Editore e copyright
©SVGW/SSIGA 2014
Pubblicazione trimestrale, 300 esemplari
Realizzazione: medialink, Zürich
Impressione: Zofinger Tagblatt AG
Redazione
Christoph Meier, Paul Sicher, SSIGA
Collaborazione in questa edizione
Raffaele Domeniconi, SSIGA
04 2014
Editoriale
In tracce sono a malapena tossici
Arsenico e uranio – questi due elementi evocano qualcosa di demoniaco. Il primo, infatti, è un famigerato e perfido veleno usato nei gialli,
mentre il secondo fa pensare all’energia nucleare, i cui rischi non sono
facilmente stimabili. In relazione
all’acqua potabile, però, il significato delle due sostanze non è drammatico. Qui si trovano solo in tracce
e non sussiste un imminente pericolo di avvelenamento.
È per diversi motivi che la SSIGA ha
ugualmente redatto una raccomandazione per la gestione di queste sostanze, come potrete leggere in
questo numero di Riflessi. Da un
lato vuole aiutare le aziende dell’acqua potabile nell’applicazione dei
nuovi valori limite, dando delle
istruzioni molto pratiche. L’associazione sostiene inoltre ovviamente
l’intenzione del legislatore, che intende, con i nuovi valori limite, ridurre eventuali i danni a lungo termine.
Dal profilo della precauzione, è necessario osservare anche l’uranio
contenuto nei concimi fosfatici. Una
lenta riduzione della qualità delle
acque grezze a causa di questa fonte
non dovrebbe essere semplicemente
accettata dalle aziende dell’acqua
potabile.
Christoph Meier
Prima di abbandonare una sorgente a causa dei valori di arsenico o uranio, occorre valutare le alternative.
Attualità
Gestire arsenico e uranio nell’acqua
potabile
Nel 2014 sono entrati in vigore dei valori limite più bassi per l’arsenico e
l’uranio nell’acqua potabile. La SSIGA ha ora redatto una raccomandazione
per la gestione delle sostanze in tracce che si rivolge alle aziende dell’acqua potabile svizzere. Sono colpite le regioni delle Alpi, mentre sull’Altipiano anche l’uranio contenuto nei concimi fosfatici può rappresentare un
potenziale pericolo.
In una captazione dell’azienda
dell’acqua potabile fittizia «Modella», il laboratorio del Cantone Ticino
misura una concentrazione di arsenico di 20 microgrammi per litro di
acqua potabile. Il valore misurato è al
di sotto del vecchio valore limite di
50 μg/l, ma supera il nuovo valore di
10 μg/l dell’Ordinanza sulle sostanze
estranee e sui componenti (OSoE), in
vigore dal 1. gennaio 2014. Il problema che deve affrontare Modella è
se può ancora fornire ai propri utenti
l’acqua potabile, che deve essere
conforme alla legge, da questa captazione. Ma come deve procedere
l’azienda dell’acqua potabile Modella?
Dipende dal sottosuolo
Per aiutare i Comuni in casi simili, la
Società Svizzera dell’Industria del
Gas e delle Acque ha fatto redigere
un’apposita Raccomandazione. Dato
che oltre all’arsenico è ora regolato
anche l’uranio e che la tematica è simile, la Raccomandazione s’intitola
«Gestione delle sostanze in tracce di
origine geogenica (arsenico e uranio)
nel trattamento dell’acqua potabile».
Geogenico significa che le sostanze
sono presenti naturalmente nel suolo. L’uranio, ad esempio, è riscontrabile in concentrazioni alte laddove è
prevalente il granito. Dalla connessione tra arsenico e uranio e il sottosuolo, consegue che sono colpite soprattutto le aziende dell’acqua potabile dei Cantoni di montagna come i
Grigioni e il Vallese.
Nella Raccomandazione è dapprima
spiegato quali sono le prescrizioni legali e quali valori di riferimento esistono per questi due elementi. Il let-
tore viene anche informato su come
si è arrivati alla revisione della legge.
La riduzione del valore limite per l’arsenico, ad esempio, si basa su nuovi
studi e raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. La
descrizione dei due elementi ha lo
scopo di far capire meglio agli operatori delle aziende dell’acqua potabile
come funzionano i processi per la riduzione di queste sostanze.
Proposte di intervento concrete
Il responsabile di Modella forse si interessa poco alle forme nelle quali
l’uranio può presentarsi. Di sicuro,
però, vuole sapere in che modo deve
procedere per ridurre l’arsenico. Per
questo la Raccomandazione offre un
aiuto concreto, tra le altre cose, con
un diagramma che mostra come
prendere delle decisioni. Da qui appare chiaro che non è necessario preoccuparsi fin dall’inizio di dover realizzare un nuovo impianto. È piuttosto consigliato, tramite domande, di
analizzare compiutamente la situazione. È possibile che siano necessari
più dati o che l’acqua inquinata possa essere diluita con l’acqua di un’altra captazione. Non è indicato agire
in maniera affrettata, poiché la Confederazione ha fissato un termine di
5 anni per l’attuazione delle nuove
prescrizioni.
Vanno integrati anche gli aspetti
economici
Se però in un impianto non c’è modo
di evitare la riduzione delle sostanze
in tracce, la Raccomandazione della
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Legende
I valori di arsenico e uranio dipendono dal tipo di sottosuolo. Per questo motivo i valori
alti si trovano soprattutto nelle Alpi.
SSIGA mostra quali sono i processi
esistenti. Di nuovo sono proposti dei
processi concreti in base alla situazione. Se la concentrazione di arsenico supera il valore limite e quella di
uranio invece è chiaramente al di
sotto, è consigliato un filtro a ossido
di ferro rispettivamente un assorbimento su idrossido di ferro. Anche se
Uranio nel concime
(cm) Una possibile fonte di uranio nelle acque grezze potrebbe essere, oltre al sottosuolo naturale, pure il concime fosfatico che anche in Svizzera è ampiamente impiegato.
Come si evince dal rendiconto annuale 2013 del laboratorio cantonale di Berna, si stima
in maniera grossolana che ogni anno vengono spanse sui campi circa 2.2 tonnellate di
uranio tramite concime. L’uranio non è quasi estratto dal suolo dalle piante e può essere
dilavato. Uno studio del laboratorio di Berna in collaborazione con il laboratorio Spiez e
l’UFSP ha inoltre mostrato che in 4 delle 15 captazioni, nelle quali erano attese concentrazioni elevate, le concentrazioni di uranio si sono attestate tra 10 e 30 μg/l, al di sotto
in casi simili si impone una collaborazione con uno studio di ingegneria, la
Raccomandazione sensibilizza le
aziende dell’acqua potabile sul fatto
che esse guardino assieme al loro
partner, oltre alla realizzazione, anche l’esercizio e la manutenzione degli impianti. Nel caso dell’uranio si
aggiungono anche i temi legati al
trasporto e allo smaltimento dei filtri
usati.
Nel caso di Modella probabilmente
non si arriverà mai a questo punto.
Può infatti darsi che una prima analisi abbia mostrato che la captazione
non sia più sostenibile dal punto di
vista economico. Anche questi
aspetti finanziari sono considerati
nella Raccomandazione della SSIGA.
quindi del nuovo valore limite di 30 μg/l. Il laboratorio fa notare, però, che in futuro, con
un apporto di concime invariato, potrebbero presentarsi problemi. Nel 2009 uno studio
tedesco ha dimostrato che vi è stato un lento carico di uranio nei suoli agricoli dovuto ai
concimi fosfatici e un trasferimento nelle acque sotterranee. A parte lo studio bernese,
per la Svizzera non esistono indicazioni in questo senso. In base alle dichiarazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), interrogato sul tema, i dati attualmente disponibili
indicano che un eventuale inquinamento delle acque sotterranee da uranio dovuto a
concimi minerali fosfatici dovrebbe in ogni caso essere molto limitato.
Christoph Meier
La Raccomandazione della SSIGA «Gestione delle sostanze in tracce di origine
geogenica (arsenico e uranio) nel trattamento dell’acqua potabile» dovrebbe
essere pubblicata sulla pagina internet a
inizio 2015. Copie preliminari possono
essere ordinate presso la sede
([email protected]).
La pagina blu
La SSIGA cessa l’attività di esame
del tipo
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Il 1o ottobre 2014 è entrata in vigore
in Svizzera la nuova legislazione sui
prodotti da costruzione. Essa disciplina, tra le altre cose, anche l’immissione in commercio di materiale per
installazioni di acqua potabile in edifici, come tubazioni, raccordi e valvolame.
I requisiti per i prodotti sono disciplinati da normative europee. L’applicazione di queste norme vale anche
per la Svizzera. Delle divergenze
sono possibili solo per i requisiti igienici, poiché i prodotti ricadono in via
primaria sotto la legislazione sulle
derrate alimentari, che in Europa è
sempre ancora disciplinata a livello di
Nazioni.
I requisiti divergenti rappresentano
degli ostacoli tecnici al commercio e
devono quindi essere proporzionati.
Ora - ci si può chiedere cosa la SSIGA
abbia a che fare con queste prescrizioni; come associazione privata la
nostra associazione può stabilire
delle proprie prescrizioni. Una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea è giunta però alla
conclusione che neanche le organizzazioni private, che sono leader sul
mercato, possono istituire degli ostacoli al commercio illeciti. La SSIGA è
una di queste organizzazioni e per
l’ottenimento del marchio di conformità SSIGA non può esigere sui prodotti dei requisiti meccanici divergenti. In Europa, l’esame del tipo per
questi prodotti non deve per forza
avvenire tramite un laboratorio di
prova accreditato, può anche essere
conseguita su semplici banchi di prova. Alla SSIGA gli incarichi di prova
sono molto diminuiti negli ultimi
anni e i banchi di prova sono occupati solo saltuariamente. Per questo
motivo, e anche come conseguenza
degli alti costi, l’ufficio per le certificazioni acqua ha registrato delle alte
perdite. Pertanto il Comitato ha deciso di non effettuare più misurazioni su campioni di prova in laboratorio. La SSIGA continuerà, però, a
certificare i prodotti sulla base di
rapporti di prova di terzi, vale a dire
controllare se è verificato che i requisiti sono mantenuti e pubblicare poi i
prodotti anche nell’elenco delle certificazioni acqua. La SSIGA continua
così a impegnarsi per un alto standard della tecnica dell’installazione
sanitaria in Svizzera.
Anton Kilchmann, direttore SSIGA
Il Ticino ha 15 nuovi
fontanieri!
Il 2 giugno, il 15,27 e 28 ottobre si è
svolta, presso le scuole medie 2 di
Bellinzona, la seconda edizione degli
esami di Fontaniere con attestato
professionale federale.
La SSIGA si congratula con i 15 nuovi fontanieri che sono: Mattia Busi,
Christian Camanini, Moreno Caverzasio, Aldo Dagani, Mirko Degiorgi,
Tommaso Mazzotta, Roberto Molteni, Stefano Moresi, Roberto Murgia, Mirko Negri, Luca Polti, Michel
Poroli-Bastone, Ivan Rossinelli, Gabriele Toletti, Maurizio Tonascia.
Un momento degli esami di fontaniere
Ci aspetta un 2015 ricco di proposte della SSIGA per la Svizzera italiana
A quasi due anni dall’apertura
dell’ufficio SSIGA di Bellinzona è lecito stilare un primo bilancio delle
attività svolte. Sul fronte della formazione il corso di Fontaniere con
attestato professionale federale ha
una programmazione biennale consolidata e un’ottima frequenza. Anche il workshop annuale sull’approvvigionamento idrico per le autorità
comunali viene frequentato con assiduità. Le prime direttive sono pubblicate in italiano, mentre molte altre
sono in fase di traduzione. L’esposizione itinerante AQUAEXPO ha fatto un mini-tour del Ticino, e la collaborazione con le associazioni regionali del settore è molto buona. Forse
la decisione di alcune aziende
dell’acqua potabile di affiliarsi alla
SSIGA ha origine proprio da queste
attività ed è per questo che intendiamo continuare a proporle ampliando
l’offerta già nel 2015.
Per le autorità comunali intendiamo
proporre degli approfondimenti di
Il workshop sull’approvvigionamento
idrico per le autorità comunali ha avuto
luogo nella bella sala del Business Center
di Helsana a Bellinzona
mezza giornata su temi della comunicazione, del finanziamento dell’acquedotto e delle basi legali.
Il 7 e 8 maggio e il 1,2,3 giugno invece avrà luogo il corso per posatori
di condotte, indicato per gli operatori di rete sia di approvvigionamento
idrico che di gas.
Ma soprattutto invitiamo lettrici e
lettori a riservare la data del 13 marzo 2015. In questa data avrà luogo,
al palazzo dei congressi di Lugano, il
primo convegno cantonale sull’acqua, in collaborazione con la VSA.
Con evento intendiamo presentare e
discutere aspetti dell’uso, lo smaltimento e la protezione delle acque.
Un’occasione d’incontro, di scambio
e di arricchimento.
Raffaele Domeniconi, SSIGA
La
SBV-Nachrichten
pagina dell'Associazione Acquedotti Ticinesi AAT
La visita tecnica di AAT, quest’anno in Emilia
Lo scorso 9 e 10 ottobre si è svolta la
tradizionale visita tecnica della nostra Associazione che quest’anno ha
permesso ad oltre 50 dei nostri soci
di recarsi in Emilia Romagna, grazie
anche alla preziosa organizzazione e
sponsorizzazione della ditta InterApp-AG.
In particolare abbiamo potuto visitare una delle due principali centrali
che garantiscono l’approvvigionamento della Città di Reggio Emilia,
impianti gestiti dal Gruppo IREN,
con un serbatoio pensile di ca. 2'000
m3 e da altri due tradizionali serbatoi interrati della capacità di ca.
4'000 m3 ciascuno. Il ciclo idrico gestito da IREN per la regione di Reggio Emilia, va a servire ca. 477'000
abitanti, con 45 milioni di m3 di acqua immessa in rete, che si stende su
ca. 5'000 km. Ci è stato illustrato
come nell’ottica del risparmio e conservazione della preziosa «risorsa
acqua», siano riusciti in 10 anni a ridurre del 13% (ca. 7 milioni di m3)
l’acqua immessa in rete. In seguito
abbiamo visitato l’impianto di Cerezzola (captazione della acque di subalveo lungo il fiume Enza), ed il rela-
I partecipanti alla visita tecnica in Emilia
tivo impianto di filtrazione e trattamento.
Il secondo giorno si è aperto con una
interessante presentazione dei prodotti InterApp e AVK, ed è poi proseguito, con la soddisfazione dei
presenti, con una visita guidata della
bella ed accogliente “verdiana” Città
di Parma, dove abbiamo potuto am-
mirare il Palazzo della Pilotta con il
suo teatro Farnese e la Cattedrale su
Piazza Duomo e la sua cupola ottagonale affrescata dal Coreggio.
Non è infine mancata l’opportunità
di far gustare ai nostri palati, le delizie di alcuni prodotti gastronomici tipici della regione.
Massimo Biaggio, AAT
AAT e DER si ritrovano e discutono i temi caldi
La Città di Bellinzona ha ospitato a
fine ottobre il tradizionale incontro
tra i comitati delle associazioni regionali dei distributori d’acqua romandi e ticinesi. Un evento che si
svolge ogni due anni e che ha quale
scopo quello di mettere a confronto
due realtà simili, discutere di punti
comuni e delle proprie necessità, approfittando reciprocamente delle
esperienze già fatte. Non da ultimo,
l’incontro ha quale scopo quello di
rinfrancare un rapporto di amicizia
che si è sviluppato negli anni.
Tra gli argomenti che sono stati oggetto di discussione ne rileviamo alcuni.
Innanzitutto la problematica del risanamento delle condotte interne degli edifici domestici tramite resine
epossidiche e procedimenti non
sempre conformi, tema per il quale
la SSIGA già fornisce delle raccomandazioni, ma per il quale è necessaria una maggiore sensibilizzazione
sia agli utenti che alle aziende di distribuzione di acqua. A tal proposito
non è da escludere una futura collaborazione.
Modelli tariffali e la citometria
di flusso
Un altro tema è la gestione degli
utenti “importanti”, coloro che per
un motivo o l’altro necessitano di un
trattamento particolare, sia esso a livello di comunicazione in caso di
emergenze o anche a livello tariffale,
in quanto i volumi consumati sono
molto elevati (ad esempio grosse industrie). La discussione si è poi spostata sui modelli tariffali e su soluzioni in controtendenza come le tariffe regressive indipendenti dal tipo
di contatore recentemente introdotte in alcuni comuni d’oltralpe.
Un ultimo argomento degno di nota
è la ricerca di soluzioni per un rapido
responso analitico prima della messa
in servizio delle condotte, il che limiterebbe i tempi di attesa e una rapida chiusura del cantiere. Alcuni rappresentanti romandi hanno fatto
esperienze con la citometria di flusso
e con l’analisi ATP. Si tratta di metodi poco conosciuti alle nostre latitudini, i cui risultati sono di difficile interpretazione e la cui messa in relazione con i metodi tradizionali
(coltura) non è evidente.
Il programma dell’incontro è stato
arricchito da piacevoli momenti conviviali e un’interessantissima visita
alle Officine FFS di Bellinzona.
Merci à tous et à bientôt !
Michele Broggini, AAT
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Gestire arsenico e uranio nell`acqua potabile