GRUPPO CAFFÈ RI VENETO TORREFATTO TRI FEBBRAIO 2014 60 ° anniversario 4 febbraio 2014 Speciale 4 1954-2014 sessantanni del Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè Editoriale 6 60 anni Mercato Internazionale 7 Dinamiche da sovrapproduzione Le aziende informano 7 Newsletter Vollers 1954-2014 sessantanni del Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè Scorte: nuove prassi Pillole dexport 8 Germania Attualità 10 Debranding: far perdere 12 14 15 le tracce... disorientare per orientare il cliente Moka, piccoletta di casa. amore degli Italiani Il trasporto delle merci nodo cruciale per il futuro delle aziende Quando il caffè è sinonimo di libertà Costume e cultura 16 La letteratura entra nella caffetteria Paesi Produttori 18 Caffè e storia si intrecciano Produttori - Focus Indonesia 20 Flores e Bali Associazione Caffè Trieste 21 Sostegno ai produttori: quando è realmente efficace Rassegna stampa 23 Caffè e salute: Le ultime ricerche sugli effetti benefici del caffè LAngolo del Consulente 24 Le nuove compensazioni Social Media 25 Le schede della pagina facebook Scadenzario Fiscale 26 Mese di febbraio 2014 Vita Associativa 27 Quota associativa 2014 27 Nuovi soci 27 Programma-invito 60° anniversario GTTC Il 1954 è stato un anno di grande importanza, per lunione del nostro paese, per lo sviluppo industriale, per le conquiste sportive e tanto altro, tutto ha concorso a influire su usi e costumi di noi italiani. Ecco cosa succedeva. Lo stipendio medio di un impiegato era di 50.000 Lire e quello di un operaio di 40.000 Lire mensili, il 3 gennaio veniva inaugurata la televisione italiana con programmi regolari di circa 4 ore giornaliere, un televisore era venduto al prezzo medio di 160.000 Lire, la 1100 FIAT costava 970.000 Lire e, lanno successivo, nasceva la FIAT 600, lutilitaria che avrebbe contribuito a motorizzare lItalia e mezza Europa. Nello stesso anno, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, con Editore: GRUPPO TRIVENETO TORREFATTORI DI CAFFÈ Aut. Trib. Trieste n. 772 del 24/01/1990 Amministrazione: CONSORZIO TORREFATTORI TRE VENEZIE 34141 TRIESTE - Via G. Ananian, 2 Tel. 040 390 044 - Fax 040 938 4589 www.gttc.it - [email protected] Direttore responsabile: Susanna de Mottoni e.mail: s.demottoni @ me.com Grafica e fotocomposizione: Giuliana Naso Baiez - Trieste Stampa: ART GROUP S.r.l. - Via Malaspina, 1 - Trieste Tel. 040 828 382 - 040 828 384 lapporto decisivo di Walter Bonatti, conquistavano la vetta del K2; la spedizione era guidata da Ardito Desio. Il quotidiano e lespresso costavano trenta Lire, 1 kg di carne circa 1.400 Lire. Il 26 ottobre, dopo circa 10 anni di governo militare alleato, la nostra cara Trieste tornava allItalia. Io, bambino, ero lì in Piazza Unità dItalia con mia madre e ricordo che mio padre, non ho idea di come riuscì, a un tratto sbucò dal palco delle Autorità. Mi piace ricordare questa comparsa come foriera di futuri successi Nel frattempo, negli anni del dopoguerra, laccresciuto potere dacquisto della popolazione faceva Hanno collaborato a questo numero: Mattia Assandri, Giorgio Caballini di Sassoferrato, Antonio e Diego Franciosa, Emilio Galeandro, Giovanna Gelmi, Bernardino de Hassek, Maria Cristina Latini, Giacomo Mallano, Óscar René García Murga, Massimo Petronio, Lorenzo Polojac Fotografie: Archivio GT TC Pubblicità: In proprio CHIUSO in tipografia il 27 gennaio 2014 Il Notiziario Torrefattori non è responsabile dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari, della loro mancata pubblicazione o di loro inesattezze. Inoltre, la dirigenza, non si assume la responsabilità per gli articoli firmati. È vietata la riproduzione e lutilizzazione di quanto qui pubblicato, salvo espressa autorizzazione scritta rilasciata dallEditore. Informativa sulla legge che tutela la Privacy In conformità alla legge 675/96 provvederemo ad inserire nellarchivio informatico della Redazione i dati personali forniti, garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per linvio del periodico. Ai sensi dellart. 13 della legge 675/96, i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla Redazione. 5 febbraio 2014 rapidamente abbandonare lutilizzo dei surrogati e ritrovare il piacere del caffè allitaliana. Aumentavano i consumi pro capite e questo richiamò linteresse di molti imprenditori che decisero di affrontarne il rischio, ma anche unaffascinante avventura, iniziando la loro attività di torrefattori. Fu ben presto avvertita lesigenza di fondare unassociazione per avere una maggiore unità organizzativa. Il 15 febbraio del 1954 nasceva il GRUPPO TRIVENETO TORREFATTORI CAFFÈ. A Padova, quel giorno, si svolse unAssemblea Costituente che approvò il primo Statuto del sodalizio e stabilì di istituirne la sede a Venezia. Oggi, dal 5 luglio 1978, la sede del gruppo è a Trieste. Il primo Presidente del GTTC, dal 1954 al 1960, è stato il cavaliere Raffaele Lionello. Gli è succeduto, dal 1960 al 1972, il cavalier Angelo Goppion. È stata poi la volta del commendatore Armando Giordani cui è succeduto, a causa della sua scomparsa, il vicepresidente Bruno Vidal, fino al termine del mandato nel 1978. Il quinto Presidente è stato mio padre, il conte dottor Vincenzo Caballini di Sassoferrato, che ha retto il sodalizio per ben ventanni, precisamente dal 1978 al 1998, e al termine del suo ultimo mandato è stato eletto per acclamazione Presidente Onorario. Dal 1998 al 2004 ha sapientemente retto le redini del gruppo il ragioniere Sergio Goppion, figlio del cavalier Angelo. Dal 2004, ripercorrendo le orme paterne, ho la responsabilità e lonore di ricoprire questo prestigioso incarico. La carica di segretario, il cui apporto è da sempre fondamentale per la gestione del gruppo, vede la successione di queste nomine. Il primo segretario è stato il dottor Dino Stefani che ha gestito il Gruppo per molti anni. Con il trasferimento della sede da Venezia a Trieste, il consulente del lavoro Rinaldo Paduani ha assunto la segreteria dal 1978 al 2001, anno della sua scomparsa. Gli è subentrato per un breve periodo il figlio Brenno. Nellaprile del 2002, contemporaneamente al trasferimento della sede da Via Fortunio a Via Raffineria, la carica è stata affidata a Mario Parisi, che validamente e con competenza è riuscito a riportare ordine allufficio. Dal 2004 il ruolo di segretario del Gruppo è abilmente ricoperto da Antonio Franciosa. Nel 2005 la sede del GTTC è stata trasferita nel nuovo accogliente ufficio di via Ananian 2, sempre a Trieste. Attualmente il Gruppo Triveneto conta 255 soci di cui 46 del Triveneto e 209 delle altre Regioni dItalia. Nel 1989 si è deciso di dare più visibilità al Gruppo tramite la pubblicazione periodica di un notiziario che, da semplice foglio redatto in formato ciclostile, nel tempo è divenuto un fondamentale strumento di informazione, invidiatoci da tutti gli interessati al settore del caffè. Attualmente il Notiziario Torrefattori viene spedito ogni mese, gratuitamente, a circa 2000 destinatari. Il primo Direttore, nonché contemporaneamente segretario del Gruppo Triveneto, è stato il c.d.l. Rinaldo Paduani, che ha ricoperto lincarico dal 1989 al 2001. Gli è subentrata, per un breve periodo, Angela Martini. Dal 2002 al 2012 la direzione è stata assunta con competenza e professionalità da Gianni Pistrini. Dal maggio 2012 la Direttrice è la dottoressa Susanna de Mottoni che ha contribuito molto allulteriore miglioramento e rinnovamento del mensile. Ciò che il Gruppo ha fatto, sta facendo e farà è sotto gli occhi di ognuno di noi e sarebbe riduttivo e pretenzioso volerlo descrivere in un breve articolo. Mi limito a una sola precisazione. Tutti ci impegneremo, e saranno ben accetti i Vostri preziosi suggerimenti, affinchè il caffè espresso italiano possa rientrare in un prossimo futuro, come a pieno titolo merita, tra i prodotti patrimonio dellUnesco. Infine vi ricordo che il prossimo 24 febbraio ci sarà lAssemblea generale e, domenica 25 maggio, festeggeremo un importante traguardo: il 60° anniversario del GTTC. La giornata inizierà con una bella gita, navigando sul Brenta da Mira a Stra, e poi ci riuniremo a Villa FoscariniRossi per il successivo pranzoconvegno. Per questioni di carattere organizzativo chiedo a Voi tutti di far pervenire le vostre adesioni il prima possibile, invitando gli sponsor a presenziare e confermare il loro sostegno entro il 28 febbraio in quanto, oltre a una piacevole giornata di festa, il sessantennale rappresenterà unimperdibile occasione di incontro, fondamentale per la crescita del GTTC e di tutto il nostro mondo caffeicolo. A presto con la massima cordialità. Il Presidente Giorgio Caballini di Sassoferrato 60 anni Il 15 di questo mese festeggiamo un traguardo importante: i sessantanni del Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè. In questi decenni il contesto in cui operiamo è cambiato notevolmente, come ben emerge dallintervento di apertura del presidente, conte Giorgio Caballini di Sassoferrato. Oggi, il dinamismo e la spinta allo sviluppo che contraddistinguevano gli anni in cui si è costituito il Gruppo è più difficilmente rintracciabile, soffocati come si è da burocrazia ed effetti della crisi economica. Eppure il nostro comparto ci dà segnali anche per esser ottimisti. Tra i dati di settore diffusi in occasione del Sigep appena concluso, mi ha colpito quel bel +9,89% che sta a indicare la crescita 2013 sul 2012 delle esportazioni italiane di caffè torrefatto. Insomma il caffè è uno di quei prodotti made in Italy il cui export sta contribuendo a evitare linabissamento del PIL del nostro Paese. Un risultato di cui andar fieri. E su cui continuare a puntare e lavorare. Non a caso, anche su questo numero del nostro Notiziario diamo molto spazio alle questioni internazionali. Facciamo il punto sulla logistica, con larticolo dedicato allo sviluppo dei corridoi europei che interessano il nostro territorio. Vi proponiamo un quadro dettagliato su cosa è necessario tener presente per esportare in Germania. Raccontiamo la poco nota fioritura dei caffè in Iran e gli ostacoli politico-religiosi con cui si è scontrata. E poi guardiamo ai paesi produttori, in primis con linteressante analisi, che potete ritrovare nella rubrica dedicata ai mercati internazionali, sulle dinamiche di sovrapproduzione. Non solo: nella rubrica Assocaffè riportiamo unoriginale tesi sul tipo di sostegno da dare ai paesi produttori. Ma in questo numero analizziamo anche lultima tendenza del marketing, il debranding, che sta interessando anche le multinazionali del caffè. E poi naturalmente un po di cultura, con unintervista sullamata moka, e con larticolo sul binomio sempre più frequente libri-caffè. Ecco, ci pare di aver messo buona carne al fuoco, per festeggiare il sessantesimo anniversario del nostro Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè. Il Direttore responsabile febbraio 2014 spazio publiredazionale Newsletter VOLLERS ITALIA Il caffè in dicembre-gennaio Dinamiche da sovrapproduzione di Alberto Gattegno Come spesso càpita nei periodi densi di festività, la fine dellanno è stata tranquilla anche per le Borse del caffè e abbiamo visto i robusta al mercato di Londra chiudere lanno a 1685 Doll/ton, mentre i caffè arabica a New York si arrestavano a 110,7 cents/libbra. Poi, come avevamo auspicato lo scorso mese, entrambi i mercati hanno mostrato una certa dinamicità, con i robusta che raggiungevano i 1757 Doll/ton e New York toccava in pochi giorni i 121 cents/lb. Dopo pochi giorni di euforia però pian piano anche il mercato caffeicolo ha visto spegnersi lo slancio di inizio anno e adesso sembra orientarsi su uno stanco vivacchiare giorno per giorno. In effetti la grande malattia del caffè, come per diverse altre materie prime, è la sovrapproduzione, a livello mondiale. Sembra impossibile che dopo tre secoli dalla diffusione massiccia della coltivazione del caffè nel mondo (è del 1725/27 larrivo del caffè in Brasile) non si sia riusciti a trovare un modo per calmierarne la produzione. Nel secolo successivo i governi degli Stati produttori si occuparono tutti, chi prima chi dopo, della diffusione delle piantagioni, quando compresero quanto importante fosse quel ricco prodotto desportazione per le finanze quasi sempre asfittiche di quei Paesi del terzo mondo. Così prima il Brasile, poi gli altri governi centro e sudamericani favorirono la diffusione delle piantagioni di caffè e la relativa esportazione. Verso la fine del secolo e linizio del novecento anche tutti gli stati europei colonialisti si cimentarono nellincentivare le politiche agricole del caffè in Africa ed Asia. Il risultato fu che fra le due guerre mondiali il caffè nel mondo era già troppo ed il Brasile (sempre primo!) inscenò una fantasiosa campagna pubblicitaria sulla distruzione del caffè in eccedenza. Si andò dai grandi roghi nelle piazze dei paesini al centro di zone produttive, allasfaltatura di strade col caffè, fino alluso dello stesso come combustibile per far marciare le locomotive a vapore, al posto del carbone. Poi arrivò il grande International Coffee Agreement, con regolamenti complicatissimi, basati su Certificati dorigine con tanto di bollini, che fecero la felicità e la fortuna dei soliti furbacchioni. Le Az iende : infor m ano Scor te: Scorte: nuove nuo ve pras prassi si Negli ultimi tempi si sta consolidando la prassi di mantenere gli stock di caffè allorigine e nei porti di imbarco piuttosto che nei vari porti europei, limitando da un lato i costi e i rischi di mercato, dallaltro la disponibilità della merce sul mercato spot e le quantità di caffè certificato in Borsa (specialmente Liffe Robusta). I grossi trader destinano scorte minime di merce fresca nei porti europei, con conseguenze negative per investimenti in magazzini e macchinari così sotto-utilizzati, favorendo invece coloro che pianificano gli acquisti a lungo termine e le consegne franco casa invece che rivolgersi al mercato pronto. www.vollers.com La nostra storia 1932 Fondata 80 anni fa, con la gestione di un magazzino a Brema. Ben tre generazioni al servizio del cliente. Un pacchetto di servizi: dal carico della merce nel paese di origine alla consegna in Europa. 2014 Oggi il gruppo Vollers Il gruppo Vollers è una società leader nel settore dei trasporti, magazzinaggio e logistica delle merci. ha nove sedi: Brema, Amburgo, Amsterdam, Rotterdam, Anversa, Trieste, Riga, Tallinn e Mosca. [email protected] VOLLERS ITALIA S.R.L. UNIP. - TRIESTE Viale Miramare, 5 - 34135 Trieste (ITALIA) - Tel.: +39 040 4193123 - Fax: +39 040 4193204 8 febbraio 2014 GERMANIA REGIME DIMPORT DIMPOR T AZIONE ETICHET TE E LEGISLAZIONE Il regime dimportazione è quello previsto dalla normativa comunitaria e la legislazione tedesca è praticamente omogenea a tale normativa. Prodotti alimentari, caffè, vini ed alcolici italiani possono essere liberamente importati in Germania purchè siano stati prodotti e commercializzati secondo quanto è prescritto dalla normativa CEE e da quella italiana che ne deriva. Allatto dellintroduzione sul territorio federale il caffè è soggetto alle seguenti imposte: 7% di IVA (Umsatzsteuer) 2,19 diritto di accisa per ogni chilo di caffè Queste tasse sono esigibili nel paese membro di destinazione, cioè vengono pagate dallimportatore. I documenti che dovranno accompagnare i prodotti soggetti ad accisa sono: 1. fattura (in quattro copie) con: numero di accisa e di partita IVA del mittente, numero di accisa e di partita IVA del destinatario, denominazione del prodotto,numero delle confezioni/per cartone contenuto del recipiente espresso in g. o kg, litri o cl; 2. documento T2 emesso dalla casa di spedizione, solo per il transito per la Svizzera; 3. per i prodotti soggetti ad accisa: documento DAA: Partita IVA e Codice di accisa del destinatario. Il sistema comunitario EMCS (Excise Movement and Control System) è una procedura informatizzata relativa alla circolazione di prodotti sottoposti da accisa in sospensione dellaccisa. In Germania è obbligatoria a decorrere dal 1 aprile 2010 ladozione del documento amministrativo in forma elettronica per la circolazione dei prodotti soggetti ad accisa in regime sospensivo. Sul sito dellAgenzia delle Dogane www.agenziadogane.gov.it, nella sezione sezione Click rapidi, seguendo il percorso Accise _ Telematizzazione delle accise _ DAAtelematico _ Processi, sono disponibili informazioni sulle procedure seguenti: la trasmissione telematica della bozza di documento amministrativo elettronico di accompagnamento e delle note di ricevimento; la visualizzazione e dello scarico via internet del documento amministrativo elettronico di accompagnamento (e-AD) e della nota di ricevimento; in particolare, la descrizione della funzione che consente di visualizzare e scaricare tali documenti è disponibile sul sito sottoposta a prelevamenti a campione per controlli da parte degli istituti ufficiali di analisi. Aspetto molto importante è quello relativo alletichettatura, materia stabilita in sede CEE, la quale prevede che le menzioni obbligatorie siano riportate in una delle lingue ufficiali della comunità; pertanto è sufficiente litaliano. Regolamento sulletichettatura alimentare (Lebensmittelkennzeichnungsverordnung) Possono essere riportate in diverse lingue devono però riportare in ogni caso i dati in lingua tedesca. Sulla parte frontale della confezione: Denominazione del prodotto, ben visibile, in base alle norme CEE. Peso/misura delle confezioni - Misure in base alle quantità stabilite dal regolamento tedesco degli imballaggi (Fertigpackungsverordnung). Misure delle scritte/quantità del contenuto 5 - 50 g / 2 mm 50 - 200 g / 3 mm 200 - 1000 g / 4 mm oltre 1000 g/ 6 mm Simbolo e marchio di controllo per la taratura dellimpianto di confezionamento. MHD ovvero Durata minima di conservazione (nel caso di conservazione: fino a 3 mesi i dati vanno messi per giorno, mese, anno - per più di 3 mesi e meno di 18 mesi i dati vanno messi per mese ed anno). Anche collocabili su altri lati/sul retro della confezione: Elenco degli ingredienti: miscela di caffè tostato. Nome del produttore, confezionatore o distributore con indirizzo postale. Indicazione del lotto di produzione. Data di scadenza (MHD) o codice interno. Altre indicazioni - Ad es. istruzioni per la cottura, ricette... Analisi dei valori nutrizionali o menzioni riferite alla qualità non prescritte dal diritto CEE o dal regolamento tedesco dei contrassegni. Le analisi dei valori nutrizionali si riferiscono a 100 g. o ml calcolati in kJ o in kcal. Informazioni sulla realizzazione di una etichetta per prodotti particolari possono essere richieste allufficio ICE di Düsseldorf. Deposito cauzionale per lattine ed altri imballaggi usa e getta Con il 1° maggio 2006 è stata creato un sistema unico per la gestione del deposito cauzionale sui recipienti monouso. Vi riportiamo di seguito lindirizzo della società che gestisce il sistema: DPG Deutsche Pfandsystem GmbH, Luisenstr. 46, 10117 Berlin Tel. 030/8009740, Fax 030/800974111, email: [email protected] La tariffa unica per liscrizione si aggira tra i 150 e i 33.000 + IVA tedesca a seconda della quantità di merce commercializzata (da 0,8 milioni di unità fino a 50 milioni 9 febbraio 2014 di unità) in unanno, il costo base annuo per la partecipazione al sistema è di 1.000 + IVA tedesca (fino 15 milioni di unità annue) e di 3.000 + IVA tedesca per unità annue eccedenti i 15 milioni. Ulteriori informazioni e moduli di adesione sono disponibili sulla pagina web della DPG: www.dpg-pfandsysteme.de. INF ORMAZIONI SUL PUNTO VERDE V ERDE IN GERMANIA Smaltimento rifiuti La legge sullo smaltimento di imballaggi prevede quanto segue: secondo lemendemento del decreto sugli imballaggi del 2.4.2008 (Verpackungsverordnung) il distributore della merce (dalla produzione alla vendita allingrosso e al dettaglio) è obbligato a riprendersi indietro limballaggio di vendita senza alcuna ricompensa. Il distributore deve portare gli imballaggi di vendita in un luogo di recupero per il riciclaggio. Inoltre, il distributore è obbligato a farsi certificare loperato da mostrare poi alle autorità tedesche competenti. In base a questa legge tedesca, che attua la direttiva comunitaria 94/92/CE, in materie di raccolta e riciclaggio dei rifiuti da imballaggio, anche il produttore/distributore straniero che mette in commercio degli imballaggi in Germania è responsabile della corretta gestione dei rifiuti. In Germania esiste, a differenza dellItalia, la possibilità di scelta tra la gestione di questobbligo in proprio o la possibilità di delegare lobbligo a terzi, cioè dei sistemi di raccolta e smaltimenti. I produttori/distributori che vogliono adempiere agli obblighi previsti in Germania in materia di imballaggi possono fornirsi di un sistema di riclaggio dei rifiuti offerto dalle ditte seguenti: BellandVision GmbH, Pegnitz Der Grüne Punkt - Duales System Deutschland GmbH, Köln EKO-PUNKT GmbH, Mönchengladbach INTERSEROH Dienstleistungs GmbH, Köln Landbell AG, Mainz Redual GmbH & Co. KG, Köln Vfw GmbH, Köln Zentek GmbH & Co. KG, Köln Vi segnaliamo di seguito una società che offre dei servizi di assistenza per i sistemi di raccolta delle società Duales System Deutschland GmbH e Interseroh AG: DEinternational Italia S.r.L.. Via Napo Torriani, 29. 20124 Milano. Tel.: +39 02 398009-1. Fax: +39 02 39800-195. E-Mail: [email protected] La Camera di Commercio Italo-Germanica di Milano, Signora Heide Ehlers Tel. 02 67913-220 (indirizzo vedi sopra), partner in Italia per la società Duales System Deutschland GmbH potrà anche fornire informazioni ed assistenza in merito. Fonte: ICE Berlino, dicembre 2013 10 febbraio 2014 Nuove forme di marketing aspetti positivi e negativi Debranding: far perdere le tracce... disorientare per orientare il cliente Spopola dagli Stati Uniti allItalia con un inspiegabile successo di pubblico di Giovanna Gelmi Avete sempre pensato che la vostra azienda piccola, conosciuta per passaparola, con caffè particolari, il vostro bar dove chiamate i clienti per nome e li conoscete tutti con i loro difetti e ve li cullate e ci siete affezionati fossero un limite per i vostri affari? Che solo le grandi aziende che investono milioni di euro in pubblicità riescono a essere conosciute e a vendere? Beh, sappiate che le grandi aziende adesso imparano da voi, vi spiano, cercano di imparare tutti i nomi dei vostri clienti e quale è il segreto per tenerseli stretti. Lemotività, laffetto che legano le persone a un marchio sono al centro delle strategie di conquista delle aziende. Quella del debranding sembra essere oggi la tendenza diffusa per molti grandi marchi, tra i quali Starbucks. Il marchio del famoso coffee shop da più di un anno è costituito soltanto dal simbolo iconico. La strategia che Starbucks ha intrapreso è quella di farsi percepire come il coffee shop di quartiere. Were Sturbucks. Nice to meet you, Siamo Sturbucks. Piacere di conoscerla diventa lo slogan per la pubblicità televisiva. In alcune città inglesi, lomologante catena planetaria della colazione sta da tempo rinunciando al nome, lasciando su tazze e bicchieri solo la classica sirena del logo. Prima di servire il cliente, lo staff chiede il nome e lo scrive sulla confezione da asporto. Le parole dordine della campagna sono approccio diretto con lavventore e mimetizzazione del punto vendita nellambiente circostante, al fine di allontanare i consumatori dal punto di saturazione e camuffare il marchio per nascondere i muscoli della multinazionale avvicinandosi alle esigenze dei clienti. Per Starbucks, come per Nike, un grande problema è costituito dalla continua esposizione del marchio alla vista del cliente. Chiunque può vedere questi marchi di continuo e, perciò, leliminazione della parte letterale permette al brand di non perdere il suo appeal agli occhi dei clienti. La crescente tendenza al debranding, alla manipolazione del marchio o alla sua sostituzione non solo rappresenta levoluzione dei principi del branding, che affermano che un marchio, ben costruito e connesso a unefficace strategia di marketing, deve essere riconoscibile anche nelle sue diverse varianti, ma rivela un cambiamento di prospettiva: Cera una volta la spaventosa multinazionale del cibo, brutta, sporca e cattiva, interessata solo a piazzare il suo marchio ovunque.... Oggi quando uno sfondo rosso e lo stile della scritta bastano da soli a identificare il marchio, la Coca Cola ha ancora bisogno di insistere sul nome? Ed ecco che ha inizio la fortunata campagna Share a Coke, in Italia Condividi una Coca Cola. Sparita la scritta Coca Cola da lattine e bottiglie, ecco arrivare nomi propri, messaggi damore e via personalizzando. Un toccasana per le vendite e limmagine: il traffico sulla pagina Facebook è aumentato dell870 per cento. Bene anche la campagna della cioccolata spalmabile Nutella con lo slogan Il buon giorno ha un nuovo nome, il tuo. 11 febbraio 2014 A MacDonalds sono bastati in Francia quattro simboli del fast food di McDonalds, ben fotografati e dallaspetto appetibile. Nessun testo, nessun logo. Sono Big Mac, Filet-O-Fish, Sundae e patate fritte. Siccome la prima impressione è quella che conta, la prima impressione è Mmm, buono. Giudizio istantaneamente positivo, non intralciato da invadenza e pregiudizi anti-cibo spazzatura. Insomma togliamo i nomi per togliere il significato e la memoria collegata a quei nomi. Un vecchio detto latino recita in nomen omen, nel nome è dunque racchiuso il destino, se togliamo i nomi, se nulla ha significato, che cosa ci resta? 12 febbraio 2014 Fontana a Vapore o Viennese Esempi di Pressione di vapore con riversamento direttamente in tazza Schema della Fontana a Vapore o Viennese 1833-1933: 100 anni di pressione di vapore che percorrono lEuropa Moka: piccoletta di casa, amore degli Italiani La gara fra ingegneri, stagnini e casalinghe alla ricerca del miglior apparato per fare il caffè in casa di Maria Cristina Latini «Il vero mistero del caffè» risale «piuttosto, nellessere riuscito a sopravvivere al confronto con il gusto occidentale» recita il libro Coffee Makers (edito da Collezione Enrico Maltoni e distribuito in Italia da Mondadori); gusto che seppur così variegato sembrerebbe come aver riunito anzitempo lEuropa, quantomeno nel piacere di assumere la nera bevanda. Per ripercorrere almeno una parte della storia delle macchine da caffè ad uso domestico occidentali, abbiamo intervistato Mauro Carli (coautore insieme a Enrico Maltoni del libro sopracitato) soffermandoci sulle caratteristiche della nostra amatissima moka. Quando nacque la Moka Express? Nel 1933 Alfonso Bialetti ne depositò il brevetto: tradizione vuole che il suo funzionamento sia stato ispirato dalla moglie mentre faceva il bucato utilizzando la lisciveuse, un pentolone in cui veniva posta la biancheria da lavare mista a cenere e acqua. Bollendo lacqua saliva attraverso un tubo per poi ricadere sul bucato mischiata alla lisciva (detersivo di quei tempi). Comunque le famiglie italiane iniziano a usare la moka solo dai primi anni 50, quando il secondo conflitto mondiale era alle spalle e la voglia di ripartire passava anche attraverso una tazza di caffè vero. Fra i sistemi di funzionamento individuati dai testi che a livello mondiale hanno fatto scuola, a quale si può ricondurre quello della moka? A quello denominato pressione di vapore: è proprio la forza del vapore che costringe lacqua bollente della caldaia a risalire la canna dellimbuto fino ad attraversare il macinato (contenuto nel filtro) con una pressione prossima a unatmosfera. Da qui linfuso risale il camino interno alla cuccuma (o raccoglitore) e vi si riversa, pronto per essere servito in tazza. A quanto tempo fa risalgono i primi utilizzi del sistema a pressione di vapore con la sua necessaria componentistica? Alla prima metà dell800 con alcuni brevetti francesi, inglesi e austriaci. È da ricordare il brevetto del 1833 del calderaio londinese Samuel Parker: unelegante caffettiera in ottone e rame dove il caffè si riversa dentro alla macchina stessa dotata di un coperchio (cupoletta in vetro) che mostra lo sgorgare dellinfuso simile allo zampillo di una fontana, da qui la denominazione Fontana a vapore. Qualche decennio più tardi a Vienna lo stesso apparato verrà rielaborato e migliorato nellestetica tanto da far ricordare questa caffettiera come La viennese. Dunque dal brevetto di Parker (1833) al brevetto della Moka Express (1933) trascorsero 100 anni che videro il sistema a pressione di vapore assumere molte forme: in cosa differisce la nostra moka da altre caffettiere che adottano questo sistema di estrazione? La moka ha consegnato alle case italiane prima, e a tutto il mondo poi, un apparato semplice e sicuro (la pressione del vapore è tenuta sotto controllo da una valvola di sicurezza), costituito da pochi componenti assemblati in modo accattivante e moderno. Poi la moka ha una sua cuccuma (o raccoglitore) che conserva il caffè in attesa di essere servito in tazza. E gli altri apparati a pressione di vapore senza cuccuma come funzionavano? Escludendo la macchina di Parker, quelli con fornelletto ad alcol o 13 febbraio 2014 Esempi di Pressione di vapore con cuccuma di contenimento caffè (antecedenti alla moka) Una delle prime versioni della moka elettrico riversavano il caffè direttamente nelle tazze tramite uno o più beccucci di erogazione. Perché i metodi di estrazione del caffè nei paesi produttori differivano da quelli europei? Il caffè preparato bollendo e mescolando insieme acqua e macinato come facevano alcuni paesi produttori lasciava in bocca un residuo dato dai fondi del caffè, cosa che non incontrava i gusti occidentali. Dove e quando nascono i primi apparati per fare il caffè in casa diversi dai sistemi dei paesi produttori? In gran parte dEuropa, fino ai primi dell800, gli apparati utilizzati per fare il caffè in casa erano gli stessi già usati per gli altri tipi di infusi (tè, tisane, decotti): recipienti dove bevanda e fondi restavano separati mediante filtri di metallo o stoffa. Poi nello stesso secolo verranno inventati tutti i sistemi di estrazione oggi conosciuti (ad eccezione dellespresso) e inizierà una lunga gara fra ingegneri, stagnini e casalinghe alla ricerca di un apparato pensato appositamente per estrarre la miglior tazza di caffè e che fosse automatizzato, facile da utilizzare e affidabile: il maggior fervore inventivo si ebbe in Francia, Germania e Austria (anche se gran parte dei brevetti sono francesi pure per motivi storici, politici e legislativi). A che cosa è dovuto il grande successo della nostra Moka? Qualità dei materiali, lavorazione accurata e design innovativo. Poi Renato Bialetti (figlio di Alfonso) rese celebre il modello Moka Express grazie a una sapiente campagna di comunicazione su Carosello, tanto che lOmino coi baffi si legò indissolubilmente alla moka e allimmaginario popolare del buon caffè fatto in casa. 14 febbraio 2014 Limportanza dei corridoi logistici Il trasporto delle merci nodo cruciale per il futuro delle aziende Continuano i rincari dei pedaggi autostradali che si riflettono sulle realtà produttive italiane di Mattia Assandri Il primo assaggio del 2014 è stato piuttosto amaro per le aziende che operano nel Nordest o che sfruttano i porti di Trieste e Capodistria, tra le quali anche molte realtà operanti nellambito del caffè. Il nuovo anno ha infatti visto un aumento considerevole dei pedaggi autostradali. Lincremento medio dei prezzi a livello nazionale è stato del 3,9 per cento, con punte superiori all8 per cento, alle quali si avvicina senza difficoltà limpennata dei pedaggi del 7,17 per cento applicata da Autovie Venete. Una nuova, anche se piccola, stangata per le imprese che rischia di avere ricadute generali un po in tutti i settori. Si ripropone quindi la necessità di trasferire su rotaia parte del traffico merci che oggi viaggia su ruote, non solo per le lunghe ma anche per le medie percorrenze. Perché questo sia possibile è però necessario il potenziamento delle infrastrutture esistenti, a partire da quelle portuali dellAdriatico Orientale, che hanno goduto dal 2010 di un incremento dellafflusso di merci. Negli ultimi anni infatti cè stata per la prima volta uninversione di tendenza del declino di traffici commerciale nel Mediterraneo iniziato con la scoperta dellAmerica. Lascesa delle nuove potenze economiche asiatiche sta infatti spostando nuovamente unimportante fetta del traffico merci sullasse AsiaEuropa attraverso il canale di Suez. Perché possano funzionare a pieno regime, i porti hanno tuttavia bisogno di una rete intermodale in grado di assorbire e canalizzare con efficacia il traffico merci. LUnione Europea è però disposta a finanziare, qualora ce ne sia la ragionevolezza, investimenti infrastrutturali solamente lungo i nove corridoi che attraversano il Vecchio Continente, due dei quali passano dal Friuli Venezia Giulia, ovvero il Corridoio 5, che parte da Venezia e raggiunge Kiev (toccando Trieste, Lubiana e Budapest) e il corridoio Baltico Adriatico, che unisce i porti del Nord e del Sud dellEuropa. Una posizione, quella dellUe, alla base del prossimo riassetto del sistema di controllo della catena logistica, che porterà con tutta probabilità alla riduzione del numero delle autorità portuali italiane da ventiquattro a otto. Nel prossimo futuro questi macroorganismi non avranno infatti competenza solo su quanto accade allinterno degli scali portuali di una vasta area geografica, ma coordineranno lassetto logistico lungo tutte le tratte dei singoli corridoi intermodali di loro competenza. In questottica assume quindi grande rilevanza lefficienza del sistema di collegamento tra gli scali ed il loro hinterland, che in alcuni casi è il tallone dAchille dei porti italiani. Come avviene nel settore del caffè anche negli altri comparti produttivi la maggior parte delle aziende che trasformano le materie prime sbarcate dalle navi cargo non si trovano a ridosso della costa, ma in un raggio di circa 200-300 chilometri nellentroterra, quindi le realtà imprenditoriali necessitano di una rete di trasporti efficiente e funzionale. Lascesa del porto di Capodistria avvenuta negli ultimi due anni ne è una prova. Pur essendo dotato di un solo binario a forte pendenza nella tratta Koper-Divaca che lo collega al resto della rete ferroviaria europea, il traffico registrato è aumentato in maniera maggiore rispetto allo scalo di Trieste, le cui infrastrutture ferroviarie godono di una capacità dassorbimento del traffico merci superiore grazie allottimizzazione che ha permesso di sfruttare al massimo la linea esistente. Un risultato ottenuto con la liberalizzazione del sistema ferroviario, che ha permesso lingresso sul mercato dei trasporti su rotaia di realtà in competizione tra loro, con un conseguente abbassamento dei costi di trasporto. Un processo che nel nostro Paese stenta a decollare a causa delle forti resistenze allingresso di nuovi operatori sul mercato da parte del precedente gestore monopolista. Un quadro del quale le aziende del settore del caffè, dovranno tenere conto nella pianificazione degli investimenti per i prossimi anni, soprattutto in previsione del possibile accesso a fondi comunitari per la realizzazione di strutture produttive lungo i corridoi logistici. 15 febbraio 2014 Dopo anni di repressione in Iran si prospetta un nuovo rilancio delle caffetterie Quando il caffè è sinonimo di libertà A Teheran si è tenuta la prima esposizione pubblica di settore Teheran foto: Wikimedia Commons La storia del caffè in Iran ha inizio già nel nono secolo d.C. Si narra che i Sufi, maestri spirituali dellIslam, traevano forza per i loro rituali religiosi dalla caffeina. Inizialmente conosciuta e studiata più come bevanda medicamentosa (vi son numerosi trattati sulle sue qualità benefiche), la vera diffusione del caffè risale allera della dinastia Safavide, dove si sviluppa la cultura dei caffè come luoghi di ritrovo per artisti e poeti. Il caffè viene consumato a corte e nei circoli governativi, ma sempre più si consuma in tutti i livelli della società, fino a essere, nella metà del 700, uno dei principali doni da offrire a un ospite (secondo solo al tabacco). Dai primi dell800 però i consumi di caffè calano, lasciano spazio al the nero, dovuto alla maggior facilità e i minori costi di importazione: lIran si trova lungo la via della seta, ben connesso al mercato cinese, grande paese produttore di thé il cui trasporto ha minori costi. Solo in tempi più recenti il caffè ha riconquistato quote di mercato, soprattutto fra i più giovani. Negli ultimi decenni si stava nuovamente diffondendo la cultura delle caffetterie come luoghi di ritrovo per intellettuali dove socializzare e discutere. Unabitudine evidentemente considerata dal regime di Ahmadinejad troppo occidentale: nel 2012 ben 87 caffetterie della capitale sono state chiuse, considerate luoghi immorali o contrari al corretto comportamento islamico. Tra queste il famoso Cafè Prague, luogo di ritrovo preferito dagli studenti e dagli attivisti politici di Teheran. Dalla sua apertura nel 2009 è stato il simbolo della libertà di espressione, di una gioventù libera di scegliere i propri modelli. Questo locale non offriva solo del buon caffè e il wi-fi gratis, ma organizzava eventi culturali e presentazioni politiche, supportando artisti e musicisti. I proprietari non hanno accettato la nuova regola imposta dalla polizia di installare telecamere nascoste che filmassero i clienti, così sono stati costretti a chiudere i battenti. Questo non ha fermato il consumo di caffè nel paese, che continua a crescere. Il trend segna infatti un nuovo rilancio e unofferta più ampia. Dal giugno dello scorso anno è stato eletto presidente Hassan Rouhani, sostenitore di una politica estera più moderata e incline al dialogo con lOccidente. Il 2014 per gli amanti iraniani del caffè è iniziato nel migliore dei modi: una mostra-mercato aperta al pubblico allinterno della prestigiosa Milad Tower, grattacielo simbolo del moderno commercio iraniano. Qui i maggiori trader e rivenditori di caffè hanno presentato il loro prodotto, organizzato degustazioni, venduto al dettaglio. La partecipazione è stata non solo molto numerosa, ma entusiastica. Non è facile reprimere delle passioni così radicate e lIran amerà sempre il profumo e laroma di questa bevanda. 16 febbraio 2014 A Milano la grande iniziativa Bookcity La letteratura entra nella caffetteria Il caffè sposa il libro sia cartaceo che digitale Negli ultimi anni alcuni caffè nella loro denominazione si sono aggiunti laggettivo di letterari utilizzando alcuni spazi per esporre libri e altre pubblicazioni a disposizione degli avventori che sostano nel locale per consumare una bevanda calda e colgono loccasione per acquistare un libro. Questa soluzione sinergica si riscontra in molte città italiane, soprattutto in quelle in cui erano presenti caffè che nel passato avevano ospitato artisti, letterati, pittori, politici e personalità di spicco anche straniere, come Roma, Firenze, Venezia e Napoli. Il libro nei locali storici sopra descritti, per la verità, è sempre stato presente in quanto questi erano una sede privilegiata per la presentazione di nuove pubblicazioni. Gustare un buon espresso mentre veniva delineato il contenuto di unopera o descritta la biografia dellautore era ed è un modo simpatico per passare un po di tempo in compagnia di altre persone in un ambiente raffinato. Checché se ne dica, il libro di Bernardino de Hassek tradizionale, quello di carta, non è stato ancora soppiantato dalla versione elettronica e, a mio parere, non lo sarà per molti anni ancora. Il libro digitale è riservato finora a quella parte delle nuove generazioni che utilizzano massicciamente il web e che sentono la necessità di erudirsi. Verrà peraltro a mancare a questi ultimi la piacevole sensazione di leggere un libro utilizzando ben quattro dei nostri sensi: la vista, il tatto, lolfatto perché la carta stampata ha un profumo particolare - per non parlare di quello tipico delle opere antiche ma anche il gusto, per chi ha labitudine di inumidirsi le dita sulla lingua per sfogliare le pagine. Non sarà inoltre possibile sottolineare con la matita, come hanno fatto tutte le generazioni precedenti, le frasi più significative scritte sulle pagine. La massiccia frequentazione dei Saloni del Libro o delle altre iniziative rivolte alle opere stampate tradizionalmente dimostrano che la gente comune, in massima parte, 17 febbraio 2014 non è ancora pronta a rivolgersi alla versione elettronica. Daltro canto sono nate proprio recentissimamente importanti e costose iniziative che, pur nella loro modernità, sostengono ancora saldamente il libro di carta. Milano è la città che, in qualità di unica metropoli presente in Italia, da sempre anticipa le tendenze di ogni genere comprese quelle culturali e letterarie, come, per esempio, il Caffè Letterario già descritto su queste pagine aperto da poco nel cortile di Palazzo reale, in prossimità delle sale espositive. Ebbene, mentre nel capoluogo lombardo era in corso liniziativa Bookcity, conclusasi da poco tempo, si è potuto constatare come possa convivere bene la crescente editoria digitale a fianco di unapprezzata e raffinata produzione ancora artigianale su carta. Varie location sono state coinvolte nelliniziativa. Fra queste, nella centralissima Piazza della Scala, a due passi dalla celebre Galleria Vittorio Emanuele II, nel palazzo in cui Raffaele Mattioli fece grande la Banca Commerciale Italiana, si poteva entrare nel vasto e moderno ambiente, recentemente inaugurato denominato de Canto, che comprende una libreria tradizionale, unimportante sala espositiva e una grande caffetteria in grado di accogliere molti clienti, mentre, per converso, nella Galleria era visitabile anche la Libreria Bocca, la più antica dItalia, fondata nel lontano 1775 e oggi caparbiamente mantenuta in attività da Giacomo Lodetti e i suoi figli. La gran parte dei locali che a Milano si sono diversificati accorpando libreria alla caffetteria risultano sufficientemente vasti e arredati modernamente con un gusto orientato alla semplicità e alla praticità. A Trieste, la decisione di destinare una zona dellantico e artistico Caffè San Marco anche come libreria, occupando buona parte del salone che veniva in precedenza utilizzato per conferenze, non è stata invece, a mio avviso, una buona idea. Troppa storia e troppa cultura circondano il locale, conosciuto e ammirato in tutto il mondo nella sua peculiarità, per trasformarsi in un triste store commerciale. Con buona volontà sia da parte della proprietà dellimmobile che delle istituzioni comunali, alle subentrate problematiche di gestione si sarebbero forse potute trovare altre soluzioni che non penalizzassero un ambiente in cui lo stile liberty viene rappresentato così degnamente. 18 febbraio 2014 Excursus Caffè e storia si intrecciano Punti di svolta nella storia del caffè e dei suoi paesi produttori di Óscar René García Murga Nel 1271 Marco Polo segue la via della seta per raggiungere la Cina via terra. Ma nel 1295, per tornare a Venezia, seguì via mare il periplo dellAsia fino al confine tra Iran e Afghanistan, concludendo il viaggio per via terrestre. Eurasia Nord America Sud America P A oltre a un nuovo sistema economico e biologico mondiale. Oggi lAmerica Latina produce il 60% del caffè, frutto di una pianta originaria dellAfrica. Il più grande produttore di cacao, originario invece dellAmerica Centrale, è la Costa dAvorio. Emigrati dallAmerica, la patata e il mais ebbero un enorme impatto sociale in Europa e in Cina, basti pensare che la fame e la carestia del medioevo trovarono soluzione in queste piante americane. LAmerica Latina diventò multietnica, ma i vecchi sistemi coloniali vigono ancora; si è India eliminata la schiavitù ma Australia rimane la discriminazione. Nel 1572, da Manila, via mare, giunse in Messico la prima seta cinese. A sua volta, dalla più grande miniera del mondo, a Potosì, in Bolivia, largento simbarcò a Lima e Arica per raggiungere, via Panama, lEuropa e, via Acapulco, la Cina e il Giappone. Dopo il trattato di Tordesillas del 7 giugno 1494, che spartì il mondo tra Portogallo e Spagna, i trafficanti inglesi, olandesi, francesi presero ad attaccare i galeoni spagnoli che trasportavano spezie, argento, schiavi, seta, porcellane, zucchero, rum, tabacco, caffè. Il famoso corsaro Sir Francis Drake, cavaliere della regina Elisabetta, è sepolto a Panama. Il caffè e lo zucchero sono beni E A G N Africa Antarctica Un lungo viaggio di oltre 20 anni. La scoperta dellAmerica (chiamata Abya Yala dai popoli Kuna di Panama e della Colombia) creò la prima globalizzazione riproponendo con le navi spagnole e portoghesi, che nel 1600 unirono quattro continenti, Pangea (loriginaria unione di tutte le terre). Lolandese Paul Crutzen, nel 1995 premio nobel per la chimica con il messicano Molina e lo statunitense Sherwood, definì lera geologica Antropocene quella in cui lattività delluomo creò le modifiche territoriali, strutturali e climatiche, ambiti e le potenze europee ne vollero da subito il controllo. Fin dallinizio però si comprese che serviva terra e mano dopera a buon mercato. Vennero pertanto occupati territori ed ebbe inizio la tratta degli schiavi africani, perché i servi europei, a contratto, non sopportavano la malaria che, pochi sanno, proveniente dallInghilterra dove era endemica, approdò in Virginia con le navi dei coloni. Il caffè giunse in Italia attraverso lEgitto, importato dai veneziani alla fine del 1500. Allinizio del XVII secolo, olandesi e inglesi pensarono di coltivare canna da zucchero, caffè, cacao e tabacco nel Suriname. Fino ad allora, unici paesi produttori di caffè erano lEtiopia e lo Yemen. A tale scopo, gli inglesi occuparono lisola di Mannahatta e nel 1667 gli olandesi il Suriname. Le condizioni climatiche, sopportate solo dagli schiavi africani, convinsero i proprietari terrieri olandesi a restare in Europa assumendo sorveglianti che gestissero le piantagioni. Molti schiavi fuggirono (cimarroni) e i proprietari, non vivendo sul posto, non si curarono di creare infrastrutture. Tali terre si trasformarono in luoghi di miseria, dove, nel 1850, dopo due secoli di colonizzazione, abitavano solo 8.000 europei: agenti di piantatori residenti nei Paesi Bassi. Nel 1975 quando venne proclamata lindipendenza dallOlanda, il Suriname era uno dei Paesi più poveri del mondo. In Indonesia, i semi madri per le piantagioni di caffè arrivarono nel 1616 dalle serre di Amsterdam, nel Centroamerica invece giunsero nel 1713 tramite la Francia. Nel 1727 il diplomatico brasiliano febbraio 2014 Francisco de Melo Palheta visitò Caiena, nella Guyana francese, per risolvere una disputa sui confini. Riuscì in qualche modo a procurarsi dei semi di caffè: lui disse di averli ricevuti come dono di addio dalla moglie del governatore da lui sedotta. Secondo la legge coloniale francese i semi di caffè erano rigorosamente vietati agli stranieri. Melo Palheta li trafugò in Brasile, dando il via a unindustria delle piantagioni che divenne il pilastro delleconomia brasiliana per un secolo e mezzo. Nel 1789 la Rivoluzione francese scosse la colonia di Santo Domingo, dove i popoli autoctoni erano stati sterminati e 40.000 coloni ricchissimi possedevano 8.000 piantagioni e 500.000 schiavi africani in fermento. Londra, in guerra con la Francia, volendo impossessarsi dei ricavi dello zucchero e del caffè occupò Haiti. Nel febbraio 1796 inviò 13.000 soldati che però vennero in breve Rubrica a cura di: sconfitti dalla febbre gialla, fatto che indusse Londra ad abbandonare Haiti nel 1798. Nel 1802 Napoleone Bonaparte non volendo rinunciare allo zucchero e al caffè di Haiti inviò 65.000 uomini. Toussaint Louverture, il capo ribelle degli schiavi, adottò la tattica di ritirarsi con i suoi sulle montagne in attesa della stagione delle malattie. Toussaint Louverture venne però fatto prigioniero dai francesi e trasferito in Francia dove morì in carcere a Fort de Joug. Nel novembre 1803 i 15.000 francesi sopravvissuti abbandonarono Haiti. Il 1º gennaio 1804 Jean-Jacques Dessalines proclamò lindipendenza dalla Francia e Haiti fu la prima colonia americana a ottenere la libertà. Napoleone, temendo imminente una guerra con la Gran Bretagna, svendette per 15 milioni di dollari la Louisiana agli Stati Uniti che videro così duplicare il loro territorio. Ma le notizie che giungevano da Haiti non erano gradite dal Presidente Thomas Jefferson, lui pure proprietario terriero schiavista, il quale, temendo che le idee liberali haitiane contagiassero anche gli schiavi neri statunitensi, non volle riconoscere la nuova nazione. USA, Spagna e Francia imposero un embargo ad Haiti e un secolo dopo i marines sbarcarono sullisola dove rimasero fino al 1946. Ing. Óscar René García Murga Consulente allesportazione Settore Meccanico-Industriale e Agro Alimentare. Ricerca e analisi di mercato. Ricerca e analisi di prodotto. Organizzazione vendita e acquisto. Controllo idoneità CE. Studio: Via Gasser 4 - 34142 Trieste (TS) - Italy Tel/Fax: 0039 040 943632 - Mobile: 0039 340 7085 337 - E.mail: [email protected] 20 febbraio 2014 Le isole indonesiane del caffè FLORES e BALI Da dove giungono dolci caffè robusta di Emilio Galeandro Rubrica offerta da: Best Coffee Srl La piccola isola di Flores si trova a circa 350 km a est di Bali, a nordovest di Timor. Ricca di vulcani attivi e inattivi che creano terreni fertili, ideali per la produzione di caffè biologico, negli ultimi anni Flores è diventata meglio conosciuta come terra di dolci caffè robusta. Il caffè viene prodotto negli altopiani dei distretti di Manggarai e Ngada, ad altitudini tra i 400 ed i 1.000 metri per il caffè robusta e i 1.000-1.600 nel caso del caffè arabica, entrambi coltivati prevalentemente da piccoli agricoltori. Anche se è ancora in grado di produrre un buon caffè arabica sia fully-washed che wet-hulling Flores nello scorso decennio ha perso la sua reputazione di qualità eccellente, a causa dellirregolarità e incostanza delle sue produzioni. Una condizione determinata dal fatto che lisola di Flores non dispone di un proprio porto da cui possano prendere il largo le spedizioni internazionali. Il caffè Arabica è per lo più venduto e spedito come caffè Asalan ad esportatori di Java, che trattano il caffè per lexport, dopo di che il caffè viene spedito da Surabaya a destinazioni in tutto il mondo, spesso anche senza specificare Flores come isola dorigine. Sono stati fatti numerosi tentativi dagli operatori locali per ridare al Flores arabica il suo passato glorioso di caffè dal forte corpo con mezza acidità e ottimo sapore, ma finora non cè stata alcun accordo nella disponibilità e fornitura. Un eventuale futuro successo dipende dal modo in cui lindustria locale sarà in grado di controllare la lavorazione del caffè arabica, dal momento in cui i chicchi maturi sono raccolti al momento in cui il caffè viene insaccato e spedito, monitorando e salvaguardando la qualità del caffè durante ogni passo della catena. Se tutto ciò sarà assicurato, il Flores arabica potrà diventare uno dei migliori caffè del mondo. La produzione di caffè Arabica sullisola di Bali è piuttosto bassa; secondo i dati ufficiali, nel 2009 solo 2.968 tonnellate sono state prodotte, per lo più nelle Highlands Kintamani ad una quota compresa tra i 1.000 e i 1.500 metri. Lisola è in grado di produrre una qualità molto buona di fully washed Bali arabica, ma la disponibilità è bassa, così come la domanda. Il caffè di Bali, come il caffè di Flores, è in gran parte venduto e spedito in modo asalan o caffè pergamino a esportatori di Java. Se correttamente trattati, i caffè Bali fully-washed, spesso certificati biologici, sono ottimi caffè, dolci, di buon corpo e spesso con note agrumate. [segue...] 21 febbraio 2014 Cooperazione allo sviluppo Sostegno ai produttori: quando è realmente efficace Nella tesi di una studentessa premiata dal TCC indicato il modello del Costa Rica di Susanna de Mottoni Gli aiuti delle grandi organizzazioni internazionali ai produttori di caffè? Spesso fanno più male che bene. Dovutamente semplificata, è questa loriginale conclusione a cui è giunta, con la sua tesi in Cooperazione interculturale allo sviluppo, Tania Troyan, una delle studentesse premiate dal Trieste Coffee Cluster. Cinque borse di studio per le lauree specialistiche e una borsa di studio per la triennale sono i riconoscimenti che lo scorso dicembre sono stati conferiti in occasione della prima edizione dei Premi Tesi di Laurea Trieste Coffee Cluster per le migliori tesi dedicate alla Scienza, allEconomia e alla Cultura del caffè. Lo studio di Tania Troyan, che già opera nel settore come Communication manager della Planet Coffee, è consistito in unampia panoramica e analisi delle diverse realtà che producono caffè in tutto il mondo: diverse tipologie di produzione, da quelle dei contadini sul proprio piccolo appezzamento di terra a quella delle sterminate piantagioni di colossi come il Brasile. Lattenzione è stata focalizzata in particolar modo sulle difficoltà che tutte si trovano ad affrontare. Cambiamenti e calamità climatiche, malattie e pestilenze sono solo le più evidenti problematiche con cui il produttore deve combattere ogni giorno. Ma a spingere sempre più lavoratori ad abbandonare la propria terra o la coltivazione del caffè a favore di altre colture sono anche i guadagni pressoché nulli per il proprio lavoro. I prezzi del caffè sono soggetti a fluttuazioni continue: quando scendono, il produttore spesso viene retribuito con somme inferiori ai costi di produzione; quando salgono, il produttore comunque non riesce a ricavarne dei profitti in quanto il guadagno sulla differenza avviene in una fase successiva racconta la studentessa . Per un chilogrammo di caffè si ottengono spesso pochi centesimi. Ma lOccidente non fa nulla per tutelare la produzione di un bene di così largo consumo? Da anni si stanno facendo tentativi di rimediare almeno in parte a questi forti squilibri: i produttori diventano beneficiari di progetti di cooperazione allo sviluppo, ideati in paesi occidentali e volti a migliorare le condizioni produttive e le condizioni di vita; vengono sottoscritti contratti Fairtrade, che permettono di vendere il proprio prodotto a prezzi più vantaggiosi. Eppure spesso i risultati non sono positivi: Alcuni produttori hanno accesso alla microfinanza e usufruiscono di finanziamenti che rendono più facile la modernizzazione e la sostenibilità dei processi produttivi. Tuttavia, - prosegue - si tratta sempre di iniziative rivolte a una minuscola percentuale di produttori, e spesso chi non ne usufruisce si trova in condizioni di forte svantaggio rispetto a chi ne beneficia. Insomma, si accentuano ancor più squilibri e diseguaglianze. E la situazione globale peggiora. Esiste allora un modo efficace per supportarli? Dopo aver analizzato attentamente luniverso produttivo del caffè, estremamente variegato e differenziato, ha concluso che il modello, seppur imperfetto, da imitare è quello del Costa Rica: Listituto ICAFE garantisce rapporti trasparenti negli scambi commerciali tra gli operatori del settore caffeicolo, controlla tutte le transazioni, stabilisce i prezzi minimi e assicura che al produttore resti almeno l80% del valore di ogni sacco di caffè. Come dimostra questo esempio, può essere creato, partendo dalla legislazione e formando un organismo posto a verificarne il rispetto, un sistema efficiente e funzionale che controlli il settore e garantisca la tutela degli attori più vulnerabili. Simili iniziative potrebbero essere vincolate a finanziamenti a fondo perduto che i paesi produttori ricevono dalle varie organizzazioni internazionali e dai singoli Stati, in quanto si tratta di risolvere una problematica che a breve potrebbe avere forti ripercussioni sulleconomia occidentale. 22 febbraio 2014 23 febbraio 2014 Le ultime ricerche sugli effetti benefici del caffè Secondo una ricerca condotta dal Karolinska Institute di Stoccolma, in Svezia, il consumo quotidiano di caffè sembra ridurre del 20% il rischio di sviluppare un cancro alla prostata negli uomini. Secondo lo studio condotto da esperti a circa 45.000 uomini di età compresa tra i 45 e i 79 anni, gli assidui bevitori di caffè hanno meno probabilità di sviluppare un tumore rispetto a coloro che non ne consumano. Il test, durato per 12 anni, ha scoperto che la caffeina può prevenire il cancro alla prostata localizzato, ma ha meno effetto nelle forme avanzate. Nel corso della ricerca, gli scienziati hanno scoperto che le probabilità di sviluppare tumore alla prostata tra coloro che hanno bevuto sei o più tazzine al giorno è stato ridotto del 20 per cento. Mentre coloro che bevevano quattro o cinque tazzine questo era solo circa il 7 per cento. Lo studio dei ricercatori di medicina ambientale svedese suggerisce quindi che, negli uomini, il rischio di cancro alla prostata scende del 3% per ogni tazzina bevuta, in media, al giorno. Un risultato non indifferente, considerando che questo tipo di tumore si verifica più spesso nelle persone con più di 50 anni detà ed è il secondo tipo più comune di cancro tra gli uomini. Unaltra ricerca di biologi giapponesi dellUniversità di Nagoya ha scoperto che il caffè riduce lincidenza del diabete di tipo 2. La caffeina infatti abbassa il livello di zuccheri nel sangue e migliora la sensibilità allinsulina. E ce nè anche per il cervello: secondo uno studio dellUniversity of South Florida, il caffè fa diminuire le probabilità di ammalarsi di Alzheimer. I ricercatori hanno seguito infatti per quattro anni 124 adulti scoprendo che chi alla fine del periodo mostrava un deterioramento cognitivo aveva in media un livello di caffeina nel sangue pari alla metà di quello degli altri. La dose anti-Alzheimer sarebbe tre tazzine al giorno. Aggiungendone una, secondo la Duke University, si potrebbe combattere anche laccumulo dei grassi nel fegato. Tre buone ragioni per bere caffè. Fonte: Il Venerdì di Repubblica, 6 dicembre 2013 Rubrica a cura di: IMPERATOR S.r.l. Tel.: +39 (0)40 - 3720115 - Fax: +39 (0)40 - 3402046 TRIESTE - Italy - www.imperator.cc Dottor Lorenzo Polojac Psicologo e Commercial Director 24 febbraio 2014 Visto di conformità per tutte le compensazioni superiori ai 15.000 euro Le nuove compensazioni Non più solo crediti Iva, ma anche imposte sui redditi, sostitutive e Irap Premessa Compensazioni libere Visto di conformità per tutte le compensazioni superiori a 15.000 euro già da giovedì 16 gennaio. La nuova disposizione, invece, non contiene lulteriore restrizione, prevista per i crediti IVA, concernente lobbligo di differimento della compensazione al giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione da cui emerge, per i crediti di importo superiore a 5.000 euro. Lobbligo che non è più limitato allambito dei crediti Iva, ma esteso a quelli relativi alle imposte sui redditi, relative addizionali e ritenute alla fonte, imposte sostitutive e Irap, trova applicazione già per le compensazioni di gennaio. Legge di stabilità La legge di stabilità per il 2014 ha previsto un intervento relativo alla compensazione dei crediti fiscali, finalizzato ad allineare le regole vigenti per la compensazione dei crediti in materia di imposte dirette e sostitutive a quelle, più restrittive, che disciplinano la compensazione dei crediti IVA. Visto In particolare la disposizione normativa recata dalla di legge di stabilità 2014 introduce, per le imposte sui redditi (Irpef ed Ires), per le relative addizionali e imposte sostitutive delle imposte sui redditi e per lIrap, un meccanismo di certificazione analogo a quello previsto in materia di Iva, subordinando, cioè lutilizzo in compensazione del credito annuale per importi superiori a 15.000 euro, alternativamente: a) al visto di conformità nella dichiarazione; b) alla sottoscrizione della dichiarazione stessa da parte dellorgano incaricato di effettuare il controllo contabile. Decorrenza La legge di stabilità prevede lapplicazione dei nuovi vincoli a decorrere dal periodo dimposta in corso al 31 dicembre 2013, per cui essi trovano applicazione, per i soggetti con esercizio coincidente con lanno solare, a partire dalle dichiarazioni dei redditi ed Irap relative al 2013 quindi avranno immediato effetto sulle compensazioni che saranno operate a decorrere dal 1° gennaio 2014, in relazione ai crediti dimposta risultanti dalle dichiarazioni medesime. nellattestazione della corrispondenza dei dati esposti nella dichiarazione alle risultanze delle scritture contabili e di queste ultime alla relativa documentazione, nonché nella verifica della regolare tenuta e conservazione delle scritture contabili obbligatorie ai fini delle imposte sui redditi e delle imposte sul valore aggiunto. Con lapposizione del visto, il responsabile del centro di assistenza fiscale conferma che i dati delle dichiarazioni predisposte dalle quali emerge il credito sono conformi alla relativa documentazione e alle risultanze delle scritture contabili. Le verifiche che il professionista deve effettuare sono relative al solo riscontro formale della corrispondenza, in ordine allammontare delle componenti positive e negative relative allattività di impresa esercitata e rilevanti ai fini delle imposte, dovendo prescindere da valutazioni di merito. Compensazione del 16 gennaio Ciò sta a significare, in concreto, che il contribuente che intenda compensare crediti Ires, Irpef (ivi comprese relative addizionali o imposte sostitutive) o Irap già dal prossimo 16 gennaio dovrà tenere in considerazione il nuovo limite imposto dalla legge di stabilità. Il controllo Va ricordato che il visto di conformità consiste I contenuti del presente articolo vanno assunti come meramente informativi, non utilizzabili in alcun modo quale consulenza/opera professionale; ogni interpretazione ivi contenuta è meramente indicativa e non assume valore di parere professionale. Rubrica a cura di: Dottor Giacomo Mallano Commercialista Studio Tributario Cattelan-Verni-Mallano & Associati 25 febbraio 2014 Facebook Le schede della pagina facebook Cosa sono e come funzionano Proseguiamo nel percorso di personalizzazione della pagina facebook della vostra azienda. Nello scorso numero di questa rubrica, abbiamo imparato a sistemare le immagini, dalle foto sul diario alle fondamentali immagini del profilo e di copertina. Stavolta capiremo come funzionano i riquadri che troviamo sulla destra rispetto allo spazio riservato alle informazioni della pagina, esattamente sotto limmagine di copertina. Come avrete notato, anche curiosando tra le altre pagine facebook, il numero di questi riquadri è variabile, così come varia anche il loro contenuto. Questi riquadri sono chiamati schede e permettono un accesso più rapido a parti diverse della pagina facebook, una serie di link da cliccare per esplorare non solo la pagina in questione ma anche accedere ad altre funzionalità personalizzabili. Le schede che potremmo definire standard, presenti cioè in tutte le pagine, sono ad esempio foto, video, note, persone a cui piace la pagina e in alcuni casi eventi. Per renderle visualizzabili, è sufficiente cliccare sulla freccetta verso il basso, sulla destra rispetto al riquadro e poi selezionare ed aggiungere le schede usando il tasto +. Potete scegliere di nascondere le schede che non vi interessano (o che sono ancora vuote) o di Massimo Petronio scambiarle di posizione. Il limite massimo di schede visibili è 4, quindi fate in modo che quei 4 siano i link più interessanti della vostra pagina, perché sono i riquadri che gli utenti vedranno subito, quando vengono a farvi visita. Vi segnalo infine unopzione adatta ai più esperti, a cui si accede cliccando su trova altre applicazioni. Una scheda infatti, è personalizzabile sia nellimmagine visualizzata, sia nel nome della scheda stessa, ma soprattutto nel suo contenuto. Avete ad esempio un canale youtube o un account twitter aziendale? Potete aggiungere una scheda personalizzata e collegare così la vostra pagina facebook agli altri profili social, con lo scopo di promuovere così lesistenza di questi account e regalare ai vostri utenti unesperienza di navigazione più completa. 26 febbraio 2014 febbraio 2014 a cura di Diego Franciosa Entro lunedì 17 febbraio 2014 lunedì 17 febbraio 2014 RITENUTE Versamento ritenute su redditi da lavoro dipendente e assimilati, lavoro autonomo, provvigioni nonché su corrispettivi per contratti dappalto nei confronti dei condomini (mese precedente). IVA Liquidazione e versamento (mese di gennaio 2014 e IV trimestre 2013 - trimestrali speciali). IVA DICHIARAZIONE DINTENTO (soggetti mensili e soggetti trimestrali speciali) Invio delle comunicazioni dintento in relazione alle quali sono state emesse fatture senza applicazione dellIVA registrate per il mese precedente (soggetti mensili) e trimestre precedente (soggetti trimestrali speciali). CONTRIBUTI INPS MENSILI Versamento allINPS da parte dei datori di lavoro dei contributi previdenziali a favore della generalità dei lavoratori dipendenti, relativi alle retribuzioni maturate nel mese precedente. GESTIONE SEPARATA INPS COLLABORATORI Versamento dei contributi previdenziali per i collaboratori a progetto, occasionali e associati in partecipazione corrisposti nel mese precedente. CONTRIBUTI IVS - ARTIGIANI E COMMERCIANTI Quota fissa sul minimale Versamento dei contributi IVS da parte dei soggetti iscritti alla gestione INPS artigiani e commercianti (quota fissa sul reddito minimale). AUTOLIQUIDAZIONE INAIL PREMIO O RATA Versamento premio (regolarizzazione anno precedente e anticipo anno corrente) o I rata. TFR - IMPOSTA SOSTITUTIVA SULLA RIVALUTAZIONE (saldo) Versamento a saldo sulle rivalutazioni del TFR maturate nellanno 2013. ADDIZIONALI Versamento addizionali regionali/comunali su redditi da lavoro dipendente del mese precedente. Entro giovedì 20 febbraio giovedì 20 febbraio2014 2014 CONTRIBUTI ENASARCO IV trimestre Versamento contributi IV trimestre dellanno precedente. Entro martedì 25 febbraio martedì 25 febbraio2014 2014 ELENCHI INTRASTAT - MENSILI Presentazione contribuenti mensili. Entro venerdì 28 febbraio venerdì 28 febbraio2014 2014 numero verde 800 905 525 CERTIFICAZIONE UTILI, COMPENSI E PROVVIGIONI Consegna ai percettori delle certificazioni relative ai redditi, compensi e provvigioni corrosposti nellanno precedente. MODELLO CUD Consegna certificazione dei redditi anno precedente. CIG RIDOTTA Invio allINPS della dichiarazione annuale per lapplicazione della CIG ridotta. COMUNICAZIONE DATI IVA Presentazione telematica relativa al periodo dimposta precedente. DENUNCIA UNIEMENS Denuncia telematica delle retribuzione e dei contributi (INPS - INPDAP - Ex ENPALS) del mese precedente. FASI Versamento dei contributi integrativi per i dirigenti industriali (trimestre in corso). INAIL Denuncia dei dati retributivi su supporto magnetico o via Internet . OPERAZIONI CON PAESI BLACK LIST (soggetti mensili) Invio della comunicazione relativa alle operazioni effettuate con paesi Black List nel mese precedente (soggetti mensili). LIBRO UNICO Scadenza delle registrazioni relative al mese precedente. ACQUISTI DA SAN MARINO Invio telematico della comunicazione degli acquisti presso operatori di San Marino, annotati nel mese precedente. STUDI DI SETTORE Invio telematico allAgenzia delle Entrate delle cause giustificative della non congruità agli studi di settore relativi al 2012. Le informazioni contenute nello scadenzario sono soggette a clausola di esclusione di responsabilità per quanto riguarda le informazioni in esso contenute e per i danni o i problemi legali derivanti dall uso delle stesse. Esse vanno assunte come meramente informative e non costituiscono un parere di tipo professionale o legale. Le indicazioni riportate potrebbero risultare non aggiornate e/o incomplete. 27 febbraio 2014 GRUPPO VENETO TORREFATTO TRI CAFFÈ RI Il 25 maggio maggio 2014 il Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè festeggerà il suo sessantesimo anniversario. È prevista una gita in barca con navigazione sul fiume Brenta da Mira a Stra. Si supereranno 2 chiuse e si ammireranno le storiche ville venete. Il giro in barca si concluderà a Stra nella splendida Villa Foscarini Rossi. Qui ci sarà il pranzo, giusto epilogo di una splendida giornata che trascorreremo insieme a tutti coloro che daranno la loro adesione. I Soci riceveranno gli inviti con il programma dettagliato. I posti aperti a tutti i Soci, famigliari ed amici sono limitati e verranno accettati fino a 200 prenotazioni in ordine temporale. 60 di attività anni al servizio della qualità domenica 25 maggio2014 Costo per la partecipazione alla gita in barca Euro 50,00 a persona ed il successivo convegno e pranzo Euro 100,00 a persona. 2014 tramite bollettino di C/C postale n. 44519700 oppure con bonifico sul medesimo C/C postale: Cin L - Abi 07601 - Cab 02200 IBAN: IT 10 L 07601 02200 000044519700 Nuovi Soci Ai 255 Soci del Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè si è aggiunta la Ditta: HAUSBRANDT TRIESTE 1892 S.p.A. Via Foscarini, 52 31040 NERVESA DELLA BATTAGLIA (Treviso) alla quale porgiamo un caloroso benvenuto. tel.: 040 390 044 - fax: 040 938 45 89 www.gttc.it - mail: [email protected] PEC: [email protected] dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00 cell. 331 658 5552 VENETO TORREFATTO TRI CAFFÈ RI La quota sociale del GRUPPO TRIVENETO TORREFATTORI DI CAFFÈ per lanno 2014 è: SOCI ORDINARI 280,00 (soci del triveneto) SOCI SOSTENITORI 140,00(soci altre Regioni) che potrà essere versata a favore del: GRUPPO TRIVENETO TORREFATTORI DI CAFFÈ Redazione, Segreteria del Gruppo e del Consorzio GRUPPO QUOTA ASSOCIATIVA Il 24 febbraio 2014 si terranno a Treviso le Assemblee del Gruppo Triveneto e del Consorzio Torrefattori Tre Venezie