Victor Horta
• Tesina argomentata su:
i maggiori progetti
architettonici
Case Geenens
1885 Case Geenens, Gent. Realizzate
durante il tirocinio presso Alphonse Balat.
Sulle facciate appare una sovrapposizione
di ordini evidenziate dalle fasce orizzontali
che vengono trattate come una sequenza. Il
basamento, sporgente e massiccio, è
accompagnato dall’aggetto dei davanzali
del piano rialzato. Al piano nobile le
finestre sono disposte su una fascia in cui, a
ogni apertura, corrisponde un riquadro
scultoreo.
Casa Matyn
1890 Casa Matyn, Bruxelles. Casa
borghese tradizionale, che presenta una
facciata tripartita e uno sviluppo su due
piani e mezzo con una mansarda
abitabile.Tutta l’attenzione va riposta sulla
porta d’ingresso e sull’edicola vetrata
sovrastante, che serve a portare luce
nell’atrio. L’impianto distributivo non si
discosta dalla tipologia dalla casa
d’abitazione unifamiliare: la campata
distributiva è riservata alla distribuzione
dei servizi, mentre l’altra è destinata agli
ambienti soggiorno e alle camere.
Casa Tassel
1893/95 Casa Tassel, Bruxelles. Opera
manifesto dell’art-nouveau. L’edificio è
composto da due corpi di fabbrica distinti,
collegati da un cortile su vari piani,
illuminati da più lucernari e vetrate. La
preoccupazione di portare la luce
all’interno del nocciolo della casa permette
di mettere in valore i movimenti
quotidiani. Gli ambienti sono disposti sono
disposti simmetricamente rispetto all’asse.
In questo modo Horta crea un gioco di
compressione e decompressione degli spazi,
che si susseguano dall’entrata in poi dando
luogo a una sequenza di prospettive
diagonali accentuate dagli sfalsamenti. Gli
elementi metallici, sia all’interno che sulla
facciata principale, sono dipinti in verde
chiaro per accentuare il carattere
innovatore.
Hotel Solvay
1984/95 Bruxelles. Il programma prevede
al piano terra un ufficio privato, grandi
spazi di servizio; al piano nobile un salone
con un balcone e una grande sala da
pranzo verso il giardino; ai piani superiori
gli appartamenti privati. L’hotel Solvay è
una sintesi dei temi sviluppati nelle
precedenti realizzazioni: muri incurvati,
combinazioni tra ferro e pietra, paramento
bicolore,corrispondenze
simmetriche.L’incurvatura della facciata
contribuisce alla compressione degli spazi
interni. Il richiamo dell’architettura
barocca, nel contrasto di elementi concavi
e convessi conferisce all’insieme un
movimento fluido. Accanto ai materiali più
pregiati e ricercati da Horta usa la
carpenteria metallica a vista. La fluidità è
accentuata dal disegno di elementi come le
ringhiere dello scalone d’onore e dalle
porte-finestre degli ambienti soggiorno.
Maison du Peuple
1895/99 Il partito socialista belga decide di
affidare a Horta il prestigioso compito della la
nuova sede affacciata su una piazza elittica.
Nell’impianto dell’edificio Horta dimostra una
rigorosa applicazione del funzionalismo
sfruttando ogni spazio fino al limite possibile.Sono
tre gli elementi che caratterizzano l’architettura
della Maison du Peuple: la facciata a balestra, che
alterna concavità e convessità in modo
dissimmetrico; la sala del caffè che occupa lo
spazio centrale; la grande sala del terzo piano,
disposta trasversalmente per sfruttare tutta
l’estensione possibile fino a coprire a sbalzo il
cortile sottostante. La concezione strutturale di
Horta esprime le forze, le tensioni, le
deformazioni e l’equilibrio. Nella sala per gli
spettacoli la disposizione obliqua dei montanti
permette che i momenti di flessione prodotti dal
peso del tetto; l’ondulazione del soffitto funge da
assorbimento acustico. Horta rinuncia al sistema
simmetrico chiuso sperimentando una nuova
disposizione che si organizza in funzione di assi
multipli, variabili a seconda del punto di vista.
Casa e atelier Horta
1898-91 Bruxelles. Dovendo affrontare il tema
della propria abitazione, Horta sceglie di adottare
due lotti adiacenti. Descrivendo l’abitazione mette
l’accento sullo spazio d’ingresso, articolato da un
originale movimento di porte scorrevoli. Si accede
poi all’atrio da cui parte il vano scala che porta a
livello della sala da pranzo e del giardino. Il vano
termina con una spettacolare volta in vetri
colorati che diffonde una luce dorata sui muri
gialli decorati di bianco e oro. Nella facciata dello
studio la finestra del piano terra si apre fino al
suolo per illuminare il seminterrato; al primo
piano finestra dell’ufficio è trattata in modo
ambiguo e complesso; al secondo piano lo studio
per i disegnatori è illuminato da una grande
finestra . Durante la costruzione Horta si rende
conto di avere raggiunto il proprio apice creativo
e osserva che il linguaggio della linea curva è
diventato una moda stilistica e non più
l’espressione di un’architettura.
Casa di campagna Frison
1899-00 Bruxelles. Questa piccola casa,
inizialmente isolata, è una libera
interpretazione del tema dello “chalet
rustico”. Il terreno si presenta con vari
dislivelli. Horta sceglie di adeguarsi alle
esigenze strettamente necessarie senza
aggiungere elementi lussuosi, usa conci in
pietra irregolari e tetti spioventi e
aggettanti. Il giardino è allestito e
disegnato con cura; all’interno trovano
posto piccoli edifici per le scuderie e
autorimesse.
Hotel Aubecq
1899-02 Bruxelles.Questa realizzazione può essere
considerata un punto d’arrivo della ricerca
progettuale cominciata con casa Tassel. Nei suoi
Memoires Horta descrive il proprio sistema di
lavoro prendendo spunto da questa casa: per ogni
pietra esegue sei viste e un modello in gesso per
agevolare il lavoro degli scalpellini. Il lotto a
disposizione viene trattato come se fosse l’angolo
di un isolato per sviluppare una facciata continua.
Gli ambienti sono articolati attorno a un atrio
centrale illuminato da una grande volta vetrata.
Gli ambienti sono maestosi e trattati con grande
equilibrio di proporzioni. La gran volta vetrata
che copre il vano scala e l’atrio si trasforma in
parete verticale appoggiandosi su un muro
parallelo a quello divisorio dalla proprietà
adiacente e permettendo di creare una piccola
corte che illumina glia spazi di servizio come
vestibolo e la cucina.
Hotel Roger-Verstraeten
1901-04 Bruxelles. Horta considera una
delle migliori realizzazioni per la
semplicità espressa nelle facciate. Horta ha
previsto un piano terra schiacciato dove
colloca gli spazi di servizio e il passo
carraio; al piano superiore le camere da
letto e all’ultimo piano le stanze per i
domestici e per gli eventuali visitatori. La
facciata è caratterizzata da un bowwindow. Tra il 1909 e il 1910 (vedi foto)
Horta aggiunge un piano, chiudendo il
loggiato, mentre nel 1920 l’architetto
Veraat viene incaricato delle modifiche che
snaturano completamente l’architettura
originaria, nel 1943 l’architetto De Ligne
cancella ogni traccia originaria.
Casa-atelier Pieter Bracke
1901-03 Bruxelles. Il tema della casaatelier è trattato costruendo due edifici
distinti: l’abitazione su strada e l’atelier
all’interno del lotto, dando rilievo alla
distinzione dei due accessi. Horta si orienta
verso una plasticità espressionista, in cui il
ferro scompare lasciando il posto a
superfici lisce e intonacate su cui emergono
le cornici in pietra. La facciata è un piccolo
capolavoro di dissimetria e monumentalità.
I due ingressi purché ben distinti, sono
unificati dal basamento in pietra che sale
dal suolo per incorniciarli in un solo
movimento. I camini posti in facciata sono
slanciati e inquadrano il vano scala
distinguendo chiaramente gli ambienti
nella abitazione.
Casa Sander Pierron
1903-04 Bruxelles. Casa realizzata per
l’amico Pierron. L’impianto planimetrico
non è significativo, mentre le facciate
dimostrano il tentativo di percorrere una
via più modesta: la composizione è
costruita su tracciati ortogonali. La
facciata su strada è realizzata in mattoni
bianchi e rossi; viene usata la pietra blu nei
punti di sforzo nei punti di sforzo. La
piccola facciata verso il giardino offre
un’immagine pre-razionalista e indica la
capacità di Horta di usare un tratto
semplice e spoglio di ornamenti.
Grandi magazzini “Kaufhaus
Hansa”
1903/05 Francoforte. L’occasione di dover
costruire un edificio per la catena di grandi
magazzini obbliga Horta a studiare i
regolamenti e le abitudini commerciali
locali. Lo schema planimetrico è semplice:
su un grande atrio centrale, di forma
rettangolare, si affacciano tre piani di
gallerie perimetriche con un asse di
composizione stabilito dallo scalone a due
rampe. La copertura bombata e
completamente vetrata a sua volta due
piani che si affacciano su una terrazza
perimetrica; questa apre verso l’esterno la
galleria del terzo piano, creando una
dilatazione verso l’alto del volume interno.
Grandi magazzini “ A
Innovation”
1906 Anversa. L’occupazione del lotto
segue la logica, acquisita nelle precedenti
esperienze. Sulla facciata principale
assistiamo invece a un’involuzione
stilistica, in cui l’Art Nouveau tende a
diventare l’apparato decorativo di un
impianto improntato al classicismo. Nei
Memoires Horta racconta, stupito, della
rapidità delle evoluzioni commerciali che
spingono alla continua trasformazione
degli edifici. Alcuni critici e storici vedono
in quest’opera l’inizio della decadenza di
Horta.
Stazione centrale Bruxelles
1910/52 Bruxelles. Tra gli interventi
previsti da re Leopoldo per Bruxelles vi è
la progettazione della stazione centrale
della capitale belga. Nel 1910 Horta, che
pur si oppone al progetto complessivo,
viene incaricato di redigere una proposta
per il nuovo edificio. Vengono elaborate
una serie di versioni su un terreno, ridotto
progressivamente di superficie fino a
raggiungere, nel progetto definitivo, una
forma planimetrica di triangolo scaleno.
La versione definitiva (1936) risolve una
serie di problemi legati all’irregolarità alla
forma, alla pendenza del terreno e alla
conseguente difficoltà di collegare l’atrio
d’ingresso al piano del ferro.
Ospedale Brugmann
1906/23 Bruxelles. L’incarico di progettare
il nuovo ospedale viene affidato a Horta
grazie all’amicizia con Frison. Quest’opera
segna una transizione significativa nel suo
lavoro, dovendo affrontare per la prima
volta le difficoltà della committenza
pubblica, la gestione di un complesso libero
da vincoli urbani e le esigenze tecniche dei
vari reparti medici. L’architettura
denuncia il progressivo abbandono
dell’Art Nouveau e l’adesione a
un’immagine più rigorosa e dignitosa, nel
rispetto della funzione ospedaliera; i
volumi sono purificati e ritmati dalla
sequenza serrata delle aperture verticali e
dai motivi orizzontali dei mattoni
policromi, dei basamenti e delle cornici. Il
linguaggio adottato è influenzato
dall’architettura europea con alcuni
richiami alla tradizione locale e storicista.
Grazie
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Victor Horta - “Andrea e Pietro Delai” a Bolzano