UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO
FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE
TESI DI LAUREA
LE ECOMAFIE: IL CASO DELLE
DISCARICHE DI RIFIUTI
“SPECIALI”
RELATORE:
CANDIDATO:
Prof. Fabio ARMAO
Donato D’AURIA
Anno accademico 2002 - 2003
1
Ma
sarebbe
un’associazione
ben
misera,
voi capite di quale associazione parlo,
se dovesse limitarsi solo al compito e al
guadagno
di
quella
guardiania:
che
la
voi
chiamate
protezione
che
l’associazione offre è molto più vasta.
Ottiene
per
accettano
voi,
per
protezione
e
le
ditte
che
regolamentazione,
gli appalti a licitazione privata; vi dà
informazioni
quelli
con
preziose
asta
per
pubblica;
concorrere
vi
aiuta
a
al
momento del collaudo; vi tiene buoni gli
operai.
Leonardo
Sciascia,
il
giorno
della
D’Auria,
mio
civetta
A
padre,
Michele
che
è
maestro di vita
2
stato
per
me
Indice
INDICE.......................................................3
INTRODUZIONE ................................................4
1. RIFIUTI E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: LA STORIA DELLE
ECOMAFIE E DEI RIFIUTI SPECIALI .........................7
2. LA VIGILANZA.............................................12
3. LE ROTTE DEI RIFIUTI ....................................17
4. I MERCATI GLOBALI DELL’ECOMAFIA E I TRAFFICI
INTERNAZIONALI DI RIFIUTI “SPECIALI” ...................22
5. “RIFIUTI SPECIALI SPA” .................................. 25
6. I RIFIUTI SPECIALI NELLA NORMATIVA .....................40
7. NORME ATTUATIVE E PRINCIPALI MODIFICHE AL D.LGS. 22/97
NEGLI ANNI 2001/2002 ....................................46
8. LUCI ED OMBRE DELL’ART. 53 BIS DEL D. LGS. 22/97 ......62
9. CASI DI ILLECITO ........................................71
CONCLUSIONI ................................................75
APPENDICE A ESTRATTO DEL D.L.VO 5 FEBBRAIO 1997, N. 22 .. 82
BIBLIOGRAFIA ...............................................84
IN INTERNET ................................................85
3
Introduzione
La
tutela
aspetti
di
rilevante
parte
delle
forme
di
violazione
e
di
di
e
legge
generale
che
In
degli
presenta
collettivo,
danno
dilagante.
“speciali”
oggi
interesse
attività
sistematico
rifiuti
dell’ambiente
inevitabilmente
atteso
sono
spesso
nel
il
buona
conseguenti
assumono
particolare
inquinamenti
che
a
carattere
settore
dei
susseguirsi
di
azioni illecite ha creato una vera e propria situazione di
emergenza
che
capillare
e
si
sviluppa
dall’altro
da
un
si
è
lato
a
spesso
livello
evoluta
locale
in
e
forme
organizzate, fino a coinvolgere la criminalità associata, che
ha
trovato
interesse.
in
questo
Va
campo
sottolineato
nuove
che
e
le
lucrosissime
azioni
di
forme
di
violazione
di
legge a livello locale nel settore sopra indicato, seppur non
collegato
da
un
polverizzata
l’ambiente
e
nesso
organizzato,
inesorabile
naturale
che
si
attività
ripete
costituiscono
di
ogni
aggressione
giorno
su
una
verso
tutto
il
territorio nazionale.
Nel
contempo
contribuiscono
le
ad
attività
elevare
della
fino
a
criminalità
livelli
non
organizzata
identificabili
la gravità della già critica situazione, innestando su tale
microcosmo
di
illeciti
frammentati,
azioni
di
pesante
e
irreversibile impatto ambientale, come ad esempio intere aree
geografiche
occulte
trasformate
di
rifiuti
in
siti
di
speciali
discariche
pericolosi
sotterranee
invisibili
e
in
superficie.
Appare
dunque
contestuale
e
oggi
necessario
contemporaneo
affrontare
ambedue
questi
in
modo
gravissimi
fenomeni, che non vanno né sottaciuti né sottovalutati, sia a
livello
preventivo
(sanzioni
(vigilanza
penalmente
sul
perseguibili),
4
territorio)
con
una
che
repressivo
forte
richiesta
di
applicazione
inderogabile
impedire
delle
necessità
che
leggi
di
vigenti
stroncare
vengano
portate
e
con
le
ad
la
azioni
contestuale
in
atto
ulteriori
e
per
gravi
conseguenze.
La
gravità
del
fenomeno
comportamenti
e
società
consumi,
dei
dalle
è
alimentata,
consuetudini
come
tipiche
caratterizzata
noto,
dai
dell’imperante
dalla
preponderante
cultura dell’”usa e getta” e dell’incessante corsa ai nuovi
prodotti; tale situazione ha vertiginosamente incrementato la
produzione
di
rifiuti
di
ogni
genere
e
tipo,
il
cui
smaltimento diventa sempre più costoso e problematico.
E’ una torta da 3 miliardi di euro. Tanto costa smaltire i
rifiuti “speciali” e pericolosi, una categoria eterogenea di
cui fanno parte tanto i mattoni sbrecciati quanto i fanghi
intrisi
di
metalli
pesanti.
Si
tonnellate:
il
business
legale
soprattutto
su
questo
settore
tratta
e
di
45
illegale
dove
i
milioni
si
concentra
guadagni
direttamente proporzionali al rischio. Bastano
di
sono
questi pochi
numeri per avere un’idea della posta in gioco. Secondo i dati
ufficiali,
speciali
più
di
svaniscono
11
milioni
nel
di
nulla,
tonnellate
commentano
di
rifiuti
all’Osservatorio
ambiente e legalità della Legambiente. Il che è una maniera
elegante
per
guadagnano
aggiunge
a
dire
1,2
che
le
miliardi
quella
cosche
di
euro,
consumata
della
una
legalmente.
malavita
organizzata
bella
fetta
Per
fortuna,
che
si
grazie
all’applicazione dell’articolo 53 bis del decreto Ronchi che
ha rafforzato gli strumenti in mano alle autorità inquirenti,
la situazione sta cambiando: in meno di un anno sono state
denunciate
177
persone,
36
società
sono
finite
sotto
inchiesta, 12 regioni sono risultate interessate dai traffici
illeciti.
5
Il
Rapporto
alla
sua
Ecomafia
ottava
nel
elaborazione,
infatti,
attraverso
senso
italiane:
il
Legambiente,
edizione,
istituzionale,
dell’ordine
di
più
è
ormai
ampio
del
contribuiscono
l’Arma
Comando
dei
Tutela
giunto
un
appuntamento
termine.
tutte
Carabinieri,
Ambiente,
quest’anno
il
Alla
le
in
sua
forze
particolare
Corpo
Forestale
Dello Stato, la Guardia di Finanza, le Capitanerie di porto,
la Polizia di Stato, la Direzione investigativa antimafia, i
Corpi
forestali
delle
Regioni
a
Statuto
speciale
e
delle
Province autonome. Lo fanno ogni giorno, attraverso le loro
attività d’indagine, e una volta l’anno quando elaborano, per
questo
Rapporto,
denunce
i
numeri
effettuate,
dei
delle
attività
sequestri,
svolte,
riassumendo
i
delle
risultati
delle operazioni più significative.
Il
Rapporto
lavoro
nome
di
e
Ecomafia
denuncia
per
conto
è
un
realizzato
delle
approfondito
da
e
appassionato
un’associazione
istituzioni
impegnate
a
anche
in
difendere
l’ambiente e la legalità.
Le
chi
conoscenze
scrive
presente
personali
costituiscono
lavoro,
che
e
le
lo
vuole
esperienze
spunto
professionali
per
la
rappresentare
il
redazione
punto
di
del
d’arrivo
del percorso di formazione universitaria; con tale elaborato
si
intende
sensibilizzazione
fornire
e
alla
un
modesto
divulgazione
attuali problematiche ambientali.
6
contributo
delle
sempre
alla
più
1. Rifiuti e criminalità organizzata: la storia
delle ecomafie e dei rifiuti speciali
Le
ecomafie
–
neologismo
coniato
da
Legambiente
alla
fine del 1994 e ormai entrato nel vocabolario della lingua
italiana
–
potenziale
hanno
di
potuto
mercato
crescere
di
1.500
fino
a
miliardi
raggiungere
dal
traffico
un
di
rifiuti Nord-Sud, e di 2.000 dallo smaltimento dei rifiuti.
Il costo per la collettività è altissimo, sia in termini
di salute, che diminuisce, sia in termini di debito pubblico,
che cresce. Per ogni lira che le ecomafie guadagnano lo Stato
ne
perde
dieci.
Si
illegale
di
miliardi
l’anno
mentre
miliardi
l’anno
per
discariche
vecchie
rifiuti
calcola,
pirata.
dal
Nord
lo
del
al
La
Sud
Stato
bonificare
dovrebbe
i
e
allo
il
trasporto
ai
clan
1.500
spendere
15.000
contaminati
dalle
imprenditoriale
delle
luoghi
criminali,
territorio
che
frutti
trasformazione
organizzazioni
controllo
infatti,
realizzata
scippo
della
grazie
al
natura,
ha
prodotto una formidabile crescita di fatturato.
La
trasformazione
criminalità
imprese
per
imprenditrice,
mafiose,
cui
della
nel
inspiegabili
un
costituisce
sistema
anomalie.
criminalità
vero
assai
bancario
Una
e
organizzata
proprio
sistema
verosimilmente
italiano
si
testimonianza
in
di
la
ragione
sono
create
diretta
è
quella
fornita dal direttore generale della Banca d’Italia Vincenzo
Desario alla Commissione parlamentare antimafia: dal 1990 al
1994
la
sportelli
Banca
d’Italia
bancari
dell’ecomafia,
e
(Confcommercio,
sottolineare
del
del
che
in
96%
78%
Viaggio
ha
a
a
a
registrato
un
Caserta,
uno
Salerno,
altra
Criminopoli,
questi
7
dei
terra
1994).
territori
incremento
capisaldi
di
Vale
tanto
di
camorra
la
ricchi
pena
di
liquidità
è
cresciuto
in
modo
esponenziale,
negli
stessi
anni, sia il numero dei disoccupati che quello delle aziende
e degli esercizi commerciali chiusi per fallimento. Peraltro
sempre nello stesso periodo si è registrata un’impennata dei
traffici abusivi di rifiuti Nord-Sud.
Il
delle
sistema
bancario
attività
cattiva
scaccia
quello
criminale
diminuiscono
illegali
e
costituisce
il
imprenditoriali
delle
la
mercato
buona,
il
prospera,
quelli
movimentati
i
posti
occulti
dal
punto
ecomafie:
di
arrivo
la
moneta
legale
deperisce
lavoro
dichiarabili
aumentano.
sistema
di
di
Così
i
imprese
e
capitali
ecomafiose
penetrano nel sistema bancario e lo inquinano.
Naturalmente la strada maestra per combattere i clan è
fermarli
all’inizio
del
circuito
perverso,
prima
che
i
quelli
di
capitali mafiosi si moltiplichino rapidamente.
I
percorsi
delle
Tangentopoli.
Esiste
camorristiche,
potere
che
ha
determinato
ecomafie
un
s’intrecciano
circuito
politico
una
e
tra
organizzazioni
pubblica
convergenza
con
di
amministrazione,
interessi
fra
questi
tre soggetti che operano nel settore degli appalti pubblici:
il
politico
denaro;
concede
appalti
l’imprenditore
denaro
al
dà
mafioso;
dall’imprenditore,
gli
all’imprenditore
denaro
il
al
politico
mafioso
assicura
pace
in
cambio
e
lavoro
ottiene
sociale
di
e
denaro
(perché
questo
significa il controllo dei cantieri) e dominio sui meccanismi
della manodopera e ritorna in voti al politico quello che il
politico
ha
dato
come
inizio
del
circuito.
In
tutte
le
regioni del Centro-Nord fare il trafficante d’immondizia è di
una
semplicità
un
Albo
degli
conquista
della
delle
navi
sconvolgente.
dei
E’
smaltitori,
legge
che
presentato
votata
veleni.
vero
Ma
esiste
come
grande
all’indomani
l’Albo
8
formalmente
non
una
dello
scandalo
funziona
essendo
strutturato
in
modo
tale
da
svolgere
compiti
di
mera
e
formale burocrazia, del tutto scollegata dai fenomeni e dalle
dinamiche
reali.
Ed
entrare
nel
club
dei
commercianti
di
rifiuti è più facile che prendere la tessera del club della
maratona.
Il
processo
per
le
cosiddette
discariche
d’oro
ha
coinvolto, nel corso del 1994, una trentina di imputati (tra
imprenditori
e
politici)
quasi
tutti
condannati
tra
patteggiamenti e sentenze di primo grado. Non si trattava di
pesci piccoli. Era il gotha del settore: da Paolo Berlusconi,
(condannato a sette mesi di reclusione e 10 milioni di multa
per
violazione
della
legge
sul
finanziamento
pubblico
dei
partiti) a Mario Lodigiani (condannato a 7 mesi), da Giuseppe
Pisante (titolare del gruppo Acqua, anche lui condannato a 7
mesi) a Angelo Simontacchi (2 anni e 3 mesi). Dalle udienze è
venuta fuori una storia di tangenti per centinaia di milioni
versate
in
rifiuti
in
cambio
di
Lombardia
concessioni
(Antonio
per
nuove
Cianciullo,
discariche
Enrico
di
Fontana,
Ecomafia I predoni dell’ambiente, Editori Riuniti).
Illegalità
genera
illegalità.
Per
fronteggiare
l’emergenza rifiuti la giunta regionale della Lombardia aveva
varato un piano che prevedeva la nascita di sette impianti di
smaltimento:
cave
esaurite
e
terreni
abbandonati
sono
stati
così trasformati in discariche d’oro. “Una macchina da soldi
per le casse della Dc e del Psi“, l’hanno definita i pubblici
ministeri
Antonio
Di
Pietro,
Piercamillo
Davigo
e
Gherardo
Colombo.
La camorra non ha fatto che perfezionare il meccanismo.
E’ partita da Tangentopoli e l’ha sfruttata al meglio. Gli
anni
delle
tangenti
scoperte
dal
pool
di
“Mani
pulite”
coincidono con lo sbarco delle ecomafie al Nord (1991-1992)
che
in
quel
clima
si
muovono
9
come
pesci
nell’acqua:
nella
pioggia
di
penisola
i
loro
mazzette
respirano
clan
hanno
habitat
cominciato
non
originario.
a
trovato
I
confrontarsi
aria
di
un
nuovi
sono
casa.
Risalendo
la
ambiente
diverso
dal
mercati
con
sugli
stessi
retti
cui
hanno
pilastri:
assenza di meccanismi trasparenti, discariche decise in base
alle tangenti, bolle contraffatte.
Sono
momento
gli
in
anni
cui
del
bengodi.
dilaga
“Mani
Fino
a
tutto
pulite”,
il
gli
1993,
il
imprenditori
tangentisti e gli immigrati della camorra vanno a braccetto.
Un idillio tarlato da uno squilibrio di fondo: la paralisi
che blocca lo sviluppo di efficienti piani di smaltimento al
Nord
sbilancia
il
rapporto
rafforzando
l’ala
camorrista.
In
attesa delle nuove discariche che non arrivano mai salgono le
azioni
dei
contenuti,
clan:
offrono
capacità
concretezza
illimitate
di
e
rapidità,
smaltimento,
prezzi
protezioni
politiche e assenza di contenzioso.
Ospedalieri,
tossici
e
nocivi,
urbani,
radioattivi
e
speciali. Le ecomafie nel giro di pochi anni hanno esteso la
loro
sfera
monopoliste
finché
il
impossibile
troppo
anche
d’azione
in
un
su
tentativo
settore
contesto
larga
disinvolti
le
nel
a
in
cui
la
imprenditoriale
scala.
Non
ricorrere
amministrazioni
sono
alla
pubbliche
di
offrirsi
concorrenza
resta
solo
gli
si
legale,
bloccato,
mediazione
che
come
è
imprenditori
dei
vedono
clan,
ma
serrare
i
cancelli delle discariche ufficiali. Il sistema parallelo di
smaltimento diventa spudorato. Tanto che nel giugno 1995 la
Camera
approva
rifiuti
all’unanimità
presieduta
dal
la
verde
Commissione
Massimo
d’inchiesta
Scalia.
sui
E’
il
primo
le
inchieste
segnale di risveglio dello Stato.
Sia
della
le
denunce
magistratura
degli
sulla
ambientalisti
Rifiuti
che
connection
hanno
avuto
intanto un’importante anche se parziale conferma nell’aula di
10
un
tribunale.
trasformato
pattumiera
Diversi
il
Sud
protagonisti
e,
d’Italia
in
sono
della
particolare
stati
holding
la
che
Campania,
condannati
dalla
ha
nella
settima
sezione del tribunale di Napoli a pene che vanno dai due agli
otto
anni di
reclusione
per
reati
contro
l’ambiente
e
per
mazzette.
Altre
istituzioni
rampini
d’abbordaggio
per
prima
la
volta
saccheggiatori
hanno
verso
nella
cominciato
la
flotta
a
lanciare
dell’ecomafia.
storia,
ha
dichiarato
da
una
tribuna
dell’ambiente
i
loro
L’Onu,
guerra
ai
importante,
quella del IX Congresso mondiale sulla criminalità, che si è
svolto al Cairo nel maggio del 1995. La Camera ha approvato
all’unanimità,
un
mese
dopo,
la
costituzione
di
una
commissione d’inchiesta sul “ciclo dei rifiuti e le attività
illegali
ad
esso
discussa
una
connesse”.
nuova
Al
convenzione
Consiglio
mirata
a
d’Europa
si
facilitare
è
le
inchieste sui crimini ambientali e a inasprire le pene.
I trafficanti di rifiuti godono di sostanziale impunità
a causa di un codice penale che ignora l’ambiente e di una
valanga di decreti legge che stendono ponti d’oro ai “killer
della
natura”.
radioattivi
Le
stanno
inchieste
aperte
avvicinando
i
sui
traffici
magistrati
a
di
rifiuti
quella
zona
grigia, finora inesplorata, in cui gli interessi delle mafie
si saldano a quelli della cosiddetta “massoneria deviata” e
dei servizi segreti. In questo scenario sconcertante che vede
l’Italia negli anni novanta, soprattutto nel Sud, trasformata
in una sorta di pattumiera d’Europa, inizia una lotta serrata
tra
l’ecomafia
e
lo
Stato
(Antonio
Cianciullo,
Enrico
Fontana, Ecomafia I predoni dell’ambiente, Editori Riuniti).
11
2. La vigilanza
Molti
abusi,
occuparsi
di
pochi
ecomafia
controlli.
il
Corpo
In
teoria
Forestale
dello
dovrebbero
Stato,
il
Nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Noe), la Guardia
di Finanza, singoli uffici della Polizia (in particolare la
Digos
che
dopo
riorientata
su
il
tramonto
questo
campo)
dei
e,
reati
in
modo
politici
più
si
è
sporadico,
la
Criminalpol.
In
pratica
la
situazione
è
la
seguente.
Per
quanto
riguarda il Corpo Forestale, che contro queste aggressioni al
patrimonio ambientale è da anni impegnato in prima linea, le
indagini
più
significative
relative
alla
criminalità
ambientale sono state svolte nel Piemonte, in Lombardia, nel
Veneto,
nelle
Marche,
in
Toscana,
grazie
alla
grande
sensibilità
sottufficiali
spesso
impegnati
in
di
Campania
singoli
nelle
e
Puglia,
ufficiali
sezioni
di
e
polizia
giudiziaria delle Procure presso le Preture.
Il Noe (Nucleo operativo ecologico) che è l’unico gruppo
di
polizia
specializzato
in
ambiente,
ha
aperto
sedi
distaccate in quasi tutte le regioni e a venti anni dalla sua
istituzione
pochi,
dalla
è
composto
calcolando
guardia
possono
supporti
che
civile
contare
da
210
gli
analoghi
spagnola
ognuno
tecnologici.
su
carabinieri.
e
Il
reparti
della
centinaia
Noe
Drammaticamente
di
specializzati
gendarmeria
uomini
dipende
e
dal
francese
adeguati
Ministero
dell’Ambiente.
La
poco
terza
forza
comprensibile
in
campo
divisione
è
dei
la Guardia di Finanza. Una
ruoli
ha
impedito
fino
a
oggi a questo corpo di polizia di istituire un proprio nucleo
specializzato
potrebbe
fare
nei
delitti
molto
sia
ambientali.
per
12
i
Eppure
mezzi
a
la
Finanza
disposizione
(soprattutto
alle
aerei
indagini
di
e
navi)
che
carattere
per
la
societario,
specifica
attitudine
indispensabili
quando
si ha a che fare con gli ecomafiosi. Ma anche nella Finanza
l’impegno
diretto
ambientale
è
nella
affidato
lotta
ancora
contro
alla
la
criminalità
sensibilità
dei
singoli
ufficiali.
Infine,
la
Polizia
di
Stato.
C’è
il
tentativo
di
riconvertire alcuni uffici periferici della Digos dalla lotta
contro
la
criminalità
ridimensionata,
alla
politica,
battaglia
ormai
fortemente
la
criminalità
contro
ambientale, che gode ottima salute. Il tentativo è andato a
buon fine per ora in Toscana (Lucca), Basilicata (Matera) e
Piemonte (Asti). Per quanto riguarda la Criminalpol, un altro
settore
della
rilevantissimo
polizia
che
nelle
pure
indagini
potrebbe
sulle
svolgere
ecomafie,
un
ruolo
sono
state
parzialmente coinvolte finora solo le sedi di Roma, Napoli e
Palermo. E’ da notare, infine, che nel variegato universo dei
potenziali
investigatori
dei
crimini
contro
l’ambiente
è
quasi del tutto assente la polizia municipale.
A turare le falle del sistema investigativo sono spesso
le
guardie
diverse
ecologiche:
un
amministrazioni
organismo
ad
provinciali
hoc
(in
istituito
particolare
da
in
Puglia, nel Lazio, nel Veneto). O addirittura le associazioni
ambientaliste con le guardie ecologiche volontarie.
Anche
i
numeri
sulle
attività
delle
forze
dell’ordine
contribuiscono a delineare un quadro davvero allarmante.
I dati relativi all’anno 2002 e forniti anche quest’anno
a Legambiente, in occasione della presentazione del Rapporto
Ecomafia,
forze
dell’ordine
effettuati
nelle
indicano
in
nel
1.592
ciclo
le
dei
infrazioni
rifiuti,
accertate
mentre
sono
dalle
stati
742 sequestri e il 38,6% dei reati si è consumato
quattro
regioni
a
tradizionale
13
presenza
mafiosa.
La
prima regione nella classifica dell’illegalità nel ciclo dei
rifiuti è risultata la Sicilia, con 239 reati pari al 15% del
totale
nazionale;
la
seguono
a
ruota
la
Campania,
con
191
infrazioni alla normativa sui rifiuti e il Veneto, che con
114 reati ha fatto un grande balzo in avanti rispetto alla
classifica dell’anno precedente (ha scalato ben 4 posizioni).
I
fenomeni
d’illegalità
che
caratterizzano
questo
settore emergono con grande chiarezza anche dal “Monitoraggio
di
controllo
ambientale”
ambiente
dell’Arma
attività
svolte
relativo
all’inquinamento
parte
alla
dei
nel
pubblicato
carabinieri.
2001
gestione
emerge
del
dal
Dai
un
dei
dati
livello
suolo,
illecita
Comando
relativi
di
alle
illegalità
riconducibile
rifiuti,
tutela
pari
in
al
gran
42,5%
(2.469 infrazioni accertate su un totale di 5.806 controlli).
Ben superiori,
addirittura,
le
percentuali
relative
al
livello di illegalità nei siti di smaltimento (pari al 56,2%)
e
in
quello
della
gestione
rifiuti
(51,1%).
Più
basso
ma
ugualmente preoccupante il dato relativo al settore dei siti
di trattamento, pari al 39,8%.
Interessanti anche i dati del “Primo rapporto sul terzo
censimento
delle
discariche
abusive”,
curato
dal
Corpo
forestale dello Stato: 4.866 sono risultati i siti illegali
di smaltimento rifiuti, per una superficie totale di oltre 19
milioni
di
metri
quadrati.
Un
numero
impressionante
se
confrontato con le 1385 discariche autorizzate in Italia (657
per rifiuti urbani e 728 per quelli speciali), secondo i dati
di
Apat
e
Onr
nel
“Rapporto
rifiuti
2002”.
Nei
censimenti
precedenti, datati 1986 e 1996, le discariche abusive erano
state
rispettivamente
quasi
17,6
parte
è
milioni
diminuito
5.978
di
il
metri
(per
una
estensione
quadrati):
numero
delle
quindi,
discariche
totale
se
da
di
una
illegali,
dall’altra è aumentata la loro estensione (di circa 2 milioni
14
di
metri
quadrati
di
censimento
in
censimento).
Il
C.F.S.
commenta in questo modo i dati: “In questi casi non siamo più
in presenza di comportamenti errati occasionali da parte di
singoli cittadini, ma ci troviamo di fronte a fenomeni, come
dimostrato
anche
da
indagini
e
operazioni
di
polizia
giudiziaria portate a termine, riconducibili a organizzazioni
illecite
che
controllano
l’utilizzo
delle
discariche
è
secondo
C.F.S.,
abusive”.
La
Puglia
risultata,
il
la
prima
regione italiana per numero di discariche abusive (599, pari
al 12% del totale, di cui ben 440 ancora attive), seguita da
Lombardia
(541)
e
superficie
totale
Calabria
delle
(447).
discariche
La
classifica
abusive
vede
al
per
primo
posto il Veneto (quasi 5,5 milioni di metri quadrati, dovuti
fondamentalmente
all’area
industriale
di
Porto
Marghera),
seguita da Puglia (3,8) e Calabria (1,6). Il Salento,come già
denunciato
da
Legambiente
figura
le
zone
tra
discariche
abusive
dove
ancora
negli
è
ultimi
maggiore
attive
e
la
con
Rapporti
Ecomafia,
concentrazione
presenza
di
delle
rifiuti
pericolosi (per questa tipologia di rifiuti vengono segnalate
anche l’area circostante alla città di Bari, la zona centro
occidentale dell’Abruzzo, il Veneto e la Liguria).
Si affinano, in conclusione, anche le tecniche investigative.
Il
Comando
tutela
ambiente
dell’Arma
dei
carabinieri
e
il Corpo Forestale dello Stato hanno stipulato un accordo di
collaborazione
con
vulcanologia,
per
l’Istituto
nazionale
l’utilizzo
sistematico
di
geofisica
delle
e
moderne
tecniche di esplorazione geofisica del sottosuolo.
Sarà
giudiziarie,
quelle
in
possibile,
dare
cui
le
la
come
avvenuto
caccia
alle
organizzazioni
“tombare” i rifiuti.
15
in
alcune
discariche
criminali
hanno
indagini
“fantasma”,
deciso
di
La tendenza del legislatore in materia di contrasto al
crimine, va indubbiamente nel senso di un’azione sempre più
coordinata
tra
susseguitesi
le
nel
forze
tempo,
di
polizia.
proprio
perché
Le
varie
emanate
leggi
sempre
in
condizioni di emergenza, testimoniano che i mezzi individuati
dal Parlamento per un’efficace lotta al contesto dei fenomeni
ambientali
sembrano
“unificazione”
dello
proprio
Stato,
al
dirigersi
fine
di
verso
ottenere
un
una
impatto
più forte su chi soprattutto, a sua volta, è organizzato in
maniera tale da non lasciare spazio alle iniziative personali
o ai conflitti di competenza.
Tale strategia ben si coniuga con le raccomandazioni del
Consiglio
che
Europeo
evidenziano
nazionale
ambientale,
sul
la
contrasto
necessità
competente
un
per
secondo
alla
di
il
organismo
criminalità
disporre
contrasto
di
alla
competente
a
un
ecologica,
organismo
criminalità
trattare
lo
scambio di informazioni a livello europeo e di un ulteriore
organismo
incaricato
di
raccogliere
dati
statistici
sulla
criminalità ecologica.
Il problema che si pone quindi è quello di evitare la
frammentazione degli apparati di controllo ed investigativi e
di pervenire ad una migliore razionalizzazione delle risorse
e dei mezzi impiegati.
16
3. Le rotte dei rifiuti
In
una
rappresenta
economia
un
di
costo
mercato
lo
smaltimento
segue
la
legge
che
dell’offerta
e
le
naturalmente
la
fornitura
competitivi;
gestire
i
una
organizzazioni
clan
vera
dei
mafiosi
e
propria
della
criminali
“servizi”
sono
dei
ai
che,
domanda
e
garantiscono
prezzi
perfettamente
filiera
rifiuti
in
più
grado
di
avvalendosi
di
manodopera schiava e di “personale” infiltrato nella società
civile,
propone
di
soddisfare
ogni
esigenza
di
carattere
“ambientale” su scala planetaria. Si può quindi anche parlare
di
modernità
della
mafia,
laddove
si
colgono
gli
elementi
tipici di una struttura dotata di visione globale, che ben si
coniuga con il progresso e la transnazionalità
capitalistica
che travalica gli ottocenteschi confini nazionali.
Le “scorie”, come prodotto incidentale di tali dinamiche
economico/affaristiche,
danno
ambientale
preoccupazione
creando,
sia
qualche
dell’opinione
recente
che
nei
ha
rappresentate
ha
raggiunto
paesi
volta,
pubblica.
sondaggio
sono
ricchi
una
Stati
rilevato
che
un
accresciuto
livelli
che
forte
Negli
da
in
di
quelli
reazione
Uniti,
l’84%
estrema
ad
poveri,
da
parte
esempio,
della
un
popolazione
considera il danno ambientale un “crimine serio”. La Nigeria
ha deciso di punire i trafficanti di rifiuti con l’ergastolo.
Perfino
il
Brasile,
tentava
di
attirare
dove
venticinque
capitali
con
lo
anni
fa
slogan
c’era
“Venite
chi
a
inquinare da noi”, fa ammenda.
I traffici internazionali di rifiuti vedono la Cina tra
le mete preferite. Le attività illecite sono mosse da ragioni
sostanzialmente
economiche.
Per
relativi
smaltimento
di
allo
17
quanto
una
riguarda
tonnellata
i
di
prezzi
rifiuti
pericolosi
si
va
industrializzato,
2,5
massimo
In
praticato
dagli
international
londinese
a
50
sviluppo.
dai
100
ai
seconda
dollari
merito
della
in
all’incredibile
affaire)
un
Report
dollari
tipologia
richiesti
ecocriminali,
nel
2.000
il
un
di
un
Paese
(Royal
prestigioso
in
altro
via
dei
di
ai
di
costi
institute
istituto
un
Paese
rifiuto,
abbattimento
Riia
descrive
di
of
ricerca
caso
davvero
illuminante: in un’indagine della polizia di New York alcuni
detective si sono infiltrati nel giro dei traffici illegali.
Nonostante
proponessero
“scontato”
di
mercato
di
ulteriormente
un
40
dollari
750,
sono
costo
al
di
barile
stati
perché
non
World
Watch,
smaltimento
contro
un
costretti
riuscivano
ad
a
davvero
prezzo
di
abbassarlo
trovare
clienti
interessati.
Anche
il
statunitense,
ha
l’autorevole
affrontato
il
tema
ambientale
internazionale.
Nella
storia
numero
dicembre
curata
da
di
French,
viene
traffici
2002,
denunciato
internazionali
il
di
rivista
ruolo
della
di
Lisa
degli
rifiuti.
I
ambientale
criminalità
copertina
Mastny
Stati
e
Hilary
Uniti
quantitativi
del
nei
stimati
sono notevoli: si va dai 300 ai 500 milioni di tonnellate di
rifiuti
pericolosi
trasportato
Difficile
ogni
legalmente
da
anno,
il
attraverso
valutare,
i
invece,
10%
dei
confini
il
quali
viene
internazionali.
flusso
illegale,
soprattutto verso i Paesi in via di sviluppo, in violazione
della
Convenzione
di
Basilea
del
1999
sulla
movimentazione
transfrontaliera e sullo smaltimento di rifiuti.
Secondo il World Watch l’Asia sembra essere diventata la
nuova
destinazione
continente
principali
africano:
finale,
“Si
destinazioni
insieme
ritiene
dei
che
traffici
al
l’Asia
già
sia
illeciti.
martoriato
una
delle
Greenpeace
India riferisce che più di 100mila tonnellate di rifiuti non
18
autorizzati sono entrati in India nel 1998 e nel 1999, fra
cui
ceneri
batterie
e
residui
usate,
tossici
scarti
di
di
zinco,
lavorazione
rifiuti
di
piombosi,
cromo,
cadmio,
tallio e altri metalli pesanti. Le importazioni illecite, che
provengono
da
luoghi
diversi
come
Australia,
Belgio,
Germania, Norvegia e Stati Uniti, hanno violato sia le regole
del
trattato
di
Basilea
sia
una
norma
del
governo
Indiano
sulle importazioni di rifiuti.
La Cina occupa ormai un triste posto di rilievo tra gli
Stati coinvolti nei cosiddetti “traffici di veleni”. Secondo
la
rivista
americana
infatti:
“La
Cina
riceve
un
massiccio
flusso di rifiuti elettrici pericolosi importati illegalmente
ogni
anno.
(Ban)
Uno
un
studio
gruppo
recente
che
della
Basel
controlla
Action
Netwwork
l’applicazione
della
convenzione di Basilea, e la Silicon Valley Toxics Coalition
della California, riferisce che i lavoratori nelle fabbriche
di
riciclaggio
pesanti
e
cinesi
ad
sono
altri
gravemente
prodotti
esposti
chimici
ai
metalli
velenosi
poiché
provvedono al recupero di componenti dai circuiti di vecchi
computer, monitor, batterie e altri apparecchi. Il commercio
di prodotti tossici continua a dispetto di un divieto cinese
sull’importazione
di
questo
genere
di
materiali
ma
viola
anche le norme di Basilea che proibiscono l’esportazione di
rifiuti
Circa
verso
metà
Paesi
dei
che
rifiuti
ne
hanno
vietato
elettronici
l’importazione.
(tecnologici)
viene
prodotta negli Stati Uniti, dove si stima che ogni anno 20
milioni
di
computer
vengono
dismessi
perché
considerati
obsolenti. Ma il governo Usa non considera la spedizione di
high-tech
illegale
perché
questo
genere
di
rifiuto
tecnicamente
classificato
come
pericoloso.
Stati
sono
Paese
industrializzato
Uniti
l’unico
E
non
peraltro
che non
è
gli
ha
ratificato la Convenzione di Basilea; proprio sull’invio del
19
materiale high-tech dismesso in Cina è in corso un’inchiesta
in
Italia,
condotta
dalla
Procura
di
Taranto,
che
sta
indagando su un presunto traffico di contatori elettrici che
sono stati venduti ad aziende cinesi per un loro utilizzo.
L’inchiesta è partita in seguito ai problemi fisici di alcuni
dipendenti di una compagnia portuale di Taranto, che avevano
lavorato
a
contatto
con
16
container
contenenti
tremila
tonnellate di rifiuti, e un’ispezione della Asl. Cinque sono
gli
indagati
contatori
per
violazione
dismessi
alla
sarebbero
normativa
partiti
ambientale.
dal
porto
I
di
Civitavecchia, transitati in quello di Taranto, per finire ad
Hong Kong via Israele.
Del
resto
che
la
Cina
sia
destinazione
finale
di
traffici internazionali non è certo una novità: l’allarme era
già
stato
ricordare,
lanciato
nel
infatti,
Rapporto
l’inchiesta
Ecomafia
del
Corpo
2002.
Basta
Forestale
dello
Stato di Brescia e del Pool ambiente della Procura di Milano
sulle 2.500 tonnellate di rifiuti plastici spedite da alcuni
porti
italiani
verso
quello
di
Hong
Kong
(il
processo
di
primo grado si è concluso proprio in questi giorni e ha visto
patteggiare
altre,
di
volta
che
due
dei
sedici
traffico
in
imputati,
internazionale
Italia
un’accusa
di
di
con
l’accusa,
rifiuti.
questo
E’
tipo
tra
la
può
le
prima
essere
formulata, grazie all’articolo 53 bis del Decreto Legislativo
n.
22
del
1999,
che
a
partire
dal
2001
permette
agli
inquirenti di avere un’arma per bloccare i flussi illeciti di
rifiuti),
ma
anche
le
denunce
di
alcune
associazioni
ambientaliste americane secondo le quali tra il 50% e l’80%
del
materiale
elettronico
di
scarto
raccolto
negli
Stati
Uniti viene imbarcato e spedito, via mare, in diversi paesi
dell’Asia e del Sud est asiatico, tra cui appunto la Cina e
il Giappone, come nel caso di seguito riportato, emblematico
20
di come si applica la tecnica del “finto” riciclaggio teso a
mascherare veri e propri smaltimenti illeciti.
Lo scorso marzo, la corte di un distretto del Giappone
ha
condannato
Hiromi
Ito,
presidente
di
una
compagnia
di
smaltimento di rifiuti, a quattro anni di prigione e lo ha
multato per 5 milioni di yen (pari a 40.000 dollari). Ito e i
suoi
complici
hanno
ideato
e
diretto
un
complicato
sistema
per disfarsi di circa 2.700 tonnellate di rifiuti ospedalieri
e
industriali
nelle
su
scritto
“carta
Filippine,
da
trasportati
riciclare”.
in
Quando
container
con
l’importatore
filippino ha aperto i 122 container, ciascuno dei quali lungo
più di 12 metri, ha trovato non solo carta ma anche materiali
pericolosi,
fra
cui
aghi
ipodermici
e
bendaggi,
teli
in
materiale plastico per le lenzuola e vecchie attrezzature. Un
classico
caso
di
esportazione
di
rifiuti
pericolosi
con
il
pretesto del “riciclaggio”. Coloro che hanno a che fare con
rifiuti
spacciano
da smaltire in modo illecito, sempre più spesso li
per
controlli
materiale
delle
riciclabile,
Autorità.
liberandosi
(Rapporto
Legambiente)
21
così
Ecomafia
dei
2003,
4. I mercati globali dell’ecomafia e i traffici
internazionali di rifiuti “speciali”
Il giro del mondo in 16 anni. Non è la seconda puntata del
celebre romanzo di Jules Verne ma la durata dell’incredibile
viaggio della nave dei veleni Khian Sea. La nave, partita da
Filadelfia
rifiuti
della
nel
lontano
nella
città
stiva
1986
(tra
contaminate
pesanti),
nel
suo
continenti
e
undici
con
circa
cui
da
lungo
15mila
tonnellate
di
le
ceneri
dell’inceneritore
piombo,
cadmio
e
viaggio
nazioni
ha
prima
altri
metalli
ben
quattro
toccato
di
essere
rispedita
al
mittente.
Tutto era iniziato con la più classica emergenza rifiuti:
la città statunitense era rimasta a corto di spazio per lo
smaltimento
in
discarica
e
ha
deciso
di
far
risolvere
il
problema a una società di intermediazione, che a sua volta ha
pensato
bene
di
caricarli
su
una
nave
e
spedirli
in
un
qualsiasi Paese disposto ad ospitarli. Ma non è stato così
semplice. Il primo porto raggiunto dalla nave dei veleni è
stato quello delle isole Bahamas, che ha però subito negato
lo
scarico
tonnellate
aver
dei
furono
tentato
africani
e
scaricata
con
rifiuti.
Alla
scaricate
invano
di
asiatici,
molta
su
una
fare
la
fine
del
1987
spiaggia
altrettanto
restante
disinvoltura
in
di
in
parte
mare
circa
4mila
Haiti.
Dopo
diversi
del
nel
Paesi
carico
fu
tragitto
che
portava dal canale di Suez a Singapore, dove arrivò nel 1988
con
la
stiva
completamente
dirigenti
della
condannati
da
un
compagnia
tribunale
vuota.
di
Per
questo
navigazione
statunitense.
A
motivo
sono
questo
due
stati
punto
il
problema sembrava risolto. In realtà, in seguito a una lunga
querelle tra Haiti e gli Stati Uniti, dopo che per tredici
22
lunghi anni i container erano rimasti “spiaggiati” sull’isola
caraibica, le 4mila tonnellate di rifiuti furono riportate in
America. Il viaggio era finito? Neanche per sogno.
Anche negli States i rifiuti sono respinti da ben cinque
Stati
e
addirittura
dell’Oklahoma.
ceneri
Alla
da
una
fine
dell’inceneritore
tribù
del
sono
indiana,
lungo
viaggio
tornate
a
i
Cherokee
le
casa.
pericolose
Anche
se
le
altre 11mila tonnellate continuano a fare il bagno in chissà
quali
profondità
oceaniche.
(Antonio
Cianciullo,
Enrico
Fontana, Ecomafia I predoni dell’ambiente, Editori Riuniti).
Questa è solo una storia, per certi versi paradossale,
dei tanti traffici internazionali di rifiuti che inquinano il
globo
terrestre
e
che
percorrono
la
“nota”
rotta
Nord-Sud,
dai Paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo.
Greenpeace
stima
che
il
90%
dei
rifiuti
trasportati
verso i Paesi in via di sviluppo, in particolare materiali
plastici
come
e
metalli
materiale
pesanti,
destinato
al
venga
attualmente
riciclaggio.
Molti
etichettato
di
questi
rifiuti, però, non vengono affatto riciclati o, come nel caso
dei rifiuti elettronici (tecnologici) in Cina, sono riciclati
con
operazioni
dell’invio
in
altamente
discarica.
inquinanti
Il
e
risultato
non
proprio
finale
è
migliori
lo
stesso:
l’esportazione di materiale gravemente inquinante da un Paese
ricco a uno povero.
Tra gennaio e febbraio 1998 in una regione del sud della
Somalia,
tra
la
una
strana
febbre
popolazione.
emorragica causa decine di morti
Pochi
mesi
dopo
un’altra
“febbre
sospetta” colpisce la zona di Warsheikh e vengono segnalate
vittime nei villaggi di Adelhe e Runmirgod. Circa due anni
prima
i
eccessivo
medici
numero
di
di
Merka,
tumori
sempre
alla
in
Somalia
lingua,
segnalavano
alla
tiroide,
retto e un numero elevatissimo di malformazioni neonatali.
23
un
al
Una serie di patologie prima sconosciute al paese africano
che, messe in relazione ai risultati di uno studio effettuato
in quegli anni da un ricercatore algerino, rivelano scenari
sconvolgenti.
sull’alta
ricerca
mortalità
collegamento
radioattivi
La
con
nel
dei
lo
deserto
infatti
partendo
dromedari
scarico
del
Ecologia, maggio 2000)
24
da
somali,
dimostrava
incontrollato
Corno
un’indagine
d’Africa.
di
(La
il
rifiuti
Nuova
5. “Rifiuti speciali spa”
La congiura del silenzio viene spezzata da una struttura
a
cui,
in
prima
l’Osservatorio
piedi
dai
ricerche
battuta,
permanente
Carabinieri,
Eurispes
ecomafia,
si
disponibili.
su
a
la
dato
e
1993.
mettere
trama
e
peso:
messo
in
dall’Istituto
di
Scelta
insieme
del
grande
legalità
Legambiente
dicembre
cominciò
aveva
ambiente
dalla
nel
Tessendo
nessuno
la
le
traffico
priorità
informazioni
di
rifiuti
è
apparso il disegno di una holding che vede lavorare fianco a
fianco
imprenditori,
“vizietto”
degli
criminalità
affari,
organizzata,
politici
con
il
massoni
con
“vizietto”
il
delle
bustarelle.
E’ la Rifiuti spa. Il dossier viene presentato in una
conferenza stampa a Roma. Partono i primi lanci di agenzie, i
primi
servizi
telefoni
sui
della
telegiornali,
sede
nazionale
i
primi
della
articoli.
Legambiente
E
i
diventano
bollenti. A chiamare sono i marescialli del Corpo Forestale
dello
stato
ufficiali
e
dei
della
carabinieri,
finanza,
ispettori
magistrati
di
quasi
polizia,
folgorati
dall’ampiezza della rete clandestina di traffici. Ma c’è una
telefonata
che
più
delle
altre
cambierà
il
corso
degli
eventi. E’ la richiesta di un incontro urgente da parte della
Procura
nazionale
antimafia.
Il
numero
due
della
superprocura, Alberto Maritati, aveva già fiutato la pista e
chiede di acquisire il dossier di Legambiente. Si scopre così
che
le
procure
traffici
di
ecomafie,
sono
che
rifiuti,
stanno
una
quindici,
indagando
delle
ognuna
in
tutta
attività
rinchiusa
Italia
cardine
nel
suo
sui
delle
guscio,
ognuna all’oscuro di quanto fanno le altre. Un’enorme massa
di informazioni, di indizi, di prove si rovescia sul tavolo
di Maritati e si decide di schierare contro l’ecomafia ben
25
cinque
dei
Procura
venti
magistrati
nazionale
le
15
investigatori
cominciano
1994,
ecomafie”
l’ipoteca
Grazie
Procure
con
curata
compongono
antimafia.
coordinamento
dicembre
che
a
la
locali
dei
clan
i
presentazione
su
staff
al
si
scambiarsi
dall’Osservatorio
lo
lavoro
di
incontrano.
Gli
materiali
della
e
nel
ricerca
“Le
ambiente
sull’ambiente
della
e
legalità,
un
fenomeno
agli
illeciti
diventa
massmediologico.
Attualmente
commessi
sul
la
situazione
territorio
relativa
nazionale
è
descritta
dal
Rapporto
Ecomafia dell’anno 2003, a cura di Legambiente.
In
Italia
decreto
Decreto
la
materia
legislativo
Ronchi,
5
il
dei
rifiuti
è
1997,
n.
febbraio
quale
ha
abrogato
disciplinata
22,
totalmente
dal
cosiddetto
la
vecchia
normativa e ha dettato nuove regole e nuovi principi in tutto
il
settore.
successivi
In
particolare,
capitoli,
che
“Chiunque,
con
più
al
l’attuale
fine
operazioni
e
attività
continuative
esporta,
importa
o
come
di
sistema
conseguire
attraverso
organizzate,
comunque
meglio
spiegato
sanzionatorio
un
ingiusto
l’allestimento
cede,
gestisce
riceve,
nei
prevede
profitto,
di
mezzi
e
trasporta,
abusivamente
ingenti
quantitativi di rifiuti è punito con la reclusione da uno a
sei anni” (art. 53 bis, comma 1 del D. Lgs. 22/97). E’ solo
dal
2001
che,
grazie
a
questo
piccolo
ma
importantissimo
comma dell’articolo 53 bis, gli inquirenti sono in grado di
contrastare e perseguire penalmente i traffici internazionali
di rifiuti.
Le tante inchieste sulla violazione dell’articolo 53 bis
del
decreto
Ronchi
hanno
svelato
gli
interessi
e
le
ramificazioni della criminalità ambientale nel nostro Paese.
È una montagna la quantità di rifiuti speciali scomparsi nel
nulla che, anche quest’anno, supera i 1.100 metri di altezza.
26
La
“Rifiuti
S.p.A.”
traffica
e
smaltisce
abusivamente
quelli speciali, meglio se pericolosi e si infiltra anche nel
ciclo
“legale”,
smaltimenti
inquinando
illeciti
l’ambiente
di
e
il
rifiuti
mercato.
e
Gli
l’infiltrazione
dell’ecomafia nel settore sono ormai un tema ricorrente nelle
parole
di
magistrati
istituzionali
sul
e
di
crimine
ministri
organizzato.
e
nei
“Il
documenti
fenomeno
delle
ecomafie – afferma il Procuratore generale di Bari, Riccardo
di
Bitonto
giudiziario
della
nella
2003
moderna
–
relazione
con
costituisce
criminalità
un
cui
inaugura
paradigma
della
organizzata.
La
l’anno
strategia
presenza
delle
organizzazioni delinquenziali non si manifesta più unicamente
attraverso
il
strutturali
compimento
di
queste
di
delitti
organizzazioni
di
sangue.
sono
I
quelli
crimini
silenziosi
della penetrazione nell’economia e nel mercato, come il ciclo
dei rifiuti”. E il binomio “mafia-rifiuti” viene sottolineato
anche
dalla
“Relazione
sicurezza”
per
il
presidenza
della
organizzata
di
Camera
dalle
relazionali
illecita
dei
secondo
politica
semestre
l’11
stampo
caratterizzata
formule
sulla
febbraio
mafioso
seguenti
e
rifiuti
di
e
è
informativa
della
2002,
trasmessa
2003:
“La
risultata
alla
criminalità
nel
peculiarità:
schemi
e
complesso
rinnovamento
operativi
nella
nell’intercettazione
di
gestione
delle
risorse
destinate ad opere per la collettività”.
Uno
dei
territori
più
colpiti
dai
trafficanti
di
rifiuti continua ad essere la Campania, in particolare con la
gestione del clan dei Casalesi, una gestione fatta con metodi
da
imprenditoria
stati
rifiuti
sequestri
commerciale.
di
luoghi
tossico-nocivi;
In
di
proprio
tutta
scarico
in
la
regione
abusivi,
Campania
è
vi
anche
emerso
sono
con
quello
che qualcuno ha chiamato il “ciclo”: si scava, il materiale
serve per costruire abusivamente e nello scavo si mettono i
27
rifiuti
che
inquinano
dell’ambiente.
(Antonio
le
falde.
Cianciullo,
Ecco
Enrico
l’alterazione
Fontana,
Ecomafia
I predoni dell’ambiente, Editori Riuniti)
Fra i mille appalti di servizi e di forniture, si nota
che le organizzazioni criminali si stanno orientando proprio
verso
gli
appalti
smaltimento
dei
per
le
rifiuti.
pulizie
Gli
dei
esempi
Comuni
più
e
recenti
per
lo
sono
il
traffico di 18 mila tonnellate di rifiuti fra Brescia, Napoli
e Caserta; poi a Santa Maria Capua Vetere e in provincia di
Caserta (un milione di tonnellate di rifiuti in 4 anni). Le
organizzazioni criminali si attrezzano sotto forma di impresa
per
gestire
la
bonificare
siti
propongono
come
considerate
che
raccolta
e
lo
inquinati:
smaltimento
prima
disinquinatori
le
aree
(la
da
ed
anche
per
poi
si
inquinano
e
genialità
napoletana);
bonificare
in
Campania
sono
numerosissime. La Campania si colloca al primo posto per quel
che
concerne
figura
sia
i
reati
come
traffici
abusivi
tossici
smaltiti
collegati
sito
di
che
smaltimento
come
in
all’illegalità
“punto
altre
di
di
regioni
ambientale,
destinazione
di
partenza”
di
rifiuti
(Puglia,
Basilicata,
Molise, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto).
L’interesse
smaltimento
dei
dei
clan
rifiuti
camorristici
è
nel
incentrato
settore
dello
specialmente
nella
gestione diretta delle discariche illegali realizzate in cave
e terreni.(Rapporto Ecomafia 2003, Legambiente)
Nella
terra
della
camorra,
i
rifiuti
sono
l’industria
trainante. I camion arrivano di notte e trovano ad attenderli
persone
fidate,
persone
che
si
sanno
far
rispettare
e
che
conoscono la strada per le “buche”. Così vengono chiamate le
discariche. “Buche”. Perché buche sono grandi pozzi che sono
stati scavati in fretta e che in fretta vengono riempiti. La
terra costa e va sfruttata in modo che nulla si butti: una
28
perfetta
massimizzazione
dei
profitti,
una
prodigiosa
moltiplicazione dei capitali mafiosi.
Quest’attività
assicura
rendimenti
paragonabili
al
traffico di eroina, ma ha un difetto: manca di discrezione.
Si vedono le cave, si vedono i rifiuti, si vedono le case
abusive.
Chiudere
gli
occhi
sul
commercio
di
droga
è
più
facile che ignorare una simile sberla alla natura. E allora,
per
compensare
guidano
questo
l’affare
territorio.
Gli
inconveniente,
hanno
autisti
rafforzato
dei
camion
le
“famiglie”
che
il
controllo
sul
sono
guidati
di
notte
attraverso un labirinto di strade e stradine finché perdono
l’orientamento.
operai
Gli
delle
ecologisti
discariche
vengono
sono
marcati
utilizzati
a
come
vista.
Gli
guardie
del
corpo per dissuadere i curiosi.
Anche Cosa Nostra mantiene saldi interessi nel ciclo dei
rifiuti.
L’imprenditore
mafioso
Virga
recentemente
è
stato
accusato di aver gestito appalti e subappalti di rifiuti. In
un
testo
Grasso,
è
contenuta
personaggi
Calabria
riportata
in
mafiosi:
si
una
una
“metti
registra
frase,
riferita
conversazione
mondezza
l’interesse
e
per
dal
procuratore
telefonica
esce
fra
due
Pure
in
settore
di
oro”.
questo
celebri organizzazioni mafiose come quella Molè e Piromalli,
che dominano la piana di Gioia Tauro e sono coinvolte nel
traffico
e
nello
smaltimento
illecito
di
rifiuti
speciali.
Elementi di indagini parlano di un vasto traffico di rifiuti
speciali, anche di origine ospedaliera, dal nord verso il sud
gestito
dalle
“ndrangheta”
famiglie
reggina.
De
Hanno
Stefano
e
costruito,
Latella
della
soprattutto
in
Lombardia e in centro Italia, società di raccolta, trasporto
e
smaltimento
dei
rifiuti
ospedalieri,
che
verrebbero
smaltiti illegalmente anche in Calabria. Questo “tour” nelle
quattro
regioni
a
tradizionale
29
presenza
mafiosa
si
conclude
in
Puglia.
La
Sacra
corona
unita
ha
un
ruolo
attivo
nel
business dei rifiuti. Le attività illecite connesse al ciclo
dei rifiuti emergono più nitidamente nel Salento nel racket e
nello
smaltimento
di
rifiuti
tossici
provenienti
da
altre
regioni.(Aggiornamenti Sociali ON LINE, Chiara Tintori)
Il ciclo dei rifiuti in Italia è pesantemente minacciato
dalle
ecomafie.
Va
denunciata
però
anche
l’esistenza
nel
nostro Paese di vere e proprie organizzazioni criminali, non
di
stampo
rifiuti
mafioso,
su
tutto
che
il
operano
illecitamente
nel
territorio
nazionale,
dalla
ciclo
dei
Lombardia
alla Calabria, passando per l’Umbria. Lo hanno dimostrato le
otto
inchieste
che
hanno
portato
all’arresto
di
trafficanti
di rifiuti grazie all’articolo 53 bis del decreto Ronchi, a
partire
dall’operazione
all’inchiesta
“Mar
organizzazioni
molto
produttori
di
“Greenland”
Rosso”
del
del
gennaio
ramificate
rifiuti.
Spesso
febbraio
che
anche
2002
2003.
arrivano
gruppi
fino
Tutte
fino
industriali
ai
di
rilevanza nazionale, come dimostra l’inchiesta di Priolo, in
provincia di Siracusa, in cui sono stati arrestati i vertici
dello
stabilimento
traffico
di
scorie
Enichem,
di
una
o
l’indagine
fonderia
di
lombarda
rilevanza
sul
nazionale,
“sepolte” in diversi cantieri edili in provincia di Milano.
(la
Repubblica.it,
semplice:
“I
criminali.
piccola
per
preferisce
cronaca:
rifiuti
non
Evidentemente
Rifiuti).La
sono
c’è
fortuna,
che,
affidarsi
alle
ragione
prodotti
una
per
dalle
parte
mere
abbastanza
organizzazioni
dell’imprenditoria,
ragioni
organizzazioni
è
di
che
risparmio,
smaltiscono
illecitamente i rifiuti, con abbattimento dei prezzi, anziché
seguire le vie legali. Nei fenomeni criminali vi sono sempre
una domanda e un’offerta; non conosco mercato illegale in cui
non ci sia una combinazione di domanda e offerta. L’abilità
30
delle
organizzazioni
criminali
è
quella
di
innestarsi
nella
domanda”. (Rapporto Ecomafia 2003, Legambiente).
La
domanda,
a
quanto
pare,
non
manca,
alimentando
di
fatto traffici che riguardano tutto il territorio nazionale.
Dai fanghi conciari alle scorie di fonderia, passando per il
mercurio. Dalla Lombardia alla Puglia, ma anche dalla Sicilia
verso
l’Emilia
mare.
Sembra
Romagna.
non
Dai
esserci
terreni
agricoli
tipologia
di
coltivati
rifiuto,
rotta
al
di
transito e sito finale di smaltimento che possa sfuggire alle
mire dei trafficanti di rifiuti nel nostro Paese. Insomma, è
una
realtà
davvero
impressionante
quella
che
emerge
dalla
lettura delle principali inchieste che si sono concluse con
l’emissione di ordinanze di custodia cautelare per violazione
dell’art.
2001.
53
L’unico
organizzazione
bis
del
delitto
di
decreto
della
traffico
Ronchi,
in
vigore
dall’aprile
normativa
ambientale,
illecito
di
quello
di
la
cui
rifiuti,
introduzione è stata fortemente voluta da Legambiente e che
sta già dimostrando tutta la sua efficacia sotto il profilo
investigativo.
Sono
già
8
gli
uffici
giudiziari
in
cui
si
sono concluse o sono in via di definizione indagini avviate
dalle
forze
ambiente
dell’ordine,
dell’Arma
dei
soprattutto
dal
carabinieri,
ma
Comando
anche
tutela
dai
nuclei
investigativi del Corpo Forestale e della Guardia di Finanza,
che
hanno
portato
all’emissione
di
ordinanze
di
custodia
cautelare. Anche la distribuzione geografica di questi uffici
giudiziari
rivela
la
vastità
dei
traffici:
l’applicazione
dell’art. 53 bis è scattata nelle procure di Milano, Busto
Arsizio, Spoleto, Napoli, Torre Annunziata, Paola (Cz), Bari
e Siracusa. La possibilità di utilizzare strumenti d’indagine
efficaci,
commessi,
di
finalmente
ha
connivenze
consentito
e
adeguati
di
alla
“illuminare”
complicità,
che
31
gravità
una
coinvolge
dei
fitta
reati
ragnatela
produttori
di
rifiuti, società di raccolta e trasporto, gestori di impianti
di
smaltimento
agricole.
I
ma
anche
numeri
che
insospettabili
riassumono
titolari
queste
8
di
aziende
inchieste,
del
resto, parlano chiaro:
49 le ordinanze di custodia cautelare emesse;
177 le persone denunciate;
36 le società coinvolte, dalla produzione al trasporto fino
allo smaltimento;
12 le regioni interessate (Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia
Romagna,
Toscana,
Umbria,
Lazio,
Marche,
Campania,
Puglia,
Calabria e Sicilia).
I quantitativi di rifiuti smaltiti illegalmente non sono
neppure quantificabili, ma si tratta, per approssimazione, di
qualche
milione
di
tonnellate
di
residui,
spesso
altamente
pericolosi, che hanno finito per contaminare aree anche molto
vaste.
Anche
in
questo
comprendere
meglio
l’estensione
della
caso,
la
qualche
gravità
discarica
del
abusiva
numero
può
fenomeno:
più
4
grande
aiutare
a
ettari
è
individuata
nell’operazione “Murgia violata”; 14 sono le aziende agricole
in cui sono stati smaltiti illegalmente i rifiuti al centro
dell’operazione
“Greenland”;
40
gli
automezzi
sequestrati
durante l’operazione “Econox”; 2.000 le tonnellate di rifiuti
speciali
smaltiti
illegalmente
in
diversi
cantieri
edili
della Lombardia; un milione di tonnellate, invece, i rifiuti
al centro dell’operazione “Greenland”.
Un’altra caratteristica rilevata dalle indagini condotte
finora in Italia a partire dall’entrata in vigore dell’art.
53 bis è quella della grande varietà di rifiuti oggetto dei
traffici illeciti e dell’estrema fantasia di chi li gestisce
illegalmente.
restano
Lungo
le
prevalentemente
rotte
quella
32
dei
traffici
Nord-Sud,
illeciti,
viaggia
davvero
che
di
tutto:
scorie
derivanti
dalla
metallurgia
termica
dell’alluminio, fanghi conciari, polveri di abbattimento fumi
(derivati
spesso
da
industrie
siderurgiche),
trasformatori
con oli contaminati da Pcb (i famigerati policlorobifenili),
reflui
liquidi
contaminati,
come
quelli
al
mercurio
dell’Enichem di Priolo, ma anche rifiuti e terre provenienti
da
attività
quello
che
illecite
di
bonifica.
Legambiente
della
Si
sta
aveva
Rifiuti
verificando,
già
S.p.A.
denunciato:
rischiano
di
purtroppo,
le
attività
pregiudicare
le
stesse attività di bonifica dei siti contaminati.
Accanto
alla
grande
varietà
e
pericolosità
dei
rifiuti
oggetto dei traffici illeciti emerge, come già accennato, la
grande
fantasia
fanghi
delle
industriali
fertilizzanti
fumi,
fornaci
in
cui
residui
di
fonderia
fondamenta
di
impianti
vengono
di
in
si
tossiche,
vengono
smaltiti,
in
rifiuti
innocui
incenerimento;
rifiuti
rifiuti
formalmente
in
diventano
agricole;
laterizi
edili;
illegale:
contaminati
producono
cantieri
inviati
smaltimento
aziende
particolarmente
trasformati
di
altamente
utilizzati
abbattimento
vengono
attività
o
polveri
finiscono
nei
speciali
e
urbani
da
impianti
nelle
cementifici;
illegalmente,
prodotti
di
nelle
pericolosi
avviare
in
a
Campania
autorizzati
in
Abruzzo, dove ne viene fatto figurare l’avvenuto smaltimento
a prezzi di mercato mentre in realtà finiscono in discariche
abusive
della
economiche
rifiuti
occultati
in
stessa
nero
pericolosi
sul
tra
Campania,
le
vengono
fondo
di
con
società
relative
coinvolte
miscelati
fusti
che
compensazioni
nei
traffici;
illegalmente
contengono
oppure
sostanze
apparentemente “innocue”.
I danni causati all’ambiente e i pericoli per la salute
connessi
a queste attività illecite non sono, oggi, neppure
immaginabili. E saranno i processi che si svilupperanno dopo
33
le
indagini
esempio,
(l’operazione
ha
già
portato
“Greenland”,
a
ben
52
solo
per
fare
un
di
rinvio
a
richieste
giudizio) a definire meglio, sotto il profilo penale, ruoli e
responsabilità
dei
singoli.
Alcune
considerazioni
di
carattere generale, però, sono già possibili.
Grazie all’art. 53 bis del decreto Ronchi, innanzitutto,
è
stata
offerta
giudiziaria
fenomeno,
finora
la
alle
forze
possibilità
come
quello
dimostrato.
Emerge
con
di
dei
sostanzialmente
dell’ordine
all’autorità
“illuminare”
traffici
meglio
illegali
“intuito”
assoluta
e
ma
di
mai
chiarezza
un
rifiuti,
concretamente
l’estensione
e
la
gravità di questi traffici, anche in considerazione del fatto
che questa sommaria analisi si basa soltanto su un campione
di indagini (quelle in varia misura pubbliche). Le tipologie
di
rifiuti
oggetto
emblematico
di
partecipazione
metalli
di
medie
pubblica,
(dal
–
traffici,
dell’Enichem
responsabilità
produttivi
dei
settore
acciaierie
e
come
Priolo,
e
chiama
grandi
impegnati
conciario
dimostra
il
caso
in
causa
la
imprese,
anche
a
in
alla
diversi
cicli
lavorazione
dei
fonderie – passando per le attività
petrolchimiche) che continuano ad affidarsi, per la gestione
dei
rifiuti,
a
soggetti
non
affidabili
e
a
circuiti
illegali.
Le
nostro
attività
Paese)
rifiuti
e
di
sono
bonifica
già
richiedono,
(di
oggetto
fatto
di
quindi,
appena
traffici
un’intensa
avviate
nel
illeciti
di
attività
di
controllo e monitoraggio. Il ciclo dei rifiuti speciali, in
particolare
qualsiasi
quelli
seria
pericolosi,
attività
infine,
preventiva
di
sembra
sfuggire
controllo,
a
relativa
sia ai quantitativi effettivamente prodotti che, soprattutto,
alla correttezza delle attività di recupero e smaltimento.
34
Alla
scritto
luce
dei
fatti
l’interpretazione
e
dei
numeri
autentica
contenuti
della
in
questo
definizione
di
rifiuto approvato nel decreto legge omnibus dell’agosto 2002
rischia
di
alimentare
e
favorire
ancora
di
più
i
traffici
illeciti di rifiuti nel nostro Paese.
Una
volta
maggiore
ottenuto
efficienza
il
sul
risultato,
versante
rilevante,
repressivo,
di
una
insomma,
è
arrivato davvero il momento di “alzare” la guardia sia sotto
il
profilo
quello
della
delle
responsabilità
attività
di
delle
controllo
da
imprese
parte
che
della
sotto
Pubblica
Amministrazione, in tutte le sue articolazioni. Non si tratta
soltanto
di
stroncare
attività
criminali
che
compromettono
l’ambiente e la salute dei cittadini ma, come Legambiente ha
ribadito
in
ogni
quell’imprenditoria
investe
in
occasione,
onesta
innovazioni
e
tutelare
rispettosa
tecnologica
e
gli
interessi
di
della
legalità,
che
tutela
ambientale.
Un’imprenditoria di qualità, l’unica in grado di garantire un
effettivo sviluppo.
Questo dicono i numeri sulla produzione e sulla gestione
dei rifiuti speciali nel nostro Paese. Secondo il “Rapporto
rifiuti 2002” gli speciali prodotti in Italia nel 1999 sono
stati
72,5
milioni
di
tonnellate:
di
questi
23
milioni
di
tonnellate sono rifiuti da costruzione e demolizione, mentre
4
sono
speciali
pericolosi.
Stando
a
quanto
riportato
nel
“Rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti” la quantità di
rifiuti speciali gestiti nel 1999 nel nostro Paese è stata di
61,3
milioni
dati
il
di
conto
tonnellate
di
scamparse
nel
Materializzando
tonnellate.
è
presto
rifiuti
nulla
questi
Facendo
fatto:
nel
speciali,
(nel
la
differenza
1999
11,2
pericolosi
1998
quantitativi,
erano
e
due
milioni
non,
state
l’Italia
dei
ha
di
sono
11,6).
visto
sorgere nel 1999 una nuova montagna di rifiuti con base di
35
tre ettari e alta 1.120 metri, più bassa di soli 30 metri
rispetto a quella sorta nel 1998.
Legambiente, infatti, segnala ancora una volta l’assenza
di dati chiari e inequivocabili sui rifiuti speciali, anche
pericolosi, prodotti nel nostro Paese e su quelli gestiti. La
situazione
è
(Agenzia
per
tecnici)
e
pubblicato
a
dir
la
Onr
il
poco
paradossale.
Nel
protezione
dell’ambiente
(Osservatorio
nazionale
dato
sulla
produzione
Rapporto
e
per
sui
di
i
servizi
rifiuti)
totale
Apat
di
viene
rifiuti
speciali ma non quello sui quantitativi gestiti, che invece
figura
nel
“Rapporto
dell’Osservatorio
Rapporto,
però,
annuale
nazionale
non
figura
sulla
sui
il
gestione
rifiuti.
dato
dei
In
sulla
rifiuti”
quest’ultimo
produzione
totale
dei rifiuti speciali, compresi gli inerti. In nessuno dei due
rapporti
è
pericolosi
reperibile
gestiti
il
dato
relativo
legalmente,
ai
almeno
rifiuti
sulla
speciali
carta.
Una
mancanza che certo non aiuta a comprendere lo stato di salute
di un settore così delicato sotto il profilo ambientale ed
economico.
Il Rapporto sottolinea, con toni troppo entusiastici, il
fatto
che
attività
il
di
50%
dei
recupero.
rifiuti
Un
gestiti
entusiasmo
è
che
stato
oggetto
andrebbe
di
temperato
alla luce delle indagini che anche quest’anno hanno svelato
l’esistenza
di
una
ragnatela
di
centri
di
stoccaggio
e
capannoni utilizzati per finte operazioni di recupero.
Il caos dei rifiuti speciali viene confermato anche per
il
2000
private
da
Fise
attive
Assoambiente
nel
(l’associazione
ciclo
dei
rifiuti,
delle
imprese
aderente
a
Confindustria) nel suo rapporto “Produzione e trattamento dei
rifiuti
rapporti
speciali
2000”,
istituzionali
completo
già
nei
citati.
dati
Secondo
al
contrario
questa
dei
indagine,
in Italia sono state prodotte circa 45 milioni di tonnellate
36
di
rifiuti
speciali
pericolosi.
milioni
I
(esclusi
rifiuti
tonnellate,
secondo
Fise
milioni
di
di
267
cui
speciali
di
cui
Assoambiente
tonnellate
mila
recuperato;
ben
53%
e
conferiti
in
discarica
stoccaggio
e
trattamento
2000
è
passato
stati
(inerti
l’87%
Quindi
gestiti
dei
dai
settore
6,7
centri
è
di
rifiuti
centri
recupero
38
esclusi),
rifiuti
direttamente
nel
oltre
quasi
attraverso
Il
3.530.000
spariti
addirittura
prevalente
cui
pericoloso.
dei
intermedio.
l’attività
sono
sono
45%
arriva
di
speciali
Il
pretrattamento,
conferma
gestiti
rifiuti
pericolosi.
il
inerti),
3.263.000
nel
di
stoccaggio
si
gli
di
di
materia
dei
rifiuti
industriali, grazie anche alle procedure agevolate introdotte
con
il
D.M.
crescita
5.2.1998.
del
recupero
Se
e
però
il
quindi
Decreto
delle
ha
aziende
favorito
la
recuperatrici,
dall’altra, prevedendo il recupero di determinati rifiuti con
standard
ambientali
smaltimento
degli
inferiori
stessi,
a
quelli
ha
però
previsti
fatto
per
passare
lo
per
operazioni di recupero quelle che tali non sono.
Tale
condizione
ha
consentito
quindi
operazioni
di
puro
smaltimento, effettuate da chi smaltitore non è e non ne ha i
requisiti,
ma
ritira
rifiuti
a
prezzi
estremamente
convenienti per i produttori dei rifiuti stessi, ad esclusivo
danno
degli
aspetto
operatori
che
qualificati
sicuramente
stimola
del
il
settore.
Un
altro
comportamento
degli
ecofurbi è rappresentato dal fatto che chi svolge operazioni
di recupero con le procedure semplificate, ai sensi del D.M.
5.2.1998
non
contrario
di
autorizzazione
ecofurbi
falso
a
è
chi,
iniziare
Una
a
di
volta
prestare
recuperatore
ordinaria:
proposito
recupero.
tenuto
questo
l’attività
svolgervi
riempito
37
o
ha
alcuna
fideiussione,
smaltitore,
indotto,
affittando
il
infatti,
un
economiche
opera
al
con
molti
capannone
con
operazioni
di
capannone
di
residui
dichiarati
(sui
nel
quali,
MUD
come
peraltro,
corrispettivo
per
avviati
avevano
le
ad
operazioni
percepito
operazioni
di
dal
di
recupero
detentore
trattamento
che
il
loro
stessi avevano assicurato di svolgere o di far svolgere), gli
ecofurbi
li
l’onere
hanno
della
abbandonati
bonifica
di
scaricando
ciò
che
è
sulla
collettività
divenuto
rifiuto
da
Assoambiente
è
avviare allo smaltimento.
Sui
controlli
il
“Anche
sotto
tagliente:
giudizio
questo
controlli
rappresenta
il
diventare
sempre
adeguati
merito
delle
l’illegalità
diventare
più
sempre
smaltimento
punto
attività
presente
di
nel
più
di
Fise
profilo
debole.
alle
esigenze
dei
anno
sofisticata
illegale
(senza
carenza
Controlli
gestione
settore,
la
dopo
e
ed
che
devono
entrare
rifiuti
anno,
allo
nel
perché
tende
trasferirsi
carte)
dei
a
dallo
smaltimento
improprio, formalmente legale, ma basato su false analisi dei
rifiuti”.
Non
è
associate
l’unica
a
trattamento
dei
anomalia
Confindustria:
rifiuti
denunciata
“Per
speciali,
quanto
la
dalle
imprese
riguarda
discarica,
dopo
il
il
recupero di materia, è la forma di smaltimento più usata. E’
apparentemente diminuita di importanza, passando nel giro di
quattro anni dal 40% al 26%, avendo ricevuto nel 2000 quasi
12 milioni di tonnellate di rifiuti, circa 700.000 tonnellate
di rifiuti in più rispetto al 1999. Tra le diverse tipologie
di discarica si osserva poi una progressiva marginalizzazione
delle più sofisticate e costose discariche di tipo 2C, per
rifiuti
pericolosi,
a
vantaggio
delle
più
economiche
discariche di tipo 2B e 2A, per inerti”.
Ancora
più
forti
le
perplessità
sulla
moltitudine
di
centri di stoccaggio attivi sul territorio nazionale: “Se si
considera la provenienza dei rifiuti messi in discarica, si
38
osserva che solo il 13% arriva direttamente dalle aziende di
produzione
e
intermedio.
l’87%
Tale
dai
centri
condizione
di
stoccaggio
risulta
anomala
e
se
trattamento
si
considera
che i centri di stoccaggio dovrebbero svolgere una funzione
di polmone per i piccoli produttori di rifiuti che non hanno
la
possibilità
finale,
ma
di
rivolgersi
l’ammontare
dei
direttamente
conferimenti
all’impianto
dai
centri
di
stoccaggio alla discarica (più di 4 milioni di tonnellate nel
2000) fa sospettare che in questi centri si svolgano altre
operazioni
e
che
alcuni
di
esse
ritirino
a
prezzi
modici
rifiuti promettendo di inviarli a impianti di trattamento a
tecnologia
complessa
o
a
recuperatori
specializzati
e
li
mandino invece in una più economica discarica, eventualmente
dopo averli impropriamente miscelati con altri rifiuti o con
materiale
inerte
per
renderli
formalmente
idonei
al
conferimento in discarica. In proposito va evidenziato che il
centro
di
smaltimento,
produttore
stoccaggio
è
autorizzato,
a
in
carico
da
prendere
ogni
responsabilità
destino.
39
il
come
rifiuto,
legale
sul
impianto
di
liberando
il
suo
successivo
6. I rifiuti speciali nella normativa
La classificazione italiana dei rifiuti, attuata nell’art.
7
del
D.
Lgs.
Ronchi”,
5
presenta
delineato
dal
febbraio
1997,
n.
significative
precedente
22,
novità
Decreto
noto
come
rispetto
del
“Decreto
al
quadro
Presidente
della
Repubblica n. 915 del 10 settembre 1982.
Non
cambia
distinzione
la
in
classificazione
base
per
all’origine
o
quanto
alla
riguarda
provenienza,
la
tra
rifiuti urbani e speciali.
Nuova è invece la categoria dei rifiuti pericolosi, derivata
direttamente dalle norme comunitarie e destinata ad assorbire
la precedente categoria dei rifiuti tossici e nocivi.
I rifiuti si dividono pertanto in:
•
Rifiuti urbani
•
Rifiuti speciali
I quali, secondo le caratteristiche di pericolosità, in:
•
Rifiuti speciali pericolosi
•
Rifiuti speciali non pericolosi.
Nell’individuazione
dei
rifiuti
il
da
un
nuovo
testo,
classificabili
lato,
accorpa
le
come
urbani,
disposizioni
precedentemente contenute nel DPR n. 915/82 e nella Delibera
del 27 luglio 1984, dall’altro, introduce espressamente nuove
tipologie,
precedentemente
interpretativa
sottolineare
alla
inoltre
qualitativi
e
speciali
quelli
a
ricondotte
categoria
che
quantitativi
dei
solo
rifiuti
l’individuazione
per
l’assimilabilità
in
via
urbani.
Da
dei
dei
criteri
rifiuti
urbani viene demandata ai Comuni, volendo
in questo modo tenere in adeguata considerazione le numerose
e diverse realtà locali.
40
Le
attività
essenzialmente
legate
in
alla
due
e
gestione
sono
rifiuti,
finalizzate
si
al
dividono
successivo
destino degli stessi:
a) Smaltimento
Il
termine
"smaltimento"
non
è
più
onnicomprensivo
ma,
anzi, diviene esso stesso parte di un tutto che è appunto la
"gestione"
che
ricomprende
anche
la
raccolta,
il
trasporto,
il recupero e la post-gestione delle discariche.
Le operazioni di smaltimento sono individuate, nell’ambito
del
decreto
citato,
nell'all.
B,
mentre
quelle
di
recupero
nell'all. C.
Vi è una operazione che non è ricompresa in alcuno dei due
allegati:
è
quella
del
dall'art.
6,
c.
lett.
1,
deposito
m)
temporaneo,
del
Decreto
regolamentato
22/97
e
s.m.i.
Prima di esaminare le operazioni di smaltimento è opportuno
soffermarsi
diverse
sul
modalità
deposito
di
temporaneo
stoccaggio
di
che
è
rifiuti
una
che
delle
tre
ricomprende
anche il deposito preliminare (stoccaggio di rifiuti prodotti
da terzi, prima del loro avvio allo smaltimento) e la messa
in
riserva
(stoccaggio
di
rifiuti
prodotti
da
terzi,
prima
del loro avvio al recupero che sarà trattato al successivo
punto).
Il deposito di rifiuti pericolosi o non pericolosi, siano
essi
destinati
effettuato
delle
nello
allo
smaltimento
stesso
prescrizioni
luogo
dell'art.
che
al
di
produzione
6,
configura
recupero,
nel
se
rispetto
appunto
il
"deposito temporaneo" che non è sottoposto ad autorizzazioni
o
comunicazioni ma richiede solo la tenuta del registro di
carico e scarico per i soggetti di cui all'art. 12 (art. 28
41
c.
5)
ed
il
rispetto,
per
chiunque,
dei
divieti
di
miscelazione di cui all'art. 9 del Decreto Ronchi.
Per rientrare nella definizione suddetta, occorre che il
deposito
rispetti
cambiano
in
criteri
funzione
volumetrici
della
ovvero
temporali
classificazione
del
che
rifiuto
stesso.
Nel
caso
di
un
rifiuto
speciale
non
pericoloso
si
è
nell’ambito del deposito temporaneo, qualora non si superi le
20 t in stoccaggio ovvero, nel caso tale criterio non fosse
rispettato, si movimenti entro i tre mesi. Nel caso invece di
rifiuti speciali pericolosi i criteri scendono a 10 t, quale
stoccaggio
massimo,
ovvero
una
movimentazione
entro
i
due
facoltà
del
mesi.
Il
ricorso
al
deposito
temporaneo
è
una
produttore in quanto, pur potendo raggruppare i rifiuti nel
rispetto
non
delle
condizioni
conveniente
conferimento
(es.
periodico)
dell'art.
6,
potrebbe
per
i
maggiori
costi
e
più
agevole
invece
trovare
ciò
dovuti
al
richiedere
l'autorizzazione per il deposito preliminare o per la messa
in riserva, operazione per la quale potrebbe far ricorso alle
procedure semplificate.
Le operazioni di smaltimento, elencate nell'All. B, sono
le seguenti:
D1
D2
Deposito sul o nel suolo (a esempio discarica)
Trattamento
in
ambiente
terrestre
(a
esempio
biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli)
Iniezioni in profondità (a esempio iniezioni dei rifiuti
D3
pompabili in pozzi. In cupole saline o faglie geologiche
naturali)
D4
Lagunaggio (a esempio scarico di rifiuti liquidi o di
fanghi in pozzi, stagni o lagune, ecc.)
42
Messa in discarica specialmente allestita (a esempio
D5
sistematizzazione in alveoli stagni separati, ricoperti
o isolati gli uni dagli altri e dall'ambiente)
D6
Scarico dei rifiuti solidi nell'ambiente idrico eccetto
l'immersione
Immersione,
compreso
il
seppellimento
nel
sottosuolo
D7
marino
Trattamento
D8
presente
biologico
allegato,
miscugli
che
che
vengono
non
specificato
dia
origine
eliminati
altrove
a
nel
composti
secondo
o
uno
a
dei
procedimenti elencati nei punti da D1 a D12
Trattamento fisico-chimico non specificato altrove nel
presente
D9
allegato
che
dia
origine
a
composti
o
a
miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati
nei
punti
da
D1
a
D12
(a
esempio
evaporazione,
essiccazione, calcinazione, ecc.)
D10
Incenerimento a terra
D11
Incenerimento in mare
D12
Deposito
permanente
(a
esempio
sistemazione
di
contenitori in una miniera, ecc.)
Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni
D13
di cui ai punti da D1 a D12
D14
Ricondizionamento
preliminare
prima
di
una
delle
operazioni di cui ai punti da D1 a D13
Deposito preliminare prima di una delle operazioni di
cui
ai
punti
da
D1
a
D14
(escluso
il
deposito
D15
temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono
prodotti)
Col termine “smaltimento” si intende tutto il complesso
di
operazioni
che
intercorrono
dalla
fino alla sua eliminazione definitiva.
43
produzione
del
rifiuto
Le autorizzazioni da conseguire per poter esercitare le
attività sopra citate sono competenza provinciale, su delega
regionale, applicando i disposti degli articoli 27 e/o 28 del
D.Lvo 22/97 e s.m.i., o, nel caso di impianti di particolare
complessità
può
essere
necessario
il
ricorso
alla
procedura
di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) ex L.R. 40/98 e
s.m.i.
b) Recupero
Nel caso si gestisca un’attività di recupero rifiuti, il
legislatore
ha
istruttorio
prevedendo
“procedura
di
pensato
ad
agli
semplificata”,
un’autorizzazione
una
semplificazione
artt.
la
qual
esplicita
31
non
bensì
e
33
la
considera
l’inizio
dell’iter
cosiddetta
il
rilascio
attività
una
volta formalizzato il tacito assenso di 90 gg.
Le attività di recupero, come già scritto, sono invece
elencate
nell’allegato
D
al
D.Lvo
22/97
e
s.m.i.
e
sono
identificate con la lettera R ed un numero progressivo che
identifica
nello
specifico
l’attività
in
questione.
Di
seguito in analogo a quanto già fatto per lo smaltimento, si
riportano in tabella:
Utilizzazione principale come combustibile o come altro
R1
R2
mezzo per produrre energia
Rigenerazione/recupero di solventi
Riciclo/recupero
R3
delle
sostanze
organiche
non
utilizzate come solventi (comprese le operazioni di
compostaggio e altre trasformazioni biologiche)
Riciclo/recupero
R4
delle
sostanze
organiche
non
utilizzate come solventi (comprese le operazioni di
compostaggio e altre trasformazioni biologiche)
R5
Riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici
44
R6
Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche
R7
Rigenerazione degli acidi o delle basi
Recupero
R8
dei
prodotti
che
servono
a
captare
gli
inquinanti
Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori
R9
Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli
R10
Spandimento sul suolo a beneficio dell'agricoltura o
R11
dell'ecologia
Utilizzazione
R12
di
rifiuti
ottenuti
da
una
delle
a
una
delle
operazioni indicate da R1 a R10
Scambio
R13
di
rifiuti
per
sottoporli
operazioni indicate da R1 a R11
Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle
operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il
R14
deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in
cui sono prodotti)
In tale ambito il riferimento tecnico è costituito dal
D.M.
5/02/98,
pericolosi
pericolosi.
circa
le
procedura
e
per
dal
In
quanto
D.M.A.
questi
attività
di
semplificata,
riguarda
161/2002,
decreti
recupero
nonché
si
e
le
i
rifiuti
per
rifiuti
ritrovano
i
i
rifiuti
prescrizioni
nell’effettuare le operazioni in argomento.
45
i
speciali
non
speciali
riferimenti
gestibili
da
in
seguire
7. Norme attuative e principali modifiche al D.Lgs.
22/97 negli anni 2001/2002
E’
interessante
evidenziare
gli
step
di
modifica
ed
integrazione che il decreto nel corso degli anni ha subito,
anche in ragione della complessità della materia. Va inoltre
rammentato
che,
collegati
al
cd
Decreto
Ronchi
vi
sono
71
decreti attuati a normare singole tematiche. Di questi molti
non hanno ancora visto la luce.
Prima
decreto
quindi
Ronchi
ha
di
affrontare
subito,
ci
le
si
modificazioni
vuole
ancora
che
il
soffermare
proprio sulle norme attuative del provvedimento e sullo stato
dell’arte. Ancora una volta si ribadisce come sia evidente lo
sforzo
di
operare
specialistica
che
improvvisazione
e
in
dia
linea
il
con
minor
“fantasie”
dei
una
norma
spazio
sempre
possibile
cosiddetti
più
alle
“ecofurbi”.
Area tematica 1 - recupero energetico
Articolo
oggetto
Status
termine per tipologia
l'emanazione provvedimento e
autorità
competente
5, comma 4
Norme tecniche per il
calcolo su base annua
dell'energia utile
ottenuta dai rifiuti
negli impianti di
incenerimento
31 dicembre
1998
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Salute
Non
predisposto
6, comma 1, lett. p)
Norme tecniche sulle
caratteristiche del
combustibile derivato
da rifiuti (CDR)
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Salute
(sentita la
Conferenza
Stato/Regioni)
Emanato
46
Dm 5 febbraio
1998 - All. 1,
suball. 1,
scheda 14
(limitatamente
alle procedure
agevolate per
il recupero)
31, commi 2 e 3
33, comma 2
Norme tecniche per il
recupero energetico
agevolato da rifiuti
non pericolosi.
1° marzo
1998
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Salute
(si aggiunge il
Ministro delle
politiche agricole
per i rifiuti
agricoli)
Emanato
31, comma 2
32
Norme tecniche per
l'autosmaltimento di
rifiuti non pericolosi
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Salute
(si aggiunge il
Ministro delle
politiche agricole
per i rifiuti
agricoli)
Non
predisposto
33, comma 9
Determinazione
modalità, condizioni
e misure degli
incentivi finanziari
previsti da
disposizioni
legislative per
l'utilizzo di rifiuti
come combustibile
per produrre energia
elettrica
1° maggio
1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Non
predisposto
Dm 5 febbraio
1998
Area tematica 2 - recupero di materiale
articolo oggetto
termine per
l'emanazione
Tipologia
provvedimento e
autorità competente
Status
19,
Metodologie di calcolo e
comma definizione di materiale
4
riciclato in base alle quali
le Regioni devono
adottare le disposizioni
occorrenti affinché uffici,
Enti pubblici e società a
non previsto
(ma il termine
entro il quale le
Regioni devono
adottare le citate
disposizioni è
fissato nel 31
decreto Ministri
Ambiente/Attività
produttive/Affari
regionali
In corso di
elaborazione
47
31,
comma
2
33,
comma
2
prevalente capitale
pubblico coprano il
fabbisogno annuale di
manufatti e beni con una
quota di prodotti ottenuti
da materiale riciclato non
inferiore al 30% del loro
fabbisogno.
marzo 2002)
Norme tecniche per il
recupero dei rifiuti non
pericolosi come materiali
(*)
1° marzo 1998
Norme tecniche per il
recupero dei rifiuti
pericolosi come materiali
(**)
31,
comma Determinazione diritto
annuale di iscrizione negli
5
Albi della Provincia
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Salute
(si aggiunge il Ministro
delle politiche agricole
per i rifiuti agricoli e le
attività che danno vita
ai fertilizzanti)
(*)
emanato
Dm 5
febbraio
1998
(**)
emanato
Dm 12
giugno 2002,
n. 161
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/
Attività
Produttive/Economia e
Finanze
emanato
Dm 21 luglio
1998, n. 350
Area tematica 3 - discariche
articolo oggetto
termine per
l'emanazione
tipologia provvedimento e Status
autorità competente
5,
comma
6
Norme tecniche per lo
smaltimento in
discarica dal
recepimento della
direttiva 1999/31/CE
16 luglio 2001
Decreto legislativo
28,
comma
2
Catalogazione e
identificazione dei
rifiuti pericolosi ai fini
dello smaltimento in
discarica
1° aprile 1997
emanato
D.Lvo
36/2003
48
decreto Ministri
Ambiente/Salute/Attività
Produttive
emanato
Dm 11
marzo 1998,
n. 141
Area tematica 4 - tipologie specifiche: compost, rifiuti sanitari, amianto,
veicoli a motore, beni durevoli, oli vegetali, polietilene, rifiuti urbani
articolo oggetto
termine per tipologia provvedimento e
l'emanazione autorità competente
Status
6,
comma
1, lett.
q)
Norme tecniche sul
compost ottenuto
dalla frazione
organica dei rifiuti
urbani
non previsto
Emanato
44,
comma
4
Introduzione
cauzionamento
obbligatorio sui beni
durevoli in caso di
particolari necessità
2 marzo 2000
Dpcm su proposta Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Non
predisposto
45,
comma
4
Rifiuti sanitari
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Salute
(sentita la conferenza
Stato/Regioni)
Emanato
46,
comma
3
Conferimento ai
centri di raccolta dei
veicoli o rimorchi
rinvenuti da organi
pubblici o non
reclamati dai
proprietari e di quelli
acquisiti ex articoli
923, 927 e 929 C.c.
non previsto
decreto Ministri
Interno/Economia e
Finanze/Ambiente/Attività
Produttive/Trasporti
Emanato
46,
comma
10
Norme tecniche sulle
caratteristiche degli
impianti di
demolizione,
operazioni di messa
in sicurezza e
individuazione parti
di ricambio attinenti
alla sicurezza
2 settembre
1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Trasporti
Emanato
47,
comma
2
Approvazione statuto
Consorzio
obbligatorio oli
vegetali e grassi
29 agosto
1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Emanato
non specificate
Dm 5 febbraio
1998 - All. 1,
suball. 1,
scheda 16
49
Dm 26 giugno
2000, n. 219
Dm 22 ottobre
1999, n. 460
D.Lvo
209/2003
Dm 15 luglio
1998
vegetali e grassi
animali esausti
47,
comma
9
Determinazione
contributo di
riciclaggio per gli oli
e i grassi vegetali
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Non
predisposto
48,
comma
8
Approvazione statuto
Consorzio riciclaggio
polietilene
(POLIECO)
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Emanato
18,
comma
2, lett.
b)
Disciplina del
recupero dei prodotti
di amianto e dei beni
e dei prodotti
contenenti amianto
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
(se interessati anche Ministri
delle Politiche agricole e dei
Trasporti)
in corso di
elaborazione
18,
comma
2, lett.
d)
Determinazione
criteri qualiquantitativi per
l'assimilazione agli
urbani dei rifiuti
speciali
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
(se interessati anche Ministri
delle politiche agricole e dei
Trasporti)
in corso di
elaborazione
49,
comma
5
Elaborazione metodo
normalizzato tariffa
rifiuti urbani
non previsto
decreto del Presidente della
Repubblica
Emanato
Dm 15 luglio
1998
Dpr 27 aprile
1999, n. 158,
modificato
dalla legge
Finanziaria
2000, articolo
33
Area tematica 5 - bonifiche
articolo Oggetto
termine per
l'emanazione
tipologia
provvedimento e
autorità
competente
Status
17,
Definizione limiti di
comma accettabilità della
1
contaminazione; delle
procedure di riferimento per
2 giugno 1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Salute
(sentita la
emanato
50
Dm 25
ottobre
procedure di riferimento per
prelievo ed analisi dei
campioni; dei criteri per messa
in sicurezza, bonifica e
redazione progetti di bonifica
(sentita la
conferenza
Stato/Regioni)
1999, n.
471
Area tematica 6 - gestione dei rifiuti in generale
articolo Oggetto
termine per tipologia provvedimento e
l'emanazione autorità competente
Status
11,
Riorganizzazione
comma catasto rifiuti
1
29 agosto
1997
decreto Ministro Ambiente
(sentita la conferenza
Stato/Regioni)
Emanato
12,
Modello uniforme di
comma registro di
6
carico/scarico
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Salute/Trasporti
Emanato
15,
Modello uniforme di
comma formulario di
5
identificazione per il
trasporto
2 maggio
1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Trasporti/Salute
Emanato
16,
Criteri e norme per
comma la spedizione
3
transfrontaliera dei
rifiuti
2 maggio
1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Economia e
Finanze/ Trasporti
Emanato
18,
comma
2, lett.
a)
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
produttive/Salute
Emanato
decreto Ministri
Ambiente/Attività Produttive
Emanato
Definizione valori
limite di emissione e
norme tecniche
riguardanti le
caratteristiche e le
condizioni di
esercizio degli
impianti di
incenerimento e di
coincenerimento dei
rifiuti pericolosi
26,
Costituzione
comma Osservatorio
2
nazionale sui rifiuti
non previsto
51
Dm 4 agosto
1998, n. 372
Dm 1° aprile
1998, n. 148;
Circolare 4
agosto 1998
Dm 1° aprile
1998, n. 145;
Circolare 4
agosto 1998
Dm 3
settembre
1998, n. 370
Dm 25
febbraio
2000, n. 124
2
nazionale sui rifiuti
26,
Trattamento
comma economico membri
3
Osservatorio
nazionale sui rifiuti
non previsto
decreto Ministri Economia e
Finanze/Ambiente/Attività
Produttive
Emanato
26,
Definizione modalità
comma organizzative e di
4
funzionamento
dell'Osservatorio
nazionale sui rifiuti
2 settembre
1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Salute
Emanato
30,
Designazione dei 15
comma componenti del
2
Comitato nazionale
dell'Albo gestori
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività Produttive
Emanato
30,
Istituzione delle
comma Sezioni regionali
3
dell'Albo gestori
29 agosto
1997
decreto Ministro Ambiente
Emanati
30,
Organizzazione
comma Albo gestori,
6
modalità di
iscrizione e garanzie
finanziarie
31 maggio
1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Trasporti/Economia
e Finanze
30,
Garanzie finanziarie
comma
Albo gestori per
6
impianti
31 maggio
1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive/Trasporti/Economia
e Finanze
In corso di
elaborazione
30,
Criteri per il
comma comando di
12
personale alla
segreteria dell'Albo
gestori
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Economia e Finanze
Non
predisposto
56,
comma
2 e 2bis
1° maggio
1997 e
6 gennaio
1998
Dpcm
Non
predisposto
Abrogazione norme
incompatibili con il
Dlgs 22/1997 (anche
in relazione agli oli)
Dm 18 aprile
2000, n. 309
(sono
articolati per
Regione o
Provincia
autonoma)
52
Emanato
Dm 28 aprile
1998, n. 406
Area tematica 7 - imballaggi
articolo Oggetto
termine per tipologia
l'emanazione provvedimento e
autorità competente
Status
36,
Adozione misure
comma tecniche per imballaggi
4
primari di
apparecchiature mediche
e prodotti farmaceutici;
per piccoli imballaggi e
imballaggi di lusso
non previsto
decreti Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
(se opportuno Salute)
Non
predisposto
37,
Adozione misure
comma economiche sugli
3
imballaggi a seguito del
mancato raggiungimento
degli obiettivi di recupero
e riciclaggio
non previsto
Dpcm su proposta
Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Non
predisposto
37,
Adozione e
comma aggiornamento obiettivi
4
di recupero e riciclaggio
in caso di mancato
raggiungimento di quelli
previsti
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Non
predisposto
40,
Approvazione statuti
comma consorzi di filiera
2
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Emanati
41,
Approvazione statuto
comma CONAI
6
29 agosto
1997
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Emanato
41,
Nomina di un
comma rappresentante dei
8
consumatori nel CONAI
non previsto
designazione Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Designato
53
DD.MM. 15
luglio 1998
(vedi area
"Imballaggi")
Dm 29 ottobre
1997 (vedi area
"Imballaggi")
(Arcangelo
Spagnoli)
42,
Approvazione
comma programma generale
3
imballaggi predisposto
dal CONAI e trasmesso
all'Osservatorio nazionale
sui rifiuti
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
(su parere
dell'Osservatorio
nazionale sui rifiuti
d'intesa con la
Conferenza
Stato/Regioni e
l'ANCI)
Approvato
42,
Elaborazione programma
comma generale imballaggi da
4
parte dell'Osservatorio
nazionale sui rifiuti, in
caso di mancata
predisposizione da parte
del CONAI
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
(d'intesa con la
Conferenza
Stato/Regioni e
l'ANCI)
Non
predisposto
43,
Determinazione delle
comma esclusioni per i limiti di
5
metalli pesanti negli
imballaggi
non previsto
decreto Ministri
Ambiente/Attività
Produttive
Non
predisposto
stipulati
Proposti
Area tematica 8 - accordi di programma
articolo
Oggetto
4,
Autorità competenti e soggetti economici:
comma 4 riutilizzo, riciclaggio e recupero, con particolare
riferimento al reimpiego delle materie prime e
dei prodotti da raccolta differenziata
nessuno
22,
comma
11
nessuno
Ministri Ambiente/Attività Produttive (d'intesa
con la Regione):
recupero nell'ambito di insediamenti produttivi
esistenti
25,
Ministri Ambiente/Attività Produttive, Enti
comma 1 pubblici, imprese e associazioni di categoria:
piani di settore e riduzione dei rifiuti
nessuno
25,
Ministri Ambiente/Attività produttive, imprese e
comma 2 associazioni di categoria:
per Ecolabel e Ecoaudit e ritiro beni di consumo
(si aggiunge il Ministro delle politiche agricole
macchine
fotografiche
monouso
54
per le attività collegate alla produzione agricola)
Ministri Ambiente/Attività Produttive e produttori, nessuno
44,
comma 2 distributori, importatori di beni durevoli e soggetti che
in corso di
elaborazione
gestiscono i rifiuti
Affrontiamo ora le principali modifiche ed integrazioni:
XIII Legislatura
Modifiche
apportate
dalla
L.
23.3.2001,
n.
93
“Disposizioni in campo ambientale”
L’art.22
inserisce
l’art.53
-bis
(attività
organizzate
per il traffico illecito di rifiuti). Prevista la reclusione
da uno a sei anni. Si tratta del primo “delitto ambientale”
inserito nel codice penale italiano.
L’art.12 modifica gli artt.6 e 24 - non si parla più di
destinazione
della
raccolta
differenziata
e
si
stabiliscono
le modalità di calcolo delle percentuali dei rifiuti prodotti
rispetto alla raccolta differenziata
L’art.10
modifica
dall’applicazione
scavo
e
i
del
gli
artt.8,
Decreto
materiali
Ronchi
vegetali
41
le
e
51,
terre,
che
escludendo
le
rocce
da
presentino
alcune
16.11.2001,
n.405
caratteristiche indicate (non contaminazione).
XIV Legislatura (Governo Berlusconi)
Modifiche
“Interventi
apportate
urgenti
in
dalla
materia
L.
di
spesa
sanitaria”,
conversione D.L. 18.9.2002, n. 347).
L’art.2 , comma 1 bis, per contenere la spesa sanitaria,
stabilisce
processo
che
di
i
"rifiuti
sanitari
disinfezione,
possono
pericolosi”
essere
,
dopo
assimilati
un
ai
rifiuti urbani.
Lo
scopo
della
norma,
secondo
il
legislatore,
dovrebbe
essere il contenimento della spesa sanitaria. Se pure il fine
55
potrebbe essere condivisibile, ci sembra che il rischio che
potrebbe derivare da un non corretto smaltimento dei rifiuti
sanitari,
altamente
l’ambiente,
è
pericolosi
superiore
e
per
la
merita
salute
una
umana
tutela
e
più
per
rigida,
rispetto ad un non precisato e non quantificato risparmio.
Il testo dell’articolo è, inoltre, impreciso e quindi di
difficile applicazione: si fa riferimento a "rifiuti tossiconocivi", categoria di rifiuti non più prevista dalla vigente
normativa
rifiuti
sui
rifiuti
sanitari
(Dlgs
tra
i
22/97),
“rifiuti
che
invece
speciali”
e,
inserisce
se
a
i
rischio
infettivo o chimico, tra i “ rifiuti speciali pericolosi”. Si
fa
un
senza
richiamo
generico
specificarne
vigore).
Non
operazioni
la
viene
di
“disinfezione"
private?),
dopo
disinfezione.
delle
né
chi
dei
dove
Nulla
operazioni
pericolosi”,
dalle
dovrebbe
rifiuti
vadano
è
né
sanitari
(individuata
specificato
o
controllo
“rifiuti
tipologia
pubbliche
la
a
alcuna
svolgere
sanitari
conferiti
previsto,
leggi
le
(strutture
e
smaltiti
infine,
sanzione
in
in
per
il
caso
di
mancato rispetto dei parametri.
Non
viene
legislazione
fatto
in
alcun
materia,
che
riferimento
alla
si
quindi
presume
vigente
venga
implicitamente modificata, nelle parti non compatibili con la
nuova norma.
La
gestione
dei
rifiuti
sanitari
(provenienti
da
strutture sanitarie pubbliche o private o dagli studi medici)
è disciplinata dall’art. 45 del Decreto legislativo 22/97 e
dal
Decreto
Ministeriale
26.6.2000,
individuano
forme
diversificate
a
della
tipologia
seconda
pericoloso)
definendo
le
del
di
trattamento
rifiuto
modalità
n.
di
e
Questi
smaltimento
(pericoloso
o
sterilizzazione,
controlli e le responsabilità degli operatori.
56
219.
non
i
I soli rifiuti sanitari a rischio infettivo (quindi non
quelli
a
rischio
chimico)
possono
essere
assimilati
ai
rifiuti urbani, dopo la sterilizzazione e solo se avviati ad
un
impianto
di
incenerimento
non
una
per
deroga
controllata,
termodistruzione.
possono
coprire
conferire
previa
i
Se
il
gli
fabbisogno,
rifiuti
specifica
impianti
in
è
di
prevista
una
discarica
autorizzazione
regionale,
d’intesa con i ministri della sanità e dell’ambiente.
Modifiche
apportate
governo
in
industriali
dalla
materia
L.
di
strategici
ed
21.12.2001,
n.
infrastrutture
altri
interventi
443 “Delega
al
ed
insediamenti
per
il
rilancio
delle attività’ produttive” (C.d. “Legge obiettivo”)
L’art. 1 comma 17 , stabilisce che le “terre e rocce da
scavo”,
derivate
scavo,
da
attività
lavorazioni
contaminate
inquinati,
da
con
non
minerarie
sostanze
sono
di
demolizione,
e
inquinanti
più
rifiuti
di
o
costruzione,
cava,
anche
provenienti
speciali
come
da
se
siti
stabiliva
il
Dlgs . 22/1997.
Per effetto di tale norma le terre di scavo, anche se
contaminate, vengano sottratte al regime di autorizzazioni e
controlli proprio della normativa sui rifiuti che disciplina
anche
il
riutilizzo
dei
materiali.
L’Italia,
ancora
una
volta, si pone così al di fuori della normativa europea: la
Commissione
europea
aveva
evidenziato
sin
dal
1997
come
le
terre da scavo debbano essere sottoposte alla normativa sui
rifiuti.
Modifiche
del
apportate
Decreto
Legge
dalla
n.
L.
27.2.2002,
452/2001)
n.
16
riguardante
(conversione
“Disposizioni
urgenti in tema di accise, di gasolio per autotrazione (…),
di giochi e scommesse (…)”.
57
L’art.
7,
comma
11,
modifica
l’art.
7,
comma
3
del
Dlgs
22/97, inserendo il “combustibile derivato da rifiuti” (CDR)
tra i “rifiuti speciali”.
Il
WWF
valuta
pianificazione
Decreto
e
Ronchi
che
così
ai
controlli
gli
impianti
vengano
previsti
di
sottratti
dall’articolo
combustione
dei
alla
22
del
rifiuti,
altamente inquinanti, in violazione delle direttive U.E.
Il WWF ha fatto istanza alla Commissione U.E. (documento
del
22.1.2002),
chiedendo
l’avvio
di
una
procedura
d’infrazione nei confronti dell’Italia.
L’art.
7,
comma
11, modifica anche l’art. 33, comma 8
del Dlgs 22/97, sopprimendo la lett. c).
L. 1.3.2002, n. 39 “Legge Comunitaria 2001”.
L’art.1
delega
dall’entrata
in
il
Governo
vigore,
ad
emanare,
decreti
entro
legislativi
un
anno
per
dare
attuazione alle direttive, elencate negli allegati A e B.
Gli
artt.
42,
14,
15
riguardano
i
rifiuti,
queste
le
direttive che il Governo italiano dovrà recepire:
- Art. 42 (Allegato B ) “ Direttiva 1999/31, relativa alle
discariche di rifiuti”.
La
conseguenza
dell’entrata
in
vigore
di
questa
direttiva dovrebbe essere il divieto di smaltire in discarica
i rifiuti «tal quali» e, quindi, una notevole riduzione dei
rifiuti conferiti in discarica.
Già
l’art.
5,
comma
6,
del
DLGS
22/97
(cosiddetto
“Decreto
Ronchi”) prescriveva che dal 1 gennaio 2000 fosse consentito
lo
smaltimento
in
discarica
solo
per
“i
rifiuti
inerti,
i
rifiuti individuati da specifiche norme tecniche ed i rifiuti
che
residuano
smaltimento
questa
dalle
(…)”.
importante
La
operazioni
conseguenza
previsione
di
riciclaggio,
dell’entrata
sarebbe
58
stato
in
il
recupero
e
vigore
di
divieto
di
smaltire
dalla
in
discarica
norma,
Decreto
in
legge
25.2.2000,
rifiuti
attuazione
(30.12.99,
n.
33)
ha
diversi
della
n.
quelli
Direttiva
500,
prorogato
da
poi
specificati
1999/31.
convertito
l’entrata
in
Ma
un
con
L.
vigore
della
norma al 16.7.2001, termine prescritto dalla Direttiva 31/99
per il recepimento da parte degli stati membri. Il decreto
legge era stato adottato in considerazione del fatto che “i
nuovi piani regionali di gestione dei rifiuti (…) sono ancora
in fase di attuazione e l’offerta di impianti di recupero e
smaltimento
alternativi
insufficiente
(…)”.
qui,
è
perché
La
stata
alla
discarica
“telenovela”
poi
non
approvata
risulta
si
è
tuttora
però
fermata
un’ulteriore
proroga
(D.L.16.7.2001, n. 286 - si noti la data- convertito con L.
20.8.2001, n. 335), che differisce l’entrata in vigore della
Direttiva
sulle
discariche
fino
all’adozione
di
norme
tecniche stabilite dall’art. 18 del Dlgs 22/97!
Legge 31 luglio 2002, n. 179 (Collegato ambientale alla
legge
Finanziaria
2002,
legge
448/2001),
che
ha
apportato
rilevanti modifiche per quanto attiene: ai residui alimentari
(che escono dal regime dei rifiuti); agli obblighi e diritti
delle
PA;
alla
disciplina
del
Conai
e
dei
consorzi
di
materiali; al regime dei rifiuti sanitari;
Dl 8 luglio 2002, n. 138, convertito con modifiche nella
legge
8
agosto
modificato
il
2002,
testo
nell'ordinamento
una
n.
del
178,
che
non
provvedimento
interpretazione
ha
tecnicamente
ma
introdotto
autentica
della
definizione di "rifiuto" contenuta nell'articolo 6, comma 1,
lettera a) del Dlgs 22/1997;
Legge 3 febbraio 2003, n. 14 (legge Comunitaria 2002),
che
ha
introdotto
novità
sull'etichettatura
(articolo 36, Dlgs 22/1997);
59
degli
imballaggi
D.Lvo
relativa
36/2003
alle
(attuazione
discariche
della
di
direttiva
rifiuti)
che
1999/31/Ce
ha
abrogato
l'articolo 5, commi 6 e 6 bis, e l'articolo 28, comma 2, del
Dlgs 22/1997 (relativi allo smaltimento);
D.Lvo
182/2003
(attuazione
della
direttiva
2000/59/Ce
sui rifiuti prodotti dalle navi) che ha abrogato l'articolo
19, comma 4-bis del Dlgs 22/1997 (relativo alla gestione dei
rifiuti da parte delle Autorità portuali);
D.Lvo
209/2003
(recante
"Attuazione
della
direttiva
2000/53/Ce relativa ai veicoli fuori uso") , il cui articolo
15 dispone la disapplicazione, a partire dal 22 agosto 2003,
dell'articolo
46
del
Dlgs
22/1997
in
relazione
ai
veicoli
fuori uso e ai veicoli (cioè - articolo 3, comma 1, lettera a
del
Dlgs
209/2003
-
"i
veicoli
a
motore
appartenenti
alle
categorie M1 ed N1 di cui all'allegato II, parte A, della
direttiva 70/156/Cee, ed i veicoli a motore a tre ruote come
definiti
dalla
direttiva
2002/24/Ce,
con
esclusione
dei
tricicli a motore");
D.P.R.
recante
15
luglio
disciplina
2003,
della
n.
254
gestione
(recante
dei
"Regolamento
rifiuti
sanitari
a
norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179"),
che
ha
abrogato
l'articolo
45
(come
modificato
dal
Dlgs
389/1997) del Dlgs 22/1997 (relativo ai rifiuti sanitari).
Finalmente
13/01/2003
in
n.
data
36,
12/03/2003
recante
vede
la
“Attuazione
luce
della
il
D.Lvo
Direttiva
1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti”. Tale decreto
rinnova
completamente
la
disciplina
della
gestione
delle
discariche sia sotto il profilo tecnico che quello giuridico
legato alle responsabilità dei produttori e degli smaltitori
di
rifiuti.
Il
citato
decreto
deve
essere
considerato
integrativo della disciplina dettata dal D.Lvo 22/97 per la
60
parte
tendenzialmente
terminale
della
filiera
della
gestione
dei rifiuti che non risultino più suscettibili di recupero.
61
8. Luci ed ombre dell’art. 53 bis del D. Lgs. 22/97
Capitolo
a
parte
merita
la
trattazione
critica
circa
l’introduzione di questa modifica al decreto Ronchi, operata
dal così detto decreto “Ronchi bis”, riscrivendo parzialmente
il sistema sanzionatorio.
Molto
certo
se
però
ne
che
il
così modificato
illecito
di
ordinamento,
dalla
in
positivo
sanzionatorio
Per
rispetto
la
alle
e
in
del
ed
prima
generiche
previgente,
trasporto
sottospecificare
stretto
sistema
rifiuti.
il
trasporto
parlato,
negativo;
D.
Lgs.
è
22/97
persegue il fine di contrastare il traffico
normativa
generale
è
dopo
dei
volta
previsioni
aver
nostro
adottate
disciplinato
rifiuti,
espressamente
nel
la
normare
norma
un
va
aspetto
in
a
del
che è costituito appunto dal “traffico” in senso
dei
rifiuti
stessi
(naturalmente
con
carattere
internazionale).
Le
"Disposizioni in campo ambientale"
(legge 23 marzo
2001 n. 93 - G.U. n. 79 del 4/4/2001) prevedono l'inserimento
dell'art.
rifiuti
53/bis
nel
contesto
del
decreto
n.
22/97
sui
"decreto-Ronchi").
Gli
organi
televisioni
hanno
di
informazione
presentato
questa
su
giornali
innovazione
e
sulle
legislativa
come un rilevantissimo successo ed una grande innovazione con
l'inserimento
"nel
codice
penale"
dei
delitti
l'ecomafia.
In realtà non è così. Vediamo come e perché.
62
contro
I "delitti ambientali" di modifica al codice penale elaborati
dalla "Commissione Ecomafia"
Va
ricordato
dell'Ambiente
Ronchi)
che
su
elaborò
un
un
questo
di
completo
ampio
documento
di
contrasto
proposte
verso
fenomeno.
Al
termine
composto
ad
da
aspetti
giurisdizionali,
tese
criminalità
al
Ministero
Sen.
studio,
normative
la
Ministro
di
finale
e
del
lavoro
finalizzata
vigilanza
Ecomafia
dall'allora
grave
strategico-operativa,
organi
Commissione
(presieduta
sviluppò
proposta
la
Edo
analisi
dei
e
lavori
una
analisi
pratici
per
gli
ed
un
pacchetto
forte
e
penetrante
organizzata
in
materia
ambientale. Tale pacchetto in primo luogo proponeva in modo
specifico e chiaro non delle integrazioni al decreto n. 22/97
bensì
dei
nuovi
reati
-
delitto
da
inserire
nel
Codice
tali
nuove
Penale.
La
ragione
fattispecie
principale
criminose
dell’inserimento
nell’ambito
di
del
codice
penale
risiedeva, come premesso dalla Commissione, "in una maggiore
attitudine
una
alla
sintesi
finalità
culturale"
che
dei
della
normazione
potremmo
cittadini,
codicistica
definire
volta
a
di
e
per
“orientamento
definire
a
livello
normativo-codicistico i beni giuridici fondanti la convivenza
civile
tratta
nella
società.
hanno,
a
Le
nostro
fattispecie
giudizio,
criminose
trovato
di
la
cui
si
migliore
collocazione nel libro II del codice penale, dopo il titolo
VI, riguardante i delitti contro l’incolumità pubblica, in un
autonomo
titolo,
"Delitti
contro
caratteristica
il
VI
bis,
l’ambiente".
delle
Da
fattispecie
appositamente
ciò
emerge
criminose
in
denominato:
una
seconda
questione,
e
cioè il passaggio dalla tradizionale utilizzazione in ipotesi
del
genere
di
figure
contravvenzionali,
63
allo
strumento
maggiormente
repressivo
del
delitto,
e
ciò
per
esprimere
soprattutto il ben maggiore disvalore di tali violazioni, ed
inoltre per evitare che entrino in funzione quei meccanismi
prescrizionali tanto frequenti nelle contravvenzioni".
Altra
premessa
della
"mutazione
di
pericolo
elaborata
della
-che
presente
di
disegno
Commissione
struttura
astratto,
contravvenzionali
dalla
spesso
della
legge-,
a
la
necessità
fattispecie
utilizzato
rimangono
era
nelle
infatti
quello
reato
fattispecie
non
di
da
toccate
pericolo
dal
concreto
fino alla introduzione di forme di reato di danno, previsto
in
specifiche
circostanze
aggravanti,
seguendo
il
paradigma
del reato aggravato dall’evento".
Si
giunse
dunque
a
prevedere
due
fattispecie
base,
e
cioè i delitti di “inquinamento ambientale” (art. 452 bis) e
quelli
di
"alterazione
ter).
Come
in
del
precedenza
patrimonio
osservato,
naturale"
le
due
(art.
452
fattispecie
in
questione erano costruite sul modello del reato di pericolo
concreto,
con
aggravanti,
stato
la
previsione
se
il
pericolo
previsto
il
divieto
prevalenza
delle
altresì
si
di
circostanze
di
concretizza
una
serie
di
un
danno.
Era
in
dichiarare
l’equivalenza
attenuanti
rispetto
a
o
la
quelle
aggravanti al fine di evitare che, in ipotesi di rilevante
danno
all’ambiente,
l’incolumità
ambientale,
semplici
di
delle
possa
casi
di
concreto
persone
essere
pericolo
o
addirittura
applicata
pericolo
di
per
la
pena
la
vita
di
disastro
prevista
deterioramento
o
dello
per
i
stato
dell’aria, dell’acqua o del suolo.
Accanto
a
tali
fattispecie
base,
si
proponeva
l’introduzione di ulteriori ipotesi delittuose, fra le quali
in primo luogo è da menzionare quella relativa al traffico
illecito
di
Commissione,
rifiuti
si
era
(art.
452
"resa
64
quater),
necessaria
che,
in
secondo
quanto
la
una
corrispondente
ipotesi
contenuta
nell’art.
53
del
Decreto
legislativo 5 febbraio 1997 n.22, essendo di natura puramente
contravvenzionale,
si
è
già
dimostrata
di
ridotta
efficacia
general-preventiva, rispetto alla invece notevole gravità del
relativo illecito".
Con
l’art.
un’ipotesi
452
quinquies
delittuosa
ambientale,
che
relativa
tendeva
falsificazione,
ma
si
alla
anche
era
alla
poi
inteso
c.d.
frode
incriminazione
dell’omissione
non
della
introdurre
in
materia
solo
della
documentazione
prescritta dalla normativa ambientale, nonché il far uso di
tale falsa documentazione al fine di commettere uno dei reati
precedentemente descritti, ovvero di conseguirne l’impunità.
Si
era
poi
circostanza
ritenuto
aggravante
per
opportuno
di
introdurre
i
di
associazione
casi
una
a
delinquere avente tra le finalità quella di commettere reati
ambientali.
Era
ancora
pentimento
dell’art.
prevista
operoso,
56
c.p.,
(art.452
sulla
(ove
septies)
falsariga
è
una
forma
dell’ultimo
prevista
la
di
comma
possibilità
di
diminuire la pena fino a due terzi laddove l’autore rimuova
il pericolo o elimini la situazione da lui provocata “prima
che
ne
derivi
un
deterioramento
rilevante").
Questa
fattispecie era modellata sul paradigma di una corrispondente
ipotesi
buoni
esistente
frutti,
remissione
in
e
nel
codice
penale
costituisce
pristino,
un
tedesco,
ulteriore
"anticipato"
rispetto
ove
ha
dato
incentivo
alla
al
meccanismo
della sospensione condizionale della pena. L’art. 452 octies
stabiliva riduzioni di pena nell’ipotesi di delitti colposi.
Erano
infine
previste
(art.542
nonies)
specifiche
pene
accessorie e l’obbligo di ripristino in caso di condanna.
Come
appare
profondamente
evidente,
innovativo
si
che,
65
trattava
incidendo
di
non
un
su
complesso
una
legge
speciale
di
settore,
ma
nel
codice
penale,
innestava
nel
nostro sistema giuridico un elemento di profonda novità non
solo
previsionale
immediati,
ben
ma
anche
studiati
dai
dichiaratamente
anche
nel
procedura
codice
nuovi
di
strumenti
intercettazioni
di
tipo
membri
quelli
di
penale
investigativi
telefoniche
culturale.
della
ed
riflessi
Commissione,
far
scattare
le
possibilità
invasivi
I
(come
ambientali)
erano
sinergicamente
di
ad
attivare
esempio
inibite
nel
le
testo
del decreto base a carattere contravvenzionale.
Il
Consiglio
dei
Ministri
approvò
il
documento
in
via
integrale che venne così presentato al Parlamento.
Nel
sul
contempo
ciclo
normative,
sulla
dei
fusione
sempre
linea
elaborazione
modifica
due
di
un
come
Le
tecnici
unico
normativa.
e
di
codice
e
nella
profonda
riportava
proposte
penale,
tese
inevitabili
quindi
di
Parlamento
esposta
furono
documento
Che
nel
sopra
conseguenze
del
pacchetto
delitti
ideologica
testi
un
Bicamerale
elaborava
incidenti
risultati.
dei
Commissione
rifiuti
sostanziale
medesimi
la
ai
nella
successiva
ed
norme
attuale
forti
ed
immediatamente operative a livello procedurale.
L'allora Ministro Ronchi
termine
del
nonostante
poi
suo
incarico,
l'impegno
assorbito
del
in
si è sempre battuto, fino al
per
difendere
Senatore
un’infinita
Ronchi,
ed
questo
il
testo.
testo
estenuante
è
Ma
stato
serie
di
interlocuzioni parlamentari con una evoluzione progressiva di
svuotamento
cercare
inesorabile.
di
difendere
normativo,
si
ridurre
sempre
e
praticamente
sono
Audizioni,
il
sempre
più
senso
di
scontrati
ridurre.
all'estinzione
memorie,
Poi
totale
come tale, ma di fatto tale.
66
fondo
con
alla
di
interventi
del
pacchetto
tendenze
fine
fatto.
si
Mai
per
tese
è
a
giunti
dichiarata
A
tal
punto
che
è
stato
necessario
operare
uno
"stralcio" dal pacchetto originario e completo per approvare
"almeno" una modesta parte del nuovo sistema.
Ed
ecco
il
primo
vero
fallimento
politico
ed
istituzionale.
Si deve infatti prendere atto che in oltre tre anni di
discussioni e dibattiti il nostro Parlamento non è riuscito
(o
forse
non
ha
voluto)
approvare
un
disegno
di
legge
praticamente già tecnicamente pronto e frutto di una duplice
attività
di
Commissioni
che
avevano
affrontato
esaurientemente tutti gli aspetti del problema e prodotto un
elaborato giuridico di alto livello.
Mancava, in pratica, solo la volontà politica che almeno
in
questo
caso
ci
si
sarebbe
aspettato
essere
non
a
maggioranza ma all'unanimità!
Perché, questa volta, tutti a parole e nelle interviste
sono
stati
c'erano
d'accordo
cortine
nel
fumogene
combattere
da
questo
opporre
fenomeno.
come
nel
E
caso
non
del
fallimento della normativa in itinere sulle demolizioni delle
opere
illecite
abusive
dove
sono
stati
presentati
in
modo
demagogico e strumentali gli "abusi di necessità", i problemi
"familiari" e le esigenze "sociali" per bloccare di fatto gli
abbattimenti
delle
grandi
speculazioni.
Qui
stavolta
si
trattava solo di attività criminali pure e semplice. Punto e
basta.
Sarebbe dunque molto interessante conoscere i motivi che
hanno spinto una intera classe politica a non approvare le
norme di contrasto a tale fenomeno… Perché, al di là delle
chiacchiere che adesso possiamo articolare, il dato di fatto
oggettivo è che il pacchetto ecomafia non è stato approvato
in una intera legislatura.
67
Il WWF Italia nella riunione del consiglio nazionale del
7
aprile
ha
votato
un
documento
approvato
all'unanimità
di
censura per tale evoluzione dei fatti.
Il
nuovo
reato
di
"attività
organizzative
per
il
traffico
illecito di rifiuti"
Ma vediamo il provvedimento di "stralcio" dal pacchetto
originario.
Si
tratta,
in
parole
povere,
dell'unica
norma
approvata in modo residuale dell'intero sistema sanzionatorio
proposto
in
vi
unitario
del
originaria.
disegno
di
La
quale,
legge
inserito
complessivo,
nel
aveva
contesto
un
senso
sistematico e sinergico con le altre norme previste, mentre
oggi
in
modo
isolato
ed
autonomo
perde
gran
parte
della
propria efficacia operativa.
Il provvedimento inserisce nel sistema sanzionatorio del
decreto Ronchi n. 22/97 (e non nel codice penale, si badi)
l'art.
53/bis
conseguire
il
un
attraverso
quale
prevede
ingiusto
comunque
cede,
gestisce
ipotesi
fine
di
operazioni
e
di
e
attività
trasporta,
esporta,
riceve,
mezzi
abusivamente
specifica
più
al
con
ingenti
rifiuti è punito con la reclusione da
Una
"chiunque,
profitto,
l'allestimento
organizzate,
che
continuative
importa,
quantitativi
o
di
uno a sei anni."
aggravata
(con
la
reclusione
da
tre a otto anni) è inoltre prevista "se si tratta di rifiuti
ad alta radioattività".
La
alle
previsione
attività
rifiuti.
riguardano
dunque
procedurali
le
inserisce
illegali
Apporta
soprattutto
si
grandi
nel
nel
programma
settore
della
nuovi
per
elementi
tutte
attività
collegate alla criminalità organizzata.
68
quelle
illecite,
di
contrasto
gestione
previsionali
attività
dei
ma
che
verosimilmente
Va sottolineato che il reato previsto è un delitto, e
dunque
nel
complesso
molto
più
grave
di
tutti
gli
altri
reati contravvenzione previsti nel decreto n. 22/97.
Viene
previsto
che
"alla
condanna
conseguono
le
pene
accessorie di cui agli articoli 28, 30, 32-bis e 32-ter del
codice penale, con la limitazione di cui all'articolo 33 del
medesimo codice".
Si tratta, in pratica, della interdizione dai pubblici
uffici,
interdizione
da
professioni
ed
arti,
interdizione
temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e
delle
imprese,
incapacità
di
contrattare
con
la
pubblica
amministrazione.
"Ed ancora che" il giudice, con la sentenza o con la
decisione
emessa
procedura
ai
penale,
sensi
dell'articolo
ordina
il
444
del
ripristino
codice
dello
di
stato
dell'ambiente, e può subordinare ove possibile la concessione
della
sospensione
condizionale
della
pena
all'eliminazione
del danno o del pericolo per l'ambiente."
Come leggere questa nuova norma sotto il profilo delle
modifiche normative?
Alcuni
rispetto
sostengono
al
delitto
e
decreto
dunque
che
base
"è
è
n.
comunque
22/97
meglio
che
che
un
miglioramento
non
prevedeva
tale
niente".
Certo,
così
valutando meglio questa modesta innovazione che il nulla.
Ma se si considera che questo singolo articolo, peraltro
innestato
sul
decreto
rappresenta l'esito
n.
22/97
ultimo del
e
non
sul
codice
penale,
ben più penetrante pacchetto
di modifica del codice penale per il contrasto all'ecomafia,
allora
deve
istituzionale
essere
considerato
dell'impegno
del
un
fallimento
nostro
criminalità organizzata in materia ambientale.
69
Stato
politico
ed
contro
la
Evidentemente
non
si
è
riusciti
ad
approvare
nulla
di
meglio e di più completo ed efficace.
Completa il quadro il fatto che articoli di giornale e
programmi
modifica
radiotelevisivi
come
hanno
l'approvazione
presentato
generale
del
tale
modesta
pacchetto
dei
delitti ambientali con specifico riferimento a modifiche del
codice penale.
Una tipica storia di "casa nostra”.
70
9. Casi di illecito
Vediamo un primo caso di quello che succedeva negli anni
novanta.
Luglio
punteggiano
il
1993.
Accanto
territorio
di
a
una
Lama
della
Belice,
masserie
parco
che
regionale
della Puglia a quattro chilometri dal Comune di Bitonto, in
provincia di Bari, stazionano due tir targati Avellino.
Quella
sosta,
insospettisce
durata
gli
uomini
territorio
ambiente),
di
gli
Bari;
le
agenti
per
della
guardie
si
quasi
Nota
una
(Nucleo
ecologiche
avvicinano
giornata,
ai
operativo
della
due
provincia
camionisti
e
chiedono spiegazioni. Abbiamo perso la strada, rispondono. La
strada per dove? “Per una discarica”. Ma discariche in zona
non esistono. Gli agenti fanno un giro attorno alla masseria
e scoprono a poche centinaia di metri una fossa riempita di
rifiuti. Comincia così, con un controllo casuale, l’ennesima
inchiesta sui traffici abusivi dal Centro-Nord al Sud.
Dopo
la
scoperta
della
prima
fossa
i
controlli
si
allargano a tappeto. Intervengono la Guardia di Finanza e i
carabinieri
presso
la
oltre
alla
deposito
salta
sotto
la
pretura
di
buca
territorio
Bari
abusiva
clandestino.
fuori
direzione
protetto
Lorenzo
scoperta
Mai
davanti
del
avrebbero
sostituto
Nicastro.
ci
sia
Sospettano
qualche
immaginato
ai
loro
occhi:
da
un
vincolo
procuratore
cinque
che
altro
quello
che
ettari
di
idrogeologico
e
naturalistico farciti come una torta esplosiva. Oltre 20.000
tonnellate
di
supertutelata.
rifiuti
concentrati
L’immondizia
proviene
attorno
dalle
a
quell’area
municipalizzate
di
Bologna, Piacenza e Como e dai Comuni di Sora e Caccano, in
provincia di Frosinone.
71
Un caso pratico degli anni 2000. La Framet, una società
che
da
anni
opera
a
Villafranca
(TO),
nel
settore
della
raccolta e messa in riserva dei rifiuti metallici. L’accusa
di
illecito
dalla
smaltimento
procura
di
dei
Pinerolo,
rifiuti.
era
L’inchiesta,
partita
da
condotta
alcuni
mesi.
In
paese qualcuno si era insospettito nel vedere quello strano
movimento
notturno
di
camion
e
così
gli
Agenti
del
Corpo
Forestale iniziarono a seguire gli autisti, senza dubbio quei
viaggi
notturni
dovevano
avere
una
motivazione
che
andava
cercata con appostamenti e discreti pedinamenti.
Secondo
la
tesi
dell’accusa
tonnellate
di
“car
fluff”,
così vengono denominati quei rifiuti che si ottengono dalla
frantumazione
delle
autovetture
post
bonifica,
venivano
smaltiti in una discarica non destinata ad accogliere questo
tipo di rifiuto. Il “car fluff” è un mix di tessuti, prodotti
inerti, polveri di metalli e materiale plastiche che potrebbe
anche
contenere
parti
di
piombo
proveniente
dalle
batterie
dell’auto, tracce di mercurio, di arsenico, e altre sostanze
inquinanti da destinarsi a centri di smistamento qualificati
e dove si paga una tariffa elevata motivata proprio dai costi
necessari per il loro trattamento. Ma con i viaggi notturni
verso
una
discarica
per
rifiuti
urbani
e
il
contributo
di
personale compiacente, il tutto si poteva risolvere a prezzi
ben più contenuti e quindi più remunerativi per l’azienda.
Per
fare
questo
però
servivano
dei
complici
che
di
notte fossero pronti ad aprire i cancelli e a mettere in moto
la pala escavatrice indispensabile per poter nascondere sotto
ai
rifiuti
evitare
che
urbani
al
leciti,
mattino
quelli
qualcuno
presenza del “car fluff”.
72
“speciali”,
potesse
in
modo
accorgersi
da
della
Caso
di
ospedalieri
rifiuti
è
uno
specializzazione
relativamente
ospedalieri.
dei
che
più
tecnologicamente
Si
dei
rifiuti
tratta
di
una
lo
smaltimento
di
quantità
ha
bisogno
di
sistemi
ma
complessi.
settore
redditizi.
comporta
ridotte,
– Il
Gli
inceneritori
devono
essere
costruiti in modo da evitare il percolamento di liquami ad
altissima carica batterica e virale nelle ceneri e, più in
generale,
deve
dell’impianto
i
rifiuti
essere
che
non
altissima
quella
possono
della
sia
macchina
stazionare
a
l’affidabilità
organizzativa
lungo
prima
di
perché
venire
distrutti. Tutto ciò, in un paese in cui anche la normale
efficienza di un inceneritore è nella maggior parte dei casi
un miraggio, rende assai difficile eliminare gli scarti degli
ospedali. La richiesta dunque è alta, e altrettanto alta è la
tentazione di cercare una scorciatoia. I rifiuti ospedalieri
prodotti
in
Italia
sono
circa
56
mila
tonnellate
l’anno.
Calcolando a mezzo chilo al giorno per degente.
A
Torino
confesso)
un
era
pesatura
stato
corrotti
consisteva
funzionario
nel
dell’ospedale
arrestato
dal
con
vincitore
praticare
il
Mauriziano
responsabile
dall’appalto.
prezzi
La
ridicolmente
(reo
della
truffa
bassi,
aumentando la quantità da smaltire, mediante un “ritocco” sul
peso.
In
questo
aggiudicarsi
gli
modo
è
appalti:
facile
basta
dimezzare
quadruplicare
i
prezzi
ed
fittiziamente
la quantità e si realizza ancora un guadagno doppio rispetto
al normale. Se poi il prezzo viene fissato non in peso ma in
volume,
per
gli
imbroglioni
la
vita
resta
facile:
basta
portare un eccessivo numero di contenitori al momento in cui
si
ritira
il
materiale
e
fare
vuoti.
73
contare
anche
gli
scatoloni
Caso
relativo
A.M.I.U.T.
rifiuti
ad
un
dell’Emilia
di
Bologna
Ente
pubblico,
Romagna
hanno
–
Tra
il
arricchito
la
municipalizzata
1991
i
e
il
titolari
1992
di
i
una
discarica ubicata in località “La selva” nel comune di Sessa
Aurunca,
in
provincia
di
Caserta,
un
vero
monumento
all’illegalità ambientale: più volte sequestrata dal NOE, più
volte
denunciata
dagli
impressionante
di
al
furibonde
centro
costretti
di
ad
ambientalisti
irregolarità
assistere
commesse
proteste
degli
impotenti
al
a
per
una
partire
abitanti
passaggio
serie
dal
1988,
della
zona,
di
decine
e
decine di camion provenienti dal Nord Italia e diretti verso
siti di smaltimento abusivo. Decine di ettari del territorio
comunale
interessati
solidi
urbani
idonei
a
e
speciali,
preservare
sotterranee,
dal
nonché
la
di
deposito
in
incontrollato
assenza
qualità
del
idonea
dei
di
rifiuti
requisiti
tecnici
suolo
e
delle
impermeabilizzazione
acque
del
terreno e dei sistemi di raccolta dei liquami prodotti dalla
degradazione organica.
Anche in questo caso gli amministratori si sono limitati
ad effettuare mere verifiche formali sui mezzi di trasporto e
sull’iscrizione
regolarità
e
all’Albo,
senza
sull’affidabilità
finale dei rifiuti.
74
procedere
dei
siti
a
controlli
di
sulla
destinazione
Conclusioni
I rischi di una controriforma per i rifiuti speciali e
non sono sempre più evidenti. Nel 1997 con l’approvazione e
la
promulgazione
del
“Decreto
Ronchi”,
fu
opinione
diffusa
nella cultura ambientalista, ma anche giuridica e del mondo
istituzionale
e
delle
imprese,
che
si
fosse
avviata,
finalmente, una fase nuova, in linea con l’Europa, in grado
di
superare
la
palude
determinata
dall’interpretazione
ed
attuazione ormai carente della precedente normativa.
In altre parole che lo smaltimento, anzi la gestione dei
rifiuti, in Italia potesse finalmente avvenire all’interno di
un
quadro
paese,
certo,
dove
gli
utile
spazi
all’ambiente
per
le
ed
grandi
all’economia
e
piccole
del
furbizie
italiche e i veri e propri fatti delittuosi, con i sistemi
criminali che su di essi giocavano per lucrare profitti sulla
pelle dei cittadini, si restringessero e potesse così aversi
un
quadro
di
economia
ambientale
sana
e
all’insegna
del
rispetto delle leggi.
Ricordiamo
basato
sul
banco
degli
come
D.P.R.
interventi
contrasto
con
ormai
era,
anche
a
non
e
l’impianto
infatti,
causa
susseguitisi
normativa
contribuito
1997
915/1982
accusati
incongrui
avevano
nel
giurisprudenza
poco
a
apertamente
di
negli
preesistente
numerosissimi
anni,
spesso
comunitaria,
stratificare
una
sul
e
in
che
disciplina
disorganica, non solo ormai datata ma, soprattutto, inidonea
a
fornire
un
quadro
normativo
istituzionale ed agli interpreti.
75
certo
al
sistema
economico
Il “Ronchi” non fu scevro, sin dalla sua pubblicazione
in
Gazzetta
Ufficiale,
da
critiche
e
sottolineature
di
imprecisione e, soprattutto, di eccessivo ricorso al rinvio a
norme d’attuazione sulle quali si sarebbe basata l’effettiva
efficacia della riforma. Ma va anche ricordato come da subito
il
testo,
anche
su
fu
oggetto
ambientaliste,
delle
quali
attraverso
parte
in
la
sollecitazione
di
positivo,
normativa
concluso,
e
modifiche,
che
il
tecnica
salvo
delle
si
alcuni
la
associazioni
maggior
processo
è
di
avviato
buchi
attuazione
ed
neri
parte
in
buona
che
ancora
permangono.
Indubbiamente la riforma del 1997, infatti, non è stata
né
indolore
né
semplice;
alcune
imprecisioni
o
incertezze
vennero appunto corrette negli anni immediatamente a seguire
a
partire
previsto,
che
subito
ritardi
termini
tariffario,
della
ed
del
di
di
peraltro
casi
quali
in
già
originaria;
differimenti
alcuni
sistema,
rifiuti
persistenza
o
in
ancora
389
delega
entrata
assenza,
dei
n.
nella
l’incompletezza
dei
1997,
usuale,
determinato,
sull’assimilabilità
riprova
novembre
hanno
hanno
protrarsi
meccanismo
8
prassi
passaggi
determinano,
il
D.Lgs.
come
ulteriori
termini
dal
ad
vigore
di
ancora
esempio:
del
nuovo
oggi, del regolamento
speciali
interessi
agli
urbani,
economici
a
talmente
rilevanti e contrapposti tali da sopravanzare le necessità di
chiarezza
e
legalità
contrapposizione
tra
del
sistema
gestioni
(come
in
pubbliche
questo
in
caso
la
privativa
e
mercato privato).
Altre
settore
problematiche
richiedendo
implementazione,
europea
sulle
fra
e
novità
interventi
tutte
discariche
il
oggetto
si
di
sono
modifica
recepimento
di
un
affacciate
della
o
sul
di
direttiva
recentissimo
decreto
legislativo, o altre importanti interventi tra cui ricordiamo
76
l’introduzione
del
delitto
di
traffico
illecito
di
rifiuti
ora previsto dall’articolo 53 bis, per dotare il nostro paese
di una norma da hoc contro le ecomafie, come peraltro indica
ed auspica l’Unione Europea.
Nel
complesso,
sostanzialmente
normativo
a
regime,
(anche
contribuito
a
comunque,
sia
grazie
a
chiarire
oggi
il
quanto
al
numerosa
i
“Decreto
punti
Ronchi”
dato
strettamente
giurisprudenza
dubbi
e,
è
che
quindi,
a
ha
dare
certezze), sia quanto poi al meccanismo complessivo economico
ed
istituzionale,
differenziata
funzioni
e
di
fra
riciclo,
ed
tutti
il
programmazione
realizzazione
affermare,
primi
del
ciclo
i
riordino
e
che
di
molta
di
raccolta
istituzionale
delle
finalizzate
alla
governo
integrato
sinteticamente,
target
gestione;
strada
è
si
stata
può
fatta
anche se altra rimane da fare.
Se
questo
è
succintamente
il
quadro
consolidatosi
a
sette anni dalla promulgazione del “Decreto Ronchi”, quel che
oggi
vediamo e quel che si prospetta è purtroppo una fase
complessiva
di
improvvisazione,
profilo
basso
sia
scarsa
giuridico
profilo
provincialismo
quadro
e
controriforma,
a
gli
semplificazione
conoscenza
che
dei
tecnico,
cura
italiano
caratterizzata
di
spinte
interessi
oggettivamente
indirizzi
europei,
amministrative
problemi
ed
in
fughe
da
sotto
il
lobbistiche
di
particolarissimi,
contrasto
in
con
avanti
impiantistiche
in
il
verso
nome
di
un decisionismo tecnocratico redivivo che mai ha portato né
frutti
né
responsabilità
direttamente
frutti
buoni;
politica
sul
ed
Governo,
non
può
ammettersi
istituzionale
Ministero
di
questo
dell’Ambiente,
che
la
ricada
settori
del Parlamento che avvallano o essi stessi promuovono questa
pericolosa deriva.
77
Un
esempio
indubbiamente
significativo
gravi
e
per
importanza
pericolosi
é
la
e
per
effetti
“definizione
di
rifiuto” introdotta con l’art. 14 del D.L. 8 luglio 2002 n.
138,
la
quale,
come
è
noto,
tende
ad
estromettere
dalla
normativa di settore tutti quei materiali che in qualche modo
essendo
riutilizzabili
in
cicli
produttivi
perderebbero
la
natura di rifiuti.
La
norma,
direttive
Corte
di
eclatante
comunitarie
di
Giustizia
e
ed
la
della
insanabile
costante
contrasto
con
giurisprudenza
Comunità
e
della
le
della
Magistratura
italiana, è già stata oggetto di contestazione da parte della
Commissione Europea, osservata da giudici, rimessa alla Corte
di Giustizia.
In altre parole, é così evidente la lesione dei principi
consolidati
europei
ed
italiani
che
la
norma
avrà
presumibilmente vita breve, come del resto era perfettamente
prevedibile. Resta comunque il fatto che ad oggi essa esiste
nell’ordinamento
giuridico
italiano,
e
che
potrà
comunque
essere invocata da tutti coloro che hanno procedimenti penali
in corso per riutilizzi di rifiuti, con l’effetto quantomeno
di
creare
autorità
nuovo
contenzioso
amministrative
ed
incertezza
deputate
alla
sicuramente
gestione
ed
nelle
controllo
di settore.
In
materia
poi
di
ripartizione
ed
attribuzione
di
competenze tra enti pubblici, la legge 179/2002 ha comportato
una riduzione della privativa comunale escludendo le attività
di recupero dei rifiuti urbani ed assimilati, con una norma
dai
confini
varco
ad
incerti,
operazioni
comunque
private
tale
di
da
aprire
discutibile
anche
qui
legittimità
un
nel
settore delicato della gestione di questi rifiuti. Sempre con
la medesima legge, intervenendo ancora sul corpo del Decreto
22 all’articolo 7 comma 3, si è provveduto a qualificare il
78
CDR
(combustibile
derivato
speciale,
così
da
recupero
energetico
da
rifiuto)
liberalizzarne
al
di
quale
l’utilizzo
fuori
rifiuto
a
fini
della
di
stringente
pianificazione dei rifiuti urbani e quindi del principio di
prossimità
e
trasporto
di
e
autosufficienza,
l’utilizzo
qualsivoglia
luogo
di
del
così
questo
da
permettere
particolare
territorio
nazionale
rifiuto
a
il
in
prescindere
dall’ambito di origine e trattamento.
In
particolare
sfugge
alla
comune
comprensione
la
necessità di dover provvedere, tramite delega al Governo come
il
Parlamento
complessiva
di
quanto
ci
dal
qui
si
appresta
buona
parte
interessa,
Decreto
Ronchi.
a
fare,
del
del
alla
diritto
sistema
Infatti,
ambientale
di
se
riscrittura
gestione
di
e,
per
delineato
perfezionamenti
e
migliorie si può aver bisogno, ciò non giustifica l’ansia di
azzeramento
formule
e
vacue
Parlamento,
che
ricostruzione
oggi
e
è
generiche
chiaramente
hanno
della
norma
della
leggibile
responsabilità
di
che,
delega
nelle
governo
aldilà
delle
pendente
parole
del
di
in
coloro
settore.
E’
evidente che non è messa in dubbio la legittima possibilità
per
il
Governo
il
proprio
di
modificare,
indirizzo
le
dello
Stato;
amministrazione
cancellare,
leggi
e
riformare
gli
tuttavia
da
secondo
indirizzi
più
parti
di
si
sollevano perplessità circa alcuni contenuti, le modalità di
dubbia costituzionalità del meccanismo di delega prescelto e
gli effetti, magari non voluti, che questa spinta alla contro
riforma produce.
Si
è
sempre
detto,
infatti,
che
una
delle
forme
più
gravi di inquinamento è proprio l’inquinamento da leggi, cioè
la
produzione
persegue
normativa
l’obiettivo
estemporanea,
dell’oggi
perdendo
di
ridondante,
vista
il
che
valore
del sistema compiuto per il domani; ebbene, questo è quanto
79
sembra delinearsi negli interventi di questi ultimi tempi.
I
valori
sostenibile
inserire
nella
azioni
Europea,
portare
portanti
gestione
e
nostro
l’Europa
ma
europee
per
membri
anche
sistema
e
il
la
capacità
quadro
non
l’occasione
solo
di
ricchezza
di
dell’Unione
al
tutti
di
passo
utilizzando
diritto
della
ambientalmente
cogliendo
sopravanzandola,
base
è
rigoroso
giuridico
progredire
sulla
politica
rifiuti
nel
ritardi
addirittura
far
una
dei
normative
recuperando
il
di
le
gli
con
sedi
Stati
dell’elaborazione
e
dell’esperienza interna; ebbene anche questa sembra in realtà
una
linea
tutta
teorica,
oggetto
di
affermazioni
programmatiche, ma contrastante con l’agire concreto.
Infine
determinato
la
e
già
citata
determina
delega
un
legislativa
oggettivo
ed
al
Governo
inevitabile
ha
effetto
annuncio, un’aspettativa di cambio a breve delle regole del
gioco
che,
se
da
una
parte
disincentiva
impegni
ed
investimenti, perché ogni operatore è evidentemente portato a
muoversi in un campo dei confini dati, dall’altra crea una
zona grigia, in cui le norme e procedure note sono dichiarate
in
via
di
superamento
e
quelle
che verranno sono tutte da
definire; qualcosa di molto simile al meccanismo ben noto che
si
attiva
edilizia,
al
con
mero
il
annuncio
fiorire
di
di
una
possibile
cantieri
che
sanatoria
confidano
nella
futura benevolenza del Legislatore.
In
conclusione
è
tangibile
che
il
contesto
che
si
è
delineato, e va ancor più delineandosi, sia per certi versi
ideale per chi è abituato o intende muoversi nelle pieghe del
diritto,
con
il
indubbiamente
certo
illegittimità
ed
dov’è
più
risultato
di
rendere
illegalità,
facile
che
certamente
più
ampliando
attecchiscano
criminalità.
80
non
ardua
la
quelle
fenomeni
voluto
lotta
zone
ma
alla
grigie
anche
di
Concludendo
cito
una
frase
che
mi
è
rimasta
impressa
estrapolata da uno scritto di John Ruskin del 1849 intitolato
le “Sette lampade dell’architettura”:
“Dio ci ha prestato la terra per la nostra vita; ce l’ha
data in consegna ma essa non ci appartiene. Essa appartiene
allo stesso modo a quelli che devono venire dopo di noi e i
cui nomi sono già scritti nel libro della Creazione; e noi
non
abbiamo
diritto,
con
tutte
le
cose
che
facciamo
o
che
trascuriamo, di coinvolgerli in sanzioni che potevano essere
evitate, o di privarli dei vantaggi che era in nostro potere
lasciar loro in eredità”
E’
difficile
pensiero
di
culturale
deve
non
Ruskin:
essere
riconoscere
il
patrimonio
conservato
possano godere.
81
l’estrema
naturale
perché
anche
attualità
ambientale
i
posteri
del
e
ne
Appendice A
Estratto del D.L.vo 5 febbraio 1997, n. 22
[…]
TITOLO QUINTO
Sistema sanzionatorio e disposizioni transitorie e finali
[…]
CAPO PRIMO
Articolo 53
(Traffico illecito di rifiuti)
1.
Chiunque
traffico
(CEE)
effettua
illecito
n.
una
ai
259/93
sensi
del
spedizione
di
dell'articolo
Consiglio,
del
1
rifiuti
costituente
26
regolamento
del
febbraio
1993,
o
effettua una spedizione di rifiuti elencati nell'allegato II
del
citato
regolamento
in
violazione
dell'articolo
1,
comma
3, lettere a), b), c) e d), del regolamento stesso, è punito
con la pena dell'ammenda da 1.549 euro a 25.822 euro e con
l'arresto fino a due anni. La pena è aumentata in caso di
spedizione
2.
Alla
di
sentenza
di
rifiuti
condanna,
o
a
pericolosi.
quella
emessa
ai
sensi
dell'articolo 444 del Codice di procedura penale, per i reati
relativi
al
traffico
illecito
di
cui
al
comma
1
o
al
trasporto illecito di cui agli articoli 51 e 52, comma 3,
consegue
obbligatoriamente
la
confisca
del
mezzo
di
trasporto.
Articolo 53-bis
(Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti).
1. Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con
più
operazioni
attività
e
attraverso
continuative
l'allestimento
organizzate,
82
cede,
di
riceve,
mezzi
e
trasporta,
esporta,
importa,
o
comunque
gestisce
abusivamente
ingenti
quantitativi di rifiuti è punito con la reclusione da uno a
sei
anni.
2. Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica
la
pena
della
reclusione
da
tre
a
otto
anni.
3. Alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli
articoli 28, 30, 32-bis
limitazione
di
cui
e 32-ter del Codice penale, con la
all'articolo
33
del
medesimo
Codice.
4. Il giudice, con la sentenza o con la decisione emessa ai
sensi
ordina
dell'articolo
il
subordinare
condizionale
444
ripristino
ove
del
dello
possibile
della
Codice
pena
stato
la
di
dell'ambiente,
concessione
all'eliminazione
pericolo per l'ambiente.[…]
83
procedura
della
del
penale,
e
può
sospensione
danno
o
del
Bibliografia
G.J.
Ikenberry
e
V.E.
Parsi,
Manuale
di
Relazioni
Internazionali,Editori Laterza
Fabio Armao, Il sistema mafia,
E. Fontana e L. Miracle,
Bollati Boringhieri
L'illegalità
ambientale
in
Italia
e
il ruolo della criminalità organizzata, Edizione Ambiente
Ciconte E.,
Ecomafia.
I
predoni
dell'ambiente,
Editori
Riuniti.
Stefano Maglia e Maurizio Santoloci
, Il Codice dell'Ambiente
Ambiente & Salute
Legambiente, Rapporto Ecomafia 2003
Ugo Leone, Nuove Politiche per l’Ambiente,
Maurizio Santoloci,
Rivista
Carocci
Diritto all’ambiente, Edizione Ambiente
bimestrale
Il
Forestale,
numeri
di
settembre
e
ottobre 2000, marzo, aprile e maggio 2003
Rivista
mensile
Arpa
Informa,
numeri
di
gennaio
e
febbraio
2003
Rivista mensile
La nuova Ecologia, numero di maggio 2000
Rivista mensile Oblò ,
numero
84
di
ottobre
2003
In Internet
www.corpoforestale.it
www.unep.org
www.legambienteonline.it
www.minambiente.it
www.issi.it
www.reteambiente.it
www.ambienteitalia.it
www.sinanet.anpa.it
www.riia.org
85
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