UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE TESI DI LAUREA LE ECOMAFIE: IL CASO DELLE DISCARICHE DI RIFIUTI “SPECIALI” RELATORE: CANDIDATO: Prof. Fabio ARMAO Donato D’AURIA Anno accademico 2002 - 2003 1 Ma sarebbe un’associazione ben misera, voi capite di quale associazione parlo, se dovesse limitarsi solo al compito e al guadagno di quella guardiania: che la voi chiamate protezione che l’associazione offre è molto più vasta. Ottiene per accettano voi, per protezione e le ditte che regolamentazione, gli appalti a licitazione privata; vi dà informazioni quelli con preziose asta per pubblica; concorrere vi aiuta a al momento del collaudo; vi tiene buoni gli operai. Leonardo Sciascia, il giorno della D’Auria, mio civetta A padre, Michele che è maestro di vita 2 stato per me Indice INDICE.......................................................3 INTRODUZIONE ................................................4 1. RIFIUTI E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: LA STORIA DELLE ECOMAFIE E DEI RIFIUTI SPECIALI .........................7 2. LA VIGILANZA.............................................12 3. LE ROTTE DEI RIFIUTI ....................................17 4. I MERCATI GLOBALI DELL’ECOMAFIA E I TRAFFICI INTERNAZIONALI DI RIFIUTI “SPECIALI” ...................22 5. “RIFIUTI SPECIALI SPA” .................................. 25 6. I RIFIUTI SPECIALI NELLA NORMATIVA .....................40 7. NORME ATTUATIVE E PRINCIPALI MODIFICHE AL D.LGS. 22/97 NEGLI ANNI 2001/2002 ....................................46 8. LUCI ED OMBRE DELL’ART. 53 BIS DEL D. LGS. 22/97 ......62 9. CASI DI ILLECITO ........................................71 CONCLUSIONI ................................................75 APPENDICE A ESTRATTO DEL D.L.VO 5 FEBBRAIO 1997, N. 22 .. 82 BIBLIOGRAFIA ...............................................84 IN INTERNET ................................................85 3 Introduzione La tutela aspetti di rilevante parte delle forme di violazione e di di e legge generale che In degli presenta collettivo, danno dilagante. “speciali” oggi interesse attività sistematico rifiuti dell’ambiente inevitabilmente atteso sono spesso nel il buona conseguenti assumono particolare inquinamenti che a carattere settore dei susseguirsi di azioni illecite ha creato una vera e propria situazione di emergenza che capillare e si sviluppa dall’altro da un si è lato a spesso livello evoluta locale in e forme organizzate, fino a coinvolgere la criminalità associata, che ha trovato interesse. in questo Va campo sottolineato nuove che e le lucrosissime azioni di forme di violazione di legge a livello locale nel settore sopra indicato, seppur non collegato da un polverizzata l’ambiente e nesso organizzato, inesorabile naturale che si attività ripete costituiscono di ogni aggressione giorno su una verso tutto il territorio nazionale. Nel contempo contribuiscono le ad attività elevare della fino a criminalità livelli non organizzata identificabili la gravità della già critica situazione, innestando su tale microcosmo di illeciti frammentati, azioni di pesante e irreversibile impatto ambientale, come ad esempio intere aree geografiche occulte trasformate di rifiuti in siti di speciali discariche pericolosi sotterranee invisibili e in superficie. Appare dunque contestuale e oggi necessario contemporaneo affrontare ambedue questi in modo gravissimi fenomeni, che non vanno né sottaciuti né sottovalutati, sia a livello preventivo (sanzioni (vigilanza penalmente sul perseguibili), 4 territorio) con una che repressivo forte richiesta di applicazione inderogabile impedire delle necessità che leggi di vigenti stroncare vengano portate e con le ad la azioni contestuale in atto ulteriori e per gravi conseguenze. La gravità del fenomeno comportamenti e società consumi, dei dalle è alimentata, consuetudini come tipiche caratterizzata noto, dai dell’imperante dalla preponderante cultura dell’”usa e getta” e dell’incessante corsa ai nuovi prodotti; tale situazione ha vertiginosamente incrementato la produzione di rifiuti di ogni genere e tipo, il cui smaltimento diventa sempre più costoso e problematico. E’ una torta da 3 miliardi di euro. Tanto costa smaltire i rifiuti “speciali” e pericolosi, una categoria eterogenea di cui fanno parte tanto i mattoni sbrecciati quanto i fanghi intrisi di metalli pesanti. Si tonnellate: il business legale soprattutto su questo settore tratta e di 45 illegale dove i milioni si concentra guadagni direttamente proporzionali al rischio. Bastano di sono questi pochi numeri per avere un’idea della posta in gioco. Secondo i dati ufficiali, speciali più di svaniscono 11 milioni nel di nulla, tonnellate commentano di rifiuti all’Osservatorio ambiente e legalità della Legambiente. Il che è una maniera elegante per guadagnano aggiunge a dire 1,2 che le miliardi quella cosche di euro, consumata della una legalmente. malavita organizzata bella fetta Per fortuna, che si grazie all’applicazione dell’articolo 53 bis del decreto Ronchi che ha rafforzato gli strumenti in mano alle autorità inquirenti, la situazione sta cambiando: in meno di un anno sono state denunciate 177 persone, 36 società sono finite sotto inchiesta, 12 regioni sono risultate interessate dai traffici illeciti. 5 Il Rapporto alla sua Ecomafia ottava nel elaborazione, infatti, attraverso senso italiane: il Legambiente, edizione, istituzionale, dell’ordine di più è ormai ampio del contribuiscono l’Arma Comando dei Tutela giunto un appuntamento termine. tutte Carabinieri, Ambiente, quest’anno il Alla le in sua forze particolare Corpo Forestale Dello Stato, la Guardia di Finanza, le Capitanerie di porto, la Polizia di Stato, la Direzione investigativa antimafia, i Corpi forestali delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome. Lo fanno ogni giorno, attraverso le loro attività d’indagine, e una volta l’anno quando elaborano, per questo Rapporto, denunce i numeri effettuate, dei delle attività sequestri, svolte, riassumendo i delle risultati delle operazioni più significative. Il Rapporto lavoro nome di e Ecomafia denuncia per conto è un realizzato delle approfondito da e appassionato un’associazione istituzioni impegnate a anche in difendere l’ambiente e la legalità. Le chi conoscenze scrive presente personali costituiscono lavoro, che e le lo vuole esperienze spunto professionali per la rappresentare il redazione punto di del d’arrivo del percorso di formazione universitaria; con tale elaborato si intende sensibilizzazione fornire e alla un modesto divulgazione attuali problematiche ambientali. 6 contributo delle sempre alla più 1. Rifiuti e criminalità organizzata: la storia delle ecomafie e dei rifiuti speciali Le ecomafie – neologismo coniato da Legambiente alla fine del 1994 e ormai entrato nel vocabolario della lingua italiana – potenziale hanno di potuto mercato crescere di 1.500 fino a miliardi raggiungere dal traffico un di rifiuti Nord-Sud, e di 2.000 dallo smaltimento dei rifiuti. Il costo per la collettività è altissimo, sia in termini di salute, che diminuisce, sia in termini di debito pubblico, che cresce. Per ogni lira che le ecomafie guadagnano lo Stato ne perde dieci. Si illegale di miliardi l’anno mentre miliardi l’anno per discariche vecchie rifiuti calcola, pirata. dal Nord lo del al La Sud Stato bonificare dovrebbe i e allo il trasporto ai clan 1.500 spendere 15.000 contaminati dalle imprenditoriale delle luoghi criminali, territorio che frutti trasformazione organizzazioni controllo infatti, realizzata scippo della grazie al natura, ha prodotto una formidabile crescita di fatturato. La trasformazione criminalità imprese per imprenditrice, mafiose, cui della nel inspiegabili un costituisce sistema anomalie. criminalità vero assai bancario Una e organizzata proprio sistema verosimilmente italiano si testimonianza in di la ragione sono create diretta è quella fornita dal direttore generale della Banca d’Italia Vincenzo Desario alla Commissione parlamentare antimafia: dal 1990 al 1994 la sportelli Banca d’Italia bancari dell’ecomafia, e (Confcommercio, sottolineare del del che in 96% 78% Viaggio ha a a a registrato un Caserta, uno Salerno, altra Criminopoli, questi 7 dei terra 1994). territori incremento capisaldi di Vale tanto di camorra la ricchi pena di liquidità è cresciuto in modo esponenziale, negli stessi anni, sia il numero dei disoccupati che quello delle aziende e degli esercizi commerciali chiusi per fallimento. Peraltro sempre nello stesso periodo si è registrata un’impennata dei traffici abusivi di rifiuti Nord-Sud. Il delle sistema bancario attività cattiva scaccia quello criminale diminuiscono illegali e costituisce il imprenditoriali delle la mercato buona, il prospera, quelli movimentati i posti occulti dal punto ecomafie: di arrivo la moneta legale deperisce lavoro dichiarabili aumentano. sistema di di Così i imprese e capitali ecomafiose penetrano nel sistema bancario e lo inquinano. Naturalmente la strada maestra per combattere i clan è fermarli all’inizio del circuito perverso, prima che i quelli di capitali mafiosi si moltiplichino rapidamente. I percorsi delle Tangentopoli. Esiste camorristiche, potere che ha determinato ecomafie un s’intrecciano circuito politico una e tra organizzazioni pubblica convergenza con di amministrazione, interessi fra questi tre soggetti che operano nel settore degli appalti pubblici: il politico denaro; concede appalti l’imprenditore denaro al dà mafioso; dall’imprenditore, gli all’imprenditore denaro il al politico mafioso assicura pace in cambio e lavoro ottiene sociale di e denaro (perché questo significa il controllo dei cantieri) e dominio sui meccanismi della manodopera e ritorna in voti al politico quello che il politico ha dato come inizio del circuito. In tutte le regioni del Centro-Nord fare il trafficante d’immondizia è di una semplicità un Albo degli conquista della delle navi sconvolgente. dei E’ smaltitori, legge che presentato votata veleni. vero Ma esiste come grande all’indomani l’Albo 8 formalmente non una dello scandalo funziona essendo strutturato in modo tale da svolgere compiti di mera e formale burocrazia, del tutto scollegata dai fenomeni e dalle dinamiche reali. Ed entrare nel club dei commercianti di rifiuti è più facile che prendere la tessera del club della maratona. Il processo per le cosiddette discariche d’oro ha coinvolto, nel corso del 1994, una trentina di imputati (tra imprenditori e politici) quasi tutti condannati tra patteggiamenti e sentenze di primo grado. Non si trattava di pesci piccoli. Era il gotha del settore: da Paolo Berlusconi, (condannato a sette mesi di reclusione e 10 milioni di multa per violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti) a Mario Lodigiani (condannato a 7 mesi), da Giuseppe Pisante (titolare del gruppo Acqua, anche lui condannato a 7 mesi) a Angelo Simontacchi (2 anni e 3 mesi). Dalle udienze è venuta fuori una storia di tangenti per centinaia di milioni versate in rifiuti in cambio di Lombardia concessioni (Antonio per nuove Cianciullo, discariche Enrico di Fontana, Ecomafia I predoni dell’ambiente, Editori Riuniti). Illegalità genera illegalità. Per fronteggiare l’emergenza rifiuti la giunta regionale della Lombardia aveva varato un piano che prevedeva la nascita di sette impianti di smaltimento: cave esaurite e terreni abbandonati sono stati così trasformati in discariche d’oro. “Una macchina da soldi per le casse della Dc e del Psi“, l’hanno definita i pubblici ministeri Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo. La camorra non ha fatto che perfezionare il meccanismo. E’ partita da Tangentopoli e l’ha sfruttata al meglio. Gli anni delle tangenti scoperte dal pool di “Mani pulite” coincidono con lo sbarco delle ecomafie al Nord (1991-1992) che in quel clima si muovono 9 come pesci nell’acqua: nella pioggia di penisola i loro mazzette respirano clan hanno habitat cominciato non originario. a trovato I confrontarsi aria di un nuovi sono casa. Risalendo la ambiente diverso dal mercati con sugli stessi retti cui hanno pilastri: assenza di meccanismi trasparenti, discariche decise in base alle tangenti, bolle contraffatte. Sono momento gli in anni cui del bengodi. dilaga “Mani Fino a tutto pulite”, il gli 1993, il imprenditori tangentisti e gli immigrati della camorra vanno a braccetto. Un idillio tarlato da uno squilibrio di fondo: la paralisi che blocca lo sviluppo di efficienti piani di smaltimento al Nord sbilancia il rapporto rafforzando l’ala camorrista. In attesa delle nuove discariche che non arrivano mai salgono le azioni dei contenuti, clan: offrono capacità concretezza illimitate di e rapidità, smaltimento, prezzi protezioni politiche e assenza di contenzioso. Ospedalieri, tossici e nocivi, urbani, radioattivi e speciali. Le ecomafie nel giro di pochi anni hanno esteso la loro sfera monopoliste finché il impossibile troppo anche d’azione in un su tentativo settore contesto larga disinvolti le nel a in cui la imprenditoriale scala. Non ricorrere amministrazioni sono alla pubbliche di offrirsi concorrenza resta solo gli si legale, bloccato, mediazione che come è imprenditori dei vedono clan, ma serrare i cancelli delle discariche ufficiali. Il sistema parallelo di smaltimento diventa spudorato. Tanto che nel giugno 1995 la Camera approva rifiuti all’unanimità presieduta dal la verde Commissione Massimo d’inchiesta Scalia. sui E’ il primo le inchieste segnale di risveglio dello Stato. Sia della le denunce magistratura degli sulla ambientalisti Rifiuti che connection hanno avuto intanto un’importante anche se parziale conferma nell’aula di 10 un tribunale. trasformato pattumiera Diversi il Sud protagonisti e, d’Italia in sono della particolare stati holding la che Campania, condannati dalla ha nella settima sezione del tribunale di Napoli a pene che vanno dai due agli otto anni di reclusione per reati contro l’ambiente e per mazzette. Altre istituzioni rampini d’abbordaggio per prima la volta saccheggiatori hanno verso nella cominciato la flotta a lanciare dell’ecomafia. storia, ha dichiarato da una tribuna dell’ambiente i loro L’Onu, guerra ai importante, quella del IX Congresso mondiale sulla criminalità, che si è svolto al Cairo nel maggio del 1995. La Camera ha approvato all’unanimità, un mese dopo, la costituzione di una commissione d’inchiesta sul “ciclo dei rifiuti e le attività illegali ad esso discussa una connesse”. nuova Al convenzione Consiglio mirata a d’Europa si facilitare è le inchieste sui crimini ambientali e a inasprire le pene. I trafficanti di rifiuti godono di sostanziale impunità a causa di un codice penale che ignora l’ambiente e di una valanga di decreti legge che stendono ponti d’oro ai “killer della natura”. radioattivi Le stanno inchieste aperte avvicinando i sui traffici magistrati a di rifiuti quella zona grigia, finora inesplorata, in cui gli interessi delle mafie si saldano a quelli della cosiddetta “massoneria deviata” e dei servizi segreti. In questo scenario sconcertante che vede l’Italia negli anni novanta, soprattutto nel Sud, trasformata in una sorta di pattumiera d’Europa, inizia una lotta serrata tra l’ecomafia e lo Stato (Antonio Cianciullo, Enrico Fontana, Ecomafia I predoni dell’ambiente, Editori Riuniti). 11 2. La vigilanza Molti abusi, occuparsi di pochi ecomafia controlli. il Corpo In teoria Forestale dello dovrebbero Stato, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Noe), la Guardia di Finanza, singoli uffici della Polizia (in particolare la Digos che dopo riorientata su il tramonto questo campo) dei e, reati in modo politici più si è sporadico, la Criminalpol. In pratica la situazione è la seguente. Per quanto riguarda il Corpo Forestale, che contro queste aggressioni al patrimonio ambientale è da anni impegnato in prima linea, le indagini più significative relative alla criminalità ambientale sono state svolte nel Piemonte, in Lombardia, nel Veneto, nelle Marche, in Toscana, grazie alla grande sensibilità sottufficiali spesso impegnati in di Campania singoli nelle e Puglia, ufficiali sezioni di e polizia giudiziaria delle Procure presso le Preture. Il Noe (Nucleo operativo ecologico) che è l’unico gruppo di polizia specializzato in ambiente, ha aperto sedi distaccate in quasi tutte le regioni e a venti anni dalla sua istituzione pochi, dalla è composto calcolando guardia possono supporti che civile contare da 210 gli analoghi spagnola ognuno tecnologici. su carabinieri. e Il reparti della centinaia Noe Drammaticamente di specializzati gendarmeria uomini dipende e dal francese adeguati Ministero dell’Ambiente. La poco terza forza comprensibile in campo divisione è dei la Guardia di Finanza. Una ruoli ha impedito fino a oggi a questo corpo di polizia di istituire un proprio nucleo specializzato potrebbe fare nei delitti molto sia ambientali. per 12 i Eppure mezzi a la Finanza disposizione (soprattutto alle aerei indagini di e navi) che carattere per la societario, specifica attitudine indispensabili quando si ha a che fare con gli ecomafiosi. Ma anche nella Finanza l’impegno diretto ambientale è nella affidato lotta ancora contro alla la criminalità sensibilità dei singoli ufficiali. Infine, la Polizia di Stato. C’è il tentativo di riconvertire alcuni uffici periferici della Digos dalla lotta contro la criminalità ridimensionata, alla politica, battaglia ormai fortemente la criminalità contro ambientale, che gode ottima salute. Il tentativo è andato a buon fine per ora in Toscana (Lucca), Basilicata (Matera) e Piemonte (Asti). Per quanto riguarda la Criminalpol, un altro settore della rilevantissimo polizia che nelle pure indagini potrebbe sulle svolgere ecomafie, un ruolo sono state parzialmente coinvolte finora solo le sedi di Roma, Napoli e Palermo. E’ da notare, infine, che nel variegato universo dei potenziali investigatori dei crimini contro l’ambiente è quasi del tutto assente la polizia municipale. A turare le falle del sistema investigativo sono spesso le guardie diverse ecologiche: un amministrazioni organismo ad provinciali hoc (in istituito particolare da in Puglia, nel Lazio, nel Veneto). O addirittura le associazioni ambientaliste con le guardie ecologiche volontarie. Anche i numeri sulle attività delle forze dell’ordine contribuiscono a delineare un quadro davvero allarmante. I dati relativi all’anno 2002 e forniti anche quest’anno a Legambiente, in occasione della presentazione del Rapporto Ecomafia, forze dell’ordine effettuati nelle indicano in nel 1.592 ciclo le dei infrazioni rifiuti, accertate mentre sono dalle stati 742 sequestri e il 38,6% dei reati si è consumato quattro regioni a tradizionale 13 presenza mafiosa. La prima regione nella classifica dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti è risultata la Sicilia, con 239 reati pari al 15% del totale nazionale; la seguono a ruota la Campania, con 191 infrazioni alla normativa sui rifiuti e il Veneto, che con 114 reati ha fatto un grande balzo in avanti rispetto alla classifica dell’anno precedente (ha scalato ben 4 posizioni). I fenomeni d’illegalità che caratterizzano questo settore emergono con grande chiarezza anche dal “Monitoraggio di controllo ambientale” ambiente dell’Arma attività svolte relativo all’inquinamento parte alla dei nel pubblicato carabinieri. 2001 gestione emerge del dal Dai un dei dati livello suolo, illecita Comando relativi di alle illegalità riconducibile rifiuti, tutela pari in al gran 42,5% (2.469 infrazioni accertate su un totale di 5.806 controlli). Ben superiori, addirittura, le percentuali relative al livello di illegalità nei siti di smaltimento (pari al 56,2%) e in quello della gestione rifiuti (51,1%). Più basso ma ugualmente preoccupante il dato relativo al settore dei siti di trattamento, pari al 39,8%. Interessanti anche i dati del “Primo rapporto sul terzo censimento delle discariche abusive”, curato dal Corpo forestale dello Stato: 4.866 sono risultati i siti illegali di smaltimento rifiuti, per una superficie totale di oltre 19 milioni di metri quadrati. Un numero impressionante se confrontato con le 1385 discariche autorizzate in Italia (657 per rifiuti urbani e 728 per quelli speciali), secondo i dati di Apat e Onr nel “Rapporto rifiuti 2002”. Nei censimenti precedenti, datati 1986 e 1996, le discariche abusive erano state rispettivamente quasi 17,6 parte è milioni diminuito 5.978 di il metri (per una estensione quadrati): numero delle quindi, discariche totale se da di una illegali, dall’altra è aumentata la loro estensione (di circa 2 milioni 14 di metri quadrati di censimento in censimento). Il C.F.S. commenta in questo modo i dati: “In questi casi non siamo più in presenza di comportamenti errati occasionali da parte di singoli cittadini, ma ci troviamo di fronte a fenomeni, come dimostrato anche da indagini e operazioni di polizia giudiziaria portate a termine, riconducibili a organizzazioni illecite che controllano l’utilizzo delle discariche è secondo C.F.S., abusive”. La Puglia risultata, il la prima regione italiana per numero di discariche abusive (599, pari al 12% del totale, di cui ben 440 ancora attive), seguita da Lombardia (541) e superficie totale Calabria delle (447). discariche La classifica abusive vede al per primo posto il Veneto (quasi 5,5 milioni di metri quadrati, dovuti fondamentalmente all’area industriale di Porto Marghera), seguita da Puglia (3,8) e Calabria (1,6). Il Salento,come già denunciato da Legambiente figura le zone tra discariche abusive dove ancora negli è ultimi maggiore attive e la con Rapporti Ecomafia, concentrazione presenza di delle rifiuti pericolosi (per questa tipologia di rifiuti vengono segnalate anche l’area circostante alla città di Bari, la zona centro occidentale dell’Abruzzo, il Veneto e la Liguria). Si affinano, in conclusione, anche le tecniche investigative. Il Comando tutela ambiente dell’Arma dei carabinieri e il Corpo Forestale dello Stato hanno stipulato un accordo di collaborazione con vulcanologia, per l’Istituto nazionale l’utilizzo sistematico di geofisica delle e moderne tecniche di esplorazione geofisica del sottosuolo. Sarà giudiziarie, quelle in possibile, dare cui le la come avvenuto caccia alle organizzazioni “tombare” i rifiuti. 15 in alcune discariche criminali hanno indagini “fantasma”, deciso di La tendenza del legislatore in materia di contrasto al crimine, va indubbiamente nel senso di un’azione sempre più coordinata tra susseguitesi le nel forze tempo, di polizia. proprio perché Le varie emanate leggi sempre in condizioni di emergenza, testimoniano che i mezzi individuati dal Parlamento per un’efficace lotta al contesto dei fenomeni ambientali sembrano “unificazione” dello proprio Stato, al dirigersi fine di verso ottenere un una impatto più forte su chi soprattutto, a sua volta, è organizzato in maniera tale da non lasciare spazio alle iniziative personali o ai conflitti di competenza. Tale strategia ben si coniuga con le raccomandazioni del Consiglio che Europeo evidenziano nazionale ambientale, sul la contrasto necessità competente un per secondo alla di il organismo criminalità disporre contrasto di alla competente a un ecologica, organismo criminalità trattare lo scambio di informazioni a livello europeo e di un ulteriore organismo incaricato di raccogliere dati statistici sulla criminalità ecologica. Il problema che si pone quindi è quello di evitare la frammentazione degli apparati di controllo ed investigativi e di pervenire ad una migliore razionalizzazione delle risorse e dei mezzi impiegati. 16 3. Le rotte dei rifiuti In una rappresenta economia un di costo mercato lo smaltimento segue la legge che dell’offerta e le naturalmente la fornitura competitivi; gestire i una organizzazioni clan vera dei mafiosi e propria della criminali “servizi” sono dei ai che, domanda e garantiscono prezzi perfettamente filiera rifiuti in più grado di avvalendosi di manodopera schiava e di “personale” infiltrato nella società civile, propone di soddisfare ogni esigenza di carattere “ambientale” su scala planetaria. Si può quindi anche parlare di modernità della mafia, laddove si colgono gli elementi tipici di una struttura dotata di visione globale, che ben si coniuga con il progresso e la transnazionalità capitalistica che travalica gli ottocenteschi confini nazionali. Le “scorie”, come prodotto incidentale di tali dinamiche economico/affaristiche, danno ambientale preoccupazione creando, sia qualche dell’opinione recente che nei ha rappresentate ha raggiunto paesi volta, pubblica. sondaggio sono ricchi una Stati rilevato che un accresciuto livelli che forte Negli da in di quelli reazione Uniti, l’84% estrema ad poveri, da parte esempio, della un popolazione considera il danno ambientale un “crimine serio”. La Nigeria ha deciso di punire i trafficanti di rifiuti con l’ergastolo. Perfino il Brasile, tentava di attirare dove venticinque capitali con lo anni fa slogan c’era “Venite chi a inquinare da noi”, fa ammenda. I traffici internazionali di rifiuti vedono la Cina tra le mete preferite. Le attività illecite sono mosse da ragioni sostanzialmente economiche. Per relativi smaltimento di allo 17 quanto una riguarda tonnellata i di prezzi rifiuti pericolosi si va industrializzato, 2,5 massimo In praticato dagli international londinese a 50 sviluppo. dai 100 ai seconda dollari merito della in all’incredibile affaire) un Report dollari tipologia richiesti ecocriminali, nel 2.000 il un di un Paese (Royal prestigioso in altro via dei di ai di costi institute istituto un Paese rifiuto, abbattimento Riia descrive di of ricerca caso davvero illuminante: in un’indagine della polizia di New York alcuni detective si sono infiltrati nel giro dei traffici illegali. Nonostante proponessero “scontato” di mercato di ulteriormente un 40 dollari 750, sono costo al di barile stati perché non World Watch, smaltimento contro un costretti riuscivano ad a davvero prezzo di abbassarlo trovare clienti interessati. Anche il statunitense, ha l’autorevole affrontato il tema ambientale internazionale. Nella storia numero dicembre curata da di French, viene traffici 2002, denunciato internazionali il di rivista ruolo della di Lisa degli rifiuti. I ambientale criminalità copertina Mastny Stati e Hilary Uniti quantitativi del nei stimati sono notevoli: si va dai 300 ai 500 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi trasportato Difficile ogni legalmente da anno, il attraverso valutare, i invece, 10% dei confini il quali viene internazionali. flusso illegale, soprattutto verso i Paesi in via di sviluppo, in violazione della Convenzione di Basilea del 1999 sulla movimentazione transfrontaliera e sullo smaltimento di rifiuti. Secondo il World Watch l’Asia sembra essere diventata la nuova destinazione continente principali africano: finale, “Si destinazioni insieme ritiene dei che traffici al l’Asia già sia illeciti. martoriato una delle Greenpeace India riferisce che più di 100mila tonnellate di rifiuti non 18 autorizzati sono entrati in India nel 1998 e nel 1999, fra cui ceneri batterie e residui usate, tossici scarti di di zinco, lavorazione rifiuti di piombosi, cromo, cadmio, tallio e altri metalli pesanti. Le importazioni illecite, che provengono da luoghi diversi come Australia, Belgio, Germania, Norvegia e Stati Uniti, hanno violato sia le regole del trattato di Basilea sia una norma del governo Indiano sulle importazioni di rifiuti. La Cina occupa ormai un triste posto di rilievo tra gli Stati coinvolti nei cosiddetti “traffici di veleni”. Secondo la rivista americana infatti: “La Cina riceve un massiccio flusso di rifiuti elettrici pericolosi importati illegalmente ogni anno. (Ban) Uno un studio gruppo recente che della Basel controlla Action Netwwork l’applicazione della convenzione di Basilea, e la Silicon Valley Toxics Coalition della California, riferisce che i lavoratori nelle fabbriche di riciclaggio pesanti e cinesi ad sono altri gravemente prodotti esposti chimici ai metalli velenosi poiché provvedono al recupero di componenti dai circuiti di vecchi computer, monitor, batterie e altri apparecchi. Il commercio di prodotti tossici continua a dispetto di un divieto cinese sull’importazione di questo genere di materiali ma viola anche le norme di Basilea che proibiscono l’esportazione di rifiuti Circa verso metà Paesi dei che rifiuti ne hanno vietato elettronici l’importazione. (tecnologici) viene prodotta negli Stati Uniti, dove si stima che ogni anno 20 milioni di computer vengono dismessi perché considerati obsolenti. Ma il governo Usa non considera la spedizione di high-tech illegale perché questo genere di rifiuto tecnicamente classificato come pericoloso. Stati sono Paese industrializzato Uniti l’unico E non peraltro che non è gli ha ratificato la Convenzione di Basilea; proprio sull’invio del 19 materiale high-tech dismesso in Cina è in corso un’inchiesta in Italia, condotta dalla Procura di Taranto, che sta indagando su un presunto traffico di contatori elettrici che sono stati venduti ad aziende cinesi per un loro utilizzo. L’inchiesta è partita in seguito ai problemi fisici di alcuni dipendenti di una compagnia portuale di Taranto, che avevano lavorato a contatto con 16 container contenenti tremila tonnellate di rifiuti, e un’ispezione della Asl. Cinque sono gli indagati contatori per violazione dismessi alla sarebbero normativa partiti ambientale. dal porto I di Civitavecchia, transitati in quello di Taranto, per finire ad Hong Kong via Israele. Del resto che la Cina sia destinazione finale di traffici internazionali non è certo una novità: l’allarme era già stato ricordare, lanciato nel infatti, Rapporto l’inchiesta Ecomafia del Corpo 2002. Basta Forestale dello Stato di Brescia e del Pool ambiente della Procura di Milano sulle 2.500 tonnellate di rifiuti plastici spedite da alcuni porti italiani verso quello di Hong Kong (il processo di primo grado si è concluso proprio in questi giorni e ha visto patteggiare altre, di volta che due dei sedici traffico in imputati, internazionale Italia un’accusa di di con l’accusa, rifiuti. questo E’ tipo tra la può le prima essere formulata, grazie all’articolo 53 bis del Decreto Legislativo n. 22 del 1999, che a partire dal 2001 permette agli inquirenti di avere un’arma per bloccare i flussi illeciti di rifiuti), ma anche le denunce di alcune associazioni ambientaliste americane secondo le quali tra il 50% e l’80% del materiale elettronico di scarto raccolto negli Stati Uniti viene imbarcato e spedito, via mare, in diversi paesi dell’Asia e del Sud est asiatico, tra cui appunto la Cina e il Giappone, come nel caso di seguito riportato, emblematico 20 di come si applica la tecnica del “finto” riciclaggio teso a mascherare veri e propri smaltimenti illeciti. Lo scorso marzo, la corte di un distretto del Giappone ha condannato Hiromi Ito, presidente di una compagnia di smaltimento di rifiuti, a quattro anni di prigione e lo ha multato per 5 milioni di yen (pari a 40.000 dollari). Ito e i suoi complici hanno ideato e diretto un complicato sistema per disfarsi di circa 2.700 tonnellate di rifiuti ospedalieri e industriali nelle su scritto “carta Filippine, da trasportati riciclare”. in Quando container con l’importatore filippino ha aperto i 122 container, ciascuno dei quali lungo più di 12 metri, ha trovato non solo carta ma anche materiali pericolosi, fra cui aghi ipodermici e bendaggi, teli in materiale plastico per le lenzuola e vecchie attrezzature. Un classico caso di esportazione di rifiuti pericolosi con il pretesto del “riciclaggio”. Coloro che hanno a che fare con rifiuti spacciano da smaltire in modo illecito, sempre più spesso li per controlli materiale delle riciclabile, Autorità. liberandosi (Rapporto Legambiente) 21 così Ecomafia dei 2003, 4. I mercati globali dell’ecomafia e i traffici internazionali di rifiuti “speciali” Il giro del mondo in 16 anni. Non è la seconda puntata del celebre romanzo di Jules Verne ma la durata dell’incredibile viaggio della nave dei veleni Khian Sea. La nave, partita da Filadelfia rifiuti della nel lontano nella città stiva 1986 (tra contaminate pesanti), nel suo continenti e undici con circa cui da lungo 15mila tonnellate di le ceneri dell’inceneritore piombo, cadmio e viaggio nazioni ha prima altri metalli ben quattro toccato di essere rispedita al mittente. Tutto era iniziato con la più classica emergenza rifiuti: la città statunitense era rimasta a corto di spazio per lo smaltimento in discarica e ha deciso di far risolvere il problema a una società di intermediazione, che a sua volta ha pensato bene di caricarli su una nave e spedirli in un qualsiasi Paese disposto ad ospitarli. Ma non è stato così semplice. Il primo porto raggiunto dalla nave dei veleni è stato quello delle isole Bahamas, che ha però subito negato lo scarico tonnellate aver dei furono tentato africani e scaricata con rifiuti. Alla scaricate invano di asiatici, molta su una fare la fine del 1987 spiaggia altrettanto restante disinvoltura in di in parte mare circa 4mila Haiti. Dopo diversi del nel Paesi carico fu tragitto che portava dal canale di Suez a Singapore, dove arrivò nel 1988 con la stiva completamente dirigenti della condannati da un compagnia tribunale vuota. di Per questo navigazione statunitense. A motivo sono questo due stati punto il problema sembrava risolto. In realtà, in seguito a una lunga querelle tra Haiti e gli Stati Uniti, dopo che per tredici 22 lunghi anni i container erano rimasti “spiaggiati” sull’isola caraibica, le 4mila tonnellate di rifiuti furono riportate in America. Il viaggio era finito? Neanche per sogno. Anche negli States i rifiuti sono respinti da ben cinque Stati e addirittura dell’Oklahoma. ceneri Alla da una fine dell’inceneritore tribù del sono indiana, lungo viaggio tornate a i Cherokee le casa. pericolose Anche se le altre 11mila tonnellate continuano a fare il bagno in chissà quali profondità oceaniche. (Antonio Cianciullo, Enrico Fontana, Ecomafia I predoni dell’ambiente, Editori Riuniti). Questa è solo una storia, per certi versi paradossale, dei tanti traffici internazionali di rifiuti che inquinano il globo terrestre e che percorrono la “nota” rotta Nord-Sud, dai Paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo. Greenpeace stima che il 90% dei rifiuti trasportati verso i Paesi in via di sviluppo, in particolare materiali plastici come e metalli materiale pesanti, destinato al venga attualmente riciclaggio. Molti etichettato di questi rifiuti, però, non vengono affatto riciclati o, come nel caso dei rifiuti elettronici (tecnologici) in Cina, sono riciclati con operazioni dell’invio in altamente discarica. inquinanti Il e risultato non proprio finale è migliori lo stesso: l’esportazione di materiale gravemente inquinante da un Paese ricco a uno povero. Tra gennaio e febbraio 1998 in una regione del sud della Somalia, tra la una strana febbre popolazione. emorragica causa decine di morti Pochi mesi dopo un’altra “febbre sospetta” colpisce la zona di Warsheikh e vengono segnalate vittime nei villaggi di Adelhe e Runmirgod. Circa due anni prima i eccessivo medici numero di di Merka, tumori sempre alla in Somalia lingua, segnalavano alla tiroide, retto e un numero elevatissimo di malformazioni neonatali. 23 un al Una serie di patologie prima sconosciute al paese africano che, messe in relazione ai risultati di uno studio effettuato in quegli anni da un ricercatore algerino, rivelano scenari sconvolgenti. sull’alta ricerca mortalità collegamento radioattivi La con nel dei lo deserto infatti partendo dromedari scarico del Ecologia, maggio 2000) 24 da somali, dimostrava incontrollato Corno un’indagine d’Africa. di (La il rifiuti Nuova 5. “Rifiuti speciali spa” La congiura del silenzio viene spezzata da una struttura a cui, in prima l’Osservatorio piedi dai ricerche battuta, permanente Carabinieri, Eurispes ecomafia, si disponibili. su a la dato e 1993. mettere trama e peso: messo in dall’Istituto di Scelta insieme del grande legalità Legambiente dicembre cominciò aveva ambiente dalla nel Tessendo nessuno la le traffico priorità informazioni di rifiuti è apparso il disegno di una holding che vede lavorare fianco a fianco imprenditori, “vizietto” degli criminalità affari, organizzata, politici con il massoni con “vizietto” il delle bustarelle. E’ la Rifiuti spa. Il dossier viene presentato in una conferenza stampa a Roma. Partono i primi lanci di agenzie, i primi servizi telefoni sui della telegiornali, sede nazionale i primi della articoli. Legambiente E i diventano bollenti. A chiamare sono i marescialli del Corpo Forestale dello stato ufficiali e dei della carabinieri, finanza, ispettori magistrati di quasi polizia, folgorati dall’ampiezza della rete clandestina di traffici. Ma c’è una telefonata che più delle altre cambierà il corso degli eventi. E’ la richiesta di un incontro urgente da parte della Procura nazionale antimafia. Il numero due della superprocura, Alberto Maritati, aveva già fiutato la pista e chiede di acquisire il dossier di Legambiente. Si scopre così che le procure traffici di ecomafie, sono che rifiuti, stanno una quindici, indagando delle ognuna in tutta attività rinchiusa Italia cardine nel suo sui delle guscio, ognuna all’oscuro di quanto fanno le altre. Un’enorme massa di informazioni, di indizi, di prove si rovescia sul tavolo di Maritati e si decide di schierare contro l’ecomafia ben 25 cinque dei Procura venti magistrati nazionale le 15 investigatori cominciano 1994, ecomafie” l’ipoteca Grazie Procure con curata compongono antimafia. coordinamento dicembre che a la locali dei clan i presentazione su staff al si scambiarsi dall’Osservatorio lo lavoro di incontrano. Gli materiali della e nel ricerca “Le ambiente sull’ambiente della e legalità, un fenomeno agli illeciti diventa massmediologico. Attualmente commessi sul la situazione territorio relativa nazionale è descritta dal Rapporto Ecomafia dell’anno 2003, a cura di Legambiente. In Italia decreto Decreto la materia legislativo Ronchi, 5 il dei rifiuti è 1997, n. febbraio quale ha abrogato disciplinata 22, totalmente dal cosiddetto la vecchia normativa e ha dettato nuove regole e nuovi principi in tutto il settore. successivi In particolare, capitoli, che “Chiunque, con più al l’attuale fine operazioni e attività continuative esporta, importa o come di sistema conseguire attraverso organizzate, comunque meglio spiegato sanzionatorio un ingiusto l’allestimento cede, gestisce riceve, nei prevede profitto, di mezzi e trasporta, abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la reclusione da uno a sei anni” (art. 53 bis, comma 1 del D. Lgs. 22/97). E’ solo dal 2001 che, grazie a questo piccolo ma importantissimo comma dell’articolo 53 bis, gli inquirenti sono in grado di contrastare e perseguire penalmente i traffici internazionali di rifiuti. Le tante inchieste sulla violazione dell’articolo 53 bis del decreto Ronchi hanno svelato gli interessi e le ramificazioni della criminalità ambientale nel nostro Paese. È una montagna la quantità di rifiuti speciali scomparsi nel nulla che, anche quest’anno, supera i 1.100 metri di altezza. 26 La “Rifiuti S.p.A.” traffica e smaltisce abusivamente quelli speciali, meglio se pericolosi e si infiltra anche nel ciclo “legale”, smaltimenti inquinando illeciti l’ambiente di e il rifiuti mercato. e Gli l’infiltrazione dell’ecomafia nel settore sono ormai un tema ricorrente nelle parole di magistrati istituzionali sul e di crimine ministri organizzato. e nei “Il documenti fenomeno delle ecomafie – afferma il Procuratore generale di Bari, Riccardo di Bitonto giudiziario della nella 2003 moderna – relazione con costituisce criminalità un cui inaugura paradigma della organizzata. La l’anno strategia presenza delle organizzazioni delinquenziali non si manifesta più unicamente attraverso il strutturali compimento di queste di delitti organizzazioni di sangue. sono I quelli crimini silenziosi della penetrazione nell’economia e nel mercato, come il ciclo dei rifiuti”. E il binomio “mafia-rifiuti” viene sottolineato anche dalla “Relazione sicurezza” per il presidenza della organizzata di Camera dalle relazionali illecita dei secondo politica semestre l’11 stampo caratterizzata formule sulla febbraio mafioso seguenti e rifiuti di e è informativa della 2002, trasmessa 2003: “La risultata alla criminalità nel peculiarità: schemi e complesso rinnovamento operativi nella nell’intercettazione di gestione delle risorse destinate ad opere per la collettività”. Uno dei territori più colpiti dai trafficanti di rifiuti continua ad essere la Campania, in particolare con la gestione del clan dei Casalesi, una gestione fatta con metodi da imprenditoria stati rifiuti sequestri commerciale. di luoghi tossico-nocivi; In di proprio tutta scarico in la regione abusivi, Campania è vi anche emerso sono con quello che qualcuno ha chiamato il “ciclo”: si scava, il materiale serve per costruire abusivamente e nello scavo si mettono i 27 rifiuti che inquinano dell’ambiente. (Antonio le falde. Cianciullo, Ecco Enrico l’alterazione Fontana, Ecomafia I predoni dell’ambiente, Editori Riuniti) Fra i mille appalti di servizi e di forniture, si nota che le organizzazioni criminali si stanno orientando proprio verso gli appalti smaltimento dei per le rifiuti. pulizie Gli dei esempi Comuni più e recenti per lo sono il traffico di 18 mila tonnellate di rifiuti fra Brescia, Napoli e Caserta; poi a Santa Maria Capua Vetere e in provincia di Caserta (un milione di tonnellate di rifiuti in 4 anni). Le organizzazioni criminali si attrezzano sotto forma di impresa per gestire la bonificare siti propongono come considerate che raccolta e lo inquinati: smaltimento prima disinquinatori le aree (la da ed anche per poi si inquinano e genialità napoletana); bonificare in Campania sono numerosissime. La Campania si colloca al primo posto per quel che concerne figura sia i reati come traffici abusivi tossici smaltiti collegati sito di che smaltimento come in all’illegalità “punto altre di di regioni ambientale, destinazione di partenza” di rifiuti (Puglia, Basilicata, Molise, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto). L’interesse smaltimento dei dei clan rifiuti camorristici è nel incentrato settore dello specialmente nella gestione diretta delle discariche illegali realizzate in cave e terreni.(Rapporto Ecomafia 2003, Legambiente) Nella terra della camorra, i rifiuti sono l’industria trainante. I camion arrivano di notte e trovano ad attenderli persone fidate, persone che si sanno far rispettare e che conoscono la strada per le “buche”. Così vengono chiamate le discariche. “Buche”. Perché buche sono grandi pozzi che sono stati scavati in fretta e che in fretta vengono riempiti. La terra costa e va sfruttata in modo che nulla si butti: una 28 perfetta massimizzazione dei profitti, una prodigiosa moltiplicazione dei capitali mafiosi. Quest’attività assicura rendimenti paragonabili al traffico di eroina, ma ha un difetto: manca di discrezione. Si vedono le cave, si vedono i rifiuti, si vedono le case abusive. Chiudere gli occhi sul commercio di droga è più facile che ignorare una simile sberla alla natura. E allora, per compensare guidano questo l’affare territorio. Gli inconveniente, hanno autisti rafforzato dei camion le “famiglie” che il controllo sul sono guidati di notte attraverso un labirinto di strade e stradine finché perdono l’orientamento. operai Gli delle ecologisti discariche vengono sono marcati utilizzati a come vista. Gli guardie del corpo per dissuadere i curiosi. Anche Cosa Nostra mantiene saldi interessi nel ciclo dei rifiuti. L’imprenditore mafioso Virga recentemente è stato accusato di aver gestito appalti e subappalti di rifiuti. In un testo Grasso, è contenuta personaggi Calabria riportata in mafiosi: si una una “metti registra frase, riferita conversazione mondezza l’interesse e per dal procuratore telefonica esce fra due Pure in settore di oro”. questo celebri organizzazioni mafiose come quella Molè e Piromalli, che dominano la piana di Gioia Tauro e sono coinvolte nel traffico e nello smaltimento illecito di rifiuti speciali. Elementi di indagini parlano di un vasto traffico di rifiuti speciali, anche di origine ospedaliera, dal nord verso il sud gestito dalle “ndrangheta” famiglie reggina. De Hanno Stefano e costruito, Latella della soprattutto in Lombardia e in centro Italia, società di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti ospedalieri, che verrebbero smaltiti illegalmente anche in Calabria. Questo “tour” nelle quattro regioni a tradizionale 29 presenza mafiosa si conclude in Puglia. La Sacra corona unita ha un ruolo attivo nel business dei rifiuti. Le attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti emergono più nitidamente nel Salento nel racket e nello smaltimento di rifiuti tossici provenienti da altre regioni.(Aggiornamenti Sociali ON LINE, Chiara Tintori) Il ciclo dei rifiuti in Italia è pesantemente minacciato dalle ecomafie. Va denunciata però anche l’esistenza nel nostro Paese di vere e proprie organizzazioni criminali, non di stampo rifiuti mafioso, su tutto che il operano illecitamente nel territorio nazionale, dalla ciclo dei Lombardia alla Calabria, passando per l’Umbria. Lo hanno dimostrato le otto inchieste che hanno portato all’arresto di trafficanti di rifiuti grazie all’articolo 53 bis del decreto Ronchi, a partire dall’operazione all’inchiesta “Mar organizzazioni molto produttori di “Greenland” Rosso” del del gennaio ramificate rifiuti. Spesso febbraio che anche 2002 2003. arrivano gruppi fino Tutte fino industriali ai di rilevanza nazionale, come dimostra l’inchiesta di Priolo, in provincia di Siracusa, in cui sono stati arrestati i vertici dello stabilimento traffico di scorie Enichem, di una o l’indagine fonderia di lombarda rilevanza sul nazionale, “sepolte” in diversi cantieri edili in provincia di Milano. (la Repubblica.it, semplice: “I criminali. piccola per preferisce cronaca: rifiuti non Evidentemente Rifiuti).La sono c’è fortuna, che, affidarsi alle ragione prodotti una per dalle parte mere abbastanza organizzazioni dell’imprenditoria, ragioni organizzazioni è di che risparmio, smaltiscono illecitamente i rifiuti, con abbattimento dei prezzi, anziché seguire le vie legali. Nei fenomeni criminali vi sono sempre una domanda e un’offerta; non conosco mercato illegale in cui non ci sia una combinazione di domanda e offerta. L’abilità 30 delle organizzazioni criminali è quella di innestarsi nella domanda”. (Rapporto Ecomafia 2003, Legambiente). La domanda, a quanto pare, non manca, alimentando di fatto traffici che riguardano tutto il territorio nazionale. Dai fanghi conciari alle scorie di fonderia, passando per il mercurio. Dalla Lombardia alla Puglia, ma anche dalla Sicilia verso l’Emilia mare. Sembra Romagna. non Dai esserci terreni agricoli tipologia di coltivati rifiuto, rotta al di transito e sito finale di smaltimento che possa sfuggire alle mire dei trafficanti di rifiuti nel nostro Paese. Insomma, è una realtà davvero impressionante quella che emerge dalla lettura delle principali inchieste che si sono concluse con l’emissione di ordinanze di custodia cautelare per violazione dell’art. 2001. 53 L’unico organizzazione bis del delitto di decreto della traffico Ronchi, in vigore dall’aprile normativa ambientale, illecito di quello di la cui rifiuti, introduzione è stata fortemente voluta da Legambiente e che sta già dimostrando tutta la sua efficacia sotto il profilo investigativo. Sono già 8 gli uffici giudiziari in cui si sono concluse o sono in via di definizione indagini avviate dalle forze ambiente dell’ordine, dell’Arma dei soprattutto dal carabinieri, ma Comando anche tutela dai nuclei investigativi del Corpo Forestale e della Guardia di Finanza, che hanno portato all’emissione di ordinanze di custodia cautelare. Anche la distribuzione geografica di questi uffici giudiziari rivela la vastità dei traffici: l’applicazione dell’art. 53 bis è scattata nelle procure di Milano, Busto Arsizio, Spoleto, Napoli, Torre Annunziata, Paola (Cz), Bari e Siracusa. La possibilità di utilizzare strumenti d’indagine efficaci, commessi, di finalmente ha connivenze consentito e adeguati di alla “illuminare” complicità, che 31 gravità una coinvolge dei fitta reati ragnatela produttori di rifiuti, società di raccolta e trasporto, gestori di impianti di smaltimento agricole. I ma anche numeri che insospettabili riassumono titolari queste 8 di aziende inchieste, del resto, parlano chiaro: 49 le ordinanze di custodia cautelare emesse; 177 le persone denunciate; 36 le società coinvolte, dalla produzione al trasporto fino allo smaltimento; 12 le regioni interessate (Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). I quantitativi di rifiuti smaltiti illegalmente non sono neppure quantificabili, ma si tratta, per approssimazione, di qualche milione di tonnellate di residui, spesso altamente pericolosi, che hanno finito per contaminare aree anche molto vaste. Anche in questo comprendere meglio l’estensione della caso, la qualche gravità discarica del abusiva numero può fenomeno: più 4 grande aiutare a ettari è individuata nell’operazione “Murgia violata”; 14 sono le aziende agricole in cui sono stati smaltiti illegalmente i rifiuti al centro dell’operazione “Greenland”; 40 gli automezzi sequestrati durante l’operazione “Econox”; 2.000 le tonnellate di rifiuti speciali smaltiti illegalmente in diversi cantieri edili della Lombardia; un milione di tonnellate, invece, i rifiuti al centro dell’operazione “Greenland”. Un’altra caratteristica rilevata dalle indagini condotte finora in Italia a partire dall’entrata in vigore dell’art. 53 bis è quella della grande varietà di rifiuti oggetto dei traffici illeciti e dell’estrema fantasia di chi li gestisce illegalmente. restano Lungo le prevalentemente rotte quella 32 dei traffici Nord-Sud, illeciti, viaggia davvero che di tutto: scorie derivanti dalla metallurgia termica dell’alluminio, fanghi conciari, polveri di abbattimento fumi (derivati spesso da industrie siderurgiche), trasformatori con oli contaminati da Pcb (i famigerati policlorobifenili), reflui liquidi contaminati, come quelli al mercurio dell’Enichem di Priolo, ma anche rifiuti e terre provenienti da attività quello che illecite di bonifica. Legambiente della Si sta aveva Rifiuti verificando, già S.p.A. denunciato: rischiano di purtroppo, le attività pregiudicare le stesse attività di bonifica dei siti contaminati. Accanto alla grande varietà e pericolosità dei rifiuti oggetto dei traffici illeciti emerge, come già accennato, la grande fantasia fanghi delle industriali fertilizzanti fumi, fornaci in cui residui di fonderia fondamenta di impianti vengono di in si tossiche, vengono smaltiti, in rifiuti innocui incenerimento; rifiuti rifiuti formalmente in diventano agricole; laterizi edili; illegale: contaminati producono cantieri inviati smaltimento aziende particolarmente trasformati di altamente utilizzati abbattimento vengono attività o polveri finiscono nei speciali e urbani da impianti nelle cementifici; illegalmente, prodotti di nelle pericolosi avviare in a Campania autorizzati in Abruzzo, dove ne viene fatto figurare l’avvenuto smaltimento a prezzi di mercato mentre in realtà finiscono in discariche abusive della economiche rifiuti occultati in stessa nero pericolosi sul tra Campania, le vengono fondo di con società relative coinvolte miscelati fusti che compensazioni nei traffici; illegalmente contengono oppure sostanze apparentemente “innocue”. I danni causati all’ambiente e i pericoli per la salute connessi a queste attività illecite non sono, oggi, neppure immaginabili. E saranno i processi che si svilupperanno dopo 33 le indagini esempio, (l’operazione ha già portato “Greenland”, a ben 52 solo per fare un di rinvio a richieste giudizio) a definire meglio, sotto il profilo penale, ruoli e responsabilità dei singoli. Alcune considerazioni di carattere generale, però, sono già possibili. Grazie all’art. 53 bis del decreto Ronchi, innanzitutto, è stata offerta giudiziaria fenomeno, finora la alle forze possibilità come quello dimostrato. Emerge con di dei sostanzialmente dell’ordine all’autorità “illuminare” traffici meglio illegali “intuito” assoluta e ma di mai chiarezza un rifiuti, concretamente l’estensione e la gravità di questi traffici, anche in considerazione del fatto che questa sommaria analisi si basa soltanto su un campione di indagini (quelle in varia misura pubbliche). Le tipologie di rifiuti oggetto emblematico di partecipazione metalli di medie pubblica, (dal – traffici, dell’Enichem responsabilità produttivi dei settore acciaierie e come Priolo, e chiama grandi impegnati conciario dimostra il caso in causa la imprese, anche a in alla diversi cicli lavorazione dei fonderie – passando per le attività petrolchimiche) che continuano ad affidarsi, per la gestione dei rifiuti, a soggetti non affidabili e a circuiti illegali. Le nostro attività Paese) rifiuti e di sono bonifica già richiedono, (di oggetto fatto di quindi, appena traffici un’intensa avviate nel illeciti di attività di controllo e monitoraggio. Il ciclo dei rifiuti speciali, in particolare qualsiasi quelli seria pericolosi, attività infine, preventiva di sembra sfuggire controllo, a relativa sia ai quantitativi effettivamente prodotti che, soprattutto, alla correttezza delle attività di recupero e smaltimento. 34 Alla scritto luce dei fatti l’interpretazione e dei numeri autentica contenuti della in questo definizione di rifiuto approvato nel decreto legge omnibus dell’agosto 2002 rischia di alimentare e favorire ancora di più i traffici illeciti di rifiuti nel nostro Paese. Una volta maggiore ottenuto efficienza il sul risultato, versante rilevante, repressivo, di una insomma, è arrivato davvero il momento di “alzare” la guardia sia sotto il profilo quello della delle responsabilità attività di delle controllo da imprese parte che della sotto Pubblica Amministrazione, in tutte le sue articolazioni. Non si tratta soltanto di stroncare attività criminali che compromettono l’ambiente e la salute dei cittadini ma, come Legambiente ha ribadito in ogni quell’imprenditoria investe in occasione, onesta innovazioni e tutelare rispettosa tecnologica e gli interessi di della legalità, che tutela ambientale. Un’imprenditoria di qualità, l’unica in grado di garantire un effettivo sviluppo. Questo dicono i numeri sulla produzione e sulla gestione dei rifiuti speciali nel nostro Paese. Secondo il “Rapporto rifiuti 2002” gli speciali prodotti in Italia nel 1999 sono stati 72,5 milioni di tonnellate: di questi 23 milioni di tonnellate sono rifiuti da costruzione e demolizione, mentre 4 sono speciali pericolosi. Stando a quanto riportato nel “Rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti” la quantità di rifiuti speciali gestiti nel 1999 nel nostro Paese è stata di 61,3 milioni dati il di conto tonnellate di scamparse nel Materializzando tonnellate. è presto rifiuti nulla questi Facendo fatto: nel speciali, (nel la differenza 1999 11,2 pericolosi 1998 quantitativi, erano e due milioni non, state l’Italia dei ha di sono 11,6). visto sorgere nel 1999 una nuova montagna di rifiuti con base di 35 tre ettari e alta 1.120 metri, più bassa di soli 30 metri rispetto a quella sorta nel 1998. Legambiente, infatti, segnala ancora una volta l’assenza di dati chiari e inequivocabili sui rifiuti speciali, anche pericolosi, prodotti nel nostro Paese e su quelli gestiti. La situazione è (Agenzia per tecnici) e pubblicato a dir la Onr il poco paradossale. Nel protezione dell’ambiente (Osservatorio nazionale dato sulla produzione Rapporto e per sui di i servizi rifiuti) totale Apat di viene rifiuti speciali ma non quello sui quantitativi gestiti, che invece figura nel “Rapporto dell’Osservatorio Rapporto, però, annuale nazionale non figura sulla sui il gestione rifiuti. dato dei In sulla rifiuti” quest’ultimo produzione totale dei rifiuti speciali, compresi gli inerti. In nessuno dei due rapporti è pericolosi reperibile gestiti il dato relativo legalmente, ai almeno rifiuti sulla speciali carta. Una mancanza che certo non aiuta a comprendere lo stato di salute di un settore così delicato sotto il profilo ambientale ed economico. Il Rapporto sottolinea, con toni troppo entusiastici, il fatto che attività il di 50% dei recupero. rifiuti Un gestiti entusiasmo è che stato oggetto andrebbe di temperato alla luce delle indagini che anche quest’anno hanno svelato l’esistenza di una ragnatela di centri di stoccaggio e capannoni utilizzati per finte operazioni di recupero. Il caos dei rifiuti speciali viene confermato anche per il 2000 private da Fise attive Assoambiente nel (l’associazione ciclo dei rifiuti, delle imprese aderente a Confindustria) nel suo rapporto “Produzione e trattamento dei rifiuti rapporti speciali 2000”, istituzionali completo già nei citati. dati Secondo al contrario questa dei indagine, in Italia sono state prodotte circa 45 milioni di tonnellate 36 di rifiuti speciali pericolosi. milioni I (esclusi rifiuti tonnellate, secondo Fise milioni di di 267 cui speciali di cui Assoambiente tonnellate mila recuperato; ben 53% e conferiti in discarica stoccaggio e trattamento 2000 è passato stati (inerti l’87% Quindi gestiti dei dai settore 6,7 centri è di rifiuti centri recupero 38 esclusi), rifiuti direttamente nel oltre quasi attraverso Il 3.530.000 spariti addirittura prevalente cui pericoloso. dei intermedio. l’attività sono sono 45% arriva di speciali Il pretrattamento, conferma gestiti rifiuti pericolosi. il inerti), 3.263.000 nel di stoccaggio si gli di di materia dei rifiuti industriali, grazie anche alle procedure agevolate introdotte con il D.M. crescita 5.2.1998. del recupero Se e però il quindi Decreto delle ha aziende favorito la recuperatrici, dall’altra, prevedendo il recupero di determinati rifiuti con standard ambientali smaltimento degli inferiori stessi, a quelli ha però previsti fatto per passare lo per operazioni di recupero quelle che tali non sono. Tale condizione ha consentito quindi operazioni di puro smaltimento, effettuate da chi smaltitore non è e non ne ha i requisiti, ma ritira rifiuti a prezzi estremamente convenienti per i produttori dei rifiuti stessi, ad esclusivo danno degli aspetto operatori che qualificati sicuramente stimola del il settore. Un altro comportamento degli ecofurbi è rappresentato dal fatto che chi svolge operazioni di recupero con le procedure semplificate, ai sensi del D.M. 5.2.1998 non contrario di autorizzazione ecofurbi falso a è chi, iniziare Una a di volta prestare recuperatore ordinaria: proposito recupero. tenuto questo l’attività svolgervi riempito 37 o ha alcuna fideiussione, smaltitore, indotto, affittando il infatti, un economiche opera al con molti capannone con operazioni di capannone di residui dichiarati (sui nel quali, MUD come peraltro, corrispettivo per avviati avevano le ad operazioni percepito operazioni di dal di recupero detentore trattamento che il loro stessi avevano assicurato di svolgere o di far svolgere), gli ecofurbi li l’onere hanno della abbandonati bonifica di scaricando ciò che è sulla collettività divenuto rifiuto da Assoambiente è avviare allo smaltimento. Sui controlli il “Anche sotto tagliente: giudizio questo controlli rappresenta il diventare sempre adeguati merito delle l’illegalità diventare più sempre smaltimento punto attività presente di nel più di Fise profilo debole. alle esigenze dei anno sofisticata illegale (senza carenza Controlli gestione settore, la dopo e ed che devono entrare rifiuti anno, allo nel perché tende trasferirsi carte) dei a dallo smaltimento improprio, formalmente legale, ma basato su false analisi dei rifiuti”. Non è associate l’unica a trattamento dei anomalia Confindustria: rifiuti denunciata “Per speciali, quanto la dalle imprese riguarda discarica, dopo il il recupero di materia, è la forma di smaltimento più usata. E’ apparentemente diminuita di importanza, passando nel giro di quattro anni dal 40% al 26%, avendo ricevuto nel 2000 quasi 12 milioni di tonnellate di rifiuti, circa 700.000 tonnellate di rifiuti in più rispetto al 1999. Tra le diverse tipologie di discarica si osserva poi una progressiva marginalizzazione delle più sofisticate e costose discariche di tipo 2C, per rifiuti pericolosi, a vantaggio delle più economiche discariche di tipo 2B e 2A, per inerti”. Ancora più forti le perplessità sulla moltitudine di centri di stoccaggio attivi sul territorio nazionale: “Se si considera la provenienza dei rifiuti messi in discarica, si 38 osserva che solo il 13% arriva direttamente dalle aziende di produzione e intermedio. l’87% Tale dai centri condizione di stoccaggio risulta anomala e se trattamento si considera che i centri di stoccaggio dovrebbero svolgere una funzione di polmone per i piccoli produttori di rifiuti che non hanno la possibilità finale, ma di rivolgersi l’ammontare dei direttamente conferimenti all’impianto dai centri di stoccaggio alla discarica (più di 4 milioni di tonnellate nel 2000) fa sospettare che in questi centri si svolgano altre operazioni e che alcuni di esse ritirino a prezzi modici rifiuti promettendo di inviarli a impianti di trattamento a tecnologia complessa o a recuperatori specializzati e li mandino invece in una più economica discarica, eventualmente dopo averli impropriamente miscelati con altri rifiuti o con materiale inerte per renderli formalmente idonei al conferimento in discarica. In proposito va evidenziato che il centro di smaltimento, produttore stoccaggio è autorizzato, a in carico da prendere ogni responsabilità destino. 39 il come rifiuto, legale sul impianto di liberando il suo successivo 6. I rifiuti speciali nella normativa La classificazione italiana dei rifiuti, attuata nell’art. 7 del D. Lgs. Ronchi”, 5 presenta delineato dal febbraio 1997, n. significative precedente 22, novità Decreto noto come rispetto del “Decreto al quadro Presidente della Repubblica n. 915 del 10 settembre 1982. Non cambia distinzione la in classificazione base per all’origine o quanto alla riguarda provenienza, la tra rifiuti urbani e speciali. Nuova è invece la categoria dei rifiuti pericolosi, derivata direttamente dalle norme comunitarie e destinata ad assorbire la precedente categoria dei rifiuti tossici e nocivi. I rifiuti si dividono pertanto in: • Rifiuti urbani • Rifiuti speciali I quali, secondo le caratteristiche di pericolosità, in: • Rifiuti speciali pericolosi • Rifiuti speciali non pericolosi. Nell’individuazione dei rifiuti il da un nuovo testo, classificabili lato, accorpa le come urbani, disposizioni precedentemente contenute nel DPR n. 915/82 e nella Delibera del 27 luglio 1984, dall’altro, introduce espressamente nuove tipologie, precedentemente interpretativa sottolineare alla inoltre qualitativi e speciali quelli a ricondotte categoria che quantitativi dei solo rifiuti l’individuazione per l’assimilabilità in via urbani. Da dei dei criteri rifiuti urbani viene demandata ai Comuni, volendo in questo modo tenere in adeguata considerazione le numerose e diverse realtà locali. 40 Le attività essenzialmente legate in alla due e gestione sono rifiuti, finalizzate si al dividono successivo destino degli stessi: a) Smaltimento Il termine "smaltimento" non è più onnicomprensivo ma, anzi, diviene esso stesso parte di un tutto che è appunto la "gestione" che ricomprende anche la raccolta, il trasporto, il recupero e la post-gestione delle discariche. Le operazioni di smaltimento sono individuate, nell’ambito del decreto citato, nell'all. B, mentre quelle di recupero nell'all. C. Vi è una operazione che non è ricompresa in alcuno dei due allegati: è quella del dall'art. 6, c. lett. 1, deposito m) temporaneo, del Decreto regolamentato 22/97 e s.m.i. Prima di esaminare le operazioni di smaltimento è opportuno soffermarsi diverse sul modalità deposito di temporaneo stoccaggio di che è rifiuti una che delle tre ricomprende anche il deposito preliminare (stoccaggio di rifiuti prodotti da terzi, prima del loro avvio allo smaltimento) e la messa in riserva (stoccaggio di rifiuti prodotti da terzi, prima del loro avvio al recupero che sarà trattato al successivo punto). Il deposito di rifiuti pericolosi o non pericolosi, siano essi destinati effettuato delle nello allo smaltimento stesso prescrizioni luogo dell'art. che al di produzione 6, configura recupero, nel se rispetto appunto il "deposito temporaneo" che non è sottoposto ad autorizzazioni o comunicazioni ma richiede solo la tenuta del registro di carico e scarico per i soggetti di cui all'art. 12 (art. 28 41 c. 5) ed il rispetto, per chiunque, dei divieti di miscelazione di cui all'art. 9 del Decreto Ronchi. Per rientrare nella definizione suddetta, occorre che il deposito rispetti cambiano in criteri funzione volumetrici della ovvero temporali classificazione del che rifiuto stesso. Nel caso di un rifiuto speciale non pericoloso si è nell’ambito del deposito temporaneo, qualora non si superi le 20 t in stoccaggio ovvero, nel caso tale criterio non fosse rispettato, si movimenti entro i tre mesi. Nel caso invece di rifiuti speciali pericolosi i criteri scendono a 10 t, quale stoccaggio massimo, ovvero una movimentazione entro i due facoltà del mesi. Il ricorso al deposito temporaneo è una produttore in quanto, pur potendo raggruppare i rifiuti nel rispetto non delle condizioni conveniente conferimento (es. periodico) dell'art. 6, potrebbe per i maggiori costi e più agevole invece trovare ciò dovuti al richiedere l'autorizzazione per il deposito preliminare o per la messa in riserva, operazione per la quale potrebbe far ricorso alle procedure semplificate. Le operazioni di smaltimento, elencate nell'All. B, sono le seguenti: D1 D2 Deposito sul o nel suolo (a esempio discarica) Trattamento in ambiente terrestre (a esempio biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli) Iniezioni in profondità (a esempio iniezioni dei rifiuti D3 pompabili in pozzi. In cupole saline o faglie geologiche naturali) D4 Lagunaggio (a esempio scarico di rifiuti liquidi o di fanghi in pozzi, stagni o lagune, ecc.) 42 Messa in discarica specialmente allestita (a esempio D5 sistematizzazione in alveoli stagni separati, ricoperti o isolati gli uni dagli altri e dall'ambiente) D6 Scarico dei rifiuti solidi nell'ambiente idrico eccetto l'immersione Immersione, compreso il seppellimento nel sottosuolo D7 marino Trattamento D8 presente biologico allegato, miscugli che che vengono non specificato dia origine eliminati altrove a nel composti secondo o uno a dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12 Trattamento fisico-chimico non specificato altrove nel presente D9 allegato che dia origine a composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12 (a esempio evaporazione, essiccazione, calcinazione, ecc.) D10 Incenerimento a terra D11 Incenerimento in mare D12 Deposito permanente (a esempio sistemazione di contenitori in una miniera, ecc.) Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni D13 di cui ai punti da D1 a D12 D14 Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13 Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14 (escluso il deposito D15 temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti) Col termine “smaltimento” si intende tutto il complesso di operazioni che intercorrono dalla fino alla sua eliminazione definitiva. 43 produzione del rifiuto Le autorizzazioni da conseguire per poter esercitare le attività sopra citate sono competenza provinciale, su delega regionale, applicando i disposti degli articoli 27 e/o 28 del D.Lvo 22/97 e s.m.i., o, nel caso di impianti di particolare complessità può essere necessario il ricorso alla procedura di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) ex L.R. 40/98 e s.m.i. b) Recupero Nel caso si gestisca un’attività di recupero rifiuti, il legislatore ha istruttorio prevedendo “procedura di pensato ad agli semplificata”, un’autorizzazione una semplificazione artt. la qual esplicita 31 non bensì e 33 la considera l’inizio dell’iter cosiddetta il rilascio attività una volta formalizzato il tacito assenso di 90 gg. Le attività di recupero, come già scritto, sono invece elencate nell’allegato D al D.Lvo 22/97 e s.m.i. e sono identificate con la lettera R ed un numero progressivo che identifica nello specifico l’attività in questione. Di seguito in analogo a quanto già fatto per lo smaltimento, si riportano in tabella: Utilizzazione principale come combustibile o come altro R1 R2 mezzo per produrre energia Rigenerazione/recupero di solventi Riciclo/recupero R3 delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche) Riciclo/recupero R4 delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche) R5 Riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici 44 R6 Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche R7 Rigenerazione degli acidi o delle basi Recupero R8 dei prodotti che servono a captare gli inquinanti Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori R9 Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli R10 Spandimento sul suolo a beneficio dell'agricoltura o R11 dell'ecologia Utilizzazione R12 di rifiuti ottenuti da una delle a una delle operazioni indicate da R1 a R10 Scambio R13 di rifiuti per sottoporli operazioni indicate da R1 a R11 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il R14 deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti) In tale ambito il riferimento tecnico è costituito dal D.M. 5/02/98, pericolosi pericolosi. circa le procedura e per dal In quanto D.M.A. questi attività di semplificata, riguarda 161/2002, decreti recupero nonché si e le i rifiuti per rifiuti ritrovano i i rifiuti prescrizioni nell’effettuare le operazioni in argomento. 45 i speciali non speciali riferimenti gestibili da in seguire 7. Norme attuative e principali modifiche al D.Lgs. 22/97 negli anni 2001/2002 E’ interessante evidenziare gli step di modifica ed integrazione che il decreto nel corso degli anni ha subito, anche in ragione della complessità della materia. Va inoltre rammentato che, collegati al cd Decreto Ronchi vi sono 71 decreti attuati a normare singole tematiche. Di questi molti non hanno ancora visto la luce. Prima decreto quindi Ronchi ha di affrontare subito, ci le si modificazioni vuole ancora che il soffermare proprio sulle norme attuative del provvedimento e sullo stato dell’arte. Ancora una volta si ribadisce come sia evidente lo sforzo di operare specialistica che improvvisazione e in dia linea il con minor “fantasie” dei una norma spazio sempre possibile cosiddetti più alle “ecofurbi”. Area tematica 1 - recupero energetico Articolo oggetto Status termine per tipologia l'emanazione provvedimento e autorità competente 5, comma 4 Norme tecniche per il calcolo su base annua dell'energia utile ottenuta dai rifiuti negli impianti di incenerimento 31 dicembre 1998 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Salute Non predisposto 6, comma 1, lett. p) Norme tecniche sulle caratteristiche del combustibile derivato da rifiuti (CDR) non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Salute (sentita la Conferenza Stato/Regioni) Emanato 46 Dm 5 febbraio 1998 - All. 1, suball. 1, scheda 14 (limitatamente alle procedure agevolate per il recupero) 31, commi 2 e 3 33, comma 2 Norme tecniche per il recupero energetico agevolato da rifiuti non pericolosi. 1° marzo 1998 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Salute (si aggiunge il Ministro delle politiche agricole per i rifiuti agricoli) Emanato 31, comma 2 32 Norme tecniche per l'autosmaltimento di rifiuti non pericolosi non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Salute (si aggiunge il Ministro delle politiche agricole per i rifiuti agricoli) Non predisposto 33, comma 9 Determinazione modalità, condizioni e misure degli incentivi finanziari previsti da disposizioni legislative per l'utilizzo di rifiuti come combustibile per produrre energia elettrica 1° maggio 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Non predisposto Dm 5 febbraio 1998 Area tematica 2 - recupero di materiale articolo oggetto termine per l'emanazione Tipologia provvedimento e autorità competente Status 19, Metodologie di calcolo e comma definizione di materiale 4 riciclato in base alle quali le Regioni devono adottare le disposizioni occorrenti affinché uffici, Enti pubblici e società a non previsto (ma il termine entro il quale le Regioni devono adottare le citate disposizioni è fissato nel 31 decreto Ministri Ambiente/Attività produttive/Affari regionali In corso di elaborazione 47 31, comma 2 33, comma 2 prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato non inferiore al 30% del loro fabbisogno. marzo 2002) Norme tecniche per il recupero dei rifiuti non pericolosi come materiali (*) 1° marzo 1998 Norme tecniche per il recupero dei rifiuti pericolosi come materiali (**) 31, comma Determinazione diritto annuale di iscrizione negli 5 Albi della Provincia decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Salute (si aggiunge il Ministro delle politiche agricole per i rifiuti agricoli e le attività che danno vita ai fertilizzanti) (*) emanato Dm 5 febbraio 1998 (**) emanato Dm 12 giugno 2002, n. 161 non previsto decreto Ministri Ambiente/ Attività Produttive/Economia e Finanze emanato Dm 21 luglio 1998, n. 350 Area tematica 3 - discariche articolo oggetto termine per l'emanazione tipologia provvedimento e Status autorità competente 5, comma 6 Norme tecniche per lo smaltimento in discarica dal recepimento della direttiva 1999/31/CE 16 luglio 2001 Decreto legislativo 28, comma 2 Catalogazione e identificazione dei rifiuti pericolosi ai fini dello smaltimento in discarica 1° aprile 1997 emanato D.Lvo 36/2003 48 decreto Ministri Ambiente/Salute/Attività Produttive emanato Dm 11 marzo 1998, n. 141 Area tematica 4 - tipologie specifiche: compost, rifiuti sanitari, amianto, veicoli a motore, beni durevoli, oli vegetali, polietilene, rifiuti urbani articolo oggetto termine per tipologia provvedimento e l'emanazione autorità competente Status 6, comma 1, lett. q) Norme tecniche sul compost ottenuto dalla frazione organica dei rifiuti urbani non previsto Emanato 44, comma 4 Introduzione cauzionamento obbligatorio sui beni durevoli in caso di particolari necessità 2 marzo 2000 Dpcm su proposta Ministri Ambiente/Attività Produttive Non predisposto 45, comma 4 Rifiuti sanitari non previsto decreto Ministri Ambiente/Salute (sentita la conferenza Stato/Regioni) Emanato 46, comma 3 Conferimento ai centri di raccolta dei veicoli o rimorchi rinvenuti da organi pubblici o non reclamati dai proprietari e di quelli acquisiti ex articoli 923, 927 e 929 C.c. non previsto decreto Ministri Interno/Economia e Finanze/Ambiente/Attività Produttive/Trasporti Emanato 46, comma 10 Norme tecniche sulle caratteristiche degli impianti di demolizione, operazioni di messa in sicurezza e individuazione parti di ricambio attinenti alla sicurezza 2 settembre 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Trasporti Emanato 47, comma 2 Approvazione statuto Consorzio obbligatorio oli vegetali e grassi 29 agosto 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Emanato non specificate Dm 5 febbraio 1998 - All. 1, suball. 1, scheda 16 49 Dm 26 giugno 2000, n. 219 Dm 22 ottobre 1999, n. 460 D.Lvo 209/2003 Dm 15 luglio 1998 vegetali e grassi animali esausti 47, comma 9 Determinazione contributo di riciclaggio per gli oli e i grassi vegetali non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Non predisposto 48, comma 8 Approvazione statuto Consorzio riciclaggio polietilene (POLIECO) non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Emanato 18, comma 2, lett. b) Disciplina del recupero dei prodotti di amianto e dei beni e dei prodotti contenenti amianto non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive (se interessati anche Ministri delle Politiche agricole e dei Trasporti) in corso di elaborazione 18, comma 2, lett. d) Determinazione criteri qualiquantitativi per l'assimilazione agli urbani dei rifiuti speciali non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive (se interessati anche Ministri delle politiche agricole e dei Trasporti) in corso di elaborazione 49, comma 5 Elaborazione metodo normalizzato tariffa rifiuti urbani non previsto decreto del Presidente della Repubblica Emanato Dm 15 luglio 1998 Dpr 27 aprile 1999, n. 158, modificato dalla legge Finanziaria 2000, articolo 33 Area tematica 5 - bonifiche articolo Oggetto termine per l'emanazione tipologia provvedimento e autorità competente Status 17, Definizione limiti di comma accettabilità della 1 contaminazione; delle procedure di riferimento per 2 giugno 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Salute (sentita la emanato 50 Dm 25 ottobre procedure di riferimento per prelievo ed analisi dei campioni; dei criteri per messa in sicurezza, bonifica e redazione progetti di bonifica (sentita la conferenza Stato/Regioni) 1999, n. 471 Area tematica 6 - gestione dei rifiuti in generale articolo Oggetto termine per tipologia provvedimento e l'emanazione autorità competente Status 11, Riorganizzazione comma catasto rifiuti 1 29 agosto 1997 decreto Ministro Ambiente (sentita la conferenza Stato/Regioni) Emanato 12, Modello uniforme di comma registro di 6 carico/scarico non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Salute/Trasporti Emanato 15, Modello uniforme di comma formulario di 5 identificazione per il trasporto 2 maggio 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Trasporti/Salute Emanato 16, Criteri e norme per comma la spedizione 3 transfrontaliera dei rifiuti 2 maggio 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Economia e Finanze/ Trasporti Emanato 18, comma 2, lett. a) non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività produttive/Salute Emanato decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Emanato Definizione valori limite di emissione e norme tecniche riguardanti le caratteristiche e le condizioni di esercizio degli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti pericolosi 26, Costituzione comma Osservatorio 2 nazionale sui rifiuti non previsto 51 Dm 4 agosto 1998, n. 372 Dm 1° aprile 1998, n. 148; Circolare 4 agosto 1998 Dm 1° aprile 1998, n. 145; Circolare 4 agosto 1998 Dm 3 settembre 1998, n. 370 Dm 25 febbraio 2000, n. 124 2 nazionale sui rifiuti 26, Trattamento comma economico membri 3 Osservatorio nazionale sui rifiuti non previsto decreto Ministri Economia e Finanze/Ambiente/Attività Produttive Emanato 26, Definizione modalità comma organizzative e di 4 funzionamento dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti 2 settembre 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Salute Emanato 30, Designazione dei 15 comma componenti del 2 Comitato nazionale dell'Albo gestori non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Emanato 30, Istituzione delle comma Sezioni regionali 3 dell'Albo gestori 29 agosto 1997 decreto Ministro Ambiente Emanati 30, Organizzazione comma Albo gestori, 6 modalità di iscrizione e garanzie finanziarie 31 maggio 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Trasporti/Economia e Finanze 30, Garanzie finanziarie comma Albo gestori per 6 impianti 31 maggio 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive/Trasporti/Economia e Finanze In corso di elaborazione 30, Criteri per il comma comando di 12 personale alla segreteria dell'Albo gestori non previsto decreto Ministri Ambiente/Economia e Finanze Non predisposto 56, comma 2 e 2bis 1° maggio 1997 e 6 gennaio 1998 Dpcm Non predisposto Abrogazione norme incompatibili con il Dlgs 22/1997 (anche in relazione agli oli) Dm 18 aprile 2000, n. 309 (sono articolati per Regione o Provincia autonoma) 52 Emanato Dm 28 aprile 1998, n. 406 Area tematica 7 - imballaggi articolo Oggetto termine per tipologia l'emanazione provvedimento e autorità competente Status 36, Adozione misure comma tecniche per imballaggi 4 primari di apparecchiature mediche e prodotti farmaceutici; per piccoli imballaggi e imballaggi di lusso non previsto decreti Ministri Ambiente/Attività Produttive (se opportuno Salute) Non predisposto 37, Adozione misure comma economiche sugli 3 imballaggi a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclaggio non previsto Dpcm su proposta Ministri Ambiente/Attività Produttive Non predisposto 37, Adozione e comma aggiornamento obiettivi 4 di recupero e riciclaggio in caso di mancato raggiungimento di quelli previsti non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Non predisposto 40, Approvazione statuti comma consorzi di filiera 2 non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Emanati 41, Approvazione statuto comma CONAI 6 29 agosto 1997 decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Emanato 41, Nomina di un comma rappresentante dei 8 consumatori nel CONAI non previsto designazione Ministri Ambiente/Attività Produttive Designato 53 DD.MM. 15 luglio 1998 (vedi area "Imballaggi") Dm 29 ottobre 1997 (vedi area "Imballaggi") (Arcangelo Spagnoli) 42, Approvazione comma programma generale 3 imballaggi predisposto dal CONAI e trasmesso all'Osservatorio nazionale sui rifiuti non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive (su parere dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti d'intesa con la Conferenza Stato/Regioni e l'ANCI) Approvato 42, Elaborazione programma comma generale imballaggi da 4 parte dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti, in caso di mancata predisposizione da parte del CONAI non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive (d'intesa con la Conferenza Stato/Regioni e l'ANCI) Non predisposto 43, Determinazione delle comma esclusioni per i limiti di 5 metalli pesanti negli imballaggi non previsto decreto Ministri Ambiente/Attività Produttive Non predisposto stipulati Proposti Area tematica 8 - accordi di programma articolo Oggetto 4, Autorità competenti e soggetti economici: comma 4 riutilizzo, riciclaggio e recupero, con particolare riferimento al reimpiego delle materie prime e dei prodotti da raccolta differenziata nessuno 22, comma 11 nessuno Ministri Ambiente/Attività Produttive (d'intesa con la Regione): recupero nell'ambito di insediamenti produttivi esistenti 25, Ministri Ambiente/Attività Produttive, Enti comma 1 pubblici, imprese e associazioni di categoria: piani di settore e riduzione dei rifiuti nessuno 25, Ministri Ambiente/Attività produttive, imprese e comma 2 associazioni di categoria: per Ecolabel e Ecoaudit e ritiro beni di consumo (si aggiunge il Ministro delle politiche agricole macchine fotografiche monouso 54 per le attività collegate alla produzione agricola) Ministri Ambiente/Attività Produttive e produttori, nessuno 44, comma 2 distributori, importatori di beni durevoli e soggetti che in corso di elaborazione gestiscono i rifiuti Affrontiamo ora le principali modifiche ed integrazioni: XIII Legislatura Modifiche apportate dalla L. 23.3.2001, n. 93 “Disposizioni in campo ambientale” L’art.22 inserisce l’art.53 -bis (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti). Prevista la reclusione da uno a sei anni. Si tratta del primo “delitto ambientale” inserito nel codice penale italiano. L’art.12 modifica gli artt.6 e 24 - non si parla più di destinazione della raccolta differenziata e si stabiliscono le modalità di calcolo delle percentuali dei rifiuti prodotti rispetto alla raccolta differenziata L’art.10 modifica dall’applicazione scavo e i del gli artt.8, Decreto materiali Ronchi vegetali 41 le e 51, terre, che escludendo le rocce da presentino alcune 16.11.2001, n.405 caratteristiche indicate (non contaminazione). XIV Legislatura (Governo Berlusconi) Modifiche “Interventi apportate urgenti in dalla materia L. di spesa sanitaria”, conversione D.L. 18.9.2002, n. 347). L’art.2 , comma 1 bis, per contenere la spesa sanitaria, stabilisce processo che di i "rifiuti sanitari disinfezione, possono pericolosi” essere , dopo assimilati un ai rifiuti urbani. Lo scopo della norma, secondo il legislatore, dovrebbe essere il contenimento della spesa sanitaria. Se pure il fine 55 potrebbe essere condivisibile, ci sembra che il rischio che potrebbe derivare da un non corretto smaltimento dei rifiuti sanitari, altamente l’ambiente, è pericolosi superiore e per la merita salute una umana tutela e più per rigida, rispetto ad un non precisato e non quantificato risparmio. Il testo dell’articolo è, inoltre, impreciso e quindi di difficile applicazione: si fa riferimento a "rifiuti tossiconocivi", categoria di rifiuti non più prevista dalla vigente normativa rifiuti sui rifiuti sanitari (Dlgs tra i 22/97), “rifiuti che invece speciali” e, inserisce se a i rischio infettivo o chimico, tra i “ rifiuti speciali pericolosi”. Si fa un senza richiamo generico specificarne vigore). Non operazioni la viene di “disinfezione" private?), dopo disinfezione. delle né chi dei dove Nulla operazioni pericolosi”, dalle dovrebbe rifiuti vadano è né sanitari (individuata specificato o controllo “rifiuti tipologia pubbliche la a alcuna svolgere sanitari conferiti previsto, leggi le (strutture e smaltiti infine, sanzione in in per il caso di mancato rispetto dei parametri. Non viene legislazione fatto in alcun materia, che riferimento alla si quindi presume vigente venga implicitamente modificata, nelle parti non compatibili con la nuova norma. La gestione dei rifiuti sanitari (provenienti da strutture sanitarie pubbliche o private o dagli studi medici) è disciplinata dall’art. 45 del Decreto legislativo 22/97 e dal Decreto Ministeriale 26.6.2000, individuano forme diversificate a della tipologia seconda pericoloso) definendo le del di trattamento rifiuto modalità n. di e Questi smaltimento (pericoloso o sterilizzazione, controlli e le responsabilità degli operatori. 56 219. non i I soli rifiuti sanitari a rischio infettivo (quindi non quelli a rischio chimico) possono essere assimilati ai rifiuti urbani, dopo la sterilizzazione e solo se avviati ad un impianto di incenerimento non una per deroga controllata, termodistruzione. possono coprire conferire previa i Se il gli fabbisogno, rifiuti specifica impianti in è di prevista una discarica autorizzazione regionale, d’intesa con i ministri della sanità e dell’ambiente. Modifiche apportate governo in industriali dalla materia L. di strategici ed 21.12.2001, n. infrastrutture altri interventi 443 “Delega al ed insediamenti per il rilancio delle attività’ produttive” (C.d. “Legge obiettivo”) L’art. 1 comma 17 , stabilisce che le “terre e rocce da scavo”, derivate scavo, da attività lavorazioni contaminate inquinati, da con non minerarie sostanze sono di demolizione, e inquinanti più rifiuti di o costruzione, cava, anche provenienti speciali come da se siti stabiliva il Dlgs . 22/1997. Per effetto di tale norma le terre di scavo, anche se contaminate, vengano sottratte al regime di autorizzazioni e controlli proprio della normativa sui rifiuti che disciplina anche il riutilizzo dei materiali. L’Italia, ancora una volta, si pone così al di fuori della normativa europea: la Commissione europea aveva evidenziato sin dal 1997 come le terre da scavo debbano essere sottoposte alla normativa sui rifiuti. Modifiche del apportate Decreto Legge dalla n. L. 27.2.2002, 452/2001) n. 16 riguardante (conversione “Disposizioni urgenti in tema di accise, di gasolio per autotrazione (…), di giochi e scommesse (…)”. 57 L’art. 7, comma 11, modifica l’art. 7, comma 3 del Dlgs 22/97, inserendo il “combustibile derivato da rifiuti” (CDR) tra i “rifiuti speciali”. Il WWF valuta pianificazione Decreto e Ronchi che così ai controlli gli impianti vengano previsti di sottratti dall’articolo combustione dei alla 22 del rifiuti, altamente inquinanti, in violazione delle direttive U.E. Il WWF ha fatto istanza alla Commissione U.E. (documento del 22.1.2002), chiedendo l’avvio di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. L’art. 7, comma 11, modifica anche l’art. 33, comma 8 del Dlgs 22/97, sopprimendo la lett. c). L. 1.3.2002, n. 39 “Legge Comunitaria 2001”. L’art.1 delega dall’entrata in il Governo vigore, ad emanare, decreti entro legislativi un anno per dare attuazione alle direttive, elencate negli allegati A e B. Gli artt. 42, 14, 15 riguardano i rifiuti, queste le direttive che il Governo italiano dovrà recepire: - Art. 42 (Allegato B ) “ Direttiva 1999/31, relativa alle discariche di rifiuti”. La conseguenza dell’entrata in vigore di questa direttiva dovrebbe essere il divieto di smaltire in discarica i rifiuti «tal quali» e, quindi, una notevole riduzione dei rifiuti conferiti in discarica. Già l’art. 5, comma 6, del DLGS 22/97 (cosiddetto “Decreto Ronchi”) prescriveva che dal 1 gennaio 2000 fosse consentito lo smaltimento in discarica solo per “i rifiuti inerti, i rifiuti individuati da specifiche norme tecniche ed i rifiuti che residuano smaltimento questa dalle (…)”. importante La operazioni conseguenza previsione di riciclaggio, dell’entrata sarebbe 58 stato in il recupero e vigore di divieto di smaltire dalla in discarica norma, Decreto in legge 25.2.2000, rifiuti attuazione (30.12.99, n. 33) ha diversi della n. quelli Direttiva 500, prorogato da poi specificati 1999/31. convertito l’entrata in Ma un con L. vigore della norma al 16.7.2001, termine prescritto dalla Direttiva 31/99 per il recepimento da parte degli stati membri. Il decreto legge era stato adottato in considerazione del fatto che “i nuovi piani regionali di gestione dei rifiuti (…) sono ancora in fase di attuazione e l’offerta di impianti di recupero e smaltimento alternativi insufficiente (…)”. qui, è perché La stata alla discarica “telenovela” poi non approvata risulta si è tuttora però fermata un’ulteriore proroga (D.L.16.7.2001, n. 286 - si noti la data- convertito con L. 20.8.2001, n. 335), che differisce l’entrata in vigore della Direttiva sulle discariche fino all’adozione di norme tecniche stabilite dall’art. 18 del Dlgs 22/97! Legge 31 luglio 2002, n. 179 (Collegato ambientale alla legge Finanziaria 2002, legge 448/2001), che ha apportato rilevanti modifiche per quanto attiene: ai residui alimentari (che escono dal regime dei rifiuti); agli obblighi e diritti delle PA; alla disciplina del Conai e dei consorzi di materiali; al regime dei rifiuti sanitari; Dl 8 luglio 2002, n. 138, convertito con modifiche nella legge 8 agosto modificato il 2002, testo nell'ordinamento una n. del 178, che non provvedimento interpretazione ha tecnicamente ma introdotto autentica della definizione di "rifiuto" contenuta nell'articolo 6, comma 1, lettera a) del Dlgs 22/1997; Legge 3 febbraio 2003, n. 14 (legge Comunitaria 2002), che ha introdotto novità sull'etichettatura (articolo 36, Dlgs 22/1997); 59 degli imballaggi D.Lvo relativa 36/2003 alle (attuazione discariche della di direttiva rifiuti) che 1999/31/Ce ha abrogato l'articolo 5, commi 6 e 6 bis, e l'articolo 28, comma 2, del Dlgs 22/1997 (relativi allo smaltimento); D.Lvo 182/2003 (attuazione della direttiva 2000/59/Ce sui rifiuti prodotti dalle navi) che ha abrogato l'articolo 19, comma 4-bis del Dlgs 22/1997 (relativo alla gestione dei rifiuti da parte delle Autorità portuali); D.Lvo 209/2003 (recante "Attuazione della direttiva 2000/53/Ce relativa ai veicoli fuori uso") , il cui articolo 15 dispone la disapplicazione, a partire dal 22 agosto 2003, dell'articolo 46 del Dlgs 22/1997 in relazione ai veicoli fuori uso e ai veicoli (cioè - articolo 3, comma 1, lettera a del Dlgs 209/2003 - "i veicoli a motore appartenenti alle categorie M1 ed N1 di cui all'allegato II, parte A, della direttiva 70/156/Cee, ed i veicoli a motore a tre ruote come definiti dalla direttiva 2002/24/Ce, con esclusione dei tricicli a motore"); D.P.R. recante 15 luglio disciplina 2003, della n. 254 gestione (recante dei "Regolamento rifiuti sanitari a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179"), che ha abrogato l'articolo 45 (come modificato dal Dlgs 389/1997) del Dlgs 22/1997 (relativo ai rifiuti sanitari). Finalmente 13/01/2003 in n. data 36, 12/03/2003 recante vede la “Attuazione luce della il D.Lvo Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti”. Tale decreto rinnova completamente la disciplina della gestione delle discariche sia sotto il profilo tecnico che quello giuridico legato alle responsabilità dei produttori e degli smaltitori di rifiuti. Il citato decreto deve essere considerato integrativo della disciplina dettata dal D.Lvo 22/97 per la 60 parte tendenzialmente terminale della filiera della gestione dei rifiuti che non risultino più suscettibili di recupero. 61 8. Luci ed ombre dell’art. 53 bis del D. Lgs. 22/97 Capitolo a parte merita la trattazione critica circa l’introduzione di questa modifica al decreto Ronchi, operata dal così detto decreto “Ronchi bis”, riscrivendo parzialmente il sistema sanzionatorio. Molto certo se però ne che il così modificato illecito di ordinamento, dalla in positivo sanzionatorio Per rispetto la alle e in del ed prima generiche previgente, trasporto sottospecificare stretto sistema rifiuti. il trasporto parlato, negativo; D. Lgs. è 22/97 persegue il fine di contrastare il traffico normativa generale è dopo dei volta previsioni aver nostro adottate disciplinato rifiuti, espressamente nel la normare norma un va aspetto in a del che è costituito appunto dal “traffico” in senso dei rifiuti stessi (naturalmente con carattere internazionale). Le "Disposizioni in campo ambientale" (legge 23 marzo 2001 n. 93 - G.U. n. 79 del 4/4/2001) prevedono l'inserimento dell'art. rifiuti 53/bis nel contesto del decreto n. 22/97 sui "decreto-Ronchi"). Gli organi televisioni hanno di informazione presentato questa su giornali innovazione e sulle legislativa come un rilevantissimo successo ed una grande innovazione con l'inserimento "nel codice penale" dei delitti l'ecomafia. In realtà non è così. Vediamo come e perché. 62 contro I "delitti ambientali" di modifica al codice penale elaborati dalla "Commissione Ecomafia" Va ricordato dell'Ambiente Ronchi) che su elaborò un un questo di completo ampio documento di contrasto proposte verso fenomeno. Al termine composto ad da aspetti giurisdizionali, tese criminalità al Ministero Sen. studio, normative la Ministro di finale e del lavoro finalizzata vigilanza Ecomafia dall'allora grave strategico-operativa, organi Commissione (presieduta sviluppò proposta la Edo analisi dei e lavori una analisi pratici per gli ed un pacchetto forte e penetrante organizzata in materia ambientale. Tale pacchetto in primo luogo proponeva in modo specifico e chiaro non delle integrazioni al decreto n. 22/97 bensì dei nuovi reati - delitto da inserire nel Codice tali nuove Penale. La ragione fattispecie principale criminose dell’inserimento nell’ambito di del codice penale risiedeva, come premesso dalla Commissione, "in una maggiore attitudine una alla sintesi finalità culturale" che dei della normazione potremmo cittadini, codicistica definire volta a di e per “orientamento definire a livello normativo-codicistico i beni giuridici fondanti la convivenza civile tratta nella società. hanno, a Le nostro fattispecie giudizio, criminose trovato di la cui si migliore collocazione nel libro II del codice penale, dopo il titolo VI, riguardante i delitti contro l’incolumità pubblica, in un autonomo titolo, "Delitti contro caratteristica il VI bis, l’ambiente". delle Da fattispecie appositamente ciò emerge criminose in denominato: una seconda questione, e cioè il passaggio dalla tradizionale utilizzazione in ipotesi del genere di figure contravvenzionali, 63 allo strumento maggiormente repressivo del delitto, e ciò per esprimere soprattutto il ben maggiore disvalore di tali violazioni, ed inoltre per evitare che entrino in funzione quei meccanismi prescrizionali tanto frequenti nelle contravvenzioni". Altra premessa della "mutazione di pericolo elaborata della -che presente di disegno Commissione struttura astratto, contravvenzionali dalla spesso della legge-, a la necessità fattispecie utilizzato rimangono era nelle infatti quello reato fattispecie non di da toccate pericolo dal concreto fino alla introduzione di forme di reato di danno, previsto in specifiche circostanze aggravanti, seguendo il paradigma del reato aggravato dall’evento". Si giunse dunque a prevedere due fattispecie base, e cioè i delitti di “inquinamento ambientale” (art. 452 bis) e quelli di "alterazione ter). Come in del precedenza patrimonio osservato, naturale" le due (art. 452 fattispecie in questione erano costruite sul modello del reato di pericolo concreto, con aggravanti, stato la previsione se il pericolo previsto il divieto prevalenza delle altresì si di circostanze di concretizza una serie di un danno. Era in dichiarare l’equivalenza attenuanti rispetto a o la quelle aggravanti al fine di evitare che, in ipotesi di rilevante danno all’ambiente, l’incolumità ambientale, semplici di delle possa casi di concreto persone essere pericolo o addirittura applicata pericolo di per la pena la vita di disastro prevista deterioramento o dello per i stato dell’aria, dell’acqua o del suolo. Accanto a tali fattispecie base, si proponeva l’introduzione di ulteriori ipotesi delittuose, fra le quali in primo luogo è da menzionare quella relativa al traffico illecito di Commissione, rifiuti si era (art. 452 "resa 64 quater), necessaria che, in secondo quanto la una corrispondente ipotesi contenuta nell’art. 53 del Decreto legislativo 5 febbraio 1997 n.22, essendo di natura puramente contravvenzionale, si è già dimostrata di ridotta efficacia general-preventiva, rispetto alla invece notevole gravità del relativo illecito". Con l’art. un’ipotesi 452 quinquies delittuosa ambientale, che relativa tendeva falsificazione, ma si alla anche era alla poi inteso c.d. frode incriminazione dell’omissione non della introdurre in materia solo della documentazione prescritta dalla normativa ambientale, nonché il far uso di tale falsa documentazione al fine di commettere uno dei reati precedentemente descritti, ovvero di conseguirne l’impunità. Si era poi circostanza ritenuto aggravante per opportuno di introdurre i di associazione casi una a delinquere avente tra le finalità quella di commettere reati ambientali. Era ancora pentimento dell’art. prevista operoso, 56 c.p., (art.452 sulla (ove septies) falsariga è una forma dell’ultimo prevista la di comma possibilità di diminuire la pena fino a due terzi laddove l’autore rimuova il pericolo o elimini la situazione da lui provocata “prima che ne derivi un deterioramento rilevante"). Questa fattispecie era modellata sul paradigma di una corrispondente ipotesi buoni esistente frutti, remissione in e nel codice penale costituisce pristino, un tedesco, ulteriore "anticipato" rispetto ove ha dato incentivo alla al meccanismo della sospensione condizionale della pena. L’art. 452 octies stabiliva riduzioni di pena nell’ipotesi di delitti colposi. Erano infine previste (art.542 nonies) specifiche pene accessorie e l’obbligo di ripristino in caso di condanna. Come appare profondamente evidente, innovativo si che, 65 trattava incidendo di non un su complesso una legge speciale di settore, ma nel codice penale, innestava nel nostro sistema giuridico un elemento di profonda novità non solo previsionale immediati, ben ma anche studiati dai dichiaratamente anche nel procedura codice nuovi di strumenti intercettazioni di tipo membri quelli di penale investigativi telefoniche culturale. della ed riflessi Commissione, far scattare le possibilità invasivi I (come ambientali) erano sinergicamente di ad attivare esempio inibite nel le testo del decreto base a carattere contravvenzionale. Il Consiglio dei Ministri approvò il documento in via integrale che venne così presentato al Parlamento. Nel sul contempo ciclo normative, sulla dei fusione sempre linea elaborazione modifica due di un come Le tecnici unico normativa. e di codice e nella profonda riportava proposte penale, tese inevitabili quindi di Parlamento esposta furono documento Che nel sopra conseguenze del pacchetto delitti ideologica testi un Bicamerale elaborava incidenti risultati. dei Commissione rifiuti sostanziale medesimi la ai nella successiva ed norme attuale forti ed immediatamente operative a livello procedurale. L'allora Ministro Ronchi termine del nonostante poi suo incarico, l'impegno assorbito del in si è sempre battuto, fino al per difendere Senatore un’infinita Ronchi, ed questo il testo. testo estenuante è Ma stato serie di interlocuzioni parlamentari con una evoluzione progressiva di svuotamento cercare inesorabile. di difendere normativo, si ridurre sempre e praticamente sono Audizioni, il sempre più senso di scontrati ridurre. all'estinzione memorie, Poi totale come tale, ma di fatto tale. 66 fondo con alla di interventi del pacchetto tendenze fine fatto. si Mai per tese è a giunti dichiarata A tal punto che è stato necessario operare uno "stralcio" dal pacchetto originario e completo per approvare "almeno" una modesta parte del nuovo sistema. Ed ecco il primo vero fallimento politico ed istituzionale. Si deve infatti prendere atto che in oltre tre anni di discussioni e dibattiti il nostro Parlamento non è riuscito (o forse non ha voluto) approvare un disegno di legge praticamente già tecnicamente pronto e frutto di una duplice attività di Commissioni che avevano affrontato esaurientemente tutti gli aspetti del problema e prodotto un elaborato giuridico di alto livello. Mancava, in pratica, solo la volontà politica che almeno in questo caso ci si sarebbe aspettato essere non a maggioranza ma all'unanimità! Perché, questa volta, tutti a parole e nelle interviste sono stati c'erano d'accordo cortine nel fumogene combattere da questo opporre fenomeno. come nel E caso non del fallimento della normativa in itinere sulle demolizioni delle opere illecite abusive dove sono stati presentati in modo demagogico e strumentali gli "abusi di necessità", i problemi "familiari" e le esigenze "sociali" per bloccare di fatto gli abbattimenti delle grandi speculazioni. Qui stavolta si trattava solo di attività criminali pure e semplice. Punto e basta. Sarebbe dunque molto interessante conoscere i motivi che hanno spinto una intera classe politica a non approvare le norme di contrasto a tale fenomeno… Perché, al di là delle chiacchiere che adesso possiamo articolare, il dato di fatto oggettivo è che il pacchetto ecomafia non è stato approvato in una intera legislatura. 67 Il WWF Italia nella riunione del consiglio nazionale del 7 aprile ha votato un documento approvato all'unanimità di censura per tale evoluzione dei fatti. Il nuovo reato di "attività organizzative per il traffico illecito di rifiuti" Ma vediamo il provvedimento di "stralcio" dal pacchetto originario. Si tratta, in parole povere, dell'unica norma approvata in modo residuale dell'intero sistema sanzionatorio proposto in vi unitario del originaria. disegno di La quale, legge inserito complessivo, nel aveva contesto un senso sistematico e sinergico con le altre norme previste, mentre oggi in modo isolato ed autonomo perde gran parte della propria efficacia operativa. Il provvedimento inserisce nel sistema sanzionatorio del decreto Ronchi n. 22/97 (e non nel codice penale, si badi) l'art. 53/bis conseguire il un attraverso quale prevede ingiusto comunque cede, gestisce ipotesi fine di operazioni e di e attività trasporta, esporta, riceve, mezzi abusivamente specifica più al con ingenti rifiuti è punito con la reclusione da Una "chiunque, profitto, l'allestimento organizzate, che continuative importa, quantitativi o di uno a sei anni." aggravata (con la reclusione da tre a otto anni) è inoltre prevista "se si tratta di rifiuti ad alta radioattività". La alle previsione attività rifiuti. riguardano dunque procedurali le inserisce illegali Apporta soprattutto si grandi nel nel programma settore della nuovi per elementi tutte attività collegate alla criminalità organizzata. 68 quelle illecite, di contrasto gestione previsionali attività dei ma che verosimilmente Va sottolineato che il reato previsto è un delitto, e dunque nel complesso molto più grave di tutti gli altri reati contravvenzione previsti nel decreto n. 22/97. Viene previsto che "alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli articoli 28, 30, 32-bis e 32-ter del codice penale, con la limitazione di cui all'articolo 33 del medesimo codice". Si tratta, in pratica, della interdizione dai pubblici uffici, interdizione da professioni ed arti, interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. "Ed ancora che" il giudice, con la sentenza o con la decisione emessa procedura ai penale, sensi dell'articolo ordina il 444 del ripristino codice dello di stato dell'ambiente, e può subordinare ove possibile la concessione della sospensione condizionale della pena all'eliminazione del danno o del pericolo per l'ambiente." Come leggere questa nuova norma sotto il profilo delle modifiche normative? Alcuni rispetto sostengono al delitto e decreto dunque che base "è è n. comunque 22/97 meglio che che un miglioramento non prevedeva tale niente". Certo, così valutando meglio questa modesta innovazione che il nulla. Ma se si considera che questo singolo articolo, peraltro innestato sul decreto rappresenta l'esito n. 22/97 ultimo del e non sul codice penale, ben più penetrante pacchetto di modifica del codice penale per il contrasto all'ecomafia, allora deve istituzionale essere considerato dell'impegno del un fallimento nostro criminalità organizzata in materia ambientale. 69 Stato politico ed contro la Evidentemente non si è riusciti ad approvare nulla di meglio e di più completo ed efficace. Completa il quadro il fatto che articoli di giornale e programmi modifica radiotelevisivi come hanno l'approvazione presentato generale del tale modesta pacchetto dei delitti ambientali con specifico riferimento a modifiche del codice penale. Una tipica storia di "casa nostra”. 70 9. Casi di illecito Vediamo un primo caso di quello che succedeva negli anni novanta. Luglio punteggiano il 1993. Accanto territorio di a una Lama della Belice, masserie parco che regionale della Puglia a quattro chilometri dal Comune di Bitonto, in provincia di Bari, stazionano due tir targati Avellino. Quella sosta, insospettisce durata gli uomini territorio ambiente), di gli Bari; le agenti per della guardie si quasi Nota una (Nucleo ecologiche avvicinano giornata, ai operativo della due provincia camionisti e chiedono spiegazioni. Abbiamo perso la strada, rispondono. La strada per dove? “Per una discarica”. Ma discariche in zona non esistono. Gli agenti fanno un giro attorno alla masseria e scoprono a poche centinaia di metri una fossa riempita di rifiuti. Comincia così, con un controllo casuale, l’ennesima inchiesta sui traffici abusivi dal Centro-Nord al Sud. Dopo la scoperta della prima fossa i controlli si allargano a tappeto. Intervengono la Guardia di Finanza e i carabinieri presso la oltre alla deposito salta sotto la pretura di buca territorio Bari abusiva clandestino. fuori direzione protetto Lorenzo scoperta Mai davanti del avrebbero sostituto Nicastro. ci sia Sospettano qualche immaginato ai loro occhi: da un vincolo procuratore cinque che altro quello che ettari di idrogeologico e naturalistico farciti come una torta esplosiva. Oltre 20.000 tonnellate di supertutelata. rifiuti concentrati L’immondizia proviene attorno dalle a quell’area municipalizzate di Bologna, Piacenza e Como e dai Comuni di Sora e Caccano, in provincia di Frosinone. 71 Un caso pratico degli anni 2000. La Framet, una società che da anni opera a Villafranca (TO), nel settore della raccolta e messa in riserva dei rifiuti metallici. L’accusa di illecito dalla smaltimento procura di dei Pinerolo, rifiuti. era L’inchiesta, partita da condotta alcuni mesi. In paese qualcuno si era insospettito nel vedere quello strano movimento notturno di camion e così gli Agenti del Corpo Forestale iniziarono a seguire gli autisti, senza dubbio quei viaggi notturni dovevano avere una motivazione che andava cercata con appostamenti e discreti pedinamenti. Secondo la tesi dell’accusa tonnellate di “car fluff”, così vengono denominati quei rifiuti che si ottengono dalla frantumazione delle autovetture post bonifica, venivano smaltiti in una discarica non destinata ad accogliere questo tipo di rifiuto. Il “car fluff” è un mix di tessuti, prodotti inerti, polveri di metalli e materiale plastiche che potrebbe anche contenere parti di piombo proveniente dalle batterie dell’auto, tracce di mercurio, di arsenico, e altre sostanze inquinanti da destinarsi a centri di smistamento qualificati e dove si paga una tariffa elevata motivata proprio dai costi necessari per il loro trattamento. Ma con i viaggi notturni verso una discarica per rifiuti urbani e il contributo di personale compiacente, il tutto si poteva risolvere a prezzi ben più contenuti e quindi più remunerativi per l’azienda. Per fare questo però servivano dei complici che di notte fossero pronti ad aprire i cancelli e a mettere in moto la pala escavatrice indispensabile per poter nascondere sotto ai rifiuti evitare che urbani al leciti, mattino quelli qualcuno presenza del “car fluff”. 72 “speciali”, potesse in modo accorgersi da della Caso di ospedalieri rifiuti è uno specializzazione relativamente ospedalieri. dei che più tecnologicamente Si dei rifiuti tratta di una lo smaltimento di quantità ha bisogno di sistemi ma complessi. settore redditizi. comporta ridotte, – Il Gli inceneritori devono essere costruiti in modo da evitare il percolamento di liquami ad altissima carica batterica e virale nelle ceneri e, più in generale, deve dell’impianto i rifiuti essere che non altissima quella possono della sia macchina stazionare a l’affidabilità organizzativa lungo prima di perché venire distrutti. Tutto ciò, in un paese in cui anche la normale efficienza di un inceneritore è nella maggior parte dei casi un miraggio, rende assai difficile eliminare gli scarti degli ospedali. La richiesta dunque è alta, e altrettanto alta è la tentazione di cercare una scorciatoia. I rifiuti ospedalieri prodotti in Italia sono circa 56 mila tonnellate l’anno. Calcolando a mezzo chilo al giorno per degente. A Torino confesso) un era pesatura stato corrotti consisteva funzionario nel dell’ospedale arrestato dal con vincitore praticare il Mauriziano responsabile dall’appalto. prezzi La ridicolmente (reo della truffa bassi, aumentando la quantità da smaltire, mediante un “ritocco” sul peso. In questo aggiudicarsi gli modo è appalti: facile basta dimezzare quadruplicare i prezzi ed fittiziamente la quantità e si realizza ancora un guadagno doppio rispetto al normale. Se poi il prezzo viene fissato non in peso ma in volume, per gli imbroglioni la vita resta facile: basta portare un eccessivo numero di contenitori al momento in cui si ritira il materiale e fare vuoti. 73 contare anche gli scatoloni Caso relativo A.M.I.U.T. rifiuti ad un dell’Emilia di Bologna Ente pubblico, Romagna hanno – Tra il arricchito la municipalizzata 1991 i e il titolari 1992 di i una discarica ubicata in località “La selva” nel comune di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, un vero monumento all’illegalità ambientale: più volte sequestrata dal NOE, più volte denunciata dagli impressionante di al furibonde centro costretti di ad ambientalisti irregolarità assistere commesse proteste degli impotenti al a per una partire abitanti passaggio serie dal 1988, della zona, di decine e decine di camion provenienti dal Nord Italia e diretti verso siti di smaltimento abusivo. Decine di ettari del territorio comunale interessati solidi urbani idonei a e speciali, preservare sotterranee, dal nonché la di deposito in incontrollato assenza qualità del idonea dei di rifiuti requisiti tecnici suolo e delle impermeabilizzazione acque del terreno e dei sistemi di raccolta dei liquami prodotti dalla degradazione organica. Anche in questo caso gli amministratori si sono limitati ad effettuare mere verifiche formali sui mezzi di trasporto e sull’iscrizione regolarità e all’Albo, senza sull’affidabilità finale dei rifiuti. 74 procedere dei siti a controlli di sulla destinazione Conclusioni I rischi di una controriforma per i rifiuti speciali e non sono sempre più evidenti. Nel 1997 con l’approvazione e la promulgazione del “Decreto Ronchi”, fu opinione diffusa nella cultura ambientalista, ma anche giuridica e del mondo istituzionale e delle imprese, che si fosse avviata, finalmente, una fase nuova, in linea con l’Europa, in grado di superare la palude determinata dall’interpretazione ed attuazione ormai carente della precedente normativa. In altre parole che lo smaltimento, anzi la gestione dei rifiuti, in Italia potesse finalmente avvenire all’interno di un quadro paese, certo, dove gli utile spazi all’ambiente per le ed grandi all’economia e piccole del furbizie italiche e i veri e propri fatti delittuosi, con i sistemi criminali che su di essi giocavano per lucrare profitti sulla pelle dei cittadini, si restringessero e potesse così aversi un quadro di economia ambientale sana e all’insegna del rispetto delle leggi. Ricordiamo basato sul banco degli come D.P.R. interventi contrasto con ormai era, anche a non e l’impianto infatti, causa susseguitisi normativa contribuito 1997 915/1982 accusati incongrui avevano nel giurisprudenza poco a apertamente di negli preesistente numerosissimi anni, spesso comunitaria, stratificare una sul e in che disciplina disorganica, non solo ormai datata ma, soprattutto, inidonea a fornire un quadro normativo istituzionale ed agli interpreti. 75 certo al sistema economico Il “Ronchi” non fu scevro, sin dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, da critiche e sottolineature di imprecisione e, soprattutto, di eccessivo ricorso al rinvio a norme d’attuazione sulle quali si sarebbe basata l’effettiva efficacia della riforma. Ma va anche ricordato come da subito il testo, anche su fu oggetto ambientaliste, delle quali attraverso parte in la sollecitazione di positivo, normativa concluso, e modifiche, che il tecnica salvo delle si alcuni la associazioni maggior processo è di avviato buchi attuazione ed neri parte in buona che ancora permangono. Indubbiamente la riforma del 1997, infatti, non è stata né indolore né semplice; alcune imprecisioni o incertezze vennero appunto corrette negli anni immediatamente a seguire a partire previsto, che subito ritardi termini tariffario, della ed del di di peraltro casi quali in già originaria; differimenti alcuni sistema, rifiuti persistenza o in ancora 389 delega entrata assenza, dei n. nella l’incompletezza dei 1997, usuale, determinato, sull’assimilabilità riprova novembre hanno hanno protrarsi meccanismo 8 prassi passaggi determinano, il D.Lgs. come ulteriori termini dal ad vigore di ancora esempio: del nuovo oggi, del regolamento speciali interessi agli urbani, economici a talmente rilevanti e contrapposti tali da sopravanzare le necessità di chiarezza e legalità contrapposizione tra del sistema gestioni (come in pubbliche questo in caso la privativa e mercato privato). Altre settore problematiche richiedendo implementazione, europea sulle fra e novità interventi tutte discariche il oggetto si di sono modifica recepimento di un affacciate della o sul di direttiva recentissimo decreto legislativo, o altre importanti interventi tra cui ricordiamo 76 l’introduzione del delitto di traffico illecito di rifiuti ora previsto dall’articolo 53 bis, per dotare il nostro paese di una norma da hoc contro le ecomafie, come peraltro indica ed auspica l’Unione Europea. Nel complesso, sostanzialmente normativo a regime, (anche contribuito a comunque, sia grazie a chiarire oggi il quanto al numerosa i “Decreto punti Ronchi” dato strettamente giurisprudenza dubbi e, è che quindi, a ha dare certezze), sia quanto poi al meccanismo complessivo economico ed istituzionale, differenziata funzioni e di fra riciclo, ed tutti il programmazione realizzazione affermare, primi del ciclo i riordino e che di molta di raccolta istituzionale delle finalizzate alla governo integrato sinteticamente, target gestione; strada è si stata può fatta anche se altra rimane da fare. Se questo è succintamente il quadro consolidatosi a sette anni dalla promulgazione del “Decreto Ronchi”, quel che oggi vediamo e quel che si prospetta è purtroppo una fase complessiva di improvvisazione, profilo basso sia scarsa giuridico profilo provincialismo quadro e controriforma, a gli semplificazione conoscenza che dei tecnico, cura italiano caratterizzata di spinte interessi oggettivamente indirizzi europei, amministrative problemi ed in fughe da sotto il lobbistiche di particolarissimi, contrasto in con avanti impiantistiche in il verso nome di un decisionismo tecnocratico redivivo che mai ha portato né frutti né responsabilità direttamente frutti buoni; politica sul ed Governo, non può ammettersi istituzionale Ministero di questo dell’Ambiente, che la ricada settori del Parlamento che avvallano o essi stessi promuovono questa pericolosa deriva. 77 Un esempio indubbiamente significativo gravi e per importanza pericolosi é la e per effetti “definizione di rifiuto” introdotta con l’art. 14 del D.L. 8 luglio 2002 n. 138, la quale, come è noto, tende ad estromettere dalla normativa di settore tutti quei materiali che in qualche modo essendo riutilizzabili in cicli produttivi perderebbero la natura di rifiuti. La norma, direttive Corte di eclatante comunitarie di Giustizia e ed la della insanabile costante contrasto con giurisprudenza Comunità e della le della Magistratura italiana, è già stata oggetto di contestazione da parte della Commissione Europea, osservata da giudici, rimessa alla Corte di Giustizia. In altre parole, é così evidente la lesione dei principi consolidati europei ed italiani che la norma avrà presumibilmente vita breve, come del resto era perfettamente prevedibile. Resta comunque il fatto che ad oggi essa esiste nell’ordinamento giuridico italiano, e che potrà comunque essere invocata da tutti coloro che hanno procedimenti penali in corso per riutilizzi di rifiuti, con l’effetto quantomeno di creare autorità nuovo contenzioso amministrative ed incertezza deputate alla sicuramente gestione ed nelle controllo di settore. In materia poi di ripartizione ed attribuzione di competenze tra enti pubblici, la legge 179/2002 ha comportato una riduzione della privativa comunale escludendo le attività di recupero dei rifiuti urbani ed assimilati, con una norma dai confini varco ad incerti, operazioni comunque private tale di da aprire discutibile anche qui legittimità un nel settore delicato della gestione di questi rifiuti. Sempre con la medesima legge, intervenendo ancora sul corpo del Decreto 22 all’articolo 7 comma 3, si è provveduto a qualificare il 78 CDR (combustibile derivato speciale, così da recupero energetico da rifiuto) liberalizzarne al di quale l’utilizzo fuori rifiuto a fini della di stringente pianificazione dei rifiuti urbani e quindi del principio di prossimità e trasporto di e autosufficienza, l’utilizzo qualsivoglia luogo di del così questo da permettere particolare territorio nazionale rifiuto a il in prescindere dall’ambito di origine e trattamento. In particolare sfugge alla comune comprensione la necessità di dover provvedere, tramite delega al Governo come il Parlamento complessiva di quanto ci dal qui si appresta buona parte interessa, Decreto Ronchi. a fare, del del alla diritto sistema Infatti, ambientale di se riscrittura gestione di e, per delineato perfezionamenti e migliorie si può aver bisogno, ciò non giustifica l’ansia di azzeramento formule e vacue Parlamento, che ricostruzione oggi e è generiche chiaramente hanno della norma della leggibile responsabilità di che, delega nelle governo aldilà delle pendente parole del di in coloro settore. E’ evidente che non è messa in dubbio la legittima possibilità per il Governo il proprio di modificare, indirizzo le dello Stato; amministrazione cancellare, leggi e riformare gli tuttavia da secondo indirizzi più parti di si sollevano perplessità circa alcuni contenuti, le modalità di dubbia costituzionalità del meccanismo di delega prescelto e gli effetti, magari non voluti, che questa spinta alla contro riforma produce. Si è sempre detto, infatti, che una delle forme più gravi di inquinamento è proprio l’inquinamento da leggi, cioè la produzione persegue normativa l’obiettivo estemporanea, dell’oggi perdendo di ridondante, vista il che valore del sistema compiuto per il domani; ebbene, questo è quanto 79 sembra delinearsi negli interventi di questi ultimi tempi. I valori sostenibile inserire nella azioni Europea, portare portanti gestione e nostro l’Europa ma europee per membri anche sistema e il la capacità quadro non l’occasione solo di ricchezza di dell’Unione al tutti di passo utilizzando diritto della ambientalmente cogliendo sopravanzandola, base è rigoroso giuridico progredire sulla politica rifiuti nel ritardi addirittura far una dei normative recuperando il di le gli con sedi Stati dell’elaborazione e dell’esperienza interna; ebbene anche questa sembra in realtà una linea tutta teorica, oggetto di affermazioni programmatiche, ma contrastante con l’agire concreto. Infine determinato la e già citata determina delega un legislativa oggettivo ed al Governo inevitabile ha effetto annuncio, un’aspettativa di cambio a breve delle regole del gioco che, se da una parte disincentiva impegni ed investimenti, perché ogni operatore è evidentemente portato a muoversi in un campo dei confini dati, dall’altra crea una zona grigia, in cui le norme e procedure note sono dichiarate in via di superamento e quelle che verranno sono tutte da definire; qualcosa di molto simile al meccanismo ben noto che si attiva edilizia, al con mero il annuncio fiorire di di una possibile cantieri che sanatoria confidano nella futura benevolenza del Legislatore. In conclusione è tangibile che il contesto che si è delineato, e va ancor più delineandosi, sia per certi versi ideale per chi è abituato o intende muoversi nelle pieghe del diritto, con il indubbiamente certo illegittimità ed dov’è più risultato di rendere illegalità, facile che certamente più ampliando attecchiscano criminalità. 80 non ardua la quelle fenomeni voluto lotta zone ma alla grigie anche di Concludendo cito una frase che mi è rimasta impressa estrapolata da uno scritto di John Ruskin del 1849 intitolato le “Sette lampade dell’architettura”: “Dio ci ha prestato la terra per la nostra vita; ce l’ha data in consegna ma essa non ci appartiene. Essa appartiene allo stesso modo a quelli che devono venire dopo di noi e i cui nomi sono già scritti nel libro della Creazione; e noi non abbiamo diritto, con tutte le cose che facciamo o che trascuriamo, di coinvolgerli in sanzioni che potevano essere evitate, o di privarli dei vantaggi che era in nostro potere lasciar loro in eredità” E’ difficile pensiero di culturale deve non Ruskin: essere riconoscere il patrimonio conservato possano godere. 81 l’estrema naturale perché anche attualità ambientale i posteri del e ne Appendice A Estratto del D.L.vo 5 febbraio 1997, n. 22 […] TITOLO QUINTO Sistema sanzionatorio e disposizioni transitorie e finali […] CAPO PRIMO Articolo 53 (Traffico illecito di rifiuti) 1. Chiunque traffico (CEE) effettua illecito n. una ai 259/93 sensi del spedizione di dell'articolo Consiglio, del 1 rifiuti costituente 26 regolamento del febbraio 1993, o effettua una spedizione di rifiuti elencati nell'allegato II del citato regolamento in violazione dell'articolo 1, comma 3, lettere a), b), c) e d), del regolamento stesso, è punito con la pena dell'ammenda da 1.549 euro a 25.822 euro e con l'arresto fino a due anni. La pena è aumentata in caso di spedizione 2. Alla di sentenza di rifiuti condanna, o a pericolosi. quella emessa ai sensi dell'articolo 444 del Codice di procedura penale, per i reati relativi al traffico illecito di cui al comma 1 o al trasporto illecito di cui agli articoli 51 e 52, comma 3, consegue obbligatoriamente la confisca del mezzo di trasporto. Articolo 53-bis (Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti). 1. Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni attività e attraverso continuative l'allestimento organizzate, 82 cede, di riceve, mezzi e trasporta, esporta, importa, o comunque gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la reclusione da uno a sei anni. 2. Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena della reclusione da tre a otto anni. 3. Alla condanna conseguono le pene accessorie di cui agli articoli 28, 30, 32-bis limitazione di cui e 32-ter del Codice penale, con la all'articolo 33 del medesimo Codice. 4. Il giudice, con la sentenza o con la decisione emessa ai sensi ordina dell'articolo il subordinare condizionale 444 ripristino ove del dello possibile della Codice pena stato la di dell'ambiente, concessione all'eliminazione pericolo per l'ambiente.[…] 83 procedura della del penale, e può sospensione danno o del Bibliografia G.J. Ikenberry e V.E. Parsi, Manuale di Relazioni Internazionali,Editori Laterza Fabio Armao, Il sistema mafia, E. Fontana e L. Miracle, Bollati Boringhieri L'illegalità ambientale in Italia e il ruolo della criminalità organizzata, Edizione Ambiente Ciconte E., Ecomafia. I predoni dell'ambiente, Editori Riuniti. Stefano Maglia e Maurizio Santoloci , Il Codice dell'Ambiente Ambiente & Salute Legambiente, Rapporto Ecomafia 2003 Ugo Leone, Nuove Politiche per l’Ambiente, Maurizio Santoloci, Rivista Carocci Diritto all’ambiente, Edizione Ambiente bimestrale Il Forestale, numeri di settembre e ottobre 2000, marzo, aprile e maggio 2003 Rivista mensile Arpa Informa, numeri di gennaio e febbraio 2003 Rivista mensile La nuova Ecologia, numero di maggio 2000 Rivista mensile Oblò , numero 84 di ottobre 2003 In Internet www.corpoforestale.it www.unep.org www.legambienteonline.it www.minambiente.it www.issi.it www.reteambiente.it www.ambienteitalia.it www.sinanet.anpa.it www.riia.org 85