apparenze
di trine, composti al suolo col lavoro paziente del setaccio o applicati
su plexiglass trasparente, in grado
di rivelarsi solo all’incidenza di un
certo raggio di luce. Per entrambi
l’occupazione dello spazio per il
contemporaneo AB23 è in rapporto con le strutture allestitive e con
le preesistenze: rivolto verso un
dialogo provocatorio ma rispettoso e pensoso con la costruzione
antica quello di Fato, quasi applicato e simbioticamente idoneo alla
nuova presenza cubica quello di
Novello. Una consimile sensibilità
cromatica per l’uso delle tonalità
monocordi, ricondotte ai minimi
termini, coinvolge inoltre le loro
opere che si declinano nell’apparizione del blu e del neon per l’uno,
quasi a segnare in altro modo le
tracce di precedenti sue produzioni pittoriche, in teche trasparenti
trattenute da bare di ferro che racchiudono la cenere per l’altra. Per
l’occasione è edito un catalogo con
testi di Stefania Portinari e Daniele Capra. La mostra rimarrà aperta
ad ingresso libero fino al 30 gennaio 2011, giovedì e venerdì dalle
16 alle 19.30; sabato e domenica
dalle 10 alle12.30 e dalle 16 alle
19.30. Chiuso il 25 dicembre 2010
e il 1 gennaio 2011. Informazioni:
assessorato alla cultura del Comune di Vicenza 0444 222122, [email protected].
Gli artisti:
Matteo Fato (Pescara 1979), riflettendo sull’architettura interna
dell’edificio e sulla negazione della decorazione in pittura, compone uno studio sui materiali riferito ai limiti del linguaggio, basato
su ispirazioni date dallo studio di
Ludwig Wittgenstein e, con una
pratica combinatoria di permutazioni e disposizioni, imposta un
percorso di essenzializzazione del
visibile per ottenere un dominio
sull’ordinamento delle varianti,
tra video, sculture, libri d’artista e installazioni. Fato è uno dei
più noti giovani talenti emergenti
del panorama dell’arte non solo
nazionale, ha esposto tra le varie
mostre anche al Palazzo Reale
di Milano, al Museo Michetti di
Francavilla a Mare, al museo Luigi Pecci di Prato, alla Stazione
Leopolda di Firenze, alla Galleria
Comunale Arte Contemporanea
di Monfalcone, al Centro Culturale Candiani di Mestre, all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid,
all’AllArtNow Festival di Damasco in Siria, alla Mole Vanvitelliana di Ancona ed ha trascorso
l’estate all’artist residency Art
Omi con la critica Sandra Skurvida a Ghent (NY, USA). Ha partecipato a mostre curate, tra gli altri,
da Nicolas Bourriaud, Angela Vettese, Alberto Fiz, Cecilia Casorati,
Raffaele Gavarro, Angelo Capasso, Ivan Quaroni.
Azzardo digitale
Maria Elisabetta Novello (Vicenza
1974) insegue effetti di luci e ombre
creando pattern evanescenti, produce “immagini a livello di grigio”
che compongono un immaginario
di simulacri misteriosi e museali,
sospesi in un senso di sacrale silenziosità. I suoi Paesaggi, in cui
variazioni di colore date dalla cenere simulano finestre sospese, sono
vedute imperscrutabili, che guardano su orizzonti ignoti, mentre
l’opera 11687 grammi circa, la cui
edizione del 2007 è stata premiata
a villa Manin di Passariano (Udine), si adagia nel cuore della nuova
struttura allestitiva. La Novello ha
vinto la borsa di studio della 83^
collettiva Fondazione Bevilacqua
La Masa di Venezia e del concorso
Maninfesto a Villa Manin di Codroipo (Udine) curato da Sarah Cosulich Canarutto sotto la direzione
artistica di Francesco Bonami, ha
esposto, tra le molte mostre, al Centro Culturale Candiani di Mestre,
alla Galleria Comunale Arte Contemporanea di Monfalcone, al Museo Michetti di Francavilla al Mare,
al Palazzo Pretorio di Capodistria;
alla scorsa biennale di Venezia è
stata invitata ad esporre a Sant’Elena in una collettiva tra gli eventi ufficiali collaterali della 53^ Biennale
di Venezia a cura di Achille Bonito
Oliva e Martina Cavallarin. Tra i
critici che hanno scritto per mostre
a cui ha partecipato si annoverano
Maurizio Calvesi, Francesca Alfano
Miglietti e Giorgio Bonomi. A Vicenza ha già esposto al Salone degli
Zavatteri e al LAMeC della basilica
palladiana di Vicenza oltre che al
Museo Casabianca di Malo e nella
mostra inaugurale di AB23.
Scommesse on-line: un giocatore su dieci rischia la dipendenza
Il pericolo nel mondo elettronico è ben maggiore che in quello reale
Lo rivela“Punto Informatico” citando uno studio universitario
di Marco Milioni
«
Sempre più navigatori si dirigono verso scommesse e
giochi d’abilità come il poker sul
web. Raccolto il 30% per cento in
più rispetto al 2009. La Rete amplifica anche la dipendenza». È
questo il succo di un ampio servizio pubblicato sul magazine Punto
Informatico (http://punto-informatico.it). Un servizio che rilancia il dibattito sui giochi on-line,
sul gioco d’azzardo e sul mondo ad
esso collegato.
Le cifre
L’analisi della testata romana co-
istantanee (tipo gratta e vinci) e
mincia con i numeri: «C’è chi ha
giochi d’abilità (esempio: il poker).
inserito l’attuale crisi economica
Ma anche concorsi ad estrazione
tra le principali motivazioni che
come Superenalotto, Superstar e
spingerebbero un numero semWin for Life. Particolarmente redpre più cospicuo di italiani verso
ditizio si è rivelato il settore dei
i giochi e le scommesse online. Un
giochi d’abilità ontrend recentemente
line, evidentemente
evidenziato da un
trascinato dai princomunicato stampa
cipali siti legati al pod e l l ’A m m i n i s t r a ker. La raccolta comzione autonoma dei
plessiva ha visto un
monopoli di Stato
incremento del 37,4
(Aams), che ha preOgni giorno
per cento rispetto al
sentato alcuni dati
2009, con un fattusul cosiddetto gioco si spendono
rato di quasi 3 mia distanza. Un’ana- 14 milioni
liardi di euro. Simile
lisi aggiornata alla di euro
è stato l’incremento
fine dello scorso norelativo alla raccolta
vembre, partita da
complessiva dei gioalcuni dei suoi princhi a distanza: il 30 per cento in
cipali settori: scommesse sportive
più rispetto alla fine del 2009. O
a quota fissa e ippiche, lotterie
anche 4,4 miliardi di euro contro
i 3,7 dell’anno precedente. L’attuale media giornaliera di raccolta è
pari a circa 14 milioni di euro».
Maschi a rischio
ciandosi nel gioco e soprattutto tra
Tant’è che il magazine della capile braccia della dea bendata». I ritale chiude così il suo
sultati ottenuti partoservizio: «Pare che
no dallo studio di «un
1,3 milioni di italiacampione di 2mila
ni abbiano puntato
soggetti adulti (18-74
soldi veri sul web
anni), arrivando alla
negli ultimi tre mesi.
conclusione che circa
Lo studio ha inoltre
l’1 per cento dell’intracciato una sorta
tera popolazione del La crisi sarebbe
di identikit del giocaBelpaese soffre di tra i fattori
tore malato: al 78%,
comportamenti comdi stimolo
single e con almeno
pulsivi legati al gioco.
un genitore ad aver
Una stima che sali- alle giocate
avuto problemi anarebbe sul web, dove
loghi. Il problema
un giocatore su dieci
risiederebbe nella scarsa capacità
sarebbe a rischio dipendenza, sodi gestire il denaro».
prattutto da giochi d’abilità come il
poker online».
Radiografia sociale
Ovviamente una situazione del
genere non può che radiografare
un determinato contesto sociale.
Ambito che Punto Informatico
approfondisce così: «Aams ha poi
presentato, insieme a Lottomatica e Università “La Sapienza” di
Roma, i principali dettagli di uno
studio che cerca di analizzare tutti quei comportamenti definiti “a
rischio” in ambito ludico. Ovvero
tutte quelle persone adulte che non
riescono a frenare gli istinti, lan-
Christmas 4 you!
Sempre più eventi e occasioni
Sabato 18 dicembre
Fino a Natale
aperto
tutti i giorNi!
www.centrolepiramidi.it
Vicenza est, Tangenziale sud, SS11, Padana superiore, verso Padova
| Giovanni Roca
17
pag
ViPiù
Ad AB23 la mostra di Matteo Fato e Maria Elisabetta Novello
dal 19 dicembre 2010 al 30 gennaio 2011
Il senso dell’ordine” è l’esposizione degli artisti Matteo Fato
e Maria Elisabetta Novello, organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza, che
sarà inaugurata ad AB23 (chiesa
dei SS. Ambrogio e Bellino, contrà
S. Ambrogio 23) sabato 18 dicembre alle 18. Sostenuta da Regione
Veneto, Aim, Gemmo Spa, e curata da Stefania Portinari, “Il senso
dell’ordine” è fondata sull’indagine
della percezione e dello spazio, su
come disposizione e classificazione tendano a reggere l’ordine delle
cose che sfuggono, sul ritmo delle
azioni ripetitive, ma anche sullo
scorrere ininterrotto del tempo. I
due artisti hanno creato appositamente progetti site specific per la
chiesa romanica trecentesca dei
SS. Ambrogio e Bellino che, dopo
i lavori di rinnovamento dell’allestimento e il cambio di programmazione, ha preso nome appunto
AB23 - contenitore per il contemporaneo. Il titolo della mostra è
ispirato dall’omonimo volume di
Ernst H. Gombrich dedicato allo
“studio sulla psicologia dell’arte
decorativa” (1979) che prende in
esame l’uso dell’ornamento in ope-
204 del17 dicembre 2010
numero
Tecnologia
“Il senso dell’ordine”
“
tecnologia
pag
24 dicembre aperto dalle 10 alle 20 31 dicembre aperto dalle 10 alle 18
Dalle 10 alle 21
opinioni
204 del17 dicembre 2010
numero
18
opinioni
pag
Libertà,
204 del17 dicembre 2010
numero
19
pag
Il grido di dolore
come la si intende
a Vicenza
di Rebecca neo-ecologista
Il presidente della Confcommercio locale ripete il no a nuovi centri commerciali (ex Cis e Grisignano)
E afferma: basta con lo sviluppo come dogma
Storia di Antonio Giuriolo e del Vescovo Carlo Zinato
di Giuliano Corà
F
ondata nel 1696 dal nobile vicentino Giovanni Maria
Bertolo, che donò alla città i suoi
novemila volumi, la Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza è oggi
una grande e magnifica biblioteca pubblica, che accoglie, tra
l’altro, autografi di Giacomo Zanella e Antonio Fogazzaro, oltre
ad un’amplissima scelta di opere
su Andrea Palladio. Chi ne salga
lo scalone d’ingresso troverà, sopra la porta che conduce alle sale
di lettura, una lapide, appostavi
subito dopo la fine della guerra,
in memoria di Antonio Giuriolo.
Nato ad Arzignano (VI) nel 1912,
Giuriolo frequentò il celebre Liceo
Ginnasio “A. Pigafetta” di Vicenza, si laureò in Lettere a Padova
nel 1935, ma non poté entrare nei
ruoli dell’insegnamento perché rifiutò la tessera del Partito Nazionale Fascista. Dopo l’8 settembre
del 1943, entrò nella Resistenza, e
col nome di battaglia di ‘Capitan
Toni’ combatté sull’Altopiano dei
Sette Comuni, organizzando una
forma-
zione di studenti universitari chiamata dei ‘Piccoli Maestri’. Morì in
azione il 12 dicembre 1944, ed è
Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Su Giuriolo scrisse bellissime pagine il grande Luigi Meneghello,
che gli dedicò tutto il settimo capitolo dei suoi “Fiori italiani” e un
intero romanzo, intitolato appunto “Piccoli maestri” (da cui anche
un film di Daniele Luchetti del
1997, con Marco Paolini nella parte di Giuriolo). La lapide in Bertoliana recita così: “In tempi servili/
qui cercava rifugio/nella storia e
nella poesia/qui nell’attesa/insegnava la dignità del cittadino/Antonio Giuriolo/cresciuto e caduto
per la religione/della libertà”;
Arzignano 12/2/12- Lizzano
in Belvedere 12/12/44;
Medaglia d’Oro. Chi
si arresti un attimo
ad esaminarla con
un po’ d’attenzione,
noterà che la vernice
che ricopre le parole
“religione della” è più
brillante di quella del
testo rimanente. Si
tratta forse di una misteriosa degenerazione chimica? No: più
semplicemente, e più
miseramente, si tratta
di una degenerazione
della libertà, che colpì
Vicenza poco dopo la
guerra, quando il san-
E’
| Antonio Giuriolo
gue di Giuriolo era ancora fresco e
la libertà conquistata proprio grazie a quel sangue ancora giovane.
Si racconta infatti (ma nessuno ve
lo confermerà. Ricordate: Vicenza
è terra di antiche ‘tradizioni’ democristiane: se fa ma no se dixe
…) che l’allora Vescovo della città, il ‘famoso’ Carlo Zinato (noto
più per le sue battaglie veterocattoliche ed ‘antimoderniste’ che
per particolari virtù personali o
culturali) abbia allora ‘ordinato’
(come i vescovi-conti!) che quelle
parole venissero cancellate, con
la motivazione che ‘di religione
ce n’è una sola’. Ripristinata successivamente nella sua integrità,
quella lapide costituisce oggi una
doppia testimonianza: del sacrificio nobilissimo di tanti come
Antonio Giuriolo, che garantirono
la libertà anche a reazionari come
Carlo Zinato, ma anche - verrebbe
da dire amaramente, di fronte a
storie come questa - del fatto che
forse quel sacrificio non è servito
a gran che.
Se venite a Vicenza, visitate la
Biblioteca Bertoliana, e rivolgete
un pensiero ad Antonio Giuriolo,
“cresciuto e caduto per la Religione della Libertà”.
| Antonio Campo Dall’Orto
| Giorgia Meloni
funzione sociale: e se chiuderà in
quella zona non ci saranno servizi. Così non si tiene conto né della
popolazione (sono in aumento gli
di Alessio Mannino
anziani che faticano a muoversi),
né del territorio che va cementificato. Per non parlare del traffico
la seconda volta nel giro di
che si genererà» (Giornale di Visei mesi che Sergio Rebecca,
cenza, 29 giugno 2010). Ineccepipresidente della Confcommercio di
bile. Questa volta l’occasione per
Vicenza, uno in genere molto parrilanciare l’allarme l’ha fornita la
co di interviste, compare a tutta
saturazione del paesaggio, causa
pagina sul Giornale di Vicenza per
a monte dei danni portati dall’alopporsi con durezza a nuovi cenluvione. Il pericolo segnalato da
tri commerciali nel Vicentino. Nel
Rebecca è che si voglia convertire
giugno scorso aveva già chiarito
i capannoni vuoti di cui pullula il
la posizione nettamente contraria
territorio berico in aree commerdella sua categoria, che dovendo
ciali, «un’operazione
già fare i conti con la
che comporterebbe
contrazione dei conun’ulteriore colata di
sumi si vedrebbe pucemento per adeguagnalata mortalmente
re alla nuova funziodall’insediamento di
Pericoloso
ne queste strutture,
grandi strutture di
dotandole delle nevendita ipotizzabili convertire
cessarie opere viarie
nel piano urbanisti- capannoni
di complemento, di
co della Provincia a vuoti
marciapiedi, di parguida Lega Nord. Il
cheggi. La domanda a
quadro, Rebecca lo in aree
questo punto è: dove
aveva spiegato alla commerciali
vogliamo andare con
perfezione:
«Nella
questi ritmi di conpianificazione regiosumo del nostro amnale del primo Galan,
biente?» (Giornale di Vicenza, 10
anno 1996, fu il blocco di nuovi
dicembre 2010).
insediamenti per sovrabbondanIl rappresentante dei commercianza in tutto il Veneto. Nel secondo
ti vicentini neo-ecologista convinGalan, 1999, furono concessi un
to? Rebecca sposa in pieno la tesi
limitato numero di metri quadradel “cambio di rotta” rispetto al
ti che erano consoni: 67 mila in
dogma dello sviluppo a tutti i coVeneto, 11.200 nel Vicentino. Nel
sti: «Il consumo del territorio non
terzo Galan, 2004, via a 113 mila
si può chiamare sviluppo: oggi,
invece, è più che mai urgente raccogliere la sfida di una crescita sostenibile. Smettiamola, dunque, di
avallare la realizzazione di nuove
città artificiali, magari scambiandole con opere di urbanizzazione e
aggiungendo cemento a cemento.
É un’inversione di rotta che forse
può dare fastidio ad alcuni, ma che
è inderogabile per il bene di tutti».
Ma, come è naturale, fra le righe si
scorgono due nodi politico-affarimetri quadri, 20.400 nella nostra
stici ben individuabili: la converprovincia. E sono andati quasi tutsione dell’ex centro intermodale di
ti esauriti. (…) Costruire ancora
Montebello in zona commerciale,
significa creare sovrabbondanza
con relativi profitti del senatore
di strutture che porteranno alla
leghista Alberto Filippi titolare del
crisi, se non alla morte di altre
terreno, e il progetto di un outlet
strutture. Le più colpite? Il piccolo
a Grisignano. Riguardo alla prima
supermercato di quartiere che ha
| Luigi Meneghello
questione, rispetto ai Comuni interessati che si sono detti concordi
nel dare semaforo verde all’operazione, Rebecca ribadisce un no
secco, parlando senza mezzi termini di speculazione: «Se dovesse
passare il cambio di destinazione
per il Cis di Montebello verrebbero
stravolti i già delicati equilibri della rete distributiva in quell’area,
aggravando la situazione ambientale di una provincia già di per sé
fortemente cementificata con una
nuova “cattedrale nel deserto” di
80mila metri quadri. Senza contare che la questione Cis rischia di
trasformarsi in una grande operazione speculativa, perché creerebbe una disparità di trattamento tra gli ex proprietari, che sono
stati indotti a suo tempo a cedere
i terreni per la realizzazione di un
intervento di pubblico interesse,
e quelli che, invece, si vedrebbero
oggi “premiati” dalla nuova previsione urbanistica. Ce n’é abbastanza, mi sembra, perché la Giunta
regionale, chiamata a ratificare
il Piano di Assetto del Territorio
Intercomunale che darebbe il via
libera a questa nuova mega struttura, si assuma la responsabilità
politica di non assecondare un
simile progetto». Quanto all’ipotesi di una città degli acquisti a
periori alle medie regionali che si
registrano in Veneto, Lombardia
ed Emilia Romagna». A giugno, il
presidente dell’associazione commercianti aveva già puntato il dito,
con un’espressione inusuale nelle
alte sfere, contro l’«oligarchia di
costruttori» che «sta rimettendo
mano ai capannoni per adeguarli
a standard per il commerciale».
Oggi è tornato alla carica. Allora
aveva trovato una sponda (solitaria) in Davide Lovat, responsabile enti locali del Carroccio berico
Grisignano, Rebecca sostiene, in
e avversario interno di Filippi, a
parole povere, che ridurrebbe sul
cui non pareva vero di poter aflastrico le piccole e medie botteghe
fiancarsi alla voce di una categoria
della zona («provocherebbe un’irpopolare come quella
reversibile disarticodei negozianti per atlazione della rete di
taccare il compagno
vendita esistente in
di partito coinvolto
un vastissima area
nel caso Cis. Ci sarà
tra Vicenza e PadoAlla difesa
ora qualcuno che apva») e ricorre, anche
poggerà il j’accuse di
qui, all’argomenta- dei piccoli
Rebecca, o esso è dezione ambientalista: commercianti
stinato a restare un
«abbiamo espresso si somma ora
grido nel silenzio? Il
la nostra più totale
Pd a Palazzo Nievo
contrarietà a questa la ragione
ha qualcosa da dire
ipotesi, non solo per ambientalista
in proposito, o mei risvolti che interesglio far finta di niente
sano il settore distriper non creare ostabutivo, ma anche per
coli al maxi-affare nuovo stadio a
quelli ambientali: basti pensare
Vicenza Est tanto caro alla giunta
che il nostro territorio provinciale
Variati?
ha già livelli di urbanizzazione su-
| In alto: Sergio Rebecca; a sinistra Cis di Montebello; sopra uno scorcio di Grisignano di Zocco
204 del17 dicembre 2010
vicentinità
numero
20
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204 del17 dicembre 2010
vicentinità
numero
21
pag
Piacere,
io sono Vegan
E tu?
In aumento anche nel Vicentino il numero dei vegetariani integrali
di Annamaria De Cillis
A
Natale sulle tavole dei cenoni
e dei pranzi abbonderanno le
faraone, i capponi, i cotechini e
gli arrosti, ma c’è chi ha fatto non
solo una scelta alimentare, ma anche di vita: quella di essere Vegan.
In Italia se ne stimano circa 600
mila, più numerosi al Nord e al
Centro. A Vicenza i Vegani stanno diventando un numero sempre
più crescente. Non è una moda, né
una tendenza, ma un nuovo modo
di pensare e di vivere la propria
vita nel rispetto più totale degli
animali e dell’ambiente in cui si
vive. In inglese Vegan significa
“vegetariano integrale”. Il termine
nasce proprio dalla contrazione di
Vegetarian ed è stato coniato per
la prima volta da Donald Watson,
che nel 1944 fondò a Londra la
Vegan Society. Watson è deceduto
alla veneranda età di 95 anni. Chi
è Vegan, italianizzato Vegano o
Vegetaliano, esclude dalla propria
alimentazione l’uso di prodotti di
origine animale. Mentre il vegetariano sceglie di non mangiare animali di alcun tipo, il Vegano evita
di mangiare e di utilizzare anche
tutto ciò che ha a che fare con gli
animali e che implica il loro sfrut-
tamento, la violenza nei loro confronti e spesso la loro inevitabile
morte. Di conseguenza, chi opta
per lo stile di vita Vegan non consuma né utilizza alcun prodotto
di origine animale, neppure uova,
formaggi, latte e latticini, yogurt
vaccino, miele, pelle, pellicce, cuoio, piume, lana, seta, perle, spugne
di mare. Oltre naturalmente a non
impiegare cosmetici e prodotti
testati sugli animali o ottenuti
con gli stessi o con parti di essi.
I Vegani consumano con grande
varietà tutti i prodotti vegetali
commestibili di terra e di mare:
verdura, frutta, cereali, legumi,
semi, frutta secca, alghe. Il Veganismo costituisce quindi la naturale evoluzione del vegetarismo,
quando è praticato per ragioni etiche e animaliste, con ripercussioni positive anche sul piano sociale
ed ecologico in quanto influisce in
maniera ancora più ridotta sulle
risorse complessive del pianeta.
Ecco perché cominciano a fare la loro
c om-
parsa i negozi specializzati in prodotti Vegan e si cominciano a pubblicare libri sull’argomento. L’uso
di questo aggettivo non è poi così
sconosciuto come lo era un tempo.
Ma quanti e chi sono i Vegani a
Vicenza?
Non c’è un idetikit ben preciso:
giovani e meno giovani, uomini e
donne, operai e letterati. Un’unica cosa li
accomuna: la consapevolezza di essere
Vegan.
sugli animali, nel rispetto dei deboli e degli indifesi. E’ bene informarsi, leggere, documentarsi
su cosa beviamo, mangiamo, su
cosa dicono i medici. Ci stiamo
lentamente imbottendo di sostanze chimiche. Essere Vegani non
è solo una scelta alimentare, ma
anche morale, salutista ed ecologica”.
Enrico Bertoldo,
operaio: “Io ho
deciso di diventare
Vegan perché voglio
svincolarmi
dalle
Micaela Carbonielogiche di mercato,
ro,
responsabisottraendomi, così,
le di una ditta di No a uova,
alla pubblicità che
trasporti interna- formaggi,
domina la nostra
zionali: “E’ molto
e latticini
società basata sullo
difficile ipotizzare un
sfruttamento di esnumero preciso a Viseri senzienti, usati
cenza, sul web c’è ancome cibo, divertimento e vestiache un sito con la mappa dei Vegario. Tutto ciò alimenta il sistema
ni nelle varie regioni italiane. Di
che ci circonda e di conseguenza
certo è un numero che va in creanche noi animali umani siamo
scendo in quanto il passo tra vevittime del paradigma antropogetariano e vegano è molto breve.
centrico che ci costringe a penPenso che la fascia di età più sensare sempre e solo in termini di
sibile vada dai 25 ai 40 anni.
specie e mai in termini generali ai
Ci sono anche molti stuproblemi. Sono Vegan non per un
denti che hanno modo
discorso salutistico o personale,
di informarsi attrama etico, perché sento il dovere
verso nuove forme di
morale di rispettare ogni terrestre
comunicazione come
su questa Terra che, come me, ha
internet, gli ambienti
bisogno della propria libertà e
universitari, i media e
dignità”.
le associazioni del territorio. Basti pensare a
Donatella
Ceccon,
realtà come la Lav: se
docente di Storia e
si è animalisti, si
Filosofia: “Nel mio
è anche Vegani.
caso è stato proNon esiste un
prio l’amore per
target vero e
un animale doproprio. Nel
mestico a farmi
mio caso è stacambiare prota una scelta
spettiva
sul
pret ta mente
mondo. Prietica, una scelta
ma non avevo
di vita non viomai provato
lenta, un risveglio
un particolare
che è arrivato da un
interesse per gli
giorno all’altro. Essere
animali, poi ho
Vegani porta a un ritorno
cominciato ad afalle origini come scelta alimentafinare la mia attenre e nello stesso tempo va contro
zione e la mia immagiogni forma di violenza, in primis
nazione. Ho capito che gli animali
sono esseri senzienti, che possono
provare dolore, gioia, paura, senso di abbandono e solitudine esattamente come noi. Mi sono resa
conto della spaventosa quantità di
dolore che subiscono nel momento in cui sono da noi umani ridotti a pure cose, fatte di parti che
hanno la sola finalità del profitto.
Ne consegue che l’alimentazione
passi in primo piano: mangiare
cibo e non dolore. Il teologo De
Benedetti dice che uno dei misteri
più grandi nel mondo di Dio è la
sofferenza degli animali i quali, a
differenza dell’uomo, non hanno
malizia e non hanno cercato di
diventare Dio. Io, pur apprezzando enormemente la sensibilità di
questo intellettuale cristiano, non
cerco nella religione un orientamento. La mia scelta nasce da una
semplice convinzione: cerco di
dare senso alla mia vita provando,
il più possibile, ad attraversarla producendo la minor quantità
di sofferenza negli altri esseri,
umani e non, che vorrei pensare
come compagni di viaggio su
questa Terra”.
I ristoratori e la cucina vegetariana
(ADC) In provincia di Vicenza
qualcosa si sta muovendo: alcuni
ristoranti e trattorie propongono
menu tipicamente vegetariani e
anche Vegan. Altri si stanno ormai
specializzando in base al sempre
più crescente numero di richieste. Altri ancora accettano, su
commissione, di preparare cene e
banchetti tipicamente Vegan visto
che i Vegetariani integrali spesso
si muovono in gruppo e rappresentano uno spaccato della società in continua evoluzione. Vicenza
città non ha al momento un grande assortimento di locali con degustazioni Vegan. Probabilmente
perché specialità come il baccalà e
la soppressa avrebbero vita breve.
Eppure molti piatti possono, per
così dire, “veganizzarsi”. Ed è così
che una cotoletta diventa vegetale, mentre un piatto di lasagne
ha una ricca farcitura di verdure
miste. Ecco un esempio di un ban-
d’orzo, o bevande a base di cacao.
chetto Vegano: zuppa di cipolle
Esistono poi tanti biscotti senza
alla francese, tagliatelle al ragù di
latte, burro e uova: si trovano sia
seitan alla bolognese, spezzatino
nei negozi di alimentazione biolodi soia, funghi, patate con polenta,
gica sia nei normali supermercafagottino di frutta con crema alla
ti. Anche alcune delle marche più
vaniglia. Ma al di là delle occadiffuse producono
sioni convivali, quali
biscotti Vegan. Chi
sono le colazioni, le
poi è appassionacene e i pranzi dei
to del pane, burro
Vegani? Fare una coe marmellata, può
lazione di questo tipo
usare il burro di soia
non è semplicissimo
o una margarina vese si è fuori casa, pergetale. Altra opziochè potrebbe essere Menù
ne è una colazione
molto difficile trova- a base di
a base di frutta, o
re al bar qualcosa di tofu, seitan
una colazione salata,
dolce, tipo croissant
con crackers e fette
o brioche, che non e alghe
biscottate
guarnicontenga latte, uova,
ti da patè vegetali.
o addirittura strutto.
Molto Vegan è poi la frutta secca.
A casa, però, il problema non si
A pranzo o a cena si prediligono
pone. Al posto del latte di mucca
primi piatti sempre a base di cebasta scegliere il latte di soia, di
reali o assimilati come pasta, riso,
riso, di mandorle, di avena, oppupolenta di mais o di grano sarare si può optare per il caffè, caffè
ceno, farro, orzo, cuscus, bulgur,
quinoa, tapioca, miglio, avena, segale, oppure le zuppe o gli stufati
di legumi. Come secondi piatti gli
hamburger, gli affettati e le cotolette, ovviamente solo vegetali.
E poi insalate di riso, di pasta,
di farro, e quant’altro, fredde nei
mesi estivi, da riscaldare nei mesi
invernali. Per completare il quadro gastronomico frutta e verdura in abbondanza. Come spuntini
ancora frutta, yogurt di soia, biscotti, panini magari con burro di
arachidi, o con crema di nocciole
o di mandorle. Nell’alimentazione
Vegan si utilizzano tanti cibi nuovi, ma tradizionali per altre culture: il tofu, il seitan, le “bistecche”
o “spezzatino” di soia, le alghe.
Queste ultime sono un cibo ricco
di iodio e calcio, e rappresentano
un piatto tradizionale nei paesi
orientali. Vengono aggiunte in
pezzi alle zuppe di legumi, oppure
possono essere usate come parte
del ripieno in torte salate, grattugiate a piccoli pezzi sulle insalate,
in condimenti per la pasta. Ma il
tofu cos’è? E’ una sorta di “formaggio” preparato con il latte di
soia. E il seitan? E’ un alimento a
base di glutine di frumento, iperproteico. Viene venduto in vari
formati: affettato per panini, aromatizzato con vari sapori, affumicato, a fette da mettere in padella,
“informe” per spezzatini e stufati.
E’ proprio l’alter ego della carne.
Strano a dirsi, ma alcuni tra i piatti più famosi della cucina italiana
“povera”, come le zuppe e le minestre a base di legumi e verdure,
sono specialità che oggi apparterrebbero alle specialità Vegan.
L’evoluzione, conta, ma il ritorno
al passato non è mai stato così
moderno come in questo caso.
volontariato
204 del17 dicembre 2010
numero
ViPiù
Volontariato
22
Pagina redazionale realizzata in
collaborazione
con il Centro Servizi Volontariato
Racconta le azioni solidali
I vincitori
Terzo classificato
Primo classificato
Secondo classificato
Le farfalle amiche
Stefania aspettava con ansia la
chiamata dal Provveditorato.
Ci sperava tanto in un incarico
annuale. Aveva superato lo scritto
e pure l’orale e adesso l’attendeva
il primo vero impegno da docente.
Per tre anni aveva accettato supplenze sporadiche; ora il punteggio
era salito e in cuor suo sperava tanto in una classe da portare avanti
tutto l’anno scolastico. Sapeva che
le sarebbe spettata una sede al
nord; la sua Puglia l’avrebbe portata con sé, nel suo cuore, ovunque
si sarebbe spostata. Temeva, ma
era anche fiduciosa delle incognite che l’aspettava, dei sacrifici che
ancora avrebbe dovuto sostenere.
Lei era orgogliosa del suo percorso
intellettivo e avrebbe fatto il possibile per realizzare ciò che si era
prefissata: meritare una cattedra
stabile. “Lettere e storia” la sua
materia. Mentre si confidava con
la mamma, appianava i suoi timori, e già la
stava convincendo di trascorrere
un periodo su al nord, una volta
stabilitasi. Il trillo del telefono
interruppe il loro discorrere amichevole. Stefania ascoltò con attenzione la voce all’altro capo del
filo: “Lei è destinata l’intero anno
presso l’istituto magistrale di Vicenza. Si presenti in Provveditorato il quindici settembre, alle nove”.
La giovane aveva visitato Venezia
come regalo di laurea cinque anni
prima, ed era stata affascinata da
questa città affondata sull’acqua,
con quelle calli strette, quei ponti
così romantici e quei palazzi immersi nella laguna. Per il resto non
sapeva nulla, tranne di un grande
architetto di nome Palladio. Sapeva che aveva lavorato a lungo in
città e nel territorio circostante.
Le ville venete erano sparse soprattutto nelle vicinanze. Palladio
aveva segnato la storia dell’architettura fin dal cinquecento e lei
l’aveva conosciuto studiando “storia dell’arte”.
Stefania aveva un sogno nel cassetto: visitare un giorno “La rotonda” opera massima, conosciuta e
copiata fino in America.
Le balzò alla mente un inserto nel
verde della campagna prospiciente
i colli. Già si sentì più tranquilla al
pensiero di salire in questa piccola
città tutta da scoprire. Fece i bagagli e ottimista assicurò ancora una
volta mamma e papà che mai pri-
Manifesto “The Box”
di Mila Magrin
Motivazione: "Le azioni
solidali come un’esplosione di energia positiva e colorata che contagia la città
con la sua festa e i suoi
numerosi momenti comunitari. L’opera di Mila
riassume in un solo, qualificante sguardo il significato di quello che sono
stati i 3 giorni di Azioni
Solidali. E’ un manifesto
di gioiosa speranza, uno
slogan di raffinata perizia grafica unita ad una
soprendente efficacia comunicativa dell’intensità
e della vitalità delle Azioni
Solidali Vicentine”.
Richiami di speranza
Voci suoni colori nell’antica
piazza.
Ai piedi dei palazzi e dei bianchi
colonnati
sotto la vecchia torre
richiami di speranza,
oggetti intessuti dei colori della
sofferenza
e dei fili dell’amore,
pagine infinite, storie di vita
raccontate in una giornata d’ottobre
alla luce chiara del sole che ancora riscalda
chi vuole amare
ne simultanea avvicinandosi ad
ognuno di essi. Entrarono piano
piano in un mondo sconosciuto,
un universo di realtà da conoscere e approfondire. Stefania si rese
conto, quanto in questa piccola
città si lavori nel cercare di coinvolgere la gente nell’importante
ruolo del ‘donare’ ai più sfortunati
un po’ del loro tempo e delle loro
energie. Molte le figure femminili
che si dedicano a tempo pieno per
organizzare, programmare un lavoro come il CVS cui fa capo più
di trecento associazioni operanti
in città. Alcune appena nate, altre
affermate da qualche tempo. Le
dissero, che l’anno prossimo 2011
è già stato fissato quale anno europeo del Volontariato. Presero
spunto da questo appuntamento.
Stefania, d’accordo con la giovane
collega, sentirono l’impulso che
anche loro dovevano impegnarsi
in questo fronte, iniziando già l’indomani, parlandone in classe, per
promuovere ciò che avevano visto
quel giorno 2 ottobre. Sentirono
che la strada giusta era questa:
“divulgare il messaggio, per avvicinare le loro ragazze verso chi è
nella difficoltà e nel dolore.” Trasmettere amore, ritagliando qualche ora allo svago, spesso vuoto e
inoperoso trasformando qualche
ora in “azioni solidali”. Dovevano
spronare le studentesse ai valori di
un tempo, quando la tv non c’era e
in ogni contrada ci s’improvvisava
psicologi, infermieri, assistenti dei
moribondi e disponibili alle veglie
funebri. Tutto questo allora veniva
spontaneo farlo, era un dare vicen-
devole e ci si sentiva bene, perché
”dare è meglio che ricevere”. Tra i
gazebo loro due raccolsero più volantini per leggersi con calma le
attività e anche ciò che concerne
le finalità delle associazioni. Uno
di essi recava la sigla UILDM e in
basso spiccava una farfallina dai
colori della nostra bandiera. La
stessa farfallina era stampata sul
cartoncino legato ai vasetti di miele siciliano allineati sul tavolino.
“La farfalla fatica uscire dal bozzolo, così noi portatori di un gene
difettoso, fatichiamo e lottiamo
tutti i giorni nella speranza che la
ricerca con l’aiuto di tanti generosi donatori e volontari, arrivi un
giorno a sconfiggere la Distrofia
Muscolare e tutte le altre malattie
genetiche“. Noi adulti possiamo
rassegnarci, ma i bambini no, devono avere la speranza che si arrivi
a una cura, perlomeno di fermare il progredire inesorabile della
malattia. Stefania pensò subito ai
suoi cugini in Puglia. Loro avevano un piccolo laboratorio dove facevano nascere farfalle. Decise di
telefonare e prendere contatti per
la giornata importante dell’anno
venturo 2011.
Sicuramente non si sarebbero tirati indietro. Quel giorno per la gioia
dei tanti bambini vicentini in Piazza dei Signori, una variegata gamma di farfalle vere, voleranno tra i
gazebo per sorprendere e unire il
nord e il sud in una manifestazione
unitaria di gioia e solidarietà.
ma d’ora, si era sentita realizzata e
fiduciosa di ciò che l’attendeva.
Arrivata a Vicenza si guardò attorno e tutto le parve gradevole: il clima asciutto, i colli Euganei armoniosi, la Basilica di Monte Berico lì
sopra a proteggerla… Trovò in fretta un piccolo alloggio nella zona
chiamata Stanga, ma con il tram
non ci sarebbero stati problemi arrivare all’istituto Fogazzaro in pochi minuti. Anche i primi approcci
con le allieve furono incoraggianti, così i colleghi le dimostrarono
simpatia e le dettero i numeri di
telefono per chiamare in qualsiasi momento di difficoltà. Qualche
domenica successiva uscì con una
giovane collega, anche lei al suo
primo incarico. Passeggiando per
il centro videro tanti gazebo bianchi, ognuno contraddistinto dallo
slogan della propria associazione.
Si avvicinarono e capirono che si
trattava della giornata del Volontariato. Per l’esattezza si festeggiava il decennale di questa grande
famiglia di vicentini che operano
in silenzio, offrendo il loro tempo
a chi vive periodi di difficoltà, dolore e ansia. C’erano uomini con la
loro divisa della Protezione Civile,
l’Avis contrassegnata da grandi
cuori rossi, tanti ragazzi giovani
mascherati da Clown che s’infilano nelle corsie delle pediatrie e
portano sorrisi ai bambini, la Sogit che trasporta con le ambulanze
chi necessita di una visita e altre
associazioni ancora. Quel giorno
distribuivano palloncini ai bambini che si fermavano con i genitori.
Entrambe sentirono un’attrazio-
Anna M Albarello
Associazione Malattie Rare
“Mauro Baschirotto”Onlus
Giovanna Grazian
cultura
pag
IL CSV ASSEGNA ALTRI
CONTRIBUTI BANDO BLU
2010 PER 36.760 EURO
Il Consiglio Direttivo ha deliberato
il 6 dicembre c.a. di assegnare per il
bando 2010 – Secondo Gruppo (Formazione, Eventi e Pubblicazioni, Idee
e Creatività) l'erogazione di contributi per un ammontare complessivo
di 36.760,00 euro per un totale di 10
progetti. Si tratta dei progetti presentati per la scadenza del 31/10/2010,
gli ultimi del bando 2010. Riceveranno contributi le associazioni: A.Di.
Ma. Associazione per la Difesa del
Malato (4.000,00 Euro), Amici Del
Cuore Vicenza (4.000,00 Euro), Ancis Aureliano (2.400,00 Euro), Croce Verde Bassano (4.000,00 Euro),
Culture Amiche (3.900,00 Euro),
Gruppo Volontari Ospedalieri Bassano (2.460,00 Euro), H81 (4.000,00
Euro), Malattie Rare Mauro Baschirotto (4.000,00 Euro), Malattie
Rare Mauro Baschirotto (4.000,00
Euro), Protezione Civile Misquilese
(4.000,00 Euro). Con questa ultima tranche, sottolinea la Presidente
Maria Rita Dal Molin, il CSV ha approvato 292 progetti (bando rosso
100 - bando blu 129 - bando verde 63)
per un totale di Euro 1.455.395,95
(bando rosso 898.749,72 - bando blu
468.597,00 - bando verde 88.049,23),
presentati da 174 associazioni di volontariato iscritte al registro regionale. Si evidenzia rispetto agli anni
precedenti un aumento delle associazioni che hanno presentato progetti
per concretizzare le loro "Azioni Solidali" a favore della comunità Vicentina. Rinnoviamo la nostra gratitudine
alle Fondazioni Bancarie che, grazie
al loro contributo, annualmente ci
permettono di erogare questa linfa
vitale alle associazioni, fornendo al
tempo stesso servizi utili a supporto
di tutti i volontari che si impegnano
in azioni di cittadinanza attiva e responsabile, volano per promuovere
solidarietà, condivisione attivando
significative relazioni ed alleanze con
le istituzioni. Tornando al 5 dicembre
"Giornata internazionale del volontarito", vorrei trasmettervi la gioia che
ho nel cuore per questo nostro incontro che, a detta di tutti, è stato un vero
successo. Siamo riusciti a coniugare la
condivisione dei valori con la voglia di
ritrovarci tutti insieme: applaudendo
i vincitori del concorso “Racconta le
Azioni Solidali” abbiamo riassaporato
le giornate della solidarietà, rivissuto
alcuni momenti abilmente sintetizzati
con suoni, immagini e parole. Grande
merito poi al gruppo “Le Officine del
suono”, che ha saputo toccare il cuore di ciascuno di noi, dei più piccoli
come dei più grandi, risvegliando al
tempo stesso cari ricordi. Ancora avvolti nella magia di questo incontro,
prepariamoci al 2011, “Anno Europeo del Volontariato”, continuando a
contraddistinguerci come volontari
per la forza del nostro agire, sottolineando i principi fondanti della carta
dei valori che si concretizzano ogni
giorno nel nostro operato, nel nostro
essere “Volontari”.
Buon Natale e Sereno Anno Nuovo.
204 del17 dicembre 2010
numero
23
pag
ViPiù
cultura
Un libro per Natale,
non natalizio
Gaiman racconta di morti, di spiriti e di fantasmi senza mai parlare di Dio, di Bene o di Male. Un bellissimo regalo, utile a riflettere
su quanto di falso e di stereotipo vi sia nella melassa di presepi e gesubambini che sta per sommergerci.
di Giuliano Corà
I
n una nebbiosa notte autunnale
di una sonnolenta cittadina inglese, un assassino si aggira silenzioso in una casa ai piedi di una
collina, tenendo in mano il suo
coltello affilato. Ha già ucciso tutti
i membri della famiglia: il padre,
la madre, la sorellina maggiore.
Gli rimane solo il bambino, appena poco più che un neonato, ma
quando sale in camera sua non lo
trova più. Gattonando gattonando, il piccolo ha risalito la collina e
si è infilato tra le sbarre dell’antichissimo cimitero che la sovrasta,
tanto antico che non accoglie più
nuove sepolture, ed è stato dichiarato monumento nazionale. Il suo
arrivo desta non poco turbamento
tra gli spiriti, ma appena capiscono che il bambino è in pericolo decidono di aiutarlo: quando l’assassino arriva per finire il suo lavoro,
una sottile magia lo conquista e
lui pian piano dimentica di esser
stato lì, e perché, e se ne va un po’
stordito. Il bambino verrà dunque allevato dagli
spiriti, che da secoli
abitano nelle loro
tombe. A prendersene cura saranno
vecchi mercanti del
Seicento, gentiluomini del Settecento,
zitelle dell’Ottocento, ma anche Lupi
Mannari, e Vampiri, e perfino antichi
guerrieri celti, dal
fondo del loro tumulo. Passeranno molti
e molti anni. Il bambino crescerà, avvolto dalle maglie di un
affetto tanto bizzarro quanto profondo
ed intenso. Scoprirà
il mondo esterno, diverrà adolescente, e
un libro che avrebbe potuto
finalmente incontrerà di nuovo il
scrivere solo un inglese, cioè
suo assassino, cui chiederà conto
il figlio di una cultura in
del male commesso. Qualcuno ha
cui il Paganesimo ha radici
scritto - cito a memoria - che un
antichissime, che una Crilibro ‘per ragazzi’ è tale davvero
stianizzazione forzata ed
solo se può esser letto con piaceimperfetta e mai davvero
re ugualmente intenso anche da
completata, non ha potuto
un adulto. Così è, certamente, per
tagliare. Si ha così un libro
questo bellissimo libro di Gaiman,
che racconta di morti, di
che io - più che adulto ormai quasi
spiriti e di fantasmi, ma
vecchio - ho chiuso con un nodo
che mai nemmeno per un
alla gola. “Il figlio del cimitero”
istante parla di Dio, di
è un libro colmo di bene e di teBene o di Male. Dio esnerezza, un libro profondamente
sendo per l’autore, mani‘educativo’, non nel senso pedante
festamente, un concetto
e didascalico del termine, quanto
abbastanza lontano, e
perché impregnato di ‘buoni senfilosoficamente estratimenti’: amore, affetto, amicizia,
neo; e Bene e Male,
protezione, rispetto, onestà. È
come ho già detto, valoun libro che avvince - e che pure
ri che non derivano da
si cerca di non leggere troppo in
u n’A u t o fretta, per non veder
rità superiore, ma
finire le pagine! - ma
provenienti solo dal
soprattutto commuocuore, che è l’unico
ve intimamente. Gli
criterio con cui qui
spiriti, ognuno “crivengono “giudicati” i
stallizzato” nelle abivivi e anche i morti.
tudini e nelle manie
Una storia, insomdella loro esistenza, Una storia
ma, morale ma al
vengono descritti con morale ma
stesso laica.
grazia, umanità e rial tempo stesso tempo
Dunque, un bellissispetto esemplari: la
mo regalo di Natabontà - ci dice Gai- laica
le, utile a riflettere
man - non ha temsu quanto di falso e
po, né appartenenze
di stereotipo vi sia
culturali, ma può
nella melassa di presepi e gesuprovenire solo dall’animo umano.
bambini che sta per sommergerci;
È inoltre - e mi sembra questa una
ottimo per ricordare che valori e
considerazione fondamentale -
R
PASSIONE SOFTAIR
Via G. Matteotti, 9
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Tel. Fax 0444 1802026
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morale non sono appannaggio
esclusivo di nessun credo religioso, ma soltanto degli “uomini di
buona volontà”, a qualsiasi credo
appartengano. E - perché no?! anche dei fantasmi. Dopo i precedenti e già molto belli “Coraline” e
“Stardust”, questo è certamente il
capolavoro di Gaiman: un piccolo
libro, ma ti vien da pensare che il
mondo non è poi così brutto se,
ogni tanto, c’è qualcuno che scrive
un libro così.
“Il figlio del cimitero”, di Neil
Gaiman, Mondadori Editore
e Ovest - Alto Vicentino
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augurano
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a tutti i lettori e gli inserzionisti, che ci consentono di dare
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a chi vorrebbe restringere o, peggio, asservire gli spazi dell’informazione,
per lo stimolo quotidiano aggiuntivo che ci danno a conquistarceli,
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