IL RAPPORTO TRA FORMA E FUNZIONE NELLE MALOCCLUSIONI DI
ANGLE: REVIEW SISTEMATICA DELLA LETTERATURA.
E. Pezzella, S. Abagnale, P. Villari, R. Uomo, P.Manzo.
Dipartimento di Ortognatodonzia, Prof. R. Martina, Università di Napoli “Federico II”
INTRODUZIONE
Proffit sosteneva che solo nel 5% delle malocclusioni l’eziologia è conosciuta,nel restante 95% rientrerebbero una vasta gamma di fattori,genetici e
ambientali, funzionali e muscolari che, combinandosi tra loro, sono in grado di determinare malocclusioni di I, II e III classe dento-scheletrica.
Sull’influenza del genotipo è noto che non si può agire direttamente, ma si possono attuare delle metodiche d’intercettamento e prevenzione di una
patologia volte ad evitare l’accentuarsi della problematica stessa. Le funzioni muscolari e le loro alterazioni, influenzano in modo significativo lo sviluppo
e l’assetto spaziale di ossa e denti. Per tale ragione la deglutizione, la respirazione e la posizione di labbra, guance e lingua possono influenzare o
guidare la crescita cranio-facciale.
SCOPO DEL LAVORO
Valutare, attraverso una review della letteratura, quali correlazioni esistono tra forma e funzione in ortodonzia, includendo nel concetto di forma sia la
manifestazione clinica intraorale della malocclusione, che la tipologia di crescita facciale e le alterazioni scheletriche che possono essere conseguenti ad
uno squilibrio miofunzionale.
MATERIALI E METODI
E’ stata effettuata una revisione dei lavori indicizzati su database Med-line individuando le correlazioni evidenziate tra ciascuna delle tre classi di Angle ed
i disordini miofunzionali, con particolare riferimento alla postura orale, labiale e linguale, alla modalità di deglutizione e di respirazione e, infine, alle
abitudini viziate quali la suzione del dito, delle labbra e l’interposizione del labbro. Gli articoli sono stati suddivisi in tre categorie in base alla
classificazione delle malocclusioni di Angle e, successivamente, distinti in base al disordine miofunzionale considerato.
RISULTATI
La maggior parte degli articoli selezionati prendeva in considerazione la problematica ortodontica come conseguenza dell’alterazione funzionale.
Nelle malocclusioni di I classe , l’associazione più frequente è stata riscontrata tra la presenza di morso aperto, con diastemi all’arcata dentaria
superiore e/o inferiore, e la deglutizione atipica.
Paziente di 8 anni, I classe scheletrica e dentaria con diastemi
dovuti a deglutizione atipica
Nel morso profondo è stata riscontrata una difficoltà oggettiva nella valutazione logopedica sulla postura linguale anche se alcuni studi indicano una
riduzione delle problematiche miofunzionali in pazienti che presentano una tipologia di crescita brachifacciale con morso profondo
Paziente di 9 anni con morso profondo e diastemi all’arcata
superiore
Nelle malocclusioni di II classe dento-scheletriche con OVJ aumentato, la maggior parte degli sudi riportano l’associazione con il protrarsi della suzione
(ciucciotto e/o dito) oltre il 4° anno di età. Il succhiamento oltre i limiti fisiologici induce alterazioni sulla crescita scheletrica quali disto-posizione
mandibolare, protrusione del mascellare superiore e tendenza alla II classe anche dentaria con OVJ aumentato.Tale OVJ favorisce l’interposizione del
labbro inferiore con eventuale presenza di suzione dello stesso labbro oltre alle alterazioni delle funzioni deglutitorie.
Paziente di 11 anni con storia di suzione del pollice pregressa,
con II classe dento-scheletrica e cross-bite posteriore spesso
conseguente all’abitudine viziata.
Sulle malocclusioni di III classe dento-scheletrica,pochi sono gli studi che hanno analizzato la problematica funzionale, anche se è nota l’associazione
tra il prognatismo mandibolare ed una postura bassa della lingua, spesso conseguente ad un’ alterazione della respirazione. Tuttavia quasi nessuno
studio riporta il rapporto di collaborazione diagnostica e terapeutica tra le figure dell’ortodontista, del logopedista e dell’otorinoloringoiatra.
Paziente di 11 anni con III classe dento-scheletrica di natura
ereditaria.Il paziente presenta una deviazione del setto nasale
che gli impedisce la respirazione nasale con conseguente
respirazione orale, postura bassa della lingua(che può fungere
da ulteriore spinta ad una crescita mandibolare già in eccesso)
e deglutizione atipica conseguente.
Il morso aperto è riportato in letteratura come conseguente spesso ad interposizione linguale e ad alterazioni della deglutizione e/o della respirazione.
La sospensione dell’abitudine, qualora non ci siano alterazioni respiratorie, induce spontaneamente o con terapia miofunzionale, un ripristino del
normale OVB.
Paziente di 9 anni con deglutizione atipica, diastemi e OVB
negativo.
Dopo eliminazione dell’alterazione miofunzionale con
terapiua logoperdica, l’OVB è rientrato nei paramentri di
normalità
CONCLUSIONI
Attualmente non è presente, in letteratura, alcuno studio che riporti l’evidenza di un’associazione tra una determinata anomalia funzionale ed una
specifica alterazione dento-scheletrica. Questo è attribuibile alla difficoltà di analizzare le molteplici alterazioni miofunzionali che possono indurre e favorire
lo sviluppo di una malocclusione.. Ruolo dell’ortodontista e dell’odontoiatra è quello di intercettare disfunzioni che possono, protraendosi oltre i limiti
fisiologici, indurre squilibri strutturali e funzionali nella crescita cranio-dento-facciale.
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