Strumenti di valutazione dei rischi a
supporto della pianificazione locale
Prof. Scira Menoni
Relazione geologica allegata allo strumento urbanistico PRG
Nel luglio 1995 Delibera Regione Lombardia che introduce
(ma non può obbligare) la relazione geologica di supporto alla
pianificazione locale
Tale delibera viene trasformata in Relazione Geologica di
supporto alla pianificazione urbanistica in termini obbligatori
per:
* Nuovi PRG
* Varianti di piano
Relazione geologica allegata allo strumento urbanistico PRG
Innovazioni importanti contenute nella legge:
* Carte relazione geologica alla stessa scala delle carte PRG:
1:5000; 1:2000
* Oltre alla descrizione delle caratteristiche geologiche,
geomorfologiche e geomeccaniche (anche se in termini
sintetici) occorre:
* Una carta di sintesi delle principali criticità emerse
* Una carta di fattibilità geologica di diversi usi del suolo
Carta descrittiva degli
elementi idrogeologici
Relazione geologica allegata allo strumento urbanistico PRG
Relazione geologica allegata allo strumento urbanistico PRG
Relazione geologica allegata allo strumento urbanistico PRG
Relazione geologica allegata allo strumento urbanistico PRG
Aspetti positivi:
Limiti:
* Introdurre obbligatoriamente la componente
geologica nelle decisioni
di pianificazione
* Decisione sulla fattibilità
azioni di piano non “concordata” con urbanista:
mille possibilità di
“deviazione”
* Decisione su soglie di
rischio accettabile senza
realmente tenere conto
del rischio (solo su base
pericolosità)
* Farlo non in modo generico ma puntuale (scale,
fattori da considerare..)
Tabella 2. Decisioni urbanistiche in diverse situazioni di rischio e di pericolosità
TIPO INSEDIAMENTO
T
I
NATURALE
di nuova espansione
consolidato
decisione in merito alla
possibilità/efficienza dell'
insediamento date le misure di mitigazione
decisione in merito alla
priorità degli interventi
di consolidamento e di
riduzione dei danni attesi
decisione in merito alla
opportunità dell'insediamento (valutazioni sul
tipo di insediamento)
decisione in merito alla
possibilità/opportunità di
modificare l'insediamento
o di rilocalizzare/modificare l'impianto
conformità delle indicazioni di piano con la decisione di localizzare l'impianto (evitare situazioni
conflittuali)
la localizzazione può
avvenire solo previa valutazione del rischio, compensazione della comunità
implicata
P
O
H
gia' esistente
A
Z TECNOLOGICO
A
da localizzare
R
D
Relazione geologica e PRG: alcuni contenziosi
Ricorso di privato contro la decisione della Regione che in sede di iter di
approvazione della variante al PRG di un comune ne aveva stralciato gli ambiti
prospicienti al fiume Oglio e che erano stati destinati a edilizia di
completamento.
«La motivazione [dello stralcio] è del tutto falsa, come risulta dalla
perizia geologica e idraulica corredata da carta morfologica e rilievo
planialtimetrico dalla quale risulta come l’area sia posta ad una
quota superiore a qualsiasi ipotizzabile piena del fiume, essendo
posta ad una quota superiore dell’ospedale e non è stata esondata
dall’eccezionale piena del 1997»
Il secondo caso di interesse riguarda invece un comune della provincia di
Varese che richiedeva di tombinare un ulteriore tratto del torrente che lo
attraversava per realizzare un piano di lottizzazione.
La Regione, sollecitata in tal senso anche da un’associazione di cittadini a
difesa dalle alluvioni, stralciò la zona del piano interessata dal progetto di
tombinatura e a fronte delle insistenze del comune giunse a sanzionarlo per il
tratto già tombinato nel 1986, per il quale mancava il benestare dei Beni
Ambientali.
Regione Lombardia è stata citata da due privati il cui insediamento
artigianale già condonato ed incluso in una variante al PRG era
stato stralciato in sede di approvazione regionale
« Il rilievo regionale non si fonda su un’autonoma attività istruttoria di indagine
geologica, ma si basa esclusivamente sulle risultanze della Relazione
Geologica allegata al PRG redatta dal geologo secondo la zonizzazione
geologica elaborata da quest’ultimo, le aree in questione risultano classificate
entro la zona 7 del gruppo IV, ove non viene affatto esclusa la possibilità di
edificare, a condizione che vengano rispettate alcune prescrizioni volte a
consentire l’accertamento, caso per caso, delle condizioni di sicurezza del
singolo intervento edilizio.
Vi sono soglie critiche di problematicità idrogeologica oltre le quali sarebbe
imprudente avventurarsi mediante iniziative edificatorie. Al di sotto, se ad ogni
livello di criticità si accompagnasse l’inedificabilità degli stessi, lo sviluppo
edilizio nelle valli alpine sarebbe del tutto precluso».
Ricorso per un’espansione industriale negata in un comune della Valtellina:
«[che già il comune aveva richiesto in sede di controdeduzione il ripristino
dell’originaria destinazione del PRG adottato, soffermandosi
particolarmente:]
a. sulle aree D2 (zone industriali e artigianali di espansione a sud della
ferrovia «in quanto già in avanzata fase di attuazione con PIP regolarmente
approvato»
b. sulle limitrofe aree D1 (esistenti) essendo queste ultime «in rilevato rispetto
agli argini dell'Adda, già densamente edificate» e non avendo esse «subito
inconvenienti di rilievo in occasione dell’alluvione del 1987».
Il ricorrente sostiene che il PRG non può prevedere vincoli idrogeologici
ulteriori e/o diversi da quelli previsti dall’Autorità di bacino. Si riconduce
quindi ad una sentenza del Tar, secondo la quale con la deliberazione regionale
di approvazione del PRG non possono essere apportate «sostanziali modifiche
d’ufficio al progetto trasmesso dal comune, motivandolo in base a generiche
esigenze di tutela paesaggistica e ambientale» (Tar della Lombardia, Brescia,
7.12.1983, n. 832).
Huber, the Bhopalization of the US tort law, in Issues in Science and
Technology, vol. II, n.1, National Academy of Sciences, 1995.
Rischi privati:
(guidare, fumare, etc.):
Rischi collettivi:
(terremoti, frane, incidenti industriali etc.):
* Controllo individuale
* Molti soggetti implicati
* “libera assunzione” del
rischio
* Rischio poco conosciuto o
non assunto consapevolmente
* Chiaramente individuabile un responsabile in
caso di danno
* Responsabilità molteplici e
intricate
* Tribunali capaci di
dirimere controversie
* Giudici e avvocati alle prese
con complesse perizie tecniche
Salter L. et al., “Mandated science. Science and scientists in the making of
standards”. Kluwer Academic Publishers, Dordrecht-Boston-London, 1988.
Scienziati e tecnici in un’arena poco
familiare
* Necessità di spiegare in termini
corretti ma senza “gergo” contenuti
complessi
* Capacità di esplicitare e riconoscere
l’incertezza
* Capacità di relazionarsi con i non
tecnici, senza svilire i contenuti tecnici
e senza concedere alle esigenze di
“immagine”
Salter L. et al., “Mandated science. Science and scientists in the making of standards”. Kluwer
Academic Publishers, Dordrecht-Boston-London, 1988.
Linguaggio scientifico
Linguaggio legale/politico
«non possiamo sapere con certezza che l’esposizione al piombo provoca danni specifici»
Occorre approfondire ricerca
dai risultati incompleti attualmente
qualsiasi legge o normativa è
prematura o non necessaria
«non abbiamo nessuna evidenza del fatto che il pesticida in oggetto sia pericoloso per la
popolazione umana»
Livello di conoscenza attuale
insufficiente per un parere definitivo
pesticida innocuo per la salute
umana
«non possiamo individuare con precisione l’origine della contaminazione»
Occorre cautela nel determinare
l’origine della contaminazione
data la carenza metodologica
in tale campo di indagine
affermazione sufficiente a
scagionare tutte le industrie della
zona che pure erano all’origine di
emissioni di Pb in ambiente
Le plan de prévention des risques in Francia
Legge 82-600 del 13/7/1982 modificata e completata dalla
L. 87/565 del 22/7/1987 sull’organizzazione della
Protezione civile: indica le modalità di indennizzo della
popolazione in seguito a disastri naturali e impone (articolo
5) ad accettare le restrizioni di un Piano di Esposizione ai
Rischi elaborato dallo stato (prefetture) integrato alla legge
urbanistica (L. 123-10)
1. Decreto 84/328 del 4/5/1984 sull’elaborazione del
piano di esposizione ai rischi, in cui si definiscono le
zone rosse, blu e bianche
1. Legge 95/101 del 2/2/1995 relativa al rafforzamento della
protezione dell’ambiente, che sostituisce ai PER i piani di
prevenzione dei rischi
Le plan de prévention des risques in Francia
Legge 82-600 del 13/7/1982 modificata e completata dalla
L. 87/565 del 22/7/1987 sull’organizzazione della
Protezione civile: indica le modalità di indennizzo della
popolazione in seguito a disastri naturali e impone (articolo
5) ad accettare le restrizioni di un Piano di Esposizione ai
Rischi elaborato dallo stato (prefetture) integrato alla legge
urbanistica (L. 123-10)
1. Decreto 84/328 del 4/5/1984 sull’elaborazione del
piano di esposizione ai rischi, in cui si definiscono le
zone rosse, blu e bianche
1. Legge 95/101 del 2/2/1995 relativa al rafforzamento della
protezione dell’ambiente, che sostituisce ai PER i piani di
prevenzione dei rischi
Le plan de prévention des risques in Francia
Legge 82-600 del 13/7/1982 modificata e completata dalla L. 87/565 del
22/7/1987 sull’organizzazione della Protezione civile: indica le modalità di
indennizzo della popolazione in seguito a disastri naturali e impone
(articolo 5) ad accettare le restrizioni di un Piano di Esposizione ai Rischi
elaborato dallo stato (prefetture) integrato alla legge urbanistica (L. 12310)
Le plan de prévention des risques in Francia
La Legge 95/101 del 2/2/1995 stabilisce i seguenti principi:
precauzione, ovvero l’assenza di certezze non deve ritardare l’adozione di
misure preventive;
principio dell’azione preventiva, utilizzando le migliori tecniche
disponibili ad un costo economico accettabile
il principio “chi inquina paga”
principio di partecipazione, per cui ogni cittadino ha diritto
all’informazione relativa all’ambiente, comprese quelle sui rischi
industriali
Le plan de prévention des risques in Francia
Passaggi fondamentali del piano:
a. Identificazione della casistica storica degli eventi calamitosi che hanno
colpito un determinato comune;
b. Definizione dell’aléa, ovvero della pericolosità;
c. Definizione del rischio;
d. Definizione e valutazione degli enjeux= esposizione (in parte vulnerabilità)
e. Raccomandazioni e divieti nelle zone a diverso grado di rischio
Le plan de prévention des risques in Francia
Passaggi fondamentali del piano:
a. Identificazione della casistica storica
degli eventi calamitosi che hanno
colpito un determinato comune;
b. Determinazione della pericolosità
Le plan de prévention des risques in Francia
Passaggi fondamentali del piano:
c. Definizione degli enjeux=
esposizione
Le plan de prévention des risques in Francia
Passaggi fondamentali del piano:
d. definizione del rischio: zone bianche, blu e rosse
Le plan de prévention
des risques in Francia
Commune de Veurey-Voroize
PLAN DE PREVENTION DES RISQUES NATURELS PREVISIBLES
ZONAGE REGLEMENTAIRE DU RISQUE hors débordement de l'Isère (sur fond
topographique)
d. definizione del rischio
Niveau de contraintes* :
Zones d'interdictions
Zone de projet possible sous
maîtrise collective
Zones de contraintes faibles
Zones sans contraintes
spécifiques
Nature du risque* :
I, i2, i3 : crues des fleuves et des rivières
M : marécages
I', i' : inondation de plaine en pied de versant
T : crues des torrents et des rivières torrentielles
V, v : ruissellement sur versant
G, g1, g2 : glissement de terrain
P, p : chutes de pierres
f : suffosion, voir encart au 1/25 000è
Chaque zone est référencée par deux indices alphabétiques au moins :
* le premier correspond au niveau de contraintes à appliquer
** le second à la nature du risque (caractère en minuscule pour les zones de faibles contraintes, caractère en majuscule
pour les autres cas)
............ Limite communale
------------- Limite du zonage réglementaire présenté sur fond cadastral au 1/5000
Réalisation : Alp'Géorisques Etabli le : 25 mars 1999
Modifiée le : juillet 2000
Edition : Alp'Géorisques
(RTM et SEER)
Echelle : 1/10 000
Le plan de prévention des risques in Francia
Passaggi fondamentali del piano:
e. Azzonamento delle aree a diverso rischio
Le plan de prévention
des risques in Francia
e. Azzonamento delle aree
a diverso rischio
TITRE II - REGLEMENTATION DES PROJETS NOUVEAUX
Les quatre premières colonnes du tableau suivant indiquent si les règles édictées sont :




des prescriptions d'urbanisme
des prescriptions de construction
des prescriptions de gestion de l'espace ou d'autres prescription
des recommandations
Prescriptions
Règles
Règles de
d'urbanisme construction
Chapitre IV Autres
règles
Recommandations
Mouvements de terrain
Chutes de pierres et de blocs
Bpo (zone bleue, pour les extensions de
construction)
e. Azzonamento delle aree a diverso rischio
Bpo (zone bleue, pour les extensions de
construction)
Maintien en l'état des dispositifs de protection, filets pareblocs, par le maître d'ouvrage collectif
x
Construction
- Interdit
sauf :
x

x

x
x
exceptions prévues aux dispositions
réglementaires du Titre I pour la zone rouge ;
extension limitée à 50 m2 de surface hors
oeuvre brute dans le cadre d'une amélioration
des habitations et bâtiments existants en :
- privilégiant les implantations d'extension se
protégeant mutuellement avec l'existant et
protégeant les zones de circulation ou de
stationnement,
- adaptant la construction au risque résiduel
avec notamment la protection ou le
renforcement des façades exposées (y compris
ouvertures), l'emplacement des accès et des
ouvertures principales sur les façades non
exposées (en cas d'impossibilité, les protéger)
Camping caravanage
x
- Interdit
e. Azzonamento delle aree a diverso rischio
TITRE III - Mesures sur les biens et activités existants
Les quatre premières colonnes des tableaux des pages suivantes indiquent si les travaux ou les dispositifs
demandés sont :




des prescriptions d'urbanisme
des prescriptions de construction
des prescriptions de gestion de l'espace ou d'autres prescription
des recommandations
Prescriptions
Règles
Règles de
d'urbanisme construction
Chapitre I
Autres
règles
Recommandations
Zones inondables
Crues des fleuves et des rivières
e. Azzonamento delle aree a diverso rischio
1 - Dispositions particulières pour les
biens et activités existant en zone rouge
RI et en zones bleues
Les travaux ou dispositifs de protection suivants sont
recommandés:
x
- Création d'un niveau refuge au-dessus de la cote de
référence " c " ou d'une ouverture sur le toit,
x
- Installation au-dessus de la cote de la crue de référence "
c " de tous les appareillages fixes sensibles à l'eau, et de
tous les dispositifs de commande des réseaux électriques
et techniques,
Dans le cas où ils s'avéreraient nécessaires et efficaces,
pour réduire la vulnérabilité, les travaux ou dispositifs de
protection suivants sont recommandés :
x
- mise à l'abri d'une entrée des eaux, par des dispositifs
d'étanchéité (qui, par étanchéité ou à défaut par filtration,
diminuent sensiblement les dommages), des ouvertures de
bâtiments telles que portes, baies, soupiraux, orifices,
conduits. situées sous la cote de référence " c ",
x
- en complément à ces obturations, et chaque fois que cela
s'avère nécessaire mise en place de pompes d'épuisement
d'un débit suffisant permettant l'évacuation des eaux
d'infiltration,
e. Azzonamento delle aree a diverso rischio
x
- en complément à ces obturations, et chaque fois que cela
s'avère nécessaire mise en place de pompes d'épuisement
d'un débit suffisant permettant l'évacuation des eaux
d'infiltration,
x
- étanchéité ou tout au moins isolation par vannages de
tous les réseaux techniques d'assainissement et d'eau
potable,
x
- les matériels et matériaux employés pour les locaux et
installations situés sous la cote de référence " c " devront
être de nature à résister aux dégradations par l'action de
l'eau.
Le choix des travaux relève de la responsabilité du maître
d'ouvrage, qui peut prendre conseil auprès du maître
d'oeuvre et des professionnels compétents.
Cependant, chaque fois que le maître d'ouvrage décidera
de procéder à des travaux, se rapportant aux locaux,
installations, réseaux et dispositifs de commande et de
protection situés sous la cote de référence " c ", y compris
ceux qui ne sont pas motivés par le risque inondation, il
devra se conformer aux mesures ci-dessus.
- Tous les produits, matériels, matériaux, cheptels, récoltes,
mobilier et équipements extérieurs des espaces publics ou
privés, doivent être :
x



soit placés au-dessus de la cote de référence,
soit déplacés hors de portée des eaux lors des
crues,
soit arrimés de manière à ne pas être entraînés
par les crues et stockés de manière à ne pas
polluer les eaux ni subir de dégradations.
e. Azzonamento delle aree a diverso rischio
TITRE III - Mesures sur les biens et activités existants
Les quatre premières colonnes des tableaux des pages suivantes indiquent si les travaux ou les dispositifs
demandés sont :




des prescriptions d'urbanisme
des prescriptions de construction
des prescriptions de gestion de l'espace ou d'autres prescription
des recommandations
Prescriptions
Règles
Règles de
d'urbanisme construction
Chapitre II
Autres
règles
Recommandations
Séismes
1 - Sont recommandées les mesures
suivantes :
- La vérification et le renforcement :

x


des ouvrages en porte à faux du type balcons ou
terrasses.
des ancrages, dans des éléments rigides, des
superstructures comme les souches de
cheminées ou de ventilation.
es fixations, du type de celles, avec le support de
couverture, des tuiles en saillie.
Le plan de prévention
des risques in Francia
e. Interventi di difesa strutturale
Le plan de prévention des risques in Francia. Recenti sviluppi: l’inclusione del
rischio chimico-industriale in seguito all’incidente dell’AZF
La Société Industrielle de Combustibles Nucléaires (SICN)
La commune possède sur son site une Installation Nucléaire de Base (INB) : la Société
Industrielle de Combustibles Nucléaires (SICN). Cet établissement fabrique entre autres
des combustibles pour réacteurs nucléaires à base d'uranium. Les matières premières
utilisées sont de l'uranium naturel ou appauvri. Le seul risque potentiel est donc une
dissémination de ce produit à l'extérieur des enceintes où il est utilisé et éventuellement
à l'extérieur des locaux de l'usine. Compte tenu des quantités relativement faibles
utilisées et des scénarios possibles d'accidents, l'étude de sûreté de l'installation n'a pas
conduit les autorités de sûreté qui contrôlent les INB, à estimer qu'il pouvait y avoir risque
pour l'environnement. En conséquence le préfet n'a pas fait établir de Plan Particulier
d'Intervention (PPI) comme c'est le cas pour les industries à risques (nucléaire ou
chimique) lorsqu'en cas d'accident celui ci risque d'affecter la population et
l'environnement. Ceci étant, en cas d'accident grave dans cette usine, le directeur
déclencherait son Plan d'Urgence Interne (PUI), en avertirait la préfecture qui
répercuterait cette information au maire.
La société TITANITE
Cette société est implantée sur le territoire de la commune de St Quentin sur Isère à la
limite de Veurey.
Le plan de prévention des risques
in Francia. Recenti sviluppi:
l’inclusione del rischio chimicoindustriale in seguito all’incidente
dell’AZF
Activités de la société : elle exploite un dépôt d'explosifs enterré situé dans une ancienne
carrière souterraine située en bordure de la RN 532 au Bec de l'Echaillon. Les quantités
d'explosifs stockés sont de l'ordre de 25 tonnes (dynamite, titagel, titamex, anfotite,
ferrolite, cordeau détonnat de penthrite).
Situation réglementaire : le dépôt en question comportant plus de 10 t. d'explosifs se voit,
au titre du décret 89-338 du 14/11-89, soumis à l'obligation d'établissement d'un PPI par
la préfecture et à certaines contraintes d'urbanisme découlant de l'étude de danger qui a
été réalisée par l'exploitant et avalisée par la DRIRE le 2/6-93. L'exploitant est tenu de
mettre au point dans son établissement un Plan d'Organisation Interne(POI) pour les cas
d'accidents.
Scénarios d'accidents : Dans la situation actuelle, un dossier d'information a été établi
par la DRIRE Rhône-Alpes - Subdivision de l'Isère en mai 1996. Il indique les scénarios
d'accidents envisagés et leurs conséquences sur l'environnement et donne les
contraintes d'urbanisme qui en résultent. Les risques d'une telle installation sont des
risques d'incendie et d'explosion.
Deux scénarios d'accidents majeurs ont été retenus :


Explosion du dépôt souterrain
Explosion d'un camion assurant le transport chargé de 15 t. d'explosifs
Le deuxième scénario est plus pénalisant pour l'environnement. Suivant les effets de
l'explosion, plusieurs zones ont été définies (Z1 à Z5). La zone Z5 correspond à des
effets thermiques (brûlures des personnes), son rayon autour de l'installation étant de 1
370 m. La zone Z4 (cercle de 685 m de rayon) est la zone où il y aurait retombées de
missiles. Conséquence pour la commune : compte tenu de la protection assurée par les
falaises du Bec de l'Echaillon, la partie du territoire de la commune qui se trouverait à
l'intérieur des cercles Z4 et Z5 précédemment indiqués, se trouve à l'abri des effets de
l'explosion. La société Titanite ne constitue donc pas un risque notable pour la commune.
Aucune canalisation de produits dangereux ne traverse le territoire de la commune, c ependant de l'autre
côté de l'Isère passent quatre canalisations véhiculant de tels produits. Ce sont :




Le
Le
Le
Le
gazoduc de gaz naturel exploité par Gaz de France ;
pipeline de la SPMR (Société pétrolière Méditerranéen - Rhône)
gazoduc ETEL transportant de l'éthylène ;
gazoduc TRANSUGIL transportant du Propylène
Il est recommandé par la DRIRE d'attacher une importance particulière à l'examen de tout projet
d'implantation d'habitats collectifs, d'établissements d'enseignement, de soins ou d'établissements destinés
à recevoir du public, dans une zone située de part et d'autre de la canalisation et dont la largeur dépend de
la nature du produit transporté. La canalisation présentant le plus de danger est le gazoduc ETEL pour
lequel des précautions d'urbanisation sont recommandées dans une bande de 500 m de part et d'autre de la
canalisation. A titre d'information, le tracé de ce gazoduc ainsi que la bande de terrain soumise à un risque
sont donnés dans la carte jointe. Le territoire touché ne concerne pas la commune de Veurey.
Le plan de prévention des risques in Francia. Problemi: elevati costi degli studi.
Secondo lo studio Sanson 2001 solo 5000 municipalità nel 2005 si saranno
dotate di tale strumento, su un totale di 36.000. 11600 comuni francesi sono
soggetti ad alluvioni, 5500 a terremoti, 4500 a fenomeni di subsidenza e 600 a
valanghe.
Confronto fra strumento italiano (relazione geologica) e francese
Relazione geologica ex LR
41/1997
a. Predisposta per essere
recepita nello strumento
urbanistico
b. Non determina una
pericolosità ma una
criticità
c. Multirischio rischi naturali
d. Arriva ad una sintesi in
zone
PPR francese
a. Fornisce indicazioni di
azioni urbanistiche e di
opere strutturali di difesa
b. Valuta pericolosità e
rischio (anche se…)
c. Multirischio compresi
rischi tecnologici
d. Arriva ad una sintesi in
zone
e. E’ connesso a strumento
assicurativo
Le plan de prévention
des risques in Francia
e. Interventi di difesa strutturale
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leziogeo+ppr - Laboratorio di Geomatica