Editoriale di Giangi Cretti C he dire, che non suoni sgradito? Fuggendo la tentazione di polemizzare: perché non ne vale la pena; perché la polemica dà fastidio; perché, anche nel caso specifico, il dissenso non è considerato un valore. E allora tanto vale lasciar perdere e non disquisire sui tempi e i modi dell’organizzazione, o indugiare chiedendosi se i giovani che si sono riuniti a Roma siano davvero rappresentativi della complessità dell’universo giovanile targato Italia che a vario titolo gravita fuori dai patri confini. Del pari vano, arrovellarsi sulle affinità (elettive? elettorali?) che accomuna il 18nne che esplode di speranza al 35enne, padre di famiglia, che si destreggia per evitare che la delusione ceda il posto alla rassegnazione In fin dei conti, a chi giova alimentare il dubbio che prende corpo di fronte al linguaggio - antico nella forma e burocratico nei contenuti (sigle e richieste polverose, la legge n. X che s’accoppia incestuosamente con quella n. Y) - con cui sono stati redatti documenti nei quali, sin dalla modalità comunicativa, il vero assente è un qualsiasi elemento di novità? Tanto vale prenderne serenamente atto: la prima conferenza dei giovani italiani nel mondo ha avuto luogo. La speranza è che non sia stata celebrata. Ha confermato che essere giovani non è un talento, ma una condizione temporanea del corpo, che non necessariamente coincide con quella dello spirito. In fondo, è l’unica malattia dalla quale si guarisce troppo rapidamente. Ma, al di fuori di tutta una serie di giustificate perplessità di chi la vissuta da interessato osservatore, per i giovani che si sono incontrati a Roma è stata un’esperienza unica. Galvanizzati dall’entusiasmo possono davvero rappresentare un potenziale, che sarebbe colpevole mortificare. Da lì, nei vari Paesi, si dovrebbe ripartire. Non per sfogliare il libro dei sogni. Molto più proficuamente, per cercare di capire cosa non funziona e non è funzionato. Solo così si potrà provare a rimediare ad una serie di situazioni – diligentemente denunciate anche nei loro documenti – che vanno superate, prima che siano loro a superare noi. Evocarli (invocarli?) ad ogni pie’ sospinto, limitarsi ad esprimere soddisfazione e snocciolare apprezzamento all’indirizzo dei giovani - che oggi, com’è naturale, rappresentano il futuro (e domani, se hanno fortuna, come direbbe Croce, a turno, saranno presente e poi passato) -, è un esercizio di stile accattivante: rende simpatici. Non è detto che, gravido di mimetizzata connotazione gattopardesca, alla lunga si riveli anche realmente efficace. [email protected] Rivista – Gennaio 2009 La 1 Sommario RUBRICHE 1 17 In breve 7 Editore: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera - Zurigo Italiche 9 Direttore - Giangi CRETTI Europee 11 Internazionali 13 Oltrefrontiera 15 Idee da vendere 33 Burocratiche 35 Angolo Fiscale 39 Angolo legale 41 Convenzioni Internazionali 42 L’elefante invisibile 47 Pubblicità Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella postale - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892323 - Fax ++41(0)44 2015357 e-mail: [email protected] L’emporio della lingua italiana 57 Abbonamento annuo Fr. 60.- Estero: 50 euro - Gratuito per i soci CCIS Scaffale 59 Sequenze 63 Diapason 65 Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la CCIS. La riproduzione degli articoli è consentita con la citazione della fonte. Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana). Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero) Convivio 70 Motori 75 Starbene 78 Dolce Vita 81 Delegato Editoriale - Ruggero BOSCHIERI Comitato di Redazione L. ATTANASIO, G.M. BONADA, A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI Collaboratori Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO, P. COMUZZI, L. CORTESE, D. COSENTINO, A. CROSTI, M. DIORIO, T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì, G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL La Rivista Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892328 - Fax ++41(0)44 2015357 [email protected], www.ccis.ch Appare 11 volte l’anno. Progetto grafico, stampa e confezione Nastro & Nastro srl 21010 Germignaga (Va) - Italy Tel. +39 0332 531463 - Fax +39 0332 510715 www.nastroenastro.it Editoriale La Svizzera: mercato rifugio per le PMI italiane in tempi di incertezza diffusa Il Newsweek elogia la solidità dell’economia elvetica PRIMO PIANO 18 21 24 2 17 24 “Mai vista una crisi così: ecco come usciremo per primi dal tunnel” Discorso di fine d’anno di Sergio Marchionne “L’Italia nei dati dell’Annuario Statistico Italiano 2008 Traguardo di ieri a partenza di domani 1909-2009 La CCIS compie cent’anni Rivista – Gennaio 2009 La www.maserati.com Consumo combinato: 14,7 l/100 km (4.2), 15,7 l/100 km (4.7) I Emissioni di CO2: 345 g/km (4.2), 365 g/km (4.7) Categoria d’efficienza energetica G I Emissioni di CO2 di tutte le vetture in vendita in Svizzera: 204 g/km THE NEW MASERATI QUATTROPORTE OPERA D’ARTE PER INTENDITORI. Maserati Quattroporte S 4,7 litri da 430 CV e Maserati Quattroporte 4,2 litri da 400 CV. Motore V8, design Pininfarina. La rete ufficiale dei concessionari Maserati in Svizzera Loris Kessel Auto SA, 'RANCIA,UGANOs Garage Foitek AG,5RDORF:àRICHsNiki Hasler AG, 4052 Basel, s Krähenmann Autocenter AG, -EILENs Sportgarage Leirer AG, 3TEINs Automobile Németh AG, (INTERKAPPELENs Auto Pierre Sudan, :UGs Modena Cars SA, 'ENÒVEs Garage Zénith SA, ,AUSANNEs Garage Zénith SA, 3IONs Maserati (Svizzera) SA , 8952 Schlieren, 044 556 25 00 26 29 44 Un‘annata all’insegna della variabilità meteorologica e dell’ottima qualità Vendemmia 2008 in Langa e Roero 77 Prima Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo Roma, 8-12 dicembre 2008 IL MONDO IN FIERA Quella marcia in più Donne in carriera: Licia Colò La 8c negli USA 84 85 CULTURA 50 54 58 Edoardo Giacomo Boner: scrittore e poeta siculo-retico Ricordo di una vittima illustre del terremoto di Messina 66 68 69 70 76 Flormart / Miflor: Fiera di Padova, 20-22 febbraio 2009 Salone Internazionale florovivaismo, attrezzature e giardinaggio Piaggio: titoli iridati e tante novità Sette marchi per un gruppo 87 Certificazione della lingua italiana commerciale Incontro a Zurigo presso la sede della CCIS IL MONDO IN CAMERA A tu per tu con Nico Tanzi: L’incontro Yes we can… Quando la musica fa politica Bollicine da record Malgrado la crisi dei consumi e l’aumento del costo della vita 90 91 92 Ristorexpo: Erba, 22 - 25 febbraio 2009 La ristorazione di qualità di scena a Lariofiere Invito alla degustazione di Barolo barbaresco e.. International Olive Oil Award Zurich 2009 e Olio 09 Si premia l’olio extra vergine d’oliva Workshop prodotti alimentari Cremonesi, Zurigo 20 ottobre 2008 93 Autunno Italiano 94 Contatti commerciali 96 Servizi camerali Alla conquista della Svizzera Il formaggio Asiago, lo Speck ed i vini DOC dell’Alto Adige Attenti alla Mela! La bellezza è speranza Il calendario Pirelli Pirelli: “Best Brand” per il terzo anno di seguito Rivista – Gennaio 2009 La 86 FerienMesse: San Gallo, 6-8 febbraio 2009 Fiera internazionale delle vacanze Armeria Reale, Museo della Marionetta, Museo Egizio Gli scrigni delle curiosità1 INCONTRI 60 Un MiTo superpremiato: Auto Europa 2009 54 5 WAIT. VINTAGE 1945 «CARRÉE» Cronografo www.girard-perregaux.com Cronografo con ruota a colonne. Movimento meccanico a carica automatica Girard-Perregaux. Cassa in oro rosa. Fondo in vetro zaffiro. In Breve Mobilità sostenibile, vince Parma ma lo smog è fuori controllo È Parma la città italiana dove ci si sposta in maniera più eco-sostenibile. Lo certifica la seconda edizione della ricerca “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città”, elaborata da Euromobility e Kyoto Club con il patrocinio del ministero dell’Ambiente. Lo studio tiene conto soprattutto della qualità dell’offerta di alternative all’utilizzo individuale dell’auto privata, quindi della diffusione del car e bike sharing, dei taxi collettivi, delle piattaforme logistiche per i mezzi, dei mobility manager, della quantità e qualità delle piste ciclabili e delle corsie preferenziali. Elementi che vengono poi incrociati con i dati sullo stato di salute dell’aria. A seguire Parma ci sono Bologna, Firenze e Venezia. Poi Padova e Torino. Al settimo posto arriva Bari, unica città del sud nelle top ten, seguita da Modena, Ferrara e Genova. Fra le prime dieci, ben quattro città sono emiliane. Le meno so- stenibili sono Taranto, L’Aquila e Campobasso.. Dalla ricerca emerge anche un forte allarme per lo sforamento dei livelli di polveri sottili presenti nell’aria. Ben 44 città su 50 sono fuorilegge, se ne salvano solo sei: Potenza, Ravenna, Reggio Calabria, Catanzaro, Bolzano e Campobasso, dove lo sforamento dei limiti non è andato oltre i 35 giorni previsti dalla normativa europea. La città che sta peggio è Siracusa, con 282 giorni all’anno di sforamento. Il primato delle auto inquinanti (Euro 0) va a Napoli con circa il 33%. Per le Euro 4, Aosta, Roma, Prato e Trento mostrano le percentuali più alte. Il tasso di motorizzazione resta in Italia il più alto d’Europa (61,1 auto per 100 abitanti contro la media europea di 46. Il rapporto getta anche uno sguardo impietoso sulla diffusione del bike sharing. Solo 18 città lo hanno messo in campo (lo scorso anno erano 15) e il maggior numero di bici è presente a Roma e Brescia (200), ma troppo spesso si tratta di operazioni di pura immagine. Il servizio viene infatti utilizzato molto poco, in media 3 prelievi al giorno per meno di 30 minuti a bici nei centri urbani considerati dal rapporto e 2.300 bici in tutto contro 4.300 mezzi bike sharing e 138.000 utenti di Barcellona e le 21.000 bici di Parigi. Segnali di crescita arrivano invece dal car sharing. Le città che hanno avviato servizi di vetture condivise sono a oggi 12. Arthur Schnyder: nuovo Dealer Network Development Manager di Fiat Group Automobiles Switzerland SA Dal 1° dicembre 2008, Fiat Group Automobiles Switzerland SA ha un nuovo Manager per il Network Development, Arthur Schnyder (41). Il nuovo responsabile del dipartimento Network Development possiede una vasta esperienza nel settore automobilistico, acquisita principalmente in Ford Motor Company (Switzerland). Prima di entrare nel Gruppo Fiat ha ricoperto le Premi Balzan: Veca presidente del Comitato Il Consiglio della Fondazione Balzan ha nominato a Milano il nuovo presidente del Comitato generale Premi: è il professore di filosofia politica Salvatore Veca, che succede al giornalista e politologo Sergio Romano. Nato a Roma e laureato in filosofia a Milano, Salvatore Veca è vicedirettore dell’ Istituto universitario di studi superiori di Pavia. Il Comitato seleziona ogni anno le discipline da Rivista – Gennaio 2009 La funzioni di Zone Manager, Brand Manager Commercial Vehicles e, a partire da gennaio 2008, il ruolo di Network Development Manager per Ford Svizzera. Padre di due figli, abita con la sua famiglia nella regione di Zugo. premiare e i vincitori tra candidature provenienti dalle più importanti istituzioni culturali internazionali. I premi Balzan sono fra i più prestigiosi al mondo per il loro valore finanziario e scientifico. La fondazione italosvizzera - che ha sede a Milano e Zurigo - è stata istituita a Lugano nel 1956 da Angela Lina Balzan in memoria del padre, il giornalista e industriale antifascista italiano Eugenio Balzan, rifugiatosi nel 1933 in Ticino, dove morì vent’anni dopo. 7 Italiche Corrado Bianchi Porro La crisi rimette inesorabilmente alla prova la struttura economica e produttiva italiana, scrive il Censis nel suo 42mo rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese nel 2008, pubblicato agli inizi di dicembre. L’Italia presenta una struttura ad elevata intensità industriale: quasi il 21% del valore aggiunto complessivo deriva dal settore manifatturiero, cifra ben più elevata di quella del Regno Unito (16,6%) o Francia (14,1%), seppure inferiore al 26,8% della Germania. Eppure, nota il Censis, mentre i principali Paesi industrializzati han perseguito un’internazionalizzazione sovente fondata su operazioni finanziarie, tramite acquisizioni e cessioni di pacchetti di controllo di aziende, l’imprenditoria italiana, con uno schema simile a quello che ha sviluppato sul mercato interno, Traditi dal mercato ha preferito il presidio di attività reali sull’estero, rafforzando le linee di produzione, le reti distributive e commerciali ed affondando le radici in nuove aree. La crisi coglie l’Italia in una fase già avanzata di trasformazione. Nei primi otto mesi del 2008 il fatturato dell’industria era cresciuto del 2,6% rispetto ai dati dell’anno precedente, specie grazie alle vendite sull’estero. Le fusioni e acquisizioni pilotate da imprese italiane sono aumentate per numero del 4%. Tra maggio e ottobre, mentre già la crisi già faceva sentire i suoi morsi, son state effettuate alla borsa di Milano una decina di offerte pubbliche d’acquisto. Risalta infine anche la consistente dotazione di strumenti liquidi da parte delle imprese italiane, con oltre 252 miliardi di euro, una cifra in crescita rispetto ai dati di fine 2007. L’Italia è il Paese europeo col maggior numero di PMI esportatrici: sono circa 200 mila e nel 2007 hanno esportato merci e servizi per un controvalore di 448 miliardi di euro, pari al 29,2% del Pil. E per i privati? La cautela del popolo italiano, spesso tacciata per arretratezza o chiusura all’innovazione, si è dimostrata una buona polizza contro le disavventure finanziarie. Le famiglie italiane nel 2008 sono state vieppiù orientate alla liquidità e in fuga dal risparmio gestito. Alla ricerca di nuove sicurezze, gli italiani ritengono che i soldi vadano tenuti in contanti (29,3%), in depositi bancari o postali (23,4%) o al limite tenuti pronti per investirli in occasioni immobiliari (22,2%). E se proprio si deve investire, ci si indirizza prevalentemente verso gli inossidabili titoli di Stato. La fuga dal risparmio gestito nel solo secondo trimestre del 2008 ha raggiunto la quota rilevante di 31,8 miliardi di euro. In un anno, da giugno 2007 a giugno 2008, il patrimonio dei fondi di diritto italiano è diminuito di quasi il 21%. Tutta gente che è dunque fuggita appena in tempo ai periodi più neri della crisi finanziaria. Nel terzo trimestre del 2007 l’im- Rivista – Gennaio 2009 La piego delle famiglie nei Bot era in crescita del 40% rispetto ai dati dell’anno precedente. Tuttavia, ben 2,8 milioni di famiglie (pari all’11,8% del totale) hanno ancora prodotti rischiosi come azioni o quote di Fondi d’investimento. Secondo l’inchiesta effettuata per conto del Censis nel pieno della crisi, ad ottobre 2008, ben il 71,7% della popolazione pensa che il terremoto in corso sui mercati internazionali possa aver ripercussioni dirette sulla propria esistenza, mentre solo il 28,3% ritiene di poterne uscire indenne. Per affrontare il difficile momento, il 33,9% della popolazione sostiene che cercherà di risparmiare di più, mentre il 25,2% ritiene di non aver altra via d’uscita che quella di tagliare i consumi. Le persone che si ritengono indenni dalla crisi, sono in Italia 5,5 milioni. Si tratta per lo più di persone dai 30 ai 44 anni, senza figli, residenti in città comprese tra 10 e 30 mila abitanti; persone dotate di redditi medio alti. Invece, quanti si ritengono particolarmente penalizzati sono 881 mila. Si tratta in genere di anziani che vivono da soli o coppie con due figli e più, residenti in comuni tra 30 e 100 mila abitanti, con basso livello di reddito e scolarità. Per combattere la crisi, i cittadini italiani giovani (fino a 29 anni) effettuano acquisti in saldo o frutto di promozioni (76,8%), prodotti di qualità presso outlet, stock house e di marca a basso costo (49%) o, infine, effettuano acquisti tramite internet (25,4%). Le persone tra i 45 e i 64 anni si dedicano agli acquisti ai mercati (56,3%) reputati più convenienti o vanno direttamente dal produttore (46,1%). Invece gli anziani, ultra 65enni, acquistano prodotti commerciali non di marca (56%). Per avere un panorama oggettivo, non va infine dimenticato, nota ancora il Censis che vi sono almeno due Italie. Quella nord e centro nord avrebbe un Pil pro capite più elevato (29.445 euro) di Regno Unito (29.140 euro), Germania (28.068 euro), Francia (27.593) e Spagna (26.519). Diversa è naturalmente la situazione al sud. Infine, la ricerca mette in risalto come le ultime vicende mettano in crisi l’idea stessa della globalizzazione e del libero mercato. Con la crisi finanziaria ed economica, le promesse del mercato hanno finito per tradire le grandi aspettative poste su di esse, producendo liberalizzazioni poco vantaggiose o controverse privatizzazioni, mentre lo Stato ora deve intervenire a sanare le fratture. Ben il 56% degli italiani ritiene oggi che la globalizzazione accresca le disegualianze sociali (56% in Europa) e solo il 32% (26% in Europa) è ormai convinto del contrario. La maggioranza degli italiani (54%) ma anche il 61% degli europei ritiene che la globalizzazione abbia determinato un grave incremento dei prezzi. È diminuita pure la simpatia nei confronti dell’UE (dal 56% di favorevoli nel 2006 si è scesi al 51% nel 2007 e al 39% nel 2008). Anche la fiducia per l’euro è in netto riflusso, dal 66% di simpatizzanti nel 2006, siamo ora al 58%. 9 www.navyboot.ch Europee Philippe Bernasconi Nicolas Sarkozy ha chiuso come meglio non poteva i suoi (e della Francia) sei mesi di presidenza di turno dell’Unione europea. Il presidente francese è riuscito nel non facile compito di mettere tutti d’accordo sul pacchetto anti crisi economica e sul piano sul clima. Un successo – non preventivabile solo sei mesi fa – reso possibile dall’abilità, dal carisma e dalla tenacia di Sarkozy, ma anche dalla congiuntura del momento. La più spaventosa e devastante crisi economica del secondo dopoguerra ha infatti messo con le spalle al muro i 27, lasciandoli senza vere alternative. Prima il via libera alle misure di rilancio economico, poi a quelle sul clima. Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione di metà dicembre si è chiuso con un’unità di intenti che ha pochi precedenti nella storia comunitaria. Non vi è nemmeno stata Il “miracolo” di Nicolas Sarkozy la tanto temuta maratona negoziale, che avrebbe potuto far saltare il fragile compromesso proprio sul più bello. Sarkozy non ha voluto correre rischi e – soprattutto sul più controverso pacchetto climatico (che punta a ridurre del 20 percento le emissioni inquinanti e ad aumentare sempre del 20 percento i consumi di energie rinnovabili entro il 2020) – ha fatto quelle concessioni che hanno permesso di portare a tetto il progetto, pur facendo gridare gli ambientalisti allo scandalo. Il pacchetto è stato annacquato in nome della crisi economica, ha tuonato il WWF. Ma tant’è. Proprio la crisi economica ha fatto da filo rosso a questi sei mesi di presidenza francese. Una crisi esplosa in tutta la sua veemenza nelle ultime settimane e che ha spinto i leader europei all’azione. Anche controvoglia. Il piano da 200 miliardi di euro proposto dalla Commissione europea è stato approvato dai 27, pur con tutti i distinguo del caso. Ognuno – del resto – potrà fare a modo suo. C’è chi – come la Francia – ha già annunciato misure anticicliche da 26 miliardi soprattutto attraverso investimenti in infrastrutture, sostegni alle famiglie e all’industria dell’automobile, chi - come la Gran Bretagna – un sostanzioso taglio all’Iva per rilanciare i consumi e chi – come la Germania – investimenti più contenuti e diluiti nel tempo. Differenze che hanno riproposto antiche e mai sopite divisioni tra chi vorrebbe prendersi la leadership continentale e chi viene accusato di non più assumersi quelle responsabilità che il ruolo di locomotiva d’Europa gli imporrebbero. E così Parigi – spalleggiato da Londra – non ha lesinato critiche a Berlino per il suo apparente lassismo. “Siamo d’accordo sul coordinamento e sulla necessità di prendere altre misure: la Francia ci lavorerà, la Germania ci riflette – ha sentenziato Sarkozy, che ha aggiunto - Non chiedetemi se sono diventato liberale, se ho riscoperto Keynes o se ho abbandonato Frideman, si tratta di Rivista – Gennaio 2009 La essere pragmatici, di affrontare una situazione di crisi ma conosciuta prima d’ora”. Pronta la replica della cancelliera tedesca Angela Merkel: “Abbiamo adottato provvedimenti mirati, per esempio la sospensione del bollo o le agevolazioni per gli artigiani. Voglio aspettare gli effetti di queste misure. In gennaio vedremo se quel che abbiamo fatto è convincente. La Germania non è pronta a unirsi a una corsa multimiliardaria solo per creare l’impressione di aver fatto qualcosa”. Insomma, dietro una facciata di unità e compattezza l’Europa rimane comunque divisa sul modo di affrontare questa crisi. E divisi sono anche gli esperti. Non tutti, infatti, credono che un vasto piano di rilancio attraverso un massiccio ricorso alla spesa pubblica possa produrre gli effetti sperati. Anzi, sostenere artificialmente un’economia in crisi potrebbe ritardare quelle necessarie ristrutturazioni, indispensabili per una ripresa su basi più solide e più sane. È vero, la situazione è talmente grave che senza l’aiuto dello Stato la crisi potrebbe trasformarsi in devastante depressione. Ma anche gli aiuti ad ogni costo potrebbero portare allo svuotamento delle casse pubbliche, senza la garanzia che ciò serva veramente. Ci vuole equilibrio. E ci vogliono delle chiare strategie che permettano di sostenere i settori del futuro. Quelli che garantiranno la crescita economica una volta passata la burrasca. Sostenere, ad esempio, il settore dell’automobile con degli aiuti a pioggia servirebbe a poco o nulla. Meglio sarebbe legare questi aiuti alla progettazione e alla creazione delle vetture del futuro, non solo performanti, ma soprattutto ecologiche. Sagge, da questo punto di vista, le parole del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, rilasciate al Corriere della Sera: “Se daremo una risposta rapida, questa crisi può diventare un’opportunità per portare l’economia del Vecchio continente nel 21esimo secolo nel segno del basso consumo di carbonio e dell’efficacia energetica. Non possiamo rimanere con le mani in mano, perché la crisi può portare a un aumento della miseria umana, a rischi di instabilità sociale. La crisi è iniziata negli Stati Uniti, è arrivata nell’Unione europea, e ora continua nei Paesi emergenti. Ma dalla crisi, abbiamo tutti una lezione da imparare. Ed è questa: siamo interdipendenti, o si nuota insieme o si annega insieme. Sul piano strettamente cronologico, la Commissione europea si è mossa prima di tutti, dando un quadro di riferimento generale – il piano da 200 miliardi – all’interno del quale ognuno prende poi le sue decisioni. Non pretendiamo che si sia sempre tutti d’accordo. Non possiamo avere l’illusione che, nata l’Unione europea, gli Stati nazionali non parlino più. Ma noi siamo l’Unione europea degli Stati e dei cittadini. Camminiamo insieme. E sul clima, per esempio, io chiedo agli Stati di agire nel modo il più possibile coordinato. La sfida è grande, ne vale la pena”. l clima – del resto – potrebbe trasformarsi in quell’anello che unisce rilancio economico e nuove tecnologie. Per costruire sulle ceneri di questa crisi epocale un nuovo concetto di sviluppo economico sostenibile. 11 Internazionali Michele Caracciolo di Brienza “Oportet ut scandala eveniant”. É necessario che accadano le più grandi catastrofi affinché s’agisca. La crisi finanziaria mondiale sta avendo ripercussioni immediate sul commercio tra Paesi. L’evento tanto temuto si sta verificando: al crollo delle borse segue una recessione dell’economia mondiale. Le misure che dovrebbero mitigare il possibile deterioramento della situazione sono già in atto, ma non bastano. La liquidità è diminuita e il tasso d’interesse per i finanziamenti all’esportazioni è aumentato a causa della percezione di un rischio elevato. La carenza di liquidità nel trade finance è stimata da Pascal Lamy, direttore generale dell’OMC, in circa 25 miliardi di stano del tutto alle pressioni protezionistiche prevedibili nei prossimi mesi. Il costo politico di una liberalizzazione è spesso insostenibile e l’interesse di pochi riesce a imporsi. La riduzione delle barriere è perfettamente in linea con gli obiettivi di sviluppo del millennio sanciti dalle Nazioni Unite nel 2000. I capi di Stato e di governo riconobbero allora la responsabilità collettiva nel creare le fondamenta di un mondo più pacifico, prospero e giusto. Il commercio è una parte fonadamentale di questa cooperazione per affrontare l’abissale ingiustizia nella distribuzione della ricchezza. Guai all’autarchia. Durante gli anni Trenta il crollo del commercio mondiale provocò il dispendio di risorse in vari paesi per produrre quei beni che Cogliere le opportunità della congiuntura negativa dollari. Cifra colossale per un semplice cittadino, ma relativamente piccola se paragonata alle manovre attuate recentemente nel mercato bancario. I governi di alcuni Paesi, tra cui Giappone e Germania, sono già intervenuti, rafforzando le assicurazioni al commercio estero in modo da mitigare la percezione del rischio da parte degli operatori. Allo stesso modo, la Banca Mondiale ha triplicato il tetto di garanzie al finanziamento all’esportazioni dei Paesi poveri da uno a tre miliardi di dollari. Questo è un segnale incoraggiante, per un mercato in pessime condizioni. Dal 2001 i negoziati dell’Organizzazione Mondiale del Commercio sono bloccati e forse ora è il momento buono affinché si giunga ad una soluzione coerente con gli obiettivi iniziali. L’idea del negoziato (comiciato a Doha nel Qatar) è di permettere ai Paesi in via di sviluppo di raggiungere migliori livelli di vita grazie ad un sistema commerciale più equo e più aperto. L’obiettivo del direttore dell’OMC è chiaro: riuscire a far concludere il negoziato cogliendo l’occasione data dalla congiuntura negativa. I sussidi statali all’agricoltura sono i primi accusati. Pascal Lamy ritiene che i Paesi ricchi debbano ridurre le distorsioni nel commercio delle derrate agricole. La riduzione di queste barriere eviterebbe che le conseguenze della crisi finanziaria siano di gran lunga più serie. Infatti, non va dimenticato che due terzi della popolazione mondiale vive in zone rurali e che il commercio di prodotti agricoli è l’ossigeno delle economie in via di sviluppo. D’altro canto, è difficile che i governi resi- Rivista – Gennaio 2009 La sarebbe stato di gran lunga più conveniente comprare altrove. I nazionalismi esasperati e l’esistenza degli imperi rendevano meno spontaneo il commercio tra Stati in competizione. Beninteso, oggi la situazione è diversa. Si sono fatti passi avanti impensabili verso l’integrazione dei mercati, tuttavia il pericolo che alla povertà diffusa s’accompagni anche l’instabilità politica è sempre in agguato. Il tessile è l’altro grande settore che sarebbe sostenuto dalla conclusione del negoziato. Infatti, nell’ambito dell’OMC i produttori africani di cotone hanno la loro unica possibilità per far valere i loro interessi contro i sussidi dati dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea ai loro produttori. Un altro esempio: in Cambogia il settore tessile impiega 300’000 persone e la maggioranza delle imprese che esportano verso i Paesi ricchi non hanno contratti che vadano oltre febbraio 2009. Si può solo immaginare quale disastro sarebbe la perdita di posti di lavoro per un paese povero come la Cambogia. Lo scenario è aperto e le sfide che la politica si trova a fronteggiare non sono mai state così grandi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La differenza è che c’é maggiore interdipendenza tra i Paesi e soltanto soluzioni multilaterali sono efficaci in queste sfide. La soluzione del negoziato di Doha potrebbe essere d’incentivo agli scambi internazionali e contribuirebbe a rafforzare la domanda. Ne sono consapevoli all’OMC e questo è un buon segno. Speriamo ne siano altrettanto consapevoli i negoziatori. 13 La nuova pasta integrale Barilla. Ricca di fibre e sostanze nutritive. 100% di gusto. Tipicamente Barilla. Pasta al dente, con tutto il gusto dell’italianità, di una bontà senza compromessi. La nuova pasta Barilla Integrali nasce con un procedimento di macinatura esclusivo, è ricca di fibre naturali e contiene preziose sostanze nutritive. Barilla Integrali esiste in quattro formati di pasta classici: gli Spaghetti no. 5, le Pennette Rigate, i Fusilli o le Pipe Rigate. Barilla Integrali: l’alimentazione sana diventa anche varia e gustosa! No 1 in Italia Oltrefrontiera Fabrizio Macrì 16 operatori elvetici, 12 importatori di prodotti agroalimentari, 2 tour operator e 2 giornalisti alla scoperta delle eccellenze turistiche ed enogastronomiche del Bel Paese: questo il bilancio di Autunno Italiano, l’iniziativa della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera svoltasi tra ottobre e novembre 2008 che ha raccolto sotto un unico marchio 4 delegazioni sul territorio italiano in 4 località del Paese: Campobasso (Molise), Lamezia Terme (Calabria), Rovigo e Vicenza (Veneto). Sotto il cappello del marchio Autunno Italiano la Camera ha legato quattro istituzioni e tre regioni diverse con un’unica azione promozionale, che ha coinvolto le province venete di Vicenza e Rovigo, ricche di imprenditori dinamici, esperti e già attivi sui mercati internazionali, diventato un brand internazionale riconosciuto dal grande pubblico come un simbolo di qualità italiana: la Toscana, Firenze, Roma, Venezia, Parma, le Cinque Terre e la Costiera Amalfitana. Tutti i nostri territori comunque, anche quelli meno conosciuti, possono contare su un brand in comune che nel settore alimentare ha dimostrato di valere più di ogni altro: l’Italia. Un prodotto che si presenta come italiano ha inevitabilmente maggiore appeal di un prodotto regionale: lo testimoniano le stime di Federalimentare sul volume di affari dell’industria internazionale dell’”Italian sounding” (dei prodotti con nomi e colori italiani di fattura estera) che tocca quota 52 miliardi di Euro a fronte di un totale esportato dell’industria alimentare italiana di 18 miliardi: l’imitazione dei prodotti italiani è un fenomeno di per se dannoso ma che d’altra parte dimostra quanto il nome, i colori e le immagini che l’Italia richiama valgano ai fini commerciali sul mercato internazionale. È certamente questo uno degli elementi alla base dell’inaspettato successo italiano misurato dal nuovo indice Tpi (Trade Performance Index) di misurazione delle performance esportative di un Paese, elaborato da WTO e UNCTAD, che colloca il nostro paese nel 2007 ai vertici della classifica mondiale delle economie più competitive nel commercio estero. Fatto sta che l’Italia, nonostante continui a fare fatica ad attrarre investimenti ed attività economiche a causa dei suoi radicati mali, quali burocrazia, criminalità, costo del lavoro elevato e stasi della domanda interna, sul fronte delle esportazioni, quasi non ha rivali: i settori abbigliamento, arredo, alimentari ed automazione meccanica da soli rappresentano un valore di beni esportati di 113 miliardi nel 2007, che quasi compensano il deficit di bilancia commerciale storico nei settori energetico, delle materie prime, chimico farmaceutico, elettronico ed auto di lusso Semplificazione, aggregazione e messaggio univoco, questa è una delle chiavi fondamentali del successo italiano sui mercati esteri soprattutto nel comparto dei beni di consumo, dove il Made in Italy si esprime al meglio: nella crisi economica mondiale di cui nessuno è in grado di prevedere tempi e portata, è bene insomma fare squadra e presentarsi compatti. Viene in mente il generale romano Massimo Decimo Meridio, che, nella rappresentazione del famoso film il Gladiatore di Ridley Scott, al centro dell’arena del Colosseo, in attesa di conoscere la sfida mortale che lo attende, ordina ai suoi compagni gladiatori: “Qualsiasi cosa esca da quelle porte state uniti! Se state uniti sopravviveremo!”. C’è da crederci. Semplificazione, aggregazione e messaggio univoco e regioni quali il Molise e la Calabria ricche di prodotti tipici di ottima qualità ma ancora inesperte sul fronte dei rapporti con l’estero. L’azione promozionale unica ha funzionato molto bene perchè ha permesso ad ogni iniziativa di trainare le altre: operatori, soddisfatti della loro esperienza in Calabria, non hanno esitato infatti ad aderire anche alle trasferte di Rovigo e Vicenza. Il successo di questa formula testimonia il potenziale del “Marchio Italia” quando viene utilizzato per promuovere territori che singolarmente rischiano di avere poca visibilità presso gli operatori esteri: un’iniziativa promozionale pluriterritoriale che mette in rilievo il filo comune che lega i territori tra di loro piuttosto che evidenziarne le differenze è più efficace delle singole iniziative territoriali. Semplificazione e aggregazione sono esigenze della distribuzione internazionale sui mercati maturi dove alla crescente offerta di prodotti alimentari corrisponde una minore crescita della domanda e una forte fidelizzazione verso prodotti già affermati da anni. Un mercato ricco ed esigente come quello svizzero richiede quindi una strategia promozionale basata sulla selezione qualitativa dei prodotti e dei fornitori a monte (cui seguirà poi quella naturale della distribuzione) e un’aggregazione dell’offerta in fase di promozione. La promozione va inoltre sostenuta da una comunicazione che valorizzi l’origine territoriale dei prodotti come garanzia di qualità: tale appartenenza territoriale dovrebbe essere quella meglio riconosciuta dai consumatori, ricca di elementi positivi nell’immaginario collettivo. Alcuni territori del nostro Paese godono di questo privilegio perchè il loro stesso nome è Rivista – Gennaio 2009 La 15 L a Svizzera: mercato rifugio per le PMI italiane in tempi di incertezza diffusa La tradizionale solidità e competitività del suo sistema finanziario, permettono alla Svizzera, nell’attuale congiuntura di diventare, ”mercato rifugio“ per gli investitori internazionali e di garantire quindi una buona tenuta dell’economia. In questo contesto il rafforzamento del Franco svizzero sull’Euro determina un incremento del potere d’acquisto di consumatori, turisti e importatori interessati a prodotti e mete turistiche europee ed italiane: questo aumento si verifica su un mercato che ha già uno dei più alti redditi procapite al mondo, un tasso di disoccupazione tra i più bassi (2,5% a Ottobre 2008) ed una crescita complessiva dell’economia intorno al 2% nel 2008. Non a caso quindi la Svizzera è il sesto mercato target al mondo per l’Export italiano, ed è di gran lunga il primo importatore di prodotti italiani per abitante: un mercato più grande per l’Italia di Russia e Cina. La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera che nel 2009 sarà da 100 anni attiva su questo mercato, diventa strumento sempre più solido di promozione del Made in Italy. Per noi parlano le cifre relative al 2008 che rispecchiano l’intenso lavoro svolto dalla CCIS al servizio del Sistema Italia: circa 200 contatti verificati con buyer elvetici coinvolti in iniziative create per commercializzare i prodotti italiani quali delegazioni di operatori svizzeri in Italia, workshop in Svizzera, partecipazioni fieristiche tra Italia e Svizzera e decine di ricerche individuali di partner commerciali. A queste attività volte a creare un contatto commerciale diretto, si aggiungono le attività di promotion pura e comunicazione che hanno lo scopo di creare visibilitâ e interesse per il Sistema Italia: presentazioni, conferenze stampa, seminari e l’attività regolare di informazione svolta dalla Newsletter e La Rivista (magazine camerale dedicato al Made in Italy ed ai rapporti economico-culturali tra Italia e Svizzera). Acquista maggiore centralità infine l’attività di preparazione delle PMI italiane al mercato svizzero tramite seminari specifici svolti in Italia: circa 150 quest’anno le aziende esportatrici di diverse province italiane coinvolte in queste iniziative. In tempi di diffusa incertezza sull’andamento della domanda, la Svizzera offre agli esportatori italiani un’economia stabile, con un diffuso potere di acquisto in grado di premiare le produzioni di qualità provenienti dall’Italia: la CCIS si propone anche nel 2009 come chiave di accesso a questo ricco e vicino mercato. Nel pieno della crisi Il Newsweek elogia la solidtà dell’economia elvetica Holger Schmieding, Chief Economist per l’Europa della Bank of America a Londra, in un suo fondo sul Newsweek (http://www.newsweek.com/ id/172622/output/print) dello scorso 15 dicembre, elogia le scelte di politica economica fatte da Governo e banche svizzere prima e durante la crisi, in anticipo su tutte le maggiori economie occidentali, inclusi gli Stati Uniti, che consentono alla Confederazione di conservare un’economia sana, in solida crescita e fino ad ora al riparo da eccessivi scossoni sui mercati internazionali. Secondo Schmieding la salute dell’economia svizzera si regge sostanzialmente su due pilastri, uno Rivista – Gennaio 2009 La frutto di scelte fatte negli anni precedenti la crisi e l’altro frutto di decisioni prese nei primi giorni della stessa, mentre nel resto dei paesi europei si dibatteva ancora su quale leva utilizzare per proteggere le economie dal “credit crunch“ e dalla crisi di fiducia degli attori economici. Il primo pilastro è l’accresciuto tasso di competitivitâ internazionale del sistema industriale svizzero, favorito dal progressivo aumento del tasso di apertura dell’economia svizzera sempre più orientata all’export e sempre più aperta alle importazioni e ai flussi di forza lavoro proveniente dai paesi UE. L’accresciuto tasso di apertura dell’economia ha generato un forte aumento della crescita economica con ricadute positive sul gettito e sulla salute del bilancio pubblico. Il secondo pilastro è dato dalla solidità finanziaria del paese che è stata garantita sostanzialmente dalla decisione, già precedente la crisi, di tenere sotto controllo il tasso di interesse interbancario e cioè il tasso al quale le banche si prestano soldi l’una con l’altra, evitando così che succedesse come negli Stati Uniti dove tale tasso è aumentato in modo esponenziale a causa della crisi di fiducia generatasi sul mercato. La Svizzera non è immune da rischi, conclude Schmieding, ma i fondamentali della sua economia e le scelte esemplari fatte fino ad oggi li hanno sostanzialmente ridotti. 17 E Mai vista una crisi così cco come usciremo per primi dal tunnel” di Sergio Marchionne* *L’ autore è amministratore delegato della Fiat. Questo è il testo dell’intervento tenuto ai dirigenti del Gruppo nell’incontro di fine anno. 18 Il 2008 è stato un anno difficile. Quella che all’ inizio era considerata come una crisi ristretta al settore finanziario e al mondo americano, non si è rivelata tale, ma è passata all’ economia reale. Paradossalmente, la grande forza della globalizzazione, che apre la strada ad opportunità alle quali non abbiamo mai avuto accesso prima, è anche la sua più grande debolezza. L’aggravarsi delle condizioni negli ultimi mesi e gli effetti che ancora dobbiamo vedere spingeranno tutte le economie avanzate in una fase recessiva, di cui non conosciamo né l’ampiezza né la durata. Questa crisi sta avendo un forte impatto sui prodotti durevoli e sta assumendo contorni, per le dimensioni e la velocità di contagio, mai visti prima. In poco tempo, quelli che erano i punti fermi di tutta l’industria, non solo di quella dell’auto o dei trasporti, sono stati messi in discussione. I metodi tradizionali e anche quelli più innovativi usati finora per stimare volumi e quote di mercato, per riposizionare un brand, per avviare valide azioni di marketing o di sviluppo di prodotto non sono più efficaci. Tutto ciò non fa paura alla Fiat, perché il cambiamento è parte del nostro modo di essere. Quello che è diverso, nella fase attuale, è la velocità con cui il cambiamento si è manifestato agli occhi del mondo. Ma il lavoro fatto ci ha insegnato a pensare e ad agire con estrema flessibilità. A differenza di molti altri, non dobbiamo aspettare che sia una crisi a imporci la cultura del cambiamento come una necessità. Per questo non è concepibile che un’azienda come la nostra resti ferma, immobile, senza fare nulla. Non è nella nostra mentalità. Dobbiamo fare tutto il possibile - e lo stiamo facendo - per essere noi i primi a ristabilire un rapporto con quelli che diventeranno i nuovi punti di riferimento. La prima cosa che sappiamo molto bene è da dove veniamo. Nel 2004 eravamo in una situazione drammatica. La crisi che abbiamo attraversato allora era forse peggiore di questa: era una crisi di futuro e, in più, era un dramma tutto nostro. Dovevamo fare i conti con i problemi interni e con una concorrenza che si faceva sempre più agguerrita; avevamo un’opinione pubblica che ci dava per spacciati; non avevamo elementi concreti su cui basare la nostra fiducia, al di là di quelli che stavano dentro di noi. Se alle condizioni di allora si fosse aggiunta una situazione generale simile a quella di oggi, sarebbe stata certamente distruttiva e di sicuro non saremmo qui a raccontarcelo. Ma ne siamo usciti, a testa alta. L’elemento più importante di tutti va ricercato a livello culturale. I “cinque principi chiave” su cui abbiamo rifondato l’azienda rappresentano un modo molto sintetico, ma efficace, per descrivere la nuova filosofia del gruppo. Una filosofia dove il merito prevale sulle conoscenze, la leadership sull’autorità, la ricerca dell’eccellenza sulla mediocrità, lo spirito competitivo su una visione egocentrica e l’affidabilità sulle vane promesse. I momenti negativi accelerano le tendenze in corso e possono modificare lo scenario competitivo. In prospettiva, molti dei settori in cui siamo presenti sono destinati a mutare. Vedremo una ricerca attiva di sinergie industriali; probabilmente vedremo forti scosse e probabilmente nuove fasi di consolidamento. Ma alla fine di tutto questo, noi dovremo essere ancora là, pronti a ripartire. Per quanto difficile, il 2008 si chiuderà per il gruppo con un significativo risultato economico e con un trading profit che sarà il più alto nei 109 anni di storia della Fiat. Per quanto riguarda il 2009, sappiamo che ci sono incognite che nessuno riesce a valutare, neanche gli organismi internazionali più autorevoli. Si tratta di incognite legate all’evoluzione dell’economia italiana, europea e mondiale, sulle quali si leggono ogni giorno previsioni diverse, per lo più al ribasso. Gli scostamenti dalle normali condizioni di mercato non permettono, al momento, di definire in modo puntuale e attendibile le performance del gruppo per il prossimo anno. Per questo abbiamo deciso di fornire un aggiornamento ai mercati finanziari su base trimestrale. Il 2009 sarà un anno difficile, il più difficile che io abbia mai visto in tutta la mia vita. Dovremo andare avanti aspettando che il mercato tocchi il fondo. Nessuno può prevedere oggi quali Rivista – Gennaio 2009 La potranno essere le reali ripercussioni di questa crisi. Questo succede perché c’ è stato un cambiamento strutturale nel sistema finanziario e nel sistema industriale. Sono state spazzate vie le condizioni di base sulle quali avevamo definito i nostri programmi. Sono stati cancellati i punti di riferimento e le regole del gioco, che rappresentano certezze essenziali per chiunque si debba muovere in un contesto competitivo. L’obiettivo con cui ci siamo mossi è stato quello di invertire una tendenza al declino che ha accomunato buona parte dei costruttori di automobili. Negli ultimi 35 anni il settore, ad eccezione degli orientali, ha costantemente distrutto valore. La trasformazione introdotta in Fiat serviva proprio a porre un freno a questa storia di inefficienza e a chiudere con il passato. Abbiamo definito un metodo per creare valore. Abbiamo lavorato per consolidare un sistema di crescita sana. La realtà oggi ci impone di modificare radicalmente la nostra ottica. La Fiat è pronta a farlo. Questo cambiamento di prospettiva richiede coraggio, chiarezza e lucidità. Dobbiamo avere l’apertura mentale e la libertà di pensiero di chi si pone davanti a un foglio bianco ed è deciso a ricostruire tutto daccapo. I nostri programmi per il futuro devono tenere conto di questi cambiamenti strutturali e di altri che potranno intervenire, come ad esempio l’impatto degli aiuti pubblici, che rischiano di stravolgere la dinamica dei settori. L’intervento dello Stato ha toccato all’inizio le strutture finanziarie ed ora si sta allargando all’ industria. Non voglio dare giudizi di merito sulle scelte dei governi. Il punto è che gli interventi pubblici a favore di alcuni costruttori portano ad un livello di disparità enorme nella competizione internazionale, perché pongono alcuni attori sopra tutti gli altri, in una posizione di vantaggio che è difficile da contrastare. Non possiamo accettare che la concorrenza venga falsata in questo modo.L’esistenza di regole uguali per tutti è un requisito essenziale in qualsiasi contesto competitivo. Credo che l’Europa debba reagire e muoversi velocemente, rendendosi conto di qual è il tema più urgente da affrontare: la sopravvivenza di un settore che conta più di 12 milioni di lavoratori. C’è un elemento ancora che dobbiamo tenere presente: il fatto che di fronte ad un settore che non ha una storia molto brillante di creazione di valore, il sistema finanziario sarà molto più cauto, diventerà più selettivo, perché il suo Rivista – Gennaio 2009 La interesse principale sarà conservare se stesso e ridurre ogni possibile fattore di rischio. Permettere all’industria di continuare a funzionare e garantirle i fondi necessari per investire saranno preoccupazioni secondarie. È necessario muoversi prima che questo diventi la normalità. Dobbiamo essere consapevoli delle minacce che abbiamo di fronte. Il modello di business al quale siamo abituati va ripensato. Il settore dell’ auto sarà obbligato a trovare un nuovo tipo di gestione, che porterà ad un consolidamento, a livello mondiale, entro i prossimi 24 mesi. Non si tratta di un modello ancora definito, ma forzerà con molta probabilità nuove alleanze. Dobbiamo muoverci in maniera più condivisa per continuare ad avere accesso ai capitali, per continuare a investire, per affrontare ad armi pari la concorrenza. È esattamente questa la direzione che Fiat sta seguendo. Il mio obiettivo è quello di salvaguardare i nostri marchi, il nostro business e il nostro metodo di gestione. L’obiettivo è di rafforzare Fiat Group Automobiles, per un futuro molto più sicuro. Vogliamo proteggere la nostra realtà industriale, vogliamo dare vita ad un’azienda più grande e più forte, vogliamo che la Fiat sia un agente di cambiamento e non una vittima del processo. Dopo le sfide affrontate in questi anni, ne abbiamo tutto il diritto. La Fiat ha due grandi vantaggi oggi. È la prima muoversi, avendo le idee chiare sul cambiamento che ci sarà. Lo stiamo affrontando con estrema lucidità. Il secondo vantaggio deriva dal fatto che abbiamo aperto questa partita in una posizione di forza. Arriviamo a questo appuntamento dopo aver vissuto una storia di risanamento eccezionale e dopo aver ridato vigore a una grande realtà industriale. Il 2009 sarà un anno carico di significato. Se la realtà ci cambia sotto gli occhi, anche noi dobbiamo cambiare, e cambiare di continuo. Questo vuol dire che nessuno può fare più conto sulle certezze di ieri. Sono convinto, oggi più che mai, che la più grande qualità della Fiat risieda nell’avere una squadra di leader che può dare prova di tutto il suo valore nel gestire questa fase. Senza la crisi che si è manifestata negli ultimi sei mesi, il 2008 sarebbe stato per la Fiat non solo un anno record, il migliore della sua storia, ma addirittura straordinario. L’augurio è di entrare nel 2009 con la certezza che abbiamo la forza, le capacità e la passione per costruire qualcosa di nuovo e di duraturo. 19 MADE IN ITALY IL FASHION DESIGN ENTRA IN CASA TUA 7C@@9N=CB9&$$Scopri la collezione Natuzzi 2009: tante nuove proposte nate dalla costante ricerca del bello e della qualità. Puoi selezionare il rivestimento del divano tra 350 colori di pelli, tessuti e Alcantara® Elegance, abbinarlo con quello delle pareti attrezzate, scegliere la lampada, il tappeto e il tavolino, creando un living in armonia con il tuo stile. Natuzzi Stores: Zürich – Dietikon – Dübendorf – Lausanne – Etoy Natuzzi Galleries: Pfister Suhr, Dübendorf, Mels, Etoy – Meubles Decarte a Saxon – Meubles Villat a Delémont www.natuzzi.ch L ’ Italia nei dati dell’Annuario Statistico Italiano 2008 L’ISTAT con l’edizione 2008 dell’Annuario Statistico Italiano ha diffuso i principali dati sugli aspetti essenziali della vita socio – demografica - economica del Paese Popolazione Alla fine del 2007 i residenti in Italia erano 59.619.290, circa 488.000 in più rispetto all’anno precedente. Tale incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+494.871 unità) che neutralizza l’effetto negativo del saldo naturale (-6.868 unità) sul quale ha influito l’aumento della mortalità nel Mezzogiorno. Al 1° gennaio 2008 gli stranieri residenti erano 3.432.651, il 5,8% della popolazione totale. Guardando la cittadinanza della popolazione straniera, i flussi provenienti dall’Unione europea (27,2%) tolgono il primato all’area dell’Europa centro-orientale (24,4%) a seguito dell’ingresso nell’Unione di Polonia e Romania, i paesi a più alta componente migratoria. La fecondità delle donne residenti in Italia nel 2007 è salita a 1,37 figli per donna (da 1,35 nel 2006), si tratta del livello più alto registrato negli ultimi anni. All’interno dell’Unione Europea, ma per il confronto internazionale i dati si fermano al 2006, e fatta eccezione per la Germania (1,34 figli per donna), solo alcuni paesi dell’Europa dell’Est hanno livelli di fecondità più bassi (in particolare la Slovacchia con 1,24 e la Polonia con 1,27). In lieve ripresa i matrimoni dopo il calo osservato fino allo scorso anno, che salgono dai 245.992 del 2006 ai 250.041 del 2007, mentre il tasso di nuzialità rimane costante al 4,2 per mille. Il matrimonio religioso rimane ancora la scelta più diffusa (65%), anche se sono in continuo aumento i matrimoni celebrati con rito civile. È soprattutto nelle regioni meridionali a prevalere un modello di tipo tradizionale e la percentuale dei matrimoni celebrati con rito religioso Rivista – Gennaio 2009 La è del 79,2% (contro il 53,5% del Nord e il 59,3% del Centro). Prosegue il processo di invecchiamento della popolazione: ormai un italiano su cinque è ultrassessantacinquenne e anche i “grandi vecchi” (dagli ottanta anni in su) rappresentano il 5,3% della popolazione italiana. Al 1° gennaio 2008 l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15) registra un ulteriore incremento, raggiungendo un valore pari al 142,6%. Considerando i dati a livello internazionale, che però si fermano al 1° gennaio 2006, il nostro paese, con un indice pari a 139,9%, è quello maggiormente investito dal fenomeno dell’invecchiamento. Gli altri paesi dell’Unione europea in cui la popolazione ha una struttura per età particolarmente “vecchia” sono Germania, Grecia e Bulgaria. Sanità e salute Nel 2006 erano circa 46.000 i medici di base presenti sul territorio nazionale, valore sostanzialmente stabile negli ultimi anni e che equivale a 8 medici ogni 10.000 abitanti. Per quanto riguarda i medici pediatri se ne contano circa 7.500, ovvero 9 ogni 10.000 bambini fino a 14 anni. Gli ambulatori e i laboratori pubblici e privati convenzionati erano circa 17 ogni 100.000 abitanti nel 2006, in leggera riduzione negli ultimi tre anni. Rimane stabile l’offerta dei servizi di guardia medica: i medici addetti ammontano a 23 ogni 100.000 abitanti. L’assistenza domiciliare integrata è sempre più importante in una società come quella italiana, caratterizzata da un evidente processo di invecchiamento. Su 180 Asl sono 173 quelle che offrono questo servi- Prosegue il processo di invecchiamento della popolazione: ormai un italiano su cinque è ultrassessantacinquenne. 21 zio nel 2006. Aumentano anche i pazienti assistiti al proprio domicilio: da circa 396.000 nel 2005 a 414.000 nel 2006; gli ultrasessantacinquenni ne rappresentano una quota rilevante (l’84,8% del totale). Prosegue il processo di razionalizzazione delle risorse e delle attività nel sistema ospedaliero italiano. Nel 2004 i posti letto ordinari sono 4,0 ogni mille abitanti (4,6 nel 2000). Alla diminuzione dell’offerta di posti letto corrisponde un’ulteriore riduzione delle degenze in regime ordinario (che scendono a 8,3 milioni nel 2004 dai circa 9,4 milioni del 2000), mentre aumenta il ricorso al day hospital: la dotazione di posti letto per questo servizio passa da 27.507 nel 2000 a quasi 32.000 nel 2004 (14% circa del totale dei posti letto ordinari). Nel 2007 il 73,3% della popolazione residente in Italia valuta buono il proprio stato di salute, con differenze di genere a svantaggio delle donne (70,2% contro 76,6% degli uomini). La presenza di patologie croniche costituisce un importante indicatore per comprendere lo stato di salute della popolazione. Il 39,2% dei residenti in Italia dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche, quelle maggiormente riferite sono l’artrosi/artrite (17,9%), l’ipertensione (15,8%), le malattie allergiche (10,6%) e l’osteoporosi (7,3%). Le migliori opportunità lavorative si presentano ai laureati provenienti dai corsi lunghi dei gruppi ingegneria. 22 Giustizia Nel 2006 il numero dei protesti, pari a 1.494.541, si riduce del 5,2% rispetto all’anno precedente. Il valore complessivo dei titoli protestati ammonta a 3.916 milioni di euro, con un importo medio di circa 2.620 euro. Nel 2006 sono 3.129.994 i procedimenti pendenti presso i tribunali ordinari (erano 3.178.367 alla fine del 2005), 18.795 quelli pendenti presso i tribunali per i minorenni (contro i 18.380 dell’anno precedente). Nel 2006 i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria sono 2.771.490, con un aumento del 7,5% rispetto al 2005. Tra le tipologie di delitti gli omicidi volontari crescono del 3,3% rispetto al 2005, le rapine del 9,4%, i furti del 5,4%, le truffe e le frodi informatiche del 20,5% e le violenze sessuali del 12,3%. I condannati per delitto (uomini nell’85,6% dei casi) sono 198.263 (-10,4% rispetto all’anno precedente); di questi il 59,2% aveva già precedenti penali. Per il 67,0% dei condan- nati la sentenza ha previsto la pena della reclusione mentre al rimanente 33,0% è stata comminata una multa. I minorenni condannati costituiscono l’1,4% del totale. In aumento i suicidi, pari a 3.061 nel 2006 (erano 2.892 nel 2005), nel 76,9% dei casi si tratta di maschi; anche per quanto riguarda i tentativi di suicidio la componente maschile registra una leggera prevalenza (53,4%) confermando la tendenza degli anni più recenti. Istruzione Erano 8.938.005 gli studenti iscritti all’anno scolastico 2006/2007, 28.898 in più rispetto a quello precedente, a conferma del trend positivo avviato nel biennio 2000/2001. Il tasso di scolarità si attesta ormai da qualche anno intorno al cento per cento per la scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, mentre è in continuo aumento quello della secondaria di secondo grado, passato dall’89,8% del 2001/2002 al 92,5% del 2006/2007. I giovani iscritti per la prima volta all’università nell’anno accademico 2006/2007 erano poco più di 308.000, circa 16.000 in meno rispetto all’anno precedente (-5,0%), confermando una fase di flessione delle immatricolazioni rilevata a partire dal 2004/2005; in controtendenza le immatricolazioni ai corsi triennali dei gruppi chimico-farmaceutico (+5,2%) e ingegneria (+4,7%). Le migliori opportunità lavorative si presentano ai laureati provenienti dai corsi lunghi dei gruppi ingegneria (81,3% svolge un lavoro continuativo iniziato dopo il conseguimento della laurea), chimico-farmaceutico (73,7%) ed economico-statistico (65,7%). Le laureate nei corsi lunghi incontrano più difficoltà dei loro colleghi maschi nel trovare lavoro; per i laureati triennali, invece, non si rilevano differenze significative tra i due sessi. Al Nord lavorano continuativamente il 66,3% dei laureati nei percorsi lunghi e il 54,9% nei corsi triennali; seguono i laureati del Centro (rispettivamente con il 53,6% e il 45,9%) e quelli del Mezzogiorno (con il 43,4% e il 34,7%). Lavoro Nel 2007 gli occupati aumentano di 234.000 unità, arrivando a 23.222.000 (+1% rispetto all’anno precedente). Dalla rilevazione continua sulle forze di lavoro emerge inoltre che il numero delle persone in cerca di occupazione è sceso Rivista – Gennaio 2009 La a 1.506.000, 167.000 in meno rispetto al 2006 (-10%); il tasso di disoccupazione si attesta dunque al 6,1% dal 6,8% del 2006. Sia il numero degli occupati sia quello dei disoccupati appaiono al livello migliore dalla fine del 1992, quando è iniziata la nuova serie della rilevazione. La crescita dell’occupazione coinvolge entrambi i sessi, ma è la componente femminile a far registrare in percentuale la crescita maggiore (+1,3% contro +0,8% dei maschi). Il tasso di occupazione continua a salire, giunge al 58,7% dal 58,4% del 2006, pur restando ben al di sotto del dato medio dell’Ue (65,4%); salgono i tassi di occupazione sia maschile (dal 70,5% al 70,7%) sia femminile (dal 46,3% al 46,6%). Sul piano settoriale, il numero degli occupati scende nell’agricoltura (-5,9%, pari a -58.000 unità), mentre aumenta leggermente nell’industria in senso stretto (+0,4%, pari a +22.000 unità). In crescita, seppure meno rapidamente rispetto al 2006, l’occupazione nel terziario (+1,4%, pari a 215.000 unità), invece nel settore delle costruzioni, dopo sette anni consecutivi di aumento e la battuta di arresto del 2006, si registra di nuovo una dinamica positiva pari a +2,9%. Sotto il profilo territoriale, emerge una crescita nel Centro-nord e una sostanziale stabilità nel Mezzogiorno. Nel Nord gli occupati crescono dell’1% (+118.000 unità) e nel Centro salgono del 2,5% (+116.000 unità). Trasporti e telecomunicazioni Negli ultimi dieci anni la mobilità di passeggeri e merci è cresciuta in misura maggiore di quanto non sia accaduto in passato, favorita dal progresso tecnologico e da nuovi comportamenti sociali. Nel 2007 la quota prevalente del trasporto continua ad indirizzarsi verso il traffico su strada: sono oltre 40 milioni gli autoveicoli circolanti nel 2007, e fra questi si contano più di 35 milioni di autovetture. Non a caso, tra i mezzi di trasporto privato il più utilizzato, nel 2008, è ancora l’automobile, sia per gli occupati, come Rivista – Gennaio 2009 La conducenti, che la usano negli spostamenti per recarsi al lavoro (69,7%) sia per gli studenti, come passeggero (36,3%). Sempre nel 2008 poco meno di un quarto della popolazione di 14 anni e oltre usa i mezzi pubblici urbani, il 16,8% quelli extra-urbani mentre il 29,4% ha preso almeno una volta il treno. Rispetto alla qualità del servizio erogato, in particolare per quel che riguarda la frequenza delle corse, la puntualità e il posto a sedere, gli utenti dei pullman extra-urbani sono più soddisfatti di coloro che utilizzano autobus e treno. La puntualità dei treni è ancora l’aspetto che incontra la percentuale di soddisfazione più bassa fra gli utenti, appena il 42,6%, in diminuzione rispetto al 2007 (44,2%). A fine 2006 si contano 7,4 milioni di abbonati alla telefonia fissa digitale xDSL. Le linee mobili attive sono 81,6 milioni (erano 71,9 milioni all’inizio del 2006) mentre le carte telefoniche prepagate attive ammontano a 73,7 milioni (erano 65,3 milioni ad inizio 2006). Le utenze Internet sono circa 11,6 milioni; la maggiore diffusione si registra nell’Italia nordoccidentale (3,5 milioni) e nel Mezzogiorno (3,2 milioni). In crescita, seppure meno rapidamente rispetto al 2006, l’occupazione nel terziario (+1,4%, pari a 215.000 unità). Credito e assicurazione Alla fine del 2007, le attività finanziarie dei residenti italiani risultano pari a 2.338.975 milioni di euro con un incremento di 171.883 milioni rispetto al 2006 (+7,9%). L’ammontare dei depositi bancari ha raggiunto i 749.430 milioni di euro con un aumento di 21.766 milioni, il 2,9% in più sull’anno precedente. Dei 749.430 milioni di depositi bancari il 65,8% appartiene a famiglie e istituzioni sociali e private, il 21,7% a società non finanziarie, il 4,0% ad amministrazioni pubbliche e l’8,6% a società finanziarie. Industria Nel 2007 l’attività industriale registra una crescita dello 0,5% rispetto all’anno precedente (+2,0% nel 2006). I migliori risultati, a livello settoriale, sono quelli delle industrie tessili e dell’abbigliamento (+4,4%) e della fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici (+3,4%), mentre i peggiori si rilevano nelle industrie della concia e delle calzature (-5,8%) e nella fabbricazione di macchine elettriche e apparecchiature elettriche e ottiche (-6%). Di poco in rosso l’energia elettrica e gas (-0,2%). Poco meno di un quarto della popolazione di 14 anni e oltre usa i mezzi pubblici urbani. 23 T 1909-2009 La CCIS compie Cent’anni raguardo di ieri a partenza di domani Una scadenza significativa. Un’occasione per tracciare bilanci, per porgettare festeggiamneti, ma soprattutto per delineare, consegnati alla storia i primi cento,il percorso che la Camera ha iniziato a intraprendere per gli altri cento che verranno.Ne abbiamo parlato con il Segretario generale Andrea G. Lotti di Giangi Cretti 100 anni un traguardo importante. Con quale spirito vi accingete a tagliarlo? Con grande soddisfazione per i risultati raggiunti fino ad oggi che si concretizzano nel ruolo di leadership che la nostra Camera ha nel panorama della promotion italiana sul mercato svizzero, grazie anche all’accordo con l’Istituto Nazionale del Commercio Estero, la stretta collaborazione con la rete diplomatica italiana in Svizzera e la presenza dei più importanti attori del Made in Italy tra i nostri soci più significativi. Con spirito di servizio per quanto riguarda il futuro. Non potrebbe essere altrimenti vista l’instabilitâ economica del momento che colpirà, e in parte sta già colpendo, quei settori dell’economia italiana più esposti alle fluttuazioni della domanda estera e quindi più bisognosi di ricevere assistenza nella ricerca di affidabili partner commerciali. In che modo questo influirà sul vostro lavoro? È nostra intenzione agire su tre fronti: da un lato rafforzare sempre di più la presenza economica italiana sul mercato svizzero rendendo noto in Italia l’enorme potenziale e l’importanza che questo mercato ha per il nostro export; dall’altro, sempre di più favorendo da parte italiana un aumento dell’“import strategico“ dalla Svizzera, concentrandoci su quei settori che in Italia soffrono ancora di un deficit di sviluppo, come le energie rinnovabili che nei prossimi anni costituiranno un grande volano di sviluppo per le economie avanzate. Infine facendo rete con le altre Camere di Commercio Italiane all’Estero, per difendere le quote commerciali italiane su più mercati contemporaneamente. Il tempo certamente ne ha modificato il ruolo. Una volta essere membri della camera costituiva motivo di prestigio. Oggi 24 credo che le cose non stiano più così. La Camera è una struttura che lavora al servizio di esportatori e investitori italiani sul mercato svizzero, quindi più che di prestigio parlerei di orgoglio. Il nostro lavoro ha un senso, perchè risponde alla necessità dell’economia italiana di internazionalizzarsi e tornare a conquistare quelle posizioni che si sono perdute in questi anni a livello mondiale. La Svizzera costituisce un importante trampolino di lancio per tutte quelle aziende a caccia di rapporti commerciali sui mercati esteri. A chi vi rivolgete? Oltre che al versante italiano, ci rivolgiamo anche a tutti i nostri partner svizzeri intenzionati ad intensificare i loro legami con l’Italia, consci del fatto che ogni ingresso di concorrenti e di capitali esteri sul mercato domestico costituisce una boccata d’ossigeno e di opportunità per un’economia come quella italiana con livelli di apertura mediamente più bassi rispetto ai suoi maggiori partner. Cosa risponde a chi vi considera una struttura elitaria? Noi siamo degli operatori che vivono dei propri risultati al pari di tutti gli altri e intratteniamo rapporti con istituzioni pubbliche, istituti di credito, professionisti e industria, perchè sono funzionali alla creazione di un network di relazioni utili allo sviluppo della presenza economica italiana in Svizzera, non perchè vogliamo far parte di un elite. I nostri servizi e attività, che ritroviamo in linea di massima in tutte le Camere di Commercio Italiane all’Estero, sono, con alcune eccezioni per i Soci, a pagamento perchè solo così riusciamo in parte a coprire i costi di gestione necessari a far funzionare la CCIS, unico punto di riferimento permanente della promotion italiana in Svizzera. Rivista – Gennaio 2009 La Cosa rende la CCIS una struttura di servizio diversa dalle altre? Pur essendo “non profit” la Camera è una struttura privata che tende a lavorare con criteri di gestione aziendale privatistica, pur svolgendo un ruolo istituzionale importante, in virtù del quale, percepisce un cofinanziamento dal Ministero dello Sviluppo Economico in percentuale sul valore di progetti svolti annualmente. Credo quindi che questa natura ibrida sia quello che ci contraddistingue nel panorama delle strutture pubbliche e private di servizio esistenti sul mercato. Per quale ragione si dovrebbe diventare soci della CCIS? Per tre ragioni fondamentali: - per accedere a condizioni agevolate a tutti i nostri servizi; - per accedere alle agevolazioni su prodotti e servizi offerti da tutti i nostri soci; - per entrare a far parte di una rete in cui circolano più facilmente le informazioni sulle attivitâ economiche tra i due paesi e sulle iniziative della CCIS; nell’economia odierna la conoscenza, e le informazioni consentono di accedere più facilmente alle opportunitâ di affari. In che modo e per chi può costituire una reale opportunità? Fare parte del network della CCIS e usufruire dei suoi servizi può essere un’opportunità per: - le PMI italiane interessate a promuoversi sul mercato svizzero e alla ricerca di controparti commerciali o partner economici per un investimento; - i grandi gruppi italiani presenti sul mercato svizzero per partecipare alle occasioni di networking create dalla Camera, tramite seminari specifici ed eventi promozionali; - per gli imprenditori svizzeri alla ricerca di un contatto sul mercato italiano e di assistenza nel corso delle attività svolte con dei partner italiani. Quali tipi di collaborazioni attivate? Rivista – Gennaio 2009 La La stragrande maggioranza dei contatti da noi attivati sono di tipo commerciale, prevalentemente nei settori classici del made in Italy: agroalimentare, automazione, abbigliamento e arredamento. Tuttavia siamo attivi anche sul fronte degli investimenti sia per favorire l’insediamento di aziende italiane in Svizzera (in questo senso ci avvaliamo del supporto di professionisti privati e affittiamo anche presso di noi degli spazi ad aziende che abbiano bisogno di una sede operativa a Zurigo) che per attrarre investimenti svizzeri in Italia qualora questo ci venga richiesto dalle istituzioni italiane attive sul fronte del marketing territoriale. Un’attività infine che intensifichiamo sempre di più è quella della preparazione delle imprese esportatrici italiane al mercato svizzero, per metterle in condizione di migliorare se stesse, evitare le insidie e sfruttare al meglio le opportunità. Sempre più spesso, direi troppo spesso, nei vari consessi in cui si parla di internazionalizzazione si ribadisce la necessità di fare sistema. Chi lo dovrebbe fare? Non le sembra che, più che collaborazione o coordinamento, spesso si indugi nella competizione? Purtroppo è insito nel carattere di noi italiani e costituisce un freno al nostro sviluppo, da esso nascono corporazioni, interessi personali e contrastanti tra loro, invidie che ci distraggono dal perseguire l’interesse del Paese. Sarebbe bene chiarire cosa significhi fare sistema: non può voler dire banalmente collaborare e affiancare un’istituzione ad un’altra, limitandosi a non ostacolarsi a vicenda, magari sulla base di buoni rapporti personali e strette di mano. In una recente intervista a questa pubblicazione Ferruccio De Bortoli, Direttore del Sole 24Ore, ha detto che l’interesse pubblico non è la somma di semplici interessi privati. Condivido questa impostazione, perchè credo che fare sistema significhi individuare l’interesse generale, che nel nostro caso è l’efficace promozione del “Made in Italy” sui mercati esteri, e razionalizzare le risorse preposte alla difesa di questo interesse. È bene capire che in un’opera di riordino non tutti potranno trarne vantaggi e le funzioni di alcuni soggetti dovranno essere integrate con quelle di altri. Nel fare questo dovrebbe prevalere il metodo meritocratico e premiare quindi chi negli anni si è distinto per i risultati raggiunti: in questo senso basta dare un’occhiata al valore e all’andamento delle quote italiane sul mercato svizzero e al numero di attività concrete al servizio del “Made in Italy” che la CCIS svolge ogni anno, per capire che noi possiamo giocare un ruolo sempre più importante in questo “sistema“. Lo slogan del centenario recita “100 anni prima, 100 anni dopo”. Quello che è stato lo si sa. Come prevede sarà quello che verrà? Non Le chiedo ovviamente una previsione secolare... Credo che i primi anni saranno difficili. Dovremo confrontarci con un settore pubblico meno ricco e un sistema imprenditoriale frenato dall’incertezza dei mercati.Una spinta importante potrà venire dalla politica, non soltanto in termini di intervento pubblico nell’economia, ma anche in termini di incentivi all’innovazione e all’internazionalizzazione. Sono necessarie una mentalità e una classe dirigente aperta al mondo, con esperienza sui mercati esteri perchè l’intensificazione dei rapporti sui mercati esteri può diventare la nuova leva di sviluppo dell’economia italiana. Il Trade Performane Index dell’OMC e dell’UNCTAD colloca l’Italia nel 2007 al secondo posto nel mondo per competitività delle esportazioni; questo significa che gli italiani che decidono di competere sui mercati internazionali diventano dei leader e ritrovano la crescita. Per questo la nostra economia deve aprirsi sempre di più per favorire un maggiore accesso alle opportunità offerte dai mercati internazionali e per accrescere il livello di concorrenza e merito sul nostro mercato. 25 U Vendemmia 2008 in Langa e Roero n’ annata all’insegna della variabilità meteorologica e dell’ottima qualità Mentre i dati resi pubblici verso al fine dell’anno parlano di una vendemmia record (in termini quantità) con l’Italia che, con 47 milioni di ettolitri, supera la Francia tornando ad essere, dopo dieci anni, il primo produttore al mondo, la crisi dei consumi rende meno rose le attese di quella che anche in termini di qualità si annuncia come una buona annata. Il prossimo 26 gennaio (vedi annuncio in pag. 90) a Zurigo verranno presentate le nuove annate di Barolo Barbaresco e Roero. Cogliamo l’occasione per fotografare l’andamento della vendemmia in quelle zone L’annata 2008 è stata molto difficile dal punto di vista agricolo e, nello specifico, per la viticoltura. Gli attacchi parassitari, principalmente di peronospora e oidio, hanno creato problemi persistenti a partire da metà maggio per tutto giugno e luglio, con qualche strascico anche nel mese di agosto. I danni, soprattutto dal punto di vista quantitativo, ma per fortuna non da quello qualitativo, sono stati considerevoli. L’impegno dei viticoltori è risultato fondamentale: l’impostazione della difesa, la scelta del momento e del prodotto utilizzato per i trattamenti, le pratiche agronomiche che concorrono alla difesa stessa, come il controllo del vigore e l’accessibilità dei terreni, hanno avuto un ruolo determinante. Il dato saliente dell’annata 2008 è la variabilità. Alcuni vigneti hanno sofferto gravi danni da grandine e talvolta dalla furia del vento: la variabilità delle esposizioni e della vocazionalità, dunque, emergerà più che in altri anni. 26 La vendemmia è iniziata nelle prime settimane di settembre per Arneis e Favorita. Vitigni a maturazione intermedia come il Dolcetto sono stati raccolti prevalentemente nella seconda metà di settembre, mentre per i vitigni tardivi Barbera e Nebbiolo la vendemmia si è concentrata nella seconda e terza settimana di ottobre. Il livello qualitativo delle uve si può classificare, in generale, tra il buono e l’ottimo, mentre il Nebbiolo potrebbe raggiungere l’eccellenza, grazie al fatto di essere stato vendemmiato più tardi e quindi con migliori condizioni climatiche di maturazione e raccolta. Un elemento positivo del 2008 è la decisa tendenza alla ripresa dei prezzi di uve e vini, che purtroppo nel recente passato avevano toccato livelli estremamente bassi. I prezzi delle uve segnano un lieve aumento per una quantità non eccessiva e per l’inizio della fascetta ministeriale anche sui DOC (con l’eccezione di Dolcetto d’Alba e Nebbiolo d’Alba che partono da gennaio). Caratteristiche meteoclimatiche generali dell’annata Dopo il forte anticipo delle fasi fenologiche del 2007, nel 2008 la situazione è tornata a ritmi decisamente più normali: il germogliamento non è stato particolarmente precoce, la primavera è iniziata in modo regolare e ha avuto un andamento climatico tutto sommato nella media del periodo, con un buon accrescimento dei germogli e assenza di gelate tardive. A partire da metà maggio e per oltre un mese si è però verificato un prolungato ed eccezionale periodo di tempo instabile, con piogge abbondanti e quasi giornaliere; tale andamento ha provocato forti preoccupazioni per la difesa e una notevole difficoltà di allegagione delle uve, in particolare per il Barbera. Nella seconda Rivista – Gennaio 2009 La metà di maggio la frequenza e la quantità di precipitazioni è scesa e ha avuto inizio un’estate non particolarmente calda ma decisamente umida. Per tutto il mese di luglio sono proseguiti i problemi legati a peronospora e oidio, che hanno provocato perdite di produzione difficilmente quantificabili, ma che se si sommano a quelle dovute alla difficoltà di allegagione e a alle numerose e talora devastanti grandinate, raggiungono una media del 10-15% in meno rispetto al 2007, a seconda delle zone e delle varietà. Le fasi di maturazione (invaiatura e inizio della sintesi di zuccheri) sono iniziate con notevole ritardo rispetto al 2007 e si sono sviluppate in modo simile al 2004. Da fine agosto, fortunatamente, si è verificato un lungo periodo (oltre cinquanta giorni) di tempo stabile, spesso soleggiato, senza piogge significative, con temperature miti durante il giorno e fresche di notte, che ha favorito la maturazione delle uve. Tutte le uve hanno risposto bene, pur con qualche differenza significativa, recuperando gran parte del tempo perduto e raggiungendo ovunque buoni o ottimi risultati: la sanità delle uve raccolte in Langa e Roero, infatti, è stata eccellente. Il bel tempo ha permesso di completare con calma tutte le operazioni di vendemmia, potendo scegliere il momento migliore per la raccolta di ogni uva. La qualità delle uve per i principali vitigni di Langa e Roero Il clima estivo non eccessivamente caldo ha giovato all’Arneis che ha potuto raggiungere un ottimo equilibrio tra zuccheri (sufficientemente alti) e acidità che, a differenza di quanto avviene nelle annate molto calde quando scende troppo, è risultata ottimale. I vini Arneis si preannunciano quindi equilibrati, con un buon alcol ma nel contempo freschi e con spiccate note floreali. Il giudizio finale si attesta su un ottimo abbondante. L’andamento climatico di maggio e giugno ha fortemente penalizzato il vitigno Barbera: le piogge incessanti hanno provocato gravi attacchi di peronospora. Tra fine agosto e inizio settembre la maturazione procedeva con lentezza, ma il tempo stabile, la notevole escursione termica fra giorno e notte e le temperature Rivista – Gennaio 2009 La miti diurne della seconda metà di settembre e di inizio ottobre hanno favorito la ripresa della concentrazione zuccherina e della degradazione acidica. Alla vendemmia le uve Barbera presentavano in media un’ottima concentrazione zuccherina, ma con un’acidità fissa piuttosto alta. Hanno ottenuto ottimi risultati i viticoltori che hanno saputo aspettare e ritardare la data della raccolta di qualche settimana. Il Dolcetto ha avuto qualche difficoltà causata dal cattivo tempo di primavera e inizio estate, quando era più avanti nella maturazione rispetto agli altri vitigni a bacca nera. Ciononostante, i dati sulla maturazione hanno mostrato un lento ma costante accumulo di zuccheri nell’uva, soprattutto tra la prima e la seconda decade di settembre, e in particolare nelle aree dove la pratica del diradamento è più diffusa. Alla raccolta la concentrazione di zuccheri è risultata in media ottima e il quadro acido ha raggiunto un equilibrio ideale. Le fortunate condizioni climatiche di settembre e ottobre e l’ottima cura dei vigneti da parte dei viticoltori, intervenuti sia con trattamenti mirati a combattere i ripetuti attacchi delle malattie crittogamiche, sia con diradamenti dei grappoli per contenere la produttività del vigneto, hanno consentito di ottenere in vendemmia ottimi livelli di maturazione per le uve Nebbiolo: il quadro acido è ottimo, con un’acidità fissa leggermente più alta rispetto agli ultimi anni, almeno per i primi Nebbiolo raccolti, mentre l’accumulo di zuccheri ha raggiunto livelli eccezionali. Si prevede che i vini di quest’annata a base Nebbiolo saranno ottimi. 27 alfamito.ch Consumi (litri/100 km) ciclo combinato: da 4,8 a 6,5 Emissioni CO2 (g/km): da 126 a 153. Etichetta di efficienza energetica A – C M Y T H E O RY O F E V O L U T I O N ALFA MITO – LO SPORT È NEL SUO ALFA ROMEO DNA. L’INNOVATIVO SISTEMA CHE PERMETTE DI CAMBIARE PRESTAZIONI E MODALITÀ DA DYNAMIC A NORMAL, A ALL WEATHER. NON VI RESTA CHE GUIDARLA! P Roma, 8-12 dicembre 2008 rima Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo Si sono riuniti Roma. In 600, 400 dei quali provenienti dall’estero. Sono i rappresentanti dell’italica gioventù che per varie ragioni vive al di fuori dei patri confini nei vari continenti dell’orbe terracqueo. Si sono incontrati hanno discusso per 5 giorni e hanno elaborato corposi documenti in cui hanno raccolto la sintesi delle riflessioni svolIdentità Italiana e multiculturalismo Filosofico l’abbrivio: l’Italia oggi deve riconoscersi come una Nazione globale, caratterizzata da un multiculturalismo fondato sul dialogo interculturale. L’identità nasce dal bisogno di un senso di appartenenza che è proprio dell’essere umano ed implica ed esige coscienza di chi si è e conoscenza di noi stessi e degli altri. L’identità non è un fatto, bensì un processo dinamico che scaturisce da una scelta e si costruisce nella quotidianità attraverso esperienze vissute, condivise e trasmesse. Anche l’italianità ha queste caratteristiche ed è il risultato della dimensione globale in cui oggi si sentono inseriti i giovani. L’italianità oggi si manifesta in molteplici forme che rispecchiano la diversità delle identità italiane nel mondo; il loro essere italiani in questo modo è espressione del pluriculturalismo che ha caratterizzato e caratterizza a tutt’oggi l’esperienza della migrazione nelle varie generazioni. I tratti che li accomunano come italiani sono: la cultura: nelle sue varie dimensioni sia uno dei referenti principali di identificazione; la lingua: un dovere morale, perché veicolo privilegiato di identità e strumento che favorisce l’integrazione e la partecipazione. Non un obbligo per discriminare, bensì un diritto da difendere. Nel loro documento i giovani affermano che è necessario separare il concetto di identità dal concetto di cittadinanza: l’identità esiste indipendentemente dalla cittadinanza, è un processo di appropriazione personale e collettivo; la cittadinanza è un diritto, che riconosce legalmente un’identità scelta o assunta consapevolmente. Non senza sorpresa, chiedono la ratifica della ius sanguinis per Rivista – Gennaio 2009 La te nelle 5 Commissioni in cui si sono suddivisi: “Identità italiana e multiculturalismo”, “Informazione e Comunicazione”, “ Partecipazione e Rappresentanza”, “Lingua e cultura italiana” e “Mondo nel lavoro e lavoro nel mondo”. Da questi documenti abbiamo estrapolato alcuni passaggi che proponiamo su queste pagine la trasmissione della cittadinanza ai propri discendenti. Al fine di mantenere saldi i legami della comunità, propongono: - la costituzione e la consolidazione di una rete virtuale di comunicazione, che consenta diverse attività e scambi di esperienze; - uno spazio televisivo sulla RAI e sui quotidiani nazionali dedicato a diffondere e far conoscere le diverse realtà degli italiani nel mondo, con la collaborazione di testate giornalistiche locali; - la creazione di programmi educativi – culturali - civici, sportivi e pubblicazioni in un quadro di solidarietà intergenerazionale che coinvolga la comunità degli italiani nel mondo; - la creazione, entro il 2009, di una commissione giovanile “identità italiana e multiculturalismo” in ogni Paese, per coordinare le proposte dei giovani , interagendo con gli organi di governo italiani dei loro Paesi; - l’organizzazione di un festival annuale internazionale della Migrazione degli Italiani nel Mondo, in Italia e nei diversi Paesi di residenza; - accordi bilaterali con i Governi nazionali e regionali dei diversi Paesi di appartenenza, per agevolare e tutelare l’insegnamento della lingua e della cultura italiana nelle scuole pubbliche statali di ogni Paese; - il riconoscimento della cittadinanza agli aventi diritto garantito dalle nostre rappresentanze consolari attraverso la realizzazione di pratiche amministrative più snelle nelle forme e nei tempi. Riuniti in assemblea. 29 La delegazione svizzera Informazione e Comunicazione Il documento inizia con un’affermazione: l’informazione è un diritto. Pertanto vanno razionalizzati e resi più efficaci gli strumenti di informazione esistenti per gli italiani all’estero e valorizzate le esperienze migliori. A questo fine, auspicano una maggiore trasparenza nell’utilizzo dei contributi ai giornali italiani nel mondo. In particolare, essendo quello delle nuove tecnologie e dell’informazione via Internet un processo irreversibile, chiedono che il riparto delle sovvenzioni tenga conto di questa nuova realtà. Fra le proposte operative, la richiesta che il blog, messo a disposizione dal MAE, in preparazione della conferenza, possa evolvere in un vero e proprio sito con riconosciuti crismi di ufficialità, e, in tempi brevi, trasformarsi nella piattaforma globale per l’informazione e la comunicazione tra tutti i giovani italiani all’estero, ma anche, e soprattutto, in un network sociale ,dove gli italiani all’estero possano scambiarsi esperienze e tenersi in contatto con altri giovani in Italia. Il sito dovrebbe avere un “amministratore” centrale a Roma, a cui fanno capo singoli coordinatori per continente, ai quali, a loro volta, si rapporteranno i responsabili per Nazione. Le redazioni nazionali recluteranno giornalisti tra gli italiani di quella Nazione, che scriveranno a titolo volontaristico i loro contributi. Attorno al sito dovrebbero nascere commissioni giovanili con l’obiettivo di diffondere il sentimento di italianità e l’amore per la lingua italiana all’estero, con base in ogni Nazione, coordinati tra di loro in una confederazione mondiale. La lingua ufficiale del sito è l’italiano. Le singole commissioni locali decideranno l’opportunità di tradurre parte del sito nella lingua locale. Per quanto riguarda i contenuti, si ritiene opportuno che vengano sviluppate tematiche “più giovanili”, vicine al mondo della cultura, della letteratura, della musica, dello spettacolo e dello sport. L’informazione deve anche tenere conto della multiculturalità degli italiani all’estero e, quindi, delle specificità delle comunità nei singoli Paesi (es. italocanadesi, italo-brasiliani, italo-belgi, ecc.). Una parentesi speciale è dedicata alla televisione di Stato alla quale i giovani chiedono di attivare un contatto 30 diretto e continuativo per contribuire alla creazione di palinsesti più vicini alle esigenze di informazione delle comunità italiane nel mondo. Si chiede inoltre: che vengano “messe in chiaro” le frequenze di RAI International anche per gli italiani d’Europa; che la RAI aumenti i contenuti su Internet; che RAI International sia visibile via Internet in streaming; che la RAI, nella comprensione dei “diversi” mondi degli italiani all’estero, dia la possibilità alle comunità locali di contribuire alla formazione dei palinsesti con materiali e informazioni prodotte volontaristicamente in loco. Nel documento si fa cenno anche alla radio che va potenziata, in quanto formidabile strumento di promozione dell’italianità all’estero. Partecipazione e rappresentanza I giovani italiani nel mondo riconoscono l’importanza delle associazioni per l’esercizio concreto della partecipazione e intendono impegnarsi per contribuire al loro rinnovamento. A tal fine, nel documento sono elencate, fra le altre, le seguenti proposte: - facilitare l’incontro e lo scambio tra migranti di varie generazioni e le nuove forme di mobilità; - cercare contenuti ed obiettivi più attuali per facilitare l’ingresso dei giovani nelle associazioni,; - promuovere nuove forme di aggregazione, per rispondere alle esigenze dei giovani in ambito sociale, culturale, musicale, gastronomico, informativo e formativo, professionale, tecnologico e sportivo; - rafforzare scambi universitari, corsi di formazione (anche per gestire le associazioni), stages e tirocini, corsi popolari di lingua e cultura italiana; - modificare la legge 383/2000 sulle associazioni di promozione sociale per estenderla anche alle associazioni italiane nel mondo, in modo che queste possano beneficiare delle risorse previste dalla legislazione. Nel documento si legge che tra le diverse forme di riconoscimento c’è la possibilità di “rappresentanza istituzionale”, integrando – con quote giovani - gli attuali organismi: Comites, CGIE, rappresentanza parlamentare, consulte regionali. Queste alcune proposte per “esserci” - istituire “commissioni giovani” organiche ai Comites; - richiedere al CGIE che inviti almeno tre giovani (uno per area geografica, a rotazione e individuati con criteri oggettivi, trasparenti e pubblici) a partecipare ai lavori del CGIE, del Comitato di Presidenza, delle Commissioni per le aree Continentali e delle Commissioni di lavoro; - chiedere alle Regioni di nominare consultori giovani all’estero; - mantenere e difendere il diritto di voto in loco all’estero anche dopo la prevista riforma dell’assetto istituzionale dell’Italia; - proporre la rappresentanza degli italiani all’estero nell’elezione del parlamento europeo; Rivista – Gennaio 2009 La - chiedere al Ministero della gioventù di costituire un “dipartimento giovani estero” nel quadro dell’Agenzia nazionale per i Giovani (ANG), in modo da poter garantire le risorse per il collegamento e l’informazione dei giovani italiani nel mondo; e di poter partecipare, come giovani italiani nel mondo, alla costituzione di una loro rappresentanza in seno al Consiglio Nazionale Giovani. In conclusione, si propone la costituzione un “coordinamento giovani” (con rappresentanti delle 3 aree geografiche intercontinentali) per accompagnare gli sviluppi di questa conferenza, in modo da preparare i futuri incontri da realizzarsi ogni biennio. Lingua e Cultura Specialmente per gli italiani all’estero, la lingua rappresenta un elemento di sintesi della dimensione identitaria, di ricchezza culturale e di benessere. I tagli prospettati dalla finanziaria, effettuati pragmaticamente, ma in maniera repentina, rischiano di compromettere in maniera definitiva lo sforzo intrapreso da generazioni di emigrati per mantenere vive la lingua, la cultura e le tradizioni del loro Paese di origine. A fronte di una situazione di crisi i giovani non solo sollecitano una sensibilità diversa nei confronti delle comunità italiane nel mondo, ma offrono energie e competenze per valorizzare le esperienze di qualità. Dal loro punto di vista, sarebbe possibile sia stabilire nuovi partenariati tra i vari governi locali e quello Italiano per articolare diversamente i costi, sia attivare ulteriori soluzioni di autosostenibilità. Le possibili linee d’intervento, individuate passando attraverso la valorizzazione delle risorse italiane all’estero, prevedono: - una presa di coscienza da parte dello Stato della complessità e della diversità di ogni realtà locale in cui si è sviluppata una particolare storia dell’emigrazione italiana; - il mantenimento del diritto all’apprendimento e all’insegnamento dell’italiano iscritto, come diritto all’istruzione, nella Costituzione (Art. 34); - investimenti mirati alla promozione dell’italiano come lingua straniera; - l’adozione di una linea politica di difesa e sostegno della pluralità linguistica e culturale. - il sostegno al bilinguismo - l’assunzione di docenti in loco: conoscono anche la realtà, la cultura e l’idioma del Paese in cui vivono; solleverebbe lo Stato dagli onerosi assegni di trasferta pagati agli insegnati ministeriali. “La lingua più bella del mondo” è un patrimonio da salvaguardare e su cui operare una “manutenzione permanente”. Investire nella promozione della lingua è però importante quanto la salvaguardia di quanto è stato fatto finora. Ecco allora che i corsi di lingua e cultura italiana all’estero sono fondamentali: non solo per il recupero dell’identità linguisticoculturale delle seconde e successive generazioni, ma Rivista – Gennaio 2009 La anche per lo sviluppo dell’italofonia e dell’italofilia (che vanno di pari passo) e una speculare internazionalizzazione culturale, economica commerciale e turistica dell’Italia. Mondo del Lavoro e Lavoro nel Mondo Nel documento si lamenta un generale malessere nello svolgere la propria attività professionale in Italia per mancanza di meritocrazia, precarietà del lavoro (burocrazia inefficiente), difficoltà d’accesso al credito bancario. Con riferimento all’ambito universitario, vengono evidenziati: un preoccupante malcostume nelle selezioni e nelle assegnazioni di fondi; la mancanza di un serio meccanismo di valutazione a posteriori dell’attività di ricerca; la mancanza di fondi di ricerca adeguati. Più in generale, si annota che la presenza istituzionale e associazionistica italiana nei diversi territori è molteplice e frammentata. Camere di commercio, ICE, Consolati, associazioni, patronati non riescono ad agire in rete per mancanza di direttive definite e centralizzate a livello continentale e per la sovrapposizione di funzioni. La sola riorganizzazione delle strutture si rivelerebbe inefficace se non si decidesse a livello centrale di attuare una politica di responsabilizzazione di quelle imprese che investono all’estero, affinché considerino l’utilizzo delle risorse umane italiane presenti nel Paese di riferimento. Obiettivi? Avere finalmente un sistema Italia per il lavoro degli italiani all’estero, delle Istituzioni che lavorino in collaborazione, un database aggiornato da cui trarre le direttive per politiche di formazione per il lavoro efficienti, una comunità italiana (soprattutto giovanile) motivata e soddisfatta dalla presenza delle entità operanti nel territorio. Un problema molto sentito dai giovani italiani è il caos e la burocratizzazione che accompagna il processo del riconoscimento dei titoli di studio. I giovani ritengono importante creare una struttura informatica che permetta di collegare la domanda di lavoro degli italiani esistente nei nostri Paesi di residenza, con la possibile offerta creata da aziende italiane che decidano di fare investimenti in questi Paesi. Questa infrastruttura permetterà alle aziende di trovare professionisti in loco con una cultura lavorativa e lingua comune, offrendo inoltre, se instaurata adeguatamente, la possibilità di avere un “albo” costantemente aggiornato dei professionisti italiani presenti all’estero. Questo portale potrebbe anche essere uno strumento di diffusione ed informazione centralizzato sugli stage e le diverse offerte formative promesse dai diversi enti pubblici e privati. In Europa esiste già un portale web che agevola la mobilità professionale chiamato EURES. Fra le altre proposte, si propone l’istituzione di una denominazione di manifattura: fatto da un italiano oppure made by italian people, potendo anche aggiungere all’estero. 31 pirelli.it SOTTOZERO SERIE II: I MIGLIORI AMICI DELL’INVERNO. ™ L’AFFIDABILITÀ È LA NOSTRA PASSIONE. Con i pneumatici invernali Pirelli guidi in tranquillità, comfor t e sicurezza per tut to il periodo invernale, senza bisogno delle catene, in ogni condizione di asfalto: bagnato, innevato, fangoso o asciut to. Perché il piacere di guidare non conosca stagioni. SOTTOZERO SERIE II: IL PNEUMATICO RACCOMANDATO DALLE PIÙ AUTOREVOLI RIVISTE TEDESCHE DI AUTOMOBILISMO. Idee da vendere Nico Tanzi “So che il 90 per cento dei soldi che spendo in pubblicità sono buttati via, ma sfortunatamente non so quale sia il 10 per cento che funziona”, affermava mezzo secolo fa un avveduto dirigente d’azienda. Da allora molto tempo è passato e le tecniche di valutazione degli investimenti in marketing si sono fatte vieppiù sofisticate, eppure in buona misura quell’affermazione sembrerebbe non aver perso del tutto (anzi) la sua validità. In periodi di crisi come quello che stiamo vivendo in questi mesi, e del quale si stenta a vedere la fine, nelle agenzie di pubblicità si suda freddo non meno che altrove. Tipicamente, la prima voce dei tagli in bilancio nei momenti di magra infatti è proprio quella relativa al marketing, e all’advertising gari optando per un 15 secondi al posto di un 30 secondi, oppure di incrementare l’uso del direct marketing, che può fornire un più immediato impatto sulle vendite”. In questo modo, ci sono possibilità concrete di sottrarre quote di mercato a quei concorrenti che invece, presi dal panico, saranno scomparsi dalla scena (quella pubblicitaria, s’intende). Certo, c’è modo e modo di investire, e uno degli aspetti positivi nel momento che stiamo vivendo è senz’altro la valorizzazione di quelle agenzie di marketing e comunicazione che sono davvero capaci di far rendere gli investimenti. Quando tutti consumano, i pubblicitari possono dire “è merito della nostra pubblicità”, e nessuno può smentirli. Ma quando nessuno consuma, l’efficacia o meno di una campagna, e dunque la sua qualità, diventa improvvisamente misurabile. A proposito. In dicembre ho visto in giro per il paese decine di manifesti di Sunrise in cui il nome del brand è “inserito” nel nome della città in cui ci si trova. Sulla carta un modo carino per legare un marchio al suo pubblico. Di fatto, una zappa sui piedi: migliaia di automobilisti in questi giorni leggono infatti “LUGASUNRISENO”: un messaggio, come è facile constatare, dal formidabile effetto subliminale negativo (Sunrise/no). Quasi sicuramente si tratta di un esempio (tipico) di campagna impostata a Zurigo e poi tradotta in italiano senza verificare se funziona ancora. Buon per Sunrise, se può permettersi di buttar via così tanto denaro in una campagna, in buona sostanza, negativa. Se però in tempi di vacche grasse gli errori, anche quelli più macroscopici, potevano passare inosservati o quantomeno non disturbare il sonno di nessuno, in giorni come questi il discorso cambia. Anche perché con budget drasticamente ridimensionati diventa obiettivamente difficile ottenere un impatto significativo sui consumatori. Per farlo è necessario un mix di competenza, creatività e conoscenza di tecniche e strumenti di marketing che solo in pochi, nel mare magnum degli “specialisti di comunicazione”, posseggono. L’effetto crudelmente darwiniano che le crisi economiche hanno sull’intero mercato - ovvero l’uscita di scena di chi non ha saputo mantenere la competitività e restare a galla – si applica inesorabilmente anche all’universo delle agenzie di comunicazione. Chi è in grado di lavorare con piccoli budget, di sfruttare Internet nel modo migliore, di fare direct marketing a basso costo, mantenendo alta l’immagine del marchio, domina il mercato. Per gli altri non c’è posto: almeno fino alla prossima risalita degli indici di borsa. La legge di Darwin e il marketing in tempi di recessione in particolare. Una scelta diffusa e del tutto comprensibile, alla luce dell’affermazione citata in apertura (in fondo, se il 90% di quel budget non serve a nulla, tanto vale tirarne via una fetta, cosa volete che cambi?). Le apparenze però, come si sa, spesso ingannano. Nella stragrande maggioranza dei casi, un ragionamento del genere non tiene. Lo ha spiegato bene nel febbraio scorso il professor John Quelch della Harvard Business School, mettendo in luce un interessante paradosso in un articolo sul Business Week intitolato “How to market in a recession”. In momenti di alta congiuntura, quando la liquidità abbonda e tutti fanno pubblicità, la visibilità di una campagna pubblicitaria è problematica: ce ne sono mille altre, e se non si esce con qualcosa di davvero speciale spot, inserzioni e manifesti corrono il rischio di passare inosservati, o quasi. “Incrementare la pubblicità durante una recessione, invece – sostiene Quelch - permette di incrementare la quota di mercato ed il ROI (return on investment) ad un costo minore rispetto ai periodi economici migliori”. Costo minore perché? Perché da una parte i prezzi della pubblicità diminuiscono e gli inserzionisti – almeno quelli di un certo calibro – possono “spuntare” tariffe e offerte favorevoli; dall’altra, diminuendo il denaro a disposizione delle famiglie per il tempo libero, il consumo televisivo aumenta, abbassando favorevolmente il costo/contatto (vale a dire la cifra stimata per “contattare” un singolo consumatore). “Nel caso in cui un’azienda debba necessariamente tagliare il budget pubblicitario – esorta Quelch – faccia almeno in modo di mantenere la frequenza degli spot, ma- Rivista – Gennaio 2009 La 33 Per voi è arrivare in alto. Per noi è anche un affare gestito con successo. Al Credit Suisse sviluppiamo soluzioni integrate per i nostri clienti. Forti della nostra esperienza e del nostro know-how in Private Banking, Investment Banking e Asset Management aiutiamo i nostri clienti a cogliere nuove opportunità. Questa è la nostra ambizione, dal 1856. www.credit-suisse.com Nuove Prospettive. Per Voi. Burocratiche Luigi Cortese Il contratto di lavoro a chiamata senza obbligo di risposta dà diritto all’indennità di disoccupazione per i periodi di non lavoro. Lo precisa il Ministero del Lavoro nell’interpello n. 48/2008, in risposta ad un quesito del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro. Il Ministero, dopo aver richiamato la disciplina del contratto del lavoro (dlgs n. 276/2003) spiega che, nel caso di rapporto con disponibilità (cioè con obbligo del lavoro di risposta alla chiamata del datore del lavoro), il prestatore di lavoro non ha diritto all’indennità di disoccupazione perché nei periodi di non lavoro percepisce la relativa indennità. Nei rapporti di lavoro senza obbligo di risposta, invece, aggiunge il Ministero, il lavoratore si ritrova privo di qualsiasi garanzia in ordine sia all’effettiva prestazione lavorativa, sia alla retribuzione futura. Pertanto, avrà diritto ad aver Rischia il carcere per traffico illecito di stupefacenti chi «offre uno spinello» a un amico. Dopo il divieto assoluto di coltivare la marijuana la Cassazione adotta ancora una volta la linea dura contro l’uso di droghe leggere, spiegando che l’uso di gruppo dello stupefacente, che solleva chi lo acquista da ogni responsabilità, si configura solo nel caso in cui il gruppo di amici abbia dato il compito, «mandato espresso o tacito», a uno di loro di comprare «la roba» per tutti, dividendo poi la spesa. La condotta di «un soggetto acquirente di sostanze stupefacenti», continua la Cassazione, «può ritenersi non punibile, perché finalizzata al consumo di gruppo, solo quando possa accertarsi che gli altri componenti del gruppo abbiano avuto, fin dall‘origine, quell‘autonomo potere di fatto in cui si sostanzia la detenzione». Contratto di lavoro a chiamata Costi dell’istruzione privata Ricongiungimento familiare degli immigrati riconosciuto, per i soli periodi di non lavoro, lo stato di disoccupazione indennizzabile con la relativa indennità, di tipo ordinario o con requisiti ridotti, a condizione di soddisfare gli altri requisiti di natura contributiva e assicurativa richiesti dalla legge. Sorpassi pericolosi I conducenti dei mezzi pesanti che in autostrada sorpassano invadendo anche la terza corsia di marcia rischiano la sospensione della patente e una pesante decurtazione di punteggio. Lo ha chiarito la polizia stradale di Bologna con la circolare n. 28996/2008. L’art. 148 del codice stradale vieta il sorpasso ai conducenti dei veicoli di peso superiore a 3,5 tonnellate, in caso di presenza di apposito segnale. In ogni caso, prosegue la nota emiliana, i veicoli di peso superiore a 5 tonnellate o di lunghezza superiore a 7 metri non possono mai impegnare la terza corsia autostradale, ai sensi dell’art. 179. Nell’ipotesi di un mezzo pesante che si appresta a superare altri veicoli in un tratto autostradale di tre o più corsie dove vige il divieto di sorpasso dedicato scatteranno pertanto due multe. Per la violazione più grave, ovvero il sorpasso vietato, scatterà la sanzione di 281 euro oltre alla sospensione della patente da uno a tre mesi e 10 punti di decurtazione. Per questa infrazione effettuata nella terza o quarta corsia autostradale scatterà anche la sanzione di 74 euro con l’ulteriore decurtazione di 2 crediti dalla licenza di guida. Rivista – Gennaio 2009 La Minaccia di bocciature a rischio di condanna Rischia una condanna penale l’insegnante che minaccia la bocciatura ai suoi alunni. È infatti un atteggiamento che può generare nei giovani «forti timori». Lo stop al ricatto più usato nelle aule d’Italia arriva dalla Cassazione, che con la sentenza n. 36700 del 24 settembre ha respinto il ricorso di un docente che aveva minacciato un’allieva dicendole che «non aveva più alcuna possibilità di essere promossa». In sostanza, secondo la sesta sezione penale, per gli alunni «l‘ingiusta prospettazione di una bocciatura rappresenta una delle peggiori evenienze». Non solo. Un comportamento di questo tipo da parte dell’insegnante può «ingenerare forti timori, incidendo sulla libertà morale dei ragazzi». E sostenere di aver buttato lì una frase, tanto per dire, senza avere poi il potere effettivo di stroncare la carriera scolastica di un alunno, non è assolutamente una giustificazione. In proposito gli «Ermellini» hanno richiamato un consolidato principio per cui «per la sussistenza del reato di minacce l‘idoneità della condotta va valutata secondo un giudizio anteriore, tenendo conto di tutte le circostanze che in base a un criterio medio possono essere considerate al momento della condotta. L‘impossibilità di realizzare il male minacciato esclude il reato solo se si tratti di impossibilità di realizzare assoluta, non quando minaccia sia assolutamente idonea a ingenerare comunque un timore nel soggetto passivo». 35 l E ING ,EAS ENTI M ZIA NAN zione ufficiale, la Cassazione ha scritto che «la propalazione di prodotti negativi sulle merci esitate da un‘impresa concorrente può eventualmente, concretare l‘illecito di carattere civile di cui all‘art. 2598; ma certamente non si traduce in una lesione dell‘onore e della reputazione altrui ove rimanga assente, come in questo caso, qualsiasi commento che investa l‘onestà e la correttezza del concorrente». L’istruzione privata dei figli la paga solo il coniuge che l’ha decisa. Infatti, ha l’obbligo di provvedere alla retta della scuola privata soltanto il genitore che ha preso la decisione di iscrivervi il figlio. Questo è quanto ha sancito la Suprema Corte, terza sezione civile. La Congregazione dei fratelli delle scuole cristiane aveva proposto ricorso per Cassazione lamentando la violazione dell’art. 147 c.c. che impone ad entrambi i coniugi l’obbligo di mantenere, educare ed istruire la prole. La circostanza che a sottoscrivere il modulo fosse stato unicamente il padre, infatti, non escludeva l’esistenza di un’obbligazione solidale in capo al coniuge non stipulante, dal momento che le obbligazioni assunte dai coniugi anche separatamente, per l’istruzione dei figli, non avendo carattere strettamente personale, non determinano il sorgere del A AND DOM AGG VANT U I ZIOD ,gINI IONE S S A NAP I Concorrenza sleale Criticare in pubblico i prodotti di un’azienda concorrente non è diffamazione. Al massimo si rischia una condanna in sede civile per concorrenza sleale. Lo ha stabilito la Cassazione che, ha annullato la condanna per diffamazione nei confronti di un commerciante che, alla presenza di altre persone, «aveva espresso apprezzamenti negativi sulla qualità delle vernici prodotte e vendute» da un suo concorrente. Un comportamento, quello tenuto dal commerciante, ripetuto più e più volte. Per questo il concorrente lo aveva fatto seguire e registrare. Di lì a poco era scattata la denuncia. Il Giudice di Pace di Piacenza lo aveva condannato per diffamazione. Allora l’uomo ha fatto ricorso in Cassazione e qui il vento è girato in suo favore. Si trattava, hanno motivato i giudici, di critiche fatte sul rapporto qualità prezzo delle vernici e quindi «chiaramente indirizzate esclusivamente al prodotto, senza nessun apprezzamento nei confronti del venditore. Per questo il commerciante “criticone“ non ha commesso nessun reato. Al massimo al suo dirimpettaio non resta che fargli causa per violazione della concorrenza sleale. Fiducia penale salva, dunque. Con una sentenza breve ma che è stata segnalata dal Collegio per la massima- )LPARTNERSICUROPER LEASINGElNANZIAMENTI 2ICHIEDETEUNgOFFERTALEASINGALPIáVICINO CONCESSIONARIOOPPURETELEFONATECI :àRCHERSTRASSE 3CHLIEREN 4EL &AX WWWlDISlNANCECH 36 Rivista – Gennaio 2009 La relativo rapporto obbligatorio solo in capo a quello che ha personalmente assunte, ma coinvolgono anche l’altro coniuge. La Corte rigetta il ricorso. I giudici, ribadendo il principio espresso nei primi due gradi del giudizio, affermano che l’obbligo imposto dall’art. 147 c.c. ad entrambi i coniugi di mantenere, educare ed istruire la prole «si riverbera nei rapporti esterni solo per il soddisfacimento di esigenze primarie della famiglia». Solo in queste circostanze, come ad esempio la cura della salute, si riconosce il potere dell’uno e dell’altro coniuge di fronte a terzi, in virtù di un mandato tacito, di assumere le correlative obbligazioni con effetti vincolanti per entrambi. Obbligo scolastico rafforzato Commettono reato i genitori che non fanno prendere ai figli la licenza di scuola media o comunque l’istruzione fino al quindicesimo anno di età. Insomma, d’ora in avanti non sarà più sufficiente che si siano preoccupati di fargli raggiungere il traguardo della licenza elementare. Con una sentenza, che per molti sarà segno di civiltà, la Cassazione supera lo scoglio imposto dalle norme che prevedono la sanzione solo se i ragazzini non frequentano le … E SOPRATTUTTO … Stretta al ricongiungimento familiare dei cittadini stranieri. Il governo ha dato il definitivo via libero a un dlgs di riforma dell’istituto, introducendo retribuzioni all’esercizio del diritto di ricongiungimento con coniuge, figli maggiorenni e genitori. Si tratta di norme che l’esecutivo definisce «non in contrasto con la direttiva europea 2003/86/CE sul ricongiungimento familiare». D’ora in poi, perché due coniugi possano ritrovarsi sul suolo italiano, al partner all’estero sarà chiesta età minima di 18 anni e che non sia legalmente separato. La stretta serve a evitare i matrimoni di comodo. Per il ricongiungimento con figli maggiorenni, il dlgs impone invece l’onere della prova sull’impossibilità di questi ultimi a provvedere alle loro esigenze di vita; cioè che tali figli siano in condizione di invalidità totale. Per i ge- Rivista – Gennaio 2009 La elementari e, ricorrendo a un’interpretazione «combinata» di due norme, estende le conseguenze penali per la violazione dell’obbligo di istruzione. Un obbligo, quindi, che dovrà essere soddisfatto fino alla fine delle scuole medie. Sono due gli articoli di legge che hanno permesso ai giudici di legittimità quest’interpretazione che loro stessi non vogliono definire «analogica» ma che è sicuramente molto ampia. Si tratta dall’articolo 8 della legge 1859 del ‘62 che ha elevato la scuola dell’obbligo e dell’articolo 731 del codice penale che punisce con un’ammenda, che per quanto simbolica richiede sempre la celebrazione di un processo, i genitori, o chi ha in affidamento i minori, che non si curano dell’istruzione dei ragazzi. In proposito, si leggono in un altro passaggio chiave delle interessanti motivazioni: «Per effetto del combinato disposto della l. 1859 del ‘62, art. 8 e dell‘art. 731 c.p., chiunque, investito di autorità o di potere di vigilanza sopra un minore, omette di impartirgli o di fargli impartire la istruzione sino al conseguimento della licenza di scuola secondaria di primo grado, ovvero sino al compimento del quindicesimo anno quando il minore abbia osservato per almeno otto anni l‘obbligo scolastico, è punito con l‘ammenda fino a 30 euro». nitori da portare in Italia, invece, il provvedimento chiede che non abbiano altri figli nel paese di origine. E se over 65, che gli altri figli all’estero siano impossibilitati al loro sostentamento per gravi motivi di salute. E non finisce qui. Ciò, però, non introduce il meccanismo del silenzio-assenso al rilascio del nulla osta, che può, in ogni caso e sempre, essere rifiutato dallo sportello unico, se mancano i requisiti di reddito e alloggio. Dietro richiesta della prima commissione a Montecitorio, il dlgs pretende che il ricongiungimento con i genitori over 65 sia subordinato alla stipula di un’assicurazione sanitaria e all’iscrizione del genitore ricongiunto al Servizio sanitario nazionale, pagando di tasca propria un contributo. Il governo ha poi approvato un secondo dlgs, che cambia le regole sui richiedenti asilo in qualità di rifugiati. Il cui importo sarà definito con decreto dei Ministri del welfare e dell’economia. Infine passa da 90 a 180 giorni il termine oltre il quale l’interessato potrà ottenere il visto di ingresso per ricongiungimento familiare dalle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane, quando non sia giunta una decisione in merito allo sportello unico per l’immigrazione delle Prefetture. Con esso si afferma il diritto del richiedente a rimanere in Italia durante l’esame della sua istanza. Si spiega che l’obbligo per lo stesso di consegnare i documenti sulla domanda si riferisce ai soli documenti di cui può disporre. Si introduce una nuova motivazione di rigetto della domanda: quando si accerta che la stessa sia stata presentata al solo scopo di ritardo o impedire l’esecuzione di un provvedimento di espulsione o respingimento. E si interviene sugli effetti del ricorso giurisdizionale. 37 la vostra gioia e il vostro orgoglio il suo sogno i vostri desideri le nostre idee Una delle gioie più grandi nella vita è quella di aiutare chi si ama a realizzare i propri sogni. E’ un privilegio avere le giuste opportunità per assicurare lo stile di vita che più desiderate per loro, permettergli di prosperare e di realizzare i loro sogni. Qualora desiderasse un colloquio per rendere tutto questo possibile, la preghiamo di contattare Luigi Parravicini al no (+41) 91 913 81 01 oppure di visitare il nostro sito www.abnamroprivatebanking.com Angolo Fiscale Tiziana Marenco In diretta concomitanza con gli incontri tra esponenti del Consiglio Federale svizzero e il presidente della Commissione Europea Barroso tenutasi a Brüssel a metà dicembre il Consiglio Federale ha presentato un progetto di riforma dell’imposizione delle imprese, da definire nei dettagli nel corso dei prossimi mesi, che prevede da una parte il rafforzamento della piazza fiscale imprenditoriale svizzera e d’altra parte un adeguamento dei regimi fiscali cantonali. L’annuncio tempestivo da parte del Consiglio Federale del rilancio del progetto della terza riforma ha meno a che fare con l’urgenza effettiva di tali misure che non con la necessità di parare i colpi della CE in materia di lite fiscale. La seconda parte del pacchetto della terza riforma dell’imposizione delle imprese riguarda misure atte a mettere fine all’ominosa lite fiscale e agli attacchi della CE contro i privilegi fiscali svizzeri. Paradossalmente la crisi finanziaria che ha visto tutti gli stati sovvenzionare abbondantemente il settore finanziario e bancario in manifesto contrasto con ogni e qualsiasi principio di trattamento ugualitario non ha avuto alcun impatto sulla crociata lanciata da qualche anno a questa parte dalla CE sotto la bandiera dello stesso principio e che continua a far scorrere fiumi di inchiostro su tutti i giornali. Il Consiglio Federale ha annunciato di avere innanzitutto scartato l’idea dell’introduzio- Il Consiglio Federale svizzero schizza i contorni della terza riforma dell’imposizione delle imprese Tra le misure atte ad eliminare gli ostacoli di natura fiscale che intralciano le imprese e nel contesto internazionale vanno a scapito di investimenti sulla piazza fiscale svizzera va sottolineata innanzitutto la soppressione della tassa di emissione sul capitale proprio e sul capitale di terzi che attualmente ostacola le attività di finanziamento e costringe grandi gruppi internazionali a muoversi al di fuori della Svizzera. La seconda misura proposta, l’esenzione dall’imposta preventiva e dalle tasse di bollo delle transazioni interne ai gruppi, riveste carattere che oseremmo definire rivoluzionario. Il Consiglio Federale spera così di rilanciare la piazza fiscale svizzera per gruppi industriali e i loro Headquarters, favorendo non solo l’incremento del gettito fiscale ma anche la creazione di posti di lavoro altamente qualificati che negli ultimi anni il nostro paese aveva dovuto cedere ad altri paesi europei. Meno appariscente è la misura atta a consentire ai cantoni di rinunciare all’imposta sul capitale. Rivista – Gennaio 2009 La ne di un’imposizione uniforme degli utili per tutte le società (sia holding che di gestione o attive) a causa delle gravi ripercussioni che una tale riforma avrebbe avuto sui cantoni e sulla perequazione finanziaria. Esso proporrà invece l’abolizione delle società di domicilio, che nella loro forma più assoluta non sono che società “bucalettere”, le quali tra l’altro in conformità con i principi di diritto fiscale internazionale nella più parte dei casi non sarebbero nemmeno assoggettabili in Svizzera, e l’introduzione di un trattamento unitario dei redditi svizzeri e di quelli esteri per le società di gestione con attività internazionale. Nella stessa direzione va anche la proposta di proibire in modo generale alle società con privilegio holding di esercitare attività operative, in particolare quelle all’estero esenti da imposte in Svizzera. Nei prossimi mesi il Consiglio Federale manderà in consultazione un progetto di legge che renderà più concrete le misure proposte. [email protected] 39 Cio’ che pratichiamo dal 1958 ha oggi un nome: Fair-Relationship-Banking. Tutte le pubblicazioni bancarie affermano che il cliente è il «centro dell’attenzione»: cosa significa concretamente questa frase? E come fare per non perdere di vista questo «centro dell’attenzione», fra i tantissimi impegni di un’azienda moderna? Da 50 anni Finter Bank Zurich, banca svizzera di qualità, percorre la propria strada in autonomia: la nostra presenza sul mercato è sempre stata molto riservata, ma chi ha voluto conoscerci meglio ha presto scoperto che da noi il concetto di «valori» assume un’importanza molto rilevante. Fair-Relationship-Banking è ciò che i clienti possono chiederci e che noi dobbiamo dare loro: per tutti i clienti che non si accontentano di promesse, ma che desiderano provare davvero quanto possa essere diverso il Private Banking. Per ulteriori informazioni > www.finter.ch Fair-Relationship-Banking Sede centrale: Finter Bank Zürich AG Claridenstrasse 35 CH-8002 Zürich Sedi e Affiliata: Lugano, Chiasso, Nassau Bahamas Assicurazione vita: FinterLife Vaduz Liechtenstein dal 1958 Angolo Legale Massimo Calderan Dal 1° gennaio 2009, dopo alcuni anni di lavoro preparatorio, è operativa la nuova Autorità federale svizzera di vigilanza sui mercati finanziari, FINMA, che ha sede a Berna. La nuova autorità federale riunisce: - la Commissione federale delle banche (CFB, in tedesco EBK, in francese CFB), - l’Ufficio federale delle assicurazioni private (UFAP, in tedesco BPV, in francese OFAP) e - l’Autorità di controllo per la lotta contro il riciclaggio di denaro (AdC LRD, in tedesco Kontrollstelle GwG, in francese Autorité de contrôle LBA). Queste tre autorità, che fino al 31 dicembre 2008 erano indipendenti ed avevano ciascuna un campo di attività e delle responsabilità Consiglio federale per approvazione, adotta le ordinanze ecc. e decide sugli affari di grande portata. La direzione è l’organo operativo, che dirige i collaboratori che si occupano del daily business, e tiene i contatti con le aziende del settore e le altre autorità svizzere e quelle estere di vigilanza sui mercati finanziari, con le quali la FINMA ovviamente collabora. L’ufficio di revisione controlla la contabilità, il conto annuale e il corretto funzionamento dei sistemi di pianificazione, di controllo, di condotta e di rapporto. Il compito della FINMA è di vigilare sui mercati finanziari conformemente alla LAUFIN e le leggi specifiche che li disciplinano, e di proteggere in particolare i creditori, gli investitori e gli assicurati. La LAUFIN, infatti, contiene principi sulla regolamentazione dei mercati finanziari, norme sulla responsabilità e strumenti di vigilanza e sanzioni (per ulteriori dettagli, vedasi “L’Angolo Legale” ne la Rivista n. 4 e n. 5 di aprile e maggio 2008). Per l’economia Svizzera il settore finanziario è di grandissima rilevanza. Come tutti sanno, ultimamente questo settore ha sofferto moltissimo a livello mondiale. Le notizie negative si susseguono. LA FINMA inizia quindi la sua attività in un momento delicato, nel quale molti operatori svizzeri ed esteri, ovvero banche, assicurazioni e altri, si trovano in una situazione difficile. Gli avvenimenti degli ultimi tempi hanno evidenziato il ruolo importante del controllo sui mercati finanziari, ma anche i suoi limiti. La AUFIN è una legge moderna, che integra il monitoraggio e la vigilanza per l’intero settore finanziario e li rafforza con strumenti armonizzati e migliorati (verifiche; obblighi degli operatori, i loro uffici di revisione nonché gli azionisti di maggioranza a fornire determinate informazioni e documenti e notificare eventi di grande importanza; accertamenti; provvedimenti di vario tipo; divieti di esercitare certe attività; revoca di autorizzazioni, riconoscimenti, abilitazioni o registrazioni). Con la FINMA la piazza finanziaria svizzera dispone di un organo di controllo moderno, che dovrebbe essere in grado di assolvere i suoi compiti a livello nazionale e internazionale. Essa dovrebbe contribuire a ripristinare e rafforzare la fiducia in una piazza finanziaria funzionante, integra e competitiva. L’Autorità federale svizzera di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ben definiti, hanno cessato di esistere. Le loro competenze, i loro accordi e le loro attività in corso sono state integralmente riprese dalla FINMA. Di conseguenza, dal 5 gennaio 2009 anche i siti Internet delle tre autorità summenzionate, oggetto della fusione, sono sostituiti dal sito della FINMA (http://www.finma.ch). Il 1° gennaio 2009 è, quindi, entrata in vigore integralmente la Legge federale svizzera sulla vigilanza dei mercati finanziari (LAUFIN). Il 1° febbraio 2008 erano entrate in vigore soltanto alcune parti della LAUFIN, che riguardano l’organizzazione della FINMA, che in tale data aveva acquisito personalità giuridica. La FINMA conta circa 320 collaboratori suddivisi in sette settori: - grandi banche - banche / intermediari finanziari (ad esempio, agenti in valori) - vigilanza integrata delle assicurazioni (gruppi di assicurazioni, fondi di investimento) - rami di assicurazione (ad esempio, assicurazione sulla vita, assicurazione dei danni, riassicurazione) - mercati (borse, OPA, ecc.) - diritto / enforcement / affari internazionali - servizi. La FINMA è un’autorità indipendente, interamente finanziata dagli assoggettati alla vigilanza attraverso emolumenti e tasse di vigilanza. Il suo consiglio di amministrazione fissa gli obiettivi strategici, che deve sottoporre al Rivista – Gennaio 2009 La [email protected] 41 Convenzioni Internazionali Paolo Comuzzi La Risoluzione Ministerale (RM) in oggetto prende in esame una istanza di disapplicazione delle norme in tema di Controlled Foreign Companies (CFC), istanza che riguarda in modo specifico un rapporto tra Italia e Svizzera e quindi pone alcune interessanti problematiche che meritano di essere discusse in questa sede (anche perché la citata RM viene a stabilire alcuni principi che forse possono trovare specifica applicazione anche in settore diversi da quelli puramente connessi alla normativa CFC). Commenti Nella richiesta di interpello la posizione assunta dal soggetto istante è che “ … per i redditi prodotti nella società svizzera si debba disapplicare la norma CFC in quanto la controllata svolge un effettiva attività commerciale in Svizzera consistente nella commercializ- municipali e cantonali è accordato a società che non svolgono in loco l’attività commerciale dichiarata …”. Sempre l’agenzia prosegue dicendo che a questo punto si deve valutare “ … l’effettivo radicamento dell’attività2 [e non del soggetto imprenditore – nota nostra] nel territorio in cui la società è localizzata indirizzando l’analisi sulle ragioni economico commerciali che hanno portato la impresa a investire in un territorio a fiscalità privilegiata quali ad esempio la esistenza di condizioni di mercato e di una situazione economico politica più vantaggiosa …” ed in ogni caso “ … il radicamento della controllata nel territorio ospitante è determinante …”. Giunti a questo punto e vista la ripetizione del termine radicamento possiamo affermare che l’esame della Agenzia si sposta proprio in merito alla valutazione del concetto di radicamento e per determinare se lo stesso è presen- Risoluzione Ministeriale n. 427/E del giorno 10 Novembre 2008 1 Ma non solo probabilmente in quanto la nozione che viene sviluppata potrebbe applicarsi in linea generale. 2 Si nota una distinzione tra impresa (attività esercitata) e imprenditore (soggetto che la esercita). 42 zazione di determinati beni …”. Il Ministero nella sua risposta inizia con il ribadire subito che la Svizzera è uno stato a fiscalità privilegiata relativamente alle società non soggette alle imposte cantonali e municipali quali le società Holding, ausiliarie e quelle che esercitano esclusivamente attività off-shore nonché con riferimento a società che usufruiscono di regimi fiscali agevolati sostanzialmente analoghi in virtù di accordi o provvedimenti della Amministrazione finanziaria svizzera (di fatto vengono incluse non solo le società che per legge non assolvono le imposte municipali e cantonali ma anche quelle che non le assolvono in ragione di accordi con la Amministrazione). Reso chiaro questo punto il Ministero parte nel suo ragionamento facendo uso della decisione della Commissione Europea del giorno 13 Febbraio 2007 che, dice sempre l’Amministrazione finanziaria, induce “… a valutare sotto un diverso profilo la possibilità di disapplicare la disciplina CFC nei confronti di entità residenti in Svizzera …”1. La sostanza della decisione CEE è che “ … i regimi esaminati [ovvero quelli tipici delle società ausiliarie residente in Svizzera] sono sostanzialmente capital attractive poiché [questi regimi] esentano dalle imposte municipali e cantonali le società off-shore ossia le società estere che trasferiscono in Svizzera la propria residenza per continuare a svolgere la propria attività fuori dal territorio elvetico ..:”. L’agenzia delle entrate prosegue affermando che “ … l’esonero progressivo delle imposte te si parte dal fatto che la Commissione Europea (causa C-196/04 del 12 Settembre 2006) ha stabilito che si ha radicamento quando si ha una sostanziale (nel senso di stabile e continuativa) partecipazione alla vita economica dello Stato estero.Messo in evidenza questo punto ecco che l’Agenzia delle entrate formula la sua conclusione per cui “ … non può più sostenersi che ai fini del radicamento della controllata estera nel territorio ospitante sia di per sé sufficiente la mera disponibilità in loco di una struttura organizzativa ..:”. La tesi della Agenzia è che una struttura organizzativa dimostra solo la presenza fisica della società [radicamento del soggetto imprenditore] ma non è indice del fatto che nello stato ospitante sia svolta una attività economica reale ed il radicamento della stessa nello stato ospitante [radicamento della impresa]. Stabilito questo punto l’Agenzia passa all’esame della normativa svizzera (nello specifico l’articolo 93 della legge fiscale svizzera) e si fa cura di indicare che le società ausiliarie svolgono attività rivolta all’estero e solo marginalmente alla svizzera. Dato per scontato che questa è la verità (ovvero che una società ausiliaria svolga di fatto una attività estero su estero) occorre prestare attenzione in quanto la Agenzia è del parere che in questo caso manchi il radicamento nel territorio svizzero (o almeno che manchi quel radicamento che è richiesto dalla normativa allo scopo di evitare la applicazione della normativa CFC). In questa situazione, dice la Rivista – Gennaio 2009 La Convenzioni Internazionali Agenzia, non si rinviene alcun nesso economico, politico, geografico o strategico tra il paese in cui la società viene localizzata ed i mercati ai quali si rivolge la attività e quindi mancano quelle apprezzabili motivazioni economico gestionali che possono consentire di formulare in risposta positiva alla domanda di esenzione. Questo, lo ripetiamo, anche se la controllata dispone di una struttura organizzativa in quanto tale struttura dimostra la presenza fisica ma non quella di carattere economico (radicamento) che invece è richiesta per poter avere un ruling positivo (e torniamo a dire che nel documento vi è distinzione tra impresa e imprenditore). Di fatto il Ministero non si limita più a fare una valutazione in merito alla sostanza della società (esistenza dell’imprenditore) ma chiede che la stessa sia integrata nel tessuto economico o, per essere forse sostanziali, che paghi le imposte nello stato ospitante e con questa richiesta esso limita fortemente la possibilità (diciamo solo limita) la possibilità fare uso di queste società che sono usuali nella confederazione. Una lettura attenta di questo documento spinge a chiedersi se una simile posizione non Rivista – Gennaio 2009 La possa anche incidere sulla cd nozione di beneficiario effettivo: intendiamo dire che una società non radicata nello stato ospitante e che si limita a operare estero su estero (ie in quanto semplice sub licenziataria di marchi e / o brevetti e /o semplice “passate” di interessi) potrebbe non essere considerata come una società che ha radicamento in quel territorio con la conseguenza che alla stessa non potrebbe applicarsi la disciplina delle convenzioni contro le doppie imposizioni. Conclusione A nostro di vedere il documento presenta dei profili di interesse considerato che si ha una mutazione di indirizzo nella determinazione delle caratteristiche che deve avere il soggetto estero per poter essere considerato come soggetto che non deve sottostare alle regole CFC. Di fatto questa nozione comunitaria di radicamento, inteso lo stesso come un collegamento con il territorio che non sia solo quello di prendere i vantaggi fiscali che lo stesso offre, appare come una nozione nuova e a nostro modo di vedere anche rilevante nella evoluzione della normativa fiscale ed è un elemento del quale gli imprenditori devono tenere conto nella valutazioni che andranno a fare. 43 Q Donne in carriera: Licia Colò uella marcia in più di Ingeborg Wedel 44 Licia Colò è nata a Verona il 7 luglio 1962; è sposata con Alessandro Antonino e dalla loro unione è nata Liala, una deliziosa bimba che ora ha tre anni. Ha frequentato un Istituto d’arte e, successivamente, due anni di Psicologia all’università e un corso universitario di erboristeria. Lasciamo però la sua vita privata, di cui è giustamente molto gelosa per farvi invece partecipi della sua carriera, iniziata a soli 19 anni, per un caso fortuito. Licia è una donna solare, sensibile, di aspetto delicato, ma possiede un carattere determinato: una persona che sa perfettamente cosa vuole e usa tutti i mezzi televisivi per farsi ascoltare dai telespettatori, che sono in continuo aumento. Licia non è solamente conduttrice e giornalista, ma coautrice ed ispiratrice di ogni trasmissione che sceglie di presentare come – ultima in ordine di tempo – Alle falde del Kilimangiaro, che dal 1999 – ancora oggi – riscuote grande successo, specialmente tra gli appassionati della natura, dei viaggi (lei, praticamente ha viaggiato in tutto il mondo). È anche autrice e conduttrice di documentari televisivi per i quali le sono stati riconosciuti diversi premi. Amando la natura, si è sempre impegnata in prima persona nella difesa dei diritti degli animali e della salvaguardia dell’ambiente. Oltre a presentare fortunate trasmissioni televisive, ha scritto diversi libri che ricordiamo in semplice elenco: La mia arca, Sognando il Kilimangiaro, Alle falde del Kilimangiaro,Il giro del mondo in 80 Paesi,Animali e animali, Cuore di gatta, L’ottva vita. I proventi delle ultime due pubblicazioni sono stati devoluti al fondo “Pupina” (nome della sua gatta) per curare i felini domestici più sfortunati! Per la cronaca, a partire dal 1994, Licia ha ricevuto complessivamente 52 premi di vario genere. Ne citiamo solamente uno, recente, del 2007: premio internazionale “La donna dell’anno” come persona dedita, nelle sue trasmissioni, a portare alla ribalta l’impegno profuso da tante altre donne nel mondo. Licia, anche se super impegnata, ha gentilmente accettato di incontrarci. Essere donna piuttosto che uomo in carriera significa sicuramente essere giudicata anche per il proprio aspetto fisico, perché ad un uomo non si dirà mai se è bello o brutto. Inoltre, in alcuni casi esser belle induce a battute poco piacevoli che nei riguardi di un uomo non si penserebbero proprio. Paradossalmente se una è bella, deve dimostrare maggiormente le sue qualità professionali, perché di solito si pensa che, essendo una donna piacente non si possa essere anche brava o avere doti particolari. Le abbiamo chiesto quanto tempo è necessario per farsi apprezzare in un mondo di uomini. Licia ci ha risposto così: “mi piace pensare che il mondo non sia solo un mondo di uomini, ma di uomini e donne nel quale molte volte gli uomini sono al vertice del potere. Però la televisione, fortunatamente, è in grado di gratificarti attraverso gli ascolti e molte volte gli stessi uomini ti premiano perché gli spettatori sono dalla tua parte. Ma ciò necessita di grandi sacrifici e molta professionalità”. Per quanto riguarda le difficoltà nel mondo del lavoro, Licia ci ha raccontato la sua esperienza e si reputa particolarmente fortunata, in quanto all’interno della sua produzione sono tutte donne. Gli uomini con i quali ha avuto a che fare nel corso della sua carriera (anche il suo attuale direttore di rete Paolo Buffini, una persona di grandissima professionalità che stima e rispetta), non sono mai intervenuti minimamente nel suo lavoro e quindi non ha mai avuto particolari contrasti con quello che definiamo “il mondo degli uomini”. Per la nostra donna in carriera la diffidenza nei suoi riguardi cessa solo quando gli spettatori rispondono con sincero affetto. Siccome la televisione è una grande Azienda che deve fare profitti, a dettare legge è in gran parte la pubblicità. Ecco che il pubblico da casa è in grado di decidere in molti casi la sopravvivenza professionale di un attore o di un conduttore. Licia ci conferma altresì di non aver avuto particolari frizioni con i cosiddetti uomini di potere. Però, senza dubbio, molte volte ci sono degli uomini che utilizzano la propria posizione in maniera impropria, soprattutto se hanno a che fare con una bella ragazza. Ad onor del vero va detto che ciò avviene anche da parte delle donne: a volte alcune di esse utilizzano il proprio sex appeal come scorciatoia nel mondo del lavoro e ciò poi diventa un meccanismo dato per scontato quando in realtà non dovrebbe essere così. Secondo Licia, in un lavoro come il suo la donna può avere un vantag- Rivista – Gennaio 2009 La gio legato alla sensibilità, che è una qualità più propriamente femminile che maschile anche se non bisogna generalizzare. L’intuizione, per esempio, é riconosciuta alla donna, così come la sensibilità e l’emotività che, nel suo lavoro, sono un dono prezioso che permette di sentire la gente, gli ospiti, i sentimenti. Non è certo cosa facile, ma essere donna e madre le dà una marcia in più rispetto all’uomo. Abbiamo chiesto a Licia quanto conta per la donna in carriera l’arte della seduzione. Ci ha risposto che, da sempre, sia culturalmente che storicamente, alla donna viene attribuita questa arte, ma in realtà – e lo dice con dispiacere - negli ultimi anni l’arte della seduzione é andata un po’ persa. Oggi addirittura sembra sia diventata la donna la corteggiatrice e non più l’uomo. Personalmente le dispiace perché pensa che a livello intellettuale tra i sessi non ci siano differenze, ma a livello fisico queste differenze esistono e le piace che vengano riproposte dai due sessi come si é sempre fatto in passato con il comportamento della donna che deve essere legato alla sottile arte della seduzione e con l’uomo che deve mantenere il piacere della conquista! Abbiamo chiesto a Licia quale sia la soddisfazione maggiore per una don- na impegnata nella presentazione di uno spettacolo. Ci ha risposto semplicemente: “nel mio caso l’affetto della gente e la dimostrazione che il pubblico mi ami al di la di ciò che rappresento, ma soprattutto per i sentimenti e le emozioni che riesco a trasmettere”. Rinunce per sfondare nel mondo del lavoro non ne ha dovute fare. “Credo – di ce convinta - che si possa essere una donna in carriera senza rinunciare a nessuno dei valori fondamentali come la famiglia e la vita privata, ma si deve essere dotati di spirito di sacrificio e grande professionalità. Le carriere sono tante e diverse. Ottenere un discreto successo è già importante e non si deve per forza raggiungere l’apice. Certo, tutto ha un prezzo, ma rinunciare alla propria vita privata credo sia profondamente sbagliato. Va anche detto che il tempo delle casalinghe è ormai passato perché oggi se non si lavora in due non si vive bene. Comunque la donna deve anche potersi realizzare fuori dalle quattro mura domestiche. Per quanto riguarda gli hobby, ritengo sia un arricchimento della personalità e che si possano realizzare anche all’interno della carriera. L’importante è non esagerare in modo che non vadano a togliere spazio alla famiglia e al lavoro.”Se lo dice lei possiamo crederle: Licia pratica diversi sport, quali sci, equitazione, nuoto ed immersioni subacquee. L'Hotel Hassler Roma, in cima alla Scalinata di Piazza di Spagna, è uno dei più prestiogiosi hotel nel mondo. Il Presidente e Direttore Generale, Roberto E. Wirth, quinta generazione di una famiglia di albergatori svizzeri, usa un rigore assoluto nel prendersi cura degli ospiti e gestire il ristorante Imàgo, che offre una vista spettacolare dove ammirare le mille luci della Città eterna. Ristorante Panoramico all’Hassler Dinner Rivista – Gennaio 2009 La www.hotelhasslerroma.com www.imagorestaurant.com 45 Lucasdesign.ch BANCHIERI SVIZZERI DAL 1873 La magia esiste. Violino: Guarneri del Gesù, Panette, 1737. Ci sono istanti nella vita in cui avviene qualcosa di speciale. Come quando uno strumento unico incontra un interprete straordinario. Come quando incontrate la vostra banca. BSI AG Niederlassung Zürich, Schützengasse 31 CH-8022 Zürich Tel. +41 44 205 83 10 Fax +41 44 206 53 47 www.bsibank.com Elefante invisibile1 Vittoria Cesari Lusso In materia di aspettative noi esseri umani subiamo generalmente la pressione di due forze opposte. La prima ci spinge a dare ascolto totalmente ai nostri desideri, anche quelli più velleitari, e a lasciarci andare ai sogni. La seconda ci mette in guardia dal pericolo insito nelle aspettative troppo ambiziose: il rischio che si trasformi no in seguito in cocenti delusioni e amari insuccessi. Con tali forze dobbiamo fare i conti nei diversi ambiti della nostra vita quotidiana: lavoro, amore, amicizie, impegno sociale e politico, ecc. Le aspettative sono dunque legate all’immaginario e alle nostre aspirazioni. Giuseppe aspirava nel 2008 ad essere eletto sindaco di un’importante città. Nella sua mente aveva già preso corpo tutta una serie di scenari (più o meno confessati a se stesso e agli altri): vagheggiava l’ebbrezza dei festeggiamenti della vittoria, si figurava cinto della fascia di primo cittadi- aspirazioni molto contenute, e pertanto ogni piccolo cambiamento positivo che si verifica nel suo microcosmo è per lei latore di felicità aggiuntiva.Terzo, la realizzazione delle ambizioni politiche di Giuseppe non dipende soltanto da lui, ma dal consenso dei suoi concittadini. Ciò vuol dire che la sua felicità è frutto non soltanto delle energie e dell’impegno che ha profuso personalmente per raggiungere l’agognata meta, ma anche di fattori esterni alla sua volontà. Ogni volta che facciamo dipendere la nostra felicità e il nostro benessere da elementi su cui non abbiamo il controllo, il rischio di potenziali frustrazioni aumenta. Pinuccia invece trae le maggiori soddisfazioni dal suo prodigarsi per adempiere nel miglior modo i suoi compiti, che si tratti di preparare un pranzo, di stirare una camicia o di assistere un infermo. È lei stessa, in un certo senso, che alimenta le fonti della sua felicità. Tu, che cosa ti aspetti per l’anno nuovo? Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra le folle con la sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile… no, si vedeva onorato e riverito, anticipava i grandiosi progetti di cambiamento di cui si sarebbe fatto paladino. Contrariamente ai pronostici, Giuseppe risulta invece battuto per pochi voti da un altro candidato. La delusione è cocente. Il termometro del suo umore si blocca sul “brutto stabile” senza speranza. Eppure, agli occhi esterni avrebbe avuto ancora molte ragioni per essere contento: svolge comunque un lavoro interessante e ben remunerato di avvocato, non ha preoccupazioni economiche, è circondato dall’affetto dei familiari. Pinuccia, dal canto suo, è cresciuta in un ambiente dalle ambizioni molto moderate: “Attenzione a non fare il passo più lungo della gamba” le ripeteva sua madre. “Chi si accontenta, gode” le diceva – e soprattutto le mostrava con l’esempio – suo padre. Ovviamente è impossibile dire quanto la sua attuale modestia sia frutto dell’influsso di tali principi educativi e quanto invece sia dovuto alla sua indole. Fatto sta, che le sue aspirazioni si limitano (si fa per dire…) a compiere al meglio i suoi vari doveri di: moglie, madre, amministratrice di casa, infermiera nell’ospedale della sua città. All’inizio del 2008, un’amica le aveva chiesto: “Che cosa ti aspetti di bello per l’anno nuovo?”. La sua risposta è stata: “Mi sembra di avere già tutto ciò che desidero”. Poi il 2008 è trascorso, giorno dopo giorno. Per Pinuccia ci sono stati molti bei momenti che non si aspettava, come una festa a sorpresa organizzata dai figli per i suoi cinquant’anni; un viaggio di tre giorni con il marito; il successo scolastico della figlia dopo un periodo di difficoltà; la riconoscenza mostrata da alcuni suoi pazienti; la proposta della direzione dell’ospedale di affidarle il ruolo di maestra di tirocinio di due nuove infermiere. Per lei stato insomma un anno molto felice, che è andato al di là delle sue attese! C’è quindi un legame tra aspettative e felicità? Penso proprio di sì. I due esempi ci mostrano essenzialmente tre cose (elefanti più o meno invisibili). Primo, le aspettative che abbiamo sono legate alle nostre aspirazioni e ai nostri desideri profondi. Secondo, il realizzarsi o meno delle nostre ambizioni condiziona pesantemente la nostra felicità personale. Giuseppe mirava in alto e vive di conseguenza come un pesante insuccesso e fonte d’inconsolabile infelicità il non avere ottenuto la poltrona di primo cittadino. Pinuccia viceversa ha Rivista – Gennaio 2009 La Le aspettative però non rimangono sempre immutate. In effetti, il livello di aspirazione aumenta in seguito a ripetuti successi e diminuisce dopo reiterati insuccessi. Se il Dottor Tizio ha al suo attivo una serie di promozioni comincerà a pensare di poter occupare posti sempre più in alto nella gerarchia. Se Caio invece ha visto respinte tutte le sue richieste di avanzamento sarà portato a ridimensionare le proprie ambizioni, a meno che non si sviluppi in lui un gusto masochista per i fiaschi e le legnate. In altri termini, durante tutto l’arco della vita è in atto un laborioso processo dialettico, più o meno visibile, di adattamento tra le aspirazioni personali e le opportunità offerte dall’ambiente. Ma a volte le sconfitte rendono più forti. Abbiamo visto che la frustrazione delle aspettative può generare un sentimento di sconfitta personale che si accompagna a pensieri depressivi del tipo: “Per me è finita! In questo mondo non c’è posto per me! Nessuno riconosce le mie qualità!” Non tutti però per fortuna reagiscono in tal modo alla delusione. Pensiamo ad un illustre esempio: Hillary Clinton! Si aspettava di diventare la prima presidente donna degli Stati Uniti. I pronostici le davano ragione. Ha combattuto con straordinaria energia contro Obama per l’investitura del suo partito. È stata sconfitta. Come ha gestito l’insuccesso? Nel più straordinario e costruttivo dei modi: si è schierata al fianco dell’ex-rivale per aiutarlo a vincere. Il suo signorile, ammirevole e intelligente realismo è stato ricompensato: ha avuto infatti un premio di consolazione di tutto rispetto, la carica di Segretario di Stato. E voi, che cosa vi aspettate per il 2009? Provate a formulare mentalmente 2-3 mete che vi stanno a cuore. Quali ingredienti mescolare, affinché tali aspirazioni agiscano da motore della vita e non da ostacolo? Provo a citarne tre. Una dose di sogno, ma senza farsi accecare da abbaglianti miraggi. Un po’ di concreto realismo, ma senza esagerare per non appiattire l’avvenire. E una porzione di forza “marca Hillary” per ripartire verso nuove mete, se quelle previste si rivelano non praticabili. Se questo contributo stimola la vostra voglia di reagire, mandate un messaggio al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] 47 collezione hadis InterOffice, il numero uno per arredamenti d’ufficio in Svizzera Esposizioni in : Basilea, Berna, Hünenberg (ZG), Lucerna, San Gallo, Zurigo, Losanna, Ginevra, Givisiez (FR), Martigny, Neuchâtel, Sierre, Sion, Camorino / Bellinzona. www.interofficeag.ch [email protected] living@work E Ricordo di una vittima illustre del terremoto di Messina doardo Giacomo Boner: scrittore e poeta siculo-retico «Benedetti quei che muoiono / Per il sol dell’avvenir / Per l’impeto del dover / Per la santa libertà / Per l’idea che mai muor!» to delle relazioni internazionali a Roma e la diminuita importanza commerciale del Meridione, il quadro andò cambiando. Edoardo Giacomo Boner nacque il 29 febbraio 1864 a Messina, allora importante nodo commerciale di tutto il bacino del Mediterraneo, al quale, per buona parte del XIX secolo, facevano capo molte imprese svizzere, tedesche, danesi, inglesi, ecc. Nel 1877 la locale comunità evangelica contava settantasei persone di lingua tedesca (quarantanove provenienti dalla Germania, diciannove dalla Sviz- Gli Svizzeri a Messina Alcuni stranieri, che avevano impiantato proprie industrie e negozi, continuarono tuttavia lo stesso ad esercitare le loro attività a Messina. I racconti di questi commercianti, imprenditori, lavoranti, teologi, precettori e viaggiatori, che avevano profondi rapporti con la città, costituiscono uno strumento prezioso per la conoscenza della vita culturale, religiosa e sociale, non solo delle comunità straniere, ma anche di quella locale. Verso la Sicilia, anche se con meno frequenza ed importanza di quella verso Napoli e Salerno, dove la discesa degli svizzeri assunse carattere di massa, l’immigrazione di industriali e commercianti elvetici aveva avuto inizio a partire dal 1781. Cioè da quando la Francia, alzando la bandiera del protezionismo contro le merci straniere, fece segnare gli inizi di una crisi che si aggravò nel corso della Rivoluzione, raggiungendo il suo apice con il Blocco continentale (1806-1815) imposto da Napoleone. Il Blocco impediva alle fabbriche tessili svizzere di rifornirsi, tra l’altro, del cotone necessario proveniente dalle colonie inglesi e dall’Egitto. di Tindaro Gatani Il villaggio svizzero di Messina. 50 zera, otto dalla Danimarca), alle quali si aggiungevano altri trenta-quaranta persone, tra cui vedove con famiglia, impiegati di ufficio, governanti e domestici, che frequentavano la chiesa protestante. Prima dell’Unità d’Italia, sotto il Regno dei Borboni, quando l’industria ed i commerci erano più fiorenti, la presenza straniera era più alta. E che si trattasse di vere e proprie rappresentanze commerciali, lo dimostra l’alto numero di Consolati onorari accreditati in città. Non c’era Stato o grande città della Germania che non avesse un suo rappresentante a Messina. Dopo l’Unità d’Italia, con l’accentramen- L’Eden del Sud Quelli sotto l’occupazione francese, tra il 1798 ed il 1816, furono per la Svizzera anni «tremen dono sviluppare la meccanizzazione, la diversificazione industriale, l’introduzione di una nuova redditizia industria, quella del turismo, il miglioramento delle tecniche agricole. Ed in quegli stessi anni si assiste alla ramificazione dell’investimento di capitali e all’impianto di industrie elvetiche all’estero. Tra i primi grandi fabbricanti svizzeri a giungere nell’Italia meridionale troviamo lo zuri- Rivista – Gennaio 2009 La ghese Giovan Giacomo Egg (1765-1843) che, tra la fine del 1812 e gli inizi del 1813, fondò un cotonificio a Piedimonte d’Alife, l’odierna Piedimonte Matese (Caserta). A richiamare gli Svizzeri in Campania era stato il fatto che l’unico posto, in Europa, dove il cotone attecchiva rigoglioso era sulle falde vesuviane, nel Regno di Napoli, allora retto da Gioacchino Murat, cognato di Napoleone. Dalla Svizzera si cominciò allora a guardare con sempre accresciuto interesse alle piantagioni napoletane. E la discesa degli industriali tessili svizzeri verso il Meridione d’Italia continuò, moltiplicandosi, con il ritorno sul trono dei re Borboni, che incentivarono le loro attività con larghe concessioni e generosi privilegi. Si trattò di un vasto fenomeno così tratteggiato da Lorenzo Zichichi: «Molti svizzeri nel XVIII secolo erano scesi al Sud, per prestare servizio presso un re che governava in una terra baciata dal Sole, nel centro del Mediterraneo. Paese indipendente, né colonizzato, né colonizzatore, che offriva il vantaggio di avere un suo sovrano ma anche di essere privo di una forza tale da poter e voler praticare una politica espansionistica ed egemonica. Dieci anni dopo lo scoppio della Rivoluzione francese, questo paese venne inserito nel mercato europeo e — «bon gré mal gré» — nell’emisfero borghese. La Svizzera del Blocco Continentale ebbe in questo satellite dell’Impero francese uno dei principali sbocchi per le sue merci... Altri svizzeri scesero in quegli stati dove le possibilità di fare fortuna aumentavano: altri mercenari, mercanti, negozianti, banchieri, tessitori, avventurieri, usurai, funzionari, impiegati, domestici si aggiunsero a quelli che vi erano già. La colonia elvetica in quel paese divenne la più numerosa. E la più gradita». Gli Svizzeri nel Napoletano si sentivano come a casa loro anche perché erano svizzeri i soldati che costituivano una parte importante dell’esercito del Re. Di fronte ad un fenomeno di tanta portata, Lorenzo Zichichi, tra l’altro, si chiede ancora: «Invaso da soldati, operai, mercanti, imprenditori svizzeri, quel paese venne colonizzato?». Per constatare subito dopo: «Non fu la Svizzera a colonizzare quel regno, ma forse furono gli svizzeri. Quegli svizzeri che raggiunto il potere militare, economico e sociale videro nelle due Sicilie il loro eden. Se lo colonizzarono, ciò avvenne nell’unica maniera per loro possibile: con l’accordo del suo re, con l’appoggio dei suoi ministri, in modo discreto, Rivista – Gennaio 2009 La silenzioso, come un passo felpato». (Lorenzo Zichichi, in Il colonialismo felpato. Gli svizzeri alla conquista del Regno delle due Sicilie 1800-1848, Palermo 1988). La lapide dedicata sull’omonima via. Immigrato di seconda generazione La decadenza economica della Sicilia, seguita all’Unità d’Italia, si aggravò ulteriormente dopo la guerra doganale con la Francia ed i luttuosi eventi dei Fasci siciliani (1892-’93), che costringeranno tanta gente all’emigrazione forzata. Anche gli stranieri, tedeschi, francesi, inglesi, svizzeri, a poco a poco abbandoneranno l’Isola. Ma non tutti. Alcune famiglie di origine svizzera resteranno comunque a Catania, a Messina, a Palermo, dove i loro discendenti esercitano ancora attività commerciali. Tra quelle rimaste a Messina ci fu anche la famiglia del grigionese Friedrich Boner, “commesso” di industrie straniere. Dal suo matrimonio con la messinese Stefania Larini era nato il secondogenito Edoardo Giacomo, preceduto dalla nascita della sorella Anna e seguito da quella di Giulia. Il padre era originario di Malans, villaggio che si trova alla confluenza del fiume Landquart con il «giovane» Reno, dove i Boner di origine Valser erano patrizi A partire dal 1880, Edgardo Giacomo dovette aiutare, come rappresentante, la ditta paterna che, a causa della crisi economica, stava subendo un tracollo. Così egli viaggiò in Italia ed all’estero, senza tuttavia mai abbandonare del tutto gli studi letterari, frequentando le università di Messina 51 Ritratto giovani di Edoardo Giacomo Boner. 52 e di Palermo e poi anche corsi di perfezionamento linguistico in Germania, a Lipsia e a Berlino, grazie ai quali ottenne la cattedra di tedesco all’istituto tecnico Carlo Gemmellaro di Catania. Per bervi periodi fu anche insegnante ad Agrigento ed a Palermo. A partire dal 1893, fu incaricato in qualità di lettore di lingua e letteratura tedesca all’università di Messina, dove nello stesso tempo sarà insegnante di italiano dal 1893 al 1906. Il Boner fu in relazione con i più grandi poeti e letterati d’Italia del suo tempo. Collaborò ad importanti riviste letterarie delle quali basta ricordare la «Nuova Antologia», svolgendo una intensa attività critico-erudita, che gli valse, a partire del 1906, la cattedra di filologia e letteratura tedesca presso la facoltà di lettere dell’università di Roma. La fortuna del Boner è dovuta soprattutto al suo eclettismo letterario, risultato della coscienza di appartenenza a più mondi culturali: quello tradizionale siciliano, allora molto vivo, quello classico italiano e quello popolare e poetico tedesco. Tra gli stranieri di Messina, soprattutto tra quelli originari dalla Svizzera e dalla Germania, per tutto l’Ottocento, si mantenne infatti viva la lingua e la cultura dei Paesi di provenienza. Certo il Boner non poteva brillare in tutti i settori di cui si occupava. Così gli stessi critici, che gli riconoscono comunque il merito di essere stato fra i primi universitari italiani a dedicarsi alla letteratura tedesca ed a quella che non si chiamava ancora «filologia germanica», gli rimproverano, come agli altri «germanisti accademici del tempo», una «meccanica recezione dei metodi tedeschi di ricerca» ed un «provinciale interesse per i rapporti e gli ‘influssi’ (positivamente intesi) fra le due letterature e le due lingue», cioè a dire la mancanza di «un’autonoma impostazione critica italiana». Ai suoi studi filologici mancherebbe «una vera luce storiografica» e quindi i suoi giudizi «risultano per lo più di riporto» ( L. Zagari, in Dizionario Biografico degli Italiani, alla voce). Cittadino del mondo Per Zagari le opere letterarie del Boner «documentano il fondamento storico della situazione di disagio psicologico in cui viveva lo scrittore», dovuto anche al «sintomatico giustapporsi dei più disparati modelli e tendenze letterarie, a seconda del genere a volta a volta prescelto». Così: «il novelliere si adagia in un bozzettismo veristico in cui prevale la ritrattistica di personaggi bizzarri, posti ai limiti della normale convivenza sociale e pure depositi di una più profonda umanità»; la «problematica ‘meridionale’ si estenua nelle forme della commedia sentimentale» e le sue poesie «rappresentano per altro soprattutto un accademico ritorno al classicismo tradizionale», con l’eccezione naturalmente di «qualche raro componimento». «Eppure questo illustre Grigione ed insieme Siciliano – come sottolinea Remo Bornatico – merita di essere considerato un autore degno della massima attenzione, perché valido non solo nella Svizzera italiana ma anche e soprattutto in Sicilia». A Bornatico, l’allora direttore della Biblioteca cantonale dei Grigioni, dobbiamo uno dei più recenti studi sulla figura e l’opera di questo scrittore. Accogliendo l’invito dei parenti egli ha raccolto un’ampia antologia, uscita a Coira nel 1980, con il titolo Edoardo Giacomo Boner 1864-1908. Scrittore e poeta siculo-retico, con lo scopo di fissare «la sua fisionomia d’uomo tra gli uomini e la sua personalità di scrittore e poeta d’origine svrizzero-tedesca, di lingua e cultura italiana e classica e, in certo senso e misura, di letterato e filologo europeo». Boner, nato e cresciuto a Messina, ha avuto infatti il grande merito di far conoscere anche fuori dei confini nazionali gli splendori naturali, artistici e culturali della sua terra natale, dove il sovrapporsi ed il fondersi di popoli e civiltà avevano plasmato «l’originale tipica civiltà siciliana». Questo scrittore di origine svizzera è più che gli stessi siciliani innamorato dell’Isola, che egli continuamente percorre per motivi di lavoro o di studio e canta nei suoi versi o descrive nelle sue prose. «Salve o Girgenti, eremo asil che adoro!» (da Le Siciliane, p. 8); «O Palermo... / in qual nuova or tu risplendi / Meraviglia di splendori» (da Le Siciliane, p. 129). Senza tuttavia mai dimenticare la sua terra di origine, vantandosi anzi con orgoglio di Rivista – Gennaio 2009 La essere figlio nello stesso tempo del «molle Ionio» e del «gorgoglioso Reno», tanto da considerarsi il «genio di due schiatte», diverse ma non per questo contrapposte, «ond’amo / Ed armonizzo entrambe, e un suon di pace / M’echeggia in core». Così le origini diverse, invece di portarlo ad una scelta di campo preferenziale, lo fanno sentire cittadino del mondo: «Che origini trassi dagli elvezi geli, / E tutte amo le genti in mio pensiero» (da Le Siciliane, p. 11). Ed a questi suoi due mondi fa cenno anche Cesare De Lollis, commemorando all’università di Roma il collega poeta dopo la tragica morte: «E.G. Boner era di una bontà che aveva dell’infantile. In lui a una certa ingenuità nordica s’accoppiava una quasi smisurata espansività meridionale; e ne risultava un insieme oltremodo simpatico nella sua rarità», perché «una misteriosa forza di ‘Sehnsucht’ traeva il Boner verso le letterature nordiche..., lui che pur tanto amò la sua Messina –fino a ieri sì bella a specchio del suo mare azzurro». Cantore della Sicilia e dei Siciliani Quella Messina non c’era più: il terremoto l’aveva completamente distrutta nel giro di pochi secondi la mattina del 28 dicembre 1908 e quel suo mare azzurro aveva completato l’opera, abbattendosi su di essa con estrema violenza e inghiottendo quelle poche cose e persone che erano sfuggite all’immane catastrofe. E tra quelle persone c’era anche il nostro Edoardo Giacomo Boner, ritornato in Sicilia per passare il Natale ed il Capodanno con la famiglia e per sposarsi. La cerimonia era prevista per il 3 gennaio 1909, ma il destino crudele lo strappò alla vita insieme alla sua promessa sposa, alla madre, alla sorella Anna. Unica scampata al sisma fu la sorella Giulia, allora di anni 36, abitante con il marito Vincenzo Beccaria al Villaggio Giostra. Messina ha voluto ricordare questo suo figlio illustre intitolandogli una delle sue principali strade della città ricostruita, quella tra via Garibaldi e via della Libertà, di fronte ai locali della Fiera campionaria. Di recente sono state ristampate alcune sue opere: Novelle messinesi e Leggende boreali (Edas 2002), Sul Bosforo d’Italia e Racconti peloritani (Intilla Editore 2003), a cura di Giuseppe Rando che ha voluto occuparsi di questo autore «del tutto dimenticato e di saggiarne, per primo, l’intera produzione narrativa», consideran- Rivista – Gennaio 2009 La do «gratificante l’idea di fare un lavoro quasi pionieristico» per costituire una specie «di risarcimento del danno effettivo che la mala sorte» ha causato «a uno scrittore niente affatto dozzinale». Le novelle di Boner, «che solo a tratti attingono i vertici della bellezza... non sopportano di essere giudicate in blocco», perché «ognuna di esse ha una sua fisionomia particolare da esplorare con le lenti opportune e con il giusto grado di focalizzazione», ma «tutte conservano», comunque, «un innegabile valore storico-documentario» della sua epoca. «Non solo per il loro limpido radicamento nella cultura italiana di fine secolo, segnata dalla crisi del Positivismo e dalla ‘reazione spiritualistica’, ma anche e soprattutto per la singolare terapia, opposta dal Boner, in forme narrative, alla ‘delusione’ che ne seguì». Tra le tante altre opere del Boner ricordiamo: Novilunio, 1884; Plenilunio, 1889; Musa crociata, 1897; L’Italia nell’antica letteratura tedesca, 1887; Sui miti delle acque, 1895; La poesia del cielo negli antichi, 1897; Saggi di letterature straniere (1896), dove, tra l’altro, tratta del pessimismo nel romanzo russo e del Natale e del Capodanno nelle letterature nordiche (danese, islandese, russa, tedesca, inglese, etc,..), interventi per i quali venne considerato uno dei primi comparatisti della storia culturale. A noi piace ricordarlo soprattutto come grande amico della Sicilia e dei Siciliani. Perché: «Argomento fondamentale delle sue poesie fu quasi sempre la Sicilia, il modo di vivere e di sentire dei Siciliani, per i quali sentiva affettuosa e profonda simpatia» (da Neue Zürcher Zeitung, 30 aprile 1910, n. 189, p. 4). L’amore per la famiglia e per il consorzio umano lo portavano a detestare la guerra, la tirannia, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Le uniche guerre che egli non condannava erano quelle di liberazione da questi mali, per cui cantò convinto: Benedetti quei che muoiono / Per il sol dell’avvenir / Per l’impeto del dover / Per la santa libertà / Per l’idea che mai muor! (da Musa crociata, pp. 10-24). Sulla pianta di Messina in giallo la via dedicata allo scrittore siculo-retico. 53 A Gli scrigni delle curiosità1 rmeria Reale, museo della Marionetta, museo Egizio Il termine “museo” deriva da Muse, le divinità che, secondo la mitologia greca e romana, personificavano le aspirazioni artistiche ed intellettuali ed il Tempio delle Muse (il museo) era, in origine, il luogo in cui veniva impartita l’educazione e si promuoveva la cultura. Nel corso dei secoli, le raccolte d’arte sono sempre state di proprietà della nobiltà e delle case regnanti. Infatti, un elevato numero di musei italiani, è nato dalle raccolte dei grandi signori rinascimentali incrementato con successivi acquisti o donazioni di LuCor 54 Il patrimonio artistico, storico e culturale italiano è incredibilmente ricco e variegato ed i musei possono essere considerati dei veri e propri depositi della memoria storica e dell’identità culturale del nostro Paese, per questo motivo devono essere conservati e tutelati per le generazioni future. Esistono diversi tipi di musei: archeologici, storici, etnologici, antropologici, scientifici o tecnici, nonché i più numerosi musei d’arte che, solitamente, sono specializzati per periodi (arte etrusca, arte medievale, arte moderna) e per forme d’arte (disegni e stampe, scultura, pittura). Oltre ai più “classici” (archeologici, storici, artistici e scientifici), esistono anche i musei specializzati, ovvero interamente dedicati ad un tema, come il cinema, la ceramica, l’automobile, sino ad arrivare ai temi più curiosi come il cappello, la bilancia o il presepio. Se fino a non molti anni fa, i musei erano prevalentemente collezioni di arte, archeologia oppure testimonianze di grandi eventi e personaggi storici, negli ultimi tempi, invece, una contagiosa passione per l’insolito ha portato al moltiplicarsi in tutta Italia di raccolte originali, talvolta curiose e in molti casi uniche. Certo, chi ancora oggi considera Musei soltanto quelli con la M maiuscola non potrà che inorridire a sentir parlare di esposizioni interamente dedicate alle pipe oppure agli occhiali, agli spaghetti o ai briganti, agli scarponi o ai confetti. Tant’è. In barba ai critici di ogni sorta, bizzarri o normali oggetti di uso comune fanno sempre più spesso bella mostra di sé, rigorosamente catalogati e accuratamente disposti in apposite bacheche. Se lo possono permettere. I cultori dell’inconsueto sono infatti in continua crescita. In breve tempo si è notevolmente allargata la schiera di coloro che, in giro per l’Italia, tra un’opera d’arte e un reperto archeologico amano spigolare alla ricerca di questi scrigni delle curiosità. Non hanno tutti i torti. Molte raccolte, escluse dai grandi circuiti turistici, dimenticate dalle guide e talvolta poco valorizzate, sono in grado di regalare piacevoli sorprese e inaspettate suggestioni. La “caccia al tesoro” nascosto comprende centinaia di raccolte, sparse nelle varie regioni d’Italia. Ce n’è per tutti. Gli argomenti sono talmente diversi fra loro da soddisfare i gusti e gli interessi più disparati! Molto numerosi i musei specializzati, ovvero dedicati ad Rivista – Gennaio 2009 La un determinato argomento come l’automobilismo, la ceramica, il cinema o la produzione tessile, solo per citarne alcuni esempi. I musei specializzati, come si è detto, molto spesso, trattano tematiche decisamente inusuali e custodiscono al loro interno oggetti curiosi ed insoliti, sono musei ‘particolari’, ideali per gli appassionati di armi, giocattoli, gastronomia, musica e del mare ma non solo. Attraverso antiche Case dinastiche Il percorso si snoda attraverso il ricordo di antiche Case dinastiche e di vecchie glorie guerresche comprese tra il XIV e XVII - XX secolo, per portarsi a quel Museo delle Marionette che può a buon diritto considerarsi il degno scrigno delle più significative raccolte di costumi e materiali scenici. Il Museo Egizio poi, dal suo canto, è da solo un capolavoro d’arte e di storia e ciò per quantità e qualità del suo patrimonio. Armeria Reale a Torino Nell’Armeria Reale sono conservate le collezioni di armi appartenute ai Savoia, esposte al pubblico fin dal 1837. Si accede alla prima sala attraverso il grande Scalone monumentale, che un tempo collegava gli Appartamenti Reali e le Segreterie di Stato, per giungere alla rotonda di Pelagio Pelagi, dove sono esposte diverse vetrine con armi del XVII - XX secolo. Il percorso prosegue nella Galleria del Beaumont, magistralmente affrescata dalle Storie dell’Eneide. Le raccolte esposte offrono un variegato panorama delle armi e delle armature dal Medioevo ai giorni nostri. Si segnalano la cosiddetta spada di San Maurizio del sec. XII, dotata del suo fodero originario, il morso da cavallo in rame dorato e smalti con lo stemma Grimaldi di arte francese della prima metà del sec. XIV; tra le armi di scuola tedesca è di eccezionale valore l’armatura doppia appartenuta a Wilhelm von Boxberg di Norimberga opera di Kolman Helmshmid di Augsburg. Largo spazio è stato riservato alle armi indossate da personaggi e sovrani di casa Savoia, è da citare a titolo esemplificativo, la corazza del principe Eugenio (morto nel 1736) e le corazze di Carlo Emanuele III (1730-1773) e di Vittorio Amedeo III. Rivista – Gennaio 2009 La Museo della Marionetta di Torino Il Museo ha sede nel Teatro Gianduja e presenta una raccolta di costumi, materiale scenico, attrezzature e mobili dalla fine del ‘700 ai primi del ‘900. La celebre famiglia di marionettisti Lupi ha donato al Museo una collezione, unica nel suo genere, di oltre cinquemila pezzi tra marionette, arredi e costumi. Di particolare rilievo una raccolta di marionette in legno, opera di grandi artigiani, con occhi in vetro di Murano e parrucche di capelli veri. Si conserva inoltre una raccolta di circa duemila fondali di scena del Teatro Regio di Torino. Museo Egizio Il museo egizio di Torino è il museo di egittologia più importante dopo quello del Cairo. Le collezioni sono state raccolte fin dai primi decenni dell’800 e sono state allestite secondo criteri moderni nel 1988. Il recente allestimento permette al visitatore di vedere nella ricostruzione originale le tombe degli antichi faraoni. L’esempio più suggestivo è la tomba di Kah, ritrovata intatta e completa di sarcofagi, statue, mobili, oggetti di toeletta e capi di vestiario appartenuti al defunto. Nelle sale sono ospitate 98 grandi statue, documenti risalenti al 3000 a.C., materiale di ogni genere ritrovato nelle tombe, prezioso e di uso quotidiano, cicli di pitture parietali raffiguranti scene religiose, di vita in campagna e di lavoro artigianale. Il museo può esporre anche la più antica tela dipinta al mondo (3500 a.C.), un lenzuolo rinvenuto in una tomba preistorica a Gebelein, decorato con barche, scene di caccia e danze rituali. Con la costruzione della diga di Assuan, molti monumenti della Nubia hanno rischiato di essere sommersi, pertanto sono stati trasportati in diversi Musei del mondo. Il Museo di Torino, quindi, si è arricchito del tempietto di Ellesija, scavato nella roccia oltre 3500 anni fa. 55 Italienische Rechtssprache Niveau B2-C1 Lo Sprachenzentrum propone un nuovo corso per l’apprendimento del linguaggio giuridico italiano destinato a tutti coloro che, già esperti del diritto nella loro lingua, abbiano l’esigenza di approfondire con il massimo profitto e in breve tempo anche la terminologia tecnica in italiano. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza dell’Università di San Gallo. Quando Sprachkurse für Beruf und Alltag Dove Giovedì: 17:15- 18:45 Inizio: 19 febbraio 2009 Conclusione: 28 maggio 2009 Sospensione: 14° e 15° settimana (24 lezioni) Sprachenzentrum dell’Università di San Gallo, Gatterstrasse 3, 9010 San Gallo Contenuti Corso multimediale per rispolverare, ampliare ed aggiornare precedenti conoscenze dell’italiano in ambito giuridico-professionale. Terminologia del processo civile e del diritto privato sostanziale svizzero ed internazionale. Simulazione di situazioni tipiche della pratica professionale come redazione di contratti e consulenze. Giurisprudenza del Tribunale Federale opportunamente selezionata. Comparazione con il diritto italiano. Esercizi di comprensione, consolidamento e analisi delle strutture del linguaggio giuridico (ripasso della grammatica, lettura, ascolto, produzione scritta e orale). Corso intensivo in piccoli gruppi (da 4 a 8 partecipanti). Gli argomenti del corso potranno essere adattati agli interessi dei partecipanti. Docenti Dr. Phil. I Tania Giudicetti Lovaldi Dr. Iur. Rita Dellachà-Hilbers Costi CHF 528.- (esclusi i materiali didattici) Materiali didattici ca. CHF 50.- Termine di iscrizione 16 gennaio 2009 Iscrizione www.sprachenzentrum.unisg.ch Universität St.Gallen Sprachenzentrum Telefon +41 71 224 25 80 Gatterstrasse 3 Telefax +41 71 224 26 69 9010 St.Gallen [email protected] L’Emporio della lingua Giuliano Merz Il mese scorso abbiamo visto come i verbi possano essere classificati, secondo la linguistica della dipendenza o dependenziale, in zerovalenti (: nevicare, piovere e sim.), monovalenti (: esistere, vegetare e sim.), bivalenti (: amare, baciare, frustare, osservare e sim.), trivalenti (: dare, mostrare, porgere, scrivere e sim.) e tetravalenti (: spostare, trasferire, tradurre e sim.). In frasi costruite con questi verbi avremo dunque da zero a quattro argomenti, p.es.: (Noi) abbiamo informato tutti i partecipanti del rinvio è un costrutto a tre argomenti. I tipi di frase a tre e a quattro argomenti pongono degli interrogativi circa “l’ordine delle parole”. Voi dite, preferite. Scriviamo una lettera (di protesta) al direttore oppure Scriviamo al direttore una lettera (di protesta)? Oggi ha tradotto circa 500 righe dal tedesco all’italiano oppure Oggi ha tradotto dal te- desco all’italiano circa 500 righe? Nella grammatica tedesca per decisioni di questo tipo esistono regole precise: i complementi al dativo precedono l’accusativo (Ich zeige den Studenten einen ital. Film ...); i complementi di tempo precedono i causali, questi i modali che a loro volta si collocano prima di quelli di luogo. Questa successione ha dato origine al già citato ‘ponte dell’asino’ TeKaMoLo (Temporal-, Kausal-, Modal-, Lokalangaben)1. Per l’italiano abbiamo finora soltanto l’indicazione, proveniente da studi linguistici di varia natura, “l’oggetto diretto precede l’oggetto indiretto” (in frasi non marcate). Questa regola viene ripresa pari pari, e nominata al primo posto nel capitolo dedicato all’ordine dei costituenti della frase, nella “Praktische Grammatik der italienischen Sprache” di W. Reumuth e O. Winkelmann2. I due autori, fedeli alla praticità di- Parlando, scrivendo, dubitando Sintassi e (dis)ordine delle parole (2 a chiarata nel titolo, riportano anche brevi elenchi di verbi “con due oggetti”, suddividendoli in verbi reggenti la preposizione “a” – da affidare qc a qd fino a togliere qc a qd – in verbi reggenti “di” – da accusare qd di qc fino a spogliare qd di qc – e in un terzo gruppo con tutte le altre preposizioni – comprare qc da qd fino a vendicarsi di qc su qd3. Già inserendo queste tre liste nella loro grammatica avrebbero potuto/dovuto chiedersi se non siano possibili anche i costrutti ‘inversi’: perché non vendicarsi su qd di qc? Scelgo a caso, da raccolte di testi che possiedo, qualche frasetta: E. Biagi: Gli inglesi hanno dato a molti popoli l’amministrazione della giustizia, [...]; e hanno dato, in segno di gratitudine, la laurea ad honorem ad una ottantenne e battagliera dama [...]; e hanno dato tanta intelligenza all’Italia. E. De Marchi: tutti questi casi hanno dato al suo carattere un accento esasperato [...] B. Croce: alcuni contributi recentissimi hanno dato grande impulso agli studi, […] G. Riotta: su cui scrivono con il lapis nome e cognome. […] L. Sciascia: Scrivono sulle pareti dei cessi scandalosissime cose E. Mazzali: sono quelle che descrivono sul piano psichico-estetico i sei personaggi […]. Come potete notare nei vari esempi, tratti da opere di genere assai diverso (si va dal romanzo al saggio letterario), la regola sui generis dell’oggetto diretto che precede l’indiretto non è (molto) rispettata. Provate ad invertire i complementi delle frasi riportate: cosa dite del risultato? Accettabile, differenze semantiche? Riporto da un saggio di Umberto Eco: …”tre donne che scrivono per donne su donne. […]”, due complementi indiretti. Come trovate: “tre donne che scrivono su donne per donne”?4 1 Devo dire che la grammatica del Duden, nel pur amplissimo capitolo dedicato alla posizione delle parole nella frase (Wortstellung), non riporta la regola in questione; la regola proviene dal settore specifico del tedesco come lingua straniera. 2 W. Reumuth / O. Winkelmann: Praktische Grammatik der italienischen Sprache. G. Egert Verlag 2001 (6a ediz.; la 1a ediz. Risale al 1989); capitolo „26. Die Satzstruktur (la struttura della frase)“, pp. 353-364. Rivista – Gennaio 2009 La 3 parte) Tornando alle indicazioni linguistiche su verbi e valenze ricordo qui un ulteriore aspetto fondamentale: gli argomenti (le valenze) possono essere obbligatori o facoltativi. È possibile che questo fatto, non conosco indagini in tal senso, determini, o quantomeno influenzi, la posizione degli stessi: i primi, ad es., potrebbero dover precedere i secondi... A questa struttura si affiancano naturalmente le combinazioni di ‘pari peso’, cioè obbligatorio-obbligatorio, come mostro la nuova casa agli amici e facoltativo-facoltativo Doris discute della/sulla terapia con la collega: anche per questo tipo di frase rinnovo l’invito a comunicarmi le vostre opinioni5. Alla valenza e agli argomenti è stata dedicata particolare attenzione nel settore della linguistica applicata, dell’insegnamento delle lingue straniere. “Dagli anni 80 la teoria della valenza è recepita anche dagli autori dei libri di testo per il tedesco come lingua straniera” nota Marie Rieger, linguista dell’Università di Bologna6. L’autrice sottolinea inoltre come nell’ambito della glottodidattica non sia stato sviluppato un modello didattico di riferimento e come nella pratica dell’insegnamento i vantaggi didattici offerti da questo modello non siano stati sempre recepiti. In Italia, sia per le lingue straniere (francese, inglese, spagnolo, tedesco) sia per l’italiano e il suo insegnamento, come lingua materna e come lingua seconda, si sono scritte tesi di laurea, monografie e saggi ispirati dalla linguistica della dipendenza, persino un dizionario monolingue7 si rifà dichiaratamente a tale teoria. Anche da noi, però, sono da registrare le carenze evidenziate dalla collega Rieger. Concludo rinnovando a tutte/tutti voi i miei migliori auguri per un 2009 prospero e felice, vostro Giuliano Merz e-mail: [email protected] Ibidem, capitolo “Verben mit zwei Objekten”, pp. 231-234 4 U. Eco: Tre donne intorno al cor... in: AA.VV., Carolina Invernizio, Matilde Serao, Liala. Firenze, La Nuova Italia (Il Castoro 1A45) 1979 (124 pp.); da notare il sottotitolo: “Tre donne sulle donne per le donne”! 5 Delle eventuali reazioni e proposte che mi dovessero pervenire darò naturalmente conto nella prossima puntata. 6 Marie A. Rieger: I dizionari della valenza verbale e l’insegnamento del tedesco come lingua straniera. Bologna, Quaderni del CIRSIL 2003; 27 pp. Reperibile in rete all’indirizzo: www.lingue.unibo.it/cirsil. 7 Si tratta del Sabatini/Coletti, che ho citato più volte in questa rubrica. Ricordo che il Dizionario, l’edizione cartacea con CD è della Rizzoli Larousse (2007), è disponibile e consultabile gratuitamente sul sito del Corriere della Sera, v. http://dizionari.corriere.it/cgibin/sabcol/trova. 57 C Incontro a Zurigo presso la sede della CCIS ertificazione della lingua italiana commerciale Il 29 novembre scorso, nella sala conferenze della sede zurighese della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS), si è tenuta una tavola rotonda sulla certificazione della lingua italiana adoperata nei settori del commercio e degli affari che ha riunito rappresentanti della scuola e dei centri certificatori e del mondo del lavoro. La manifestazione si è svolta all’interno della serie di eventi del mese di novembre che coinvolge diverse associazioni in un progetto comune, conosciuto come “Zurigo in Italiano”. La discussione, animata e condotta da Emilio Speciale (Presidente della Società Dante Alighieri di Zurigo), ha visto come protagonisti Andrea Lotti (segretario generale della CCIS), le insegnati Linda Buscemi e Annita Maviglia, la responsabile della Migros dei corsi di lingua Anne-Chantal Petter, Silvio Di Giulio dell’Associazione proLinguaItaliana, Cesare Spolettini della Dante Alighieri di Neuchâtel, Daniele D’Aguanno responsabile del settore linguistico della sede centrale romana della Dante Alighieri, Enrica Filippi e Otto Fischer della Cisalpino. Ha portato il suo contributo di esperienza diretta Françoise Gilg, che è stata nell’occasione insignita del certificato PLIDA commerciale. Il formato informale della discussione ha permesso di andare direttamente sulle questioni pratiche relative alla certificazione: ci si è chiesti in particolare se questo diploma venisse richiesto da parte dei datori di lavoro, se lo studio e l’esame di questa lingua settoriale fosse d’aiuto nell’inserimento, soprattutto dei giovani, nel mondo del lavoro e infine se le scuole svizzere fossero preparate o disponibili a gestire corsi ed esami relativi all’italiano commerciale. Nel dibattito, che ha coin- 58 volto gli operatori del settore, si sono precisati inizialmente sia la specificità della lingua italiana usata nel mondo degli affari sia la sua indispensabile conoscenza per gli scambi economici tra ditte e uffici svizzeri e italiani. Pur nel riconoscimento del ruolo fondamentale della lingua inglese in questo settore, si è da più parti ribadito che anche la lingua italiana ha una funzione di primaria importanza, essendo l’Italia ai primi posti negli scambi commerciali della Svizzera. Essere quindi padroni del linguaggio specifico in cui si svolgono le transazioni in Italia (linguaggio che ha regole e formule ben codificate) rappresenta un sicuro vantaggio e beneficio nel migliorare e portare avanti le transazioni stesse. In aggiunta è stato notato che una grande quantità di transazioni avviene anche con la parte italiana della Svizzera, col Ticino e col Grigioni Italiano. A questo dato di fatto non sembra, tuttavia, corrispondere l’attenzione dei datori di lavoro che non richiedono ai propri dipendenti una certificazione relativa alla lingua commerciale e si accontentano, a volte, di una loro minima conoscenza della lingua di base. Spesso viene anche ignorato il fatto che esistono corsi e certificati settoriali. Anche le scuole svizzere non sembrano spingere verso la certificazione della lingua italiana in generale e sembrano disconoscere, con rare eccezioni, la certificazione commerciale. Eppure esistono da diversi anni dei programmi di certificazione ben attestati, come ad esempio il CIC dell’università di Perugia e il PLIDA commerciale della Società Dante Alighieri, la quale ha stipulato una convenzione proprio con la CCIS di Zurigo per la gestione e la diffusione della certificazione della lingua italiana commerciale. In conclusione di questa utile mattinata si è prospettata una campagna di maggiore informazione sulle certificazioni verso il mondo del lavoro e il mondo della scuola da parte sia della Camera di Commercio sia dei responsabili dei centri certificatori. Rivista – Gennaio 2009 La di Liber Ferdinando Cionti Made in Italy Spirali pp. 153 € 18.00 Per spiegare la genesi del capitalismo occorrerebbe, secondo Marx, supporre un’accumulazione originaria precedente l’accumulazione capitalistica: un’accumulazione che sarebbe non il risultato, ma il punto di partenza del modo di produzione capitalistico. E su questo punto il consenso è pressoché unanime: per esercitare la sua professione, il capitalista aveva bisogno di un capitale, di partenza. Del presunto capitale di partenza però restano oscure le origini. La questione è: i mercanti e gli artigiani dove hanno trovato i capitali per cominciare a commerciare e produrre in proprio? e i déracinés? e i cavalieri decaduti? Del capitalismo ormai si sa tutto, ma resta l’arcano” della capitalizzazione originaria. La conclusione a cui giunge Ferdinando Cionti è che la persistenza dell’arcano non è occasionale, ma dipende dalla risolutiva circostanza che il “capitalismo” è propriamente tale soltanto se, e Scaffale in quanto, il “capitale” (inteso come patrimonio monetario) non ne costituisce l’essenza, che sta invece nel “bene immateriale” nelle sue diverse forme. Un libro che si propone come contributo al dibattito sul capitalismo, mai tanto attuale come in questi tempi. Ferdinando Cionti. Nato a Maddaloni (Caserta), è avvocato a Milano dal 1960. Si occupa in particolare dei problemi giuridici riguardanti l’immagine, il marchio, la proprietà intellettuale in genere, ma interviene costantemente su questioni riguardanti la società, la politica, la civiltà. Ha pubblicato con Giuffrè i saggi: La funzione del marchio (1988); Segni distintivi della persona e segni distintivi della personalità (1994); Alle origini del diritto all’immagine (1998); La nascita del diritto sull’immagine (2000); La funzione propria del marchio (2004), e diversi articoli e saggi su riviste giuridiche. che vanno dalle pompe funebri alla produzione di mozzarella di bufala fino al calcio, riciclano milioni di euro e si arricchiscono col business dei rifiuti tossici e delle discariche abusive, allargando sempre più la loro influenza in Italia e nel mondo; e tutto questo in mezzo a delitti eccellenti, lupare bianche, sanguinose guerre fra clan. Attraverso documenti, atti giudiziari, testimonianze, cronache giornalistiche e una serrata ricostruzione storica l’autore compone con “L’impero” il primo racconto complessivo di un’agghiacciante realtà criminale che è diventata un vero cancro sociale. Rizzoli pp. 419 € 19,00 Dopo l’esplosione dello scandalo delle discariche in Campania e la sentenza d’appello del processo Spartacus, i Casalesi sono balzati alla ribalta della cronaca. Come nel caso dei Corleonesi in Sicilia, il clan più potente e sanguinario della camorra non viene dalla città ma dalla campagna: il paese di Gasai di Principe, in provincia di Caserta. E proprio un’alleanza organica con la mafia è all’origine del trionfo dei Casalesi, che incarnano lo spirito e i riti della vecchia camorra e insieme dimostrano una straordinaria capacità di adattarsi al presente. Fin dagli anni Ottanta hanno sviluppato un controllo paramilitare del territorio, esigono percentuali sulla vendita di droga, sulla prostituzione, sul gioco d’azzardo, esercitano estorsioni su ogni attività commerciale, si infiltrano in tutti gli appalti pubblici, governano gli investimenti immobiliari, diversificano le loro attività in settori Mariafrancesca Venturo La sindrome dello shopping Newton Compton pp. 288 €12,90 Il cliente ha sempre ragione...anche quando ha torto! Un pantalone “a mezzo sedere”, un maglione “a scorza d’albero”, un capo più “sghenzo” degli altri: quando si è alle prese con i desideri delle clienti di un negozio d’abbigliamento nessuna richiesta è troppo assurda e nessuna domanda troppo inverosimile. Così le signore “abbondanti” continuano a pretendere di entrare in una taglia 42, le maniache delle shopping non si accorgono che la carta di credito è ormai prosciugata mentre le commesse assistono imperterrite, sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Un negozio d’abbigliamento è un microcosmo dove chiunque può entrare, chiedere le cose più strane e dar voce ai desideri più improbabili. D’altronde si sa: il cliente ha sempre ragione… La sindrome dello shopping è uno stupidario della moda, un dizionario dei termini incredi- bili usati dalle clienti, una carrellata divertita e pungente sull’incredibile assurdità del genere umano. È un libro sui desideri, di donne in cerca di bellezza, di gente in cerca di una leggera e sincera felicità. Mariafrancesca Venturo vive a Roma. Ha conseguito la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo. Per mantenersi agli studi ha lavorato, come shop assistant; per sette anni in un negozio di abbigliamento. Un’esperienza dettata dalla necessità che ha però acceso in Mariafrancesca Venturo una vera e propria passione: fotografare con i suoi occhi le patite dello shopping. Ha studiato recitazione con Perla Peragallo e si è perfezionata in teatro rinascimentale. Ora è insegnante precaria in una scuola primaria statale. Ama suonare la chitarra e dirige un coro di bambini. Questo è il suo primo romanzo. Gigi Di Fiore L’ impero Traffici, storie e segreti dell’occulta e potente mafia dei Casalesi Rivista – Gennaio 2009 La Gigi Di Fiore ha lavorato a il Giornale diretto da Indro Montanelli come redattore del settore Interni alla fine degli anni ‘80. Attualmente è inviato speciale a Il Mattino di Napoli. 59 L’incontro di Giang Cretti A tu per tu con Nico Tanzi: comunicatore Non posso dire che la nostra sia una frequentazione antica: certo è che è consolidata negli anni. Malgrado ciò, qualche tentennamento l’ho avuto: come lo definisco? mi son chiesto. Giornalista, la risposta spontanea. Poi, comunicatore (chissà se gli garba) mi è sembrato circoscrivesse meglio il suo operare: che sfrutta la competenza del giornalista, ma non si limita ad informare. Pretesto per il nostro incontro: la presentazione del volume che - corredato da 5 dvd che ripercorrono la storia della TSI – è stato pubblicato in occasione del mezzo secolo di vita dell’emittente televisiva della Svizzera Italiana. Lui ne è il curatore È recidivo. Nico Tanzi un’analoga pubblicazione l’aveva curata per i quarant’anni della TSI. “Se non avessi avuto alle spalle quell’esperienza non ci sarei riuscito”. Lui, al pari di Marco Blaser, - che ha selezionato il materiale video raccolto con criteri tematici in 5 dvd (“12 ore distillate fra le oltre 50’000 conservate in archivio”) -, ha avuto pochi mesi, “praticamente 4, sacrificando non poche ore durante l’estate”, per mandare in tipografia quello che in nessun caso “ha la pretesa di rappresentare una storia della TSI”, Né, tantomeno, di “contenere il meglio di quanto l’emittente ha proposto al pubblico dal 1958 ad oggi”. Semmai, nel volume è proposto un modo per attraversarla questa storia, lungo “percorsi qua e là intersecatesi, attraverso i diversi generi”, frutto di scelte soggettive. Non è neppure una sorta di guida alla consultazione del materiale video (200 sono i programmi selezionati e montati in dosi necessariamente omeopatiche). “Scorrendo dalla prima all’ultima pagina, si ha il senso di un percorso cronologico. C’è infatti il susseguirsi di rapide schede dedicate ai programmi contenuti nei dvd, ma c’è anche una contestualizzazione storica, un riferimento ai generi televisivi”. Anche se non è stato questo il compito principale di Tanzi. Che è invece rappresentato dall’individuazione di una cinquantina di “macrocapitoli o capitoli monografici”, dedicati alle tappe fondamentali lungo le quali si snoda il cammino della TSI. In essi si approfondisce l’argomento dettato da un evento particolare: “la prima emissione del telegiornale da Comano”, ad esempio, piuttosto che i generi maggiormente praticati o i programmi che costituiscono delle pietre miliari nella storia della TSI, come potrebbero esserlo Un’ora per voi o Giochi senza frontiere. Anche in questo caso la scelta intende proporre “un percorso possibile” attraversando la storia della TSI, in cui Tanzi ha cercato di evidenziare “quegli aspetti che la rendono in qualche modo peculiare”. Si è sobbarcato un lavoro di ricerca non indifferente, leggendo tutto quanto era disponibile – si capisce come molto utile si sia rivelato il lavoro compiuto in occasione dei quarant’anni della TSI – e poi incontrando, ascoltando, parlando con i vari protagonisti. Molti di questi erano presenti già alle origini – è il caso per esempio di Marco Blaser che, come detto, ha curato la selezione video – altri sono arrivati dopo. Ciascuno ha contribuito a fornire una prospettiva storica al lavoro realizzato. È in questo modo che si evidenzia come la particolare fortuna di certi generi in determinati momenti della programmazione televisiva siano legati a fattori contingenti: verso al fine degli anni Sessanta, ad esempio, si impone la felice (dico io) stagione del cabaret, per riflesso del fermento che anima questa particolare forma di rappresentazione scenica, nella vicina Milano; più tardi, modifiche organizzative interne, con un approccio più rigoroso quasi scientifico ai programmi, si riverbererà sulla Nico Tanzi nato a Bari nel 1961, ha vissuto in diverse città fra il Mediterraneo e la Lombardia prima di trasferirsi una ventina d’anni fa nel Canton Ticino. Laureato in lettere con Rossana Bossaglia all’Università di Pavia (con una tesi sulla semiotica dell’arte), ha collaborato con numerosi quotidiani e periodici italiani e svizzeri. Si è occupato di fotografia, arte contemporanea, editoria, pubblicità, televisione, marketing. Da diversi anni si occupa di comunicazione aziendale presso la TSI. È autore fra l’altro di “Ritratto di famiglia con tivù” (storia fotografica della televisione svizzera) e “Dalla A a Zattoo. La comunicazione digitale in cento parole”. 60 Rivista – Gennaio 2009 La costruzione del palinsesto. Sono molti nel corso dei decenni gli elementi che concorrono a determinare i vari mutamenti in seno alla programmazione. Tanzi, con uno stile leggero “volutamente non cattedratico o accademico” – per quanto possibile accattivante e conciso, li fa emergere, attraverso una serie di aneddoti e di episodi significativi che forniscono una possibile chiave di lettura dell’evoluzione che si è andata via via definendo nel corso degli anni. Per giungere ad una stesura condensata, ha dovuto operare delle scelte, privilegiare taluni programmi a scapito di altri. Criterio principale: “privilegiare il passato rispetto al presente, perché mi è sembrato naturale rendere omaggio alla memoria”, con la consapevolezza di dover escludere molto e molti. Sapendo di dover selezionare “programmi e testimonianze il più possibile rappresentativi delle diverse epoche di realizzazione, e che dunque nel loro insieme rispecchiassero la continua evoluzione di stili e linguaggi televisivi”. In questo tragitto la cosa che lo ha sorpreso di più è “il cambiamento avvenuto negli ultimi 15 anni, che – più o meno con le risorse che 15 anni fa sarebbero state impiegate per produrre 6 ore di trasmissione – consente oggi di realizzare i programmi di due reti tv, di tre reti radiofoniche, di una sezione multimediale.”. Non è solo la conseguenza dell’utilizzo di nuove tecnologie. Sicuramente c’è maggiore oculatezza amministrativa. C’è, però anche, un nuovo approccio alle modalità di produzione, in cui emerge la capacità di finalizzare al meglio le risorse. Insomma se non è venuta meno la qualità possiamo dire che è aumentata la professionalità? Concorda Il tempo del tuo mondo Cinquant’anni di TSI Mezzo secolo di televisione nella Svizzera italiana raccolti in un libro e 5 DVD In occasione del 50° anniversario dall’avvio della fase sperimentale dei programmi televisivi svizzeri in lingua italiana, avvenuto a Zurigo il 18 giugno 1958, uno dei sette “pionieri” di allora, Marco Blaser – in seguito direttore dell’azienda radiotelevisiva – ha compiuto su incarico dell’attuale Direzione RTSI un lungo, attento lavoro di selezione negli archivi video di Comano. Il risultato è una raccolta di oltre 12 ore di immagini, racchiuse in 5 DVD interattivi, che rappresentano un percorso originale attraverso Rivista – Gennaio 2009 La Nico Tanzi, precisando che “cruciale è il passaggio dalla fase pionieristica - in cui la professionalità naturalmente non esisteva e bisognava inventarsela, e molto era affidato alla creatività e all’inventiva – alla fase odierna in cui, per certi versi, tutto segue percorsi maggiormente definiti”. Quindi, oltre che di professionalità, oggi si potrebbe parlare di specializzazione. Ora che il volume e i DVD sono stati presentati alla stampa, Tanzi si ritiene soddisfatto. I riscontri sono positivi, il che non guasta. Quel che più conta: ha collezionato un’esperienza che, per quanto faticosa, si è rivelata una sfida gratificante. In fin dei conti, ripercorrendo la storia di un’emittente televisiva, è tornato a viaggiare nella Storia. Per chiudere: chi volesse visionare i materiali video, insieme alle versioni integrali di una dozzina dei 200 programmi ‘antologizzati’, può visitare il sito www.rtsi.ch/50anni. mezzo secolo di TSI. Le immagini sono disponibili anche sul sito Internet della RTSI, insieme a molte ore di programma in versione integrale, all’indirizzo www.rtsi.ch/50anni. I DVD sono allegati a un volume, curato da Nico Tanzi, che rappresenta una guida alla consultazione dei materiali video ma anche uno strumento utile per individuare alcune delle pagine fondamentali nella storia della nostra tv. Il tempo del tuo mondo. Cinquant’anni di TSI – questo il titolo della pubblicazione che contiene dodici ore di materiali filmati e un centinaio di pagine stampate – non ha la pretesa di rappresentare una “storia della TSI”, né tantomeno di contenere il meglio di quanto l’emittente ha proposto al suo pubblico dal 1958 ad oggi. Si tratta piuttosto di una rievocazione, che suggerisce una serie di percorsi attraverso i diversi generi che costituiscono l’insieme della programmazione tv. Il complesso lavoro di selezione ha portato a raccogliere brevi estratti – cinque o sei minuti al massimo – di circa duecento produzioni televisive di ogni genere, che sono stati suddivisi in cinque dvd secondo criteri tematici: informazione e sport; spettacolo; programmi per bambini e per la famiglia; teatro, fiction e “fuori schema”; incontri e musica classica; documenti e inchieste. Brevi schede descrittive di tutte le produzioni contenute nei dvd, organizzate in ordine cronologico, costituiscono il filo conduttore del libro, che propone – simbolicamente – cinquanta capitoli monografici dedicati alle tappe più importanti nel cammino della TSI, ai generi maggiormente praticati, e ad alcuni dei programmi che hanno fatto la storia della rete. 61 Ernst & Young, il vostro partner competente per: Assurance Tax Legal Transactions Advisory www.ey.com/ch di Jean de la Mulière Australia di Baz Luhrmann Australia, 1939. Sarah Ashley, un’aristocratica inglese, lascia Londra alla volta di Darwin (Australia), decisa a ricondurre a casa e al talamo coniugale il proprio consorte. Scortata da un mandriano brusco e attaccabrighe alla tenuta di Faraway Downs, Sarah scopre con sgomento la morte di Lord Ashley e la crisi in cui versa il ranch. L’incontro con una terra orgogliosa e selvaggia e l’affetto per Nullah, un orfano nato da madre aborigena e padre inglese, la convincono a restare e a risollevare le sorti della proprietà. Il cinema di Baz Luhrmann è musica per gli occhi. Senza essere propriamente un musical, accade anche in Australia che i personaggi parlino con una canzone. Over the Rainbow è intonata dalla Lady Sarah della Kidman, indugia sulle labbra di Nullah, suona nell’armonica di un contabile finalmente sobrio, esplode nel cuore del mandriano di Jackman. L’aria più celebre del Mago di Oz è il fil rouge di un kolossal in cui nulla è ritenuto più importante dell’amore. Nel meraviglioso Changeling di Clint Eastwood Los Angeles, marzo 1928. Christine Collins, una madre nubile, saluta il figlioletto Walter e si incammina verso la società telefonica, dove lavora come centralinista. Al ritorno si trova davanti al peggior incubo di qualunque genitore: la scomparsa del figlio. Le lunghe ed estenuanti ricerche del piccolo non portano a nulla, finché, cinque mesi dopo, un bambino che afferma di essere Walter viene riconsegnato alla polizia, che cerca di sfruttare il clamore che seguirà al ricongiungimento della madre col figlio per mettersi in belal mostra di fronte ai cittadini. Stordita dalla confusione, Christine si porta a casa il ragazzo pur sapendo, che quel bambino non è Walter. Nei vari tentativi per convincere la polizia a riprendere le ricerche del figlio, Christine si rende conto che, nella Los Angeles dell‘era del proibizionismo, le donne non sfidano il sistema e si limitano a raccontare la loro storia. Changeling narra la storia di una donna della classe operaia Slumdog Millionaire di Danny Boyle Jamal è arrivato alla tappa finale del più celebre format televisivo al mondo: Chi vuol essere milionario?. Nel suo paese, l’India, questo equivale a portarsi a casa 20 milioni di rupie. Ma perché quella faccia attonita, quella capacità di rispondere alle domande più difficili per poi farsi aiutare per quelle più banali? Perché sembra non importargli apparentemente nulla della vittoria finale, ma si mostra scaltro al punto tale da dribblare astutamente un suggerimento sbagliato? Le stesse domande se le pone pure la polizia, che lo arresta accusandolo di avere imbrogliato. Jamal così è costretto a spiegare nei dettagli come mai conosce determinate risposte, e noi con lui iniziamo un avventuroso viaggio alla riscoperta della sua vita e di un’India nascosta. Cosa c’è dietro una vittoria? Se lo chiede Danny Boyle, raccontando una storia d’amore e di riscatto. L’India dei contrasti è anche l’India dei colori, con la musicalità della sua sofferenza e i Rivista – Gennaio 2009 La Sequenze mondo di Oz, collocato nel cuore dell’Australia, si realizza l’estremismo emotivo, l’eccesso formale e il gigantismo espressivo di un melodramma epico prossimo a Via col vento. Mentre sulla superficie dello schermo si agita una storia tutta cinematografica, in sottofondo si denuncia lo scandalo delle “generazioni rubate”, un piano governativo del Commonwealth per assimilare gli indigeni nella dominante comunità bianca. Dietro ai mulini a vento, l’autore australiano “protegge” e rivela i bambini sottratti alle famiglie e consegnati a istituzioni assistenziali religiose per “sbiancarne” la cultura. Baz Luhrmann esplora la sua terra con sentimento smisurato, smascherando i colonizzatori inglesi che “epurarono il nero” e annullarono il tempo del Sogno degli antenati. Uomini magici che facevano esistere il mondo cantandolo. e della sua lotta per ritrovare il figlio, tra mille difficoltà insormontabili. Una storia, apprendiamo dalle note di produzione, che era “destinata a cadere nell’oblio fino a quando un ex giornalista venne casualmente a conoscenza dei fatti e decise di riesumare l’incredibile vicenda della donna”. Christine Collins era davvero dotata di uno spirito irriducibile e di una forte volontà di non arrendersi, e, in quegli anni, mise in ginocchio un intero distretto di polizia corrotto, introducendo una nuova era di dignità e di uguaglianza nel rispetto della legge. Eastwood si conferma capace di poter ancora rappresentare una narrazione a tutto tondo, rispolverando lo stile classico hollywoodiano degli anni d’oro. Lo spettatore si trova come immerso nella narrazione e trascinato dagli eventi a tal punto da dimenticare che il film duri quasi due ore e mezzo. volti di giovani uomini senza speranza che si fondono grazie al profondo rispetto con cui Boyle si avvicina al dolore. Il suo giovane protagonista Jamal accetta di mettersi in gioco, cerca la vittoria e trova l’amore o viceversa, non è infatti questo il cuore di una pellicola che di cuore ne ha da vendere. Il format mondiale ‘Chi vuol esser milionario’, palcoscenico su cui si muove il protagonista, è il pretesto per affrontare il tema del riscatto morale, ma anche di quello sociale. Incredibile mix di suggestioni che vengono da lontano il cinema di Boyle pesca a piene mani dal nostro cinema antico, quello dei Visconti e dei De Sica, a quelle emozioni che vengono dalla strada e che trovano nelle atmosfere indiane una nuova linfa, che se viene dal dolore arriva all’anima in maniera inesorabile. 63 Zurigo Zurigo – Italia Tre voli settimanali per Brindisi, Lamezia Terme e Catania, due voli per Palermo Brindisi Lamezia Terme Palermo Catania Godetevi il vostro volo nonstop con Helvetic Airways in un ambiente personale. Vi portiamo dalla Svizzera alla vostra destinazione senza scalo. Prenotate su www.helvetic.com o al 043 557 90 99. di Marco Diorio Non sembra vero che Fiorella Mannoia non canti un brano inedito da sette anni a questa parte; non sembra vero perché sulla scena negli ultimi anni ci è sempre stata, vuoi per un tour e un disco dal vivo con Ron, De Gregori e Pino Daniele, vuoi per la pubblicazione di una raccolta o vuoi per un disco di musiche brasiliane. Il movimento del dare è un disco che di Fiorella Mannoia Il movimento del dare (Sony BMG) per sé potrebbe insomma suonare come una sorta di compilation. una raccolta di dieci brani, di otto autori, con i conseguenti arrangiamenti. E invece no: è un disco che si ascolta tutto assieme, di filato e di ritorno, senza avvertire scalini o incongruenze - e il merito, “il motivo”, è appunto di chi lo canta. Un album sedimentato nel tempo, solido, dove è la classica canzone d’autore ad avere la meglio. Dopo sedici anni dall’ultimo album in studio, dopo essere diventati “la più grande party band di sempre”, un’icona gay e lesbica, il simbolo della spensieratezza musicale, i B 52’s si ripresentano al pubblico. Su una base di chitarre sixties e ritmi semplici e serrati si snodano le perfette armonie vocali da deviant cheerleaders di Kate Pierson e Cindy Wilson, mentre l’improbabile frontman Fred Schneider spara con voce declamante delle cose più o meno assurde e randomiche. Queste di Funplex sono canzoni ottime per la radio e ovviamente per le feste, a patto di dimenticare che sono passati trent’anni dai veri fasti di questa band e che chi le suona e le canta ha ormai dato tutto ciò che poteva al rock. E non è stato poco. Tredici brani mordenti, vividi ben strutturati e ben suonati dal trombettista campano e dai suoi compagni di ventura, tutti musicisti provetti e di comprovata bravura. Le tracce dondolano tra tessiture irregolari impreziosite dall’elettronica – il grintoso e filmico brano che apre il lavoro è meramente indicativo - e sonorità a tratti ovattate. L’inizio, come detto, è grintoso e l’uso dell’elettronica sempre e ancor di più dominante, i riferimenti sono tanti, ma non importa perché Aquino mostra subito carattere e originalità. Sopra le nuvole è senza dubbio alcuno un lavoro valido, vario, e di qualità: il classico esordio promettente. La palla adesso torna al suo autore; migliorare ancora vorrà dire ritagliarsi un bello spazio nel mondo della musica. B 52’s Funplex (EMI) Luca Aquino - Sopra le nuvole (Emarcy) Giusy Ferreri non è una meteora. No, non è stato il fenomeno di una calda estate. Ma è un autentico talento made in Italy. Una che sa cantare in maniera decisamente particolare e che sa pure comporre musica come si deve. Questo disco, anima pop con sonorità variopinte e arrangiamenti internazionali, ha le potenzialità per conquistare anche il mercato estero. Giusy Ferreri Gaetana (Sony BMG) Nel volgere delle cinque tracce racchiuse in Since Always la musa della sognante psichedelia slow-core offre ampia quanto concisa rassegna dello spettro musicale attualmente di suo interesse, non solo enfatizzando le torsioni lo-fi di psichedelia casalinga degna dei migliori Charalambides, ma lambendo istantanee ambientali e altresì ripercorrendo su più Jessica Bailiff Since Always (Distant Noise) Rivista – Gennaio 2009 La Diapason La Ferreri pare aver messo insieme un disco alquanto vario e molto libero nella sua composizione, un LP speciale, per un’artista che appare diversa da tanti altri e che riesce a donarci dei brani su cui possiamo senza dubbio rispecchiarci. l disco lo si lascia lì un po’, quasi a decantare, quasi a prendere fiato, aria. È un album corposo che ha degli alti e bassi, molto pop e a tratti forse un po’ troppo malinconico. recenti e aggraziate derive acustiche. Su tutto, la voce incredibilmente angelica di Jessica, un’artista che ormai da un decennio sta producendo ottima musica compensando la sua scrittura semplice e non particolarmente raffinata, non la si vuole assolutamente spacciare per un Will Oldham al femminile, con un gusto per la sperimentazione e per lo studio sul suono davvero di alto livello. Un disco davvero molto interessante. 65 Y Quando la musica fa politica es we can… La musica non è esclusivamente evasione o espressione artistico-creativa con il solo scopo dell’intrattenimento. Si fa musica anche per trasmettere idee e ideali e nella storia non sono mancati esempi di musicisti con un forte impegno sociale. Si può partire da Georges Moustaki. Basterebbe la canzone più famosa, “Lo straniero”, cantata anche in italiano, per dare il senso di una dimensione bohémienne, vagabonda, randagia, anticonformista e libera, che ritroviamo negli chansonniers. Si può passare per Yves Montand, che recita nel film Barack Obama è il 44° presidente degli Stati Uniti, “Yes we can” è stato il suo slogan ed anche un cd e che disco. “Yes we can: voices of a grassroots movement”. 66 di Costa Gavras “Zeta, l’orgia del potere”, che parla del periodo che precedette la salita al potere dei Colonnelli. C’è nei musicisti anche un evidente elemento politico, di osservazione e di critica delle persone, della società e delle autorità, sempre espresso con lo stile poetico. Per poi arrivare a “Le gorille”, di Georges Brassens, in cui una divertente situazione permette all’autore di descrivere l’atmosfera di luogo, per arrivare all’apice con l’attacco alla pena capitale, al tempo ancora in vigore. Quando la musica fa politica… Oggi, sia sulla scena italiana che su quella internazionale, sono presenti molti artisti impegnati in cause umanitarie: dalle battaglie per i diritti civili alle lotte di liberazione. Un rapporto antico quello fra musica e politica, basti pensare a ciò che ha significato l’opera di Giuseppe Verdi durante il Risorgimento italiano. Un rapporto antico che tocca questioni delicate e apre dibattiti accesi. I musicisti sono infatti stati spesso “usati” a scopi politici, diventando simboli di cause a loro estranee; a volte, viceversa, si sono serviti di nobili ideali al solo scopo di incrementare la popolarità e la vendita dei propri dischi. Fondamentale nella musica odierna è stata la musica afroamericana: vero veicolo di comunicazione, di denuncia e diffusione di idee per il movimento di emancipazione della gente. Il blues, il soul, il funky, il reggae, il jazz, l’hip hop e le altre dimensioni musicali derivanti dalla cultura “africana” sono stati veicoli importanti non solo per la trasmissione di un messaggio, ma anche per la creazione di un’identità e per l’espressione di un orgoglio lacerato da secoli di schiavitù, colonialismo e discriminazioni. Linton Kwesi Johnson, artista di origine giamaicana cresciuto a Londra negli anni Sessanta e Settanta, poeta e musicista di cultura socialista, non solo rende omaggio ai lavoratori ma si schiera apertamente dalla loro parte. Linton racconta, del periodo in cui militò nelle Black Panther: “All’interno delle Pantere Nere organizzammo un laboratorio di poesia. Cominciai recitando le mie poesie da solo, poi mi unii ad alcuni percussionisti chiamati Rasta Love. A volte ci esibivamo anche con un bassista o un sassofonista”. Il rock… …urla forte. E stavolta scende in campo armato di chitarre e altoparlanti in nome di Barack Obama. Un’incredibile schiera di musicisti - da mostri sacri come Bruce Springsteen e Bob Dylan a giovani band come Death Cab for Cutie o Fall Out Boy - come non succedeva forse da oltre quarant’anni. Da quando la guerra in Vietnam, le segregazioni razziali o la lotta per i diritti civili infuocavano i cuori dei giovani in cammino per le strade d’America. Obama, quarantasei anni, un passato da studente modello di Harvard, da professore univerisitario e senatore dell’Illinois e un presente ambizioso come presidente degli Stati Uniti, non è cresciuto con quei miti musicali che ora lo supportano. Ama Springsteen e Dylan, certo. Ma ai canti di protesta di The Times They Are a-Changin’, preferisce le canzoni d’amore di Blood on the tracks del 1975. Per lui, trasferitosi a New York nei primi anni Ottanta per cominciare la sua carriera, la musica dei primi anni è stata quella del pragmatismo e dell’attivismo politico più recente. Dagli anni di No Nukes a quelli del Live Aid. Forse anche per questo, dopo la decisione di candidarsi per il Partito Democra- Rivista – Gennaio 2009 La tico, sono stati in tanti a rispondere alla sua voglia di cambiamento. Uno schieramento di musicisti senza precedenti nella storia della politica americana. In grado di mobilitare generazioni, di scatenare una passione trasversale, e con lo scopo di infiammare animi di ogni età. Perché, per dirla con le parole di Billie Joe Armstrong dei Green Day: “Obama ispira le persone, ed è proprio quello che al popolo americano manca da troppo tempo”. Schierati Sua Maestà Dylan in tutta la sua carriera non si è mai schierato apertamente per un candidato politico, negando il proprio appoggio anche quando gli attivisti degli anni Sessanta fecero di tutto per ottenere la sua approvazione, ha rotto il ghiaccio solo per Obama. A giugno, al Times di Londra, ha dichiarato: “Gli Stati Uniti sono in uno stato di sommovimento. La povertà è demoralizzante. Ma Barack Obama sta ridefinendo la natura della politica dal basso, sta ridefinendo quello che un uomo politico può essere. Spero proprio che con lui le cose cambieranno. Qualcosa dovrà pure cambiare”. La musica quindi per la prima volta in modo così compatto dagli anni Sessanta, si è mobilitata perché gli americani andassero al voto. E perché quel voto andasse a Barack Obama. Oggi che il nuovo Presidente Usa ha il suo volto, è interessante leggere le dichiarazioni sui siti dei musicisti più coinvolti: Pearl Jam. Eddie Vedder e compagni non hanno perso occasione per dire la loro a proposito della famiglia Bush. “Sono la cosa più imbarazzante dell’essere americano”. Sheryl Crow: “Sono orgogliosa di tifare per Obama. L’ho osservato attentamente e posso dire che è l’unico a parlare degli stessi ideali su cui si fonda da sempre lo spirito americano più puro”. R.E.M. “Ogni giorno che passa, ogni volta che lo sento parlare, sono sempre più convinto che sia il politico migliore per qualità e stabilità. Sono fermamente certo dell’idea che sia davvero diverso”, ha dichiarato Michael Stipe. E tanto per non contraddirsi ha perfino creato un set di t-shirts con la scritta “Obama” che sfoggia a ogni concerto. Jay-Z. Durante il uso ultimo tour, JayZ ha scelto addirittura di mostrare a ogni concerto una foto di Obama dal palco, gridando: “Siete pronti per il cambiamento?” Barack ha ricambiato raccontando che il rapper non manca mai nella scaletta del suo iPod. Rivista – Gennaio 2009 La Will. I.am. Lui ha addirittura creato un video, Yes we can, sullo slogan preferito di Barak, visto 16 milioni di volte su YouTube. “Quello slogan mi ispirò come poche cose prima. Perché Obama ha la capacità di mettere le persone in relazione tra loro. E questa è la sostanziale differenza tra un semplice politico e un vero leader!“ Musica ribelle La campagna politica americana è giunta al termine. Barack Obama è il 44° presidente degli Stati Uniti, “Yes we can” è stato il suo slogan ed anche un cd e che disco. “Yes we can: voices of a grassroots movement”. Prendendo spunto dallo slogan elettorale, vede la partecipazione di alcuni fra i nomi più noti della scena musicale: Kanye West, John Legend, Sheryl Crow, Stevie Wonder, Scarlett Johansson. Il video, rigorosamente in bianco e nero con alcune eccezioni per i colori della bandiera a stelle e strisce probabilmente ideato per meglio definire il messaggio, è stato ideato da Will.i.am dei Black Eyed Peas e da Jesse Dylan. Scarlett Johansson, John Legend, Herbie Hancock, Common, Kareem Abdul Jabbar, Tatyana Ali e Nick Cannon cantano lo slogan del senatore: Yes we can… I have a dream… Il cd è acquistabile dal sito www.barackobama.com ad un costo di 24,99 dollari in versione digitale, 30 dollari per la versione in stampa cd. Cantanti, musicisti e cantautori sovente sono diventati fondamentali veicoli di trasmissione di valori e messaggi politici. Anche questa volta ci sono riusciti. Ma che musica, che musica, che musica… ribelle! I R.E.M. schierati per Obama: “Ogni giorno che passa, ogni volta che lo sento parlare, sono sempre più convinto che sia il politico migliore per qualità e stabilità. Sono fermamente certo dell’idea c he sia davvero diverso”, ha dichiarato Michael Stipe. 67 B Malgrado la crisi dei consumi e l’aumento del costo della vita ollicine da record Con una nuova performance, il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene dimostra che il consumatore non lo considera solamente un vino per le Feste Per il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene il 2008 è stata un’annata di conferma, nonostante un clima generale di forte crisi. Dopo anni davvero “esplosivi”, che tra il 2003 e il 2007 hanno visto una crescita annua media dell’11% fino a toccare, nel 2007, il + 15%, anche il 2008 sarà nel complesso un anno positivo. La denominazione ha infatti mantenuto il proprio valore nonostante una crescente competizione e un momento congiunturale decisamente difficile. È quanto emerso durante la presentazione del Centro Studi di Distretto Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, svolta presso la sede del Consorzio di Tutela e organizzata con il sostegno della Camera di Commercio di Treviso, cofinanziatrice del Centro Studi. Durante l’evento sono intervenuti in apertura il Vice Governatore della Regione Veneto Franco Manzato, l’Assessore all’Economia Vendemmiano Sartor e il Presidente della Camera di Commercio di Treviso Federico Tessari. Nonostante un clima generale di crisi che, come evidenziato da Giancarlo Gramatica di IRI Infoscan, vede un calo del PIL dello 0,2% e dei consumi dello 0,6%, a fronte di un aumento del costo della vita del 3,5%, la denominazione conferma la sua tenuta sul mercato. Merito della capacità di una denominazione di sapersi distinguere in qualità e valore nel mondo del Prosecco, grazie alle caratteristiche intrinseche del prodotto, ma anche a un rapporto qualità prezzo eccellente, che permette di poter stappare una buona bottiglia di Prosecco di Conegliano Valdobbiadene non solo per celebrare un evento importante ma anche per brindare ad ogni momento piacevole. Tenuta del valore e destagionalizzazione, le risposte alla crisi Come evidenziato da Gramatica, oggi una bottiglia di Prosecco di Coneglia68 no Valdobbiadene ha infatti un valore doppio rispetto al prodotto non a denominazione, e si attesta su circa 6,17 euro a bottiglia contro i 3,8 dell’IGT. E l’elemento più interessante è la destagionalizzazione dei consumi di questo spumante, fenomeno davvero unico. Nonostante il Natale e le Festività di fine d’anno, per il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene il mese di dicembre vale “solo” il doppio degli altri mesi dell’anno. Infatti, se per altri spumanti il mese di dicembre e gennaio rappresentano il 60% delle vendite, per il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene questi due mesi valgono il 27% e l’andamento delle vendite si mantiene più o meno costante durante l’anno. E proprio lo spumante risulta la tipologia più rappresentativa, con una crescita annua del 12,3% tra il 2003 e il 2007, come spiegato da Vasco Boatto, curatore del Centro Studi di Distretto. L’export? Un lavoro di squadra dove c’è posto per tutti In crescita è anche l’export, aumentato per lo spumante del 15,9% tra il 2003 e il 2007, e caratterizzato sempre più dalla diversificazione sui mercati. Oggi il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene è esportato in oltre 40 paesi e uno dei punti di forza della denominazione è la capacità, da parte delle aziende, di adottare strategie complementari. I produttori più grandi sono infatti riusciti a riconquistare mercati storici, prima fra tutti la Germania, cresciuta nell’ultimo anno per consumo di spumante di ben il 21,2%. Le aziende di medie e piccole dimensioni, invece, stanno diversificando l’investimento su più mercati.. Il Distretto in questo senso, come affermato da Mario Volpe, docente dell’Università degli Studi di Venezia Ca’ Foscari, è capace di rafforzare ulteriormente la denominazione. È infatti lo strumento di eccellenza che rende il territorio capace di vincere sfide difficili, poiché riunisce sia la filiera produttiva che gli altri soggetti del territorio. Rivista – Gennaio 2009 La Il futuro? Verso la DOCG Se il bilancio è positivo, Giancarlo Vettorello, Direttore del Consorzio di Tutela, ha evidenziato che è comunque necessario uno sguardo attento al futuro, soprattutto in un momento di grandi cambiamenti come l’attuale. Riserva del nome e modifica del Disciplinare sono i punti più importanti in uno scenario che cambia. Per questo il Consorzio di Tutela ha deciso di avviare una strategia capace di consolidare Conegliano Valdobbiadene come elemento qualitativo differenziale. Per raggiungere l’obiettivo, è stata anzitutto voluta la modifica del disciplinare, che dal prossimo anno porterà in primo piano il nome di territorio, accompagnato dall’aggettivo“Superiore”. Ma non basta. È necessario, infatti, aiutare il mercato ad orientarsi e per questo il Consorzio di Tutela ha intrapreso più di un anno fa uno studio di marketing. Dal prossimo anno verrà quindi avviato un piano triennale, capace di orientare il consumatore, in Italia e all’Estero, permettendogli di individuare e scegliere il prodotto dell’area storica di Conegliano e Valdobbiadene. E uno degli strumenti più preziosi per fare conoscere l’unicità del territorio sarà il turismo, come ALLA CONQUISTA DELLA SVIZZERA Presentata alla stampa elvetica a Zurigo la campagna promozionale di tre grandi prodotti italiani: il formaggio Asiago, lo Speck Alto Adige ed i vini DOC dell’Alto Adige per tre anni insieme per farsi conoscere meglio Una giornata tersa e una splendida vista sulla città hanno accolto a Zurigo, al Ristorante Rigiblick, tre grandi prodotti alimentari italiani per una presentazione comune, con degustazione, alla stampa elvetica. Una stella Michelin e membri dei Jeunes Restaurateurs d’Europe, Lucia e Felix Episser hanno utilizzato il formaggio Asiago e lo Speck Alto Adige in cucina, interpretando portate dove la qualità assoluta degli ingredienti impiegati e la raffinatezza delle preparazioni non hanno lasciato spazio a compromessi. Tutta la giornata è stata resa più piacevole dall’abbinamento con una selezione di vini DOC altoatesini, che hanno accompagnato con la sobria decisione che li caratterizza ogni momento della presentazione della Rivista – Gennaio 2009 La segnalato da Mara Manente, Direttore del Ciset. In provincia di Treviso, infatti, il comparto è rappresentato per il 40% dagli stranieri e cresce con un trend del 3% annuo come presenze e del 5% come permanenza media sul territorio, arrivata ora a 2,6 giorni. L’area di Conegliano Valdobbiadene ha caratteristiche uniche, tanto che, proprio durante la presentazione del Centro Studi di Distretto, il Direttore del Consorzio di Tutela Giancarlo Vettorello ha anticipato che presto il territorio inizierà l’iter per la richiesta di riconoscimento a Patrimonio Unesco. Dal primo sopralluogo informale da parte degli ispettori, infatti, è emerso che le colline di Conegliano Valdobbiadene hanno tutti i requisiti per ottenere questo riconoscimento, laddove in Italia non esiste ancora un luogo che l’Unesco abbia ritenuto patrimonio grazie alla vitivinicoltura. Una bella sfida che i produttori di Conegliano Valdobbiadene hanno accettato con entusiasmo… e ci auguriamo che riescano a vincerla. campagna promozionale triennale dei tre prodotti in terra elvetica, realizzata congiuntamente dai rispettivi Consorzi di Tutela grazie al contributo dell’Unione Europea e del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. I direttori del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Antonio Pozzan, del Consorzio Tutela dello Speck Alto Adige, Franz Mitterutzner e dell’Azienda Speciale “Eos” della Camera di Commercio di Bolzano, Paul Zandanel, in rappresentanza dei vini altoatesini, hanno illustrato ai numerosi giornalisti convenuti la storia, le caratteristiche produttive e sensoriali dei prodotti italiani, tutelati rispettivamente dalle discipline DOP, IGP e DOC. Particolare apprezzamento è stato rivolto proprio all’appartenenza di queste grandi produzioni alimentari tradizionali ai sistemi di protezione e controllo delle denominazioni d’origine e delle indicazioni geografiche, che garantiscono al consumatore una qualità dei cibi priva di sfumature e la completa tracciabilità della filiera di produzione e di distribuzione. I direttori del Consorzio Tutela dello Speck Alto Adige, Franz Mitterutzner, del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Antonio Pozzan, e dell’Azienda Speciale “Eos” della Camera di Commercio di Bolzano, Paul Zandanel, in rappresentanza dei vini altoatesini. 69 Convivio di Domenico Cosentino Attenti alla Mela! Dove si racconta di come, il viaggiatore goloso, invitato ad una degustazione di Formaggi di Malga, si è trovato a mangiare una gustosa torta di mele Innestò la retromarcia, fece scivolare lentamente l’auto fin dove aveva intravisto la tabella scritta a colori su bianco e con tanto di freccia. 70 È stato per caso (forse per errore o disattenzione) che il viaggiatore goloso si è trovato a percorrere, la così detta, “Strada delle Mele” della Valbelluna. Era appena rientrato dalla Sicilia e nella sua posta aveva trovato un invito da parte della Condotta Slow Food veneta a partecipare ad una degustazione di formaggi di Malga. Col termine Malga, sui colli dolomitici, si fa riferimento alla pratica dell’alpeggio che comprende fabbricati, terreni, strumenti e animali che sono parte della storia di questo territorio, che sopravvive nel formaggio a pasta semicotto, realizzato in pochissime malghe ancora attive. Malghe, che secondo l’invito, il viaggiatore goloso avrebbe trovato, percorrendo la “Strada dei Formaggi”, dove i casari sono residenti e in quegli altopiani producono i loro formaggi esclusivamente con latte di malga proveniente da mucche di razza bruno-alpina e pezzata rossa. Sarà stato per l’invito poco chiaro, la segnaletica stradale non esatta o per la poca concentrazione del guidatore, non si sa. Certo è che il viaggiatore goloso, in una fredda, ma splendida mattina d’inizio dicembre, senza volerlo, si è trovato a viaggiare sulla “Strada delle Mele” anziché sulla “Strada dei Formaggi”. Ricorda che partito da casa, andava in auto su per le strade tortuose delle Dolomiti. Guidava non velocemente, con calma, tanto da rendere innocue le distrazioni (O almeno così credeva il viaggiatore goloso!) nelle quali frequentemente cadeva. E appunto la moderata velocità e il piacere di osservare attorno e godere – mentre guidava – dello splendido panorama delle soleggiate Dolomiti, diedero, al viaggiatore goloso, il modo – ad una svolta – d’intravedere la scritta: “Vendita Mele Produzione No- stra”. Il viaggiatore goloso, incuriosito, fermò l’auto, innestò la retromarcia, fece scivolare lentamente l’auto fin dove aveva intravisto la tabella scritta a colori su bianco e con tanto di freccia che indicava un caseggiato distante circa cinquecento metri, fece una breve manovra e entrò in una stradina non asfaltata. Raggiunto uno spiazzo ghiaioso, si trovò di fronte ad un capannone in cemento con delle finestre strette, oblunghe e un portone scorrevole, ma chiuso. Alla sua sinistra notò una piantagione di mele che dall’altopiano scendeva fino al fondovalle. Il viaggiatore goloso si guardò attorno e, non vedendo anima viva, stette un po’ indeciso: se tornare indietro e cercare la “Strada dei Formaggi” o scendere dall’auto e fare conoscenza con il proprietario delle mele. Vinse la curiosità: scese dall’automobile, la chiuse a chiave, si avviò verso la piantagione e, tra le piante, intravide due persone: un uomo e una donna raccoglievano le ultime mele ancora sugli alberi. Più che formaggi, mele Il viaggiatore goloso si fermò sul bordo della piantagione e, dopo aver salutato chiese:“Mi scusi, cercavo la Strada dei formaggi, potrebbe aiutarmi?” “Più che malghe e formaggi, su questa strada, troverà diverse piantagioni di mele. Dunque si potrebbe chiamare Strada delle mele, ma non si chiama neanche così – rispose l’uomo sorridendo e un po’ ironico. Poi si è presentato:”Mi chiamo Luciano Curti e sono il proprietario di questa piccola azienda ortofrutticola. Forse lei ha sbagliato strada! Forse dovrebbe ridiscendere a fondovalle e prendere la strada che porta sull’altro versante della montagna, concluse il sig. Curti, uomo alto, sano, robusto e simpatico. “Allora qui vendete solo mele?”- chiese ancora il goloso. “Qui, coltiviamo, selezioniamo e vendiamo anche mele”, rispose l’uomo, volendo precisare, ma sempre in tono garbato. “E possono comprare tutti, anch’io?” - “Certamente! Vendiamo all’ingrosso e al dettaglio, venga”, concluse invitando il viaggiatore goloso a seguirlo fino al casermone. L’uomo robusto aprì il portone scorrevole e fece entrare il goloso. L’ambiente interno dell’edificio era spazioso, pulito ed arredato con semplicità. Nell’aria c’era un gradevole e delizioso profumo di mele. Il viaggiatore goloso fece un profondo respiro! Poi guardò attorno: in fondo alla parete di fronte all’ingresso giacevano, accatastati uno sull’altro, dei grandi contenitori in plastica di color verde colmi di mele. Sulla sinistra: delle Rivista – Gennaio 2009 La cassette di legno, in fila, una accanto all’altra anch’esse piene di mele di diversa qualità e colore. E su ogni cassetta un cartoncino con il nome della mela: Golden, Fusy, Royal Gala, Delice rossa, Renetta canadese. “Le mele nei grandi contenitori sono quelle che vendiamo all’ingrosso – spiegò il sig. Curti al goloso – Queste esposte nelle piccole cassette vengono vendute giornalmente al dettaglio, al consumatore. Posso offrirle una mela? Assaggi quanto è buona!- aggiunse ancora, porgendo al viaggiatore goloso una Delice rossa. Bella, grossa e lucida, sembrava levigata, quella mela ricevuta. Il goloso l’addentò e inizio a mangiarla. E mentre masticava lentamente e deglutiva, facendo passare i bocconcini di quel frutto così completo, dalla bocca all’esofago, ha dovuto ammettere che oltre ad essere grossa, bella e lucida, quella mela era anche molto buona, dolce, croccante e succosa. Il viaggiatore goloso, senza accorgersene, deve aver espresso, ad alta voce, la propria opinione riguardo le qualità della mela. Altrimenti non si spiega perché, il sig. Curti, che gli stava accanto abbia subito detto: “Sì, ha ragione. Non c’è nessun frutto al mondo completo ed essenziale quanto la mela. È il frutto dal volto umano. È bella, lucida, può essere dolce o acidula, croccante e succosa. È ottima, e fa bene alla salute, sia cruda che cotta, ma è un frutto che, ahimé gode di cattiva letteratura”, concluse il sig. Curti, lasciando il viaggiatore goloso, pieno di stupore. Attenti alla mela! È buona, dolce, succosa, ma molto pericolosa Preso in contropiede e al quanto sorpreso di quanto appena ascoltato, il viaggiatore goloso chiese al simpatico sig. Curti cosa mai le avesse fatto di male la mela. “A me non ha fatto nulla di male. Io ci campo con le mele, ma guarda caso, sono anche un collezionista. Uno che raccoglie e conserva foto e articoli di fatti di cronaca. E, a proposito della mela, ne ho una collezione”, fu la risposta. Poi, condusse il viaggiatore goloso nel suo ufficio e disse: “Guardi quella parete. Osservi bene quel rettangolo e il materiale che vi è in esso, che ho raccolto negli ultimi anni, a proposito dei “guasti” che la mela ha causato”. Il viaggiatore goloso guardò: c’erano locandine riguardanti mostre d’arte, in uno degli angoli superiori del rettangolo. Al centro, delle foto giganti a colori. Più in basso, sulla destra, dei manifesti pubblicitari e immagini cinematografiche. E poi, ritagli di quotidiani, copertine di settimanali e di libri, disegni di cartoni animati, pagine illustrate di fiabe per bambini, aneddoti, frasi celebri, poesie e racconti a proposito della “malefica” mela. Materiale che il Sig. Curti, aveva collezionato e attaccato, appeso, incollato in quel rettangolo, da farla sembrare una grande tela. Un quadro, o meglio un collage che al viaggiatore goloso tanto ricordava “l’ar- Rivista – Gennaio 2009 La te come commercio: il mondo del consumismo e della pubblicità” dell’artista americano “Andy Warhol”. Coronava il quadro, scritta a semi cerchio, in grassetto, partendo da sinistra verso destra, una frase: “Attenti alla mela! È buona, dolce, succosa, ma Pericolosa”. Adamo ed Eva, Troia, New York, Biancaneve e la Mela Incuriosito, il viaggiatore goloso, si avvicinò al quel strano collage. Riconobbe nelle locandine le riproduzioni di due quadri: Adamo ed Eva di Albrecht Dürer (Museo del Prado, Madrid) e“Il Peccato Originale”, affresco di Michelangelo (Cappella Sistina in Vaticano). In entrambi i quadri, il viaggiatore goloso, ne ha dovuto prendere atto, c’era la mela. Ma c’era anche la donna: Eva che, tentata del serpente, mangia la mela proibita e la fa mangiare al suo uomo. Sotto la locandina, le prime tre pagine della Bibbia: Genesi 2.3, La disubbidienza, Il Castigo, Cacciati via dall’Eden. E, come se non bastasse, in aggiunta, una frase in romanesco del poeta dialettale Giocchino Belli che così aveva sintetizzato argutamente la cacciata dell’Eden :”Pe’ na meluccia, ch’avrà costato mezzo baiocco, semo tutti a fonno! ( Per una mela che sarà costata mezzo baiocco, ci siamo giocati il Paradiso Terrestre!).Il viaggiatore goloso volse lo sguardo verso il manifestino pubblicitario di un film americano – in verità non molto bello - di Wolfgang Peterson: Troy, in cui Paride, donando la mela d’oro a Venere e rapita – con l’aiuto della Dea – Elena, moglie di Menelao, scatenò la guerra di Troia. L’identica cosa volevano dimostrare i due poster a colori esposti al centro del rettangolo: Le Torri Gemelle di New York, “The Big Apple” (La Grande Mela). Uno, mostrava le torri Gemelle - viste di notte dalla Statua della libertà con le loro sagome illuminate – prima dell’attacco dell’11 settembre. L’altro, agghiacciante, durante l’attacco terroristico, con gli aerei che si era andati a schiantare contro le torri e che ora emanavano fiamme, fuoco e fumo. Affianco al poster, i ritagli di un quotidiano dell’11 Fra le piante, intravide due persone: un uomo e una donna raccoglievano le ultime mele ancora sugli alberi. 71 settembre 2001 che riportavano quella tragedia: “Gli attacchi suicidi da parte dei terroristi di al-Qaida alle Torri Gemelle della Grande Mela, provocarono 2974 vittime e 24 dispersi (più 19 terroristi) quasi tutti civili di 90 diverse nazionalità”. La vista di quelle foto e il ricordo di quella tragedia, avevano messo un senso di angoscia nell’animo del viaggiatore goloso. Quindi diede ancora uno sguardo superficiale al disegno che ritrae Guglielmo Tell, mentre cercava di colpire con una freccia la mela posta sulla testa del figlio; sorvolò sulla copertina del libro di Biancaneve e i sette nani dei fratelli Grimm, con la strega cattiva che dona la mela avvelenata alla giovane e bella Biancaneva; e si rifiutò di leggere quel fatto di cronaca riportato da un quotidiano che vedeva due motorette “Vespa” coinvolte in un incidente stradale accanto alla targhetta pubblicitaria della Piaggio che diceva: “Chi Vespa, mangia la Mela”. Il viaggiatore aveva visto anche troppo: si allontanò, quindi dalla Tela e, All’ingresso giacevano, accatastati uno sull’altro, dei grandi contenitori colmi di mele. da persona scettica, con incredulità e freddezza chiese al sig. Curti se veramente fosse così superstizioso da credere che la “Buona Mela” avesse a che fare con tutte quelle disgrazie. “Venga – rispose, forse per sdrammatizzare – È ora di pranzo. Ne riparleremo a tavola. Vorrei invitarla a provare la cucina della signora Claudia che, oltre ad aiutarmi a governare la casa, è anche un’ ottima cuoca. Mi segua”. A Tavola con le Mele La cucina era un’unica stanza raggiungibile attraverso una porta dall’interno del capannone. Entrando il viaggiatore goloso vide il tavolo apparecchiato con tre coperti accanto ad un termosifone. L’atmosfera era calda, accogliente e nell’aria c’era un delizioso profumo: in quel momento, la signora Claudia stava estraendo dal forno una torta di mele. Il goloso prese posto insieme al sig. Curti, cercando di rilassarsi, stendersi fisicamente e spiritualmente e dimenticare quanto aveva visto in quel collage. Ben presto arrivò l’an- 72 tipasto: Un ventaglio di prosciutto d’anatra con insalatina alle mele e noci. Il goloso ne mangiò alcune fette accompagnandole con delle fette di pane tostato e imburrato. E stava bevendo un bicchiere di prosecco, quando il sig. Curti domandò: “Come l’ha trovato?” Il goloso pose il bicchiere, si pulì la bocca con il tovagliolo e rispose: “Ottimo, delicato, profumato e squisito”. – Non il prosciutto, dicevo la mia collezione, il mio quadro!” - “Già, il suo quadro - rispose il goloso, dopo un attimo di sbigottimento – È la sua collezione. E penso che ognuno sia libero di collezionare e pensare quel che vuole. Personalmente però, penso che non sia vero che ci siamo giocati il Paradiso Terrestre, e neppure è vero che a causare il Peccato Originale ci fosse di mezzo proprio la buona e dolce mela”. La signora Claudia aveva tolto i piatti dell’antipasto e servito un “Orzotto alle”ravizze” (che sono le foglie delle rape) e mele renette. Cremoso, equilibrato, cotto all’onda con un sentore acidulo a causa delle mele ranette, in altre parole, quell’orzotto era perfetto! “E a proposito della Guerra di Troia – disse il goloso, riprendendo il discorso – penso che la mela “sfigata” ed Elena non sono state le cause, ma l’occasione dei Greci per fare la guerra a Troia. La città aveva tutto ciò ch’era caro all’animo rapace dei Greci: situata sullo Stretto dei Dardanelli, che apre la via dal Mar Egeo verso il Mar Nero. Un porto naturale, una miniera d’oro che faceva gola a mercanti, predoni e guerrieri”. Il sig. Curti ascoltava in silenzio e sembrava più concentrato a mangiare il suo coniglio disossato con ripieno di radicchio e mele, servito su polenta di mais sponcio, che la signora Claudia aveva appena portato accompagnandolo ad una bottiglia di Merlot della casa. Il viaggiatore goloso mangiò il rotolo di coniglio e bevve anche un bicchiere di quel vino rosso, semplice e per nulla eccezionale. Poi, volendo concludere aggiunse: “Penso ancora, sig. Curti, per quanto concerne la distruzione delle Torri Gemelle della Grande Mela che tutti abbiamo vissuto con rabbia, paura e angoscia, più che la mela, ci sia di mezzo l’odio, la stupidità e la pazzia di alcuni esseri umani”. E, volendo essere obbiettivo, penso anche che la sua collezione non sia completa: mancano le cose buone della mela. A parte le proprietà nutritive che contiene e le chicche gastronomiche che giornalmente ci regala, penso alla provvidenziale mela caduta in testa allo scienziato Isacco Newton, che gli permise di intuire il meccanismo della gravità e a noi di volare e di esplorare lo spazio. Penso al melo selvatico che era conosciuto e adorato fin dalla Preistoria; i romani ne avevano classificato una trentina di varietà, mentre gli Etruschi erano abilissimi negli innesti e ai meleti egiziani che occupavano una buona parte del delta del Nilo. I coloni europei l’amavano a tal punto che, nel 1600, portarono le mele Rivista – Gennaio 2009 La LA RICETTA Torta di mele allo Yogurt Ingredienti per 8 persone: 8 mele Golden, 300 gr di farina, 200 gr di zucchero. Una bustina di lievito per dolci, una bustina di zucchero vanigliato, tre uova intere, la buccia di un limone grattugiato, un vasetto di yogurt naturale, un bicchierino di distillato di mele (grappa), profumo di cannella. Come l’ ha preparata la signora Claudia: Ha rotto le uova e le ha sbattute insieme allo zucchero. Ha aggiunto il lievito per dolci, il vasetto di yogurt, la buccia del limone grattugiata, il bicchierino di distillato, la polvere di cannella ed ha amalgamato il tutto. A parte ha sbucciato le mele. Le ha tagliate a fette e, una piccola parte le ha aggiunte al composto. Ha versato il tutto in una forma, precedentemente imburrata, di 33 cm., ha ricoperto la torta con il resto delle mele, ha messo al forno – precedentemente riscaldato – e ha fatto cuocere per circa 40 minuti ad una temperatura di 180 gradi. A cottura ultimata, l’ha estratta dal forno, l’ha fatta raffreddare, l’ha spolverata con lo zucchero a velo e la servita con il distillato di mele. Rivista – Gennaio 2009 LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA nel Nuovo Mondo. E se per i pellirossa Irochesi l’albero di mele era il “Centro del Cielo”, secondo il Somma Poeta Dante, la mela era il simbolo della Vita e della Terra. Forse, caro sig. Curti, sbaglierò - concluse il viaggiatore goloso – i segreti della Mela, stanno nel fatto che l’uomo, in questo meraviglioso frutto, vi ha trovato il simbolo ideale per tutto quello che lo appassiona o lo intimorisce. Un Controsenso? Può darsi!” Arrivò la torta di mele e con essa una bottiglia di Distillato di Mele. Il sig. Curti, in silenzio riempii dei bicchierini , si alzò, invitò il goloso a fare allo stesso modo, elevò il suo bicchierino verso l’alto e, tutto sorridente e inaspettatamente, con grande sorpresa del goloso, fece un brindisi: “Alla Mela, al frutto più bello e più sano del mondo. Come dicono gli inglesi: una mela al giorno leva il medico di torno”. Viva Italia Cucina tradizionale! Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre specialità tipiche, che normalmente solo in Italia potete apprezzare. Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo e da un servizio impeccabile, dalle nostre eccellenti pizze, preparate secondo le ricette originali del campione del mondo di pizzaioli e con il marchio «Vera Pizza napoletana DOC», dalle tipiche pietanze a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta fatta in casa e dai succulenti dolci. E se amate le tradizioni culinarie del bel Paese, da noi troverete consiglio sui migliori, eccellenti vini selezionati da tutte le regioni italiane. «Buon appetito!» Il team Molino si fara piacere di accoglierla alla sua prossima visita con un cordiale «benvenuto»! Nei 16 Ristoranti MOLINO in Svizzera, Lei è un’ospite sempre gradito durante tutti i 365 giorni dell’anno: MOLINO Berna Waisenhausplatz 13 3011 Berna Telefono 031/ 311 21 71 MOLINO Uster Poststrasse 20 8610 Uster Telefono 044 / 940 18 48 MOLINO Dietikon Badenerstrasse 21 8953 Dietikon Telefono 044 / 740 14 18 MOLINO Wallisellen Glattzentrum 8304 Wallisellen Telefono 044 / 830 65 36 MOLINO Friborgo 93, rue de Lausanne 1700 Friborgo Telefono 026 / 322 30 65 MOLINO Winterthur Marktgasse 45 8400 Winterthur Telefono 052 / 213 02 27 MOLINO Ginevra Place du Molard 7 1204 Ginevra Telefono 022 / 307 99 88 MOLINO Zurigo Limmatquai 16 8001 Zurigo Telefono 044 / 261 01 17 MOLINO Ginevra Centre La Praille 1227 Carouge Telefono 022 / 307 84 44 MOLINO Zurigo Stauffacherstrasse 31 8004 Zurigo Telefono 044 / 240 20 40 LE LACUSTRE Ginevra Quai Général-Guisan 5 1204 Ginevra Telefono 022 / 317 40 00 FRASCATI Zurigo Bellerivestrasse 2 8008 Zurigo Telefono 043 / 443 06 06 MOLINO Montreux Place du Marché 6 1820 Montreux Telefono 021/ 965 13 34 SEILERHAUS MOLINO Zermatt Bahnhofstrasse 52 3920 Zermatt Telefono 027 / 966 81 81 MOLINO S. Gallo Bohl 1 9000 S. Gallo Telefono 071/ 223 45 03 MOLINO Thônex 106, Rue de Genève 1226 Thônex Telefono 022 / 860 88 88 La 73 www.molino.ch Agip. Stile italiano. One card, more fun AgipPLUS Programma 08 / 09 Presentate la vostra carta approfittate di numerosi vantaggi ed Cultura • Evasione Famiglia • Accessorio AGIP CARD CENTER Av. de Gratta-Paille 1 Case postale 512 1000 Lausanne 30 Grey www.agip.ch Motori di Graziano Guerra 500 Abarth Piccola ma ‘cattiva’ Lo scudo giallo e rosso con lo scorpione nero. Pungente segno zodiacale del genio della meccanica, identifica il carattere super sportivo di questa “piccola peste”, e la gran passione per i motori I materiali e le finiture esaltano la tecnologia che ruota intorno a questa compatta e potente macchina utilizzabile nelle nostre “prestazioni quotidiane” su strada, come nelle competizioni. Il comportamento in curva è di quelli che lasciano scolpite nella mente emozioni forti, grazie all’adozione del nuovo sistema “TTC” (Torque Transfer Control) che ottimizza il trasferimento della coppia motore alle ruote. Esperienze maturate al volante, e sul sedile del passeggero accanto all’ex pilota Antonino Si- nopoli, sul circuito di Lignières, in occasione dell’Abarth Glory Day 2008. I tanti chilometri su strade e autostrade, sono serviti a evidenziare la preziosità di questo gioiellino del made in Italy. L’impostazione stilistica rivela una particolare attenzione all’aerodinamica e alla funzionalità di alcuni elementi. Per esempio, rispetto al corpo base, la 500 Abarth ottimizza il comportamento aerodinamico con un importante spoiler alare, che allunga il padiglione, e con uno “scivolo” che raccorda il fondo scoc- ca, ottimizzando l’uscita dei flussi d’aria. Questi due elementi contribuiscono. fra l’altro. anche ad una maggiore aderenza al suolo ad alta velocità. Ai lati dello “scivolo” sono incastonati due tubi di scappamento che corrispondono alle uscite speculari di un unico silenziatore posizionato trasversalmente (sopra vi è impresso il logo dello scorpione, proprio come negli anni 60). Sulle fiancate, le minigonne creano un profilo più verticale e quindi migliore per il Cx. È però l’anteriore a rivelare la dotazione da vera GT, con il “trittico” di prese d’aria e le due “narici” simmetriche ai lati del paraurti. Il musetto con il fregio è spostato in avanti, per creare lo spazio utile al turbocompressore, e rendere il profilo laterale più pronunciato. Il fregio Abarth senza cerchiatura, che “galleggia” su una superficie alettata, funge anche da presa d’aria. Il “cockpit” ha una strumentazione particolare, arricchita da un indicatore che segnala il cambio ideale di marcia con l’accensione di un LED. Il quadrante principale, dalla grafica molto sportiva, è sovrastato da una palpebra protettiva; il volante regolabile solo in altezza, spianato alla base, a tre razze, sfoggia impugnature sagomate per i pollici. Di chiara impostazione “racing” anche la pedaliera in alluminio con riporti gommati, il pomello del cambio rivestito di pelle con impugnatura studiata per un uso sportivo e i sedili di tipo “unificato” con appoggiatesta integrato allo schienale. Il padiglione e i rivestimenti in nero conferiscono all’abitacolo un aspetto tecnico e sportivo. Il prezzo? Base, di listino 28’490.-; di quella in test un po’ più di 32.000 franchi (le opzioni: vernice perlata “Bianco Iris” 1’200.-; retrovisori cromati 70.-; sticker laterali Abarth 300.-; interni in pelle ABARTH “Frau” 2’100.-; retrovisore elettrico antiabbagliamento 180.-). SCHEDA TECNICA • Motore: 4 cilindri in linea, 4 valvole per cilindro, 1368cc • Potenza: 99kW (135CV) a 5.500 giri/minuto • Coppia max in modalità SPORT 206 Nm a 3.000 (in modalità “Normal” la coppia si attesta invece a 180 Nm a 2.500 giri/min) • Comando dell’acceleratore “drive-by-wire”, senza collegamento meccanico • Turbocompressore IHI a geometria variabile • Cambio a 5 rapporti • Assetto sportivo ribassato • Guida ad asservimento elettrico Dualdrive con modalità SPORT • Ruote: cerchi in lega di alluminio 7” x 17” - Pneumatici: 205/40 R17” Rivista – Gennaio 2009 La 75 Automotonews Calendario Pirelli 2009 La bellezza è speranza L’edizione 2009 del Calendario Pirelli, oggetto di culto da oltre 40 anni per gli amanti della fotografia, della bellezza e dell’evoluzione del costume, è ambientato nei paesaggi del Botswana, dove, nel maggio scorso, il celebre fotografo Peter Beard ha immortalato per dieci giorni sette modelle di fama internazionale. Beard, che ha vissuto in Kenya per trenta anni, è uno dei più grandi interpreti mondiali del mistero e del fascino dell’Africa ed ha scelto una terra autentica e ancestrale, che nasce dalla contrapposizione tra due mondi diversi: l’oasi acquatica del delta dell’Okavango e la distesa arida e sabbiosa del deserto del Kalahari. Un luogo che non ha subito lo sfruttamento del territorio né l’impoverimento delle risorse, dove l’autore ha voluto rappresentare la Natura come entità metafisica sempre in movimento, fonte di creatività, entro i cui ritmi e le cui leggi ogni cosa deve avere inizio e fine. Attraverso l’obiettivo di Beard, la Natura lancia un grido rabbioso e si ribella all’incapacità dell’uomo di coniugare lo sviluppo e la crescita con la saggezza e il rispetto di tutte le diversità. In questo contesto vivono faticosamente gli elefanti, veri protagonisti di questa edizione di The Cal, ormai relegati in spazi sempre più ristretti. Gli elefanti come Pirelli: “Best Brand” per il terzo anno di seguito Pirelli ha vinto anche nel 2008 il concorso più amato dai lettori di Auto Illustrierte (AI), la più grande rivista automobilistica indipendente della Svizzera. Nell’ambito della selezione “Best Tuning Cars & Best Brands 2008“ Pirelli si è aggiudicata il titolo di “Best Brand” per la terza volta consecutiva. Nella categoria pneumatici anche quest’anno Pirelli ha difeso la pole position del 2006 e 2007. Per la terza volta consecutiva quindi i lettori di AI hanno scelto Pirelli come migliore marca. Il costruttore di pneumatici italiano ha chiaramente convinto più di 2400 lettori partecipanti al concorso per il suo posizionamento di marca prestigiosa e più amata nel settore pneumatici. Il concorso “Best Brand“ è divenuto oramai un’importate istituzione della rivista AI, in 76 a cura di Graziano Guerra metafora del genere umano e l’Africa come metafora di un mondo devastato che deve ritrovare l’armonia perduta. L’unica speranza è la bellezza. Beard ritiene che la chiave della salvezza del genere umano sia proprio la sua costante ricerca della verità e del bello. Le donne di Beard, generatrici di vita, sono l’inizio del tutto e la loro grazia continua a preservarsi. Si presentano come figure partorite dal grembo della Natura, eroiche, cariche di forza, segnate nei tratti e forti nei movimenti, statue, simbolo della creatività e della capacità della Natura di rigenerarsi. “Only beauty can save the world”, è il messaggio degli scatti del nuovo Calendario Pirelli, richiamando il pensiero di Fedor Dostoevskij. Le sette modelle protagoniste: la canadese Daria Werbowy, le brasiliane Emanuela de Paula e Isabeli Fontana (che esordì nel Calendario 2005 di Patrick Demarchelier), le olandesi Lara Stone e Rianne Ten Haken, la polacca Malgosia Bela e l’italiana Mariacarla Boscono (che debuttò nel 2003 con Bruce Weber e continuò nel 2004 con il Calendario di Knick Knight). Durante le fasi di realizzazione e produzione del Calendario sono stati adottati degli accorgimenti atti a contenere l’impatto ambientale. In linea con il messaggio espresso dal fotografo Peter Beard, anche il Calendario Pirelli e la serata di Gala legata alla presentazione dell’edizione 2009 saranno a Impatto Zero®. Aderendo al progetto di LifeGate, Pirelli contribuirà alla creazione e tutela di un’area forestale in Costa Rica in grado di assorbire le emissioni di CO2 generate dall’attività di produzione e stampa del Calendario e dall’evento di presentazione. Il Calendario è stampato su carta porosa naturale e non contenente piombo. particolare per gli appassionati di tuning. Il Best Brand Award 2008 è stato ritirato personalmente da Dieter Jermann, Director Swiss Market, Pirelli Tyre (Europe) SA. (Nella foto: il team Pirelli Svizzera). Le sette modelle protagoniste: la canadese Daria Werbowy, le brasiliane Emanuela de Paula e Isabeli Fontana (che esordì nel Calendario 2005 di Patrick Demarchelier), le olandesi Lara Stone e Rianne Ten Haken, la polacca Malgosia Bela e l’italiana Mariacarla Boscono (che debuttò nel 2003 con Bruce Weber e continuò nel 2004 con il Calendario di Knick Knight). Durante le fasi di realizzazione e produzione del Calendario sono stati adottati degli accorgimenti atti a contenere l’impatto ambientale. In linea con il messaggio espresso dal fotografo Peter Beard, anche il Calendario Pirelli e la serata di Gala legata alla presentazione dell’edizione 2009 saranno a Impatto Zero®. Aderendo al progetto di LifeGate, Pirelli contribuirà alla creazione e tutela di un’area forestale in Costa Rica in grado di assorbire le emissioni di CO2 generate dall’attività di produzione e stampa del Calendario e dall’evento di presentazione. Il Calendario è stampato su carta porosa naturale e non contenente piombo. Rivista – Gennaio 2009 La a cura di Graziano Guerra Un MiTo superpremiato: Auto Europa 2009 La nuova Alfa Romeo MiTo è stata insignita del titolo di ‘’Auto Europa 2009’’, il più importante riconoscimento della stampa specializzata italiana assegnato dall’Unione Italiana Giornalisti dell’Automobile (Uiga). Con 462 punti l’Alfa Romeo MiTo ha conquistato l’ambito premio, istituito nel 1987, che viene attribuito alla vettura costruita e commercializzata in Europa che, per tecnologia, prezzo ed estetica, risulta essere il miglior mix a favore degli acquirenti. Il premio è già stato assegnato ai modelli Alfa Romeo 156 (1998) e Alfa Romeo 166 (1999). Alfa Romeo MiTo, con le prestigiose cinque stelle si pone ai La 8c negli USA In Connecticut (USA) è arrivata la prima Alfa 8C Competizione destinata al mercato statunitense. La cerimonia di consegna è avvenuta presso la “Miller Motorcars” dove il proprietario ha ritirato l’affascinante vettura: si chiama James Glickenhaus ed è uno dei più grandi collezionisti di automobili al mondo. Glickenhaus si è detto particolarmente fiero di essere il primo cliente americano ad aver ritirato un’Alfa Romeo. Subito dopo la consegna ufficiale delle chiavi, il cliente ha fatto una prova su strada apprezzando così le principali caratteristiche tecniche e dinamiche dell’Al- Iveco - Zweifel Pomy-Chips: Una collaborazione duratura Il produttore della più famosa patatina del mondo che ha festeggiato lo scorso dicembre il suo 50° anniversario, collabora con Iveco da oltre vent’anni. È dal 1987 che la consegna dei prodotti alimentari Zweifel Pomy-Chips AG avviene esclusivamente con veicoli Iveco, con una flotta che è oggi composta da più di 120 veicoli commerciali. Il servizio di prodotti freschi della Zweifel ha recentemente preso in consegna 21 nuovi Daily 35S12. “Daily, più camion che furgone!” ha sintetizza Kurt Leuenberger, direttore Rivista – Gennaio 2009 La Automotonews vertici del segmento nel campo della sicurezza. La “compatta più sportiva di sempre” ha totalizzato nel rating Euro NCAP adulti un punteggio di 36 punti su un massimo di 37 ed il giudizio “Good” (unica nel suo segmento con 3.35 su un massimo di 4 punti) nelle nuove prove che Euro NCAP ha introdotto per valutare l’adeguatezza dei sedili anteriori a prevenire il “colpo di frusta”. Un riconoscimento importante per la vettura italiana, che ancora una volta conferma la particolare attenzione di Alfa Romeo per tutti gli aspetti legati alla protezione di guidatore e passeggeri. La MiTo adotta i più avanzati dispositivi elettronici per il controllo del comportamento dinamico (dalla frenata alla trazione): il Vehicle Dynamic Control (non disinseribile) che gestisce importanti funzioni quali l’Hill Holder; il controllo di trazione; il panic braking assistito; l’MSR per la prevenzione del blocco ruote in rilascio; lo “sterzo elettronico attivo” DST (Dynamic Steering Torque) e l’Electronic Q2, che “simula” elettronicamente la presenza di un differenziale autobloccante. fa 8C Competizione. Prodotta in 500 esemplari, la supercar è stata realizzata dal Centro Stile Alfa Romeo e si contraddistingue per le superfici modellate che “vestono” perfettamente l’eccellenza motoristica e meccanica Alfa Romeo: una linea filante che esprime tutta la bellezza di una vera e propria “Opera d’arte in movimento” che, da una parte rinvia al passato glorioso del Brand, dall’altra parte proietta nel futuro i suoi valori di tecnologia ed emozione. L’Alfa 8C Competizione è equipaggiata con il potente “8 cilindri” da 4,7 litri che sviluppa 450 CV, abbinato a un cambio robotizzato a 6 rapporti, e si fa apprezzare immediatamente per l’inconfondibile “eleganza italiana”, uno stile assolutamente unico ed irripetibile che preannuncia il piacere di una guida sportiva nel pieno rispetto della tradizione Alfa Romeo. Negli States saranno consegnati altri 84 esemplari di Alfa 8C Competizione a clienti statunitensi. della logistica e acquisti della grande azienda alimentare svizzera, il quale ha anche dichiarato che questa così duratura collaborazione è dovuta alle qualità del Daily “un furgone con i vantaggi di un camion, ideale nelle dimensioni, robusto, maneggevole e con una cabina confortevole, doti molto apprezzate dai nostri autisti”. Fra i pregi del veicolo commerciale italiano sono stati menzionati anche i servizi inappuntabili e il pronto intervento di riparazione, compresi nel contratto di acquisto. I lavori di adattamento, esterni e interni, per i Daily destinati alla Zweifel sono stati eseguiti dalla Krapf AG … ogni snack e sacchetto di patatine al suo posto dentro i furgoni, perché, come tutti gli altri prodotti della Zweifel, devono giungere puntuali e soprattutto intatti, negli scaffali dei rivenditori. 77 Starbene Vivere secondo il naso: più altruisti con la vaniglia Le vie olfattive, necessarie alla respirazione, sono un organo di senso che stimola e regola in modo naturale importanti funzioni psicologiche e fisiche. I messaggi olfattori giungono al cervello e hanno un ruolo importante nel controllo dell’alimentazione e del comportamento riproduttivo. Alle reazioni olfattive sono connesse reazioni quali la salivazione e l’aumento delle secrezioni gastriche. Lo psicologo Robert Baron, del Rensselaer Polytechnic Institute a Troy, nello Stato di New York, ha scoperto che gli odori dei negozi, e in particolare quello di vaniglia, influiscono sul nostro comportamento altruistico. Con il suo gruppo di ricerca ha studiato i comportamenti dei passanti nei pressi di esercizi commerciali da cui provenivano odori diversi. Baron e colleghi si sono appostati in luoghi ge- Le essenze per il tono dell’umore, il desiderio, il relax Le vie olfattive non solo contribuiscono in primavera a farci innamorare, ma si prestano anche per stimolare risposte fisiologiche di benessere per il nostro organismo. Secondo gli studi condotti dal francese P. Belache, fitoterapeuta e dal collega inglese C. Wildwood, risulta che gli odori della natura attivano, con modalità diretta, le risposte naturali e spontanee dei comportamenti istintivi dell’essere umano. Gli studiosi hanno evidenziato e classificato tre categorie fondamentali di odori-profumi naturali, che a loro parere corrispondono statisticamente ad attivazioni di risposte comportamentali condivise dalla maggioranza degli individui che sono stati sottoposti alle esperienze di studio. I risultati di indagine offrono risposte molto specifiche che riguardano: 78 neralmente associati a odori gradevoli (pasticcerie, caffetterie) e zone neutre, come i negozi di abbigliamento, mentre un loro complice avvicinava le persone tenendo in mano una banconota da un dollaro e chiedendo la cortesia di cambiarla in monete. I risultati hanno mostrato che le persone interpellate nelle zone con odori gradevoli hanno risposto in modo positivo in numero tre volte superiore rispetto alle persone interpellate nelle zone prive di odori specifici. Conferme giungono anche da un’altra ricerca. Mary Beth Grimes, della Georgia Southern University, ha prima fornito ad alcuni ignari studenti un questionario stampato su carta profumata con essenza di vaniglia. Poi, qualche minuto più tardi, ha chiesto loro di dichiarare la disponibilità a impegnarsi in un’opera di volontariato della durata di alcuni mesi. In particolare ha chiesto di indicare quanti minuti alla settimana avrebbero accettato di dedicare a questo progetto. Gli psicologi che hanno studiato il comportamento degli studenti hanno scoperto che in presenza dell’odore di vaniglia i futuri volontari hanno accettato di impegnarsi in un’attività di volontariato, cioè altruistica, per un tempo tendenzialmente maggiore. 1) la stabilizzazione del tono dell’umore: essenze di camomilla, finocchio, gelsomino, ginepro, issopo, melissa, mirra, mirto, neroli, pino, rosmarino, zenzero. 2) l’aumento del desiderio sessuale: essenze di basilico, cannella, chiodi di garofano, coriandolo, menta, muschio, patchouli, rosa, sandalo, ylang-ylang, vetiver. 3) la distensione neuromuscolare come effetto della sedazione del sistema nervoso: essenze di arancio amaro, incenso, lavanda, maggiorana, mandarino, salvia e verbena. Ognuno può sperimentare l’effetto dell’essenza come descritto dagli studiosi, scoprendo le proprie preferenze e tra l’altro la possibilità di combinare l’essenze creando personali miscele, alla ricerca del profumo più efficace. 4) L’armonia produttiva nel posto di lavoro. Come afferma Vittoria Neri Counselor, se l’ambiente lavorativo è profumato al limone chi lavora al computer fa il 54% di errori in meno di battuta, col gelsomino il 33% in meno ed il 20% in meno con la lavanda. Per calmare e rilassare i clienti che vanno a lamentarsi. Il limone e l’eucalipto vengono usati in alcune banche per aumentare la vigilanza e l’attenzione del personale. Rivista – Gennaio 2009 La Starbene «Wii»: chi esagera rischia l’infortunio In Inghilterra almeno dieci persone alla settimana finiscono in ospedale in Inghilterra, lamentando dolori atroci alla spalla destra o alle ginocchia. La causa: un uso smodato (e sbagliato) della console Wii. A lanciare l’allarme sul Sun, sono stati i medici del servizio sanitario inglese confrontati con pazienti di tutte le età, alle prese con problemi articolari anche gravi e di varia natura, moltissimi dei quali riconducibili alle estenuanti sessioni di gioco con la celebre console. I pazienti lamentano spesso infiammazioni alla spalla o al polso e non è escluso che questo tipo di attività sportiva possa poi causare danni peggiori, come reumatismi e artrosi in età avanzata. Anche le ginocchia, però, non sono immuni dal pericolo Wii, tanto che in Inghilterra un particolare tipo di infortunio al legamento del ginocchio è stato prontamente soprannominato Wii-knee, in omaggio (si fa per dire) al Wii-Fit, uno dei giochi più famosi della console della Nintendo. Come rimediare? I dottori mettono in guardia sull’utilizzo improprio o comunque esagerato del videogioco del momento, prevedendo sempre e comunque una fase di riscaldamento, esattamente come si fa quando si va in palestra o si fa jogging. Contro il mal di schiena meglio i pesi del jogging Che l’esercizio fisico faccia bene al mal di schiena è sicuro, ma che il sollevamento pesi sia meglio del jogging suona un po’ strano. A dirlo, però, sono i fisiologi dell’University of Alberta che hanno valutato differenti tipi di attività in pazienti con dolori cronici alla colonna lombare. Lo studio, che sarà presto pubblicato sul Journal of Strenght and contidioning research, dimostra come nelle persone con dolori cronici che si sono sottoposte, per 16 settimane, a un programma di esercizi di resistenza, l’entità del dolore si riduce del 60 per cento e parallelamente aumenta la capacità di movimento. L’attività di resistenza comprendeva il sollevamento pesi e l’uso di manubri o di attrezzi che comportano dei carichi. Al contrario, chi aveva scelto un’attività aerobica come il jogging, il camminare sul tapis roulant o l’uso dell’ellittica (una macchina che permette di compiere contemporaneamente due tipi di movimento, uno simile a quello dello sci di fondo, l’altro paragonabile alla pedalata) ha ottenuto un miglioramento del 12 per cento soltanto per quanto riguarda dolore e capacità di movimento. Secondo l’esperto canadese, i benefici extra deriverebbero dal fatto che le attività di resistenza coinvolgono tutti i muscoli del corpo, mentre quelli aerobici tendenzialmente interessano la parte inferiore. «Rafforzare tutti i muscoli – aggiunge Kell – aiuta anche a ridurre il senso di fatica che le persone spesso lamentano durante la giornata. Chi pratica un’attività di resistenza riesce a svolgere meglio tutte le attività quotidiane». A prescindere dal mal di schiena, sia i pesi che l’aerobica hanno comunque un vantaggio: riducono il grasso corporeo. Rivista – Gennaio 2009 La 79 DALLA PUGLIA CON GUSTO Lunga tradizione in tavola L a F. Divella S.p.A. è produttrice di pasta di semola di grano duro da più di 100 anni. Oggi, nei moderni stabilimenti di Rutigliano e Noicattaro, la Divella produce ogni giorno 1000 tonnellate di semola di grano duro, 350 tonnellate di farina di grano tenero e 700 tonnellate di pasta. I molini macinano grani duri selezionati tra i più pregiati trasformandoli in semola per la produzione della pasta Divella: gli spaghetti, i rigatoni, le famosissime «orecchiette, la pasta all’uovo, l’integrale, trafilata al bronzo ed, infine, la pasta arricchita di verdure disidratate (peperoncino, aglio e basilico, pomodoro e spinaci); oltre 150 formati per una scelta vastissima che soddisfa le richieste più esigenti. La Divella offre al pubblico una vasta gamma di prodotti a prezzi convenienti e competitivi. Lo stabilimento della Divella. Pasta, farina, semola, riso, pomodori, legumi, olio extravergine di oliva e biscotti: un mix vincente per il vostro business. Importatore per la Svizzera - Importeur für die Schweiz - Importateur pour la Suisse: Revini S.A. / Corso San Gottardo 72 / 6830 CHIASSO Tel. 091 641 62 15 / Fax 091 641 62 16 Deposito - Lager - Depôt: Via Cantonale 1 / 6855 STABIO B&P IMMAGINE&COMUNICAZIONE Da oltre 100 anni garantiamo l’alta qualità dei nostri prodotti. Ogni giorno portiamo gusto e qualità sulle tavole di tutto il mondo. Dolcevita Carver One il genio delle curve e della pubblicità Magnetizza gli sguardi come pochi altri mezzi di trasporto e per questo molti l’hanno scoperto quale spot pubblicitario viaggiante. Lo si nota subito, e sulle strade svizzere è facile incontrarlo quale “spot viaggiante”. Per quelle aziende che volessero garantirsi le sue prestazioni a esposizioni, campagne pubblicitarie, manifestazioni o altro, l’indirizzo giusto è: Carver Schweiz GmbH Auf dem Wolf 37- 4052 Basel Tel.: +41 (0)61 315 10 25 Fax: +41 (0)61 315 10 29 www.carver-one.ch - [email protected] Gel Cyber Clean Questo prodotto made in Switzerland cattura la polvere ed elimina i germi, è l’ideale per pulire i dispositivi high-tech dell’ufficio o quelli, sempre più diffusi, d’uso domestico. Con una leggera pressione il prodotto si modella alla superficie su cui agisce, garantendo così la pulizia dei punti impossibili da raggiungere con una spugna normale, come ad esempio gli spazi tra i diversi tasti del keybord. Dopo il passaggio di Cyber Clean sui dispositivi resterà solo un piacevole profumo di limone. Gioca Logitech Force Wireless Wheel è il primo volante per stazione Wii. Con questo dispositivo si possono conoscere le sensazioni di guida in pista. Il nuovo dispositivo sostiene il gioco Need for Speed Undercover della Electronic Arts ed è predisposto per altre competizioni basate sulla tecnologia Force Feedback Wii. Logitech Driving Force™ GT: CHF 249.00 (IVA incl.) Logitech Logitech Speed Force Wireless Wheel: CHF129.90 (IVA incl.) La rinomata Casa propone una vasta gamma di accessori per video giochi delle marche più rinomate. In prima fila i due volanti su licenza PLAYSTATION3 e Wii. Il Driving Force GT è il primo volante ufficiale Gran Turismo per la PS3TM, dispone di ForceFeedback e per la prima volta è regolabile su 24 posizioni tramite una rotella che permette al giocatore un tuning molto fine della distribuzione della forza di frenata, della potenza di trazione oltre che regolare le sospensioni. Il Logitech Speed Il telefonino si fa TV L’N96 è il fiore all’occhiello dei computer multimediali della serie N della Nokia. Il dispositivo, oltre alle funzioni più tipiche di un Pvanta TV, fotocamera da 5 megapixel con ottica Carl Zeiss, navigazione con guida vocale turn-by-turn, 16 GB di memoria interna (espandibile fino a 24GB con memory card Un miliardo di Mouse per Logitech Poco prima delle Feste, in chiusura di redazione di questa edizione de La Rivista, Logitech ha annunciato la consegna del suo miliardesimo mouse, il fatto è avvenuto in concomitanza con il 40° anniversario dal debutto ufficiale del tanto amato e utilizzato dispositivo inventato da Doug Engelbart. Fondata in una fattoria di Apples, in Svizzera, nel 1981 e stabilitasi poi nella Silicon Valley, Logitech ha introdotto il primo mouse commerciale nel 1985 e ha raggiunto il traguardo dei 100 milioni di unità nel 1996, quota 500 milioni sette anni dopo e oggi l’azienda distribuisce i propri mouse in oltre cento Paesi in tutto il mondo, producendone in media 376.000 al giorno, l’equivalente di 7,8 milioni di unità al mese. Quello che una volta era un semplice strumento di Rivista – Gennaio 2009 La microSD opzionale), qualità sonora e musicale superiore, giochi N-Gage e un eccezionale schermo da 2,8 pollici. L’apparecchio può contenere fino a 40 ore di contenuti video, trasferiti da PC grazie alla connessione USB 2.0 ad alta velocità o da internet tramite il supporto WLAN e HSDPA. Il prezzo di vendita consigliato è di 1’098.(compresi 3 mesi di navigazione vocale). lavoro è oggi un elemento profondamente integrato nella vita quotidiana. Logitech ha investito costantemente nella evoluzione, realizzando, fra l’altro, il primo mouse laser al mondo, il primo nano-ricevitore e la prima rotellina a scorrimento veloce. Il mouse con riconoscimento del movimento (Logitech® MX Air™) e la tastiera delle dimensioni del palmo della mano (Logitech® diNovo Mini™) rivelano quel che accadrà con le prossime innovazioni. Mouse e tastiera mantengono ancora piena efficacia produttiva, ma la diffusione di nuove forme di entertainment apre la strada a nuovi modi di interagire con il computer, per esempio attraverso la voce e il tatto. 81 Grazie agli innumerevoli modelli disponibili, la nuovissima gamma di mezzi Iveco offre soluzioni specifiche, dalla convenienza impareggiabile, per ogni incarico di trasporto. Da STRALIS, la punta di diamante per i trasporti internazionali a lunga percorrenza, alle serie di modelli EUROCARGO e TRAKKER fino all’eccezionale furgone DAILY, Iveco stabilisce in ogni classe di peso nuovi parametri di riferimento in fatto di convenienza, versatilità e affidabilità. Per ogni evenienza, ovunque andiate, Iveco è sicuramente con voi. IVECO (Svizzera) SA, Oberfeldstrasse 16, 8302 Kloten, tel. 044 804 73 73, www.iveco.ch Il nuovo Stralis. Il campione su ogni percorso. www.iveco.ch Il Mondo in Fiera FerienMesse: San Gallo 6-8 febbraio 2009 Flormart / Miflor: Fiera di Padova 20-22 febbraio 2009 Ristorexpo: Erba 22 - 25 febbraio 2009 Olio Capiale 2009: Fiera Trieste 6-9 marzo 2009 Fiere FerienMesse: San Gallo, 6-8 febbraio 2009 Fiera internazionale delle vacanze La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera promuove la 20ª edizione della Fiera internazionale delle vacanze, FerienMesse 2009, che si svolgerà dal 6 all’8 febbraio 2009 a San Gallo. La manifestazione è aperta al pubblico, adottando un tema specifico e informando al meglio sulle nuove idee di vacanze, tempo libero e salute La fiera delle vacanze di San Gallo è specializzata nell’offerta di vacanze e viaggi. Alla manifestazione partecipano fornitori regionali, nazionali e internazionali e prestatori di servizi altamente qualificati che operano principalmente nel settore turistico e in quello delle vacanze 84 e dei viaggi come: tour operators e agenzie di viaggi; rappresentanze dei vari Paesi; uffici di informazioni turistiche; compagnie aeree; compagnie marittime e di crociera, yacht charter; ferrovie; imprese di noleggio autobus; hotel, associazioni e compagnie alberghiere; case vacanze; parchi di divertimento; centri benessere, centri termali e balneari; società di autonoleggio; scuole di lingue e scuole professionali per il turismo. I dati della precedente edizione ne comprovano il successo. Infatti, il numero dei visitatori è stato di 33.000; 500 gli espositori nazionali e internazionali distribuiti su una superficie espositiva di 20.000 m². La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, referente della fiera per il mercato italiano, collabora con gli organizzatori per l’organizzazione della presenza in fiera di aziende, enti e/o istituzioni italiane. Gli organizzatori propongono degli stands modulari preallestiti (da 6 sino a 18 m²). La CCIS offre alle aziende italiane partecipanti un pacchetto servizi per ottimizzare la propria presenza alla Ferienmesse: funzione di tramite tra gli organizzatori e gli espositori per la partecipazione alla fiera, azioni promozionali ad hoc, inviti operatori, comunicati stampa, servizio di interpretariato per tutta la durata dell’evento, assistenza logistica e doganale ecc. PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella Postale - 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch Rivista – Gennaio 2009 La Fiere Flormart / Miflor: Fiera di Padova, 20-22 febbraio 2009 Salone Internazionale florovivaismo, attrezzature e giardinaggio Torna da venerdì a domenica l’edizione primaverile di Flormart / Miflor Tra le iniziative l’ampliamento di Forestry alle soluzioni verdi per il recupero ambientale e la riduzione dell’impatto, e Flower Trade evento multimediale dedicato a tutti gli attori della filiera del verde La produzione mediterranea in anteprima e in un momento decisivo per l’avvio della grande stagione di consumo. Dal 20 al 22 febbraio 2009, dunque nuovamente dal venerdì alla domenica, alla Fiera di Padova edizione primaverile di Flormart / Miflor, Salone Internazionale florovivaismo, attrezzature e giardinaggio organizzato da PadovaFiere e Fondazione FieraMilano. In mostra le principali aziende che producono e commercializzano i prodotti pronti per la stagione primaverile: colture mediterranee, piante e fiori da tutta Europa, attrezzature e accessori professionali, tecnologie per la gestione del verde. Flormart è l’occasione per i professionisti del verde (Vivaisti, Giardinieri, Manutentori del verde – Paesaggisti - Gestori del verde pubblico e privato, negozianti e rivenditori di articoli e accessori per fioristi) di pianificare al meglio l’annata al primo appuntamento utile per le ordinazioni. Sono presenti al prossimo Flormart di primavera con oltre 300 espositori su 14.000 mq. In mostra un’offerta completa di produzioni pronte per il mercato, giovani piante, sementi, piante fiorite, piante verdi, colture mediterranee, piante ornamentali, fiori recisi, piante e fiori tropicali, piante acquatiche, bonsai, tappeti erbosi. Ampia la scelta di attrezzature e prodotti, con novità in tema di serre, tecnologie per irrigazione, imballaggio, fertilizzanti e concimi. Spazio agli articoli per fioristi, con il necessario per allestire al meglio il punto vendita. Tra le iniziative, Forestry, il Salone dedicato alle Attrezzature e Prodotti per la gestione della manutenzione del verde pubblico e privato, che riunisce in un’unica filiera tutte le attività del comparto, dalla progettazione, alla costruzione, alla manutenzione del verde, facendo PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella Postale - 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch Rivista – Gennaio 2009 La incontrare enti pubblici e produttori, costruttori e progettisti. Ricco il calendario di workshop e seminari. In particolare prende il via l’evento culturale dedicato alla formazione e al trade marketing a favore degli imprenditori del verde, con una piattaforma espositiva dedicata alla supply chain, alla logistica, al visual merchandising e al floral design, con corsi di formazione e installazioni visive. Gli espositori di Flormart: floricoltori, vivaisti per esterno e di piante ornamentali; produttori e distributori di accessori, articoli e forniture per fioristi; Produttori e distributori di impianti e tecnologie per la coltivazione; Prodotti professionali; Produttori e distributori di macchine e attrezzature per la manutenzione del verde pubblico e privato; Produttori di arredamenti da esterno; aziende di services e consulenza; editoria specializzata; Forestry: gestione e manutenzione del verde pubblico e privato; arredo urbano. I visitatori di Flormart: vivaisti; giardinieri; manutentori del verde; paesaggisti; gestori del verde pubblico e privato; garden center; giardini storici; appaltatori del verde; GDO; costruttori delle opere a verde; forestazione; urbanistica; parchi divertimento e parchi gioco; campi da golf; grande distribuzione; orti botanici. GLI EVENTI 2009 - Forestry: ai settori delle macchine e dell’arredo urbano, così come le tecnologie per la produzione delle biomasse, è dedicato il padiglione Forestry. - Flowertrade: l’evento dedicato al trade marketing del verde. - Mostra per il pubblico: in un’area riservata del quartiere la promozione al consumatore finale con la nuova rassegna VerdeCasa. - Formazione professionale: l’opportunità di aggiornamento per gli imprenditori florovivaistici. FLORMART MIFLOR IN BREVE Date: 20-22 febbraio 2009 Orario: Ven. – Sab. 9.00/19.00 - Dom. 9.00/17.00 Visitatori ultima edizione: 19.000 Espositori ultima edizione: 350 85 Fiere Ristorexpo: Erba, 22 - 25 febbraio 2009 La ristorazione di qualità di scena a Lariofiere Lariofiere si prepara ad ospitare la dodicesima edizione di Ristorexpo, riconosciuto marketplace per i professionisti della ristorazione. L’appuntamento è dal 22 al 25 febbraio 2009, nel poliedrico contesto di un evento che ha guadagnato negli anni notorietà e consenso non solo da parte degli operatori, ma anche dei media e degli opinion leader del settore Grazie ad una formula dinamica che combina la miglior selezione di attrezzature, prodotti e servizi per il settore con un programma eventi di altissimo livello, Ristorexpo si riconferma fra le manifestazioni leader per gli operatori della ristorazione professionale. Lo spazio espositivo sarà completato con eventi di altissimo livello, massima espressione della ricerca e della tradizione enogastronomica. Un percorso all’insegna della qualità con i numerosi appuntamenti per il pubblico e le aziende. Cene e pranzi con gli interpreti della cucina italiana e internazionale, stage e momenti formativi per gli operatori, concorsi e gare di abilità, degustazioni e laboratori saranno solo alcune delle iniziative proposte nell’ambito della rassegna. Non mancheranno i momenti di riflessione e approfondimento e gli incontri con i protagonisti della cucina d’autore. Main partner dell’iniziativa Confcommercio, l’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe, e la Federazione Italiana Cuochi. I grandi chef salgono in cattedra e danno lezione di gusto. La cucina passa sotto la lente di ingrandimento, si quella dei grandi cuochi, quelli che di stelle ne hanno collezionate fino alla nausea, ma anche da quelli che con il loro stile hanno incantato i grandi cultori del cibo e hanno dettato i nuovi canoni della cucina moderna. Ebbene sì, ad ognuno il suo scettro, ad ognuno il proprio momento di gloria. Anche quest’anno l’appuntamento è a Ristorexpo che, ancora una volta, è interamente dedicata all’enogastronomia e al mondo della cucina professionale all’interno della quale trovare prodotti, attrezzature e servizi per la ristora- 86 zione. Già confermati alcuni nomi del parterre di grandi stellati come Herbert Hintner che curerà il menù per la cena di gala. Terranno lezioni Andrea Berton ed Emanuele Scarello, Ana Rose, Manuela Kocjan e Tomaz Kavcic direttamente dalla Slovenia, quest’ultimo ospite d’onore per una cena a quattro mani tra Presidenti delle due associazioni Italia/Slovenia nella passata edizione 2008. Un tripudio di sapori e di gusti per abbracciare nuove culture e nuovi indirizzi ancora da scoprire, una guida per il palato, anzi per i palati più esigenti. Confermate anche per la prossima edizione le consolidate partnership con i Jeunes Restaurateurs d’Europe, oltre che con le due associazioni dei commercianti, l’UPCTS di Como e la Confcommercio di Lecco. Nei quattro giorni di evento sarà presente anche una delegazione della FIC – Federazione italiana cuochi, insieme all’AIS e all’ONAV per il settore vini. Una promenade di stellati, grandi esperti che si sono presentati con le divertenti e sfiziose ricette da presentare in mille occasioni. E a Ristorexpo verranno affrontati anche i temi della spesa consapevole e delle soluzioni attuabili per risparmiare ogni giorno. Nel corso della manifestazione una serie di espositori qualificati saranno pronti ad offrire ai consumatori proposte valide e soprattutto di qualità per risparmiare sui costi dei generi alimentari di ogni tipo, a partire da quelli di prima necessità. Ristorexpo è quindi una piattaforma di iniziative per dare una risposta alla richiesta di qualità e sicurezza alimentare presentata da autorevoli e rappresentativi interlocutori, sapienti nutrizionisti, osservatori del settore e aziende che sviluppano nuove azioni di marketing o sperimentano nuovi ritrovati scientifici dall’alto valore aggiunto. La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera organizza la visita della fiera per gli operatori svizzeri del settore. PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella Postale - 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch Rivista – Gennaio 2009 La Fiere Olio Capitale 2009: Fiera Trieste, 6-9 marzo 2009 Salone degli oli extra vergini tipici e di qualità Dal 6 al 9 marzo 2009 torna presso la Fiera di Trieste la 3ª edizione di Olio Capitale; l’evento organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Città dell’Olio si sta confermando vetrina ideale per la presentazione del meglio della tipicità e qualità degli oli extravergini, a Trieste, città internazionalmente riconosciuta quale crocevia di scambi commerciali una più ampia conoscenza di questo prodotto e delle sue caratteristiche sia verso quella parte d’Europa che solo negli ultimi anni è cresciuta economicamente in modo da potersi aprire ad un mercato “di nicchia” che punta sempre più sulla qualità, sia verso il grande pubblico e chi deve saper proporre al consumatore finale, affindandone il gusto, uno dei prodotti più tipici della dieta mediterranea. Un evento specializzato che è luogo di contatti commerciali ma anche luogo di sapere, di formazione e di interscambi in una città che è la piazza ideale per il passaggio verso i nuovi mercati dell’Est Europa. Olio Capitale sarà strutturato quale “contenitore di attività” per far sì che i visitatori, sia nazionali che esteri, siano attratti verso Trieste, dove la manifestazione sarà l’evento di punta che animerà la città. A lato della manifestazione si svolgerà il 3° Concorso Olio Capitale riservato agli oli extra vergini di oliva tipici e di qualità prodotti nell’area del Mediterraneo. Ad Olio Capitale si troveranno le migliori produzioni nazionali ed estere. L’olio in tutte le sue specialità e peculiarità sarà il protagonista. I visitatori potranno assaggiare ed acquistare oli normalmente introvabili negli scaffali dei supermercati. Gli operatori, invece, avranno l’occasione per poter migliorare la propria offerta enogastronomica grazie alla presenza congiunta a Olio Capitale dei migliori produttori di diversi Paesi. Trieste dal 6 al 9 marzo 2009 sarà la capitale dell’olio. I numeri di Olio Capitale: il successo di Olio Capitale si può sintetizzare nei numeri. Nell’edizione 2008 oltre 6.000 visitatori tra operatori (professionisti), ristoratori (professionisti) e pubblico (in questo caso 3.423 persone) hanno animato i 2.400 m² di aree espositive. Sono stati 163 gli espositori presenti (41 esteri e 122 italiani); 113 le etichette (di cui 6 croate, 9 spagnole, 1 israeliana, 4 slovene e 1 turca) che hanno partecipato al 2° concorso Olio Capitale che, unico in Italia, è caratte- Rivista – Gennaio 2009 La rizzato anche da una giuria popolare formata da 100 visitatori. L’Ufficio Estero della Fiera di Trieste ha organizzato 774 incontri con buyers provenienti da Austria, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Ucraina e Ungheria. Gli incontri commerciali sono stati seguti da 16 interpreti. Le degustazioni fatte negli stand, all’Oil Bar e al gazebo informativo in Piazza della Borsa per valutare l’orientamento del gusto sono state 16.000. In tutta la Regione Friuli Venezia Giulia sono stati selezionati 85 ristoranti che hanno promosso l’evento. I percorsi Tra Mare e Carso organizzati dalla Provincia di Trieste hanno avuto 100 partecipanti. La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera organizza la visita della fiera per gli operatori svizzeri del settore. PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella Postale - 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch 87 È IL MARCHIO CHE DISTINGUE LA MIGLIORE OSPITALITÀ ITALIANA. CERCATELO E TROVERETE ACCOGLIENZA DI QUALITÀ. Lo espongono alberghi, ristoranti, agriturismo, camping e stabilimenti balneari che hanno ottenuto la certificazione rilasciata dalle Camere di Commercio d’Italia. Per saperne di più cliccate su www.10q.it Il Mondo in Camera Zurich 2009 e Olio 09 Si premia l’olio extra vergine d’oliva Workshop prodotti alimentari Cremonesi, Zurigo 20 ottobre 2008 Autunno Italiano IL CONSORZIO DI TUTELA BAROLO BARBARESCO ALBA LANGHE E ROERO ENOTECA REGIONALE DEL BAROLO STRADA DEL BAROLO E GRANDI VINI DI LANGA E LA CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA PER LA SVIZZERA ’09 Invito ai Grandi Vini di Langhe e Roero HANNO IL PIACERE DI INVITARLA ALLA DEGUSTAZIONE DEI VINI BAROLO - BARBARESCO - ROERO Invito LUNEDÌ, 26 GENNAIO 2009 DALLE 13.30 ALLE 18.30 Einladung BAUR AU LAC, ZÜRICH 26.01.2009 BAUR AU LAC 8001 ZURIGO Iscrizioni e informazioni: CCIS - Seestr. 123 - 8027 Zurigo Tel. 044 259 23 23 - [email protected] DAS CONSORZIO DI TUTELA BAROLO BARBARESCO ALBA LANGHE E ROERO ENOTECA REGIONALE DEL BAROLO STRADA DEL BAROLO E GRANDI VINI DI LANGA UND DIE ITALIENISCHE HANDELSKAMMER FÜR DIE SCHWEIZ FREUEN SICH, SIE ZUR DEGUSTATION FOLGENDER WEINE EINZULADEN: BAROLO - BARBARESCO - ROERO MONTAG, 26. JANUAR 2009 - 13.30 - 18.30 UHR BAUR AU LAC - 8001 ZÜRICH BAROLO BARBARESCO... & FREUNDE ELENCO AZIENDE ESPOSITRICI ANTICA CASA VINICOLA SCARPA - NIZZA MONFERRATO - ASCHERI GIACOMO - BRA - BAVA - COCCONATO D’ASTI BEL COLLE - VERDUNO - CA’ DU RABAJA’ - BARBARESCO - CADIA DI GIACHINO BRUNO - RODDI - CAGLIERO - BAROLO CASCINA AMALIA - MONFORTE D’ALBA - CASTELLO DI VERDUNO - VERDUNO - CLERICO ALDO - MONFORTE D’ALBA ENRICO SERAFINO - CANALE - LA GANGHIJA - TREISO - LE STRETTE - NOVELLO - MARSAGLIA EMILIO - CASTELLINALDO MUSTELA - TREZZO TINELLA - NEGRETTI - LA MORRA - NEGRO ANGELO & FIGLI - MONTEU ROERO OLIVERO MARIO - RODDI - PAJANA DI SEGHESIO RENZO - MONFORTE D’ALBA - PENNA LUIGI E FIGLI - ALBA RINALDI FRANCESCO E FIGLI - ALBA - SCHIAVENZA - SERRALUNGA D’ALBA - TENUTA L’ILLUMINATA - LA MORRA VEGLIO MICHELINO & FIGLIO - DIANO D’ALBA - VIGIN - TREISO - VIETTO LUIGI - NOVELLO Il mondo in Camera International Olive Oil Award - Zurich 2009 e Olio 09 Si premia l’olio extra vergine d’oliva La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera promuove l’ottava edizione di International Olive Oil Award - Zurich 2009“ (IOOA) e Olio 2009 Premi internazionali per gli Extra Vergini di Oliva organizzati dall’Università professionale nelle scienze applicate del Canton Zurigo ZHAW, dipartimento delle scienze della vita e Facility Management (LSFM), istituto di tecnologia alimentare e delle bevande (ILGI). Questi eventi internazionali dedicati all’olio d’oliva, che si svolgono in Svizzera, rappresentano un’occasione imperdibile per gli operatori del settore, e offrono un panorama importante sul piano dell’economia e delle strategie da utilizzare per esportare e far conoscere il prodotto nel mondo. I due eventi sono così caratterizzati: - International Olive Oil Award Zurich 2009 Caratterizzazione sensoriale effettuata durante il mese di marzo 2009 da parte del panel di specialisti Swiss Olive Oil Panel (SOP) della ZHAW accreditati secondo le norme ISO 17025 nelle categorie: “leggero” - “medio” - “intenso” - Olio 2009 Preferenza sensoriale durante il mese di ottobre 2009 in occasione della fiera “Gourmesse 2009” di Zurigo con un panel di consumatori finali Rivista – Gennaio 2009 La Lo scopo delle manifestazioni è di consolidare la fiducia del consumatore nei riguardi del prodotto Olio Vergine e di incrementare la trasparenza sul mercato degli olii di oliva. Novità per il 2009 sarà la classifica interna dei Paesi partecipanti, le nazioni saranno considerate solo se rappresentate da più di 10 olii di oliva. Ad ogni paese sarà aggiudicato un premio speciale per “The best of…”. I partecipanti otterranno per un olio premiato un certificato di “Oliva d’oro” oppure “Oliva di argento” come anche l’autorizzazione di stampare sull’etichetta il logo e la dicitura sopra citata. Tale etichetta potrà essere applicata soltanto alle bottiglie originali del lotto partecipante (annata e pressura). Per la distinzione con un “Award”, il partecipante riceverà un certificato conforme. La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera promuove, cura e organizza la partecipazione degli olii italiani alle manifestazioni. Per ulteriori informazioni e per richiedere il regolamento del concorso e la scheda di partecipazione per aderire all’evento: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 Casella Postale - 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch 91 Il mondo in Camera Workshop prodotti alimentari Cremonesi, Zurigo 20 ottobre 2008 Il mercato elvetico rappresenta per l’Italia un importantissimo bacino di domanda di prodotti alimentari grazie al suo alto reddito procapite, la vicinanza geografica, la presenza di un alto numero di connazionali e il notevole potere d’acquisto dei consumatori. Le province lombarde con le loro eccellenze produttive si trovano in una posizione di naturale vantaggio per utilizzare la dinamica domanda svizzera come volano di sviluppo: la CCIS e la CCIAA d Cremona lo hanno capito ed hanno organizzato il 20 ottobre 2008 all’Hotel Baur au Lac nel cuore di Zurigo una giornata di incontri di affari tra 11 produttori cremonesi* di specialità enogastronomiche (vino, formaggi, salumi, dolciumi, salse e prodotti da forno) e circa 20 importatori alimentari svizzeri. I prodotti cremonesi hanno dimostrato di possedere un alto contenuto qualitativo e alcune aziende una notevole esperienza nei rapporti internazionali: la ricca tradizione economica e culturale dell’opulenta provincia lombarda al centro della pianura padana rappresenta sicuramente un asset da utilizzare anche per future attività promozionali su questo mercato che garantisce un ambiente economico stabile e dinamico, anche in tempi di diffusa incertezza congiunturale. - - - - - * Produttori cremonesi: - Augusto Fieschi & Co.: commercio e produzione artigianale di prodotti gastronomici come salse e 92 - mostarde e prodotti dolciari come torte, torrone, confetture e composte di frutta. Mostarda Luccini: mostarde, salse senapate e verdure in agrodolce. Reduzzi Salumi S.R.L.: salami insaccati crudi, freschi e stagionati, prodotti in maniera artigianale (salami, salsicce e pancetta). Torrefazione Vittoria: produzione e vendita di caffè. Rivoltini Alimentare Dolciaria: torroni prodotti secondo l’antica ricetta cremonese, torte di torrone, croccanti di mandorle, nocciole, noci, pistacchi e pinoli, snack bio e barrette energetiche proteiche. Manini Claudio E C. Snc: prodotti da forno, snacks, cracker e “torta sbrisolosa”. Elligi s.r.l.: prodotti da forno salati e dolci: grissini artigianali, cracker artiganali, crostini, bocconcini, torte, biscotti, lingue e altro. Grifone Azzurro: grana padano e parmigiano reggiano, altri grana, formaggi grattugiati, pecorino e fiore sardo, provolone dolce e piccante, pasta erborinata, gorgonzola. Casa del Gelato: produzione artiganale di altissima qualità per gelati e semifreddi. Vinicola Decordi SpA: vini fermi, frizzanti e spumanti, bianchi, rossi e rosati da tutta l’Italia. IMP Srl: salumi e insaccati a base di carne di altissima qualità. Rivista – Gennaio 2009 La Il mondo in Camera Autunno Italiano Un unico marchio per quattro iniziative di promozione del territorio italiano da Nord a Sud che hanno coinvolto Importatori, Tour operator e giornalisti elvetici in visita sui territori di Veneto, Molise e Calabria Campobasso, 29 – 31 Ottobre 2008, la CCIS in collaborazione con Unioncamere Molise ha realizzato il primo dei tre appuntamenti dell’iniziativa promozionale “Autunno Italiano” che ha visto e vedrà Importatori, Tour operator e giornalisti svizzeri impegnati in tre differenti aree del Paese nel corso dell’autunno. A Campobasso, dove si è svolta la prima tappa, 4 importatori di specialità agroalimentari italiane hanno incontrato 34 aziende molisane del settore alimentare presso la manifestazione fieristica “Piacere Molise” mentre due giornalisti svizzeri hanno visitato la fiera ed il territorio per metterne in risalto le eccellenze agli occhi del pubblico svizzero. Lamezia Terme, 05 – 08 Novembre 2008, la CCIS in collaborazione con il Comune di Lamezia Terme, ha realizzato il secondo dei tre appuntamenti dell’iniziativa promozionale “Autunno Italiano” che ha visto e vedrà Importatori, Tour operator e giornalisti svizzeri impegnati in tre differenti aree del Paese nel corso dell’autunno. A Lamezia Terme, dove si è svolta la seconda tappa, 4 importatori di specialità agroalimentari italiane hanno incontrato 12 aziende lametine del settore alimentare nell’ambito di una degustazione e di visite aziendali organizzate dal Comune di Lamezia e dalla CCIS mentre due Tour Opera- tor svizzeri hanno visitato 6 strutture ricettive ed il territorio lametino per valutarne la promozione sul mercato elvetico. Rovigo, 17 – 18 novembre, la CCIS, in collaborazione con il Centro Estero delle Camere di Commercio del Veneto ha realizzato l’ultimo dei tre appuntamenti dell’iniziativa promozionale “Autunno Italiano” che ha visto Importatori, Tour operator e giornalisti svizzeri impegnati in tre differenti aree del Paese nel corso dell’autunno. A Rovigo, dove si è svolta la terza tappa, 3 importatori alimentari svizzeri hanno incontrato circa 20 aziende polesane prevalentemente appartenenti ai settori ortofrutta, ittico e dolciario per poi visitare il territorio ed alcuni siti produttivi allo scopo di ricercare fornitori da inserire nella distribuzione elvetica. Vicenza, 24 – 25 novembre, la CCIS, in collaborazione con il Vicenza Qualità, ha selezionato una delegazione di 3 importatori alimentari svizzeri per la partecipazione ad una due giorni di visite aziendali ed incontri con circa 20 aziende vicentine del settore alimentare allo scopo di ricercare fornitori da inserire nella distribuzione elvetica. Alle giornate di visite e incontri hanno partecipato anche importatori provenienti da Germania e Austria selezionati dalle CCIE in loco. INCONTRO DEI DELEGATI CAMERALI A ZURIGO Fine anno di bilanci, come vuole consolidata consuetudine. Ma anche e soprattutto fine anno di programmazione, in modo particolare se l’anno che è appena iniziato è quello che festeggia I 100 anni della Camera. Con questo spirito si sono incontrati a Zurigo presso la sede della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, i delegati Camerali attivi nella Svizzera italiana e sul territorio italiano. Presenti all’incontro (da sin nella foto): il dr. Giovanni Moretti, Delegato per la Svizzera Italiana, l’Avv. Fausto Maestroni Delegato per il Veneto l’Avv. Vincenzo Falanga di Randazzo Delegato per la Svizzera Nord Occidentale il dr. Renato Vitetta Delegato per la Calabria – Console Onorario di Svizzera e l’Avv. Virgilio Golini Delegato per il Centro Italia, ricevuti dal Segretario generale della CCIS Andrea G. Lotti (terzo da sinistrta). Assetti perché trattenuti da impegni di lavoro: l’Avv. Claudio Villa, Delegato per l’Emilia Romagna e Marche, Rivista – Gennaio 2009 La l’Avv. Giovanni Cianni, Delegato per la Lombardia e Piemonte e l’Avv. Paola Vogrich Delegato per il Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. 93 Contatti Commerciali DAL MERCATO ITALIANO Offerte di merci e servizi Materiale idrotermosanitario Alea srl Via Ottaviano 82 I – 13045 Gattinara (Vercelli) Tel. 0039/0163834840 Fax 0039/0163834868 E-mail: [email protected] www.alea-italy.com Prodotti tipici calabresi Spataro & C. snc Via nazionale 85 I – 87064 Corigliano Calabro Tel. 0039/3922838888 [email protected] www.spatarogroup.com Formaggi Mulino Alimentare srl Via Fortunato Rizzi, 9/A I - 43100 Baganzola (PR) Tel. 0039/0521 60 26 11 Fax 0039/0521 60 26 91 www.mulinoalimentare.it [email protected] Camiceria di livello medio-fine Cassera Spa Via Zanica 77 I – 24126 Bergamo Tel. 0039/035317431 Fax 0039/035316829 www.cassera.it - [email protected] Abbigliamento donna Folli idee srl Via Emilia 102 I – 47900 Rimini Tel. 0039/0541743355 Fax 0039/0541742388 [email protected] www.folliidee.com Carne bovina e suina 100% naturale IMP srl Via Donatori di sangue 24 I - 46019 Cicopgnara di Viadana (MN) Tel: 0039/0375200574 Fax 0039/037542286 [email protected] - www.biopre.com Impianti meccanici SIMAC Via S. Rocco 58 I - 32030 Arten di Fonzaso (BL) ITALY Tel: 0039/0439 5082 Fax: 0039/0439 569189 E-mail: [email protected] www.simacmec.com 94 Componenti plastici ad uso medicale Bartek srl Via Cataletto 137 I - 41030 San Prospero s/S (MO) Tel. 0039/059809336 Fax 0039/0598080427 E-mail: [email protected] www.bartek.it Studi e analisi di sistemi innovativi SATE srl Via Santa Croce 664/A I - 30135 Venezia Ing. Attilio Brighenti Tel. 0039/0412757634 Fax 0039/041 2757633 [email protected] www.sate-italy.com Olio extravergine di oliva Fratelli Masturzo snc Via Aquileia 43/49 I - 80143 Napoli Tel: 0039/081283350 Fax: 0039/0815545442 [email protected] Officine meccaniche di precisione Ferraioli & C. srl Via S. Maria Area PIP 84012 Angri (SA) Dottor Giovanni Manzo Tel. 0039 0815135555 Fax 0039 0815132734 E-mail: [email protected] www.ferraioliofficine.com Olio extravergine di oliva Oleificio Valletta Via Fiume 4 I – 84131 Salerno Tel. 0039 3386366220 [email protected] Divanetti per animali Haf Italia S.a.S. Via delle Industrie 58/1 I – 33050 Pavia di Udine UD Tel: 0039/0432655340 Fax: 0039/0432655568 E-mail: [email protected] www.hafitalia.com Prodotti bioselvatici Signor Vito Simini I - 85010 Banzi (PZ) Tel: 0039/03771077707 E-mail: [email protected] Prodotti cosmetici FRANCIACORTA SPA srl Via Seradina, 13 I - 25040 Cortefranca (BS) Tel. e Fax 0039/0309884023 [email protected] www.essecosmetics.com Richieste di ricerca agenti-rappresentanti • Affermata azienda italiana specializzata nella produzione di abbigliamento Sportwear/Casualwear, presente a livello nazionale ed europeo, auspica l’ingresso nell’inesplorato mercato elvetico con il suo noto brand “CANADIENS”, rafforzando così la sua presenza in Europa.Per tale ragione è alla ricerca di agenti e rappresentanti svizzeri, presenti nel settore dell’abbigliamento, che siano attenti alla qualità e che siano interessati alla commercializzazione dei prodotti “CANADIENS”. • la società CREAMODA (provincia di Lecco, Italia) specializzata nella produzione di materiali tessili ad uso preventivo contro l’elettrosmog. La gamma di prodotti offerti ha origine da un sottilissimo filo in lega metallica capace di “fermare” le onde elettromagnetiche e comprende tessuti schermanti ad uso edilizio, custodie per cellulari e abbigliamento schermante uomo/donna Il Gruppo Creamoda gradirebbe entrare in rapporti d’affari con : distributori e importatori di abbigliamento professionale/ medico, costruttori di bioedilizia oppure distributori di accessori per cellulari. • La società Alpgate è specializzata nella produzione di cancelli automatici e portoni scorrevoli in acciaio per impianti industriali e magazzini. Il telaio in acciaio zincato da 2mm con verniciatura a polvere, la guida superiore di 5mm/160mm e il tamponamento disponibile in vetro isolato, pannello o legno sono sinonimi di grande affidabilità, robustezza e di un design tipico made in Italy apprezzato in tutto il mondo. La Alpgate gradirebbe entrare in rapporti d’affari con distributori o rivenditori del settore interessati ad ampliare la propria offerta con prodotti di sicura qualità ed affidabilità. Inoltre Alpgate fornisce la possibilità di corsi di formazione e schulung Rivista – Gennaio 2009 La Contatti Commerciali per i distributori interessati ad una partnership. • La società Blutech srl è specializzata nella produzione di maniglioni in acciaio e ceramica e corrimani e seggiolini in acciaio e ceramica utilizzati come ausilio per le persone disabili. I rivestimenti in materiali anticorrosivi ed in nylon permettono a questi prodotti di essere molto più confortevoli e resistenti dei prodotti standard e ciononostante ad un prezzo contenuto. La Blutech srl gradirebbe entrare in rapporti d’affari con grossisti di prodotti idrotermosanitari, ospedali o case di riposo interessati all’acquisto dei propri prodotti. • La società Cariboni Spa è specializzata nella produzione di conduttori in rame di corrente elettrica per l’alimentazione di gru ed altri mezzi mobili per lo spostamento di merci. Il prodotto di punta è ATOLLO, la linea di contatto elettrica certificata LOVAG, considerato la migliore linea elettrica di alimentazione per gru’ ed altri mezzi mobili con portata continuativa fino ad 200 A che grazie alla guaina in PVC offre le caratteristiche di maggior sicurezza antinfortunistica rispetto agli altri prodotti. La Cariboni Spa gradirebbe entrare in rapporti d’affari con produttori di carri ponte e rivenditori di materiale elettrico del settore della power trasmission interessati all’acquisto dei propri prodotti. Per le richieste di cui sopra rivolgersi a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123 casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044/289 23 23 Fax 044/201 53 57 [email protected] - www.ccis.ch DAL MERCATO SVIZZERO Ricerca di merci e servizi Polvere per gelato Romain Fasel Rte de Villars 38 1700 Friburgo Tel 0041/764681956 Fonderie d’arte Manesta Case postale 1 1468 Cheyres Tel. 0041/79 22 55 886 E-Mail: [email protected] www.manesta.ch Cappelli e berretti Hüetliberg GmbH Tannbergstrasse 3 6214 Schenkon Alexandra Lyner Tel. 0041/419333418 Fax 0041/419221314 E-mail: [email protected] www.huetliberg.ch OFFERTE IMMOBILIARI 1) Abbiategrasso (MI): Country Club con appartamenti, villette a schiera, maneggio e scuderie (sup. tot. mq. 4.214). € 10.000.000,00 (molto trattabili). Possibilità di edificare un complesso abitativo stile “Milano 3”. 2) Cagliari: complesso turistico-alberghiero composto da un hotel ed un residence (mq. 20.134 + parcheggio e giardino). € 97.000.000,00 3) Castell’Arquato (PC): abitazione (mq. 620 + mq. 150 di terrazzo) con terreno (mq. 2.600). € 1.000.000,00 (trattabili). 4) Catania: albergo in due corpi con piscina e parco auto di mq. 1.000. € 7.000.000,00. 5) Fra le Province di Cremona e Piacenza: relais (fabbricato mq. 1.800 + mq. 2.100 di porticato + mq. 3.100 di area piscina + mq. 4.100 di area ingresso e Rivista – Gennaio 2009 La Bandiere Aluart AG Gewerbe 2 6025 Neudorf Tel. 0041/419321933 Fax 0041/419321938 [email protected] - www.aluart.ch Caraffe in vetro Antoine Paidoussis Av. Cardinal Mermillod 36 1227 Carouge GE Tel. 0041/228271597 E-mail: [email protected] Richieste di ricerca agenti-rappresentanti • Azienda svizzera dinamica a conduzione famigliare produttrice di prodotti in materiale espanso per il riposo (cuscini ergonomici, materassi, per ufficio ecc.) di media e alta qualità tutto rigorosamente “Made in Switzerland” è alla ricerca per il mercato italiano di agenti/rappresentanti, importatori interessati ad introdurre tali prodotti sul territorio italiano. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123 casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044/289 23 23 Fax 044/201 53 57 [email protected], www.ccis.ch laghetto + mq. 12.400 di area parcheggio esterna). 6) Croazia: albergo con casinò (mq. 60.000 sup. coperta + mq. 30.000 di area circostante + porticciolo con 80 posti yacht). € 155.000.000,00. 7) Padova: albergo con piscina termale (mq. 3.360; struttura termale mq. 10.000). € 7.200.000,00. 8) Santo Domingo: catena alberghiera composta da 8 villaggi vacanze. $ 390.000.000,00. 9) Siena: albergo in dimora nobiliare dell’800 (mq. 2.400), all’interno d’un parco di mq. 30.000. € 13.500.000,00. Per informazioni: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Sig. Luigi Palma Seestrasse 123 - CP - CH-8027 Zurigo Tel. 0041/44/289 23 29 - Fax 0041/44/201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch 95 Attività e Servizi Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro: • Ricerche su banche dati di produttori e/o importatori dAuoi seguenti Paesi: Italia e Svizzera • Collegamenti online per visure, protesti, bilanci, statistiche ecc. • Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti • Ricerca e mediazione di rappresentanti, agenti e distributori • Organizzazione di incontri tra operatori, con l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato • Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali Pubblicazioni • Recupero crediti in Svizzera • Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione della Camera Arbitrale della CCIS • Compra-vendita di beni immobili in Italia • Costituzione di società affiliate di imprese estere in Italia • Servizi camerali • Das neue italienische Gesellschaftsrecht • ”La Rivista“ periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno) • Calendario delle Fiere italiane • Annuario Soci • Indicatori utili Italia-Svizzera • Facilitazioni per i Soci Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 289 23 23, • Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani, nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche • Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto commerciale, societario e fiscale • Assistenza e consulenza in materia doganale • Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere • Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento di brevetti • Azioni promozionali e di direct marketing • Arbitrato internazionale • Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insiediamenti in Svizzera ed in Italia • Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità • Traduzioni • Viaggi di Studio • Certificato di Italiano Com- merciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma • Swiss Desk Porti italiani • La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere Fax ++41(0)44 201 53 57 http://www.ccis.ch, e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1 Tel. ++41(0)22 906 85 95, Fax ++41(0)22 906 85 99 e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 Tagliando d’abbonamento Nome ...................................................................................................... Cognome ................................................................................................. Indirizzo .................................................................................................. Tel. .................................... e-mail ....................................................... Intendo sottoscrivere un abbonamento annuo (11 copie) a La Rivista al costo di 60CHF (estero: 50 euro) Data e firma ............................................................................................ Ritagliare ed inviare a: La Rivista, Seestrasse 123, Postfach, 8027 Zurigo Oppure inviare un e-mail a: [email protected]