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BMW S 1000 RR HP4 VS FERRARI 599 GTO: SUL FILO DEI 300
di Andrea Padovani, foto di Marco Zamponi giovedì, 23 ottobre 2014
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300 km/h in appena 1.500 metri con partenza da fermo. Impossibile? Per niente... Soprattutto se a provarci sono due missili terra-terra,
uno a due e l'altro a quattro ruote Un pomeriggio di fuoco
La sfida nella sfida. Auto Vs. moto; entrambe contro le leggi della fisica e il fatidico muro dei 300 km/h. Insomma, il traffico sul rettilineo di Vairano
è sostenuto. Tiriamo la moneta per stabilire chi parte per primo: tocca alla Ferrari. Il suo V12 è uno gioiello di ingegneria, una sinfonia di pistoni,
valvole e congegni elettronici che a ogni sgasata fa venire la pelle d'oca. La Rossa si accomoda sulla linea di partenza, davanti al nastro di asfalto di
2.000 metri: 1.500 da fare a gas spalancato, gli altri per fermarsi prima che inizino le risaie… E anche questo non è uno scherzo! Giù tutto, e come
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…un anno dopo
Da quel pomeriggio, in redazione più volte siamo
ritornati sull'argomento, su quell'assurdo limite
imbattuto. E via a parlare di aerodinamica, del punto
di stacco della frizione, di antimpennata, di cambi
marcia e di… auto. Sì, anche di auto, che sulla carta
nemmeno lontanamente si avvicinano alle
prestazioni di una moto sportiva. E ancora
discussioni su Lamborghini, Porsche, Maserati,
trazioni integrali, cavalli… Poi, un giorno, la BMW
annuncia l'evoluzione della S 1000 RR, ovvero l'HP4.
E la polemica si riaccende: c'è il launch control, un
sacco di elettronica, l'impianto di scarico è nuovo e
sulla carta la HP4 pesa ben 3 kg in meno della
versione standard grazie ai tanti dettagli in carbonio.
Si può fare! In fin dei conti è solo mezzo chilometro
all'ora. E poi c'è sempre quella sfida aperta con le
auto, decisamente penalizzate sul fronte del
rapporto peso potenza, il dato che forse influisce di
più sulle prestazioni pure di un veicolo. Tanto per
dare un'idea, senza pilota, la S 1000 RR raggiunge quasi il valore di 1 a 1 (1 CV per ogni chilogrammo di peso), un dato paragonabile a quello delle
Formula 1. Impossibile arrivare a tanto con le macchine di produzione, anche se qualche cosa di interessante in giro si trova. Sarebbe bello portarne
una "cattiva" a Vairano e vedere che succede. Detto! Fatto! Il preparatore Romeo Ferraris di Opera (MI) ci mette a disposizione una magnifica
Ferrari 599 GTO, una delle sportive "targate" più specialistiche e veloci in circolazione. Chiediamo la moto alla BMW e in men che non si dica siamo
alla sbarra d'ingresso del rettilineo della pista ASC.
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Siamo sulla pista di Vairano, in uno dei tanti giorni in cui svolgiamo i nostri rilevamenti strumentali. La protagonista: la BMW S 1000 RR, nella
versione 2012. Tutto ha inizio in un normale pomeriggio di primavera. Siamo pronti per le prove di accelerazione sul rettilineo di 2.000 metri.
Entriamo! Primo lancio, secondo, terzo, quarto… e poi rientriamo nel nostro Centro Prove a verificare i dati. L'omino al computer scarica i file dalla
strumentazione satellitare, si blocca per qualche secondo, poi si gira con due occhi così e urla: "298,3 km/h in 1.500 metri! E con partenza da
fermo! Ma quanto va 'sta cosa?". Cala il silenzio..."No… non è possibile!", questo il primo pensiero. La più veloce delle maxi sportive è dietro,
staccata di almeno 15 km/h e quasi un secondo. Rimaniamo un po' sconcertati, ma non abbastanza da impedirci di provare ad abbattere il muro
dei 300 km/h, che sono lì, a un soffio: ritorniamo dentro, per un altro paio di tentativi. E tutto quello che portiamo a casa è un incredibile, ma
frustrante, 299,5 km/h… Basta! Questo è il massimo che si può ottenere senza correre il rischio di bruciare la frizione per le troppe partenze. Ma il
rammarico rimane. Mezzo chilometro orario… un sospiro! Data
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una fucilata la 599 parte a razzo, con le ruote posteriori che dopo una brevissima fumata si aggrappano all'asfalto in maniera brutale: qui il problema
di esagerare col gas non esiste, viste la quantità di elettronica che governa ogni aspetto della macchina. E comunque, almeno non c'è il rischio di
ribaltarsi. Seconda, terza, quarta marcia... la progressione è impressionante, la spinta incolla ai sedili cui siamo vincolati con cinture da F1. La
lancetta del contagiri in un attimo arriva in zona rossa solleticando i 9.000 giri. Quella del tachimetro non è da meno vista la velocità con cui sale. Ma,
al di là dell'incredibile progressione, per il resto la Ferrari rassicura: stabile e precisa al millimetro, basta solo avere il pelo di tenere giù fino ai 1.500
metri e poi attaccarsi al pedale come non ci fosse un domani…. Meno male che la GTO frena da paura. Tocca alla BMW: selezioniamo direttamente
la mappatura Slick, la più cattiva e meno invasiva tra le quattro disponibili. Facciamo un paio di test con il Launch Control, che scartiamo perché
troppo invasivo e quindi poco efficace (per ora un bravo pilota può fare meglio…). Ci prepariamo per l'accelerazione "buona": la ruota anteriore sulla riga bianca, gas puntato a 8.000 giri, busto caricato in avanti, il piede sinistro già
pronto sotto alla leva del cambio. Via! Molliamo la frizione lasciandola scivolare per una decina di metri, l'HP4 schizza in avanti con veemenza e
l'avantreno decolla violento superati i 9.000 giri. Dentro la seconda per non ribaltarsi: la ruota anteriore continua a galleggiare nell'aria. Terza al
limitatore a quota 14.000 giri e finalmente ritorniamo in possesso dello sterzo. Il casco sbatte sul serbatoio, quarta, quinta, sesta poco prima dei mille
metri e stiamo già volando a quasi 290 km/h: da qui in poi si tratta di tenere solo aperto, di rimanere più composti possibile e di guadagnare gli ultimi
10 km/h.
300 km/h… ovvero 83 m/s
Lo sguardo inizia a cercare i due birilli di riferimento
posti a lato del rettilineo e il cartello dei 1.500 poco
più in là: a quasi 300 km/h è come riuscire a vedere
un proiettile sparato da una pistola. Eccolo, un attimo
e il polso destro ruota immediatamente indietro e le
dita corrono ad azionare violentemente la leva del
freno anteriore: solo che a 300 km/h si viaggia a 83
metri al secondo. Come dire: dal momento che si
pensa di azionare i freni, si decide di farlo, ci si rialza
dal cupolino e parte il segnale dal cervello con
destinazione "mano", quasi 100 metri dei 500
disponibili per fermarsi si sono volatilizzati… ne
rimangono altri 400 per fermarsi prima delle barriere.
E a 300 all'ora non è un margine rassicurante. La
staccata - spaventosa per la velocità con cui si
avvicinano le barriere poste due metri dopo l'asfalto deve essere netta, decisa e potente. Peccato che
dopo i primi lanci e la verifica dei dati acquisti, il PC
smascheri tutte le nostre paure: il polso destro ha
chiuso il gas sempre qualche decina di metri prima del dovuto. Tutto da rifare. Dentro di nuovo, a cercare i fatidici 300… altri quattro lanci e poi –
come in una partita a poker – si scoprono le carte.
Tutti davanti alla schermata del computer a scaricare i dati: il cursore segue la curva di accelerazione tracciata dalla Ferrari, indugia sui 1.500 metri
e… 290 km/h tondi, tondi! Una "fucilata" di auto… Dati alla mano non c'è una maxi sportiva a due ruote che le stia dietro quanto a velocità pura.
Diverso il discorso a livello di tempo spuntato, visto che la GTO è rimane dietro di circa due secondi… Ma stiamo parlando di sportive "normali", non
della BMW che di normale non ha proprio nulla: apriamo la schermata con i dati della HP4 e rimaniamo interdetti davanti al dato visualizzato. Non ce
l'abbiamo fatta! I 300 km/h rimangono lì, ancora imbattuti, lontani un chilometro e mezzo all'ora. I valori sono addirittura peggiorati (certo, comunque
di un soffio…) rispetto a quelli della versione base! E dire che sulla carta le premesse c'erano tutte. Due i fattori che potrebbero avere inciso sulla
prestazione e che hanno impedito di superare il fatidico limite: a fronte di un peso minore della HP4, infatti, vanno segnalati il pneumatico posteriore di
sezione maggiore (più attrito) e le condizioni meteo ostiche. I rilevamenti del 2012 erano stati fatti con una temperatura dell'aria di 16°C contro gli
oltre 30 del 2013: e si sa, all'aumentare della temperatura
il rendimento di un propulsore, anche se di poco, cala. Aver sostanzialmente replicato quindi le prestazione della versione base può essere
considerato un piccolo successo, anche se quel chilometro e mezzo mancante ancora brucia. Chissà se un giorno… 1
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