UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SASSARI FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA Corso di Laurea in Filosofia Oltre l’Homo technologicus: l’evoluzione della conoscenza nel cyberspazio. Relatore: Prof. Sebastiano Ghisu Correlatore: Prof. Carmelo Meazza Tesi di laurea: Rossella Mascolo ANNO ACCADEMICO 2003-2004 1 Oltre l’Homo technologicus: l’evoluzione della conoscenza nel cyberspazio. Πάντες ̉άνθρωποι του̃ ει̉δέναι ο̉ρέγονται φύσει. Tutti gli uomini per natura tendono al sapere. Aristotele 2000 Con uno sguardo abbracciamo il mondo. R. M. Foto Bruno Manunza 2 Oltre l’Homo technologicus: l’evoluzione della conoscenza nel cyberspazio. Perché Internet? Avevo bisogno di spaziare, di correre liberamente da un settore del sapere ad un altro, essendo in un certo qual modo autorizzata a farlo. Internet, nella mia visione forse utopica di un mondo migliore, sembra dar ali alla fantasia, come farfalle scintillanti in un cielo di elettroni, dove la nostra mente si unisce a quella degli altri in una noosfera che abbraccia il mondo intero. Foto Bruno Manunza 3 Oltre l’Homo technologicus: l’evoluzione della conoscenza nel cyberspazio. Homo technologicus in un duplice senso: coevoluzione fra l’Homo sapiens e le sue tecnologie; trasformazione dell’Homo sapiens, il Mister Hyde dei nostri tempi, manipolatore del pianeta e della vita, dalla Rivoluzione Industriale e ancor prima da quella Scientifica. La sopravvivenza stessa sulla nostra e della nostra Terra lo esige: andare “oltre” l’ Homo technologicus, usando gli stessi strumenti che la sua inventiva ci mette a disposizione, per mutarlo in Homo planetarius e riappacificarlo col pianeta (Commoner 1990). Foto Bruno Manunza 4 Oltre l’Homo technologicus: l’evoluzione della conoscenza nel cyberspazio. Anche “l’evoluzione della conoscenza nel cyberspazio” si presta a più interpretazioni. Ogni agire è legato al conoscere e il conoscere è agire e retroagire nel sistema fisico e valoriale che costituisce il mondo percepito e l’intero sistema si evolve, mutando continuamento il suo assetto. In quelle interazioni la mente si modifica, in un’evoluzione di tipo lamarkiano, o anche in qualche modo di tipo darwiniano, con modificazioni dei geni codificanti la struttura del nostro cervello-mente. Nel cyberspazio, che dalla Rete si sviluppa, l’essere umano trova una nuova dimensione vitale e conoscitiva che apre orizzonti infiniti. Foto Bruno Manunza 5 Qualche considerazione sull’intelaiatura concettuale del mio lavoro: Visione sistemica derivante dalla mia formazione in campo ecologico. Sono una sostenitrice dell’evoluzionismo: nel suo ambito le concezioni non sono tutte uguali. Con Stephen Jay Gould (1997), l’evoluzione non è una grande epopea che si conclude con la comparsa già prevista dell’uomo dominatore del creato. Al contrario, comprendendo di essere inseriti, con tutti i nostri diritti, ma anche con tutti i nostri doveri, in un delicato equilibrio naturale che, per il fatto stesso di vivere, si evolve nel complesso continuamente, dovremmo essere portati a rinunciare al nostro scranno di regnanti e a scendere al livello di tutte gli altri esseri del creato, con i quali convivere pacificamente, pur consapevoli del notevole livello di complessità che la casualità evolutiva ci ha donato. Foto Bruno Manunza 6 La mia “filosofia” Fenomenologia, per il suo senso di apertura verso la conoscenza, come ricerca infinita, per il suo modo di costruire il senso della nostra esistenza nell’orizzonte dell’interrelazione con l’Altro, umano o non umano, vivente o non vivente, per il suo superamento del dualismo di cartesiana memoria; Costruttivismo radicale, di Ernst Von Glasersfeld (2004) o neurofenomenologia di Francisco Varela (1992), come strumenti ideali da usare per intraprendere l’avventura della conoscenza; Filosofia della complessità, logica conseguenza, quella di Morin, Bateson, Maturana e lo stesso Varela, Longo, Lévy e numerosi altri studiosi di vario tipo. Se poi traspare dalle mie parole il sentimento, il mio pensiero corre a Paul K. Feyerabend, che potrei citare per vari motivi, ma qui mi piace ricordarlo per l’insistenza con la quale afferma quanto sia importante la passione per tutte le attività umane: “Ecco ciò che vorrei, che a sopravvivere non fosse niente di intellettuale, solo amore”. PKF Foto Bruno Manunza 7 Mente e cervello tra filosofia e biologia Senza il soggetto conoscente, senza la sua interazione con il mondo, è impossibile qualsiasi conoscenza Principali sviluppi storici: da una concezione nettamente dualistica, risalente alle cartesiane res cogitans e res extensa; ad una monistica, con gli idealisti e il concetto di un Io che assolutizza a sé ogni aspetto del mondo conosciuto, non compatibile con la ricerca scientifica; fino al pensiero di tutti coloro che, filosofi e scienziati, pur considerando l’essere umano e gli altri animali nella loro globalità, come un tutt’uno di mente e corpo, ne danno diverse spiegazioni (I. A. e Reti neurali, logica “Fuzzy”, teorie di studiosi della mente, ad es. di Gerald M Edelman, e soprattutto dei costruttivisti e del neurofenomenologo Francisco Varela). Con Merleau-Ponty, noto per aver superato qualsiasi dualismo fra scienze della natura e scienze dello spirito: “La più importante acquisizione della fenomenologia consiste certo nell’aver congiunto l’estremo soggettivismo e l’estremo oggettivismo nella sua nozione del mondo o della 8 Foto Bruno Manunza razionalità” Storia evolutiva del genere Homo l’evoluzione delle capacità cognitive umane. Le tecnologie della comunicazione modificano l’Homo sapiens: coevoluzione specie umana-tecnologia del sapere (epoca dell’oralità, civiltà chirografica, cultura tipografica, fino alla cosiddetta “Technopoly”, la cultura dei media elettrici). Tecnica e tecnologia, attraverso il mondo dell’informazione e della semiotica, intesa anch’essa in modo globale, con Sebeok (1998a). Come proclama allarmato Anders (2003a), il “«dislivello prometeico» l’asincronizzazione ogni giorno crescente tra l’uomo e il mondo dei suoi prodotti” tende ad aumentare sempre di più, rendendo l’uomo schiavo delle macchine da lui costruite. Il discorso si fa diverso se si pensa all’influenza delle nuove macchine informatiche nei processi cognitivi, sensomotori e psicologici che vengono integrati, potenziati ed estesi dalle nuove tecnologie, tanto da poter parlare di una vera e propria “Tecnologia cognitiva”. Parallelo fra l’evoluzione delle strutture mentali e la storia del pensiero scientifico. Foto Bruno Manunza 9 L’epistemologia del cyberspazio Evoluzione socio-culturale fino al momento attuale, alla grande diffusione di Internet e del World Wide Web. La storia di Internet, frutto di collaborazione comunitaria più che di esigenze di tipo militare. Tra ipertestualità e ipermedialità, nello spazio già virtuale della metafora, seguendo la struttura della rete, anche nel mondo del sapere. Cyberspazio: dal nome tratto da un libro di fantascienza, nel nuovo spazio comunicativo si trasformano la percezione del mondo, ma anche l’integrità dell’Io, che ne esce catarticamente potenziato. Il virtuale apre le porte al fantastico, al di là della razionalità, ci fa viaggiare in una nuova dimensione dello spazio-tempo, che sembra continuare i paradossi di Einstein. Ma il Web deve essere davvero per tutti per diventare terreno di comunicazione globale e democratica. Breve viaggio fra gli “apocalittici” e gli “integrati”, seguendo l’ironica definizione di Eco (2001), in realtà due facce della stessa medaglia. Foto Bruno Manunza 10 Oltre l’Homo technologicus, l’Homo planetarius fa pace col pianeta Nel cyberspazio è possibile attuare una visione sistemica del mondo, una “epistemologia del confine”: “Le recinzioni accolgono gli animali addomesticati, marchiati, selezionati. Le frontiere ostacolano il passaggio dei nomadi, interrompono le linee di erranza […] innalzano barriere intorno al sapere” (Lévy 2002). Tutto ciò non potrebbe verificarsi nell’ipercorteccia planetaria dell’intelligenza collettiva, che è “l’arte di far vivere collettivi intelligenti e di valorizzare al massimo la diversità delle qualità umane […] L’altro non è più un’entità spaventosa e minacciosa […]. Egli rappresenta una possibile fonte di arricchimento per la mia conoscenza.” (Lévy 2002). Forse allora, sarà possibile instaurare con tutti i popoli del mondo, finalmente rispettati nella loro alterità, un dialogo senza fine, in una realtà mutevole in cui si dissolve e si riforma leggero il concetto di identità che, accogliendo in sé parte di quella di chiunque Altro noi incontriamo sul nostro cammino, perde quella rigidità che è da sempre fonte di odio e discordia fra le genti. Foto Bruno Manunza 11 Oltre l’Homo technologicus, l’Homo planetarius fa pace col pianeta Forse sarà possibile far proseguire l’avventura della specie umana, salvandola dalla minaccia dell’autodistruzione, nella coscienza di una Terra-Patria, “in virtù dell’accesso alla cittadinanza terrestre in una comunità planetaria” (Morin 2001a). E in questo voglio credere. Sarà forse come un messaggio di speranza lanciato nel cyberspazio, dove: “i messaggi […] interagiscono e si chiamano da un capo all’altro di una superficie continua deterritorializzata [e] i membri dei collettivi […] comunicano trasversalmente, reciprocamente, al di là delle categorie, piegando e ripiegando, cucendo e ricucendo, complicando a piacere il grande tessuto metamorfico delle città pacifiche” (Lévy 2002). Foto Bruno Manunza 12