LA RIVOLUZIONE NELLA TERAPIA
I Sulfamidici
Nel 1935 viene resa nota da Domagk la scoperta del potere
antibatterico dei sulfamidici, sostanze che impediscono la loro
nutrizione e la riproduzione.
Gli Antibiotici
La rivoluzione più grande si ha con la scoperta degli antibiotici,
i medicamenti che avrebbero ucciso i microrganismi. All’inizio
fu una scoperta casuale.
Alexander Fleming (1881-1955) era un batteriologo scozzese del
St. Mary’s Hospital di Londra. Era già conosciuto per la
scoperta del lisozima un enzima batteriolitico presente nella
saliva e nelle lacrime.
Nel 1928 osservò in una capsula di Petri, un alone chiaro
attorno ad una colonia della muffa costituita dal Penicillum
notatum, che si trovava in un tappeto di stafilococchi.
L’estratto della muffa che
Fleming battezzò Penicillina
aveva chiaramente proprietà
antibatteriche.
I progressi successivi si
realizzarono soltanto nel 1940
quando Howard W. Florey e
Ernst Boris Chain riprendono
gli studi e dimostrano che la
penicillina non è tossica alle
dosi terapeutiche.
Il primo paziente è un
poliziotto che viene curato
nel 1941, in piena guerra.
Dal 1943 la penicillina viene
prodotta su scala industriale
in America. Si salvano subito
migliaia di individui sia
durante che subito dopo la
guerra.
Fleming, Florey e Chain
ricevono il premio Nobel nel
1945.
L’ANTISEPSI
Vecchio pregiudizio: “pus bonum et
laudabile”
Ignac Semmelweis (1818-1865).
Assistente nella prima clinica
ostetrica di Vienna.
La febbre puerperale era una
infezione che evolveva verso la
setticemia e la morte delle
puerpere. Mieteva migliaia di
vittime.
Nell’eseguire l’autopsia di un suo
collega deceduto per un’infezione
contratta durante un’autopsia, si
accorse che le alterazioni anatomopatologiche erano le stesse.
Semmelweis osservò poi che in due reparti vi era una
mortalità per febbre puerperale molto diversa.
In un reparto la mortalità era del 10%; nell’altro del 3%.
Semmelweis si accorse che nel primo reparto gli studenti ed
i medici visitavano le pazienti dopo essere usciti dalla sala
settoria.
Propose allora la teoria che la febbre puerperale fosse
dovuta ad un’infezione del sangue (1847 e 1861).
Propose dunque di usare una soluzione clorata prima di
esplorare le puerpere e le gestanti.
Non venne ascoltato.
Joseph Lister (1827-1912) propone nel 1867 di utilizzare
l’acido fenico in soluzione acquosa per disinfettare la
cute prima di un intervento e in soluzione oleosa per la
medicazione delle ferite.
L’acido fenico venne utilizzato appena prima anche da
Enrico Bottini, professore a Pavia.
Uno sviluppo che venne favorito dalle misure di asepsi e
antisepsi con Joseph Lister e che trasse grande beneficio
dall’introduzione dei guanti di gomma, introdotti dal
chirurgo americano William Halsted nel 1890 (prodotti
dalla Goodyear Rubber Company).
L’insulina venne isolata in
Canada nel 1921, dal
pancreas dei cani, da
Frederick Banting e Charles
Best
OMEOPATIA
Dopo aver parlato di nuove importanti terapie,
consideriamo ora una proposta medicinale senza
base scientifica: l’omeopatia.
Samuel Hahnemann (1755-1843) traducendo in
tedesco un’opera del medico scozzese William
Cullen è colpito da ciò che legge sulle proprietà
della corteccia di china, importata dal Perù ed
usata come antifebbrile (antimalarico).
Gli operai addetti alla lavorazione della corteccia della china, il
cui estratto era al tempo utilizzato per curare la malaria,
sviluppavano sintomi che ricordavano proprio quelli della
stessa malaria.
Incuriosito da questo fatto, comincia ad assumere
ripetutamente la china a dosi ponderali e, in tempi successivi,
altre sostanze all’epoca utilizzate come farmaci. In tutti i casi fa
sempre la stessa osservazione: le sostanze utilizzate a scopo
terapeutico, quando somministrate ad un individuo sano,
riproducevano i sintomi delle malattie per le quali erano
somministrate.
Dunque, osserva Hahnemann, la china provoca nella persona
sana una sintomatologia febbrile come quella che combatte
nella persona malata e CON UN ASSUNTO TUTTO DA
DIMOSTRARE afferma che la corteccia di china “usata
contro la febbre intermittente (malaria) agisce perché può
produrre nella persona sana sintomi simili a quelli della
febbre intermittente”.
Infatti assume dose crescenti di corteccia di china e ogni volta
ha: freddo, sonnolenza, stanchezza, palpitazioni, ansia, calore,
sete etc. Oppure prova la belladonna che determina eritema e
che, quindi, secondo Hahnemann, può curare la scarlattina
etc.
Le due leggi fondamentali dell’omeopatia
1) Legge della similitudine. CON UN PRIMO ASSUNTO
TUTTO DA DIMOSTRARE afferma che: “tra le medicine
… quella che nei suoi effetti conosciuti sarà più simile alla
totalità dei sintomi di una data malattia naturale sarà per
essa il rimedio omeopatico più adatto e più giusto”.
2) Legge dell’infinitesimalità. Hanhemann capisce che non
può curare i pazienti con alte dosi di sostanze che spesso
sono veleni mortali. CON UN SECONDO ASSUNTO DA
DIMOSTRARE afferma allora che la sostanza è attiva
anche a dosi sempre più basse, infinitesimali. La malattia
aumenterebbe infatti la sensibilità al rimedio.
Capovolge il paradigma terapeutico ippocratico
Ippocrate: Contraria contrariis curantur. Medicina
allopatica, attraverso gli opposti
Hahnemann: Similia similibus curantur. Medicina
omeopatica, attraverso i simili
Procedimento di Hanhemann:
Estratto (idroalcolico) di una sostanza  diluiva 100 volte (A)
Una parte della soluzione A  diluiva ancora 100 volte e così
via
FINO AL DECIMO, VENTESIMO, TRENTESIMO
CENTESIMALE.
Carbonato di Calcio (CaCO3) peso molecolare =100
Una mole (100 g.) = n° Avogadro di Molecole 6.02 X 10 23
1 litro di una soluzione 1 molare = n° Avogadro di Molecole
6.02 x 10 23
1) Prendiamone 1 ml 6.02 x 10 20
2) Diluiamola 100 volte  6.02 x 10 18
3) Ripetiamo la procedura 10 volte 0.0602 molecole !!!
4) Ripetendo la procedura 20 o 30 volte, come suggeriva
Hahnemann e come fanno ancor oggi gli omeopati si diluisce
acqua con acqua.
I preparati omeopatici sono costituiti da acqua fresca.
Per capire l’assurdità di questa procedura basterà considerare
che ripetere 30 volte una diluizione a cento di un grammo
iniziale di Carbonato di Calcio EQUIVALE a diluire quel
grammo in un volume di liquido pari 714 milioni di miliardi
di volte IL VOLUME DEL SOLE
Le basi molecolari della moderna farmacologia affermano che vi
è per ogni sostanza una dose terapeutica ed una dose tossica.
Senza una molecola e un recettore nell’organismo non si ha
azione farmacologica.
L’omeopatia, dunque, va contro tutte i principi della moderna
farmacologia scientifica e anche contro le semplici regole del
buon senso.
Perché ebbe (e ha) successo
-Apparente somiglianza del principio dell’omeopatia con il
principio delle vaccinazioni
--Alcuni apparenti successi durante alcune epidemie di
colera del 1831 e 1854 erano dovute al fatto che le terapie per
questa malattia erano più dannose che utili (p. es. induzione
di vomito, salassi etc.)
---Così all’epoca le cure erano, spesso, più dannose che utili
(come il vituperato salasso) e quindi una medicina innocua
che lasciava libero sfogo alla “vis medicatrix naturae”,
risultava, a volte, apparentemente efficace.
Sistema basato su principi molto semplici apparentemente
comprensibili che enfatizzano un approccio “naturale” e
“dolce” e in un certo senso una visione del mondo non
riduzionistica e non materialistica.
Forte effetto placebo, infatti funziona di più in quelle malattie
in cui il disagio psicologico è più evidente.
Talvolta per sottoporsi alle cure omeopatiche si interrompono
trattamenti cronici che inducono effetti collaterali e quindi la
loro sospensione si accompagna a un sollievo dai sintomi.
Infine ogni cura risponde non soltanto a criteri di efficacia
ma anche per come risponde alle aspettative psicologiche,
culturali e sociali.
LE ORIGINI DELLE
NEUROSCIENZE
La complessità
istologica del cervello.
La scoperta della
reazione nera da
parte di Camillo
Golgi e suo
significato.
«Lavoro molte ore al
microscopio. Sono felice d’aver
trovato una nuova reazione per
dimostrare anche agli orbi le
strutture dello stroma
interstiziale della corteccia
cerebrale. Faccio agire il nitrato
d’argento sui pezzi di cervello
induriti in bicromato di potassio.
Ho già ottenuto risultati assai
belli e spero di ottenere di più».
Lettera di Camillo Golgi a
Nicolò Manfredi.
Abbiategrasso 16 febbraio 1873
Scoperte neurocitologiche di Golgi
La costante presenza dell’assone nelle cellule nervose
La ramificazione degli assoni
La terminazione libera (o in rapporto ai vasi) dei dendriti
Attraverso quale substrato materiale poteva avvenire la
trasmissione delle informazioni nel sistema nervoso?
A priori vi erano due possibilità:
Dendriti
Assone
Principi della rete nervosa diffusa di Golgi
1) Rete assonica. Ruolo assegnato all’assone nel collegamento
delle varie regioni cerebrali.
2) Per la prima volta veniva messa in relazione il concetto di
rete con una funzione complessa vale a dire
la rete come base della complessità
La rete nervosa diffusa di Golgi
Principali contributi
teorici di Cajal alle
neuroscienze
1) Le cellule nervose
sono entità
anatomicamente e
funzionalmente
distinte (aderisce alle
acquisizioni di His,
Forel e Waldeyer)
2) Legge della
polarizzazione
dinamica
(già intuita da
William James nei
Principles of
Psychology e
contemporaneamente
elaborata anche dal
belga Arthur Van
Gehuchten)
1891
3) Fra cellula e_
cellula esistono_
delle “barriere di_
contatto”
che verranno
denominate
sinapsi da
Charles
Sherrington
nel 1897
4) Principio delle
connessioni___
specifiche____
Le proiezioni
nervose non
vanno a caso
ma connettono
tra loro
diverse regioni
nervose con
elevata
specificità.
Le basi chimiche della specificità nervosa: le sinapsi
Le basi della neurofarmacologia: la scoperta della natura chimica
delle sinapsi. Gli esperimenti di Otto Loewi.
Otto Loewi: la trasmissione chimica delle sinapsi.
(1873-1961)
“La notte prima della domenica di
Pasqua 1921 mi svegliai, accesi la luce e
buttai giù alcune note su un piccolo
pezzo di carta. Poi mi addormentai
nuovamente. Alle sei del mattino mi
svegliai nuovamente con la sensazione di
aver scritto qualcosa di importante, ma
non riuscii a decifrare lo scarabocchio.
La notte seguente alle tre l’idea tornò.
(…) Mi alzai immediatamente, andai al
laboratorio, e feci un semplice
esperimento sul cuore di rana secondo
quanto avevo programmato di notte”.
Cuori isolati di rana
La localizzazione delle funzioni psichiche. Le basi della
neuropsicologia.
Bartolomeo Panizza (1855) e Paul Broca (1861)
L’attacco alla coscienza: il paradosso di Crick
LE ORIGINI DELLA GENETICA
Due nomi fondamentali:
Gregor Mendel (1822-1884) e Charles Darwin (1809-1882)
Le leggi di Mendel (1866). Sono le leggi fondamentali della
genetica. I caratteri si trasmettono in maniera parcellizzata ed
indipendente.
Miescher 1871 scopre gli acidi nucleici
Identificazione del materiale genetico nei cromosomi. Prime
ipotesi Theodor Boveri. Dimostrazione su Drosophila
melanogaster da Parte di Morgan.
I cromosomi sono costituiti da DNA ed i geni, cioè gli elementi
responsabili della trasmissione dei caratteri ereditari, sono
costituiti da pezzi di DNA.
Il DNA è la molecola che trasmette l’informazione genetica.
Avery 1944
Il DNA è costituito da una doppia elica. Watson e Crick 1953.
CHARLES DARWIN E LA TEORIA
DELL’EVOLUZIONE.
Nel 1859 Darwin pubblica il libro forse più
rivoluzionario nella storia dell’umanità:
L’origine delle specie.
Con la teoria cellulare rappresenta la
massima generalizzazione della biologia.
Secondo Darwin la natura agisce sulle piccole variazioni
presenti fra genitori e figli, così come il selezionatore fa sulle
razze e specie animali.
Esiste cioè una selezione naturale delle variazioni biologiche
degli esseri viventi.
E’ un’idea rivoluzionaria perché toglie completamente di
mezzo l’idea di una finalità, di uno scopo nella vita. Le nuove
specie originano dal gioco combinato delle piccole variazioni
nella discendenza e dalla selezione naturale.
TECNICHE DIAGNOSTICHE nella SEMEIOTICA MEDICA
La semeiotica è la disciplina che insegna a rilevare e ad interpretare i
segni delle malattie.
Ippocrate aveva insegnato a rilevare i segni ed i sintomi della
malattia con tutti i sensi.
Seconda metà del Settecento: si cerca di aumentare la sensibilità dei
sensi per rilevare le tracce lasciate dalle malattie.
1761 Leopold Auenbrugger (1722-1809): suggerisce di sfruttare la
percussione del torace per individuare, nelle differenze di suono, le
alterazioni del polmone (trae spunto dal diverso suono che danno le
botti a seconda del livello del vino in esse contenuto).
Nell’Ottocento si
inventano molti
strumenti per la
diagnostica
René Théophile
Laennec (1781-1826),
nel 1819 pubblica un
trattato
sull’auscultazione
mediata (quella
diretta era praticata
fin dall’antichità).
Propone cioè un
“cilindro
auscultatorio” o
stetoscopio.
Nella seconda metà dell’Ottocento vengono proposti altri
strumenti specialistici: Oftalmoscopio (Helmholtz),
Laringoscopio, Otoscopio etc.
Nel Novecento l’EEG, l’ECG, l’ecografia, l’ecografia
doppler, l’EMG.
Scipione Riva Rocci
1863-1937
Lo sfigmomanometro
di Riva Rocci visto da
Harvey Cushing
LA RADIOLOGIA
Nel novembre 1895 il fisico
Wilhelm Conrad Roentgen
scoprì che certe onde
elettromagnetiche di
lunghezza d’onda inferiore ai
raggi ultravioletti potevano
attraversare la materia.
La radiografia della mano
del prof. Albert von Koelliker
di Wurzburg.
Nel 1930 A. Vallebona mette a punto la stratigrafia.
Poi progressi sempre più rapidi: angiografia,
coronarografia etc.
Negli anni Settanta del Ventesimo secolo - TAC
Negli anni Ottanta - RMN
Da pochi anni Tomografia ad emissione di positroni,
RMN funzionale
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storia della medicina 6 - quelle che ancora attendono giovanni