VENETO: WELFARE DOMANI
Politiche di sostegno alla non
autosufficienza
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WELFARE
Il WELFARE definisce un ’ insieme di
interventi
pubblici
connessi
al
processo di modernizzazione i quali
forniscono PROTEZIONE sotto forma
di ASSISTENZA, ASSICURAZIONE E
SICUREZZA SOCIALE, introducendo
specifici DIRITTI SOCIALI e specifici
DOVERI
DI
CONTRIBUZIONE
FINANZIARIA
(Ferrera, 1993).
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Anziani Italia
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Ultra 65enni Italia 12,3 milioni
Non autosufficienti 1,8 milioni
1,4 milioni beneficiari di indennità di
accompagnamento
980 mila seguiti da assistente familiare
410 mila utenti ADI
220 mila ospiti di strutture residenziali
230 mila sono utenti SAD
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Popolazione del VENETO
(cens.2011)
4.857.210 unità
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 51,3% di sesso femminile
 Ultra65enni: 20,6% della popolazione
 Ultra75enni: 10% della popolazione
 Ultra85enni: 2,7% della popolazione
 Indice di vecchiaia: 144,5
 Indice di dipendenza: 31,62
Concentrazione ultra65enni nel bellunese e nel
rodigino
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Proiezione demografica Veneto
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Invecchiamento come problema
Le analisi si concentrano:
sui costi sanitari e sociali e sull’incremento della
domanda di cure di lungo periodo.
Il dibattito si orienta sulle modalità
per far fronte a tali problemi:




continuità assistenziale ospedale-territorio,
integrazione socio sanitaria,
sostegno al lavoro di cura famigliare,
governo dei costi.
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Aspettativa di vita
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Dal 1991 al 2011 è passata:
da 81,5 a 85 aa
per le donne
da 74 a 79 aa
per gli uomini
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Partecipazione attiva della popolazione
anziana alle dinamiche economiche e ai
consumi
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età
Reddito pro
capite
Consumi
equivalenti
€
8.556,00
€ 12.523,00
da 18 a 34
€ 11.607,00
€ 13.028,00
da 35 a 44
€ 12.267,00
€ 13.864,00
da 45 a 54
€ 13.286,00
€ 14.116,00
da 55 a 64
€ 16.303,00
€ 15.570,00
65 e oltre
€ 15.651,00
€ 14.335,00
Fino a 18 anni
Fonte: Elaborazioni Fondazione Zancan - Dati pubblicati da Banca d’Italia
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Correlazione fra età anagrafica
e utilizzo di risorse socio sanit.
Fonte: Istat 2007
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Il sistema è a rischio di sostenibilità
principalmente a causa di:
longevità
e
basso
ricambio
generazionale,
che
sbilancia
il
rapporto fra attivi e non attivi,
pressione sulla sanità per le malattie
cronico degenerative,
crescita della non autosufficienza,
aspirazione diffusa allo “ stare in
salute ” orientata al consumo di
prestazioni sanitarie sempre più
costose.
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Caratteristiche della famiglia veneta
oggi
 E’ rilevante la presenza di coppie di anziani.
L ’ assolvimento dei compiti di cura per non
autosufficienza di uno dei due membri della coppia
ricade su una persona anziana (33% dei casi Indagine
multi scopo Istat).
 Aumenta l'incidenza delle famiglie mono persona.
Soprattutto per quanto riguarda le donne.
 Cresce anche la quota dei membri aggregati.
Anziani che vivono nella famiglia del figlio coniugato,
questa situazione ha chiare ricadute anche sui processi
di riproduzione sociale ed in particolare sul lavoro di
cura, (insieme di attività che una persona valida compie
per aiutare nelle necessità quotidiane un bambino, un
malato, una persona fragile).
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Welfare Famigliare
•
•
•
•
E’ stimato che circa il 75-80%
delle cure per la salute degli
anziani è erogato nell’ambito
della famiglia allargata con:
sostegno economico,
cura fisica,
supporto psicologico e relazionale,
acquisto di prestazioni private.
Solo secondariamente, per l’erogazione,
si ricorre alla rete dei servizi pubblici.
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Non autosufficienza
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La famiglia veneta
• Alta cultura della domiciliarietà.
• Alto senso del “prendersi cura”.
• Forte domanda di supporti (economici, servizi di
supporto e di sollievo, gruppi di mutuo aiuto) e di
prestazioni sanitarie accessibili e appropriate ai bisogni di
cura.
• Le soluzioni fin qui proposte dalla rete territoriale dei
servizi (assegni di cura, assistenza domiciliare, ADI,
Centri Diurni) alternative all’istituzionalizzazione, non
rispondono a tutti i bisogni che necessitano spesso di
risposte tempestive, di una presenza e di un lavoro di cura
continuativo per molte ore al giorno.
• L’ospedale è sempre più vissuto come una fortezza da
conquistare.
• Le strutture residenziali sono viste come soluzione
estrema, in presenza di situazioni non reversibili.
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L’assistenza domiciliare privata
• La non autosufficienza nel Veneto costa:
2,9 miliardi complessivi
1,3 miliardi - 45% alle famiglie,
1,6 miliardi il pubblico
• La maggior spesa per le famiglie è per
assistenti domiciliari, singoli operatori
a pagamento su richiesta degli anziani (o
delle famiglie).
• Nel veneto 33.000 le badanti regolari
(2011) da da 32mila a 62 mila le non
regolari
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Le domande dei familiari
essere aiutati a portare il carico
dell’assistenza (la famiglia è il soggetto centrale, spesso unico,
della cura, assistenza, sostegno psicologico e tutela del malato),
 informazioni tempestive, semplici e chiare,
 percorsi assistenziali adeguati, aiuti concreti,
 persone di riferimento certe,
 supporto economico,
 accessibilità ed adeguatezza d’interventi di
sollievo,
 ricoveri temporanei e centri di assistenza
diurna per il paziente,
 sostituzioni a tempo del curante.
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Interazione fra n.a. e società
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Rete formale-linee di evoluzione
Privilegiare il territorio
• Intervenire secondo il principio
dell’appropriatezza clinica ed
organizzativa.
• La sussidiarietà delle forme
d’intervento.
• Valorizzare le risorse e le
sperimentazioni che nel territorio si
esprimono.
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La rete formale: linee di evoluzione
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Novità introdotte dal Piano Socio
Sanitario 2012-16- Veneto
• Distretto come gestore della filiera dell’assistenza
territoriale.
• Medicine di gruppo integrate, le AFT.
(Aggregazioni Funzionali Territoriali) come parte
essenziale dell’attività distrettuale.
• Strutture di ricovero intermedie
Ospedali di Comunità, Unità Riabilitative
Territoriali, Hospice
• Centrali Operative Territoriali.
• I Centri di Servizio Residenziali.
• Il Sistema Informativo Integrato.
• ….
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Le strutture residenziali socio
sanitarie (PSSR 2012-16)
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• Sono un punto fondamentale della rete socio
sanitaria: da una parte interagiscono con il
sistema ospedaliero e dall’altra integrano il
sistema della domiciliarietà.
- Strutture a ciclo continuativo a carattere
temporaneo l’Hospice, la Sezione Alta Protezione
Alzheimer, l’Ospedale di Comunità (o struttura
intermedia), i posti temporanei o di modulo
sollievo, i Centri Diurni per persone non autosuf.
- Strutture a ciclo continuativo a carattere
definitivo (Centri di Servizio con unità di offerta
di ridotta/minima e media intensità assistenziale,
le , Sezioni di Stato Vegetativo Permanente)
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I Centri di Servizio Residenziali
• Programmazione regionale DGR
190/2011 (assegnazione posti letto strutture
extraospedaliere);
• Fabbisogno di posti letto per anziani
non autosufficienti  27.244;
• Impegnative complessive  25.200;
• Posti letto per religiosi 816.
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Considerazione
• L’indennità di accompagnamento
non distingue:
 diversi livelli di autosufficienza,
 diversa disponibilità economica/patrimonio.
• Alla assistente domiciliare si è
sempre meno in grado di accedere.
• I criteri di accesso ai servizi
territoriali sono molto eterogenei.
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Proposta
• Una “dote personale” quale LEA garantito a
tutti i non autosufficienti, che copra un insieme
di prestazioni sociosanitarie, sociali e tutelari,
definita per valore economico, qualità e durata.
• Che sostenga la domiciliarietà e il ricovero in
residenza.
• Comprende l’indennità di accompagnamento e
le varie prestazioni di assistenza.
• Supera l’attuale indennità di accompagnamento
(che non è graduata per intensità di bisogno e
non ha vincolo di utilizzo o rendicontazione).
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Ipotesi assunte
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1. Una platea superiore all’indennità di
accompagnamento, pari al 13% degli over 65enni
(1,6 milioni di anziani).
2. Importi graduati in base al grado di non
autosufficienza e una maggiorazione per gli anziani
“poveri”.
3. Possibilità di scelta tra trasferimenti monetari e
voucher per l’acquisto di servizi accreditati, con
incentivo verso i secondi.
4. Una misura decentrata, collegata al sistema dei
servizi territoriali, con una presa in carico
sociosanitaria (Commissioni ASL).
5. Disponibilità di spesa invariata, sociale e
sociosanitaria.
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Due sistemi a confronto
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Grazie per l’attenzione
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