Sociologia delle comunicazioni
Capitalismo cognitivo
20.4.2010
La sociologia moderna
Max Weber (1864-1920)
Davide Emile Durkheim
(1858-1917)
Karl Heinrich Marx (18181883)
Il cambiamento socioeconomico nel
secondo dopoguerra
Modo di produzione
Fordismo/Taylorismo
Post-Fordismo/Toyotismo
Industriale
Post-Industriale
Sociologia contemporanea
Saskia Sassen (1991) The Global
City: New York, London,
Tokyo. Princeton: Princeton
University Press, 1991
Ulrich Beck, Anthony Giddens,
Scott Lash (1994) Reflexive
Modernization. Politics,
Tradition and Aesthetics in
the Modern Social Order.
Cambridge University Press
Zygmunt Bauman (2000): Liquid
Modernity. Cambridge:Polity
Press
Manuel Castells (1994) The Rise
of the Network Society.
Cambridge: Blackwell
“La definizione dell’attuale fase
dello sviluppo capitalistico,
associata alla rivoluzione
digitale, sono molteplici:
economia della conoscenza
(Drucker); economia
informazionale (Castells),
economia dell’informazione in
rete (Benkler), economia della
creatività (Florida) ecc.”
(Carlo Formenti “Capitalismo
cognitivo, crisi e lotta di classe: il
paradigma postoperaista” in
“da un lato, il fatto che la
produzione di conoscenze
diviene la forma principale, se
non esclusiva, della creazione
di valore, dall’altro, il fatto che
questa risorsa strategica non è
più concentrata nelle mani di
una ristretta minoranza, ma
viene ridistribuendosi in nuovi
strati di classe emergenti
(anche questi variamente
connotati, knowledge workers,
classe hacker, classe creativa
etc)” (Formenti 2009: 133)
Modo di produzione:
“Il principio strutturale sotto il quale il
surplus è appropriato e controllato
caratterizza un modo di produzione.”
(esempio capitalismo: separazione
tra produttori e mezzi di produzione,
controllo del processo produttivo del
capitale, forma merce; statismo,
controllo dei processi economici
nelle mani dello stato). “Le relazioni
sociali della produzione, e quindi il
modo di produzione, determinano
l’appropriazione e l’uso del surplus.”
(Manuel Castells La società delle reti)
Modo di sviluppo:
“I modi di sviluppo sono le
configurazioni tecnologiche
attraverso le quali il lavoro si
esercita sulla materia per
generare il prodotto,
definendo in ultima istanza il
livello e la qualità del surplus.”
(modo di sviluppo agrario,
industriale, informazionale)
(Manuel Castells La società delle
reti)
“In the new, informational mode of
development the source of productivity
lies in the technology of knowledge
generation, information processing, and
symbol communication… what is specific
about the informational mode of
development is the action upon
knowledge itself as the main source of
productivity… I call this new mode of
development informational, constituted by
the emergence of a new technological
paradigm based on information
technology.” (Castells The rise of the
network society 1994: 17)
“Because informationalism is
based on the technology of
knowledge, there is a specially
close link between culture and
productive forces, between spirit
and matter, in the informational
mode of development. It follows
that we should expect the
emergence of historically new
forms of social interaction, social
control and social change.”
(Castells 1994: 18)
La rivoluzione digitale
1. La rivoluzione digitale sancisce la fine del monopolio
capitalistico sui mezzi di produzione. (Yochai Benkler)
2. Il lavoro gratuito…svolge un ruolo determinante nel nuovo
modo di produrre (Benkler)
3. Le cosiddette tecnologie del web 2.0 favoriscono lo sviluppo di
modalità di cooperazione produttiva ‘orizzontali’ (Don
Tapscott; Clay Shirky)
4. L’accesso ai commons immateriali deve essere preservato
(Lawrence Lessig)
5. Il punto di approdo della New Economy potrebbe essere una
nuova forma di capitalismo senza proprietà, o, addirittura, una
sorta di ‘socialismo digitale’ (Lessig; Kelly)
(Formenti 2009: 134)
Punti 1 e 2: le tesi di Benkler
la causa prima della rivoluzione nei modi di
produrre sono i costi irrisori degli attuali
mezzi di produzione, paragonati a quelli
industriale, quindi una grande massa di
persone può partecipare adesso ‘alla pari’
alla produzione di informazione e
conoscenza
La nuova competizione prende la forma di una
nuova ‘cooperazione competitiva’,
spontanea e gratuita, tra prosumer motivati
da incentivi non economici (vedi software
open source, wikipedia etc)
Domanda: come convivono le imprese
capitalistiche con questa nuova forma di
produttività sociale? Come trasformano la
‘cooperazione competitiva’ spontanea e
gratuita in fonte di profitto?
Punto 3: Don Tapscott e Clay Shirky
La condivisione dei contenuti sul web
sociale (per esempio Flickr, YouTube, Wiki)
non ha bisogno dei tradizionali modelli
organizzativi gerarchici):
“Per esempio, gli utenti di Flickr…investono
tempo ed energie per condividere,
classificare e rendere fruibili…i loro lavori; la
stessa attività, se esercitata da un’impresa
gerarchicamente strutturata, imporrebbe
costi di gestione tali da distruggere qualsiasi
margine di profitto. Uguale discorso vale
per altri ambienti di condivisione di video
(YouTube), testi (Wiki), e informazioni…” (p.
135)
“Il coordinamento in tempo
reale – frutto al tempo
stesso, degli automatismi
del software e della
cooperazione spontanea,
e a volte inconsapevole,
come quella tra gli utenti
dei motori di ricerca –
sostituisce la
pianificazione, per cui
l’azione del gruppo
diventa imprevedibile.”
(p. 135)
“…la logica del wiki si rivela, in simili
contesti, più efficace di quella
della fabbrica, nella misura in cui
consente ai singoli membri della
comunità di lavorare su quel che
vogliono e di farlo quando
vogliono, mentre la produzione
collettiva procede con modalità
simili a quelle che presiedono alla
formazione di una barriera
corallina piuttosto che a quelle
della catena di montaggio.”
(p.135)
• “…da un lato, la cooperazione
sociale spontanea e gratuita si
riferisce alla produzione di
commons immateriali che esulano
dalla logica del mercato, dall’altro,
il capitale può estrarre plusvalore
da tali produzioni solo nella
misura in cui riesce a
‘privatizzare’…(per esempio
inasprendo le leggi sulla proprietà
intellettuale…). Allo stesso tempo
la logica di enclosure funziona
come un boomerang, perché
inaridisce alla fonte le motivazioni
stesse che spingono individui e
gruppi alla cooperazione stessa.”
(pp. 135/136)
“Lawrence Lessig, l’avvocato che ha
creato le licenze Creative
Commons…configura uno
scenario in cui le imprese
capitalistiche imparino a sfruttare
la gallina dalle uova d’oro (la
conoscenza collettiva generata dal
libero accesso delle comunità
online ai commons immateriali)
senza soffocarla per eccesso di
avidità” (p. 136)
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