pagina 2 Intervista al presidente nazionale della C.N.D.A. Giovanni Gentile di Francesco Fabbri persino chi si è scomodato per produrre la copia di una registrazione di Società sostenendo l’errata attribuzione di anzianità che CNDA vanta (detto in parole povere, CNDA mentirebbe sulla sua data di nascita, al contrario delle signore si attribuisce più anni di quelli che, in effetti, ha!). Ma il fatto curioso è che non è stata l’UITS a produrre Infatti, la linea adottata dalla CNDA, per questo documento, ma un presidente di ora, è l’attesa. TSN. (qui prodest?) Caro Presidente, pur sapendo di forzarti la mano, stante la tua decisione di non commentare l’assemblea indetta dall’UITS il 9 aprile a Brescia con alcuni presidenti di TSN, ti chiedo, in nome di tanti associati che sollecitano notizie al riguardo, quale sia la linea adottata dalla CNDA. A Brescia, l’UITS per voce dei suoi massimi dirigenti, lamentava un comportamento scorretto ed arrogante di qualche “giacca verde”, non meglio identificata, nei riguardi di Presidenti di Sezioni TSN ospitanti, cosa sai di preciso e cosa ti senti di dire al riguardo? Questa voce era già giunta alle mie orecchie ed avevo sollecitato delucidazioni all’UITS su chi fosse, ma i dirigenti dell’Unione non mi hanno mai risposto fornendomi i nomi. Su quest’argomento la linea di condotta CNDA è rigorosa e intransigente con chi non la segue. Da sempre CNDA è entrata nelle sezioni TSN bussando, chiedendone il permesso al Presidente e fornendo il massimo di collaborazione possibile, sempre nel rispetto dei ruoli e degli accordi e quando è uscita ha “lasciato pulito” e senza pendenze economiche. A testimonianza diretta di chi era presente, l’assemblea di Brescia, causa il comportamento e l’acredine di alcuni dirigenti di TSN (fortunatamente pochi), si è trasformata a tratti in un processo a CNDA, naturalmente un processo in contumacia per l’assenza dell’imputato. Il tutto finalizzato all’aumento delle iscrizioni da 11 euro 15 euro per gara, che era la cosa alla quale premevano maggiormente. Chi ha mostrato quel documento non conosce la storia della CNDA o la conosce solo in parte. Dal mio predecessore alla carica di presidente, Dario Duranti, mi è stata lasciata un’ampia documentazione in merito che mostrerò nelle sedi opportune. Il Presidente Obrist, durante l’assemblea, ha più volte sottolineato la volontà di UITS di non rompere l’accordo con CNDA, ma gli accordi si fanno in due. Il presidente Obrist è un uomo con cui è possibile ragionare, purtroppo è circondato da persone che soffiano per la rottura di quest’accordo e molti non l’hanno ancora capito. In una recente comunicazione l’UITS tranquillizzava i presidenti di TSN promettendo loro la concessione di un contributo di 300 Euro nel caso ci rimettessero nell’organizzazione di gare ufficiali non I.S.S.F. Stranamente, l’Avancarica non compare nell’elenco delle gare “rimborsabili”, a questo punto i casi sono due, o non è vero che con l’avancarica CNDA/UITS i poligoni ci rimettono, oppure si pensa che l’aumento di 4 Euro a prestazione (sbandierato ai quattro venti ma ancora di là a venire) porterà talmente tanto denaro da escludere a priori un sostegno alla sezione. Da circa sei anni assisto a questi comportamenti da parte di UITS. E’ molto semplice Non è un problema di CNDA se le sezioni raccontare storie senza la presenza del diretto interessato. A Brescia CNDA non era stata invitata TSN percepiscano o no contributi dall’Unione, ma e, comunque, non sarebbe stata quella la sede sicuramente questa esclusione fa capire quanto l’UITS tiene all’avancarica. La risposta è nella per stringere accordi. domanda precedente, gli accordi si fanno in due Tra le cose dibattute nell’assemblea, e nessuno ad oggi mi ha informato di come c’è anche la data di nascita di CNDA, c’è l’Unione intende muoversi. pagina 3 A Brescia la maggioranza dei TSN presenti ha votato a favore di un aumento delle quote d’iscrizione e mi sembra una decisione logica, chi sarebbe tanto stolto da rinunciare a priori alla promessa di un maggiore introito, ma tra tutte le sezioni presenti solo due hanno lamentato di lavorare in perdita con l’avancarica, e siccome non è obbligatorio organizzare gare d’avancarica, suppongo che non si proporranno per entrare nel calendario ma, se per sbaglio (loro) lo facessero, cerca di essere comprensivo, rimedia tu al loro errore, lasciali fuori. A Brescia, per quello che mi hanno raccontato alcuni presenti, nessuno sa bene su cosa ha votato; rammento comunque a tutti gli interessati che solo il presidente della sezione TSN ha potere decisionale nel poligono ed è una sua insindacabile prerogativa organizzare o non organizzare gare ed a quale costo, a prescindere dalle decisioni dell’assemblea di Brescia. Il Presidente Gentile mi perdonerà se m’impossesso dello spazio riservato al commento finale. Deontologicamente spetterebbe a lui ma avrete capito che è stato difficile strappargli qualche parola o commento sull’argomento. Detto ciò voglio sottolineare ai soci CNDA che il verbale che è scaturito dall’assemblea di Brescia, non è un “Sacro Testo” come alcuni presidenti TSN credono o sperano, ma solo la traccia degli argomenti che UITS porterà all’incontro con CNDA per il rinnovo o la conferma dei termini dell’accordo di collaborazione, perché, come già detto in precedenza, gli accordi si fanno tra le due parti. Per chi volesse inviare materiale da pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) può scrivere, telefonare oppure inviare una e-mail alla redazione: Avancarica Magazine c/o X.mas srl - Viale della Lirica 61 48124 Ravenna cell. 328.8290263 fax 0544.271417 e-mail: [email protected] RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO ni Gentile, Gent.mo Presidente C.N.D.A. Giovan Gent.mo Sig. Valerio Andriotto ione N. di Vergato, grato a codesta Associaz Il Consiglio Direttivo della Sezione T.S. raring ero a Sezione, esprime sentito e sinc sportiva per avere riposto fiducia nell parte organizzazione puntuale e precisa da ziamento evidenziando un’impeccabile oni tazi pres che ha fatto si che con trecento del Vostro staff e personale operativo, cappunto e lamentela. Compostezza e edu la gara scorresse senza il minimo disa cortras si 'Avancarica hanno permesso che zione da parte di tutti gli sportivi dell a na sportività. Nel confermare di restare ressero tre giornate di tranquilla e sere , erci volg coin tazioni nelle quali decideste di disposizione per altre eventuali manifes per amento oltre ai più elevati complimenti rinnoviamo sentito e doveroso ringrazi Ossequi. l'inappuntabile organizzazione. Fanini Attilio ionale di Vergato. Presidente Sezione Tiro a Segno Naz Vergato. Il Consiglio Direttivo Sezione T.S.N. Per tutte le altre news classifiche e varie, collegati al sito www.cnda.it pagina 4 RECORD EGUAGLIATO da Carlo Arrigoni Record Italiano eguagliato nella specialità Miniè/O da Carlo Arrigoni nella gara di campionato a Santarcangelo di Romagna. Col punteggio di 97/100, Carlo Arrigoni della compagnia APN, ha eguagliato il record italiano realizzato da Sergio Galli nel 1995 a Somma Lombardo. Ufficio Stampa C.N.D.A. DOPPIO RECORD per Antonio Ferrerio Doppio record italiano, D.Malson/O e Remington/O, realizzato a Vergato, nella 12ma gara di campionato da Antonio Ferrerio, della compagnia 3L di Somma Lombardo. Antonio Ferrerio, delegato M.L.A.I.C. per l’Italia, con un bel 82/100 nella specialità Donald Malson/O, che sommato al 92/100 nella specialità COLT ha stabilito il nuovo record italiano nella classifica Remington/O. Ufficio Stampa C.N.D.A. Leonardo Nicoli, 1 0 0 di questi…punti!! Chiusura col “botto” di Leonardo Nicoli, il tiratore di Copparo tesserato per la compagnia AV, ha eguagliato il record mondiale di 100/100 nella specialità Vetterli R. nell’ultima gara di campionato disputata a Faenza l’11 e 12 giugno. Ufficio Stampa C.N.D.A. Per tutte le altre news, classifiche e varie, collegati al sito www.cnda.it pagina 5 VIGEVANO galleria fotografica pagina 6 Rijeka - Memorial Branko Nikolic 2011 Un piccola spedizione torna con un grosso bottino. Solo due tiratori italiani d’avancarica hanno partecipato al “III° Memorial Branko Nikolic”, disputato a Rijeka, Croazia, il 15 maggio. La gara, organizzata al poligono “Vladimir Gortan” dal club “Frankopan” di Rijeka per ricordare l’amico Branko, ha visto protagonisti il ravennate Ivo Angelini, presidente del TSN Ravenna e il faentino Francesco Fabbri, vice presidente del TSN Faenza. Ivo Angelini vincendo la specialità “pistola Kuchenreuter” si è aggiudicato il trofeo “Memorial Branko Nikolic” con la degna cornice del secondo posto nella specialità “revolver Donald Malson”. pagina 7 Per Francesco Fabbri la vittoria nella specialità “fucile Lamarmora” ed il terzo posto nella specialità “fucile Vetterli”. La trasferta in Croazia è servita anche per rinsaldare l’amicizia tra il tiro a segno di Faenza e Rijeka, protagonisti di un gemellaggio vecchio di ormai 27 anni, e per il tiro a segno di Ravenna per poter gettare le basi di futuri sviluppi di rapporti sportivi. A fare gli onori di casa è stato il presidente del club Ivica Suman ed il presidente del tiro a segno di Rijeka, Rajko Samueli-Kacic assieme al presidente del tiro a segno regionale Josip Rupcic. Il prossimo impegno per il tiro a segno di Faenza sarà la trasferta a Rijeka per la tradizionale gara del gemellaggio, in programma dal 1 al 3 luglio. di F. Fabbri pagina 8 Gara promozionale a Sequals In data 9 e 10 aprile, al campo di tiro di Paludo, nel comune di Sequals (PN) si è disputata una gara promozionale d’avancarica, “Trofeo ASDTP Sequals” organizzato dalla compagnia “Tiratori Paludo” con la collaborazione della compagnia APN. Nelle foto: testimonial dell’evento, le regine dell’avancarica italiana, Giuliana Casucci ed Adriana Tivelli. Ufficio Stampa C.N.D.A. pagina 9 MODIFICHE ed AGGIORNAMENTI al regolamento sportivo C.N.D.A. (Assemblea generale delle Compagnie, Parma 27 marzo 2011) nel bersaglio ra dei bersagli, stabilisce dove scrivere Art. 310: bersagli. L’art.312, marcatu ndendo l’uso diffo sta si che ento disciplina. Dal mom i dati relativi al tiratore, Linea, turno, no di prepacontengono tutti questi dati e permetto di etichette prodotte al computer che articolo la propone di aggiungere alla fine dell’ rare i bersagli in tempi molto inferiori, di cui al a da computer, contenente tutti i dati seguente dizione “nel caso di etichett ituisce sost e in basso a sinistra del bersaglio presente articolo, questa va apposta detti dati.” l’obbligo di apposizione di tutti i sud nanimità. Posta ai voti la proposta è approvata all’u succedanei A si propone di aggiungere “l’uso di Art.356: munizionamento. Alla voce disputate gare le e tutt alifica immediata da alla polvere nera è punito con la squ a per iplin Disc di e sion rimento alla Commis o da disputare nella gara e il defe ulteriori provvedimenti”. nanimità. Posta ai voti la proposta è approvata all’u iscrizioni: la delle Gare Nazionali. N°805 – Servizio Art.800: Norme per l’organizzazione Domenica. si svolge nelle giornate di Sabato e voce 9 viene così modificata “La gara iscrizioni, e sufficienti per accogliere tutte le Qualora le linee non fossero giudicat accordo in ltà di estendere il periodo di gara la Società Organizzatrice ha la faco gare il loro le bri della staff possono disputare col Responsabile Sportivo. I mem Socio un di o in presenza del Range Officer giorno precedente l’inizio della gara anno verr tivi rela di osservatore. I bersagli di altra Associazione in qualità .” o giorno di gara ufficiale controllati assieme a quelli del prim nanimità. all’u a Posta ai voti, la proposta è approvat Generali: i a cartuccia metallica. N°702 – Principi Art.700: Regolamento per il tiro con arm ettile proi Il er. cutt wad li etti nte vietati i proi al N°2 aggiungere “sono tassativame avere quelli usati all’epoca considerata. Può deve essere di forma compatibile con diritta a curva (anche con testa piatta) e non una spalla, ma l’ogiva deve essere 2,03.” e del mirino non può superare m/m cono. Al N° 6 aggiungere “lo spessor all’unanimità. Posta ai voti, la proposta è approvata no non voce C aggiungere “lo spessore del miri Art.352: voce C: pistole e revolver. Alla può superare m/m 2,03” spessore pistole e revolver. Al N°2 aggiungere “lo Art.353: Repliche. Voce C – Repliche di 2,03” del mirino non può superare m/m re il N° 40 i lunghe. Dopo il N°32 Magenta aggiunge Art.369: specialità a Squadra per arm n. Ope R e O ora le del N°37 Lamarm Enfield: Squadra di 3 tiratori con le rego gregato to Remington: Iscrizione automatica all’ag Proposta AB a proposito dell’aggrega occorre la a Malson O/R più Colt e Mariette. Non Remington per chi è iscritto alla disciplin luogo alla a la tassa d’iscrizione. Non si dà scheda d’iscrizione e non si pag viene iano messo in classifica. Il Titolo Ital premiazione ma il risultato viene le. Fina a nell migliori senza disputare la gara assegnato sulla media dei TRE risultati all’unanimità. Posta ai voti, la proposta è approvata entare a € 20,00. Il presidente propone di aum Punto 5 OdG: aumento tassa reclami € 20,00. l’importo della tassa reclami di gara a nanimità. all’u a Posta ai voti, la proposta è approvat pagina 10 VERGATO ...un Finalmente, dopo almeno 3 lustri, l’avancarica torna in scena a Vergato. pagina 11 gradito ritorno Ci eravamo dimenticati la strada e le curve che risalendo la statale Porrettana ci portavano sino a Vergato, i circa trenta chilometri da Casalecchio di Reno, ultimo paese di pianura che si lasciava, sembravano almeno il doppio. Ora invece la piacevole sorpresa di una viabilità in gran parte modificata e più spedita. Ma, se la strada è cambiata, è rimasto invariato il fascino di questo poligono incastonato tra le montagne. L’offerta di linee di tiro per tutte le esigenze, sino a 300 metri, ne ha fatta una meta d’obbligo per tanti tiratori e cacciatori. Impeccabile l’organizzazione della gara curata dalla compagnia APN e l’ospitalità del Presidente del TSN di Vergato, Attilio Fanini e dei suoi collaboratori. L’avancarica non è stata da meno festeggiando il ritorno a Vergato con 310 prestazioni ed un record italiano eguagliato da Carlo Arrigoni. di F. Fabbri pagina 12 VITERBO un tuffo nel verde e… nella storia. di F. Fabbri Finalmente si torna a Viterbo, dopo qualche anno di assenza per lavori al poligono l’avancarica torna a far tappa al “Fosso Luparo” com’è storicamente conosciuto l’impianto nato tra il fosso, dal quale prende il nome, e una ripida parete di “peperino”. Terminata la strada d’accesso, remota e accidentata così come ben si conviene a qualsiasi poligono che si rispetti, si apre un gradevole scenario, il verde del prato e le aiuole colorate sono una carezza per lo sguardo del visitatore. Passeggiando all’esterno degli stand di tiro si ha l’impressione di fare un passo all’indietro nella storia, da un pagina 13 lato una ricca vegetazione che forma una cornice impenetrabile allo sguardo a fronteggiare una parete di “peperino”, ricordo di una cava ormai dismessa, gli ammassi di tufo e i muri a secco ricordano al visitatore che ci si trova nella “Tuscia” della quale Viterbo, detta anche la “Città dei Papi”, ne è il capoluogo. A completare degnamente questo scenario non poteva mancare l’immancabile porchetta annaffiata degnamente dall’EST EST EST, il tutto condito dalla calda ospitalità del presidente, l’amico Mario Augusto Gasbarri e dei suoi collaboratori. A tutti voi un sincero ringraziamento per la bella giornata di sport e d’amicizia. Cari amici, questo è lo Sport, quello con la “esse” maiuscola, questo è il vero tiro a segno ad avancarica. pagina 14 UN PO’ DI STORIA del tiro a segno di Francesco Fabbri PRIMA GARA NAZIONALE PRIMA GARA UFFICIALE di TIRO A SEGNO al POLIGONO di BOLOGNA La “Società di Tiro a Segno Nazionale”, istituita col Regio Decreto dell’11 agosto 1861, fu creata per promuovere la pratica del tiro a segno e con il compito di organizzare la prima gara nazionale a Torino nel 1862. Purtroppo i problemi organizzativi non sono solo frutto della società moderna, anche allora sorsero delle difficoltà, la motivazione ufficiale fu la scarsa preparazione al tiro degli abitanti delle zone liberate dalla dominazione straniera dove il possesso e l’uso delle armi erano, sino ad allora, proibiti. Una nobile motivazione quindi ma, pare non fosse l’unica, si parlò anche di un conflitto d’attribuzioni tra il Principe Umberto di Savoia e il Principe Amedeo Duca d’Aosta, oltre a comprensibili problemi di budget (Brescia 2011 è arrivata 149 anni dopo…ma questa è un’altra storia!). Con 1 anno di ritardo finalmente si disputò la PRIMA GARA NAZIONALE di tiro a segno. Fu organizzata dal 21 al 27 giugno 1863, in occasione dell'inaugurazione ufficiale del poligono torinese, nei pressi del Valentino. La Direzione generale era presieduta dal principe Umberto di Savoia, mentre il Comitato esecutivo della gara era presieduto dal principe Amedeo Duca d'Aosta. Il montepremi era di Lire 100.000 oltre ad altri premi in armi e oggetti, sette le specialità previste, revolver a 50 metri e fucili e carabine a 100-200-300 metri. Le gare di fucile erano le classiche “tre posizioni” in piedi, in ginocchio e a terra, con buona pace delle moderne gare “ex ordinanza”. In qualche specialità la gara era aperta anche ai tiratori stranieri ed i soli svizzeri iscritti erano 60. Da parte italiana parteciparono sia tiratori civili sia militari e praticamente tutte le società di tiro risposero all’appello, nonostante la loro recente fondazione furono ben 31 le società di tiro a segno che parteciparono con oltre 30 tiratori ciascuna. La manifestazione ebbe un grande successo ed ebbe riscontri favorevoli anche sulla stampa straniera. La storia narra che durante i sette giorni di gara furono sparati 240.000 colpi senza alcun inconveniente e, trattandosi di armi ad avancarica, provate a immaginare quanto fumo di polvere nera! La parte del leone la fece la "carabina federale svizzera mod. 1851" in calibro 10,4 per quell’epoca l’arma di gran lunga più performante. Ripercorrendo la storia non è raro scoprire come l’iniziativa di singoli soggetti o di organizzazioni private riesca ad anticipare i tempi e colmare le lacune e i vuoti lasciati da strutture ben più organizzate e potenti ed è così che tra i ricordi ingialliti dal tempo riaffiora un evento organizzato dalla Società di Tiro a Segno di Bologna. Questo è il testo di un manifesto del 1862, anno di fondazione della Società di Tiro a Segno di Bologna, probabilmente si tratta della prima gara ufficiale indetta dalla Società Felsinea per festeggiarne la nascita. La carabina federale svizzera menzionate era il mod.51 in calibro 10,4 e il bersaglio a 300 metri. Come si può notare dal programma, i tiratori erano impegnati per più giorni di gara ma la posta in palio era veramente invitante, il valore di una carabina federale Svizzera era notevolmente superiore agli stipendi medi di allora e questo giustificava l’iscrizione non proprio a buon mercato. Il manifesto affisso in città e nei dintorni: “SOCIETA’ DEL TIRO A SEGNO per LA CITTA’ DÌ BOLOGNA E FRAZIONI” Nei giorni di lunedì 6, martedì 7, mercoledì 8 del corrente mese di ottobre dell’anno 1862, dalle ore 8 antimeridiane alle ore 3 pomeridiane, lo Stabilimento del Tiro a Segno è aperto con Concorsi a Premio. Chiunque può prendervi parte. L’arma del concorso è la Carabina Federale Svizzera, ultimo modello, con la sola mira metallica. I premi sono tre carabine, due offerte in dono dai soci, signori Enea Bignami e Paolo Vitali, l’altra regalata dalla Società. Il lunedì e martedì il tiratore farà cinque colpi. I 2 tiratori che, nell’uno o nell’altro giorno avranno un maggior numero di punti, guadagneranno una carabina per ciascuno. All’atto d’iscrizione ogni concorrente pagherà L.2 per giorno. Il mercoledì, il tiratore che avrà fatto il colpo più centrale, avrà in premio la terza carabina. Per questo concorso il numero dei tiri è libero. Il prezzo di ogni colpo è fissato in centesimi 10. Una Commissione nominata dalla Direzione verificherà e deciderà il valore dei tiri. Per la Direzione C. Boldoni – Presidente C. Gennasi – Segretario pagina 15 I revolver americani realizzati per aggirare il sistema “Rollin White” di Gualtiero Fabbri. Cercando notizie sulle conversioni a retrocarica dei vecchi revolver americani mi sono imbattuto in armi che a prima vista apparivano inusuali, in alcuni casi anche improbabili, per molte di queste da una semplice foto non si riusciva a comprendere il loro funzionamento. Diverse di queste armi erano dei tentativi, più o meno riusciti, di aggirare il brevetto Rollin White detenuto dalla ditta Smith-Wesson Per capirne di più mi sono rivolto ad un vero esperto e dopo alcune chiacchierate con lui ho pensato di poter esporre alcuni dei brevetti ideati per superare l’ostacolo Rollin White. DESCRIZIONE DEL BREVETTO ROLLIN WHITE Si tratta del brevetto americano N° 12648 del 3 aprile 1855 con validità di 14 anni. Esso si riferiva ad un revolver in cui si potevano introdurre i proiettili avvolti in carta, contenente anche il propellente, nella parte posteriore del tamburo, inserendoli a mano o per mezzo di un apposito caricatore (rivendicazione n°1 del brevetto). Questo procedimento richiedeva tamburi con le camere di cartuccia forate da parte a parte, questa era una differenza sostanziale con i revolver ad avancarica allora in uso, che si caricavano dalla parte anteriore e quella posteriore era occupata dai luminelli preposti ad alloggiare le capsule ed a convogliare la fiammata di accensione. Se l’inserimento di cariche prive di innesco dalla parte posteriore di un tamburo era privo di un’utilità pratica col tradizionale sistema innesco-polvere-palla inseriti separatamente, diventava invece di vitale importanza quando ci si proponeva di usare cartucce metalliche già dotate di un qualche sistema di accensione, era quello più ovvio. Il tamburo forato da parte a parte, nella sua semplicità, era la soluzione più logica da utilizzare nei revolver, si rivelò, però, un ostacolo duro da superare senza incorrere in una condanna penale per chi non fosse titolare del brevetto. Un’arma con queste caratteristiche era nei progetti di Daniel Baird Wesson, fondatore assieme ad Horace Smith della notissima ditta S & W. L’idea di Wesson era partita studiando la già esistente cartuccia “Flobert”. Auguste Flobert nel 1849 aveva inventato la cartuccia metallica che porta il suo nome, in pratica consisteva semplicemente in un normale innesco di rame in cui aveva inserito una piccola palla, ne risultava un “cartuccino” adatto al tiro da sala, altrettanto semplice. Geniale fu l’idea di Wesson il quale allungò il corpo dell’innesco ed aggiunse all’interno una quantità di polvere nera come propellente. Era nata la cartuccia che nelle successive evoluzioni diventerà la più utilizzata al mondo, questa cartuccia, che verrà chiamata successivamente 22 short per differenziarla dal 22 long nato nel 1871, evolutosi poi nel 22 long rifle (1887). Essa avrebbe dovuto trovare il suo impiego in un piccolo revolver di cui Wesson nel 1856 aveva già approntato un prototipo di legno. Smith e Wesson contattarono R. White e si accordarono per lo sfruttamento del suo brevetto, che era indispensabile per la loro idea. L’accordo prevedeva il pagamento di una royalty per ogni arma prodotta, a sua volta White, nel contratto, si impegnava, a proprie spese, a difendere il brevetto contro ogni eventuale tentativo di contraffazione. Diremo di sfuggita che Rollin White era stato dipendente della ditta Colt ed a suo tempo aveva proposto il brevetto al suo ex datore di lavoro che l’aveva rifiutato! Nel febbraio del 1856 era anche caduta l’esclusiva Colt per il revolver con il tamburo che gira automaticamente alzando il cane, il sistema era a disposizione di tutti, quindi la nuova arma della S & W poté iniziare un’avventura che continua ancora ai nostri giorni. Nel febbraio del 1857 nacque così il primo revolver di una lunga serie: il Revolver Smith & Wesson N°1, first model, in calibro 22 RF a 7 colpi. Questa a grandi linee è la storia che porta alla nascita del primo revolver moderno. Gli innegabili vantaggi di questo nuovo revolver costrinsero molti concorrenti a studiare altre soluzioni per produrre armi che fossero il più possibile competitive o realizzare modifiche a quelle esistenti (le cosiddette conversioni) per adattarle alle nuove cartucce metalliche senza però incorrere nella violazione del brevetto controllato da S & W. Nascono così revolver con idee alternative (nella maggior parte anch’esse coperte da brevetto) che destano curiosità e interesse, sia per gli originali sistemi di caricamento ed a volte anche per la realizzazione di nuove cartucce. Nessuno di questi riuscirà, comunque, ad eguagliare la semplicità e la praticità del sistema Smith-Wesson. (continua nelle pagine successive) pagina 16 Prendiamo in considerazione alcune delle più note e curiose realizzazioni - (i dati numerici sono Plant’s Mfg. Co. Brooklin firearms Co. (Slocum) Lucius Pond Moore pat. firearms (Williamson) Connecticut arms Co. James Reid tratti dal Flayderman’s e da American’s firearms): (Brevetto 12 luglio 1859) (Brevetto 14 aprile 1863) (Brevetto 8 settembre 1863) (Brevetto 5 gennaio 1864) (Brevetto 1 marzo 1864) (Brevetto 28 aprile 1863) PLANT’S Mfg FRONT LOADING ARMY and POCKET REVOLVER Come dice il nome, si tratta di un’arma il cui cilindro si carica dal davanti, infatti, il tamburo non ha fori passanti da parte a parte, ma solo una fessura posteriore attraverso la quale passa il percussore del cane per percuotere il fondello dove è situato l’innesco. La cartuccia è di forma cilindrica con la palla completamente contenuta nel bossolo, diversi costruttori useranno tipi di cartucce che si rifaranno a questo modello, una cartuccia abbastanza simile venne usata anche da Colt per il suo Thuer Conversion, altro brevetto per aggirare l’esclusiva S & W, nel caso di Thuer la palla sporgeva però dal bossolo. Nel revolver Plant, una volta sparato, il bossolo veniva rimosso spingendolo in avanti con l’apposito estrattore situato dietro al tamburo. L’arma disponeva di un secondo tamburo con i classici luminelli per poterla utilizzare anche ad avancarica, a volte c’era anche un terzo tamburo con i fori passanti per utilizzarla normalmente a retrocarica... ovviamente infrangendo il brevetto. Fabbricati dal 1865 (data incerta) furono prodotti circa 8.000 Army in calibro 42 e 20.000 Pocket in calibro 30. BROOKLIN FIREARMS Co. SLOCUM POCKET REVOLVER Quest’arma possiede un sistema assolutamente singolare e mai visto in altre armi. Il tamburo presenta delle aperture radiali attraverso le quali possono scorrere avanti ed indietro dei tubi entro i quali vengono inserite le cartucce. Questi tubi possono essere bloccati indietro, in posizione di sparo, da una levetta, possono poi essere fatti scorrere in avanti, uno alla volta per caricare o scaricare. Fabbricati dal 1863 al 1864 in più di 10.000 esemplari in calibro 32 e meno di 200 in calibro 22. pagina 17 LUCIUS POND FRONT LOADING SEPARATE CHAMBERS REVOLVER Il tamburo, come nella Plant, presenta solamente delle fessure nella parte posteriore per il passaggio del percussore. Le cartucce venivano inserite dal davanti dopo averle caricate in appositi tubetti adatti per tenerle in sede. La strana bacchetta a forma di U facilita l’estrazione dei bossoli dai tubetti. Fallito il tentativo nel 1863 di fabbricare abusivamente revolver in cal. 44 con il tamburo dai fori passanti. Lo stesso anno la ditta si mise a produrre questa variante nei calibri 32 e 22, producendone parecchie migliaia dal 1863 al 1870 MOORE FIREARMS Co. FRONT LOADING TEAT- FIRE REVOLVER La caratteristica di questa arma risiede nella particolare forma della sua cartuccia ideata da Daniel Moore e David Williamson. Alla base questa presenta una piccola protuberanza somigliante ad un piccolo capezzolo, da questo particolare deriva l’appellativo “teat-fire”, contenente l’innesco, la pallottola è completamente “affogata” nel bossolo. Inserendo la cartuccia frontalmente la protuberanza si va a collocare in un foro posteriore del tamburo dove potrà essere raggiunta dal percussore al momento dello sparo. In calibro 32, fabbricato dal 1864 al 1870 in circa 30.000 esemplari fu uno dei tentativi meglio riusciti. (continua nella pagina successiva) pagina 18 CONNECTICUT ARMS Co. POCKET REVOLVER In questo caso il tamburo presenta nella parte laterale-posteriore delle fessure attraverso le quali, oltre al percussore dall’alto può, in questo caso, agire anche la levetta di espulsione dei bossoli, posta sul lato destro sotto il tamburo. La cartuccia, anche qui contenente la palla per intero, è caricata dal davanti e presenta una piccola flangia nel bordo anteriore che aiuta a mantenerla in sede. Fabbricata verso la metà del decennio 1860 in soli 2.700 esemplari, era in calibro 28. JAMES REID POCKET REVOLVER MODEL A Nel caso dei modelli A (3 e 4) di Reid ci troviamo di fronte ad una “astuzia commerciale”. Infatti il revolver era una normale arma ad avancarica, quindi dotato di luminelli, ma questi erano stati concepiti in modo tale che, una volta rimossi, restava un tamburo forato da parte a parte nel quale si potevano inserire le cartucce con accensione a retrocarica. Del modello 3 A in calibro 31 avancarica, oppure 32 RF ne furono fabbricati alcune centinaia nel 1863. Del modello 4 A stessi calibri, ne furono costruiti oltre un migliaio dal 1863 al 1865. pagina 19 Appendice all’Assemblea Generale delle Compagnie Parma 27 marzo 2011 Punto 6 OdG: relazione dei probiviri sulla richiesta di concessione tessere C.N.D.A. ai Soci SLV Scotti e Gambini. Il Membro del Collegio dei Probiviri Gianluca Broia comunica che, avendo il Consiglio Direttivo della C.N.D.A. negata la concessione della tessera per il 2011 ai Soci SLV Franco Scotti e Gino Gambini che non avevano rinnovato la stessa dal 2008, la SLV ha fatto ricorso al Collegio avverso tale delibera. Il Collegio dei Probiviri unanime, rilevato che i due soci SLV non hanno rinnovato la richiesta di adesione dal 2008 ma vengono a richiederla ora per il tramite la società d’appartenenza, che nel frattempo hanno tenuto comportamenti non in linea o contrari al dettato dello Statuto C.N.D.A., sia per i toni e le parole usate verso la C.N.D.A. e la sua dirigenza, toni e terminologia non in linea con lo spirito dell’art. 3 dello Statuto, sono del parere di sospendere il rientro dei due soci oggetto del ricorso della SLV e di sottoporre questo loro parere alla valutazione della Assemblea. Il Presidente Gentile stigmatizza l’assenza del presidente della SLV che, dopo essere ricorso ai Probiviri contro le decisioni del C.D. ed essere stato avvertito e sollecitato a presenziare alla lettura della loro relazione, ha dato delega di rappresentanza ad altro associato C.N.D.A. con precise istruzioni di voto. Il Presidente Gentile, in qualità di presidente della compagnia LARC, dichiara di astenersi dal voto in quanto, parte in causa, non ritiene corretto parteciparvi. Il C.D. chiede all’assemblea che contemporaneamente sia posto ai voti l’operato del C.D. stesso riguardo l’argomento trattato. Posta in votazione la proposta del Collegio dei Probiviri, l’Assemblea ne approva a maggioranza la relazione. L’Assemblea approva a maggioranza l’operato del Consiglio Direttivo della C.N.D.A. con l’astensione (dichiarata e motivata prima delle operazioni di voto) di LARC ed il voto contrario di SLV. Ufficio Stampa C.N.D.A pagina 20 L’avancarica al circolo “I Fiori” di Faenza In occasione del 150mo anniversario della fondazione del Circolo “i Fiori” di Faenza è stata allestita una mostra di armi antiche gestita e curata dal TSN Faenza. Nella sala Kiss dal sabato 26 e domenica 27 maggio hanno fatto bella mostra una serie di repliche ad avancarica, partendo dal moschetto a miccia del 1400, passando per le armi a pietra focaia e le armi militari, sino al più moderno fucile Tryon a luminello. Inserisci il tuo annuncio gratuito su Avancarica Magazine tel. 0544.272252 fax 0544.271417 e-mail: [email protected] Ve n d i ... c e r c h i ... scambi? pagina 21 L’angolo più prezioso è stato riservato ad una serie di armi originali d’epoca garibaldina. Per citarne alcune non può mancare il pezzo più pregiato, il fucile revolver Colt utilizzato dai garibaldini nella spedizione dei MILLE (dei 51 acquistati all’epoca, ne restano solo 6 esemplari) Altre due armi d’epoca esposte il revolver Colt “Navy 1851” e il revolver Colt “Dragoon”. Numerose sono state le visite di curiosi e appassionati durante le due giornate di esposizione, ad accompagnarli nel tuffo nella storia i soci del TSN Faenza, Edmondo Facchini e Gualtiero Fabbri. Ufficio Stampa C.N.D.A. Per tutte le altre news, classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it pagina 22 A.D.A. 2011 la “mela d’oro” resta in Italia di F. Fabbri “Talvolta le cose belle nascono da s é , p e r c a s o ” , q u e s t o è i l commento di Erich Hiehs, storica bandiera del piattello ad avancarica austriaco, “mi trovavo nel giardino di casa e ammirando un albero di mele mi venne l’idea di creare un challenge che durasse nel tempo e cosa c’è di meglio di una mela, mi dissi? Ma non doveva essere una mela comune, ed infatti, pensai a una mela d’oro ed è questa che per la prima volta è stata messa in palio al trofeo ADA”. Per la cronaca il “Trofeo La Mela d’Oro” 2011 è stato vinto dalla squadra mista Italia-Olanda, formata da: Enrico Siclari, Giovanni Gentile e Bertus Kok che la conserverà per 1 anno per poi metterla nuovamente in palio. L’edizione 2011 del Trofeo Alpen Donau Adria, disputata al campo di tiro di Faenza, ha visto in pedana le rappresentative nazionali di: Olanda, Italia, Francia, Austria e Baviera. Il tempo clemente ha favorito le prestazioni dei tiratori autori di ottimi punteggi. Il pratense Enrico Siclari vincendo la specialità Lorenzoni col punteggio di 48/50 ha arginato la marea francese. Infatti, i cugini transalpini hanno chiuso al secondo ed al terzo posto alle sue spalle ma hanno occupato tutto il podio nella specialità Manton. Nel concorso a squadre l’Italia si piazza nei primi 2 posti della classifica Batesville, mentre la Francia vince la classifica Hawker con l’Italia al secondo posto e l’Austria al terzo. La classifica combinata, Lorenzoni più Manton è stata vinta da Enrico Siclari che si è aggiudicato il prosciutto, messo in palio dal Ristorante Diana di Bologna. pagina 23 (continua nella pagina successiva) pagina 24 pagina 26 Il Rogers & Spencer di Pedersoli Un revolver nato per la guerra civile americana ma non utilizzato perché fornito poco prima della fine del conflitto. L’aspetto marziale e la concezione moderna lo hanno reso un classico fra le armi americane. Le sue caratteristiche, scoperte solo nel ventesimo secolo, vengono riproposte anche nella moderna replica. (a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli) Amos Rogers e Julius Spencer iniziarono la loro attività di fabbricanti d’armi nel 1859 a Willowvale, nei pressi di Utica, N.Y., producendo il revolver Pettengill (brevetto di C.S. Pettengill, n. 15388 del 22 luglio 1856) per conto di un gruppo di investitori ma, visto il non pagamento delle forniture, decisero di produrre il revolver (due allestimenti, in calibro .31 e .34) per proprio conto. Dopo aver sfruttato un paio di altri brevetti relativi ad alcune migliorie meccaniche dell’arma (il n. 21054 del 27 luglio 1858 rilasciato a Edward A. Raymond e Charles Robitaille e il n. 38861 del 4 novembre 1862 rilasciato a Henry S. Rogers), i signori Rogers e Spencer ottennero, nel dicembre 1861, due commesse governative per cinquemila revolver Pettengill Army cal. .44 (il calibro .34, nella versione Navy, non era gradito). Tale impegno portò l’azienda ad adeguare i macchinari e incrementare il numero di operai. I primi test, però, non furono molto esaltanti: pur apprezzandone la potenza e la penetrazione da una distanza di 50 yard, venne sottolineata la poca maneggevolezza, ancor di più se si considera che lo scatto avveniva in doppia azione. Nel giugno 1862, pertanto, l’ordine venne ridotto a duemila pezzi. Nel marzo 1863 i costruttori fecero ancora un tentativo di poter fornire altri revolver e, dopo un primo diniego, in maggio arrivò una commessa per diecimila pezzi ma a un costo pari alla metà circa (12 dollari) di quelli ordinati a fine 1861. Sembra, però, che nessuno di questi esemplari sia stato mai spedito. Nasce il nuovo revolver Si giunge così all’estate del 1864, quando i signori Rogers e Spencer approntarono quel revolver che noi oggi conosciamo e che è l’oggetto di queste note. Gli investimenti erano stati troppi e visto che il bilancio dell’azienda non era stato prospero si cominciò a utilizzare le canne, la leva di caricamento e altre piccole parti del Pettengill per creare quello che sarà il nuovo revolver Rogers & Spencer. Per la parte posteriore dell’arma si trasse ispirazione dal revolver creato da Austin Tyler Freeman nel 1863, senza che costui, però, avesse mai concesso di utilizzare il proprio brevetto. A quel punto bisognava vendere il nuovo revolver e, dopo un tira e molla con il dipartimento d’artiglieria, che durò da settembre a fine novembre, arrivò un ordine di cinquemila pezzi. Le spedizioni delle armi si protrassero dal 30 gennaio al 26 settembre 1865, praticamente troppo tardi per essere utilizzati dai reparti Gli sgusci circolari fra i luminelli conferiscono di cavalleria durante al tamburo una elevata robustezza. I fianchi la guerra civile, del cane sono rettificati e lucidati a specchio. tanto che essi rimasero ancora imballati nei magazzini dell’arsenale di New York. Quelle armi ricomparvero il 17 ottobre 1870 in occasione di un’asta pubblica del governo che pensava di recuperare parte delle somme spese qualche anno prima. Il prezzo risultò elevato e nessun acquirente si fece avanti. Il 19 gennaio 1901, in una successiva asta, la Francis La leva di caricamento, il suo perno, o vite-controvite, Bannerman & Son di New York ne acquistò 4982 pezzi di tenuta e il tamburo smontati. Notare l’incavo del direttamente in arsenale al prezzo di 25,27 centesimi di perno della leva di caricamento che, quando allineato dollaro ciascuno. Da lì in avanti quelle armi ebbero un con il corrispondente sull’asse del tamburo, ne grande successo fra collezionisti e antiquari. permette lo smontaggio. La replica Pedersoli La riproduzione del revolver Rogers & Spencer permette di perpetuare lo spirito dei costruttori originali che vollero concepire, pur in un momento di grande disagio tecnico e commerciale, un’arma che potesse stupire per robustezza, maneggevolezza ed efficacia. La sommatoria delle migliori caratteristiche degli altri modelli coevi pagina 27 aveva permesso di creare un revolver il cui disegno apparve subito fra i più moderni ed equilibrati. La distribuzione dei pesi, il profilo dell’impugnatura con le guancette scampanate e la stabilità in assetto di mira costituiscono le qualità più importanti dell’arma. Il telaio dell’impugnatura è integrale al paragrilletto ed è fissato al castello tramite due viti trasversali, inserite dal lato sinistro, come quelle del cane e del grilletto e poste appena sopra la parte superiore delle guancette. Una terza vite è posta davanti l’arco anteriore Particolare della volata e del mirino in ottone. del paragrilletto. Sulla Questo è più alto rispetto all’originale ma p a r t e d e s t r a d e l idoneo al moderno tiro accademico alla castello è ricavata la distanza di 25 metri. consueta smussatura ogivale per facilitare l’inserimento del proiettile nella camera del tamburo. L’asse del tamburo è integrale allo snodo della leva di La particolare scampanatura delle guancette caricamento, il cui smontaggio avviene ruotando la permette un’ottima impugnabilità dell’arma. vite-controvite di tenuta trasversale posta nella parte anteriore del castello. Nella sezione femmina di tale vite è ricavato uno sguscio semi circolare che, fatto combaciare con il suo corrispondente ricavato sull’asse del tamburo, permette al gruppo leva di caricamento e asse del tamburo di sfilarsi in avanti. Armando leggermente il cane per liberare il tamburo dall’ostacolo creato dal percussore del cane in posizione di riposo, e abbassando così il dente di arresto, si può estrarre lateralmente, e verso destra, il tamburo stesso. La culatta della canna presenta un cono di forzamento con una inclinazione tale da facilitare il proiettile nella fase di imbocco della rigatura. Le superfici di attrito degli Confronto tra i revolver Pettengill (sopra) scatti, le sedi di arresto e i denti della e Freeman citati nel testo. L’attinenza di stella di avanzamento del tamburo queste due armi con il revolver Rogers & è evidente (foto tratte da subiscono un trattamento termico di Spencer www.rockislandauction.com; tempra a induzione. I fianchi del ultimo accesso 19.05.2011). cane sono rettificati e lucidati a specchio. Sul tamburo sono avvitati luminelli in acciaio al berillio che, offrendo Rosata di sette colpi (il primo di prova) una maggiore resistenza al calore, garantiscono una maggiore inalterabilità utilizzando una carica di 21 grani di del diametro del foro interno. Svizzera n. 1, pari volume di semolino Gli organi di mira sono costituiti dalla fresatura sulla sommità del e palla cal. .454 (11,53 mm) unta di grasso. Riempimento dello spazio residuo telaio, con funzione di tacca di mira, e dal mirino in ottone su base nelle camere del tamburo con grasso inserita a coda di rondine. La Rogers & Spencer Pedersoli mostra una brunitura nera con USA488 finitura antiriflesso; lungo la circonferenza del tamburo, in corrispondenza dei denti di arresto, è ricavata una fascia lucida antifrizione per la riduzione dell’attrito e dell’usura. La canna è solcata da sette righe, con passo di 450 mm, ricavate tramite brocciatura. Scheda Tecnica Fabbrica Modello Tipo Calibro Canna Congegni di puntamento Congegni di sicurezza Materiali Finitura Lunghezza totale Peso Prezzo Davide Pedersoli & C., via Artigiani 57, 25063 Gardone Val Trompia Rogers & Spencer revolver ad avancarica .44 lunga 190 mm (71/2”); solcata da sette princìpi ad andamento destrorso che sviluppano un passo di 450 mm (1:18”) tacca di mira fresata sul dorso superiore del telaio; mirino conico in ottone con base fissata sulla canna con incastro a coda di rondine posizione di mezza monta del cane telaio, canna e tamburo in acciaio; guancette dell’impugnatura in legno di noce brunitura nera opaca con trattamento antiriflesso 340 mm 1.300 g (2.86 lbs) 975,00 Euro pagina 28 COMPRO... VENDO... FUCILI e CARABINE Fucile A LUMINELLO datato circa 1843 Arsenale Napoletano semi restaurato con meccanica e canna al 95% e legno al 90%, manca di asta di caricamento. € 900 trattabili Luciano 347.5967086 Fucile avancarica replica Pedersoli cal. 45 mod. 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Raro. € 120 Massimo Capone 338.8510997 W COME WINCHESTER E' il titolo del nuovo libro scritto dal socio della S.L.V. Viscardo Brunelli, già autore di “Allin-Springfield-trapdoor system arms”. L’opera comprende tutti i modelli di Winchester, dall’Henry al Mod. 95, con oltre 230 pagine, testi in italiano e in inglese e più di 100 foto a colori. Tra queste spiccano delle stampe a grandi dim. con fucili a grand. quasi nat., con foto di 90 cm. Il libro sarà disp. in due versioni con un prezzo di cop. al pubblico di € 80 con custodia e di € 65 senza custodia. Prenotate l’opera direttamente dall’Editore “Edizioni ET Srl - Varese” contattando il dirett. Signor Bruno Erba. tel. 0332 97 10 28 oppure all’indirizzo e-mail: [email protected]. Potete trovare la presentazione dell’opera anche sul giornale “La vetrina delle armi” e sul sito http://www.lavetrinadellearmi.it LA REDAZIONE RICORDA AGLI INSERZIONISTI DI COMUNICARE AVVENUTE VENDITE DI ARMI O EVENTUALI VARIAZIONI AGLI ANNUNCI IN ESSERE pagina 30 La prima novità di Chiappa Firearms nel 2011: la CARABINA RICHMOND 1862 Chiappa Firearms produce dal 1989 il modello Richmond, un fucile con canna da 40” a tre fascette. Viene ora aggiunta la versione carabina, sempre in calibro .58, con canna rigata da 25”. Il modello Richmond ha una storia interessante: all’inizio della Guerra Civile, i Sudisti si trovavano in difficoltà avendo scarse risorse per la produzione di armi leggere. Nel 1861 dopo la secessione della Virginia, i nordisti tentarono di bruciare il ricco arsenale ed i macchinari che si trovavano nella città di Harper’s Ferry affinchè non cadessero nelle mani dei confederati. I locali riuscirono però pagina 31 a mettere in salvo i macchinari, che vennero trasferiti dai sudisti in diverse locazioni ed arsenali del Sud, in particolare a Richmond, la capitale degli Stati Confederati d’America. Prodotti con i macchinari utilizzati per la costruzione del modello 1855, i primi esemplari usciti dalla Richmond Armoury erano molto simili allo Springfield: calibro .58, con canna da 40” ed una lunghezza totale di 56”. L’acciarino e la cartella erano quasi identici a quelli dello Springfield 1855, ma non utilizzavano il sistema di accensione Maynard che dava parecchi problemi. Le principali differenze del modello Richmond erano una diversa tacca di mira, il calciolo e il puntalino in ottone. Nei due anni successivi, 1862 e 1863, vennero apportati diversi miglioramenti al modello Richmond nelle versioni fucile e carabina. La produzione proseguì fino al 1865, ma non si conosce il numero totale delle armi prodotte. La carabina Richmond di Chiappa Firearms rispetta fedelmente tutti i dettagli dell’arma originale: gli anelli porta cinghia fissati alla fascetta anteriore, al sottoguardia e sotto il calcio; il calciolo e il puntalino in ottone; l’astina con puntalino a tulipano. Come per tutte le altre repliche Chiappa Firearms, i componenti della carabina Richmond sono interamente prodotti nello stabilimento di Azzano Mella con macchinari di alta precisione che garantiscono la perfetta intercambiabilità con le parti originali. Il calcio è un pezzo unico in noce, trattato manualmente a olio secondo la tradizione. La canna in cal.58 botonata con 3 righe destrorse passo 1x65” garantisce un’eccellente precisione di tiro. Un altro pezzo di storia che viene offerto ai collezionisti ed agli appassionati di tutto il mondo ad un prezzo al pubblico consigliato di € 891.