17 MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 SUDMILANO il Cittadino LA GALLERIA n IL VIADOTTO COLLEGA COLOGNO A CASALMAIOCCO ANDANDO IN PROFONDITÀ COMPENSAZIONI Ecco il maxi tunnel targato Tem: 350 metri nelle viscere della terra Il progetto Lambro tra Cerro e Vizzolo Il passaggio in sotterranea elimina la necessità di posizionare barriere antirumore o di costruire un viadotto EMANUELE DOLCINI n È la più imponente, anzi l’unica. Perché di gallerie nel senso stretto del termine, da Milano fino a Lodi praticamente non ce n’è. Il tunnel di Cologno-Casalmaiocco della Tem è un altro di quei cambiamenti radicali che l’autostrada quasi conclusa sta portando al territorio del Sudmilano: 350 metri di lunghezza a nove metri di profondità sotto il suolo. A ben pensarci, non sono solo numeri rilevanti ma sono anche gli unici nel loro genere. Perchè viaggiare in galleria è un’esperienza piuttosto rara da queste parti. Se si toglie qualche attraversamento in tunnel sotto l’A1 o sotto la ferrovia, qua e là nel territorio, le autostrade fra Lodigiano e Sudmilano sono state tutte progettate a cielo aperto. In una terra dove i 144 metri di San Colombano spiccano per “altitudine”, la necessità di gallerie sui tratti autostradali è stata decisamente rimandata ai tratti appenninici o al bastione delle Prealpi. La motivazione della scelta per il tunnel, anziché il rilevato viene ricondotta nelle schede tecniche di approfondimento del progetto Tangenziale esterna alla «necessità di ridurre l’impatto dell’infrastruttura in prossimità degli abitati di Casalmaiocco e Dresano». È chiaro che il passaggio in sotterranea elimina la necessità di posizionare barriere antirumore esterne. Oppure di costruire un viadotto che si porti oltre, in un solo arco, la 159 Sordio-Bettola e la 138 Pandina. La galleria di Cologno misura 341 metri di lunghezza limitandosi al solo tratto interrato; con le rampe di accesso al manufatto si arriva a circa 450 metri. In termini di profondità rispetto al suolo, ci si spinge a meno nove metri. La tecnica utilizzata è quella del “cut and cover” che in Italia è nota anche come metodo Milano perchè è il sistema con cui, negli anni Cinquanta - Sessanta del Novecento, si cominciò a costruire la metropolitana milanese iniziando alla linea 1. Il metodo consiste nel LAMBRO La zona dell’intervento OPERA IN FASE DI CONCLUSIONE Il cantiere per la costruzione del tunnel che interessa il centro abitato di Casalmaiocco: utilizzata la tecnica del “cut and cover” (foto di Paolo Ribolini) realizzare innanzitutto due paratìe di guida, che costituiscono i piedritti (portanti) della galleria. A quel punto lo scavo procede a cielo aperto tra le due paratìe; il calcestruzzo viene gettato direttamente sulle armature, procedendo appunto al “cut and cover”, cioè all’avanzamento della copertura che viene successivamente impermeabilizzata. Lo scavo superficiale, sopra la volta, viene reinterrato in modo da ripristinare il livello suolo e il piano campagna. Oggi al di sopra della galleria quello che si vede ha ancora, totalmente, l’aspetto di area cantiere. E probabilmente fino all’imminente 15 maggio non cambierà granchè. Tuttavia i mappali di progetto riportano indicato con chiarezza il Progetto Ambientale Speciale 4, il “Cavo Marocco-Cologno”. L’intervento di compensazione naturalistica è definito “parco di frangia urbana”, non zona a bosco spontanea. In questo c’è una differenza essenziale rispetto al vicino piano di riforestazione “Lambro” vicino all’ex discarica di Montebuono a Vizzolo Predabissi. VIABILITÀ n DA IERI È OPERATIVO L’INCROCIO VERSO SALERANO Via Emilia, apre lo svincolo CANTIERI SULLA VIA EMILIA Dopo i lavori arriva finalmente il momento delle aperture n Continui cambi di scenario sulle strade del Sudmilano con il rush finale della tangenziale esterna. Ieri mattina è stato riaperto l’incrocio fra la provinciale 204 Salerano al Lambro-ss9 Emilia, e quindi è stata ultimata la rotatoria principale di accesso alla stessa Tem. L’innesto della 204 sulla statale risultava bloccato da circa due mesi, quando era stata istituita la deviazione obbligatoria dei mezzi in arrivo dalla 204 verso Villabissone, e di qui nuovamente alla via Emilia. Con la giornata di ieri quindi è terminata anche l’ordinanza di circolazione provvisoria che bloccava la 204 all’altezza di Ceregallo, frazione di San Zenone, e incanalava tutto il traffico sotto il passante ferroviario S1 e di lì verso Sordio. La provinciale Salerano-San Zenone è quindi tornata percorribile in tutto il suo sviluppo, cambiando naturalmente il tipo di innesto sulla statale 9: non più diretto con corsia canalizzata di accelerazione, ma a sistema rotatorio continuo a precedenza. La rotonda 204-ss9 è una delle due “porte di accesso” fondamentali al primo casello della tangenziale esterna, a Vizzolo. Ce n’è un’altra, più vicina a Vizzolo, ma il cantiere in questo caso è ancora operativo. Il secondo rondò non serve ad immettersi direttamente sugli svincoli della superstrada Cerro-Agrate Brianza, ma ha la funzione di rallentare la velocità dei veicoli nel tratto aperto di via Emilia fra Vizzolo e Sordio. Inoltre dal rondò con la circonferenza più ridotta si diparte la strada che collega al resto dell’abitato vizzolese l’area di cascina Legorina e Montebuono, che con la costruzione dell’ autostrada si viene a trovare isolata al margine sud del territorio comunale. MANCA L’ILLUMINAZIONE LE ROTONDE E IL CAVALCAVIA FRA MELEGNANO E VIZZOLO SONO ANCORA NELL’OSCURITÀ n Restano i disagi per gli automobilisti che percorrono quotidianamente, soprattutto di notte, la via Emilia nel tratto fra Melegnano e San Zenone. Nel tratto nuovo della statale, infatti, con il cavalcavia in prossimità della nuova tangenziale est esterna e le due nuove rotonde realizzate subito dopo, manca ancora la pubblica illuminazione e di notte restano completamente al buio. Con la conseguenza che molti automobilisti, colti di sorpresa da quelle opere così recenti, arrivano a forte velocità e finiscono fuori strada. All’inizio di aprile si erano verificati una serie di schianti, proprio in prossimità delle rotonde, e nei giorni scorsi era stato annunciato che, in attesa di posizionare la nuova illuminazione, sarebbero stati posati dei lampeggianti per aumentare la sicurezza e segnalare le svolte. Ma fino a lunedì sera però questi non erano ancora stati accesi, anche se fortunatamente non sono stati segnalati nuovi schianti. Gli svincoli, a circa 200 metri l’uno dall’altro, regolano l’accesso alla Tem, a San Zenone e al raccordo con la provinciale Sant’Angelo-Melegnano. n La soluzione per il “progetto Lambro”, previsto come compensazione della tangenziale esterna di Milano, potrebbe “migrare” in parte da Vizzolo a Cerro, dalla sponda sinistra a quella destra del fiume. Forse sarà questa la decisione che lunedì prossimo sbloccherà il progetto di mitigazione ambientale più importante in tutto il lotto sud della Teem, da Paullo al confine lodigiano. Seimila nuovi alberi da mettere a regime con dieci ettari coinvolti. Dove? I progetti dell’autostrada A58 indicano ancora l’area golenale della discarica chiusa di Montebuono, quindi la scarpata verso il Lambro dalla parte di Vizzolo Predabissi. Tuttavia, di fronte a considerazioni di vario tipo, non ultima quella sull’opportunità di collocare l’intero bosco sotto la discarica, all’inizio della prossima settimana le parti coinvolte potrebbero mettersi d’accordo su una soluzione differente: metà di qui e metà di là. Cioè, più o meno, tremila essenze verdi in comune di Vizzolo e altrettante dal lato opposto del Lambro sotto Cerro, dove la zona ripariale del fiume appare attualmente piuttosto spoglia, con veri e propri “calanchi” di sabbia lungo l’argine. Se sarà questo il destino del progetto ambientale, si saprà fra alcuni giorni, al termine di un confronto fra i soggetti in causa che potrebbe far uscire dal cilindro l’assetto definitivo dell’ intervento verde più impegnativo fra quelli promessi dalla tangenziale. Sono coinvolti la Regione, la città metropolitana di Milano, il Parco agricolo Sud, l’Arpa regionale e i municipi di Vizzolo, Cerro e Melegnano. Il progetto Lambro deve andare a compensare, sia visivamente che in termini di ossigeno restituito, il nodo di origine della tangenziale esterna a Riozzo, frazione di Cerro. Le coordinate dell’operazione vanno dunque a potenziare l’elemento naturale dove un po’ di natura già c’è. In effetti sulla discarica di Montebuono, nei quindici anni passati dall’ultimo conferimento di rifiuti, è già venuta su un po’ da sè un po’ a rimboschimenti una macchia che proprio in questo periodo di primavera dà il meglio del paesaggio. Nella zona, incuneata fra Vizzolo, Cerro e San Zenone, non si arriva per nulla facilmente e non è nemmeno questo l’obiettivo dell’intervento naturalistico. Non si vuole creare un parco urbano in più, ma un «cuscinetto» lasciato a sè stesso che segua i ritmi di un’oasi con il suo equilibrio spontaneo. Il problema di una vera e propria strada di accesso, se si porrà, si porrà nel futuro. Dopo l’avvenuto rimboschimento, che però a questo punto potrebbe riguardare anche Cerro.