Summer School “I costi
economici e sociali della
criminalità organizzata”
Milano, 11 settembre 2012
La filiera dei costi. L’effetto
corruzione.1
Alberto Vannucci
Università di Pisa
[email protected]
Corruzione…. cosa?
Definire la corruzione – nei suoi legami
simbiotici con la criminalità organizzata –
come premessa logica per comprendere
natura e ammontare dei suoi (eventuali)
“costi”
Perché eventuali? Vedi il paradosso di
Becher-Eichman (Arendt – “La banalità del
male”)
Costi o profitti della corruzione?
La corruzione pubblica nel rapporto
principale-agente (Banfierd 1975- Rose-Ackerman 1978)
PRINCIPALE (STATO)
performance
contrattuale,
rappresentanza
politica
stipendio,
delega
di poteri,
definizione di vincoli,
legali e procedurali
SCAMBIO ISTITUZIONALE “UFFICIALE”
AGENTE PUBBLICO
denaro
(tangente),
altre
risorse
private
decisioni
discrezionali
e informazioni
che garantiscono
una rendita
CLIENTE (CORRUTTORE)
SCAMBIO OCCULTO
Dal “menage a trois” (tradimento istituzionalizzato)
verso “l’orgia” della corruzione sistemica
burocrati/
dirigenti
mafie
PARTITI
CARTELLI
politici
mediatori
Elettori/
clienti
tangenti, denaro, risorse economiche
protezione, garanzia di adempimento
informazioni
consenso, sostegno politico
decisioni pubbliche che assicurano un vantaggio
imprenditori
Corruzione… quanta?
Figura 3.1: Reati e persone denunciate per corruzione e concussione (1984-2004) (fonte:
elaborazione da dati Istat, Statistiche giudiziarie penali )
3500
reati
denunciati
(fonte
Is tat)
pers one
denunciate
(fonte
Is tat)
3000
2500
2000
1500
1000
500
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1984
0
Figura 3.2: Reati e persone denunciate alle forze di polizia (2004-2010) (fonte:
Ministero dell'Interno)
2000
1800
1600
1400
1200
reati denunciati
1000
800
persone denunciate
600
400
200
0
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Figura 3.3: Numero di condanne per reati di corruzione e concussione in Italia: 19962006 (fonti: 1996-2006, elaborazione da dati del Ministero della Giustizia, in Il fenomeno della
corruzione in Italia , Roma 2007; 2007-2008, Saet, Rapporto 2010)
1714
1262
1331
1279
809
654
540
466
434
454
341
295
2007
2008
239
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Figura 3.5: Numero di denunce per reati di corruzione e concussione (2004-2010)
ogni 100mila abitanti, per regione (fonte: elaborazione da dati Ministero dell'Interno, in
Saet 2011)
8
7
6
5
4
3
2
1
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Figura 3.6: Percentuale di cittadini dei paesi dell'Unione Europea chenno ha avuto esperienze
personali di corruzione (2010 e 2012)
34
35
31
27 27 28
30
25
25
20
16
15
14 14
15
7
3
3
4
4
Malta
2 2
Lussemburgo
4
3 4
2 2 2 1 12
5
Belgio
2
0
7
5
Slovenia
10
5
20
18 18
8
6 5 5 5
3
3
16
15
15
1312
11
9
%popolazione che
nell'ult imo anno si è
vist o chiedere una
t angent e (f ont e:
Eurobaromet ro,
2012)
8
Romania
Lituania
Slovacchia
Lettonia
Ungheria
Bulgaria
Italia
Grecia
Repubblica Ceca
Polonia
Austria
Spagna
media EU27
Portogallo
Cipro
Estonia
Germania
Svezia
Regno Unito
Olanda
Finlandia
Irlanda
Francia
0
Danimarca
%ut ent i di 9 servizi
pubblici che ha
pagat o t angent i
nell'ult imo anno
(f ont e: Global
corrupt ion
baromet er, 2010)
meno corruzione
Figura 3.7: Percezione della diffusione della corruzione in Italia (1998-2011) (fonte:
Transparency International CPI): 10=massima trasparenza 0=massima corruzione
7
6,5
6
5,5
5,5
5,2
5,3
5,2
5
più corruzione
4,5
4,6
4,7
4,8
5
4,9
4,8
4,6
4,3
4
3,9
3,9
3,5
3
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
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più corruzione
meno corruzione
Figura 3.8: Percezione della corruzione nel 2009-2011 nei paesi dell'Unione Europea, Usa e
Giappone - punteggio del 2011 (fonte: elaborazione da Transparency International)
9,4 9,4 9,3
8,9
8,5
8
8
7,8 7,8
7,5 7,5
7,1
7
6,4 6,3
6,2 6,1
5,9
5,6 5,5
4,8
4,6 4,4
CPI
2009
CPI
2010
CPI
2011
4,2
4
3,9
3,6 3,4
3,3
più corruzione
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meno corruzione
Figura 3.9: EPCI - Corruzione percepita in eccesso rispetto al livello di sviluppo umano nei
paesi dell'Unione Europea, Usa e Giappone (fonte: Progetto integrità, Scuola superiore della Pubblica
Amministrazione)
2
1,5
1
0,5
0
-0,5
-1
-1,5
-2
-2,5
-3
Figura 3.12: Indice su esperienze e percezione della corruzione in 181 regioni dei paesi
dell’Unione europea – punteggi più alti e colori più scuri corrispondono a livelli più alti di
corruzione. (Fonte: Elaborazione da Measuring the Quality of Government and SubNational variation dataset, 2010, Quality of Government Institute)
Figura 3.13: Esperienze e percezione della corruzione nelle 21 regioni e province autonome
italiane (fonte: elaborazione da Measuring the Quality of Government and Sub-National variation
meno corruzione
dataset , 2010, Quality of Government Institute.
1,5
1
0,5
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più corruzione
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-0,5
-1
-1,5
-2
Figure 3.15. Numero di casi di corruzione e concussione presentati in media ogni
anno da la Repubblica: 1976-2011 (fonte: dati 1976-2006 da F. Cazzola, La corruzione
in Italia e in ambito internazionale , data-report 2009; dati 2007-11 nostra elaborazione)
220
106
105
90
88
67
44
34
1976-1982 1983-84
1985-86
1987-88
1989-91
1992-94
32
29
25
1995-96 1997-2000 2001-2006 2007-2008 2009-2011
Corruzione… e dopo?
• I costi economici: gli “eroici” tentativi di quantificazione
• 50-60 miliardi di euro l’anno (Corte dei conti – World
Bank)
• il peggioramento di un punto dell’indice di percezione
della corruzione (CPI) in un campione di paesi determina
una riduzione annua del prodotto interno lordo pari allo
0,39 per cento, del reddito pro-capite pari allo 0,41 per
cento; riduce la produttività del 4 per cento rispetto al
prodotto interno lordo
• l’Italia nel decennio 2001-2011 ha visto una crollo del
proprio punteggio nel CPI da 5,5 a 3,9. Si potrebbe
allora stimare una perdita di ricchezza causata dalla
corruzione pari a: (a) circa 10 miliardi di euro annui in
termini di prodotto interno lordo; (b) circa 170 euro annui
di reddito pro-capite (c) oltre il 6% in termini di
produttività
Il costo economico “diretto” della
corruzione sui bilanci pubblici
• “Il denaro per il pagamento delle tangenti
derivava dai singoli contratti. Quando si
costruiva il contratto [di Enav] con Selex,
normalmente il riferimento era M. F.. Si
calcolavano le spese e, tra esse, il valore
delle tangenti e delle somme che mi erano
dovute. E si aumentava il valore del
contratto. Da tali sovrafatturazioni, si traeva
il denaro per il pagamento delle tangenti.
Non mi occupavo delle tecnicalità. Mi
limitavo a percepire quanto a me destinato,
su conti a me riferibili”
I costi economici “indiretti” della corruzione: come
la corruzione inquina le relazioni di mercato
•
•
•
•
La corruzione nel settore privato fa lievitare i prezzi finali pagati dai
consumatori
avvantaggia imprenditori con minori scrupoli e abili nel malaffare, piuttosto
che nella produzione di beni e servizi utili alla collettività.
corruzione pubblica e privata non sono a realtà compartimenti stagni, l’una
alimenta l’altra: appresa “l’arte delle tangenti”, i corruttori tendono a
replicare quelle strategie di successo nei loro affari, quale che sia il mercato
(pubblico o privato) in cui li realizzano
La prospettiva di poter eludere i controlli con una mazzetta trasforma in una
comune strategia d’impresa la non applicazione delle norme sulla sicurezza
dei lavoratori, l’evasione di tasse e contributi, l’inquinamento,
l’accumulazione di fondi neri, la frode verso i partner commerciali.
Corruzione diffusa e incerta applicazione del diritto trasformano l’illecito in
scelta spesso vincente sotto il profilo competitivo. Se questo accade, la vera
concorrenza si realizza su un terreno parallelo, quello dell’illegalità. Il
mercato inquinato dalla corruzione premia chi è meno propenso al rispetto
delle leggi, esalta l’abilità nel maneggiare tangenti, concentrandone i costi
su fornitori, concorrenti onesti, cittadini-consumatori
Le “chiavi di accesso per il successo” in un mercato
(pubblico e privato) dominato dalla corruzione
• “Ci sono due piani distinti. Due livelli di imprenditori. Quelli amici e
quelli che stanno fuori dal cerchio. I primi sono quelli che possono
pagare – 10mila, 100mila, 1 milione. E’ a loro che vengono chiesti i
soldi. Il politico se li fa dare da uno con cui è in confidenza, non da
uno che non conosce e conosce appena. E’ così: quelli che non
possono pagare vengono sbattuti fuori. E’ il sistema che seleziona.
Non potendo mettere i soldi sul tavolo non hai accesso al binario e
non lavori”
• “gli ho solo chiesto di presentarmi il responsabile della Protezione
Civile, il dottor G. B., in quanto volevo che E. I. mio amico con il
quale avevo stipulato un contratto di collaborazione, potesse
esporre allo stesso B. le competenze del suo gruppo industriale
nella prospettiva di poter lavorare con la Protezione Civile. Una sera
il presidente B. mi presentò G. B. con il quale in seguito mi sono
incontrato unitamente ad E. I.. (…) Voglio infine precisare che il
ricorso alle prostitute ed alla cocaina si inserisce in un mio progetto
teso a realizzare una rete di connivenze nel settore della Pubblica
amministrazione perché ho pensato in questi anni che le ragazze e
la cocaina fossero una chiave di accesso per il successo nella
società
I costi “politici” della corruzione
Tessere e tangenti
• Perché i tesserati si moltiplicano negli anni dei
congressi? (…) Infatti sono tutte tessere fasulle.
Io non ho mai conosciuto un elettore che fosse
anche iscritto, chissà perché. Allora diciamoci:
gestire le tessere serve per gestire il potere, a
tutti i livelli, Arriva uno con cento tessere, tratta e
porta a casa un posto nella municipalizzata. E’
un sistema perverso.[1]
•
[1] La Stampa, 18 febbraio 2012, p.7.
La corruzione deteriora efficienza e
qualità dei servizi pubblici
La corruzione uccide
La corruzione rafforza le mafie
•
•
Il sistema degli appalti funziona in Sicilia come funziona in Italia. La
differenza è che in Sicilia c’è più disciplina. Che significa? Significa che in
Sicilia, al contrario di quanto avviene in Italia, ogni tanto ci scappa il morto e
la disciplina ne è una conseguenza. (…) Quel che so io è questo: ogni
appalto dai dieci miliardi in su si decide in un triangolo tra politiciimprenditori-funzionari e progettisti. La mafia in questo triangolo non c’è, ma
c’è, eccome, all’esterno di questo triangolo
Con riferimento al Comune di Casal di Principe, è Antonio Corvino (Udeur),
figlio di Gaetano, il politico di riferimento con il fratello Demetrio, per la
gestione degli appalti per il clan Schiavone: essi fanno capo a Nicola
Schiavone, figlio di Sandokan. (…) In effetti il clan inizia a programmare la
gestione degli appalti fin da momento in cui si parla della assegnazione dei
finanziamenti da enti sovraordinati. Anche i finanziamenti dello Stato per la
legge 488 furono utilizzati dal clan per far aprire imprese commerciali e poi
farle fallire (…). Tutti gli appalti erano controllati per conto di Nicola
Schiavone e per il tramite dei funzionari del Comune
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Alberto Vannucci -I costi della corruzione