Scenari di Welfare e
Ruolo del Terzo Settore
Giussani Alessandro
30 ottobre 2010
Federazione Regionale Lombarda Società S. Vincenzo de Paoli
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Da affrontare con alcune premesse…(per me !)
• VERITA’
• GIUSTIZIA
• SPERANZA
• FRAGILITA’
• TRASCENDENZA
• INCONTRO
• FAMIGLIA
• ……………………..
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Da affrontare con alcune premesse…(per me !)
• VERITA’
“a) la carità della cultura: Nella trilogia della carità, quella della cultura assume in lui
un ruolo prioritario, soprattutto perché vive l’ansia di svelare la verità dell’uomo
all’uomo: una illuminazione che in maniera piena è possibile solo nel
cristianesimo….” (sussidio formativo 2010 p.33)
• GIUSTIZIA
“Le nostre chiese locali stanno crescendo nel senso della responsabilità verso i
poveri, se ne sentono garanti e difensori? […] Al di là delle nostre parole e anche della
nostra buona fede, tra i poveri e l’evangelizzazione ci sta un abisso: io sto bene, il
povero è uno che non sta bene; io ho delle sicurezze, il povero è uno che non ha
sicurezze; io ho delle prospettive, lui non ne ha; io ho delle speranze per il domani, lui
non ne ha; io sono rispettato, lui non lo è; io ho un po’ di potere, conto qualcosa, lui
non ha potere, lui non conta niente. Se non si colma questo abisso, non è possibile
l’evangelizzazione. Dio, per colmare l’abisso esistente tra Lui e l’uomo, si è fatto
uomo; Gesù Cristo, per evangelizzare i poveri, si è fatto povero: altrimenti ci sarebbe
stata incomunicabilità tra l’uomo e Dio.” (sussidio formativo 2010 p. 25 e 27)
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Da affrontare con alcune premesse…(per me !)
• SPERANZA
“La settima è la parola speranza. Sant'Agostino ha scritto: «La speranza ha due bei
figli: la rabbia ed il coraggio. La rabbia nel vedere come vanno le cose, il coraggio di
vedere come potrebbero andare». Dobbiamo animare la speranza di rabbia e di
coraggio. Il sentimento dell'ingiustizia per ciò che vediamo deve tradursi in un fare di
più e di meglio, in una maggiore responsabilità e corresponsabilità.” (Don L. Ciotti.
Settembre 2010)
• FRAGILITA’
Come paradigma antropologico a fondamento delle nostre relazioni
• TRASCENDENZA / VIGILANZA
“Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei
giorni che precedettero il diluvio mangiavano, bevevano, prendevano moglie e marito,
fino a quando Noé entro nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e
inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo.” (Lc. 17,26-27)
Presi totalmente nelle cose della vita non si rendevano conto e non rendevano conto
delle “ragioni” della vita.
I nostri “servizi” quali “ragioni-speranze.possibilità” fanno intravedere ?
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Da affrontare con alcune premesse…(per me !)
• INCONTRO
I servizi alla persona sono una prossimità “attivante” la possibilità di accogliersi ed
accogliere dell’altro
• FAMIGLIA
La “famiglia” con le sue solitudini, le sue povertà, le sue fatiche oggi è un “volto di
Cristo” da incontrare.
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Il welfare state
Stato sociale (stato di benessere tradotto letteralmente dall’inglese)
•E’ un insieme di norme, interventi e istituzioni pubbliche che nel
Novecento furono adottate in vari paesi
•in prima istanza per eliminare le disuguaglianze sociali ed economiche
fra i cittadini connesse al processo di modernizzazione
•aiutando in particolar modo i ceti meno benestanti,
•ma anche per fornire servizi e garantire diritti considerati essenziali per
un tenore di vita accettabile: assistenza sanitaria, la casa, l’occupazione
e l’idennità di disoccupazione, gli assegni familiari, la assistenza
personale e famigliare, la pubblica istruzione, l’accesso a risorse
culturali, l’assicurazione rispetto alla malattia, alla invalidità, alla
vecchiaia e alla non autosufficienza, la difesa dell’ambiente naturale….
ritenuti tutti obiettivi primari dello stato
•introducendo fra l'altro specifici diritti sociali nel caso di eventi
prestabiliti, nonché specifici doveri di contribuzione finanziaria
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Evoluzione sistemi di welfare
In principio era il “non-profit”
Stato assistenziale: interventi sulle grandi povertà come
forma di controllo sociale
Welfare State: interventi pubblici di protezione e sicurezza
sociale (Assicurazioni x salute, lavoro, anzianità – Servizi)
Welfare mix
Social State: La coniugazione di benessere, cittadinanza
sociale (autonomia e autosufficienza) e coesione sociale (diritti e
doveri)
Welfare comunity: “Vita buona nella società attiva”
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In principio ….il non-profit
Una moltitudine di realtà…”imprenditive”…
(alcune fin dal ‘400)
Società di Mutuo Soccorso
Famiglia patriarcale
(condivisione)
Opere Pie
(sussidi e servizi)
Confraternite e Società
“religiose” (indigenza)
1880 – 22.000
Monte dei Paschi
(accesso al credito “a breve”)
Mutualismo tra lavoratori a tutela
per la vecchiaia, disoccupazione,
malattia, infortunio, decesso
Da professionali a territoriali !!!
1878 – 4.200
Casse di
Risparmio
(patrimonializzare)
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Idee e pratiche di sussidiarietà orizzontale
richiama funzione del “privato” (proprietà privata, talenti privati,
patrimoni privati, impegni privati, organizzazioni economiche e sociali
private) che, è quella di concorrere alla produzione di beni comuni, di
partecipazione, di interdipendenza anche come antidoto ad una
privatezza indipendente dalle altre persone e dal “valore-persona”.
una sussidiarietà che supera il concetto ottocentesco di sussidio (di
assistenza, di beneficienza o anche di mutualità corporativa) per
assumere
quello
di
costruzione
di
relazioni
“non
indipendentemente” dal valore della persona: la persona che sta
vicino, le persone che fanno famiglia, che insieme diventano
associazioni, che costruiscono la città.
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Stato - mercato
Il terzo settore interrompe il meccanismo basato sul
binomio Stato-Mercato
Fino ad anni Settanta inoltrati era
radicata la convinzione che:
Il benessere economico e sociale potesse essere raggiunto
esclusivamente dall’azione congiunta di Stato e Mercato
Il Mercato come meccanismo
che regola gli scambi di beni e
servizi
Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
Lo Stato che ha il compito di porre
rimedio alle disuguaglianze lasciate dal
Mercato secondo due principi:
-Universalità (a tutti i cittadini, rompendo
il binomio lavoro - copertura assicurativa)
-Onnicomprensività: estensione
assicurativa ad una pluralità di rischi
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Quando emerge il binomio Stato-mercato?
In due passaggi:
Germania di Bismarck: tra il 1883 e il 1889 viene
introdotta l’assicurazione sociale obbligatoria per i
lavoratori e i propri famigliari, contro il rischio di
infortunio, malattia e vecchiaia.
Piano Beveridge 1942: edificazione del welfare
state per estendere a tutti i cittadini – compresi i
non lavoratori – la copertura contro ogni avversità
della vita.
Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
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Welfare State
Lo Stato diventa il regista principale per
ridurre le disuguaglianze (create dal
mercato), per eliminare gli squilibri, per
acquietare le tensioni sociali, per aspirare a
migliori livelli di efficienza e per consentire
una riqualificazione urbana
Anni ’60
il centro-sinistra
Quali strumenti adotta lo Stato per perseguire i suoi obiettivi?
 Avvia una “politica di
piano”: la programmazione
economica (Piano
Pieraccini, Piano Giolitti)
Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
 attua un prelievo fiscale
più equo: imposta sugli utili
delle Spa (provvedimento
fallimentare)
 nel 1962 vara la legge sulla
nazionalizzazione dell’industria
elettrica (nasce l’ENEL)
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1° substrato culturale
…(Impresa Sociale di Comunità – F. Zandonai)
Ci sono tre grandi SUBSTRATI CULTURALI all’origine dei sistemi di
welfare e quindi anche responsabili delle linee-guida della innovazione
possibile:
1° SUBSTRATO: LA GRANDE TRADIZIONE DEL WELFARE STATE
Intesa nel complesso degli strumenti di welfare
Su base statutale
3 parole chiave:
• Universalistico: (diritto in quanto cittadini = tutti i cittadini hanno un certo
diritto. Es. più evidente la pensione)
• Pubblico: (lo stato non è solo regolatore ma anche gestore)
• Redistributivo
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
Gli anni Sessanta, sono anche:
anni di trasformazione sociale, culturale, economica e politica
Chiesa: il 9 ottobre 1958 muore
Papa Pio XII (e con lui una visione
aristocratica della società, e della
chiesa, che anche nel dopoguerra
aveva conservato tratti
gerarchizzanti)
Politico-culturale: il Sessantotto, e le
contestazioni di piazza e all’Università
Gli succede Papa Giovanni
XXIII, il Papa del Concilio
Vaticano II
Cambiamento di carattere
culturale
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
Cambia la musica
Cambia il modo
di vestire
Gli anni delle aspirazioni
possibili, di un domani
migliore
TRASFORMAZIONE
CULTURALE
Emancipazione
dei giovani e
delle donne
L’accesso all’Università è
garantito non più solo ai
figli della classe borghese
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
Negli anni Settanta il contesto socio-economico cambia in negativo:
autunno caldo 1969 – due shock petroliferi del 1973 e del 1979:
inflazione + disoccupazione = stagflazione
In questo clima si hanno profondi cambiamenti:
a) disoccupazione che colpisce soprattutto due fasce estreme
del mercato del lavoro:
- soggetti, prossimi alla pensione, espulsi dai processi di
ristrutturazione aziendale;
- giovani, in particolare donne, in cerca di prima occupazione.
b) Trasformazione epocale della società:
-da un modello di tipo fordista si passa ad uno postindustriale;
-si parla di «terziarizzazione», che porta ad un aumento della
domanda di servizi a scapito di quella di beni durevoli;
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(Continua)
Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
Negli anni Settanta il contesto socio-economico cambia in negativo:
autunno caldo 1969 – due shock petroliferi del 1973 e del 1979:
inflazione + disoccupazione = stagflazione
(Continua)
c) Si diffondono le povertà post-materialistiche:
-cresce il disagio sociale causato da solitudine;
-devianza sociale, diffusione di droghe;
-problema delle periferie urbane;
d) provvedimenti legislativi che concepiscono in modo nuovo
la risposta al disagio: l. 180 del 1978 che prevede la chiusura
dei manicomi;
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
Contesto socio-economico in cui sorgono:
DISOCCUPAZIONE + TERZIARIZZAZIONE + CRISI DEL WELFARE STATE
NUOVE EMERGENZE
Si attendono risposte innovative ed efficaci
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
CHI PUO’ DARE RISPOSTE IN TAL SENSO?
NON IL SETTORE PUBBLICO:
 difficoltà ad espandere la spesa pubblica, già troppo
estesa;
 incapacità di rispondere attraverso politiche basate sui
trasferimenti monetari;
 non sono adeguati a rispondere alle emergenze nemmeno
i tradizionali servizi garantiti su larga scala dal sistema
pubblico, come l’assistenza sanitaria e l’istruzione
pubblica;
 offre prestazioni standardizzate e impersonali;
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
CHI PUO’ DARE RISPOSTE IN TAL SENSO?
NON IL SETTORE PRIVATO FOR PROFIT perche’:
 non tutti i consumatori possono pagare i servizi meritori e di
utilità sociale al prezzo di mercato, nella “quantità socialmente
desiderabile”;
 fallimenti di mercato: assimetrie informative e comportamenti
opportunistici, non consentono alle for profit di offrire beni
relazionali e a carattere fiduciario;
 Riconoscere i fallimenti dello Stato, non è una buona ragione
per ricadere nei fallimenti del mercato
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
CHI PUO’ ALLORA DARE RISPOSTE IN TAL SENSO?
Persone, gruppi, portatori di una
cultura nuova
Una cultura che trae la sua
forza dall’eredità lasciata
dal Sessantotto e dal
Concilio Vaticano II
Peso rilevante la cultura cattolica: il personalismo, il soggettivismo
e l’autonomia individuale osservata nella sua dimensione
collettiva. Capacità dell’uomo di unirsi ad altri uomini
► Consapevolezza dei diritti, ma responsabilità nei doveri
► Contenimento di politiche passive di tipo monetario
► Potenziamento dei processi di inclusione sociale: politiche
attive per valorizzare la persona, la famiglia, la comunità
Nascono i “mondi vitali”: attraverso la valorizzazione del tessuto e delle
risorse presenti nella comunità locale
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
CHI PUO’ ALLORA DARE RISPOSTE IN TAL SENSO?
Il nuovo modo di rappresentare le politiche sociali incontra il favore:
• della dottrina sociale della Chiesa
• della sussidiarietà
“Non faccia un ente di grado maggiore ciò che può fare un
ente di grado minore, non faccia lo Stato ciò che può essere
fatto dalle famiglie e dalle formazioni intermedie”
Sussidiarietà = subsidium
1) Sussidiarietà verticale: decentramento di poteri e
funzioni dall’amministrazione centrale a quella periferica
2) Sussidiarietà orizzontale: dagli enti pubblici alle
organizzazioni della società civile
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
CHI PUO’ ALLORA DARE RISPOSTE IN TAL SENSO?
NUOVE FORME DI PROTAGONISMO PER
RIFORMARE IL SISTEMA DI WELFARE:
• il volontariato: impegno in forma libera,
gratuita e disinteressata;
• la società.
Riscoperta di responsabilità individuali e collettive, capaci di avviare
progetti di auto-organizzazione
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
A chi si rivolge?
A diverse categorie sociali:
 i portatori di handicap;
 i lavoratori svantaggiati;
 i disabili psichici;
 le persone anziane
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Welfare mix
Si ridisegna così la complessità sociale.
Non più binomio Stato-mercato…
Non più welfare state…
…Ma welfare society o welfare mix:
nuovo modo di pensare al sociale
Il benessere sociale ed economico della popolazione può
essere perseguito con il contributo di più soggetti:
1) Stato
2) Mercato
3) Organizzazioni nonprofit
Pluralismo
istituzionale: per
moltiplicare le
responsabilità e i
luoghi di decisione
È questo che serve: soggetti del privato in
dialogo con il pubblico e viceversa
Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
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2° Substrato culturale
2° SUBSTRATO: IL SISTEMA DI “WELFARE MIX”
La legge 328 si pone come compimento di un processo già in atto
3 parole chiave:
• locale (al posto di “statale”)
• Integrato
• mercato
La l.328/00 è stata interpretata da ogni regione in riferimento alla propria
matrice ideologica: centrata sulla domanda e sull’accreditamento in alcune,
centrata sulle esternalizzazioni anche in convenzione con terzi per altre.
In ambedue i casi si riconferma comunque la centralità dell’ente locale non
solo nella regolazione all’accesso ma anche nella gestione dei servizi.
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Dagli anni ’80 in poi
Si ha un processo di Istitution building, che porta alla
creazione di nuove organizzazioni
1)
Associazioni:

Associazioni di
volontariato (266/1991)

Associazioni di
promozione sociale
(383/2000)
3) Cooperative:
 cooperative sociali
2) Fondazioni:
 fondazioni di origine bancaria
 fondazioni associative di gestione
Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
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C’è un interesse nuovo per le esperienze che nascono
dal basso
Cioè quelle iniziative che fanno parte del
settore Nonprofit o Terzo settore
Che cos’è il settore nonprofit?
Insieme di organizzazioni (associazioni, fondazioni,
cooperative) che operano
IN FORMA PRIVATA, MA PERSEGUENDO OBIETTIVI
DIVERSI DAL PROFITTO, CIOE’ SONO VINCOLATI ALLA
DISTRIBUZIONE DI UTILI
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Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
Prof. Dario Ianes – ISSAN (TN)
Nuovo interesse per il settore nonprofit, soprattutto per
la cooperazione sociale:
PERCHE’ ?
Le organizzazioni nonprofit possono svolgere più ruoli:
☛ advocacy – tutela di particolari diritti o gruppi di cittadini
☛ redistributivo (di risorse economiche)
☛ produttivo: a titolo sperimentale o con continuità
E’ cresciuto il RUOLO DI PRODUZIONE STABILE E CONTINUATIVA di servizi.
Perché?
si sono modificati i bisogni:
a) si riduce il ruolo produttivo della famiglia (famiglia nucleare, la
donna entra in forma massiccia nel mondo del lavoro);
b) aumenta la domanda di servizi alla persona e di interesse
collettivo;
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La crisi del welfare state
Siamo in una fase - la famosa “società liquido-moderna”
(Baumann) nella quale “le situazioni in cui agiscono gli
uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano
a consolidarsi in abitudini e procedure”
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La crisi del welfare state
La crisi della politica
 dal “governare” all’”amministrare”
 mancanza di “senso” con sguardo al futuro
 crisi dei corpi intermedi storici
La crisi del mercato
• i fallimenti del “contratto”
• i fallimenti della intrusione di pure logiche di mercato
• la responsabilità sociale dell’impresa
• l’economia civile o sociale o della felicità
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La crisi del welfare state
La crisi del rapporto tra Stato e No Profit
• una SUSSIDIARIETA’ più detta che fatta
• una ESTERNALIZZAZIONE che ha perso il “fine”
• da un confronto “politico” ad un confronto tecnicogestionale
• la perdita di LEGAMI CON LA COMUNITA’ LOCALE
• ISOMORFISMO ORGANIZZATIVO
• i fallimenti della intrusione di pure logiche di mercato
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Scenari di welfare
Commenti e appunti…
Un welfare a “protezione variabile”
 Una politica che programma avendo come priorità le risorse e gli obiettivi di
budget dei manager piuttosto che l’esigibilità dei diritti e la responsabilizzazione
delle libertà sociali
 la protezione varia a seconda delle delibere di Giunta, delle
convenienenze elettorali, dell’utente “mediano”, dell’efficienza e dei premi di
produzione, del mio potere di acquisto
 la protezione varia a seconda della lobby della corporazione
…oppure…
 Una governance della sussidiarietà multidimensionale (ambiti diversi),
multilivello (sistemi di livello diverso), plurale capace di mutualizzare i bisogni,
responsabilizzare i desideri, trasformare beni pubblici in beni competitivi, con
Imprese di Comunità “di mezzo” che attivano la società “di mezzo”
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Scenari di welfare
Commenti e appunti…
E la dimensione dei “diritti”…???
I servizi impattano con un problema particolare che è quello della
dimensione dei diritti: da un lato pensati come assoluti e dall’altro resi
totalmente relativi e quasi esclusivamente soggettivi.
Questa incertezza disgrega e crea ulteriore insicurezza/non
partecipazione ed un sempre più ampio e apparente disinteresse al
“noi” che non coincida con una “tribù”.
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Scenari di welfare
Commenti e appunti…
1. Noi che lavoriamo per aumentare il “capitale sociale” di ogni persona
(capitale personale di relazioni, di di fiducia in sé, di progettualità, di
reputazione, di successi conseguiti, di accettazione dei limiti, ..) come ci
poniamo ? Dalla parte della promozione umana, dalla parte della esigibilità dei
diritti o siamo i barellieri della storia o, peggio ancora oggi diventiamo noi i
compressori dei diritti delle persone ?…compresi quelli di chi lavora anche
per/con noi ?
2. Quanto siamo disposti a veder morire (ridurre, trasferire,…) le nostre
organizzazioni, le nostre opere per questo ? Senza negare le relazioni di
gratuità, misericordia, comunione… o forse proprio per non negarle
l’essenzialità
3. Quanto consideriamo la nostra dimensione economica ? E’ anch’essa una
sfida economica, sociale e politica o è solo uno strumento (bistrattabile
all’infinito) per perseguire finalità nobili ?
4. Il nostro Bilancio di Responsabililtà sociale si misura solo sul cosa abbiamo
fatto, sul chi siamo o anche sul come abbiamo fatto e sul per (per chi,
perché)…unica possibilità per cooperare con altri diversi da sé.
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Alcuni “nomi” della crisi
Commenti e appunti…
Individualismo ed interesse personale
“…Il destino di un popolo è positivamente perseguito solo se nei
più prevale l’idea vitale della ricerca della felicità e la coscienza
che il desiderio di realizzazione di ciascuno si compie nella
dimensione comunitaria.” (Libro Bianco Welfare)
Crisi economica (valori – senso – regole)
Economia reale – Management autoreferenziale – Capitalismo
senza impresa (a breve, prevale l’indebitamento) – Sviluppo
economico senza sostenibilità sociale – Globalizzazione ?
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Alcuni “nomi” della crisi
Commenti e appunti…
Percezione diversa di sé nel mondo
Difficile “immaginarsi il futuro”
In una dimensione pubblica impoverita
Un paradigma dello sviluppo…da ripensare
Sentinelle del mattino ?
Testimonianza di senso ?
Agire funzione pubblica ?
Diffondere speranza ?
Su cosa decliniamo il nostro sviluppo ?
37
Alcuni “nomi” della crisi
Commenti e appunti…
Solo alcuni accenni …perchè sta a ciascuno di noi impegnato nei servizi essere un esperto
(ovvero avere fatto esperienza) dell’interrogarsi sul contesto e “gli scenari” e
domandarsi:
1.
Quanto sappiamo, con i nostri servizi, essere sentinelle del territorio (noi a cosa
guardiamo ? cosa ci preoccupa ?)....ha a che fare con la “vigilanza”…
2. Che senso sappiamo testimoniare ? Le nostre risposte sono tipicamente co-operative
?
Amiamo perché amati: questo dobbiamo testimoniare se non vogliamo testimoniare noi
stessi, solo razionalità solidale o solo emozioni. Questa è una caratteristica essenziale
della nostra testimonianza.
Ci lasciamo servire da altri ? (dalla comunità, dalle altre organizzazioni, dal socio lavoratore,
dall’utente, dalla sua fragilità…) Dentro le nostre organizzazioni disveliamo un volto di
carità…di “essere amati” ? (fanno esperienza di “essere amati” ?...l’equità, l’attenzione
alle diverse generazioni, il servizio civile, il ricambio delle cariche, la cura e la
formazione dei soci e delle loro famiglie…per la vita e non solo per il lavoro).
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Alcuni “nomi” della crisi
Commenti e appunti…
3. Siamo consapevoli della nostra funzione
pubblica, la vogliamo ancora agire ?
- non solo perché produciamo servizi pubblici
- ma anche perché ci gestiamo una “genitorialità istituzionale”….costruiamo pubblico
- in questa genitorialità c’è il dovere di un pensiero a medio/lungo termine: le cooperative
per esempio (o forse unico esempio) stanno pensando a medio/lungo ! sono tra le
poche organizzazioni che, anche per vincoli che si sono date, non scaricano la crisi
sulle future generazioni
- ed infine perché forse siamo noi stessi un “bene collettivo”…ovvero un bene delle nostre
comunità
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Scenari di welfare
Vecchi-nuovi ambiti da intraprendere…
• Il settore assistenziale: povertà e nuove disugaglianze (madri sole,
stranieri con difficoltà integrazione, difficoltà economiche transitorie
anche in ceto medio e età avanzata, “curare chi cura”, non autosufficienti
e dopo di noi), nuova qualità (servizi ad alta professionalità integranti le
dimissioni protette, assistenza integrata, reti integrate di servizi,
attivazione di capitale e reti sociali sul territorio), nuove figure
“intermedie” da riportare al logiche di sussidiarietà/comunità (badanti,
amministratori di sostegno
• Il settore sanitario: diversa articolazione dei bisogni socio-sanitari
(psichiatria, dipendenze, disturbi alimentari), accessibilità a servizi
territoriali (poliambulatori dentistici, riabilitativi), “ospedalizzazione” di
comunità (degenza post…, hospice,…)
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Scenari di welfare
Vecchi-nuovi ambiti da intraprendere…
• Il settore delle politiche del lavoro: il grande esempio della
cooperazione sociale di inserimento lavorativo, ma anche l’integrazione
A/B in servizi all’impiego e inclusione sociale (oltre che lavorativa)
• Il settore della educazione e della cultura: le scuole (a responsabilità
sociale e quindi mutualità allargata + sviluppo di comunità e non solo
mutualità tra genitori); il turismo educativo-culturale-sociale; l’educazione
cooperativa; l’interculturalità…
• Il settore previdenziale: sviluppare schemi mutualistici…sviluppare
forme di patronato, assicurazioni, previdenza integrativa
• Il tema dell’ abitare come tema “trasversale”: sviluppo locale,
abitazione, programmazione e sostenibilità urbana, housing sociale,
energie alternative
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Scenari di welfare
Vecchi-nuovi ambiti da intraprendere…
• L’ambito della famiglia: soggetto attivo da affiancare ma anche
attrezzare (informazioni, orientamento, affiancamento, coinvolgimento,
auto-organizzazione, sostegno, patronati,…)
• L’ambito della detenzione e del carcere
• Le politiche giovanili
• La coesione sociale
• L’Europa
• La finanza e l’accesso al credito
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Welfare comunity
3° SUBSTRATO: WELFARE PERSONALISTA E COMUNITARIO
3 parole chiave (delle quali sono portatrici le Imprese Sociali nell’innovare
la cultura del welfare)
• Comunitarismo (empowerment delle risorse informali delle comunità che
vengono mobilitate come “soggetti attivi” e non solo come destinatari delle
briciole delle risorse economiche disponibili
• Sussidiarietà: non solo interventi curativi/terapeutici ma anche
promozionali ed inclusivi
• Sostenibilità possibilità di produrre beni e servizi in un quadro di
sostenibilità economica
NON SONO TRE MODELLI ALTERNATIVI ma delle STRATIFICAZIONI SUCCESSIVE
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Scenari di welfare
Evoluzione politiche di welfare
Il Libro Bianco del Welfare e il federalismo fiscale
(Libro Bianco sul futuro del modello sociale – La vita buona nella società attiva)
• Salute, occupazione, socialità
• La prossimità
• La sussidiarietà
• La sostenibilità del nuovo Welfare prefigurata su due pilastri e sull’universalismo
selettivo
• La sostenibilità del sistema sanitario
• I tre accessi a prestazioni e servizi:
- offerta diretta o convenzionata da regioni e comuni
- sistemi assicurativi e mutualistici
- mercato privato
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Scenari di welfare
Diciamo la nostra…
La persona, la famiglia, le comunità territoriali sono al centro della
nostra idea di welfare.
Sono soggetti attivi e protagonisti con diritti e doveri riconosciuti.
Mettere al centro il destinatario delle azioni di welfare significa costruire
una società inclusiva, coesa, aperta, libera, democratica basata sulla
capacità di intercettare bisogni latenti ed espressi, di selezionare e
personalizzare i servizi offerti, assicurando l’universalità e la tutela di
tutti i soggetti e le comunità.
Questo viene prima della “felicità personale” perché capaci (o fortunati)
di una “vita attiva”!
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Scenari di welfare
Diciamo la nostra…
Il welfare che auspichiamo…
Comunitario…nella tradizione dei processi di Sussidiarietà delle nostre
comunità locali
Mutualistico…e della Mutualità Cooperativa… partecipato dai cittadini,
attento ai nuovi bisogni e alle nuove istanze di benessere, capace di
mutualizzare i bisogni e responsabilizzare i desideri
Sussidiario…
Pubblico… per tutti, pubblico, sostenibile, “generativo” di cittadinanza
attiva, benessere, buone possibilità
Dei Livelli Essenziali…riconosciuti e finanziati dallo Stato
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Scenari di welfare
Diciamo la nostra…
Dello sviluppo…un welfare delle opportunità, dei diritti e delle
responsabilità che sia funzione di sviluppo per le persone, le famiglie, le
comunità locali.…che non si esaurisca nella produzione ed erogazione
di servizi, ma sia strumento per una società migliore
Della inclusione lavorativa e sociale…un welfare per il lavoro che
sviluppi…. occupabilità, buona occupazione, inclusione lavorativa
Capitalizzante…un welfare non compassionevole, non solo
ridistributivo, ma capace di ricapitalizzare ogni persona, soprattutto le
più fragili, di capitali di relazioni, di fiducia, di risorse personali, di
progettualità.
Policentrico
Infrastrutturato da reti
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Scenari di welfare
Diciamo la nostra…
Un welfare fondato su dimensioni antropologiche ed economiche
che potenzino
la persona più che l’individuo,
l’inclusione più che la competitività,
la consapevolezza del limite come risorsa,
per una pratica improntata alla sobrietà ed alla sostenibilità
personale e collettiva,
attenta ad investire per le future generazioni.
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Scenari di impresa sociale
Alcuni impegni
AGIRE LA PROPRIA “FUNZIONE PUBBLICA”
(che non si esaurisce ne’ nello Stato, ne’ nella erogazione di servizi pubblici)
Tutte le organizzazioni di Terzo Settore nascono e si identificano per svolgere una
“funzione pubblica” anche attraverso la progettazione e attuazione di “servizi
alla persona e alla comunità”.
Gli stessi servizi alla persona sono produzione di beni pubblici di tipo relazionale,
che combinano benessere individuale e benessere sociale, ovvero benessere di
tutti i soggetti coinvolti nel processi di vita di una comunità
La funzione pubblica si è sostanziata storicamente nello sviluppo di comunità
e nel partecipare alla costruzione del quadro (“genitorialità”) istituzionale
- forte radicamento territoriale
- costituzione di capitale sociale
- crescita della cittadinanza attiva
- agire a partire dalla propria dimensione prepolitica una funzione istituzionale
(istituzione sociale, economica, politica, strategica)
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Scenari di impresa sociale
Alcuni impegni
AGIRE LA PROPRIA “FUNZIONE PUBBLICA” /2
il dovere di un pensiero a medio/lungo termine che non scarica la crisi e le
proprie responsabilità sulle future generazioni
Interpretare la propria impresa sociale come bene collettivo essa stessa
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Scenari di impresa sociale
Alcuni impegni
Impresa Sociale di Comunità come “impresa di mezzo”
a servizio di una “società di mezzo” (luogo del capitale
sociale):
tra impresa e sociale, tra dono e scambio, tra privato e pubblico, tra
distribuzione e patrimonializzazione, tra progettazione di nuove risposte a
nuovi bisogni e attenzione alla sostenibilità, tra bisogni da accogliere e
responsabilità di auto-organizzazione da attivare, tra persona e mercato, tra
locale e globale, tra generazioni diverse, tra culture e responsabilità diverse
intorno al welfare comune.
Una “impresa di mezzo” impegnata storicamente e
quotidianamente a far cogliere gli uni agli altri le diverse
ragioni, fino a “portarsi dentro” le competizioni e i conflitti
tra le diverse ragioni ed i diversi interessi.
Un impresa che investe sulla fiducia
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Scenari di impresa sociale
Alcuni impegni
Impresa Sociale di Comunità come “mezzo e modello di
sviluppo”:
- la cooperazione tra imprese sociali (le reti)
- gli investimenti in progetti per la comunità
- l’esperienza della reciprocità sud-nord
- la cooperazione internazionale
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Scenari di impresa sociale
Alcuni impegni
Sviluppare la dimensione imprenditoriale
• vedere quello che non c’è ancora
• rischiare le migliori risorse in una attenta pianificazione
• scongelare economie
• Porta aperta (multiproprietà)
• Crescita imprenditori/soci – dirigenti/management
• Sguardo ampio e progettualità aperta al futuro
• Mutualità cooperativa
• Impresa autonoma e competitiva (Strategie sulla domanda pagante,
promuovendone l’aggregazione – Fenomeno badanti – Costruzione diretta ed
integrata di servizi – Nuovi segmenti: sanità, energia per es.)
• Impresa rete – alleanza – rete di rappresentanza
• Qualità – Responsabilità Sociale – Rating e Finanza
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Scenari di impresa sociale
Alcuni impegni
RIQUALIFICARE LA SPESA (alcune linee di tendenza)
• la questione delle risorse: non solo provenienti da scambi economici di equivalenti
ma attivando altre importanti risorse (volontariato, donazioni, …)
• dal pianificare la prestazione a pianificare i beni, i servizi integrati, le politiche
• la rete
• il modo in cui le imprese sono effettivamente aperta al coinvolgimento di altri
• centralità del ruolo del pubblico
• pluralità della funzione pubblica
• stato/regioni/comuni: da amministrare a governare
• infrastrutturare la sussidiarietà
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Scenari di impresa sociale
Alcuni impegni
• Dare simboli alle opere che facciamo = dare legame
• di senso
• alle persone/tra le persone/per le persone
• alla comunità (coesione)
• alla rappresentanza (+ comunità e bene comune; - corporazione)
• alla politica (+ peso al welfare, meno amministrazione + governance +
lungo periodo)
• Mantenere il ruolo di Protagonisti nel leggere nuovi bisogni, nel
partecipare a difendere l’esigibilità dei diritti, nel costruire cittadinanza
attiva e nel dare alla politica nuove soluzioni
• Mantenere la capacità di prossimità, di territorializzazione, di
personalizzazione, di integrazione di risorse e responabilità, di trasformazione di
“pezzettini di mondo” (percorsi di cambiamento vero, che tengono insieme
diversi, incontrando e facendo incontrare persone e vivendo la prossimità =
sussidiarietà
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Scenari di impresa sociale
Alcuni impegni
• il TS ha saputo costruire una dimensione collettiva, un abitare denso
di senso, un incontro tra normali “fragilità”….capaci di cogliere nuovi bisogni e
prefigurare nuove soluzioni
• Non siamo più soli – saper dialogare
• Mantenere l’equilibrio Impresa/Sociale
• La rete
• intorno alla persona
• tra organizzazioni: le esperienze consortili per es.
• alleanze x moltiplicare risorse (es. Fondazione Talenti)
• mai la rete per noi può essere solo soluzione “opportunistica”, le nostre reti
devono vivere il coraggio dell’incontro, l’incontro tra fragilità, la mutualità
allargata
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Giussani Alessandro - San Vincenzo Lombardia