UCCELLI IN CITTA’
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ANSERIFORMI
GERMANO REALE Anas platyrhynchos
GALLIFORMI
FAGIANO Phasianus colchicus
GRUIFORMI
GALLINELLA D’ACQUA Gallinula chloropus
COLUMBIFORMI
COLOMBO DI CITTA’ Columba livia
TORTORA DAL COLLARE Streptopelia decaocto
STRIGIFORMI
CIVETTA Athene noctua
APODIFORMI
RONDONE Apus apus
PICIFORMI
TORCICOLLO Jynx torquilla
PASSERIFORMI
ALLODOLA Alauda arvensis
BALESTRUCCIO Delichon urbica
RONDINE Hirundo rustica
SCRICCIOLO Troglodytes troglodytes
MERLO Turdus merula
PETTIROSSO Erithacus rubecula
USIGNOLO Luscinia megarhynchos
CAPINERA Sylvia atricapilla
CODIBUGNOLO Aegithalos caudatus
CINCIALLEGRA Parus major
CINCIARELLA Parus caeruleus
CARDELLINO Carduelis carduelis
FRINGUELLO Fringilla coelebs
VERDONE Carduelis chloris
PASSERA D’ITALIA Passer domesticus
PASSERA MATTUGIA Passer montanus
STORNO Sturnus vulgaris
CORNACCHIA GRIGIA Corvus corone cornix
GAZZA Pica pica
Claudio Prigioni
Merlo
Cinciarella
Capinera
Cardellino
Cinciallegra
Passera d’Italia
Inicazioni per il riconoscimento degli Uccelli
I caratteri fondamentali utili per il riconoscimento sono :
- dimensioni
- colore del piumaggio
- forma del corpo
- tipo di involo
- tipo di volo
- comportamento
- tracce e nidi
- canto e verso
- tipo di habitat
- periodo dell’anno
La cinciarella
Nome latino: Parus caeruleus
Ordine: Passeriformi
Famiglia: Paridi
Dimensioni indicative:
Quando si può trovare
Habitat principale
Altitudine
Il riconoscimento - 11 cm, colori brillanti. Esistono altre specie simili, in particolare la Cinciallegra (Parus major) e la Cincia mora (Parus
ater), ma questa è l'unico paride che presenta capo, ali e coda blu cobalto. Il petto è giallo limone come nella Cinciallegra, ma a differenza di
questa non presenta alcuna stria nera mediana. La schiena è verdastra e la nuca bluastra con una sottile riga nera che la congiunge al becco,
contrastando in modo evidente con le guance bianche. La femmina ha colori più spenti del maschio e il giovane è generalmente più giallastro.
Il canto - Emette diverse note di richiamo che terminano in una scoppiettante "risatina", tipo "ker'r'r'r'r'er". Il canto consiste in un acuto e
malinconico "tsi-tsi" seguito da un trillo più allegro.
Habitat e osservazione - Frequenta vari ambienti, preferendo zone boschive (anche di modeste dimensioni), principalmente di latifoglie.
L'essenza arborea che preferisce è la Quercia. Non ama le caducifoglie e a dimostrazione di questo è segnalata quasi ovunque non oltre i 1600
m. s.l.m.
In inverno è presente pressoché ovunque, anche in zone palustri, risaie e zone intensamente coltivate (non frequentate durante la
nidificazione). E' discretamente comune in grandi parchi e giardini. L'osservazione non presenta difficoltà perché è un uccello curioso e
decisamente evidente.
La riproduzione, lo svernamento, la migrazione - Il nido solitamente è posto in una cavità (caratteristica che ne fa ottima frequentatrice dei
nidi artificiali) ed è costruito dalla sola femmina dalla metà di Aprile in poi. E' composto da una coppa di muschio, erbe e foglie rivestiti
internamente da peli e piume. Le covate vanno dalle 5 alle 16 uova. Queste sono bianche, lievemente puntinate di rosso vinaccia ; misurano
1,5 cm. per poco più di 1 cm. di larghezza. Sono covate dalla sola femmina per 12-16 giorni, mentre questa è nutrita dal maschio. I pulcini
sono nidicoli e ricoperti da alcuni ciuffi di piume su capo e schiena. Vengono accuditi per 15-20 giorni da entrambi i genitori.
Le cinciarelle italiane sono principalmente stanziali, ma possono compiere brevi spostamenti altitudinali in inverno. Negli inverni più freddi,
alcuni individui nord-europei possono compiere spostamenti in massa verso Sud.
L'alimentazione - Prevalentemente insettivora, si nutre di insetti (in particolare bruchi) e ragni. Nella brutta stagione apprezza bacche e
frutta. In primavera anche il polline.
Una curiosità - La Cinciarella frequenta abitualmente mangiatoie e nidi artificiali. In Inghilterra si è notato che alcuni individui aprivano le
bottiglie del latte consegnato a domicilio per bere la nutriente bevanda. Per riuscire ad aprire le bottiglie liscissime del latte, le cince
compivano spettacolari acrobazie , caratteristiche di tutta la famiglia dei Paridi
La Rondine
Nome latino: Hirundo rustica Habitat principale
Ordine: Passeriformi
Famiglia: Hirundinidi
Quando si può trovare
Dimensioni indicative:
Altitudine
Il riconoscimento - 19 cm., penne esterne della cosa, lunghe e filiformi. Presenta parti superiori blu-bronzo (che appaiono nere) e pancia bianca.
La gola è rossastra e una fascia blu la delimita dal bianco. La femmina è molto simile al maschio (descritto sopra), ma ha le penne filiformi meno
allungate. Il giovane assomiglia alla femmina, ma ha colori molto più opachi. Caratteristico anche il modo di volare, agile e aggraziato, a volte
veloce o inframmezzato a planate.
A prima vista è possibile confonderla con il Balestruccio, che differisce per la coda corta e per l'assenza di macchia rossa sulla gola.
Il canto - Durante il volo emette sempre un acuto "tsuit". Il canto è molto melodico (a differenza di altre specie simili, come il Balestruccio) e
consiste in alcune note deboli e tintinnanti.
Habitat e osservazione - Ama soprattutto la campagna aperta, dove siano presenti bestiame e cascinali. Apprezza la presenza dell'acqua dove
caccia insetti sulla superficie e preleva fanghiglia per il nido. E' presente prevalentemente in pianura, ma si può rinvenire nidificante fino ai 12001300 m. s.l.m., ma durnate la migrazione non è difficile osservarla anche a quote più elevate.
Durante la nidificazione è legata esclusivamente alla presenza dell'uomo e non sono conosciute in Italia nidificazioni in ambienti naturali.
Purtroppo risente dell'uso sempre più frequente di anticrittogamici che si fa in agricoltura.
L'osservazione non riserva nessuna difficoltà.
La distribuzione - Nidifica in gran parte dell'Europa (anche nell'estremo Nord), in Africa settentrionale e in parte dell'Asia occidentale. Sverna a
Sud del Tropico del Cancro, fino in Sudafrica.
In Italia è presente quasi ovunque, evitando unicamente le aree ad altitudine più elevata di Alpi e Appennini. La distribuzione piemontese
rispecchia quella nazionale, infatti è assente solo dalle cime più elevate.
La riproduzione, lo svernamento, la migrazione - I primi arrivi nelle nostre aree di nidificazione si hanno in Marzo (alcuni individui molto
precoci già a Febbraio), ma la nidificazione inizia molto più tardi. I nidi sono sempre costruiti sugli edifici (specialmente quelli agricoli, come
fienili o stalle) e consistono in coppe di fango e paglia, normalmente aperte in alto (a differenza di quelle del Balestruccio).
Nel nido vengono deposte 4-5 uova lisce e lucide, di colore bianco, lievemente macchiettato di scuro e lunghe circa 2 x 1,3 cm. La cova dura 1416 giorni ed è effettuata dalla sola femmina. I pulcini sono allevati per circa 20 giorni al nido e poi anche fuori, addirittura in volo. Le covate in
un solo anno possono anche essere due o tre, ma terminano tutte rigorosamente nei primi giorni di Ottobre, quando le Rondini partono per
l'Africa. Sono rarissimi i casi di svernamento in Italia e riferibili a casi di animali malati o menomati.
L'alimentazione - E' costituita unicamente da invertebrati catturati prevalentemente in volo.
Una curiosità - Perché si dice: "Una Rondine non fa primavera"? Perché la primavera inizia il 21 Marzo e prima di quel giorno si vedono già
Il fringuello
Nome latino: Fringilla coelebs
Ordine: Passeriformi
Famiglia: Fringillidi
Quando si può trovare
Dimensioni indicative
Habitat principale
Altitudine
Il riconoscimento – Uccello granivoro molto comune. E' grande circa come un Passero (15 cm.). Il maschio in estate (abito estivo) è molto
caratteristico: generalmente è bruno tendente al rosso, con testa blu ardesia e groppone (parte iniziale della coda) verdastro. La femmina è
bruno-olivastro sopra, molto più chiara nelle parti inferiori. Entrambi i sessi presentano becco grigio e massiccio, due evidentissime barre alari
(strisce sulle ali) e timoniere esterne (penne esterne della coda) bianche, che contrastano molto sul corpo dell'animale, specie in volo. In inverno
sia il maschio che la femmina perdono di brillantezza nel piumaggio, ma il disegno tipico resta più o meno uguale. Un birdwatcher alle prime
armi potrebbe confondere questa specie con alcune altre simili, in particolare con la Peppola. Un fattore da non sottovalutare per la corretta
identificazione è che la Peppola in Italia è osservabile solo nel periodo invernale; inoltre, osservandola bene, si nota il groppone bianco, il petto
arancio e il becco giallo. Nella parte conclusiva dell'inverno in maschio acquista un inconfondibile "cappuccio" nero.
Il canto – E’ molto caratteristico, consiste in una corta e vigorosa cascata di circa dodici note, che suonano all'incirca come un "ciui"
terminante con un "ciu-i-o". In volo emette un riconoscibile "chup-chup" strascicato, interrotto da qualche "tzip-tzip".
Habitat e osservazione - Nidifica in una grande varietà di ambienti boschivi, apprezzando anche siepi, parchi urbani e giardini. In montagna si
rinviene nei boschi di conifere fin oltre i 2000 m. s.l.m. In inverno preferisce le zone più aperte ricche di campi e prati dai 1500 m. s.l.m. al
piano. L'osservazione non prevede nessuna difficoltà e anche in volo si riconosce grazie alle barre alari e al verso.
La distribuzione - In Italia è estremamente comune ovunque, esclusa una parte della Sicilia e delle isole minori. Non è molto diffuso nelle
zone prive di boschi (pianure intensamente coltivate). In inverno è più comune alle basse quote e abbandona le aree più settentrionali del
continente (Scandinavia e Russia).
La riproduzione, lo svernamento, la migrazione - Inizia a riprodursi da metà Aprile in poi. Il nido è costruito da entrambi i genitori e consiste
in una profonda coppa di muschio rivestita da licheni e piume. Le uova sono 4-5, di colore azzurro sfumato, lievemente macchiettate. Sono
lunghe poco meno di due centimetri e sono covate dalla sola femmina. I pulcini sono nidicoli e ricoperti da un fitto piumino grigiastro. Sono
allevati da entrambi i genitori per 15 giorni. Il Fringuello è un migratore a corto raggio. All'inizio del periodo invernale molti individui
scendono a valle dalle montagne e si ricongiungono con le popolazioni dell'Europa nord-orientale; infatti, durante l'inverno, questa specie
forma grandi gruppi che possono contare anche migliaia di individui, spesso misti ad altri uccelli granivori, quali la Peppola.
L'alimentazione - I pulcini vengono alimentati con insetti, che nella bella stagione non sono disdegnati neanche dagli adulti. Durante il
periodo invernale l'alimento prevalente è composto da semi e granaglie, che vengono spezzati con il forte becco.
Una curiosità - Durante la migrazione, non è difficile udire Fringuelli che cantano in modo notevolmente diverso rispetto a quelli italiani,
quasi con un altro accento. Questi individui; infatti, provengono da altri luoghi europei, dove nidificano popolazioni che hanno voce diversa: è
quasi come la diversità di linguaggio degli esseri umani.
Il pettirosso
Delle numerose specie che si possono osservare nelle nostre zone durante l'inverno, il pettirosso è sicuramente quello che si
riconosce più facilmente. Ha nel petto rosso bordato di grigio e nel canto aspro e ripetitivo i suoi tratti più particolari.
Comune nei giardini, nei boschi e nei parchi, il pettirosso ha un'alimentazione varia che comprende insetti, semi, frutti e bacche.
Le popolazioni centro e nordeuropee sfuggono ai rigori della cattiva stagione migrando nelle ore notturne verso i Paesi del
Mediterraneo compresa l'Italia.
Il pettirosso è una specie molto territoriale ed usa il proprio petto come una "bandiera" da mettere bene in vista. Mentre la maggior
parte degli altri uccelli difende un territorio solo nel periodo riproduttivo, sia il maschio, sia la femmina di questa specie, lo difendono
strenuamente durante tutto l'anno anche quando il territorio di svernamento è differente da quello in cui si riproduce. Per questo
motivo il canto del pettirosso, altro strumento utilizzato per definire la proprietà, è udibile tutto l'anno.
Il suo forte senso del territorio influenza anche la vita di coppia. I primi approcci sono infatti difficoltosi poiché il maschio vede in lei
un intruso da cacciare ad ogni costo. Dopo numerosi tentativi la femmina riesce a farsi accettare e la nuova coppia metterà in
comune i territori che saranno difesi da entrambi fino al periodo riproduttivo vero e proprio.
E' la femmina che sceglie il luogo dove costruire il nido e in questo periodo si verificano le offerte di cibo da parte del maschio: la
femmina emette lo stesso richiamo dei piccoli affamati e il maschio risponde porgendo piccoli bocconcini.
Il nido è una coppetta voluminosa di foglie morte, erba e muschio ed è costruito dalla femmina. La stagione riproduttiva inizia a fine
marzo sino agli inizi di aprile. La covata, che può essere anche doppia, consiste in 5-6 uova. Mentre la femmina si occupa
dell'incubazione, il maschio provvede a nutrirla e dopo la schiusa i nidiacei sono accuditi da entrambi. Circa tre settimane dopo aver
lasciato il nido, i giovani sono totalmente indipendenti ma ancora non somigliano ai genitori: privi del caratteristico "petto rosso", che
comparirà dopo la prima muta, presentano infatti piume macchiettate.
Chi ha un giardino o un terrazzo può attirare i pettirossi piantando dei cespugli che possano offrire un riparo. I pettirossi sono
famosi per la loro propensione a nidificare nei luoghi più impensabili: vecchie teiere, tasche di giacconi invernali dimenticati in
giardino, scaffali e vasi di fiori. E' possibile stimolarli a scegliere il nostro giardino come "casa" posizionando un vecchio vaso
rovesciato in mezzo all'edera oppure una cassetta nido con l'apertura larga a circa un 1 metro e mezzo da terra.
In autunno-inverno il modo migliore per aiutare i nostri piccoli amici è quello di dar loro da mangiare: formaggio, burro, briciole di torte
e biscotti sono ideali per permettere a loro di sopravvivere alla stagione rigida e a noi di avere il piacere di osservarli da vicino.
Passera d’Italia
Diffuso in tutte le città e fortemente legato all'uomo, ha una
corporatura tozza e robusta, con un becco di forma conica,
indice di una dieta prevalentemente granivora. Il maschio è
caratterizzato da disegni contrastanti, con dorso marrone intenso
striato di nero, testa castano-rossa, guance bianche con una
striscia oculare nera. La femmina è leggermente più piccola e
ha una livrea molto meno appariscente, di colore marrone-beige
con striature più scure, sopracciglio bianco e barre alari chiare.
Questi piccoli uccelli nidificano in piccole colonie (10/20 coppie),
tra l'inizio di maggio e agosto, ma possono farlo quasi tutto
l'anno. I nidi, anche molto vicino tra loro, si trovano nelle cavità
degli edifici, ma anche tra i rami di un albero o tra le fronde di
una pianta rampicante, e sono costruiti da erba, paglia e piume
disordinatamente legate tra loro.
All'interno della colonia nidificante vige un rigoroso "ordine di
beccata" che stabilisce la posizione di ogni individuo rispetto agli
altri componenti del clan. Per i maschi lo status sociale è
evidenziato dall'ampiezza della pettorina nera sulla gola e sul
petto che ha la funzione di "distintivo". Essendo combattivi, le
dispute per il cibo o per il territorio non sono rare e non è difficile
osservare una coppia di passeri che si azzuffano a terra
rotolando nella polvere.
Sebbene i partner di una coppia restino insieme per tutta la
stagione riproduttiva, non si possono certo descrivere come
"fedeli". Spesso i maschi hanno due o più femmine (oltre alla
compagna "ufficiale") che covano in nidi vicini, mentre le
femmine possono accoppiarsi anche con altri maschi e deporre
le
uova
anche
nei
nidi
di
altre
femmine.
I maschi scelgono un sito adatto alla nidificazione e, seduti
all'ingresso del nido, cantano insistentemente per attirare
l'attenzione delle femmine. All'avvicinarsi di una potenziale
compagna, il maschio s'impettisce mettendo bene in evidenza la
pettorina scura, piega le ali in modo da mostrare meglio la barra
bianca e solleva la coda aprendola a ventaglio. Il
corteggiamento prosegue con il maschio che, sempre più
eccitato, saltella intorno alle femmina inchinandosi e facendo
tremare le ali.
Una volta formata la coppia, la femmina depone 3-5 uova. Dopo
circa 2 settimane di cova, i piccoli escono dall'uovo e restano nel
nido per altri 10-14 giorni. Nutriti inizialmente con piccoli
invertebrati (soprattutto insetti) ricchi di proteine e grassi
utilissimi per il primo periodo di crescita, anche quando saranno
in grado di volare, i giovani passeri saranno sfamati ancora per
alcuni giorni da entrambi i genitori. Una volta raggiunta
l'indipendenza, formeranno piccoli stormi che si nutriranno
insieme e diventeranno sempre più numerosi con l'avanzare
della stagione.
Curiosità: nel cuore dell'estate, si possono vedere spesso
piccoli gruppi di passeri intenti a dimenarsi nella polvere per
eliminare i parassiti dalle penne. In queste occasioni è possibile
osservare i passeri che incassano la testa nelle spalle mentre si
gettano la polvere sul dorso delle ali, per poi scuotersi e far
penetrare la polvere negli interstizi tra le piume. Il bagno di
polvere serve per rimuovere i depositi di grasso tra le piume e
per mantenere il piumaggio in buone condizioni.
Il canto degli Uccelli
Da sempre il canto degli uccelli è stato oggetto di interesse per poeti, letterati e musicisti.
Lo studio del canto degli uccelli rientra nell’ambito di una nuova scienza, la bioacustica musicale, che si occupa dei fenomeni sonori in relazioni
alle forme di vita del mondo animale.
Gli uccelli non cantano quasi mai per il piacere di cantare, ma per comunicare segnali che hanno precisi riferimenti comportamentali. Dal punto
di vista acustico, ogni specie emette dei suoni propri, e ciò permette di riconoscere, ad esempio, un cardellino da un fringuello, da un passero, da
una quaglia. Ciò consente una comunicazione diretta tra individui della stessa specie; i suoni emessi da un usignolo, pur essendo percepiti dalle
altre specie, hanno significato soltanto per un altro usignolo. Si evitano così interferenze che potrebbero generare confusioni dannose per la
sopravvivenza degli individui, anche se in alcuni casi specie diverse riconoscono, interpretano e reagiscono a suoni provenienti da altre specie in
occasione di situazioni di pericolo. E’ il caso, ad esempio, della quaglia che si nasconde al grido di un uccello predatore come il falco. In questo
caso l’emissione vocale del falco viene percepita dalla quaglia non come elemento di comunicazione specifico, ma come generico segnale di
pericolo.
Si possono individuare una decina di significati dei vari tipi di canto. Dal richiamo di allarme per le situazioni di pericolo a quello per la difesa del
territorio. E’ possibile capire, per un orecchio esercitato, lo stato emotivo dell’animale che emette un richiamo.
Il fatto poi che i richiami degli uccelli siano costituiti tutti da frequenze acute è dovuto al loro carattere direzionale e alle minori possibilità di
mascheramento. Il pigolio acuto degli uccelli appena nati è più facilmente individuabile dall’apparato uditivo biauricolare della madre e si delinea
nettamente sullo sfondo di frequenze medio-basse dell’ambiente sonoro circostante.
L'estensione delle frequenze utilizzate per la comunicazione umana va da 80 Hz a 5000 Hz circa, mentre quella degli uccelli tocca i livelli
molto più acuti, arrivando a momenti estremi di 20.000 Hz. Ciò comporta di conseguenza una sensibilità uditiva assai elevata che può arrivare a
circa 30.000 Hz. a questo proposito, come paragone, si può ricordare che l'ambito di sensibilità uditiva umana è stimata tra i 20 ed i 16.000 Hz.
E' comunque dimostrato che la significazione nella comunicazione tra gli uccelli è affidata non all'altezza con cui il messaggio viene espresso,
ma al ritmo e alla tonazione.
I segnali che preludono all'accoppiamento di due merli, ad esempio, sono armoniosi e morbidi mentre quelli emessi per segnalare un pericolo
sono corti, ritmici ed aspri.
Le emissioni di tipo melodico e quelle di tipo ritmico differenziano non soltanto i comportamenti, ma anche le abitudini sociali. I passeri, ad
esempio, uccelli gregari per eccellenza, emettono segnali prevalentemente ritmici, adatti a coordinare movimenti di massa. Da ciò ne deriva il
principio che le specie dal canto più melodicamente elaborato sono quelle che conducendo un'esistenza isolata e non hanno bisogno di
esprimersi con riferimenti sonori atti ad essere percepiti a grandi distanze e da moltitudini di individui.
I Poiché i canti degli uccelli sono costituiti da microcellule ritmico-melodiche estremamente acute e veloci, il loro studio è possibile soltanto dopo
averli ricondotti a velocità ed altezze più facilmente percepibili dall'orecchio umano. Tale ricostruzione è ottenuta per lo più tramite la
registrazione dei canti ed il loro successivo rallentamento. Per poter ascoltare tutte le loro componenti ritmico-melodiche è necessario rallentare i
canti anche fino a 30 volte. Tale operazione sposta il registro verso il grave, lasciando però inalterati i rapporti tra i suoni.
Il primo elemento che appare dall'analisi della maggior parte dei canti degli uccelli è il loro essere costituiti da glissandi, cioè da suoni
oscillanti, e non da altezze distinte e separate tra loro.
L'analisi del canto avicolo si avvale anche del sonogramma, ovvero della sua rappresentazione grafica con l'asse delle ordinate che indica le
altezze espresse in Hz e quello delle ascisse il tempo. Questo modo di rappresentare l'evento sonoro permette una immediata individuazione
degli elementi che lo costituiscono, nonché la possibilità di confronto con altri eventi sonori.
Musicisti e canti degli Uccelli
Alcuni dei compositori che hanno scritto, con intenti sia comici che descrittivi ed evocativi,
riferendosi agli uccelli sono:
- Adriano Banchieri: contrappunto bestiale alla mente
- Girolamo Frescobaldi : Capriccio sopra Cucho
- Bernardo Pasquini: Toccata con lo scherzo del Cucco
- François Couperin: in "L'art de toucher le Clavecin" brani dedicati all'usignolo, al canarino,
alla capinera, al fringuello,
al cuculo
- Antonio Vivaldi: Il Cardellino (concerto per flauto e archi); e L'Estate da Le Quattro Stagioni
- Ludwig van Beethoven: Sinfonia N° 6 "Pastorale, secondo mov. Usignolo, Quaglia e
Cuculo imitati rispettivamente
da flauto, oboe e clarinetto
- Franz Joseph Haydn: Sinfonia N° 38 "La Poule"
- Richard Wagner: motivo dell'Uccello de Bosco nel Sigfrido
- Camille Saint Saëns: Il Cigno, Galli e Galline, Voliera, Il Cuculo nel fondo del Bosco, in Il
Carnevale degli Animali
- Igor Strawinsky: Le Rossignol; L'Uccello di fuocoùHeitor Villa-Lobos: Uiraparù
- Maurice Ravel: Oiseaux Tristes
INDICAZIONI PER IL RICONOSCIMENTO DELLE PENNE E DELLE PIUME
Chi ha perso questa penna? Molto spesso capita di trovare per strada, nel
giardino di casa o attorno alla scuola delle penne o piume perse da qualche
uccello. Risalire da una penna al suo possessore non è così semplice. Prima
di tentare l'identificazione, bisogna per prima cosa valutare alcuni parametri
fondamentali, quali dimensioni (utile il confronto con penne di altri uccelli e la
misurazione con un calibro), forma, colori e disegni, ambiente,
stagione.
Durante la raccolta, è molto importante identificare e mantenere distinte le
varie tipologie di penne: è consigliabile l'uso di singole buste (meglio di carta)
per ogni elemento raccolto, alle quali applicare un'etichetta identificativa. Le
buste di polietilene sono da evitare, in quanto l'umidità che può condensare
all’interno danneggia il piumaggio.
Per osservare nella maniera migliore le penne, è consigliabile disporle su di
uno sfondo; l'uso di un cartoncino (nero o color ocra) aiuta a distinguere i
contorni, migliorando la saturazione cromatica del vessillo.
TOPOGRAFIA DI UN UCCELLO
1 - Timoniere esterne
20 - Gola
2 - Copritrici superiori della coda (sopraccoda)
21 - Piega dell'ala
3 - Copritrici inferiori della coda (sopraccoda)
22 - Carpo (polso)
4 - Groppone
23 - Petto
5 - Scapolari
24 - Barre alari
6 - Dorso
25 - Remiganti primarie
7 - Nuca
26 - Remiganti secondarie
8 - Stria retrooculare
27 - Fianchi
9 - Venice
28 - Ventre
10 - Stria del capo
29 - Tarso
11 - Stria del vertice
30 - Copritrici alari
12 - Sopracciglio
31 - Scapolari
13 - Anello palpebrale
32 - Remiganti secondarie
14 - Redini
33 - Specchio (nelle anatre)
15 - Mandibola superiore
34 - Remiganti primarie
16 - Mandibola inferiore
35 - Ascellari
17 - Mento
36 - Marginatura dell'ala
18 - Mustacchio
37 - Margine anteriore dell'ala
19 - Copritrici auriculari (guance)
38 - Margine posteriore dell'ala
Come sono fatte le penne e le piume
La penna ha una struttura allo stesso tempo resistente e
leggera; la parte centrale è detta scapo che si divide
Lamina esterna
Lamina interna
VESSILLO
Rachide
CALAMO
Ombelico inferiore
in calamo [1] (la punta che un tempo si immergeva nell'inchiostro per
scrivere) e in rachide [2] dal quale partono le barbe [4] da cui si diramano le
barbule [4] che, collegate tra loro da piccoli uncini, formano il vessillo [3]
della penna.
Nelle piume, invece, le barbule non sono collegate tra loro.
Il piumaggio svolge numerose funzioni: definisce la forma e il contorno
dell'uccello, lo riveste e lo protegge con più strati, lo isola consentendogli una
temperatura interna di 41°C (è questo il motivo per cui l'uomo utilizza il
piumino d'oca!); gli permette inoltre di volare, grazie alle penne delle ali
(remiganti) e della coda (timoniere).
Una sostanza oleosa prodotta da una ghiandola posta vicino alla coda,
l'uropigio, che alcuni uccelli si spalmano sul corpo con cura, servendosi del
becco, permette loro di stare in acqua senza bagnarsi.
Il piumaggio costituisce l'abito dell'uccello e può variare con il sesso, la
stagione, il periodo riproduttivo e, mentre per alcuni favorisce il mimetismo, in
altri è vivacemente colorato.
Forse è proprio per questa importanza fondamentale del piumaggio che il
detto "lasciare le penne" ha assunto il significato di una sconfitta e
dell'impossibilità di potersi risollevare proprio come un uccello senza penne
non può volare.
Alcune particolarità delle penne
Sulle penne copritrici e dorsali degli Strigiformi (Rapaci notturni) è presente un
piumino, anche abbondante, tra il calamo ed il vessillo; oltre alla presenza di
questi piumaggi lassi e morbidi sulle primarie più esterne si distingue un
singolare pettine (sfrangiatura) capace di attenuare l'attrito rendendo silenzioso
il volo dei rapaci notturni.
Gufo comune
Osservazione delle barbule al microscopio
Le barbule presentano dei nodi caratteristici a livello di ordine o famiglia.
Non è possibile il riconoscimento a livello specifico.
Columbiformes
Passeriformes
Anseriformes
Galliformes
Doppi nodi
Falconiformes
Gruiformes
Mini ricerche sugli uccelli
Strumentazione
Il sonogramma
Il microfono
Rilevamenti di campo
SCHEDA DI OSSERVAZIONE DEGLI UCCELLI
Rilevatore ____________________________________________
Condizioni meteo ________________________________________________________________
Data di osservazione: _____________________ Ora inizio ________ Ora fine _____________
Specie osservate:
Sito di osservazione:
________________________
_______________________
________________________
________________________
_________________________
__________________________
___________________________
__________________________
Condizioni meteo: es. sereno, ventoso, nebbia, pioggia
Sito di osservazione: es. al suolo, albero (specie, parte basale, centrale, apicale), cespuglio
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UCCELLI IN CITTA` - Università degli studi di Pavia