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Åna Termar
NOTIZIARIO DELLA CROCE ROSSA DEGLI ALTIPIANI
n. 13 settembre 2008
Autosanitaria
un servizio di qualità che deve essere confermato
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Anno 2, Numero 13
settembre 2008
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i
confin
Åna Termar
NOTIZIARIO DELLA CROCE ROSSA DEGLI ALTIPIANI
n. 13 settembre 2008
Autosanitaria
un servizio di qualità che deve essere confermato
redazione
Erica Basso
Luisa Cortese
Giuliano Mittempergher
Fiorenzo Nicolussi
Elena Plotegher
Silvana Rella
sede redazione
Folgaria
Via Papa Giovanni XXIII, 2
Pagina 2
sommario
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EDITORIALE
Autosanitaria Altipiani:
p.
un servizio di qualità che deve essere confermato
ESPERIENZA
Un volontario in Georgia
p.
5
p.
6
p.
7
p.
9
LEGGI
Il legale risponde
AGGIORNAMENTO PERMANENTE
Barelle e Ambulanze
L’importanza della perfetta taratura
del “sistema” per la sicurezza dei pazienti
trasportati
UN LIBRO AL MESE
Colloqui notturni a Gerusalemme
CORSI
Eventi maggiori e a rischio NBCR
p. 10
NEWS
Le news degli altri
Ultimissime
… da Agrigento
… dal Ministero della funzione pubblica
e dell’innovazione
… dal Trentino
… dagli Altipiani
… da Lavarone
… dalla Sezione femminile
Publistampa Arti grafiche - settembre 2008
carta ecologica con cellulosa proveniente
da foreste amministrate,
sbiancata senza uso di cloro
3
Calendario 2009: chiesa parrocchiale di Luserna
p. 12
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EDITORIALE
Autosanitaria Altipiani:
un servizio di qualità che deve essere confermato
di Giuliano Mittempergher
«E
ssere anziani può essere una stagione della
vita bellissima se la salute e la voglia di vivere ci sorregge. La voglia di vivere c’è ed è
tanta. La salute non sempre è quella che vorremmo, ma occorre accettare assieme all’età anche i problemi che essa porta con sé.
Abbiamo notato con grande sorpresa, caro sindaco, che
quest’anno avete pensato anche a noi anziani con quell’utilissimo servizio che è rappresentato dall’autosanitaria.
A parte la competenza e la gentilezza degli operatori, che
non finiremo mai di ringraziare e dei quali abbiamo avuto
anche bisogno, vogliamo sottolineare la tranquillità che viviamo nel sapere della loro presenza sul territorio.
Da turisti anziani in fondo non chiediamo molto: un po’
di tranquillità, qualche passeggiata, qualche cibo genuino e,
soprattutto, qualcuno che, in caso di necessità, si occupi di
noi.
E per noi necessità significa problemi di salute, che, lontani da casa e dalle nostre sicurezze, costituiscono una costante preoccupazione.
Sapere che c’è questo servizio per noi significa sicurezza,
tranquillità e una vacanza serena. E con questa lettera vogliamo ringraziarla nella speranza che continui anche per il
prossimo anno».
A questa lettera sono seguite circa 200 firme. Dello
stesso tenore sono arrivate altre tre lettere, nelle quali
turisti e residenti sottolineano la novità positiva di questo servizio e invitano le autorità a garantirlo anche per
il futuro. Le lettere sono state inviate ai sindaci, all’Azienda sanitaria provinciale e all’assessore provinciale alle politiche per la salute.
Di questi tempi sentire degli elogi su un servizio
pubblico non è cosa da poco. D’altronde i numeri parlano chiaro. Nel corso dei due mesi estivi appena trascorsi, abbiamo constatato, dati alla mano, la validità di
questo progetto. In alcuni casi è risultato determinante, in altri la presenza dell’infermiere ha risparmiato
inutili ricoveri al pronto soccorso.
Sono state 548 le persone viste dall’infermiere dell’autosanitaria a luglio e agosto, 100 delle quali erano
residenti. Non per tutti si è trattato di urgenza sanitaria; per molti anziani si è trattato solo di un controllo
dello stato di salute, verifica della terapia ecc. In due
mesi 96 sono state le uscite del mezzo in appoggio all’ambulanza: di queste uscite per 61 persone è stato necessario il ricovero: 27 sono state accompagnate dall’infermiere fino al pronto soccorso, per 4 si è richiesto
l’intervento del medico e 11 sono state ricoverate in
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EDITORIALE
elicottero. Per 35 persone non è stato necessario il ricovero. Con un evidente risparmio di denaro pubblico, l’utilizzo improprio di un mezzo di soccorso, ma soprattutto uno stress evitato al paziente. Con i soli
volontari queste persone sarebbero tutte state portate al
pronto soccorso… inutilmente. Un salto di qualità nel
soccorso sanitario che altre realtà ora ci invidiano.
L’infermiere in autosanitaria è stato richiesto a Tione, Madonna di Campiglio, Fiera di Primiero; a Rovereto l’Azienda sanitaria, sull’esempio degli Altipiani, ha
convocato tutte le associazioni che operano nell’ambito del soccorso proponendo il nostro progetto.
Se vogliamo, aver preso per primi una simile iniziativa è una soddisfazione, ma anche uno stimolo per
continuare a credere nelle cose che facciamo. Se i progetti sono seri, se le persone che li propongono si mettono in gioco, se l’organizzazione è credibile, alla fine
i risultati si ottengono.
Ora è necessario che il progetto da sperimentale diventi definitivo. È necessario che Trentino Emergenza
se ne faccia carico fornendo gli infermieri. Che noi conorario
tinuiamo a fare la nostra parte, potenziando e migliorando la logistica della postazione di Carbonare. È opportuno che la presenza dell’autosanitaria sia estesa anche ai fine settimana nel periodo di bassa stagione. Se
ci crediamo, la cosa si farà. I dati lo dicono. Le persone
anche. E quindi avanti.
Riportiamo nella tabella qui di seguito i dati globali dell’attività dell’autosanitaria nel 2008.
9-17
9-17
9-17
7-21
7-21
1524 ore
gennaio
febbraio
marzo
luglio
agosto
144 giorni
mesi
N° Eventi
32
46
37
261
282
658
con paziente
32
46
37
271
277
663
3
6
14
40
60
123
Rosso
8
7
3
23
23
64
Giallo
16
28
12
20
29
105
verde
0
0
0
1
0
1
1
3
10
2
13
8
36
2
21
30
15
21
39
126
3
2
0
0
3
4
9
4
0
0
0
1
0
1
C1
22
34
13
9
17
95
C2
4
3
3
11
14
35
C3
0
2
0
2
1
5
C4
1
0
0
1
2
4
C5
0
0
0
0
0
0
C6
0
0
0
1
0
1
C7
0
0
0
1
2
3
C8
4
2
3
18
10
37
C9
0
0
0
0
0
0
C0
0
0
0
0
0
0
24
34
16
23
38
135
accompagnato
9
3
4
9
18
43
medico
0
2
0
3
1
6
elisoccorso
0
2
0
5
6
13
residenti
codice uscita
codice valutazione
Patologia
ricovero
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ESPERIENZA
Un volontario in Georgia
di Silvana Rella
I
l 22 agosto 2008 un volontario del Comitato Altipiani, appartenente al gruppo di Folgaria, è partito
con la colonna di mezzi della CRI italiana per portare aiuti umanitari alle popolazioni della Georgia
sconvolte dalla guerra. Non sta a noi, come volontari di
un’associazione che ha tra i suoi sette principi la “neutralità”, analizzare i fatti, né schierarci da una parte o
dall’altra dei contendenti, né cercare chi ha colpe maggiori o chi è maggiormente condannabile.
Comunque sia, dove si svolge un conflitto, la follia
distruttrice della guerra porta sempre con sé, e lascia dietro di sé, strascichi di profondo dolore fisico, ma specialmente morale. Si stringe il cuore a vedere le immagini che la televisione porta nelle nostre case: gente in
fuga, che con il solo sguardo chiede aiuto. I bambini sono i più innocenti, sono quelli che con più immediatezza ci commuovono, ma tutti soffrono, tutti.
Si prevedeva che l’operazione durasse sei giorni per
il viaggio di andata, due per scaricare gli aiuti e montare
le cucine, e sei per il ritorno. La necessità di aiuti si è rivelata maggiore di quanto previsto; so che si è arrivati
a distribuire cinquemila pasti al giorno. A oggi, 4 settembre, non c’è ancora una data stabilita per il ritorno
dal campo profughi.
Sul prossimo numero di “Senza Confini”, quando
speriamo che l’emergenza sia rientrata, potremo essere
più esaurienti sull’esperienza vissuta dal nostro volontario. Nel frattempo vi propongo la lettura di questo
scritto, di cui non conosco l’autore, che trovo pertinente alla situazione.
«Il mio amico non è tornato dal campo di battaglia,
signore. Le chiedo il permesso per andare a cercarlo»,
disse un soldato al suo tenente.
«Permesso negato!» replicò l’ufficiale. «Non voglio
che lei rischi la sua vita per un uomo che probabilmente è già morto».
Il soldato, senza prestare attenzione al divieto, se ne
andò e un’ora dopo ritornò ferito mortalmente, trasportando il cadavere dell’amico.
L’ufficiale era furioso: «Le avevo detto che ormai era
morto! Mi dica se valeva la pena andare fin là per recuperare un cadavere!?».
Il soldato, moribondo, rispose: «Certo signore!
Quando l’ho trovato era ancora vivo e ha potuto dirmi:
“Ero sicuro che saresti venuto!”».
Un amico è colui che arriva sempre, anche quando
tutti ti hanno già abbandonato! SENZA CONFINI | n. 13 settembre 2008
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LEGGI
Il legale risponde
di G. Montecchi
Nel fare volontariato, consciamente o inconsciamente, ci
troviamo spesso a fronteggiare problemi e situazioni impreviste che non sempre riguardano aspetti sanitari, ma più in
generale la vita delle persone intesa nel suo senso più ampio. Talvolta, comportamenti che riteniamo improntati al
buon senso creano situazioni che poi devono essere risolte
attraverso il codice civile. La legge non ammette ignoranza
e quindi riteniamo importante aprire sul nostro giornale uno
spazio dove affrontare di numero in numero le problematiche legate alle responsabilità che ogni giorno da volontari
siamo chiamati ad affrontare. Non per spaventare ma per
permetterci di essere consapevoli di quello che facciamo.
Questo spazio sarà curato dal dottor Giovanni Montecchi,
delegato provinciale agli aspetti legali. A lui potremmo rivolgere i nostri quesiti, e i nostri dubbi che con la sua consolidata esperienza e competenza cercherà di risolvere attraverso questa rubrica.
L’obbligo alla riservatezza e alla tutela dei dati personali
quando e in che misura può interessare il volontario del
soccorso?
Oltre all’importantissimo obbligo di “intervento
specifico e appropriato” (con tutto ciò che comporta
questa definizione), fra i diversi altri doveri che gravano sul soccorritore c’è anche l’obbligo alla riservatezza.
Fino all’emanazione della Legge n. 675/1996, poi
sostituita dal D.lgs. 196/2003, Codice in materia di protezione dei dati personali, la tutela dell’intimità e della
vita privata delle persone era ricavata da quell’insieme
di norme costituzionali che garantiscono le singole manifestazioni della personalità: l’inviolabilità del domicilio, la libertà di espressione, di movimento, di religione, di esprimere le proprie idee, il diritto alla segretezza
di ogni forma di comunicazione, la pari dignità sociale, ecc. Dalle singole disposizioni costituzionali, globalmente considerate, prendeva cioè forma una tutela
complessiva della persona, che però si limitava alla fissazione di principi, senza che la loro violazione fosse
adeguatamente sanzionata.
Ora, la citata specifica normativa ha introdotto una
disciplina dettagliata per il trattamento dei dati personali, di cui sia venuto in possesso qualsiasi soggetto,
pubblico o privato, per ragioni legate alla propria attività professionale. È stato cioè riconosciuto per legge il
diritto, e sanzionata la sua lesione, che ognuno ha di
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escludere dall’altrui conoscenza quanto attiene alla
propria vita privata.
Nell’esercizio dell’attività di soccorso si è pertanto tenuti al fermo rispetto di tale disciplina, che ha ampliato la protezione istituendo particolare tutela per i dati
personali sensibili, cioè quelli «idonei a rivelare l’origine
razziale ed etnica, le convinzioni religiose, politiche e
filosofiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni e
i dati personali idonei a rivelare le condizioni di salute
e la vita sessuale delle persone». Non sono considerati
sensibili i dati identificativi, cioè quelli anagrafici, i quali con il consenso dell’interessato possono essere utilizzati
da aziende o imprese di servizi per scopi promozionali
o commerciali attinenti l’attività delle imprese stesse.
L’obbligo di riservatezza quindi ora non è più soltanto un comportamento etico o un dovere morale, ma
un vero e proprio obbligo giuridicamente imposto. Per
quanto poi in particolare attiene al soccorritore, essendo pacifico che la sua opera costituisce l’esercizio di una
funzione pubblica, gravano su di lui anche le disposizioni di cui all’art. 326 del codice penale in materia di
rivelazione di notizie d’ufficio. È pertanto uno dei doveri
fondamentali del soccorritore, quale incaricato di un
pubblico servizio, mantenere il segreto su ogni notizia
di cui sia venuto a conoscenza nell’esercizio delle proprie funzioni, e che, se diffusa, potrebbe arrecare nocumento al prestigio, all’onore, al patrimonio o alla libertà della persona soccorsa.
Va infine fatto infine rilevare, solo per completezza
di trattazione dell’argomento, che è molto dibattuto il
limite del diritto alla riservatezza in relazione ad altri diritti, pure sanciti dalla legge, il cui esercizio può costituire un’aggressione all’altrui privacy. È il caso, per esempio, del diritto di cronaca che dovrebbe trovare un limite
nel diritto alla riservatezza del singolo. Per cui la divulgazione di fatti privati, pur rappresentando una potenziale lesione alla vita delle persone, viene giustificata
dall’esigenza di fornire notizie che è opportuno far conoscere al pubblico. Questo conflitto fra diritti diversi,
specie dopo le recenti pubblicazioni di intercettazioni
telefoniche relative a personaggi importanti, rende necessario individuare quando sia lecito il sacrificio di un
diritto per affermarne un altro. Ricerca, questa, che, in
ogni caso, costituisce il bilanciamento fra diverse opportunità socialmente avvertite e oggetto di un quasi
quotidiano dibattito sia giuridico sia politico. CRI_senzaCONFsett08
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AGGIORNAMENTO PERMANENTE
Barelle e Ambulanze
L’importanza della perfetta taratura del “sistema” per la sicurezza
dei pazienti trasportati
di Nicola Campani, responsabile R&D di Ferno Italia
L
a barella non è un accessorio dell’ambulanza, ma ne
costituisce il cardine essenziale. Per le normative e
per la logica stessa non può esistere ambulanza senza barella, allo stesso modo di come non può esistere una
sala operatoria senza tavolo operatorio. La barella rappresenta il posto fisico per il paziente, intendendo il paziente come centro e soggetto della prestazione del sistema di soccorso; la barella deve essere quindi considerata
come cardine prestazionale del sistema stesso.
La barella principale, come definita dalle normative
vigenti, deve garantire la sicurezza e il comfort del paziente durante il trasporto in ambulanza e durante i trasferimenti e le procedure terapeutiche d’urgenza.
Le superfici paziente devono consentire le procedure di rianimazione cardio-polmonare e le posture clinicamente utili (ortopnoica e anti-shock). Oltre a ciò, la
barella principale deve essere uno strumento di lavoro
per gli operatori che permette, attraverso caratteristiche tecniche, di agevolare le prestazioni e rendere efficace il lavoro svolto e la relativa qualità del sistema di
trasporto e soccorso. Trasportare e operare su di un paziente che necessita di cure è senza ombra di dubbio da
considerare un compito delicato e importante che necessita dei migliori strumenti e della massima dedizione. Negli anni si sono sviluppate soluzioni sempre più
avanzate per rendere il sistema barella/ambulanza uno
strumento sempre più efficiente e sicuro. La progettazione del mezzo di soccorso non può prescindere dalla
barella, proprio per favorire la genesi del giusto sistema personalizzato per la migliore prestazione.
Le barelle vengono progettate e realizzate per rispondere a diverse esigenze di utilizzo, si distinguono
in barelle da soccorso e barelle da trasporto. Le barelle
da soccorso garantiscono elevate adattabilità a posture
diverse del paziente e all’integrazione con i dispositivi
medicali utilizzati; le barelle da trasporto, invece, sono
studiate per un utilizzo frequente e per questo sono prive di orpelli meccanici, che ne potrebbero compromettere un uso agevole e che potrebbero richiedere interventi di manutenzione più ravvicinati.
Una volta scelto il tipo di utilizzo del mezzo, la barella deve essere regolata sul mezzo che la deve accogliere e viceversa. Ecco che ad altezza del pianale di carico del mezzo corrisponde una tipologia di barella e
dimensioni dei piani di caricamento. Le altezze del piano di carico e le tolleranze tra queste e l’altezza di caricamento della barella devono essere tenute in massima
considerazione per garantire il corretto funzionamento di
tutti i meccanismi di sicurezza delle barelle e in funzione
di ciò la sicurezza generale del paziente.
Un fattore estremamente importante dell’allestimento di un’ambulanza è il dettaglio di precisione delle regolazioni tra barelle e pianale di caricamento. A tale proposito è fondamentale la sinergia e lo scambio di
informazioni tra il produttore della barella e l’allestitore del mezzo: questa sinergia permette infatti di regolare nel migliore dei modi l’allestimento e le distanze
fondamentali con la barella in dotazione, per poter
consentire a tutti i meccanismi il miglior funzionamento.
Tra le distanze fondamentali che vengono considerate nel progetto di una barella vi sono l’altezza di caricamento e la lunghezza o distanza di caricamento.
Vediamo alcune definizioni:
• Ruote di caricamento: applicate al lato testa della barella, permettono di trasferire il carico del paziente e
della barella sul pianale di carico delll’ambulanza, prima di sbloccare le gambe della barella.
• Altezza di caricamento della barella: distanza tra il suolo e le ruote di caricamento.
• Lunghezza di caricamento: distanza tra il fulcro delle
ruote di caricamento e il primo punto di contatto tra
barelle e propaggine del mezzo (generalmente pa-
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AGGIORNAMENTO PERMANENTE
raurti o predellino); questa rappresenta il tratto utile al trasferimento
del peso dalle ruote della barella al
pianale del mezzo.
L’altezza di caricamento corretta
permette ai carrelli della barella di
aprirsi completamente durante lo
scarico dall’ambulanza in modo automatico e permette di trasferire il peso sul pianale di
carico, prima di sbloccare il carrello testa durante la manovra di caricamento.
L’altezza del piano del mezzo corretta per le barelle
“autocaricanti” deve sempre essere superiore di pochi
centimetri rispetto all’altezza di caricamento della
barella, per consentire all’operatore di far “salire” la
barella sull’ambulanza sollevando il carrello testa da
terra (alleggerendolo del carico) e permettendone il ripiegamento durante la manovra di caricamento o la
completa distensione durante la manovra di scarico.
Un’altezza scorretta (più bassa) del piano del mezzo
rispetto alla barella può causare la caduta del complesso
barella/paziente sul piano, durante il caricamento, con
sollecitazione del paziente e degli organi meccanici della
barella, o peggio, la caduta a terra della barella e del paziente durante lo scarico dal mezzo, se il carrello testa non
si distende completamente sino al blocco di sicurezza.
La lunghezza di caricamento della barella deve sempre essere superiore alla distanza tra il piano di carico
(dove poggeranno le ruote di caricamento) e l’ultima
propaggine dell’ambulanza che impatta contro il carrello testa della barella al momento del carico. Un’errata combinazione potrebbe causare l’impossibilità di
caricare la barella sull’ambulanza, se la stessa non consente di trasferire il carico del carrello testa sul pianale
o la caduta del paziente e della barella durante lo scarico per la mancata distensione completa del carrello
testa al momento dello scarico (perché impatta su paraurti o predellino del mezzo). La maggior parte di problemi o incidenti che capitano durante le fasi di carico
o scarico del paziente dall’ambulanza avvengono per
un’errata combinazione tra barella e ambulanza nelle
distanze fondamentali.
Un altro fattore determinante per il corretto funzionamento delle barelle è il dispositivo di bloccaggio
al pianale del mezzo. La normativa vigente prevede che
la barella risulti solidale al mezzo (come ogni altro strumento a bordo) anche se sollecitata da accelerazioni sino a 10G nelle principali direzioni del
moto.
Per il fissaggio della barella vengono utilizzati agganci che devono
reggere circa 10 volte il peso del complesso barella paziente standard (in accordo con ECE R16 Annex 7).
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Al termine di un test dinamico
(crash test) eseguito da un ente notificato, il complesso non deve avere
prodotto lesioni agli occupanti, durante lo spostamento, e aver riportato spostamenti finali superiori ai 150
millimetri.
I fissaggi dedicati alle barelle con
queste caratteristiche sono dichiarati
nei rispettivi manuali d’uso e manutenzione e non possono essere sostituiti con fissaggi non espressamente
previsti dal costruttore, pena il decadimento della conformità CE. Anche nella disposizione di detti bloccaggi vanno rispettate le distanze fondamentali. Il bloccaggio lato operatore della barella dovrà essere fissato al
pianale in posizione tale da non interferire con le procedure di caricamento e scarico e a una distanza tale
dal bloccaggio lato testa da consentire un sicuro bloccaggio di entrambi gli estremi.
Alcuni tra i fattori determinanti la sicurezza del paziente, durante le operazioni con le barelle, sono influenzati da abitudini e addestramento del personale,
anche questo previsto dalla normativa vigente, che
non consente a personale non appositamente addestrato l’utilizzo dei dispositivi medici. Va infatti ricordato che la barella principale è classificata dalla legge
italiana come dispositivo medico e come tale è soggetta
alla direttiva della Comunità Europea che ne determina le caratteristiche e i requisiti d’uso (CEE 93/42 e
DL 46/97).
Tra le abitudini che vanno considerate nel gestire correttamente il sistema barella/ambulanza risulta importante, per esempio, per la sicurezza delle procedure, l’assenza di
personale a bordo della cellula sanitaria dell’ambulanza
(retro), durante le fasi di carico e soprattutto di scarico del
paziente con la barella.
La presenza di persone nel vano posteriore dell’ambulanza ne varia normalmente l’altezza dal suolo
agendo sulle sospensioni. Se queste non sono particolarmente rigide o autolivellanti la riduzione dell’altezza di caricamento può seriamente compromettere la
distanza utile alla completa apertura del carrello testa
delle barelle, determinando la caduta al suolo del paziente.
Questa come altre procedure, non deve essere lasciata alla discrezionalità degli operatori, ma va illustrata e divulgata durante appositi corsi previsti dai produttori, al fine di ottenere i migliori risultati dagli
strumenti che si sono adottati e incrementare la sicurezza e la qualità del
servizio di trasporto e soccorso, con
l’adozione del giusto sistema barella/ambulanza, che dovrà essere gestito, monitorato e mantenuto nel tempo in perfetta efficienza. CRI_senzaCONFsett08
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UN LIBRO AL MESE
Un libro al mese
Questo mese vogliamo parlarvi di un libro non ancora uscito in Italia.
Si tratta di Colloqui notturni a Gerusalemme, pubblicato in Germania
dall’editore Herder; il suo autore è il cardinale Carlo Maria Martini.
In attesa di leggerlo in italiano, riproduciamo un articolo
di Concita De Gregorio, apparso sul supplemento de “La Repubblica”.
G
erusalemme è «un bel posto per morire, un brutto posto per un moribondo» dice Carlo Maria
Martini alla giornalista Lola Galán che è andata
a trovarlo a Gallarate, nella residenza medica dei gesuiti dove da pochi mesi il cardinale combatte i progressi del Parkinson, assistito da un logopedista che gli
sta «insegnando a parlare di nuovo».
La malattia gli ha imposto di lasciare la Città Santa
e di ritirarsi nella provincia lombarda. Negli stessi giorni esce in Germania il suo nuovo libro, Colloqui notturni a Gerusalemme, testamento spirituale e personale di
un uomo che a 81 anni è l’ultima grande voce progressista della Chiesa. L’anti-Ratzinger che più d’uno
considerava l’antagonista di Benedetto XVI nell’ascesa
al soglio pontificio. Tuttavia, scrive Galán, «Martini si
presentò al conclave appoggiandosi a un bastone. Nel
metalinguaggio vaticano quel bastone significava:
“Non eleggetemi, sono ammalato”».
Leggere Martini è sempre un’esperienza di riconciliazione tra opinioni anche molto distanti. D’altra parte è questo il lemma che scelse per lo scudo cardinalizio: “Amare la parte avversa per amore della verità”. Si
esprime qui di nuovo su temi di dibattito contemporaneo: parla del rifiuto dell’accanimento terapeutico, ammette la possibilità della ricerca su ovociti prima della
divisione delle cellule. Sulla omosessualità dice: «Conosco coppie omosessuali, uomini molto stimati e attivi nella società. Non mi sarebbe mai venuto in mente di condannarli, né mi è stato chiesto di farlo».
Con soave erudito colpo di bisturi concede due parole sul libro di Benedetto XVI, Gesù di Nazareth, pubblicato l’anno scorso: «Un libro gradevole, anche se si
vede chiaramente che l’autore non ha studiato direttamente i testi critici del nuovo testamento». L’autore, il
papa.
Ignazio Marino, il chirurgo oggi senatore del Pd, tra
gli ultimi a fargli visita a Gerusalemme, racconta della
loro visita al Santo Sepolcro alle sette del mattino, in assoluta solitudine, Martini a far da guida tra i resti archeologici e poi fino al benzinaio, a fianco dell’Istitu-
to biblico dove «si beve il miglior espresso della città».
«È semplicemente un uomo che si azzarda a pensare»
dice Marino di lui. Si azzarda a pensare. Bello, rischioso. A Milano, nella vita frenetica della metropoli predicava il silenzio e chiedeva alle migliaia di fedeli che
accorrevano a messa che si concedessero una pausa nelle loro vite. Un momento di attenzione a se stessi, un
contrappunto di meditazione, un controtempo. Pausa,
silenzio. Poi andava in periferia a occuparsi di un vecchio solo, di una piccola storia marginale, di gente qualunque. Se fosse oggi a Catania sono sicura che a Martini non sfuggirebbe la battaglia della “donne di San
Cristoforo”. Un gruppo di donne semplici di un quartiere popolare e storico che si sono costituite in comitato per evitare lo sfratto da scuola dei propri figli. La
scuola è l’Istituto “Andrea Doria”, proprietario dello
stabile che la ospita è l’Arcivescovado e il Comune da
due anni non paga più l’affitto. […] È una piccola storia ordinaria, ma non per quelle donne, non per quel
quartiere, non per la speranza di riscatto che la scuola
incarna. Martini, se la malattia glielo consentisse, scriverebbe almeno, di sicuro, una lettera a quelle famiglie.
Lasciate che i bambini vengano a me: del resto, se non
di questo, di cosa ha senso ancora occuparsi? SENZA CONFINI | n. 13 settembre 2008
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CORSI
Eventi maggiori e a rischio NBCR
(nucleare, biologico, chimico, radiologico)
Corso di base per personale dell’emergenza sanitaria - anno 2008
Programma
P
er il quinto anno consecutivo avrà luogo la formazione di base in tema di interventi maggiori di
emergenza, anche a rischio NBCR, promossa da
Trentino Emergenza 118.
Il corso è indirizzato al personale di Trentino Emergenza 118 e delle associazioni convenzionate. Ogni edizione consta di due moduli di quattro ore ciascuno per
un totale di otto ore di formazione.
Il primo modulo, teorico, affronta gli aspetti concettuali specifici; il secondo modulo, pratico, fornisce
l’addestramento di base per l’acquisizione di un metodo d’intervento di soccorso negli eventi maggiori (comprensivo del triage rapido per la categorizzazione di un
elevato numero di vittime), l’utilizzo dei dispositivi di
protezione individuale indicati nella circostanza e l’impiego dell’unità mobile di decontaminazione.
Ogni edizione si svolge nell’arco di un’intera giornata, dalle ore 9.00 alle ore 18.00 circa, con breve pausa per il pranzo; è prevista la partecipazione massima di
trenta persone; sarà data la precedenza a coloro che
non abbiano seguito precedenti edizioni del corso.
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Infatti, a partire da quest’anno, chi abbia già partecipato
a edizioni precedenti, è tenuto a iscriversi a un modulo pratico-addestrativo parallelo, che si svolge di mattina, per il quale è prevista la partecipazione massima di venti persone.
Per l’anno 2008 sono in programma tre edizioni,
nelle date indicate di seguito.
Edizione
Data
1
sabato 13 settembre
2
sabato 4 ottobre
3
sabato 6 dicembre
Sede degli incontri le aule dell’Ufficio formazione
della APSS, site al primo piano della palazzina di via
Orsi n. 1 a Trento.
Ai partecipanti è richiesta la divisa di servizio prevista per gli interventi di soccorso.
Inoltre, si segnala che la struttura ospitante ha una
disponibilità di posti auto alquanto limitata.
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CORSI
Modulo teorico (ore 9.00-13.00)
Tempo
Argomento
Docente
9.00-10.00
Modello di gestione di un evento di emergenza
maggiore (maxiemergenza)
medico 118; (infermiere 118)
10.00-10.30
Specificità della gestione di eventi di emergenza
maggiore a rischio NBCR
medico 118; (infermiere 118)
10.30-10.40
Coordinamento interforze nell’ambito della Protezione medico 118; (infermiere 118)
Civile e della Difesa Civile
10.40-11.00
Allarme e sua diramazione negli eventi a rischio medico 118; (infermiere 118)
NBCR, attivazione dei soccorsi e loro coordinamento
11.00-11.15
Pausa
11.15-11.30
Dispositivi di protezione individuale e modalità di medico 118; infermiere 118; infermiere 118
decontaminazione delle vittime e degli operatori
11.30-13.00
Il triage rapido: illustrazione e addestramento
medico 118; infermiere 118; infermiere 118
Modulo pratico (ore 14.00-18.00)
I partecipanti vengono divisi in quattro gruppi: A1, A2, B1 e B2. I gruppi si alternano nelle tre stazioni di
addestramento come indicato nella tabella successiva.
Stazione
Istruttori
Orario
Gruppo/i
1. Simulazione di intervento medico118; infermiere 118; 14.00-16.00
maggiore su plastico
istruttore CRI; istruttore CRI 16.00-18.00
A1 e A2; B1 e B2
2. Struttura di decontaminazione infermiere 118
operatore tecnico 118
14.00-15.00
15.00-16.00
16.00-17.00
17.00-18.00
B1; B2; A1; A2
3. Dispositivi di protezione
14.00-15.00;
15.00-16.00
16.00-17.00
17.00-18.00
B2; B1; A2; A1
infermiere 118
Modulo pratico parallelo (ore 14.00-18.00)
I partecipanti vengono divisi in quattro gruppi: A1, A2, B1 e B2. I gruppi si alternano nelle tre stazioni di
addestramento come indicato nella tabella successiva.
Stazione
Istruttori
Orario
Gruppo/i
4. Simulazione di intervento medico 118; infermiere 118; 14.00-15.00
maggiore su plastico
istruttore CRI; istruttore CRI 15.00-18.00
A1 e A2; B1 e B2
5. Struttura di decontaminazione infermiere 118; operatore
tecnico 118
14.00-15.00
15.00-16.00
16.00-17.00
17.00-18.00
B1; B2; A1; A2
6. Dispositivi di protezione
14.00-15.00
15.00-16.00
16.00-17.00
17.00-18.00
B1; B2; A1; A2
infermiere 118
Chi fosse interessato è pregato di farlo sapere al proprio delegato di Protezione Civile o al proprio ispettore/commissario di gruppo. SENZA CONFINI | n. 13 settembre 2008
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NEWS
Le news degli altri
Dalla Fao
La Fao (Food and Agriculture Organization) ha lanciato un appello ai paesi ricchi perché incrementino gli
aiuti alimentari ai paesi poveri. Infatti, il numero di
persone che patiscono la fame nel mondo è salito di
cinquanta milioni rispetto al 2007, in seguito agli aumenti di prezzo dei prodotti alimentari. Il presidente
della Fao, Jacques Diouf, ha spiegato che si è arrivati a
ciò per la combinazione di vari fattori, tra i quali ha
Dalla Caritas
Anche la Caritas di Milano risente della crisi generale che sta vivendo il volontariato. Per la prima volta
da anni, quest’anno la consegna dei pasti agli anziani
soli è in difficoltà e perfino i bandi del servizio civile
non hanno riscosso il consueto successo. Per quel che
riguarda questi ultimi, alla Caritas fanno notare che un
10 per cento delle persone che fanno domanda di ser-
Da Emergency
Emergency ha lanciato la campagna Adotta un ospedale. Adottare un ospedale di Emergency significa sostenere tutte le sue attività e garantire ai pazienti tutte
le cure necessarie in paesi dove il diritto alla salute è
spesso un diritto negato.
Per saperne di più: http://www.adottaunospedale.org
Presso il Centro di riabilitazione di Sulaimaniya prosegue il programma di reinserimento sociale, chiamato Vocational Training. Si tratta di corsi professionali
della durata di sei mesi, dedicati ad amputati e portatori
di handicap. Sartoria, lavorazione della pelle, produzione di clash (le tradizionali scarpe curde intrecciate a
mano), falegnameria, carpenteria metallica leggere sono le materie dei laboratori.
Terminato il corso, Emergency si impegna per
tre mesi a sostenere i “neo-diplomati” nell’apertura
di un’attività commerciale. È un’opportunità di au-
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annoverato la rapida espansione dei biocarburanti, la
scarsa produzione di prodotti alimentari, dovuta al
cambiamento climatico, oltre alla siccità e alle inondazioni, intervenute in un momento in cui le scorte di
cereali sono al livello più basso degli ultimi trent’anni.
Responsabili della crisi sono anche le misure prese dai
paesi ricchi per proteggere i loro agricoltori dal gioco
speculativo alla Borsa di Chicago, il più grande mercato del frumento del mondo.
Per saperne di più: www.fao.org
vizio civile proviene da situazioni di disagio, vale a dire che vede tale attività come un’alternativa al lavoro
che non c’è.
A Roma, dove invece i volontari non mancano, si registra una nuova e allarmante domanda di aiuto. Le quattro mense della Caritas forniscono mille pasti al giorno,
mentre il Centro Astalli ha dovuto raddoppiarne il numero, arrivando a sfornare seimila menù al mese.
Per saperne di più: caritasitaliana.it
tonomia per tutti, specialmente importante per le
donne.
Shawbo Ahmed Fatah ha 23 anni ed è nata con una
malformazione alle articolazioni del bacino, a causa
della quale non muove la gamba destra e utilizza solo
parzialmente la sinistra. Shawbo proviene da una poverissima famiglia del villaggio di Zarayan. Ha lasciato
la scuola al terzo anno delle superiori perché la malattia non le permetteva di affrontare tutti i giorni il viaggio tra casa e scuola. Il magro stipendio di commesso
del padre di Shawbo basta a malapena per pagare l’affitto della casa dove vive con la moglie e i nove figli. Il
cibo e i beni di prima necessità sono garantiti dai sussidi governativi.
Shawbo ha iniziato il corso di sartoria a febbraio e da
allora vive nella guest house del Centro di riabilitazione.
Un week-end al mese torna a casa, dove sta già pensando di allestire una sua piccola sartoria, che spera
cambierà la sua vita e quella di tutta la sua famiglia.
Per saperne di più: http://www.emergency.it
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NEWS
Ultimissime…
… da Agrigento
Felicità è sentir musica con le mani: ad Agrigento il primo rave per sordi. I partecipanti stringeranno palloncini
che amplificano le vibrazioni degli altoparlanti.
Non è vero che per capire la musica bisogna per forza
avere buon orecchio. Quando l’udito non funziona e il
mondo fuori è muto, basta avere un palloncino tra le dita. Lasciarsi attraversare dalle vibrazioni delle frequenze, farle scorrere dalle mani al corpo e fino nella testa.
Interpretare. E muoversi a ritmo.
Non dev’essere impossibile se, a farlo, ci hanno provato
almeno un migliaio di ragazzi non udenti. Con pullman
organizzati o in treno, in macchina o con un volo dell’ultimo minuto, si sono tutti dati appuntamento il 14 agosto in Sicilia, nella frazione di San Leone, Agrigento, dove allo scoccare della mezzanotte ha avuto inizio il primo
vero, grande rave party per sordi mai organizzato in Italia. Andrea Ruffo, 23 anni, non udente e studente universitario di economia, è uno degli organizzatori dell’iniziativa, insieme all’Ente nazionale sordi della città e
al Comitato giovani sordi di Ragusa. All’estero i rave party per sordi esistono da anni e sono organizzati dal DJ
Troi Chinaman Lee, che è stato il primo a inventarli e che
ha suonato proprio a San Leone. A San Leone, contrariamente alle precedenti esperienze, il rave sarà all’aperto:
attraverso i palloncini che sono stati distribuiti a tutti, i ragazzi non udenti hanno potuto sentire le vibrazioni delle onde sonore e ballare tutta la notte.
Dopo che l’invito è girato su Internet, da una sezione all’altra dei non udenti d’Italia, sono arrivate quasi 1500
adesioni. Si è trattato soprattutto di giovani, ma anche
di famiglie con bambini. L’iniziativa, che è stata finanziata dal Comune, ha avuto inizio alle nove del mattino,
con tornei di calcio e pallavolo, con l’esibizione di tre
ballerine sorde, con un gruppo che ha cantato l’Inno di
Mameli con i segni, e così via.
Troi Chinaman Lee, anche lui non udente, che con i suoi
Deaf DJ (deaf in inglese significa sordo) organizza eventi in Europa dal 2003, intende con questo far uscire i ragazzi sordi dal loro isolamento, perché anche loro amano ballare, sentire il ritmo, e hanno voglia di comunicare
e di conoscersi. La lingua dei segni in questo è imbattibile, perché è universale. La musica poi lo è ancora di
più: collega al mondo esterno, che tu ci senta o meno.
… dal Ministero della funzione pubblica e dell’innovazione
Per chi vuol andare in pensione anticipata, il decreto
legge 112 (più comunemente chiamato decreto Brunetta) all’articolo 72 dispone che:
• il dipendente pubblico, nei 5 anni antecedenti la data
per il raggiungimento della contribuzione massima,
cioè i 40 anni, può chiedere l’esonero dal servizio;
• la domanda deve essere presentata entro il 1° marzo
di ogni anno, purché entro la fine di quell’anno il dipendente raggiunga il requisito minimo di anzianità
di 35 anni (es. faccio domanda il 1° marzo, ma raggiungo i 35 anni a settembre);
• durante questo periodo il trattamento economico sarà
pari al 50% di quello complessivamente goduto, cioè
la somma delle competenze fisse e quelle accessorie;
• la domanda è soggetta alla valutazione dell’Amministrazione di appartenenza;
• allo scadere dei 40 anni, quale cumulo di quelli effettivamente lavorati (per ipotesi 35 anni) e quelli trascorsi in questa posizione (ulteriori 5 anni), al dipendente compete il trattamento di quiescenza come se
fosse rimasto in servizio, cioè come se avesse lavorato 40 anni;
• durante questo periodo il dipendente può svolgere
un’altra attività lavorativa, ma se si tratta di un’attività di volontariato “certificata”, svolta in modo esclusivo e continuativo, la percentuale del 50% sale al 70%.
Se qualche volontario ci aveva pensato, ora c’è questa
possibilità.
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NEWS
… dal Trentino
Servizio d’ascolto
della CRI Trentino
Come tutti ben sappiamo, il lavoro del VdS è certamente fonte di molte gratificazioni, ma anche talvolta occasione di stress o sofferenza: ci sono momenti in cui situazioni particolarmente difficili o condizioni personali
“diverse” ci rendono più fragili; in tali momenti superare un’esperienza che ci ha colpito può diventare più faticoso del dovuto e cominciamo ad avvertire una tensione eccessiva.
Per tali ragioni e con la certezza di venire incontro a necessità più volte manifestate nel corso del tempo, il Comitato provinciale di Trento ha attivato uno “sportello
ascolto”, gestito da una psicologa appartenente alla CRI,
a disposizione di tutti i volontari del soccorso che ritengano di farne uso.
È importante sottolineare come tale attività non sia da
intendersi come “momento di cura”, ma unicamente co-
me un’occasione di confronto, riflessione, chiarimento...
su esperienze o vissuti della persona che accede allo
sportello. Nel corso dei colloqui si valuterà insieme, nel
caso ce ne fosse effettiva necessità, quali strade percorrere per risolvere in modo definitivo il problema in
questione.
Tale servizio è completamente gratuito e l’accesso è su
richiesta diretta, in modo da tutelare la riservatezza degli utenti.
L’indirizzo e-mail, cui ogni VdS del Trentino potrà rivolgersi, è [email protected].
Scrivendo a questo indirizzo, e indicando il proprio numero di cellulare, si ha la certezza di essere richiamati
direttamente dalla psicologa responsabile del servizio e
accordarsi con lei sui tempi dell’incontro.
Ricordiamo che quanto sarà oggetto di colloquio fra il
VdS e la psicologa è coperto da segreto professionale e
non può essere quindi divulgato in nessun caso, senza
esplicita autorizzazione dell’interessato.
… dagli Altipiani
Convegno sul volontariato
in Trentino
Nel mese di ottobre era previsto in occasione dell’inaugurazione della nuova sede operativa di Lavarone un convegno aperto a tutti i soci della Croce Rossa Trentina.
Purtroppo problemi di concomitanza con altre manifestazioni hanno suggerito di spostare il convegno in
primavera, mese e data da destinarsi.
Corso per nuovi volontari
È partito in questi giorni il 2° steep del corso per la formazione di nuovi volontari abilitati al servizio in ambulanza. Il corso vede la partecipazione di una quindicina di volontari degli Altipiani ed è organizzato dai
gruppi VdS di Folgaria e Lavarone.
Calendario 2009: chiesa parrocchiale di Lavarone
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NEWS
… da Lavarone
Ottima gara!
“Festa dei volti”
Complimenti a tutti i Vds che hanno dedicato il loro
tempo a servizio della Megabike il 24 agosto, nel corso della quale vi è stato un solo ciclista infortunato.
A questa edizione sono state presenti anche le componenti della Sezione femminile, che hanno venduto
i loro prodotti a turisti e compaesani che hanno frequentato la festa, e un gazebo dei VdS che si sono
prestati a misurare la pressione sanguigna a chi ne
faceva richiesta.
Ringraziamenti
Il dottor Mario Cristofolini, presidente della sezione trentina della Lega italiana per la lotta contro i tumori, ci
scrive: «Vi rinnovo il mio grazie, insieme a quello del
Consiglio direttivo e dei volontari, per l’importante collaborazione che anche quest’anno avete offerto alla
manifestazione Un canto per la vita del 18 agosto. Ho
constatato personalmente l’impegno e la generosità del
vostro gruppo, che ha provveduto non solo alla sicurezza, ma anche alla “dolce” conclusione della serata: complimenti a tutti. Augurando una buona e proficua prosecuzione della vostra attività invio cordiali saluti».
Il Presidente dott. MARIO CRISTOFOLINI
Visita inaspettata
Il 26 agosto il presidente della Provincia Autonoma di
Trento, Lorenzo Dellai, è salito sugli Altipiani per constatare di persona lo stato dei lavori che si stanno effettuando nel Comune di Lavarone.
Dopo aver sostato brevemente presso la nuova sede
della Croce Rossa e aver dato uno sguardo al nuovo
polo scolastico, ha avuto un colloquio aperto con il sindaco di Lavarone, la giunta comunale, il dirigente scolastico dottoressa Franca Lucchiari e la nostra ispettrice Rosita Bertoldi.
… dalla Sezione femminile
Calendario 2009
La Sezione femminile di Folgaria ha proposto alla Cassa Rurale di utilizzare il calendario che normalmente
stampa per i propri clienti come veicolo di informazione storica e sociale. L’idea è quella di proporre dei calendari tematici legati ai luoghi e alla storia delle nostre comunità. Quest’anno la proposta potrebbe essere
quella di raccontare la storia delle dodici chiese principali dei comuni serviti dalla Cassa Rurale: Terragnolo,
Serrada, Guardia, Mezzomonte, Folgaria, Costa, Santuario, San Sebastiano, Carbonare, Nosellari, Lavarone
Chiesa, Lavarone Cappella, Luserna. Su ogni pagina
inoltre saranno riportati i numeri brevi dell’emergenza
e alcuni slogan che stimolino il senso di partecipazione civile dei cittadini. La Cassa Rurale si è dimostrata interessata all’idea e disponibile a valutarne la fattibilità.
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Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un’ottantina
di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice.
Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9.00.
Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un’ora
prima che qualcuno potesse vederlo.
Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che
non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita.
Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti
necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.
Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro
appuntamento medico dato che aveva tanta fretta.
L’anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far
colazione con sua moglie.
Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo
dall’Alzheimer.
Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po’ tardi.
Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da cinque anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi «E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non
sa chi è lei?»
L’uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: «Lei non sa chi sono,
ma io so ancora perfettamente chi è lei».
Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d’oca e pensai: «Questo è il genere
di amore che voglio nella mia vita».
Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l’accettazione
di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio
di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come
danzare nella pioggia.
Sii più gentile del necessario, perché ciascuna delle persone che incontri
sta combattendo qualche sorta di battaglia.
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